Dalla Lontana Australia “La Riunione E La Rinascita” Dei My Friend The Chocolate Cake – The Revival Meeting

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My Friend The Chocolate Cake – The Revival Meeting – Deluxe Edition – Self Released

Devo confessare che per i My Friend The Chocolate Cake sono di parte (sin da loro esordio agli inizi degli anni ’90), quindi chiedo il permesso di prendermi la libertà di fare una recensione con passione, con poca obiettività, ma con lo scopo specifico di far conoscere questo grande gruppo. I My Friend The Chocolate Cake sono di Melbourne, e rappresentano una costola degli ancor più sconosciuti (ma altrettanto bravi) Not Drowning Waving, nelle cui fila suonavano David Bridie e Helen Mountfort, gli stessi che nei ritagli del tempo libero e con altri amici musicisti, danno vita a questo “ensemble”, con una entità musicale tradizionalista, ma anche innovativa. Dall’esordio omonimo di My Friend The Chocolate Cake (91) in poi abbiamo assistito ad una netta e costante evoluzione delle strutture compositive, con sonorità legate ad un pop non completamente sgrezzato, che negli anni seguenti ha partorito lavori di livello come Brood (94), Good Luck (96), entrambi premiati agli Aria Music Awards Australiani, prima di arrivare al magnifico Live At The National Theatre (96), e dopo una breve pausa ritornare a tecniche lievemente sperimentali con 19 Easy Pieces (99), Curious (02), fino alle sonorità più tenue ed intimiste di Home Improvements(07) e Fiasco (11), intercalate da varie raccolte Review (97), Parade The Best (04) e Best (Cake) In Show (14). E così quando pensavo di averli persi per strada (anche per l’uscita dal gruppo del mandolinista Andrew Carswell), me li ritrovo ancora in pista e in studio per questo nuovo album The Revival Meeting, con la “line-up” composta oggi come ieri dai membri storici, a partire dal genio di David Bridie a pianoforte e voce, Helen Mountfort violoncello e voce (entrambi anche produttori del disco), Greg Patten alla batteria, il bravo Hope Csutoros al violino, Dean Addison al basso, Andrew Richardson alle chitarre e ukulele, e come ospiti musicali Anthony Shortie alle percussioni e la moglie Stella Bridie alle armonie vocali, oltre,  in due brani ,il mandolino di Carswell, in un percorso dove come sempre eccellono le trame strumentali; il tutto registrato negli accoglienti Haus Bilas Studios Thornbury della bella Victoria, nel sud dell’Australia, di fronte alla Tasmania.

La scelta che sta alla base di questo progetto (come dei precedenti) è l’uso esclusivo di strumenti acustici, che è fortemente caratterizzante, un suono unico che la band sviluppa in maniera articolata durante tutto il disco (17 brani nell’edizione Deluxe in questione): a partire dall’iniziale Poke Along Slowly, una struggente ballata barocca con pianoforte e violino ad accompagnare la voce di Bridie, a cui fanno seguito la meravigliosa Jeffrey Smart (Silver City), con le armonie vocali punteggiate dal violino lancinante di Hope Csutoros (che crea un incredibile senso di malinconia in tutto il disco), il folk arioso di  Sleep The Whole Night Through, lo spumeggiante strumentale Satellite Boy, e il pop “serioso” di Easter Parade. Si prosegue con un altro brano strumentale Cry Beloved Cry, su un tessuto straziante di violoncello e piano, mentre con Another Year si ritorna alla ballata tristissima e cupa (mi ricorda vagamente un brano degli irlandesi Four Men And A Dog), per poi riproporre un altro strumentale, la sinfonia “celtica” di una suadente Busojaras, il brillante “country-folk” di Are The Kids Alright?, con un intrigante coretto soul, e le dolci note pianistiche di una soave Middle Veldt. Con la filastrocca Stori Rabaul i My Friend The Chocolate Cake ripropongono il loro folk più accattivante e prezioso, mentre la suadente ballata The Prince per certi aspetti si può ricollegare ai Not Drowning Waving, più tenui e intimisti, seguita dallo strumentale solo piano e violino The Fortunate Isles, che sarebbe perfetta  per documentare le meraviglie dell’Irlanda, prima di versare delle lacrime per una romanza struggente e dolorosa come The Fire Turns To Embers, e finire con la melanconica Jim’s Refrain, dove si evidenzia la bravura al mandolino dell’amico Carswell. Le due bonus tracks sono la ripresa di Middle Veldt in una versione più sinfonica, e una ballata come Bubbles, di una creatività senza pari, dove gli archi e il pianoforte delineano trame sonore nelle quali si mischiano la tradizione folk e classica, generando un grande impatto emotivo. Sublime.

Il sestetto “australiano” rivela ad ogni disco una grande capacità di rigenerarsi e di rimettersi in discussione (e The Revival Meeting ne è il perfetto esempio), in quanto David Bridie continua a scrivere bellissime canzoni dalle incantevole melodie, malinconiche e umorali, dove ogni brano è un piccolo capolavoro, dove ogni ascolto è un imprevedibile crescendo di umori e sensazioni, con scenari che cambiano in continua e progressiva dissolvenza. Uno spettacolo per le mie orecchie, i My Friend The Chocolate Cake con The Revival Meeting hanno prodotto uno dei lori capolavori, la creazione di un sound composto da pianoforte, violoncello, violino, chitarra acustica, percussioni, mandolino, batteria, talvolta un basso e una voce ben impostata, piena e rotonda, che tocca il mio personale amore per questo tipo ldi musica, e poco importa se questo disco è stato fatto da una “aussie band” o da un gruppo del pavese (penso all’amico Ed Abbiati e ai suoi Lowlands), l’importante per quel che mi riguarda è quello che ci fanno provare a livello di emozioni, e non solo a livello auditivo. Da ascoltare.!

NDT: Come al solito questo CD è di difficile reperibilità (è uscito il 19 Maggio solo in Australia), ma per chi ama il genere e vuole approfondire questo gruppo, sulle varie piattaforme di vendita può trovare i primi album a prezzi più che  accessibili. Credetemi, ne vale la pena.

Tino Montanari