Tra Un Impegno E L’Altro, Un Bel Dischetto Da Solo! BJ Barham – Rockingham

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BJ Barham – Rockingham – At The Helm CD

Gli American Aquarium, band alternative country di Raleigh, North Carolina, sono un gruppo alquanto prolifico, visto che in dieci anni di attività hanno già pubblicato sette album di studio (il secondo, l’ottimo The Bible And The Bottle, è stato appena ristampato http://discoclub.myblog.it/2016/11/01/nuovo-se-lo-fosse-american-aquarium-the-bible-the-bottle/) e l’ottavo pare già in lavorazione. Ma, nonostante tutto, il loro leader BJ Barham ha trovato anche il tempo di dare alle stampe questo Rockingham, un piccolo disco (otto canzoni, poco più di mezz’ora) composto da brani scritti dal nostro durante l’ultima tournée con il suo gruppo principale, e realizzato grazie al crowdfunding. BJ si è reso conto che queste canzoni, più personali ed intime del solito, non erano adatte ad essere proposte con gli Aquarium, ma nello stesso tempo non voleva che andassero perdute, e quindi Rockingham è il frutto di questo ragionamento: inizialmente doveva essere un disco per sola voce e chitarra, in modo da preservare al massimo il tono intimista delle canzoni, ma poi Barham deve aver deciso che con l’ausilio di altri musicisti avrebbe reso il tutto un po’ più appetibile, e ha chiamato un ristretto gruppo di amici ad accompagnarlo (tra cui due membri degli Aquarium, Ryan Johnson alla chitarra e Whit Wright alla steel e dobro, mentre il produttore è Brad Cook, che si occupa anche delle parti di basso), mettendo a punto un lavoro alla fine non lontanissimo dallo stile della sua abituale band, anche se qui i toni sono spesso smorzati, la strumentazione parca ed acustica, ed il mood è decisamente country-folk e molto poco rock.

Ma l’esito finale è degno di nota (dopotutto Barham è un bravo songwriter) e, su questo siamo d’accordo con lui, sarebbe stato un peccato ignorare queste canzoni. La bucolica American Tobacco Company ricorda molto l’ultimo John Mellencamp, quello più rurale, l’accompagnamento è acustico ma la sezione ritmica si fa sentire (alla batteria c’è Kyle Keegan), ed il brano risulta altamente gradevole. Rockingham, la canzone, è puro songwriting roots, una melodia limpida, armonica in sottofondo e buoni intrecci di strumenti a corda, mentre la pianistica Madeline è anche meglio: profonda, intensa, ricca di sfumature (il pianista, molto bravo, è Phil Cook), un pezzo che dimostra che questo non è un disco da sottovalutare soltanto perché inciso nei ritagli di tempo. Unfortunate Kind vede BJ solo con la sua chitarra, ma l’intensità di fondo ci fa capire che il disco sarebbe stato valido anche in questa veste più spoglia; O’Lover ha un incedere decisamente coinvolgente, complice anche la bellezza del motivo ed il crescendo progressivo, e si candida come una delle più riuscite, mentre Road To Nowhere è più contenuta, ma non per questo meno interessante, anzi il sapore country crepuscolare le dà un tono diverso. Il dischetto si chiude con la fluida Reidsville, ben sostenuta da fisarmonica e banjo, e con Water In The Well, altra ballata pianistica e malinconica, ma con feeling immutato ed una splendida apertura melodica nel finale.

Nell’attesa del nuovo lavoro degli American Aquarium, questo Rockingham può costituire un valido antipasto.

Marco Verdi

*NDB Nel frattempo è uscito il nuovo doppio album dal vivo della band (o meglio CD+DVD)

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