Ai Confini Tra Rock E Blues, Un’Altra Bella Voce. Cee Cee James – Stripped Down & Surrendered

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Cee Cee James  – Stripped Down & Surrendered – FWG records                                  

Cee Cee James (all’anagrafe Chrisina James) è un’altra delle non numerose, ma comunque numericamente più consistenti di ciò che si pensa, vocalist che stanno ai confini tra rock e blues, con lementi soul, il gruppo si chiama Mission Of S.O.U.L: definita da un critico della zona di Washington (dove a Freeland, nei Blue Ewe Studios, è stato registrato il nuovo album) “The Vocal Volcano”, per il suo stile esuberante e ad alta densità emotiva che, quasi inevitabilmente, ha portato a paragoni con Janis Joplin, grazie anche al suo live del 2010 Seriously Raw, dove apparivano ben due brani della Joplin. Prima di quel disco la James aveva pubblicato un altro ottimo album di studio ( e, per essere onesti, uno anche nel 2002, definito di pop/funk, ma francamente piuttosto bruttino, soprattutto per un sound, a mio parere imbarazzante, anche se si intuivano già le potenzialità della voce rauca e onesta della nostra amica). Poi nel 2012 è uscito Blood Red Blues, prodotto da Jim Gaines, forse il suo migliore fino ad ora, che aveva sollecitato anche paralleli con Dana Fuchs, altra discepola Jopliniana. Ora per questo Stripped Down & Surrendered la brava Cee Cee torna ad affidarsi alla co-produzione del marito Rob “Slideboy” Edwards, con il quale vive nella zona di St. Louis, Missouri, che per questo album decide di optare, come da titolo, per un suono a tratti più spoglio e dimesso, meno carico dell’elettricità delle prove migliori, anche se forse più rigorosamente blues e meno rock.

Se devo essere sincero la preferivo, sia pure di poco, perché il disco è comunque ottimo, nella sua versione più “scalmanata”, pur se indubbiamente i dodici brani originali, firmati dalla stessa James, ne confermano il talento e la buona vena vocale. Come il suo nomignolo rivela Edwards è un ottimo interprete dello stile bottleneck e nel disco lo ribadisce in alcuni brani, non però nella eccellente title-track, che a dispetto del sound più spoglio rispetto al passato, conferma le qualità di una voce dal timbro ricco e naturale, godibile anche in questo ambito più raccolto, tra chitarre acustiche, elettriche, percussioni e basso appena accennati, per quanto al sottoscritto, almeno in questo brano, la voce di Cee Cee, anche usata in multitracking, ricorda moltissimo quella di Ann Wilson delle Heart (un’altra di quelle brave). La slide arriva nella successiva The Edge Is Where I Stopped, un blues dalle atmosfere sospese e misteriose, dove si apprezza anche il lavoro misurato alla batteria dell’ingegnere e tecnico del suono Dave Malony, con lo stesso Andrews che si occupa anche del basso https://www.youtube.com/watch?v=6V-kGPp13aU . In Hidden And Buried Rob Andrews passa alla slide acustica, Jeffrey Morgan aggiunge il tocco del suo organo Hammond e l’ambiente si fa più mosso ed urgente, con un bel lavoro percussivo e la voce sempre “lavorata”, quasi per dare l’impressione di più vocalist impegnate, come pure He Shut The Demon Down conferma questa impressione di un blues che, per quanto raccolto e non urlato, ha grinta e stamina nei suoi protagonisti, soprattutto la James, che conferma questo impatto fortemente emozionale anche nella successiva Glory Bound dove le influenze di Janis Joplin sono più evidenti, pur inserite im questo impianto sonoro elettroacustico.

Love Done Left Home ha un suono più full band, uno splendido slow blues, con Kevin Sutton Andrews (parente?) aggiunto alla chitarra elettrica e Terry Nelson all’organo, con ottime impressioni vocali di Cee Cee, confermate anche nella successiva, lunga Cold Hard Gun, sempre ricca di pathos e buone vibrazioni, quasi al limite del gospel, con la chitarra di Edwards a ricamare sullo sfondo e la voce roca della James altamente espressiva. Molto bella anche Thank You For Never Loving Me un altro notevole slow blues elettrico che ricorda nello svolgimento certe cose di Ronnie Earl, ma pure brani come Since I’ve Been Loving You degli Zeppelin, con la voce misurata, quasi sussurrata, che convoglia, nella sua intensità, mille emozioni nell’ascoltatore, grazie al testo che è una sorta di accusa neppure troppo velata, ad un padre, vero od ipotetico, che è mancato, splendida. In Before 30 Suns torna la formazione con doppia chitarra e organo, il suono è ancora blues-rock e la voce sempre protagonista assoluta, mentre in You’re My Man la musica si fa nuovamente più animata e mossa, sempre con elementi gospel e rock presenti. Miner’s Man Gold è un altro blues elettrico, dal suono potente ed intenso, con le chitarre in evidenza e So Grateful, ancora con slide acustica protagonista, è un folk blues raccolto, ma sempre dalla notevole intensità, elemento comune a tutto l’album.

Bruno Conti