Un Armonicista Molto Indaffarato, Con Alcuni Amici. Mark Hummel & Golden State Lone Star Blues Revue

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Mark Hummel – Golden State Lone Star Blues Revue – Electro-fi Records

Il disco, per essere onesti, non è attribuito a Mark Hummel ma alla Golden State Lone Star Blues Revue, comunque visto che il fattore trainante del disco è proprio l’armonicista e cantante di New Haven nel Connecticut (come tutti gli altri i musicisti presenti nell’album, da lungo residente nella soleggiata California o comunque nella West Coast in generale, di cui sono rappresentanti della scena blues locale) in molti elenchi risulta a suo nome. Il disco è stato registrato nell’aprile del 2015 ai Greaseland Studios di San Jose, con la produzione di Chris “Kid” Andersen, e nella formazione, al fianco di Hummel, troviamo i due chitarristi Anson Funderburgh e Little Charlie Baty, entrambi con un recente passato di leaders di ottime formazioni blues, e la sezione ritmica di R.W. Grigsby e Wes Starr, insieme dai tempi in cui suonavano negli album di Sam Myers/Anson & The Rockets, ma tutti i vari musicisti, in diverse combinazioni, nel corso degli anni hanno suonato insieme, però mai globalmente nello stesso disco, con l’eccezione di cui tra un attimo. Tra gli ospiti aggiunti l’eccellente Jim Pugh (Robert Cray, Etta James, Tracy Nelson e Chris Isaak) alle tastiere, più una piccola sezioni fiati di due elementi, Eric Spaulding e Jack Sanford, quando serve. Per essere ancora più onesti, il precedente disco di Hummel The Hustle Is Really On, uscito nel 2014 sempre per la Electro-fi http://discoclub.myblog.it/2014/05/26/hummel-sai-cosa-ti-aspetta-mark-hummel-the-hustle-is-really-on/ , come vi dicevo un attimo fa, vedeva in azione già la stessa formazione, anche se era, in quel caso, solo per la metà dell’album, comunque attribuito al solo Mark.

Quindi se non è una novità sentire i cinque suonare insieme è comunque sempre un piacere: la “chimica” tra i musicisti è evidente fin dall’iniziale Texas blues Midnight Hour del grande Clarence “Gatemouth” Brown, con le due chitarre soliste a dividersi gli spazi con Hummel, il pianino di Pugh e la sincopata sezione fiati, Here’s My Picture è un vecchio brano di Billy Boy Arnold dai tratti latineggianti che permette all’armonica di Hummel di mettersi in evidenza, mentre Prove It To You è un originale swingante di Hummel con il classico ritmo da “train time”, organo vintage e chitarrine pimpanti, e la seguente Cool To Be Your Fool è una slow blues ballad pianistica tra Randy Newman e una sorta di “after hours” di classe. Check Yourself di Lowell Fulson, benché sempre con un suono raffinato e demodé è comunque più sanguigna, con Stop This World di Mose Allison che sfiora il cool jazz del suo autore, per poi rituffarci nel blues con uno shuffle di Jimmy McCracklin come Take A Chance, dove la chitarra di Funderburgh e l’organo di Pugh hanno il giusto spazio per esprimersi, sempre con i fiati sullo sfondo. Lucky Kewpie Dog è un divertente “blues da spiaggia” a trazione chitarristica di nuovo a firma Hummel, molto piacevole e coinvolgente, seguito da Pepper Man un tradizionale arrangiato da Mark, che si pone all’intersezione tra Chicago e Texas blues, e ancora da un altro shuffle come Walking Mr. Lee, appunto di Lee Allen, brano strumentale dove Mark Hummel si prende i suoi giusti spazi all’armonica https://www.youtube.com/watch?v=WR3pjmwGVeo.

Detroit Blues è una composizione del bassista R.W. Grigsby, piacevole ma abbastanza “innocua”, come altri brani di questo CD, a tratti privo di quel nerbo che ci aspetterebbe da siffatti musicisti. Che invece si distinguono nella poderosa Georgia Slop, altro brano di McCracklin, dove il ritmo tra R&B e R&R è vorticoso, con sezione ritmica e fiati che swingano di brutto, mentre i solisti si danno un gran da fare, e pure nella successiva Dim Lights, un pezzo di JB Hutto, tutti i musicisti ci danno dentro di nuovo alla grande, con una nota di merito per la slide di Charlie Baty, finalmente “letale”, per poi concludere, giustamente, lo dice pure il titolo, con End Of The World, il pezzo più lungo della raccolta, un blues lento ad alta densità emotiva, dove piano, armonica e chitarre, oltre alla voce di Hummel, contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa di grande fascino e dalla qualità che avremmo gradito anche in altri momenti di questo comunque soddisfacente Golden State Lone Star Blues Revue.

Bruno Conti