“Piccolo” Genietto Della Musica Degli States, Ma Grande Talento! Victor Wainwright And The Train – Memphis Loud

victor wainwright memphis loud

Victor Wainwright And The Train – Memphis Loud – Ruf Records

Sesto album complessivo, e secondo con i Train dopo l’eccellente disco omonimo di due anni fa https://discoclub.myblog.it/2018/04/14/un-grosso-artista-in-azione-in-tutti-i-sensi-victor-wainwright-the-train-victor-wainwright-and-the-train/ , per Victor Wainwright, da Savannah, Georgia, piccolo genietto o grande artigiano, a seconda dei punti di vista, portatore sano di musica roots del Sud degli States, uno stile che spazia con assoluta nonchalance dal blues, financo il jump blues, passando per il big band swing, il rock and roll, le ballate ora jazzy e notturne, ora malinconiche, una abbondante razione di Gumbo da New Orleans, il R&B e il soul di Memphis, ricordati nel titolo del CD e qualsiasi altro genere gli passi per la testa, boogie woogie, barrelhouse, gospel, voi li pensate, lui e la sua band li eseguono. Band che è rimasta invariata anche in questo nuovo Memphis Loud, per la famosa equazione “squadra vincente non si cambia”: ed ecco la solida, pimpante e raffinata sezione ritmica con Billy Dean alla batteria e Terrence Grayson al basso, Pat Harrington e Greg Gumpel alla chitarra (in un paio di brani anche Monster Mike Welch), e qualora serva anche il co-produttore dell’album Dave Gross, una piccola ma efficiente sezione fiati con Mark Earley sax e Doug Woolverton alla tromba, qualche altro ospite sparso ad armonica, organo e percussioni, oltre ad una nutrita pattuglia di “vocalist” aggiunti.

Forse potrebbero essere dati superflui, ma invece sono essenziali per la perfetta equazione sonora che se ne ricava. Il nostro amico, oltre ad essere possessore di una voce duttile e malleabile, in grado di spaziare in timbriche che, come ricordavo recensendo il disco precedente, possono ricordare Dr. John, Leon Russell, Fats Domino, Little Richard, è anche, alla pari degli illustri colleghi appena citati, un organista, e soprattutto un pianista, sopraffino, vincitore non a caso del Pinetop Perkins Award, ma efficiente anche a piano elettrico e all’occorrenza lap steel e mellotron. Se aggiungiamo che anche come autore non scherza, considerato che firma come Victor Lawton Winawright, da solo o con altri, tutte le dodici canzoni presenti nel disco, non ci resta che gustarci questo succulento pasticcino sonoro: si parte con le raffinate volute di Mississippi che all’inizio ricordano i grandi pianisti jazz, prima che una esplosione di barrelhouse rock targato Memphis e di boogie woogie fiatistico non ci travolga, mentre tutta la band, voci di supporto e l’armonica di Mikey Junior inclusi, imperversa come se non ci fosse un futuro, mentre Pat Harrington inizia a scaldare la sua chitarra, Walk The Walk è puro New Orleans sound, tra funky e rock’n’roll come sapevano fare i mai dimenticati Little Feat, mentre Harrington e Wainwright si fronteggiano come novelli Payne e George e i fiati non mancano di farsi sentire in esplosioni di pura gioia.

La title track Memphis Loud è un boogie woogie preso a velocità supersoniche, con le mani di Victor che volano sulla tastiera, mentre il “Treno” accelera in progressione tra una stazione e l’altra e ci si gode il panorama attorno; Sing è una ballata jazzy e notturna tra quelle funeree della Crescent City e le atmosfere fumose da Cotton Club nella Harlem degli anni ‘20, ma del secolo scorso, tra florilegi di sax e tromba. Disappear è una splendida ballata malinconica del tutto degna di quelle memorabili della Band dei tempi dei più gloriosi anni ‘70, con Wainwright che la canta magnificamente e un altro paio di bellissimi assoli di chitarra, questa volta di Greg Gumpel, il vecchio titolare dello strumento e poi di piano di Wainwright ad abbellirla, con una atmosfera che ricorda anche l’Elton John “americano”. In Creek Don’t Rise la locomotiva riprende vigore, con la seconda voce di Francesca Milazzo a sostenerlo il nostro amico ci regala un altro pezzo rock di grande fascino, tra continui intrecci di chitarra, ancora Gross, e piano, che interagiscono alla perfezione con i fiati e i cantanti di supporto; anche Golden Rule mantiene questo impianto rock di stampo rootsy, molto ben arrangiato, anche vocalmente e con i musicisti che si scambiano continui assoli, in questo caso Pat Harrington ci regala un intervento quasi acido, ma nitido e “cattivo” il giusto.

America è un’altra ballata che mette in luce la voce radiosa e la capacità di autore di Wainwright, che eccelle anche in questo formato, con un gusto e una classe squisiti, come esemplifica pure l’assolo in crescendo di grande pathos che ci regala un ispirato Mike Welch, mentre in South End Of A North Bound Mule, sulle ali della chitarrine funky di Harrington e Gumpel si tornano a respirare i profumi della Crescent City, molto Dr. John, mentre in Recovery i macchinisti riprendono a dare vapore, i tempi accelerano e tutti, a partire da un ingrifato Welch, danno il meglio delle proprie capacità. My Dog Riley una ode al miglior amico a quattro zampe di Victor, è un honky-tonk divertente e scatenato dove Wainwright ci offre un ennesimo esempio del suo virtuosismo al pianoforte, prima del congedo affidato alla lunga Reconcile, un’altra ballata di puro deep soul made in Memphis veramente sontuosa e rifulgente di una luce interiore che solo i grandi interpreti sanno infondere nei propri lavori e con la ciliegina di un ennesimo assolo di squisita fattura di Gumpel.

Uno dei dischi migliori che ho ascoltato negli ultimi mesi.

Bruno Conti

Visto L’Argomento Forse Si Poteva Fare Meglio. One Note At A Time Soundtrack – Keeping The Music Alive Keeping New Orleans Alive

one note at a time soundtrack

One Note At A Time Soundtrack – Keeping The Music Alive Keeping New Orleans Alive – Louisiana Red Hot Records         

Questa è la colonna sonora di un documentario che fotografa la situazione di New Orleans e della sua musica e dei suoi protagonisti a una dozzina di  anni di distanza dall’uragano Katrina: girato da Renee Edwards, che esordisce alla regia con questo film che ha vinto molti premi negli Stati Uniti e in giro per il mondo. Completato nel 2016, il documentario è stato di recente nelle sale ed è stato trasmesso da alcune televisioni,e probabilmente, si spera, verrà pubblicato in futuro su DVD o Blu-ray, per ora è uscita solo la colonna sonora (che non è affatto facile da reperire) intesa proprio nel senso letterale del termine, in quanto nel CD ci sono anche molti brevi frammenti di interviste, dialoghi con i musicisti, e anche alcuni intermezzi creati ad hoc per lo score da Ray Russell, che ha supervisionato la scelta dei pezzi, alcuni realizzati da leggende della musica della Louisiana come Dr. John, rappresentanti della famiglia Neville, Brass band varie e anche parecchi  artisti della nuova scena di New Orleans, quelli che faticosamente stanno cercando di rilanciarne la musica.

Il tutto per chi ascolta il CD, per quanto interessante, è a tratti frammentario e spezzettato, probabilmente il film, che non ho visto, dovrebbe essere più intrigante ed avvincente: comunque nella colonna sonora ci sono momenti che potrebbero consigliarne l’acquisto, se siete fans della musica della Crescent City. Alcuni sono proprio piccoli accenni, altri sono anche fin troppo lunghi, come il remix della Let Me Do My Thing eseguito dalla Hot 8 Brass Band, che su un groove funky tipico del sound di NOLA, tra fiati e giri di basso insinuanti, poi però si trascina per quasi nove minuti tra rappate insulse e ripetute ad libitum e altre scelte sonore non felicissime, ok che è il “nuovo” sound della città, più al passo con i tempi, ma sinceramente preferivo quello vecchio. Come in una versione live di Papa Was A Rolling Stone dei Temptations, eseguita da Damion Neville & The Charmaine Neville Band; meno riuscita, nonostante il nome, è la Higher di Felice Guilmont, bella voce femminile, ma per un soul fin troppo sintetico e “moderno”, per i miei gusti personali. Decisamente meglio una ballata acustica come Slip Away, cantata da Chip Wilson e Jesse Moore, oppure un altro tuffo nel super funky, questa volta fiatistico, di Ray Nagin (Give My Projects Back) suonato dalla To Be Continued Brass Band, ed anche il suono più tradizionale e divertente di I Wish I Could ShimmyLike My Sister Kate, registrato dal vivo dalla New Orleans Ragtime Orchestra.

Niente male anche la dolce Please Don’t Take Me Home,un  pezzo tipico da cantautore, cantato da Bud Tower con il supporto di alcuni musicisti locali tra cui spiccano David Torkanowsky e Shane Teriot, oppure la jazz fusion quasi anni ’70 di una Tehran con influenze orientali ,eseguita dal Cliff Hines Quintet guidato dal chitarrista omonimo che sfrutta anche la presenza di un paio di voci femminili intriganti. I due brani dal vivo in sequenza  di Dr. John, Roscoe’s Song e Down The Road, inutile dire che sono tra le cose più interessanti, nonostante la voce sempre più “vissuta” del dottore, le mani volano sul pianoforte sempre con classe immensa; e non manca neppure il tributo al suono Dixieland di Louis Armstrong con una piacevole Down By The Riverside suonata e cantata da Barry Martin, per non parlare di uno strano vecchio R&R come Carnival Time di tale Alvin L. Johnson,  o del jazz classico proposto da Delfeayo Marsalis e la Uptown Jazz Orchestra alle prese con Blue Monk. Gran finale corale con Dr. John, Cyril Neville e altri musicisti meno noti che intonano brevemente la classica This Little Light of Mine. Alla fin fine questa fotografia della New Orleans attuale non è poi così male, scremata da tutti gli intermezzi è quasi bella.

Bruno Conti

Il Meglio Del 2017 In Musica Secondo Il Blogger Di Disco Club: Appendice Finale.

meglio del 2017 2

Mi ero riservato la possibilità di aggiungere una seconda lista di titoli che secondo il sottoscritto meritano di entrare tra i migliori usciti nel 2017 (e ce ne sarebbero molti altri): come per la precedente classifica non è in ordine preciso di preferenza ma in ordine sparso. Nel post dello scorso mese http://discoclub.myblog.it/2017/12/11/un-classico-come-tutti-gli-anni-il-meglio-del-2017-in-musica-secondo-disco-club-parte-ii/  l’unico titolo in evidenza era l’album postumo di Gregg Allman Southern Blood che sicuramente occupava la prima posizione: e vi do una anticipazione, è pure al n°1 del Poll annuale della redazione e dei collaboratori del Buscadero di Gennaio che sarà in edicola nei prossimi giorni. Ecco il meglio del resto, partiamo con un trio di cofanetti:

fairport convention come all ye the first ten years inside box

Fairport Convention – Come All Ye/The First Ten Years

https://www.youtube.com/watch?v=5zKpQa_n1E0

natalie merchant the collection

Natalie Merchant – The Collection

https://www.youtube.com/watch?v=_932kTYjRi8

dr. john atco alnum collection

Dr. John – Atco Album Collection

https://www.youtube.com/watch?v=G5zPqgQ67yo

Proseguiamo con il resto, sempre in ordine sparso, partendo da Bruce Cockburn di cui vi ho parlato ieri.

bruce cockburn bone on bone

Bruce Cockburn – Bone On Bone

jason isbell the nashville sound

Jason Isbell And The 400 Unit – The Nashville Sound in arrivo

carole king tapestry live in hyde park

Carole King – Tapestry: Live In Hyde Park

https://www.youtube.com/watch?v=G5zPqgQ67yo

mitch woods friends along the way

Mitch Woods – Friends Along The Way

https://www.youtube.com/watch?v=RpueGuEccIU

father john misty pure comedy

Father John Misty – Pure Comedy

shannon mcnally black irish

Shannon McNally – Black Irish

zachary richard gombo

Zachary Richard – Gombo

https://www.youtube.com/watch?v=iRMY_Llzd-I

carrie newcomer - live at the buskirk-chumley theater with friends

Carrie Newcomer – Live At The Buskirk-Chumley Theater With Friends

https://www.youtube.com/watch?v=M1WrNisRhDU

weather station weather station

The Weather Station – The Weather Station

chris hillman bidin' my time

Chris Hillman – Bidin’ My Time prodotto da Tom Petty

https://www.youtube.com/watch?v=uLtLy4u45z0

winwood greatest hits

Steve Winwood – Greatest Hits Live

https://www.youtube.com/watch?v=FXoEnqldH1E

guy davis poggi Sonny & Brownie’s last train”

https://www.youtube.com/watch?v=omyMs__YPgE

Potremmo andare avanti per 50 anni, ma poi diventa una succursale dell’elenco telefonico (ormai in via di estinzione), per cui “last but not least” aggiungo anche l’album di Guy Davis Fabrizio Poggi Sonny & Brownie’s Last Train, entrato pochi giorni fa nella cinquina dei candidati ai Grammy nella categoria Best Traditional Blues Album, disco di cui potete leggere qui http://discoclub.myblog.it/2017/11/28/se-amate-il-blues-quasi-una-coppia-di-fatto-guy-davis-fabrizio-poggi-sonny-brownies-last-train/ , una bella soddisfazione per un italiano innamorato del Blues!

Per il 2017 è tutto (forse).

Bruno Conti

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Il Tempo Passa Per Tutti Ma Non Per Loro. The Original Blues Brothers Band – The Last Shade Of Blue Before Black

original blues brothers band the last shade of blue

The Original Blues Brothers Band – The Last Shade Of Blue Before Black – Severn Records

Le origini dei Blues Brothers ovviamente non partono dal celeberrimo (e bellissimo) film di John Landis del 1980, ma da un paio di anni prima, quando John Belushi e Dan Aykroyd erano due attori comici emergenti che facevano parte del cast dell’altrettanto celebre trasmissione televisiva Saturday Night Live, e accomunati da una passione per il blues, e la musica nera in generale (più Aykroyd, Belushi era legato anche al metal e al punk) assunsero gli alter ego di “Joliet” Jake Blues e Elwood Blues, assecondati da alcuni componenti dalla formidabile house band della trasmissione, che vedeva tra i musicisti in azione Paul Shaffer, l’ex B. S. & T Lou Marini, Tom Malone, entrambi ai fiati, a cui si aggiunsero alcuni luminari della musica americana, come Steve Cropper e Donald “Duck” Dunn, entrambi da Booker T & The Mg’s (vi risparmio i nomignoli che ogni artista si era dato), Matt Murphy, Tom Scott, e molti altri che contribuirono a creare una leggenda, all’inizio sulle ali di un formidabile disco dal vivo (più bello della colonna sonora, se non fosse per gli ospiti) Briefcase Full Of Blues, che arrivò al n°1 della classifica di Billboard, vendendo tre milioni e mezzo di dischi e dando il la al film, la cui colonna sonora stranamente arrivò solo al n°18 delle classifiche, ma poi è diventata un disco di culto. In seguito, come sappiamo, Belushi ci ha lasciato prematuramente, ma ci sono stati vari seguiti, fino a giungere al film Blues Brothers 2000, preceduto da diversi Live e dischi in studio.

Dan Aykroyd nei suoi vari locali House Of The Blues utilizza ancora il nome per dei concerti periodici e quindi è nata una band collaterale, definita The Original Blues Brothers Band, dove Elwood Blues non partecipa, ma il cast dei partecipanti è formidabile. L’ultimo capitolo è questo eccellente disco di studio The Last Shade Of Blue Before Black, dove i due leader Lou Marini al sax e Steve Cropper alla chitarra, entrambi co-produttori del CD, sono affiancati da un gruppo da sogno: i tre “nuovi vocalist, Tommy “Blues Pipes” McDonnell, Rob “The Honeydripper” Paparozzi, entrambi anche all’armonica, e Bobby “Sweet Soul” Harden, oltre a John Tropea alla chitarra, Lee Finkelstein alla batteria e Leon Pendarvis alle tastiere, e sono solo alcuni, ma come ospiti “minori”, si fa per dire, in alcuni brani, ci sono anche Eddie Floyd, Dr John, Joe Morton, Paul Shaffer, Joe Louis Walker, Tom “Bones” Malone, Matt “Guitar” Murphy e David Spinozza. Alla faccia del cucuzzaro: a questo punto il contenuto potrebbe essere ininfluente ma invece è ottimo, con scintillanti versioni di Baby What You Want Me To Do, un blues puro di Jimmy Reed, con i tre cantanti che si alternano e un grande Tropea alla solista, una Cherry Street di Delbert McClinton, a tutto fiati, con l’ottimo McDonnell alla voce, Texas R&B, seguita dal puro soul Stax di On A Saturday Night che ci consegna un Eddie Floyd in grande forma, Itch And Scratch, cantata da Harden, grande voce anche lui, che sembra qualche pezzo perduto di James Brown e invece è di Rufus Thomas, uno che in quanto a funky pure lui non scherzava, e anche i “nuovi Blues Brothers” vanno di brutto di groove.

Don’t Go No Further è un grande blues di Willie Dixon, cantato da Joe Louis Walker, che cede l’onore di un solo fiammeggiante di chitarra a Matt “Guitar” Murphy. You Left The Water Running era una grande soul ballad, scritta da Dan Penn, che cantavano sia Otis Redding che Wilson Pickett, e Bobby “Sweet Soul” Harden non li fa rimpiangere con la sua voce vellutata. Poi Eddie Floyd ci canta di Don’t Forget About James Brown, e come potremmo, visto che poi lo ribadiscono in una torrida Sex Machine, peccato che la canti Paul Shaffer, grande pianista ma solo discreto cantante, però la band pompa di brutto, mentre Your Feet’s Too Big, un “antico” brano di Fats Waller, illustra anche il lato storico della band, con Rob Paparozzi, voce e armonica, che poi si ripete nel suo brano 21st Century, forse l’unica canzone contemporanea, insieme a Blues In My Feet, scritta e cantata da Rusty Cloud, un pianista e vocalist jazz&blues non notissimo ma coinvolgente, che poi passa il microfono al grande Dr. John per una ondeggiante e deliziosa Qualified, suonata veramente da Dio da tutta la band. Ancora una corale I Got My Mojo Working e la conclusiva Last Shade Of Blue Before Black, scritta e cantata da Lou Marini, uno slow blues intimo e notturno, dove i fiati, e un eccellente John Tropea, si qualificano ancora tra i protagonisti assoluti di questo sorprendente album. Il tempo passa per tutti, ma non per loro.

Bruno Conti

Prima Che Sia Troppo Tardi! Un Bel Cofanetto A Settembre Per Dr. John – The Atco Albums Collection

dr. john atco alnum collection

Dr. John – The Atco Albums Collection – 7 CD Atco/Rhino – 15-09-2017

Giusto ieri mentre preparavo il Post per questo Box di Dr. John, girando per la rete per vedere se fosse morto qualche altro artista importante, ho letto della dipartita di Glenn Campbell, di cui leggete in un altro Post a parte, e come conseguenza mi è venuto in mente di intitolare questo articolo “Prima che sia troppo tardi”, che tra l’altro sarebbe sempre una rubrica che mi ronza per la testa da un po’ di tempo, e in cui si vorrebbe parlare di artisti di “culto”, gente che ha fatto la storia del rock (e dei generi collegati), ma che spesso viene ricordata solo al momento della morte. Mi rendo conto che ha connotati “iettatori” per cui mi trattengo sempre, ma di tanto in tanto almeno una segnalazione per le uscite interessanti è d’uopo.

drò john original album series

Come nel caso di questo nuovo cofanetto dedicato a Mac Rebennack, alias Dr. John, uno dei musicisti più importanti della scena musicale della Louisiana, mai troppo lodato per la sua musica, il vero New Orleans Funk: anche se lo scorso anno è uscito un bellissimo tributo a lui dedicato http://discoclub.myblog.it/2016/08/26/altro-tributo-formidabile-the-musical-mojo-of-dr-john-celebrating-mac-and-his-music/, e, volendo, la sua discografia era comunque ben rappresentata anche dal cofanetto effigiato qui sopra, Dr. John Original Album Series , che in 5 CD a prezzo speciale raccoglieva alcuni degli album incisi da Rebennack negli anni ’70: non tutti, appunto solo 5 dei 7 incisi per la Atco tra il 1968 e il 1974. Ora questo nuova remastered edizione, sempre a prezzo speciale, corregge la piccola pecca e in unico box raccoglie tutta la sua produzione per l’etichetta del gruppo Warner, almeno quelli del primo periodo classico.

Ecco la tracklist completa, brano per brano:

[CD1: Gris-Gris]
1. Gris-Gris Gumbo Ya Ya
2. Danse Kalinda Ba Doom
3. Mama Roux
4. Danse Fambeaux
5. Croker Courtbullion
6. Jump Sturdy
7. I Walk On Guilded Splinters

[CD2: Babylon]
1. Babylon
2. Glowin’
3. Black Widow Spider
4. Barefoot Lady (Single)
5. Twilight Zone
6. The Patriotic Flag-Waver
7. The Lonesome Guitar Stangler

[CD3: Remedies]
1. Loop Garoo
2. What Comes Around Goes Around
3. Wash, Mama, Wash
4. Chippy, Chippy
5. Mardi Gras Day
6. Angola Anthem

[CD4: The Sun, Moon & Herbs]
1. Black John The Conqueror
2. Where Ya At Mule
3. Craney Crow
4. Familiar Reality – Opening
5. Pots on Fiyo (File Gumbo)/Who I Got To Fall On (If The Pot Get Heavy)
6. Zu Zu Manou
7. Familiar Reality – Reprise

[CD5: Dr. John’s Gumbo]
1. Iko Iko
2. Blow Wind Blow
3. Big Chief
4. Somebody Changed The Lock
5. Mess Around
6. Let The Good Times Roll
7. Junko Partner
8. Stack-A-Lee
9. Tipitina
10. Those Lonely Lonely Nights
11. Huey “Piano” Smith Medley
12. Little Liza Jane

[CD6: In The Right Place]
1. Right Place Wrong Time
2. Same Old Same Old
3. Just The Same
4. Qualified
5. Traveling Mood
6. Peace Brother Peace
7. Life
8. Such A Night
9. Shoo Fly Marches On
10. I Been Hoodood
11. Cold Cold Cold (Single)

[CD7: Desitively Bonnaroo]
1. Quitters Never Win
2. Stealin’
3. What Comes Around (Goes Around)
4. Me Minus You Equals Loneliness
5. Mos’ Scocious
6. (Everybody Wanna Get Rich) Rite Away
7. Let’s Make A Better World
8. R U 4 Real
9. Sing Along Song
10. Can’t Get Enuff
11. Go Tell The People
12. Desitively Bonnaroo

Augurando lunga vita a Dr. John che, nonostante le condizioni di salute diciamo non splendide, quest’anno è stato uno dei protagonisti del tour che ha girato gli States per festeggiare i 40 anni di Last Waltz, direi che questo box, previsto per il 15 settembre, è l’ideale per colmare eventuali lacune nelle vostre discoteche alla lettera D. Senza dimenticare che in quegli album, oltre alla crema dei musicisti della Crescent Music, si trovano come ospiti, sparsi nei vari dischi, musicisti come Eric Clapton, Graham Bond, Mick Jagger, Bobby Keys, Jim Price, gli altri Derek And The Dominos, Meters, Allen Toussaint e così via. Prima che sia troppo tardi!

Bruno Conti

Un Altro Tributo Formidabile: The Musical Mojo Of Dr. John Celebrating Mac And His Music

musical mojo of dr.john

Dr. John – The Musical Mojo of Dr. John: A Celebration of Mac & His Music – Concord/Universal – 2 CD – 2CD/DVD/Blu-Ray 14-10- 2016

Come per il tributo a Jerry Garcia anche l’uscita di questo splendida celebrazione della musica di Dr. John è prevista per il 14 ottobre, attraverso la Concord/Universal e in vari formati, sicuramente doppio CD con DVD e Blu-Ray per il mercato americano, dove questi combo che prevedono la presenza contemporanea di DVD e Blu-Ray nella stessa confezione è una esigenza dettata dal mercato, soprattutto per i film, in quanto nelle abitazioni americane è facile trovare, in diverse stanze, la presenza di entrambi i lettori e quindi spesso le case di produzione pubblicano questi prodotti multipli a prezzi molto convenienti (ma in altri no, vedasi il caso del box dei Pink Floyd The Early Years che anche grazie alla presenza di entrambi i formati non ha un prezzo molto abbordabile e pure questo Musical Mojo Of Dr. John, nella versione quadrupla statunitense, da quello che ho letto, non ha un prezzo particolarmente economico). In Europa si parla anche di una versione con i 2 CD e il DVD, ma non sono sicuro al 100%.

Comunque, al di là dei lati tecnici, il contenuto, da quello che ho potuto sentire, e ho ascoltato estratti di tutte le 22 canzoni contenute nel doppio CD, è veramente fantastico: a partire dalla house band utilizzata nel concerto, che oltre a Dr. John stesso, una sezione fiati tra cui spicca la trombonista Sarah Morrow, vecchia compagna di avventura di Mac Rebennack, vede la presenza di altri grandi musicisti: Chuck Leavell e John Gros alle tastiere, Brian Stoltz dal giro Meters e Neville Brothers alla chitarra, e Kenny Aronofoff alla batteria. Ma è lista degli ospiti che sorprende: oltre alla crema dei musicisti di New Orleans e della Louisiana, Cyril, Aaron Charles Neville, George Porter Jr. e Zigaboo Modeliste, Irma Thomas, lo svedese “naturalizzato” Anders Osborne, il grandissimo Allen Toussaint (che era ancora vivo, visto che il concerto si è tenuto nel 2014), Tab Benoit, Dave Malone dei Radiators, Big Chief Monk Boudreaux, Terence Blanchard e moltissimi altri, anche non di New Orleans, tra cui due nomi fantastici come Bruce Springsteen John Fogerty. Comunque qui sotto potete leggere la lista completa dei partecipanti con i relativi brani in cui sono apparsi, nei vari formati.

Tracklist
[CD1]
1. Right Place Wrong Time – Dr. John and Bruce Springsteen
2. Blow Wind Blow – Jason Isbell
3. My Indian Red – Cyril Neville
4. Somebody Changed the Lock – Anders Osborne and Bill Kreutzmann
5. Please Send Me Someone to Love – Dr. John, Aaron Neville and Charles Neville
6. Junko Partner – George Porter Jr. and Zigaboo Modeliste
7. Since I Fell for You – Irma Thomas
8. Stack-A-Lee – Tab Benoit
9. Life – Allen Toussaint
10. Street People – Shannon McNally
11. Goodnight Irene – Dave Malone
12. Big Chief – Big Chief Monk Boudreaux

[CD2]
1. Familiar Reality – Widespread Panic
2. You Lie – Warren Haynes
3. Traveling Mood – Chuck Leavell
4. Back by the River – Ryan Bingham
5. Let’s Make a Better – World John Boutté
6. Lay My Burden Down – Mavis Staples
7. New Orleans – John Fogerty
8. Come Rain or Come Shine – Dr. John and Terence Blanchard
9. I Walk on Guilded Splinters – Dr. John and Sarah Morrow
10. Such a Night – Dr. John and Sarah Morrow

[DVD and Blu-ray]
1. Dr. John Interview (Opening Sequence)
2. Right Place Wrong Time – Dr. John and Bruce Springsteen
3. Blow Wind Blow – Jason Isbell
4. My Indian Red – Cyril Neville
5. Somebody Changed the Lock – Anders Osborne and Bill Kreutzmann
6. Please Send Me Someone to Love – Dr. John, Aaron Neville and Charles Neville
7. Junko Partner – George Porter Jr. and Zigaboo Modeliste
8. Since I Fell for You – Irma Thomas
9. Stack-A-Lee – Tab Benoit
10. Street People – Shannon McNally
11. Goodnight Irene – Dave Malone
12. Big Chief – Big Chief Monk Boudreaux
13. Dr. John Interview
14. Familiar Reality – Widespread Panic
15. You Lie – Warren Haynes
16. Back by the River – Ryan Bingham
17. Let’s Make a Better – World John Boutté
18. Lay My Burden Down – Mavis Staples
19. New Orleans – John Fogerty
20. Come Rain or Come Shine – Dr. John and Terence Blanchard
21. I Walk on Guilded Splinters – Dr. John and Sarah Morrow
22. Such a Night – Dr. John and Sarah Morrow
23. Traveling Mood – Chuck Leavell
24. Life – Allen Toussaint

Non vedo l’ora: non c’è ancora nessun video ufficiale in rete, appena appaiono aggiorno il Post, comunque quello di Fogerty rende assolutamente l’idea della serata!

Bruno Conti

Dagli Archivi Inesauribili Di Johnny Winter, Una Serata Con Dr. John. Live In Sweden 1987

Johnny Winter Dr. John Live in Sweden

Johnny Winter with Dr. John – Live In Sweden 1987 – MVD Entertainment Audio

Non è per le Bootleg Series, che pure dopo la scomparsa di Johnny Winter continuano imperterrite ad uscire, e sono giunte al capitolo 12, sempre prive di qualsivoglia informazione, e neppure proviene dalla benemerita serie di concerti del Rockpalast, il cui archivio nel caso dell’albino texano era già stato intaccato più di una volta. Ma con i Live tedeschi condivide la provenienza televisiva: e nonostante l’ennesima etichetta che pubblica questo Live In Sweden 1987, tale MVD Audio, come dice il titolo dell’album, si sa dove è stato registrato, e almeno l’anno in cui è stato inciso (anche se in rete si ricava che siamo in gennaio, ai Sonet Studios di Stoccolma, davanti ad un non numeroso, ma entusiasta, pubblico ad inviti). Non solo, il CD (o il DVD, perché esiste anche in quella versione, con un pezzo in più, registrato nel 1972 e di qualità pessima) ci informa anche sul nome dei musicisti; oltre al solito John Paris, al basso ed armonica e Tom Compton alla batteria, abbiamo il co-protagonista della serata, Dr. John, piano e voce, che porta una ventata di New Orleans sound al classico rock-blues del grande chitarrista americano. E il tutto, e non guasta, con una qualità sonora eccellente (quella video un po’ meno, diciamo televisiva, ma comunque decisamente buona), oltre al fatto che il repertorio è abbastanza inconsueto rispetto ad altri concerti dal vivo usciti nelle serie citate e nella sterminata quantità di album Live ufficiali pubblicati durante, e dopo, la lunghissima carriera di Winter.

https://www.youtube.com/watch?v=Jsg2P3kLUpc

A volere essere proprio pignoli (ma è giusto informare) il materiale era già uscito in un DVD del 2010 intitolato Live Through The 80’s, dove erano riportati tutti questi brani e altri pezzi registrati appunto negli anni ’80. Appurato tutto ciò, comunque il concerto è notevole, Winter è ancora in gran forma, suona sempre la chitarra come posseduto dal Dio del Blues ( e del rock), canta benissimo e nei sette brani (tutti piuttosto lunghi, un paio oltre i 10 minuti) che compongono il dischetto ci dimostra ancora una volta perché nel genere è stato uno dei più grandi di sempre: dall’iniziale Sound The Bell, che era sul disco della Alligator del 1985 Serious Business, un poderoso rock-blues dove il sinuoso basso di Paris e l’agile drumming di Compton sostengono abilmente il solismo vorticoso di un Johnny Winter in grande spolvero, si capisce subito che siamo capitati in una serata di grazia, il nostro non sembra in preda ai fiumi dell’alcol e o di altre sostanze, come è capitato in precedenti occasioni, e lascia fluire le note dalla sua chitarra con una classe ed una scioltezza sempre invidiabili. A seguire una lunghissima Don’t Take Advantage Of Me, tratta da Guitar Slinger, un pezzo dalle sonorità quasi hendrixiane o alla Cream, citazioni di Sunshine Of Your Love incluse, con Winter che estrae dalla solista un fiume inarrestabile di note. A conferma che il concerto era incentrato sul materiale dell’epoca, anche il terzo brano, Mojo Boogie, un pezzo di JB Lenoir, viene da Third Degree, il CD Alligator del 1986 che vedeva presente proprio Dr. John come ospite.

Mac Rebennack che peraltro fino a questo punto non si è visto né sentito, ma in Mojo Boogie Johnny estrae il suo bottleneck per una dimostrazione della sua quasi indiscussa supremazia nell’arte della slide guitar, e anche Paris alla armonica dà una mano allo spirito blues del pezzo. Finalmente per You Lie Too Much, che è proprio un brano a firma Rebennack, Winter introduce sul palco “Dr. John The Night Tripper” e l’alchimia tra i due funziona subito alla grande, con il piano assoluto protagonista della canzone e anche la voce dell’artista di New Orleans non è ancora quella di oggi, rotta da mille battaglie, ma appare viva e pimpante (la traccia uscirà poi sul disco di Winter Let Me In del 1991). Notevole anche Sugar Sweet un vecchio brano di Muddy Waters, cantato a due voci, e con le mani di Dr. John che volano sulla tastiera. Di nuovo il Dottore grande protagonista in una strepitosa Love Life And Money, sempre da Third Degree, ma tutti e due si scambiano energia in questo gagliardo slow blues, prima di lanciarsi in una vorticosa Jumpin’ Jack Flash, il pezzo degli Stones, oltre dieci minuti di puro e libidinoso rock’n’roll a denominazione di origine controllata, che conclude alla grande questa ottima serata. Gran bel concerto.

Bruno Conti