Poi Sarebbe Scomparso Nel Nulla Anche Lui! Jeremy Spencer (With Fleetwood Mac)

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Jeremy Spencer – Jeremy Spencer – Real Gone Music/Ird

Jeremy Spencer era uno dei due chitarristi della formazione originale dei Fleetwood Mac, i primi, quelli di Peter Green e del boom del british blues, noto soprattutto ai tempi per la sua passione sfrenata per lo stile bottleneck di Elmore James, di cui era un eccellente praticante nei primi due album della band, fino a che l’arrivo di Danny Kirwan nel 1968, lo mise un po’ in un angolo, anche se rimase nel gruppo fino al 1971, prima di “sparire nel nulla” per moltissimi anni con gli evangelici Children Of God (con i quali condivide tuttora il proprio credo religioso, e a causa del quale Spencer sostiene di essere stato accusato di abusi sui minori e pedopornografia). Ma la sua grande passione erano anche il R&R e la musica oscura melodica degli anni ’50 e ‘60 in generale, di cui, spesso sotto lo pseudonimo di Earl Vince & The Valiants, offriva accurate ricostruzioni di quel sound, in uno stile che era per metà omaggio e per metà affettuosa presa in giro. Proprio nel 1969, mentre la band stava registrando quello che sarebbe stato il loro album più rock fino a quel momento (lo splendido Then Play On, come sapete sono un patito di Peter Green, che considero uno dei dieci più grandi chitarristi della storia del rock) in contemporanea, anche su sollecitazione di Mike Vernon, il loro produttore,  pure lui appassionato di sonorità vintage come Spencer, venne deciso di registrare, sempre con i Fleetwood Mac come backing band, un EP di materiale costruito intorno alla passione di Jeremy per quel tipo di musica, dischetto che avrebbe dovuto essere allegato all’album come bonus.

Poi non ne se fece nulla e le registrazioni non vennero utilizzate, ma il germe dell’idea era stato gettato e i cinque ( con Green solo in un brano), tutti comunque più o meno appassionati di quello stile (Kirwan più orientato verso Beatles e Cream), decisero di registrare un intero album con questo tipo di musica, che comunque suonavano spesso all’interno del loro repertorio, quando Jeremy Spencer assumeva la guida della band nelle sezioni di dischi e concerti in cui Green si faceva da parte per concedere spazio al suo pard. Il disco quindi venne registrato, con l’aiuto di Steve Gregory (sassofonista che aveva suonato con l’Alan Price Set e in Honky Tonk Women degli Stones) e Dick Heckstall-Smith dei Colosseum, aggiunti ai fiati in un paio di brani, e con la presenza di quasi tutto materiale originale firmato dallo stesso Spencer, oltre a tre oscure cover pescate nel repertorio amato dal nostro, il tutto però rigorosamente legato a quel tipo di suono, anche se non mancano alcune derive decisamente più blues dove il nostro amico può dare fondo alla sua passione per Elmore James. Diciamo subito che l’album non è imprescindibile, discreto  ma non eccelso, con Jeremy, che oltre che buon chitarrista slide, ribadisce anche le sue doti già conosciute di pianista e si conferma cantante sempre in bilico tra il divertito e il divertente, con la giusta dose di british humor, mescolata al suono tipicamente americano.

Così possiamo ascoltare il R&R alla Buddy Holly dell’iniziale Linda (che ha qualche parentela con Peggy Sue), The Shape I’m In, una delle cover, anche se era stata scritta da Otis Blackwell, quello di Great Balls Of Fire e mille altri successi, era stata cantata da tale Johnny Restivo, ma sembra un pezzo di Elvis, e pure di quelli belli, anche grazie all’assolo di sax nella parte centrale, mentre Mean Blues, è appunto uno dei rari blues duri e puri, con i Fleetwood Mac in gran spolvero, soprattutto Kirwan alla solista, e presentazione dove si prendono in giro da soli, ma poi suonano come loro sapevano fare  https://www.youtube.com/watch?v=4N2pUu8dpuQ. String-a-long, la seconda oscura cover, è un delizoso doo-wop alla Sha Na Na con Peter Green al banjo (?!?) https://www.youtube.com/watch?v=yDZ1UYdz57o , mentre Here Comes Charlie (With His Dancing Shoes On), è nuovamente un grintoso R&R alla Rave On e Teenage Love Affair, sempre una delle canzoncine dei primi teen idols. Jenny Lee, leggera leggera e cantata con quella aria da presa per il culo, sembra uno dei romantici brani dei primi Dion o Ricky Nelson, con Don’t Go Please Stay, che viceversa pare un brano di B.B. King, se fosse stato un praticante della arte della slide come Jeremy Spencer https://www.youtube.com/watch?v=8So2t8Kd9j8 . You Made A Hit, la terza cover, è un pezzo di Charlie Rich, di quando faceva R&R con la Sun, ed è nuovamente deliziosamente retrò. Dopo un paio di rutti (giuro), parte una Take A Look Around Mrs. Brown, che potrebbe essere Give Peace A Chance come l’avrebbe cantata la Bonzo Dog Doo-Dah Band, con tanto di finto sitar da Summer Of Love. Surfin’ Girl, non è il brano dei Beach Boys, ma il genere è quello, e If I Could Swim The Mountain, è una ballata strappalacrime alla Presley, sempre ai limiti, e anche oltre, della parodia https://www.youtube.com/watch?v=o2UtqJnSQmY . Cè pure, come bonus track, Teenage Girl, che era il singolo dell’epoca, uscito nel 1970, come d’altronde il resto dell’album. Se volete passare poco più di 35 minuti di puro divertimento, in tutti i sensi.

jeremy spencer coventry blue

Ma poi è riapparso, a livello musicale https://www.youtube.com/watch?v=UQRTxZTYGhc !

Bruno Conti