Uno Degli Ultimi “Fuorilegge”… Scott McClatchy – Six Of One

scott mcclatchy six of one

Scott McClatchy – Six Of One – Lightning In A Bottle Records

Eccone un altro che dall’inizio dell’avventura di questo Blog colpevolmente non abbiamo mai censito. Stiamo parlando di Scott McClatchy, rocker di Philadelphia che inizialmente ha fatto per un certo periodo il band leader nel gruppo degli Stand, per poi trasferirsi a New York inventandosi una carriera come chitarrista, fatto che lo ha messo in contatto con alcuni musicisti della grande mela, come Scott Kempner (Del Lords), Dion e Willie Nile. Il suo esordio da solista avviene con il positivo Blue Moon Revisited , con uno stile che accomuna rock , folk e spruzzate di country, con John Fogerty e Bruce Springsteen nel cuore, seguito da Redemption (02) che è ancora meglio, un disco dal suono brillante tra acustico e elettrico, suonato in modo splendido da alcuni musicisti di rilievo tra i quali i citati Scott Kempner e Willie Nile (con una stratosferica versione di The Weight della Band). Con Burn This (06) il livello non scende di un centimetro dai due lavori precedenti, un suono come al solito specificamente roots, con le immancabili “street songs” e la preziosa cover che rimanda ancora a Springsteen, con una torrenziale No Surrender, per poi arrivare al seguente A Dark Rage (10) dove McClatchy si innamora dei gruppi irlandesi e mischia il suo rock con i suoni folk, album dove si trovano una poco nota Sally MacLelanne dello “sdentato” Shane MacGowan dei Pogues e una American Land del Boss in una versione da Temple Bar di Dublino.

A dieci anni di distanza dal precedente (ha avuto gravi motivi di salute, infatti gli è stato diagnosticato un cancro), ritorna a farsi sentire con questo nuovo Six Of One, composto da una dozzina di canzoni “democraticamente” suddivise in sei brani originali e in sei immancabili cover d’autore (Graham Parker, Stephen Stills, Steve Forbert, Robbie Robertson, Butch Walker e Ben Nichols dei Lucero), suonate al meglio con il contributo di ospiti quali Eric Ambel e Scott Kempner ( in pratica ha riunito i Del Lords), e Tommy Womack. Si capisce immediatamente il suono dall’iniziale Rock & Roll Romeo, un brano rock corale esuberante degno del miglior Southside Johnny, per poi andare a recuperare un piccolo classico di Tony Johnson Midnight In Memphis (segnalo una versione di Bette Midler nel film musicale The Rose), che viene riproposta al meglio con largo uso di fiati e cori del periodo, mentre la seguente Wedding Day Dance mischia folk e country in modo brillante (unica pecca nel ritornello assomiglia un po’ troppo a Blowin’ in The Wind di Dylan), e ancora andare a rispolverare dal secondo album di Graham Parker una Heat Treatment che viene riletta pari pari all’originale, dove, come allora, è impossibile non muovere il piedino.

Si riparte con una dolce Break Even, una nuova composizione voce e chitarra che dà la misura della bravura di McClatchy, seguita da una intrigante variante di Judy Blue Eyes di Crosby, Stills & Nash, che diventa Suite Laura Blue Eyes, rivoltata come un calzino e divisa in due parti, parte come folk acustico e termina come rock elettrico (geniale). Un omaggio anche per un grande autore come Ben Nichols dei Lucero, con una sontuosa versione di Smoke (la trovate su 1372 Overton Park (09), per poi arrivare ad una Ophelia, che non ha bisogno di presentazioni, uno dei più grandi successi della Band, molto simile all’originale e come sempre suonata con grande feeling dai musicisti, a supporto della voce di Scott. Ci si avvia alla fine del lavoro con il rock urbano di Prayers, con un violino che impazza nella parte finale https://www.youtube.com/watch?v=XJBX7x3jnws , a cui segue il suono “garage” di una sorprendente Summer Of ‘89 recuperata dall’album The Spade (11) del poco conosciuto Butch Walker, e il sano rock’n’roll alla Little Steven di una infuocata Roving Eye, e andare a chiudere con una bellissima Grand Central Station di Steve Forbert (recuperatela su Alive On Arrival (78)), una grande “ballad” eseguita con chitarra, armonica, e voce da Scott, che spazia su un tessuto melodico immediato.

Dopo vari ascolti, questo Six Of One può essere defnito il “Santo Graal” per gente che oltre a Bruce Springsteen ha sugli scaffali CD di Southside Johnny, Little Steven, Willie Nile (già citati), e aggiungerei anche Joe Grushecky, Scott Kempner, Nils Lofgren e altri, e per un “tipo” che in una ventina d’anni abbondanti di carriera ha sfornato solamente 5 dischi, non è certamente un demerito. Come è certo che i dischi di Scott McClatchy non cambieranno la vita di nessuno, ammesso che si riescano a recuperare, sarebbe riduttivo e ingeneroso non dargli la possibilità di almeno un ascolto, in quanto tutta la sua produzione, che spazia tra rock, folk, country, e irish-sound, ha un suono elettricoacustico decisamente ben impostato, che per chi scrive non ha niente da invidiare a tanti sopravvalutati “rockers”. Provare per credere!

Tino Montanari

Anche Willie Nile Ha Il Suo Pregevole E Meritato Tribute Album! Various Artists – Willie Nile Uncovered

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Various Artists – Willie Nile Uncovered – 2 CD Paradiddle Records

Un album tributo, per di più di ottimo livello come quello che vado a descrivervi, Willie Nile se lo meritava davvero! Il sottotitolo di Willie Nile Uncovered, Celebrating 40 Years Of Music, rende bene l’idea, ma sarebbe stato opportuno aggiungere l’aggettivo Great, perché di grande musica (rock, folk, cantautorale, definitela come più vi piace) il songwriter nato a Buffalo settantadue anni fa ne ha prodotta veramente tanta. Se poi consideriamo le sue immense doti di performer, l’innata capacità di salire su un palco e trascinare qualunque tipo di audience verso l’entusiasmo più puro con la forza e il lirismo delle sue canzoni, diventa scontato ritenere che Willie sia diventato a ragione un punto di riferimento importante per le ultime generazioni di musicisti rock e folk. Per realizzare questo sentito omaggio, l’equipe dell’etichetta indipendente Paradiddle ha assemblato un cast di tutto rispetto, interpellando sia personaggi assai noti, nonchè amici e coetanei di Willie, sia gruppi e solisti emergenti, tutti o quasi con la comune caratteristica di aver svolto gran parte o tutta la propria carriera in quel particolarissimo microcosmo rappresentato da New York City e i suoi dintorni.

Alla Grande Mela Nile ha dedicato parecchie delle sue migliori canzoni, anche nel recente New York At Night https://discoclub.myblog.it/2020/05/20/dopo-40-anni-di-grandi-canzoni-unaltra-splendida-new-york-city-serenade-willie-nile-new-york-at-night/ , e ovviamente alcune le ritroviamo riproposte nel tributo, strutturato in due CD, per un totale di ventisei brani (25 in realtà perché uno si ripete con due diverse versioni). Per mia comodità, suddivido i partecipanti in due gruppi, le vecchie glorie, con nomi illustri nell’ambito del rock e del folk, e gli sconosciuti ai più, tra cui troviamo già tante belle sorprese, al punto da stimolare la ricerca, anche se non facile, di loro precedenti produzioni. Sul primo dischetto si mettono in bella mostra cinque band emergenti dotate di buon sound ed idee, a cominciare dai Leland Sundries, quintetto di Brooklyn, che rivisitano The Day I Saw Bo Diddley In Washington Square inserendo degli incisi ritmici tipici del protagonista del titolo (pensate a Mona o Not Fade Away) ottenendo un effetto notevole. Oppure i Quarter Horse di Long Island che rifanno When Levon Sings (dedicata al compianto Levon Helm) con un adeguato sound elettroacustico e il mandolino in primo piano a condurre la danza. Gli XL Kings ripescano dal mitico disco d’esordio di Willie That’s The Reason, con una discreta atmosfera sixties, ma meglio fanno gli Iridesense con History 101, mostrando grinta e personalità da vendere, guidati dalla brava vocalist Tara Eberle.

Chiude la cinquina una vecchia conoscenza dei locali di Long Island, il chitarrista Russ Seeger, che coi suoi Four Amigos ci regala una vivida versione della bellissima On Some Rainy Day. Tra i solisti troviamo una buona rappresentanza femminile, a cominciare dalla brillante Emily Duff, che, come una novella Michelle Shocked, ripropone Hell Yeah facendone una sorta di gospel acustico, con tamburello e bottleneck. Caroline Doctorow possiede una voce fresca come l’acqua di un ruscello di montagna e rifà con adeguata intensità la malinconica Lonesome Dark Eyed Beauty. Jen Chapin, figlia del famoso songwriter Harry Chapin, vanta buoni precedenti in ambito folk e jazz e qui ci offre una sentita cover per chitarra e voce di una ballad certo non tra le più note del vasto catalogo di Nile, The Crossing (era su American Ride). Annie Mark, cantautrice roots-rock, introduce col banjo la scoppiettante Everybody Needs a Hammer dandone una versione discreta che non sfiora però la trascinante forza dell’originale. Tra i maschietti, invece, si mettono in luce il giovane Pete Mancini (quattro album alle spalle) con una tonica ed efficace Asking Annie Out, Allen Santoriello che trasforma House Of A Thousand Guitar in una divertente honky tonk ballad e il veterano Gene Casey (definito the premier barroom troubadour of Eastern Long Island) che non sfigura riproponendo in stile Johnny Cash quel piccolo capolavoro che è American Ride.

Se grazie ai piccoli calibri l’operazione può già dirsi riuscita, dopo i nomi che ora comincio ad elencarvi vi convincerete che questo Willie Nile Uncovered vale assolutamente la spesa., non indifferente. Richard Barone, già leader della new wave band The Bongos, noto anche come produttore e regista teatrale, si confronta con l’inno Street Of New York e ne realizza una versione piacevole irrobustita da chitarre e batteria, arricchita pure da un godibile video. Niente a che vedere però con il pathos dell’originale, per sola voce, piano e armonica. Alcuni dei vecchi amici di Willie, conosciuti all’inizio della carriera, negli anni in cui frequentava il Greenwich Village esibendosi nei più noti locali, hanno voluto omaggiare il suo talento compositivo, primo fra tutti John Gorka, che mette tutta la sua immensa classe nella limpida rivisitazione di I Don’t Do Crazy Anymore. Lucy Kaplansky, di cui vi invito a riscoprire l’intera discografia, fa scorrere più di un brivido con una versione per solo piano, voce e archi della liricissima When The Last Light Go Out On Broadway, mentre il valentissimo Richard Shindell reinterpreta da par suo la commovente On The Road To Calvary dedicata dal suo autore alla tragica e prematura fine di Jeff Buckley.

Un secondo trittico cantautorale di notevole spessore vede protagonisti Rod Picott, Slaid Cleaves e Dan Bern: il primo scandisce con voce calda e partecipe le parole di Looking For Someone, su un arrangiamento ridotto all’osso, il secondo si avvale di una bella lap steel guitar per aggiungere un ulteriore tocco romantico alla dolce Sideways Beautiful e il terzo dà un po’ di fuoco alle polveri con la bella cavalcata elettrica Life On Bleeker Street, rumorosa e nostalgica rivisitazione della vita trascorsa nel Village. Detto che il bravo Nils Lofgren si cimenta in una vibrante (ma un tantino troppo ampollosa) versione di All God’s Children, il cui testo a parer mio andrebbe insegnato nelle scuole, vado ad introdurvi l’ultimo trittico di interpreti che a parer mio fanno arrivare al top questa già ottima raccolta. Elliott Murphy, solo per il fatto che da tanti anni ormai risiede a Parigi, non poteva che scegliere Les Champs Elysees di cui converte la furia quasi punk in pacato humor, reinventandola come una ballad acustica con tanto di azzeccatissimo trio d’archi sullo sfondo e il solito prezioso intervento chitarristico di Olivier Durand. Chapeau, monsieur Murphy!

Vagabond Moon è il primo grande rock anthem di Willie Nile sempre presente nei suoi concerti come lo è Born To Run in quelli del Boss. Rallentarla fino a farla diventare una gospel song, come fa qui il redivivo Kenny White (cantautore newyorkese di culto), potrà sembrare a molti un sacrilegio, ma funziona, eccome se funziona! L’uso delle voci e del piano è splendido, pregevoli gli interventi di hammond, mandolino e chitarra elettrica, una cover davvero da applausi.

Come merita applausi pure James Maddock, (di cui da poco è uscito il nuovo brillante CD No Time To Cry, a breve la recensione sul Blog) che trasforma in oro tutto ciò che tocca, compresa la deliziosa She’s Got My Heart, che interpreta con il consueto timbro roco spezzacuori e un arrangiamento perfetto. Ho tenuto per ultimo non a caso il leone inglese Graham Parker che si impadronisce del live anthem One Guitar come fosse una cosa sua, cavalcando il pezzo con l’energia di un ventenne, un vero esempio di illuminata longevità artistica. Cosa che manca totolmente al simpatico bassista della band di Willie Johnny Pisano, a cui è stata data l’occasione di registrare una sua versione reggae della suddetta One Guitar, più inutile che dannosa. Né questa né la scialba When One Stands interpretata da tale Henroy Vassell, che cerca, senza riuscirci, di fare il verso a Garland Jeffreys, possono inficiare il giudizio più che positivo su questo doveroso tributo a uno dei più grandi autori di rock stories dei nostri tempi. God bless Willie Nile!

Marco Frosi

Ottimo Ritorno Per La Band Di Brooklyn, Peccato Per La Scarsa Reperibilità. The Hold Steady – Thrashing Thru The Passion

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The Hold Steady – Thrashing Thru The Passion – Frenchkiss Records

Sono passati cinque anni dalla pubblicazione dell’ultimo album degli Hold Steady, Teeth Dreams, un buon disco che aveva ricevuto critiche positive https://discoclub.myblog.it/2014/05/29/buongustai-del-rock-americano-the-hold-steady-teeth-dreams/ , ma che forse non raggiungeva le vette di quelli del periodo 2006-2008, Boys And Girls In America (forse il migliore) e Stay Positive: poi la band aveva pubblicato un live e ad inizio 2010 il pianista Franz Nicolay (che era l’altra stella del gruppo) aveva annunciato il suo abbandono. Nel frattempo, nel 2012, Craig Finn aveva iniziato anche una carriera solista parallela, che finora ha visto l’uscita di quattro album, l’ultimo dei quali, l’ottimo I Need A New War, è uscito da pochissimo, a fine aprile, e nel 2016 Nicolay è rientrato in formazione, portando la line-up a sei elementi. In questi anni in cui Finn pubblicava i suoi dischi solo, comunque la band , dalla fine del 2017, ha iniziato a pubblicare nuove canzoni, solo a livello digitale. Due a fine 2017, altre due l’anno successivo, e una a marzo di quest’anno, tutti  brani inseriti nella seconda parte del nuovo album Thrashing Thru The Passion che, per chi non ama il download e quindi non conosceva già le canzoni, suona fresco e pimpante, come nelle loro migliori prove.

Il “solito” rock americano dove confluiscono le immancabili influenze springsteeniane, quelle del rock di Minneapolis, ma anche del primo Graham Parker, con in più i testi visionari e complessi di Finn, e quel suo tipico e laconico cantar parlando, mentre intorno ribolle il rock veemente creato dalla band che ogni tanto si stempera anche in splendide ballate. Il nuovo CD è edito dalla loro etichetta personale, quella che pubblicava i dischi ad inizio carriera, quindi un ritorno alle origini, come certifica anche il sound, a partire dalla iniziale Denver Haircut, energica anziché no, con Tad Kubler e Steve Selvidge che strapazzano le loro chitarre, mentre il batterista Bobby Drake percuote i suoi tamburi con voluttà, un pezzo degno di uno dei suoi eroi come Springsteen; anche Epaulets (ovvero “spalline”) ricorda il Boss, grazie all’uso dei fiati, ma forse ancor di più il Graham Parker anni ’70, con Nicolay che continua il suo ottimo lavoro al piano.

You Did Good Kid, il recente singolo, non entusiasma, troppa confusione e poca melodia, ma alla fine si ascolta con attenzione per i suoi ritmi sghembi, mentre Traditional Village, con intrecci di piano, chitarre e sax, ed un ritmo incalzante. ricorda ancora il Bruce anni ’80, sempre con il parlar cantando di Finn in evidenza; Blackout Sam è l’unica ballata, che narra di un pianista che si crede Randy Newman, introdotta dal piano di Nicolay poi entra il resto della band, mentre Franz lavora di fino anche all’organo, infine arriva il sax e il brano diventa sempre più intenso ed appassionato, fino all’intervento delle chitarre soliste gemelle, bellissima. Questi sono i pezzi “nuovi”, esclusivi per l’album, vediamo il resto:

T-shirt Tux, tutta riff e un groove alla Thin Lizzy, quando Lynott impiegava il suo stile più springsteeniano (eccolo di nuovo), non è mera imitazione, Finn ha una sua personalità, ma i punti di contatto ci sono, con piano e chitarre che impazzano di nuovo https://www.youtube.com/watch?v=qiRCCfQOrUk , con la precedente Entitlement Crew che è un altro incalzante e impetuoso rocker nella migliore modalità degli Hold Steady, batteria pimpante, organo vintage e fiati travolgenti. Star 18 cita nel testo Mick Jagger, Peter Tosh e pure gli Hold Steady, con Kubler che inchioda un ottimo breve assolo e Drake e il bassista Galen Polivka, che tengono il ritmo sempre alla grande, mentre Finn declama da par suo; The Stove And The Toaster è un altro poderoso esempio di ottimo rock and roll, con il basso che pompa di brutto, la batteria ovunque, i fiati all’unisono che impazzano, e un altro assolo da sballo di Kubler a seguire un breve intermezzo delle tastiere di Nikolay https://www.youtube.com/watch?v=L9tu5Jv-j4I . Chiude un altro pezzo tutto riif,  Confusion In The Marketplace con una dichiarazione di intenti finale di Craig Finn , “I don’t want to dick around/I just want to devastate.”

Bentornati. 

Bruno Conti

Con O Senza Rumour Continua Il Suo “Magico” Ritorno. Graham Parker – Cloud Symbols

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Graham Parker – Cloud Symbols – 100% Records

Da quando nel 2012, sempre sotto la spinta del regista americano Judd Apatow, Graham Parker ha deciso di riunire i Rumour, il musicista londinese (anche se lo si può quasi considerare naturalizzato americano, vista la lunga residenza negli States) sta vivendo una sorta di seconda o terza giovinezza a livello artistico. Il musicista “incazzato” degli anni ’70 è forse un lontano ricordo (benché anche nei dischi americani degli anni ’80 e ’90 non le mandava certo a dire, e qualche sprazzo “cattivo” pure nei noughties), ma Parker ora è un signore di 68 anni, compiuti a novembre, che sembra avere trovato una sorta di serenità e saggezza che forse non pareggia la grinta e la forza travolgente dei suoi anni migliori a livello musicale, ma ne evidenzia altri aspetti meno dirompenti, pur confermando la classe e l’abilità di un musicista che non è mai sceso a compromessi con l’industria discografica, ma ha saputo insinuarsi nelle sue pieghe per evidenziarne le magagne: un brano come Mercury Poisoning, dedicato alla sua etichetta discografica dell’epoca, è sintomatico in questo senso https://www.youtube.com/watch?v=YGWK_hvGgkU . Forse i dischi di Graham Parker non dicono più niente di nuovo da molto tempo (ma se il “nuovo” è il 99% di quello che impera al momento, preferisco il vecchio), però il nostro amico non ha perso quel suo tocco “magico”, l’abilità sopraffina di scrivere una canzone, partendo magari da un riff sentito mille volte, che ogni volta però rinnova la gioia del vero appassionato, anche nostalgico, verso una musica che profuma da sempre di soul, di rock classico ( i paragoni con Van Morrison, con gli Stones, con il suo quasi contemporaneo Elvis Costello, non erano fatti a caso), di belle melodie, di una voce che forse non è memorabile, ma è unica ed immediatamente riconoscibile nella sua vena ironica e sardonica, mai dimenticata, anche nei momenti più bui, in cui l’ispirazione sembrava averlo in parte lasciato, o forse non era più fervida come un tempo.

Si diceva di Judd Apatow, il regista, produttore e sceneggiatore, autore soprattutto di commedie, probabilmente non memorabili, ma provvisto dei giusti agganci nell’industria cinematografica, anche con le nuove frontiere di Netflix e delle televisioni via cavo tipo HBO, i cui film hanno comunque avuto sempre buoni riscontri economici e che sembra avere preso a cuore le sorti della carriera di Parker, coinvolgendolo nei suoi film, a partire da This Is 40 https://www.youtube.com/watch?v=1Ob24VlDhMQche incorporava nella propria trama anche la storia della reunion di Parker con i Rumour per registrare Three Chords Good https://discoclub.myblog.it/2012/12/03/di-nuovo-insieme-graham-parker-the-rumour-three-chords-good/ . Ora, dopo l’uscita dell’ancora eccellente Mystery Glue del 2015 https://discoclub.myblog.it/2015/05/19/il-disco-del-giorno-forse-del-mese-graham-parker-the-rumour-mystery-glue/ , Graham ha di fatto concluso l’avventura con la sua vecchia band (mantenendo però Martin Belmont come chitarrista) e contattato nuovamente da Apatow che gli chiedeva nuovi brani da usare nella sua serie Love su Netflix, ha messo mano alla penna e ha firmato, un po’ riluttante all’inizio ma poi convinto, undici nuovi gioiellini per questo Cloud Symbols. Una sorta di concept album che è la storia di un uomo virtuale, diciamo diversamente giovane (lo stesso Graham, che è protagonista, con altri “giovanotti”, dei video del disco), che cerca di districarsi con le nuove tecnologie, e attraverso una serie di deliziosi quadretti sonori ne racconta le vicende: uno che guarda le previsioni del tempo sul suo smartphone, per sapere che tempo fa a Roma o Los Angeles e ne ricava sensazioni divertite e divertenti in Is The Sun Out Anywhere, o si dedica al sesso orale nei doppi sensi di Brushes, oppure ancora glorifica le gioie dell’ubriacarsi in Bathtub Gin.

A livello musicale Parker si è affidato al “nuovo” gruppo dei Goldtops: oltre al citato Belmont, troviamo un altro veterano come Geraint Watkins, in pista come tastierista dagl ianni ’70, nel pub-rock dei Racing Cars, ma anche con Nick Lowe, Dave Edmunds, Willie & the Poor Boys, perfino Rory Gallagher, se c’era bisogno di una fisarmonica, nonché una sezione ritmica composta da Roy Dodds (Mary Coughlan, Eddie Reader, ed altre eroine del folk-rock britannico) alla batteria, e da Simon Edwards (Mary Coughlan, Talk Talk, Billy Bragg) al basso. Senza dimenticare il ritorno dei Rumour Brass, ovvero la sezione fiati che suonava in alcuni dei primi dischi a nome Graham Parker & The Rumour, a partire da Heat Treatment in avanti, non sempre gli stessi, questa volta ci sono Ray Beavis, Dick Hanson e Toby Glucklhorn; con la produzione affidata a Neil Brockbank, il gestore dei Goldtops Studios di Londra, a lungo collaboratore di Nick Lowe, scomparso poco dopo il completamento del disco, e che viene ringraziato nelle note del CD. Quindi un disco dal suono “transatlantico” come sempre: il sound mescola abilmente lo spirito del pop-rock britannico, con soul, r&b e folk americani, grazie alle melodie senza tempo delle canzoni del nostro amico. Dal soul-rock swingante e confortevole come un vecchio calzino dell’iniziale irresistibile Girl In Need, che divide con il grande Van The Man una passione (in)sana per la musica nera più classica americana, con il piedino che non può stare fermo, mentre i fiati all’unisono ci deliziano e organo e armonie vocali sono da goduria pura. L’abbiamo sentito mille volte, ma pochi lo sanno fare così bene. Ancient Past rallenta i tempi e richiama i fasti di vecchi e nuovi Dandy del pop inglese, da Ray Davies a Damon Albarn, con quel fare e pigro ed indolente tipico dei figli e nipoti del vecchio impero britannico, 2:12 ed è già finito, Ma tutti i brani sono particolarmente stringati, l’album dura in tutto 31 minuti. Anche la divertente Brushes ci riporta ai suoni gloriosi dei primi Rumour, altre facce ma stessa musica, per vecchi fan, ma anche i novizi possono goderla con piacere.

Anche Dreamin’, che fa rima con streamin’, ha quel drive tipico dei brani di Parker, con piano e trombone che gli danno quell’aria un po demodé, mentre Is The Sun Out Aniwhere è una di quelle ballate malinconiche e struggenti in cui il musicista britannico eccelle, un suo marchio di fabbrica, con versi e musica che tratteggiano in modo unico una storia d’amore senza tempo, e con i suoi musicisti che pennellano note con classe sopraffina. In Every Saturday Nite tornano i fiati per una riflessione sulle cose che ci piacciono (ma anche no) in una serata nel fine settimana, con quel suo suono abituale che se non ha più la verve e la grinta dei tempi che furono, lo sostituisce con una classe e una souplesse tipica dei (quasi) fuoriclasse. Maida Hill, altra ballatona dall’aria soffusa, è un ennesimo tuffo in quella Londra che sta scomparendo lentamente, ma non se ne vuole andare, fino a che ci sarà qualcuno che ne canterà la storia; Bathtub Gin, tra shuffle e swing jazz, ha sempre questa aria un po’ agée di una musica forse solo per vecchi nostalgici, ma non per questo priva di un proprio fascino, tipica di chi non vuole nascondere che le 70 primavere si avvicinano e non è il caso di fare i finti giovani. Anche se i ricordi del vecchio R&R e del pub rock dei tempi che furono sono ancora in grado di affiorare come nella mossa e brillante Nothin’ From You, ma d’altronde bisogna fare i conti con l’anagrafe e quindi What Happens When Her Beauty Fades?  Semplice: ce la cantiamo allegramente, con fiati, chitarre e ritmi errebì a manetta, come se non ci fosse futuro, ma dal cilindro qualche coniglio lo caviamo ancora. Anche se poi la malinconia ci attanaglia ancora, grazie allo struggente suono della melodica di Geraint Watkins che ci ricorda che le tenerezze di Love Comes, forse non sono solo sdolcinate, Finché qualcuno gli darà credito Graham Parker non deluderà le aspettative dei suoi ammiratori.

Bruno Conti

Anticipazioni Della Settimana (Ferr)Agostana, Prossime Uscite Di Settembre: Parte IV. Billy Gibbons, Graham Parker, Textones, Villagers, Joe Bonamassa

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Ed eccoci arrivati alle uscite di venerdì 21 settembre. Iniziamo con il secondo album solista di Billy F. Gibbons, il leader degli ZZ Top. Si intitola The Big Bad Blues e segnala un ritorno deciso al blues-rock dopo il non del tutto convincente (almeno per chi scrive, a cui non era piaciuto molto) Perfectamundo, il disco dal gusto Afro-cubano del 2015. Questa volta il nostro amico fa molto meglio, pur utilizzando più o meno gli stessi musicisti del disco precedente: l’ottimo Mike Flanigin all’organo e al piano, Joe Hardy al basso, Greg Morrow alla batteria, più i “nuovi” Austin Hanks alla seconda chitarra, Matt Sorum anche lui alla batteria, oltre a James Harman, per esempio presente all’armonica in Missin’ Yo’  Kissin’ (brano firmato dalla moglie Gilligan, come Gilly Stillwater, e che ignoravo scrivesse canzoni).

Proprio questo pezzo, con un riff robusto di chitarra che rimanda sia agli ZZ Top, come pure al boogie blues dei primi Canned Heat, per la presenza dell’armonica, è un efficace esempio del sound che sembra bello tosto, come ai bei tempi andati, cosa che non capitava da tempo negli album di studio della sua band di origine (lo dico con cognizione di causa perché mi è già capitato di ascoltare buona parte del disco). Dove brillano anche non una ma ben due cover dal repertorio di  Bo Diddley Bring It to Jerome  e Crackin’ Up, e due pure di Muddy Waters, una poderosa Rollin’ & Tumblin’ che sembra uscire dai solchi di un vecchio disco di Johnny Winter, e una solida rilettura di Standin’ Around Crying, sempre con Harman all’armonica, che brilla pure in Let The Left Hand Know. Ma visto che questa non è una recensione mi limito a ribadire che questo The Big Bad Blues tiene fede al titolo e segnala un gradito ritorno al suono dei primi ZZ Top https://www.youtube.com/watch?v=Hxq5LciIeW4ma anche alle radici della passione del buon Billy per le 12 battute, con la solista spesso in bella evidenza. Il CD uscirà per la Concord/Universal e contiene le seguenti tracce.

 1. Missin’ Yo’ Kissin’ (Gilly Stillwater)
2. My Baby She Rocks
3. Second Line
4. Standing Around Crying (Muddy Waters)
5. Let The Left Hand Know…
6. Bring It To Jerome (Jerome Green)
7. That’s What She Said
8. Mo’ Slower Blues
9. Hollywood 151
10. Rollin’ And Tumblin’ (Muddy Waters)
11. Crackin’ Up (Bo Diddley)

graham parker cloud symbols 21-9

Nuovo disco anche per Graham Parker, Cloud Symbols dopo il recente ritorno al passato ed ai suoi migliori suoni, grazie alla presenza dei Rumour https://discoclub.myblog.it/2015/05/19/il-disco-del-giorno-forse-del-mese-graham-parker-the-rumour-mystery-glue/che questa volta non ci sono, sostituiti da una nuova band The Goldtops, dove comunque rimane Martin Belmont alla chitarra.

Nuova anche l’etichetta 100% UK, ma non la classe che rimane limpida  e lo stile inimitabile, come dimostra l’estratto dall’album che potete ascoltare sopra. Ecco comunque la lista completa dei brani:

1. Girl In Need
2. Ancient Past
3. Brushes
4. Dreamin’
5. Is The Sun Out Anywhere
6. Every Saturday Nite
7. Maida Hill
8. Bathtub Gin
9. Nothin’ From You
10. What Happens When Her Beauty Fades?
11. Love Comes

textones old stone gang 21-9

Per la serie a volte ritornano, a più di 30 anni dall’ultimo album di studio Cedar Creek tornano i Textones. Carla Olson, che era l’anima e la mente del gruppo, oltre che la voce solista e la principale autrice, racconta che quando venne pubblicato l’album nel 1987, poco dopo si accorse di essere malata e le venne diagnosticata una forma di diabete mellito, cosa che la costrinse a ritirarsi dalle scene, decretando la fine del suo gruppo. Comunque la Olson poi è tornata, con una serie di ottimi dischi, soprattutto quelli in coppia con Gene Clark Mick Taylor, e nel corso degli anni è diventata anche una affermata produttrice, ma evidentemente quel finale brusco le deve essere rimasto sul gozzo. Ed ecco quindi che vengono riannodate le fila del discorso con i vecchi componenti della band: George Callins, alla chitarra e seconda voce, oltre che coautore di alcuni brani.  Rick Hemmert, Tom Jr. Morgan al sax, e Joe Read. Come ospiti appaiono anche gli altri vecchi membri originali del gruppo, Markus Cuff, David Provost, Phil Seymour, Kathy Valentine, nonché Barry Goldberg Rusty Young dei Poco, alla pedal steel, mandolino e banjo.

villagers the art of pretending to swim 21-9

Quarto album di studio per i Villagers, la band dell’irlandese Conor O’Brien, gruppo che mi aveva colpito per il primo album https://discoclub.myblog.it/2010/06/18/anche-lui-di-nome-fa-conor-the-villagers-becoming-a-jackal/ , ma anche gli altri usciti in seguito erano ottimi. Il nuovo The Art Of Pretending To Swim, come di consueto pubblicato dalla Domino Records, conferma il talento di questo piccolo genio della pop music più raffinata e di squisita fattura (e non solo), musica di grande qualità e varietà. Sotto trovate una anticipazione del disco e la lista completa dei brani.

1. Again
2. A Trick Of The Light
3. Sweet Saviour
4. Long Time Waiting
5. Fool
6. Love Came With All That It Brings
7. Real Go-Getter
8. Hold Me Down
9. Ada

joe bonamassa redemption 21-9

Questa è solo una segnalazione, la recensione completa del nuovo album di Joe Bonamassa Redemption, in uscita il 21 settembre su Mascot/Provogue, l’ho già scritta e la leggerete in anteprima sul numero del Buscadero di settembre. Comunque ecco una piccola anticipazione della recensione: il produttore Jerry Shirley, su suggerimento di Bonamassa si presume, ha voluto apportare alcune modifiche al sound: ci sono due chitarristi aggiunti alla formazione abituale, ossia Kenny Greenberg e Doug Lancio, per consentire a Joe di concentrarsi di più sulle parti soliste, un ospite a sorpresa come il cantante country Jamey Johnson, e tra gli autori o co-autori delle canzoni Dion DiMucci, Tom Hambridge sempre più lanciato, James House, Gary Nicholson e Richard Page. Per il resto la band è quella solita, ormai collaudata: Anton Fig, batteria, Michael Rhodes, basso e Reese Wynans alle tastiere, oltre alla piccola sezione fiati , Lee Thornburg  e Paulie Cerra, usata in alcuni brani, Gary Pinto alle armonie vocali e le coriste Mahalia Barnes, Jade McRae, Juanita Tippins.

Ecco i titoli delle canzoni e qui sopra un assaggio video.

1. Evil Mama
2. King Bee Shakedown
3. Molly O’
4. Deep In The Blues Again
5. Self-Inflicted Wounds
6. Pick Up The Pieces
7. The Ghost Of Macon Jones
8. Just ‘Cos You Can Don’t Mean You Should
9. Redemption
10. I’ve Got Some Mind Over What Matters
11. Stronger Now In Broken Places
12. Love Is A Gamble

Alla prossima.

Bruno Conti

Forse Non Saranno I Campioni Del Mondo, Ma Sono Davvero Bravi! Danny & The Champions Of The World – Brilliant Light

danny and the champions of the world brilliant light

Danny & The Champions Of The World – Brilliant Light – Loose 2 CD

Io sono sempre stato dell’idea che un disco non debba durare più di 40/45 minuti, dato che quando si inizia a sfiorare l’ora non è raro che spunti qua e là qualche canzone minore o momenti di stanca. Quando ho visto che l’album di cui mi accingo a parlare presentava ben diciotto brani, per una durata totale di 78 minuti, sia pure divisi su 2 CD, ero preparato a dover usare più di una volta il tasto avanti veloce sul telecomando del mio lettore, mentre invece al termine dell’ascolto ho pensato che avrei voluto sentire altre due-tre pezzi! Danny & The Champions Of The World, gruppo di sette elementi che prende il nome da un famoso libro per bambini ad opera dello scrittore norvegese Roald Dahl, sono una band proveniente da Londra, ma che suona americana al 100%. Il leader è Danny George Wilson, che forse qualcuno ricorda a capo dei Grand Drive, altro valido gruppo alternative country scioltosi nella decade precedente a questa: Brilliant Light è già il sesto disco della band (settimo se contiamo un live), ma è certamente il loro lavoro più ambizioso e, di sicuro, il più riuscito: anzi, dopo un attento ascolto direi che ci troviamo di fronte ad una piccola bomba.

 

Danny ad i suoi (tra i quali spiccano la steel di Henry Senior, il sax e tastiere di “Free Jazz” Geoff e la sezione ritmica di Chris Clarke e Steve Brookes) non fanno la stessa musica dei Grand Drive, ma sono un mix estremamente stimolante di rock, country, soul e rhythm’n’blues, financo con echi di Neil Young e Tom Petty nei momenti più rock, ma anche con abbondanti dosi di Southside Johnny e pure del primo Graham Parker, oltre a influenze parsoniane nei pezzi più countreggianti. Mi rendo conto che potreste avere le idee confuse, ma credetemi quando dico che Brilliant Light è uno dei dischi più piacevoli, coinvolgenti e creativi che mi siano capitati tra le mani da qualche tempo a questa parte, e nonostante la lunga durata si ascolta tutto d’un fiato e senza neanche un brano sotto la media. In pratica, una piccola grande sorpresa. Il primo CD si apre con Waiting For The Right Time, rock song chitarristica con un uso limpido del pianoforte ed un refrain corale vincente, con la voce di Danny che ricorda non poco quella di Parker: un pezzo così quarant’anni fa avrebbe avuto ben altra fortuna. La vispa Bring Me To My Knees ha ancora ottimi fraseggi di chitarra ed una bella melodia, evocativa ed orecchiabile al tempo stesso, con un feeling country alla Flying Burrito Brothers; It Hit Me è un gradevole pop-errebi spruzzato di soul urbano, un pezzo che non avrei visto male nelle mani di Willy DeVille (ma anche, nella sua parte pop, di Nick Lowe), You’ll Remember Me è una ballata un po’ sgangherata ma dal grande feeling, tipo quelle di Keith Richards, mentre Swift Street è puro rock-soul, con un tocco di gospel che non guasta, un pezzo che piacerebbe molto a Little Steven.

Siamo solo ad un quarto del totale, e Brilliant Light mi ha già catturato; Consider Me è puro rock, molto anni settanta, di nuovo con un ritornello da manuale, Coley Point è una ballata molto intensa, con steel e piano protagonisti ed il solito motivo vincente, It’s Just A Game (That We Were Playing) è un altro blue-eyed soul di grande qualità, con ritmo, suono e melodia degne di Southside Johnny, così come la fluida Never In The Moment, una canzone superlativa che anche Springsteen avrebbe potuto scrivere nei seventies, mentre con Gotta Get Things Right In My Life, ancora un pezzo soul anche se meno annerito, siamo di nuovo dalle parti di Graham Parker anche come suono. Waiting For The Wheels To Come Off, che apre il secondo CD, è ottima funky music con slide (qualcuno ha detto Little Feat?), Don’t Walk Away è una deliziosa balata crepuscolare sfiorata dal country, dotata di una delle linee melodiche più belle del CD, Hey Don’t Lose Your Nerve un altro errebi deluxe (i nostri hanno classe oltre che bravura), Everything We Need un divertente intermezzo tra country rurale e musica dixieland. Non volevo citare tutti e diciotto i brani, ma non è colpa mia se sono tutti belli: Let The Water Wash Over You è forse la meno appariscente, “solo” una buona rock song, ma gli entusiasmi si riaccendono subito con la saltellante Long Distance Tears e soprattutto con le conclusive The Circus Made the Town e Flying By The Seat Of Our Pants, due sontuose country ballads che profumano di Gram Parsons (o di Wild Horses, che non è molto diverso).

Mi rendo conto di aver usato parole importanti ed aver tirato in ballo paragoni scomodi, ma Brilliant Light è un album  con una qualità media davvero alta, cosa ancor più rara visto che si tratta di un doppio. Consigliatissimo.

Marco Verdi

Dalla Botte “Infinita” Australiana, Sempre Ottimo Vino ! Paul Kelly – Life Is Fine

paul kelly life is fine

Paul Kelly – Life Is Fine – Cooking Vinyl Records

Succede che quando mi tocca parlare di Paul Kelly, mi devo sempre ricordare che mi trovo davanti ad una gloria nazionale dell’Australia, attivo fin dal lontano 1974, un singer-songwriter fantasioso ed eclettico (compone anche musiche per il cinema e il teatro, talvolta si propone anche come attore), e risulta vincitore di numerosi premi musicali in carriera. Detto questo, devo anche precisare che il buon Paul superati i sessanta anni si è scoperto autore molto prolifico, a partire da Spring And Fall (12), poi dalla riscoperta del soul con il bellissimo The Merri Soul Sessions (14), l’omaggio a Shakespeare con  l’intrigante Seven Sonnets And A Song (16), e, sempre uscito lo scorso anno, registrare una raccolta di “canzoni da funerale” con Charlie Owen Death’s Dateless Night (tutti puntualmente recensiti su questo blog dal sottoscritto), fino ad arrivare a questo ultimo lavoro Life Is Fine, che è un ritorno alle sonorità classiche “roots-rock” degli imperdibili primi album con la sua band Coloured Girls, in seguito rinominata Messengers.

Per fare tutto ciò Kelly richiama musicisti e amici di vecchia data (in pratica la stellare “line-up” di The Merri Soul Sessions), che vede oltre a Paul alla chitarra acustica e elettrica, piano e voce, la presenza di Cameron Bruce alle tastiere, organo e piano, Peter Luscombe alla batteria e percussioni, Bill McDonald al basso, Ashley Naylor alla slide.guitar, Lucky Oceans alla pedal steel, coinvolge la famiglia con il figlio (sempre più bravo) Dan Kelly alle chitarre, e non potevano certo mancare le fidate e superlative coriste Linda e Vika Bull, il tutto per una dozzina di canzoni di buon livello (in alcuni casi ottimo), che confermano che Paul Kelly è uno di quelli che difficilmente sbaglia un colpo. Il “vecchio ma anche nuovo “corso di Kelly si apre con Rising Moon molto vicina al mondo musicale del primo Graham Parker, seguita dalle chitarristiche Finally Something Good e Firewood And Candles, la prima con un finale valorizzato dalle sorelle Bull, la seconda dominata dalle tastiere di Cameron Bruce, lasciando poi spazio alla bravura della sola Vika Bull, che interpreta al meglio un lento blues fumoso quale My Man’s Got A Cold, perfetto da suonare a notte fonda in qualsiasi piano bar che si rispetti.

Si prosegue con la “radioheadiana” Rock Out On The Sea, che fa da preludio all’intrigante Leah: The Sequel, dichiaratamente sviluppata sul ritornello di un brano del grande Roy Orbison (la trovate anche nel famoso Black And White Night), per poi ritornare alla ballata confidenziale di Letter In The Rain (marchio di fabbrica del nostro amico), e ad una piacevole ritmata “rock-song” come Josephine, dove brilla la pacata tonalità di Paul. Con la bella Don’t Explain arriva il turno al canto di Linda Bull, canzone impreziosita anche da una chitarrina suonata à la My Sweet Lord di George Harrison, a cui fanno seguito ancora la bellissima I Seall Trouble, le note pianistiche di una ballata avvolgente come Petrichor, e a chiudere, la filastrocca chitarra e voce di Life Is Fine, per un disco in cui Paul Kelly, ancora una volta con le sue canzoni, sembra volerci ricordare che “la vita è bella”.

Come sempre in Life Is Fine tutto funziona a puntino, e ogni brano rivela la consueta personalità dell’autore (pur con le molteplici influenze della migliore musica americana): anche se rimangono poche le speranze che questo nuovo lavoro renda giustizia al merito del personaggio (che da ben 45 anni frequenta il mondo discografico), un artista in possesso di una maturità compositiva invidiabile, ricco di talento e inventiva, uno (tanto per dire) a cui se il sottoscritto potesse regalare, se non la fama almeno la gloria, con la famosa “Lampada di Aladino”, sarebbe certamente Paul Maurice Kelly da Adelaide, Australia!

Tino Montanari

Aggiornamento Box Graham Parker These Dreams Will Never Sleep 1976-2015. In Uscita al 30 Settembre!

Graham parker these dreams box cover Graham parker these dreams box

Graham Parker – These Dreams Will Never Sleep 1976-2015 – 6 CD + 1 DVD – Universal 30-09-2016

Come promesso ecco le informazioni sul cofanetto di Graham Parker che uscirà al 30 di settembre. Prima di tutto la copertina e poi i contenuti del box, in immagine qui sopra, e a seguire la lista completa dei brani.

Disc 1 – 1976 – 1978

  1. Graham Parker – I Got My Soul (Acoustic Demo)
  2. Graham Parker – That’s When You Know (Acoustic Demo)
  3. Graham Parker – Sunny Side Down (Acoustic Demo)
  4. Graham Parker – The Raid (Acoustic Demo)
  5. Graham Parker & The Rumour – Between You And Me
  6. Graham Parker & The Rumour – Don’t Ask Me Questions
  7. Graham Parker & The Rumour – Howlin’ Wind
  8. Graham Parker & The Rumour – Nothin’s Gonna Pull Us Apart
  9. Graham Parker & The Rumour – Soul Shoes (Single Version)
  10. Graham Parker & The Rumour – Pourin’ It All Out
  11. Graham Parker & The Rumour – Black Honey
  12. Graham Parker & The Rumour – Turned Up Too Late
  13. Graham Parker & The Rumour – Stick To Me
  14. Graham Parker & The Rumour – Watch The Moon Come Down
  15. Graham Parker & The Rumour – Thunder And Rain
  16. Graham Parker & The Rumour – The Heat In Harlem (Live)

Disc 2 – 1978 – 1991

  1. Graham Parker & The Rumour – Lady Doctor (Live)
  2. Graham Parker & The Rumour – Gypsy Blood (Live)
  3. Graham Parker & The Rumour – Fool’s Gold (Live)
  4. Graham Parker & The Rumour – Nobody Hurts You
  5. Graham Parker & The Rumour – You Can’t Be Too Strong
  6. Graham Parker & The Rumour – Passion Is No Ordinary Word
  7. Graham Parker & The Rumour – Love Gets You Twisted
  8. Graham Parker & The Rumour – Empty Lives
  9. Graham Parker – You Hit The Spot
  10. Graham Parker – You Can’t Take Love For Granted
  11. Graham Parker And The Shot – Wake Up (Next To You)
  12. Graham Parker – Back In Time
  13. Graham Parker – Under The Mask (Of Happiness)
  14. Graham Parker – Big Man On Paper
  15. Graham Parker – The Kid With The Butterfly Net
  16. Graham Parker – Weeping Statues

Disc 3 – 1992 – 2015

  1. Graham Parker – Just Like Joe Meek’s Blues
  2. Graham Parker – Disney’s America
  3. Graham Parker – Honest Work
  4. Graham Parker – Sharpening Axes
  5. Graham Parker – Blue Horizon
  6. Graham Parker – Cheap Chipped Black Nails
  7. Graham Parker with Lucinda Williams – Cruel Lips
  8. Graham Parker – Nation Of Shopkeepers
  9. Graham Parker & The Figgs – Bad Chardonnay
  10. Graham Parker – England’s Latest Clown
  11. Graham Parker – 1st Responder
  12. Graham Parker & The Rumour – Long Emotional Ride
  13. Graham Parker & The Rumour – Live In Shadows
  14. Graham Parker with Punch Brothers – What Do You Like?
  15. Graham Parker & The Rumour – Flying Into London
  16. Graham Parker & The Rumour – Going There

Disc 4 – The Live BBC Recordings

  1. Graham Parker & The Rumour – Discovering Japan (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  2. Graham Parker & The Rumour – Local Girls (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  3. Graham Parker & The Rumour – Thunder And Rain (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  4. Graham Parker & The Rumour – Don’t Get Excited (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  5. Graham Parker & The Rumour – Back To Schooldays (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  6. Graham Parker & The Rumour – Passion Is No Ordinary Word (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  7. Graham Parker & The Rumour – Mercury Poisoning (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  8. Graham Parker & The Rumour – Heat Treatment (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  9. Graham Parker & The Rumour – Howlin’ Wind (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  10. Graham Parker & The Rumour – Stick To Me (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  11. Graham Parker & The Rumour – Love Gets You Twisted (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  12. Graham Parker & The Rumour – Crawling From The Wreckage (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  13. Graham Parker & The Rumour – Saturday Nite Is Dead (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  14. Graham Parker & The Rumour – Nobody Hurts You (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  15. Graham Parker & The Rumour – Protection (Live At The Hammersmith Odeon 1979)
  16. Graham Parker & The Rumour – White Honey (Live from BBC Sight And Sound 1977)
  17. Graham Parker & The Rumour – Hotel Chambermaid (Live from BBC Sight And Sound 1977)
  18. Graham Parker & The Rumour – Pourin’ It All Out (Live from BBC Sight And Sound 1977)
  19. Graham Parker & The Rumour – Don’t Ask Me Questions (Live from BBC Sight And Sound 1977)

Disc 5 – Live At The Forum, London 2015 / Pt. 1

  1. Graham Parker & The Rumour – Howlin’ Wind (Live At The Forum, London 2015)
  2. Graham Parker & The Rumour – Stop Cryin’ About The Rain (Live At The Forum, London 2015)
  3. Graham Parker & The Rumour – Thunder And Rain (Live At The Forum, London 2015)
  4. Graham Parker & The Rumour – Long Emotional Ride (Live At The Forum, London 2015)
  5. Graham Parker & The Rumour – Get Started. Start A Fire (Live At The Forum, London 2015)
  6. Graham Parker & The Rumour – Pub Crawl (Live At The Forum, London 2015)
  7. Graham Parker & The Rumour – Wall Of Grace (Live At The Forum, London 2015)
  8. Graham Parker & The Rumour – Stick To Me (Live At The Forum, London 2015)
  9. Graham Parker & The Rumour – Passion Is No Ordinary Word (Live At The Forum, London 2015)
  10. Graham Parker & The Rumour – Watch The Moon Come Down (Live At The Forum, London 2015)
  11. Graham Parker & The Rumour – Railroad Spikes (Live At The Forum, London 2015)

Disc 6 – Live At The Forum, London 2015 / Pt. 1

  1. Graham Parker & The Rumour – Hotel Chambermaid (Live At The Forum, London 2015)
  2. Graham Parker & The Rumour – Protection (Live At The Forum, London 2015)
  3. Graham Parker & The Rumour – Pourin’ It All Out (Live At The Forum, London 2015)
  4. Graham Parker & The Rumour – Back To Schooldays (Live At The Forum, London 2015)
  5. Graham Parker & The Rumour – Local Girls (Live At The Forum, London 2015)
  6. Graham Parker & The Rumour – White Honey (Live At The Forum, London 2015)
  7. Graham Parker & The Rumour – Fool’s Gold (Live At The Forum, London 2015)
  8. Graham Parker & The Rumour – Heat Treatment (Live At The Forum, London 2015)
  9. Graham Parker & The Rumour – You Can’t Be Too Strong (Live At The Forum, London 2015)
  10. Graham Parker & The Rumour – Don’t Ask Me Questions (Live At The Forum, London 2015)
  11. Graham Parker & The Rumour – Hold Back The Night (Live At The Forum, London 2015)
  12. Graham Parker & The Rumour – Soul Shoes (Live At The Forum, London 2015)

Disc 7 – DVD

  1. Graham Parker & The Rumour – White Honey (Live At The Brook, Southampton 2015)
  2. Graham Parker & The Rumour – Stop Cryin’ About The Rain (Live At The Brook, Southampton 2015)
  3. Graham Parker & The Rumour – Thunder And Rain (Live At The Brook, Southampton 2015)
  4. Graham Parker & The Rumour – Howlin’ Wind (Live At The Brook, Southampton 2015)
  5. Graham Parker & The Rumour – Long Emotional Ride (Live At The Brook, Southampton 2015)
  6. Graham Parker & The Rumour – Get Started. Start A Fire (Live At The Brook, Southampton 2015)
  7. Graham Parker & The Rumour – Pub Crawl (Live At The Brook, Southampton 2015)
  8. Graham Parker & The Rumour – Wall Of Grace (Live At The Brook, Southampton 2015)
  9. Graham Parker & The Rumour – Stick To Me (Live At The Brook, Southampton 2015)
  10. Graham Parker & The Rumour – Passion Is No Ordinary Word (Live At The Brook, Southampton 2015)
  11. Graham Parker & The Rumour – Watch The Moon Come Down (Live At The Brook, Southampton 2015)
  12. Graham Parker & The Rumour – Railroad Spikes (Live At The Brook, Southampton 2015)
  13. Graham Parker & The Rumour – Hotel Chambermaid (Live At The Brook, Southampton 2015)
  14. Graham Parker & The Rumour – Protection (Live At The Brook, Southampton 2015)
  15. Graham Parker & The Rumour – Pourin’ It All Out (Live At The Brook, Southampton 2015)
  16. Graham Parker & The Rumour – Back To Schooldays (Live At The Brook, Southampton 2015)
  17. Graham Parker & The Rumour – Local Girls (Live At The Brook, Southampton 2015)
  18. Graham Parker & The Rumour – You Can’t Be Too Strong (Live At The Brook, Southampton 2015)
  19. Graham Parker & The Rumour – Don’t Ask Me Questions (Live At The Brook, Southampton 2015)
  20. Graham Parker & The Rumour – Hold Back The Night (Live At The Brook, Southampton 2015)
  21. Graham Parker & The Rumour – Soul Shoes (Live At The Brook, Southampton 2015)
  22. Graham Parker – Hey Lord Don’t Ask Me Questions (Live On Top Of The Pops)
  23. Graham Parker – New York Shuffle (Live On Top Of The Pops)
  24. Graham Parker – Hold Back The Night (Live On Top Of The Pops)
  25. Graham Parker – Stick To Me (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  26. Graham Parker – Problem Child (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  27. Graham Parker – Back Door Love (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  28. Graham Parker – Thunder And Rain (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  29. Graham Parker – Turned Up Too Late (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  30. Graham Parker – Fool’s Gold (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  31. Graham Parker – Saturday Nite Is Dead (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  32. Graham Parker – I’m Gonna Tear Your Playhouse Down (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  33. Graham Parker – Don’t Ask Me Questions (Live On Old Grey Whistle Test 1978)
  34. Graham Parker – Soul Shoes (Live On Old Grey Whistle Test 1978) 

Come già detto nel Post precedente, i primi 3 dischi sono una antologia, con alcuni demo acustici come bonus, il quarto CD contiene registrazioni BBC dal vivo del 1977 e 1979, quindi sempre dell’epoca con i Rumour, come gran parte del cofanetto che raccoglie anche materiale del periodo “solista”. Il 5° e il 6° album riportano un concerto completo del 2015 al Forum di Londra, sempre con i Rumour riuniti per l’occasione. Infine Il DVD contiene un altro concerto del 2015 al Brook di Southampton più materiale vario televisivo tratto da spettacoli della BBC, sempre degli anni ’70.

Quindi direi interessantissimo, 40 anni di grande musica rock!

Alla prossima.

Bruno Conti

“Ristampe” Imminenti E Future, Parte I: Graham Parker, Emerson, Lake & Palmer, Elvis Presley, Gov’t Mule

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Solito “giro” periodico di orizzonte su alcune delle ristampe più interessanti in uscita prossimamente. Nella prima parte odierna vediamo quelle imminenti che verranno pubblicate tra il 29 luglio e il 5 agosto.

Partiamo con le ristampe di sette album di Graham Parker, quelli successivi al suo periodo con i Rumour. Grazie al nuovo contratto con la Universal torneranno in circolazione al 29 luglio alcuni album notevoli, di cui un paio, secondo molti, e anche il sottoscritto, veramente belli. Tra l’altro, in seguito, a fine settembre, uscirà anche un box da 6 CD + 1 DVD di cui non è stato ancora annunciato il contenuto esatto. Si chiamerà These Dreams Will Never Sleep: The Best Of 1976-2015  e dovrebbe contenere 3 dischi antologici, con alcuni demos e versioni alternative, un dischetto di materiale BBC dal vivo 1977-79, un doppio CD con un concerto inedito insieme ai Rumour riuniti, registrato al Forum di Londra nel 2015. Mentre il DVD riporta un concerto diverso sempre del 2015 a Southampton, con aggiunto materiale d’epoca tratto da Top Of The Pops e dall’Old Grey Whistle Test. Quindi anche avendo le varie antologie uscite in in passato per la Demon e la Rhino, e i due bellissimi Bootleg Box da 6 CD ciascuno, pubblicati dallo stesso Parker, c’e moltissimo materiale interessante, sia per i fans accaniti, come per chi vuole avvicinarsi ad uno dei migliori rockers prodotti dalla scena inglese negli anni ’70, e tutt’ora in gran forma http://discoclub.myblog.it/2015/05/19/il-disco-del-giorno-forse-del-mese-graham-parker-the-rumour-mystery-glue/. Non appena avrò la lista aggiornata dei contenuti del cofanetto seguirà un aggiornamento. Nel frattempo vediamo una disamina delle sette ristampe in uscita in ordine cronologico.

The Up Escalator, l’album del 1980, ha una bonus track, Women In Charge, ed è un disco splendido. Nel disco, oltre ad alcuni dei Rumour ancora presenti, Martin Belmont, Brinsley Schwarz, Andrew Bodnar Steve Goulding, ci sono Nicky Hopkins al piano, Danny Federici all’organo, Peter Wood al synth e Bruce Springsteen alle armonie vocali in Endless Night.

The Mona Lisa’s Sister è il disco del 1988, a cui vengono aggiunte ben 4 bonus tracks. Altro disco molto valido, secondo alcuni addirittura il suo più bello in assoluto: io non mi spingerei ad un giudizio così azzardato, perché i dischi del periodo Mercury sono inarrivabili,.ma senz’altro segnalò ai tempi un ritorno alla miglior forma del nostro e risentito ancora oggi fa la sua bella figura. Canzoni come i singoli dell’epoca Get Started Start A Fire Don’t Let It Break Down sono di eccellente qualità e anche la cover di Cupid di Sam Cooke non scherza. Forse il sound è un filo troppo anni ’80.

Anche Human Soul del 1989 è un ottimo album, con 5 tracce aggiunte, di cui tre sono BBC Sessions (non quelle del box di prossima uscita), leggermente inferiore ai precedenti ma è sempre classico Graham Parker.

Il video precedente evidenzia la svolta “solitaria” della carriera di Parker che per problemi economici raramente potrà esibirsi dal vivo con un gruppo in quel periodo, e proprio nel 1989 esce il suo primo album dal vivo da solo, Live Alone In America, registrato a Philadelphia’ al Theatre Of Living Arts, nel 1988. Niente bonus nella ristampa.

Nel 1991 esce Struck By Lightning, anche questo ha 5 bonus, che probabilmente erano quelle che si trovavano nell’EP allegato all’edizione in vinile uscita all’epoca. Ancora un ottimo disco e l’ultimo di Parker ad entrare nelle classifiche di vendita americane, sia pure al 131° posto. Ten Girls Ago, che vedete qui sotto nella esibizione al David Letterman Show è una splendida canzone.

Molto bello pure Burning Questions, il disco del del 1992, arricchito da quattro tracce bonus, tra cui 2 BBC Sessions e una versione di Substitute degli Who.

E per finire l’ultima ristampa: un altro disco dal vivo in solitaria, questa volta registrato in Giappone Live Alone, Discovering Japan: siamo al Club Quattro di Tokyo nel 1993. Anche in questo caso niente bonus. Inutile dire che anche se forse non sono indispensabili sono comunque tutti fortemente consigliati.

E L & P 2 cd E l & P Tarkus E L & P Pictures 2 cd E l & P The Anthology

Al contrario di Graham Parker gli album di Emerson, Lake & Palmer sono stati ristampati ripetute volte nel corso degli anni, anche in versioni Deluxe potenziate. Alla luce della recente scomparsa all’11 marzo scorso, in seguito a suicidio di Keith Emerson, la Sony/BMG, sempre il 29 luglio, ripubblica i primi tre album in versione doppia, arricchiti di bonus, le stesse versioni del 2012 per il primo album e Tarkus, ma con un nuovo remastering 2016, e una bonus extra, almeno per Pictures At An Exhibition. In più viene pubblicata anche una antologia tripla. Qui di seguito trovate i contenuti del disco in questione, così potete decidere se (ri)comprarli per l’ennesima volta.

Emerson, Lake & Palmer – Pictures At An Exhibition

.[CD1]
1. Promenade (Pt. 1; Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
2. The Gnome (Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
3. Promenade (Pt. 2; Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
4. The Sage (Pt. 3; Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
5. The Old Castle (Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
6. Blues Variation (Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
7. Promenade (Pt. 3; Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
8. The Hut of Baba Yaga (Pt. 1; Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
9. The Curse of Baba Yaga (Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
10. The Hut of Baba Yaga (Pt. 2; Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
11. The Great Gates of Kiev (Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
12. Nutrocker (Live At Newcastle City Hall, 26.3.71; 2016 – Remaster)
Bonus Track:
13. Pictures At An Exhibition (Live At The Mar Y Sol Festival, Puerto Rico, 4.12.72)

[CD2]
1. Promenade (Pt. 1; Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
2. The Gnome (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
3. Promenade (Pt. 2; Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
4. The Sage (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
5. The Old Castle (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
6. Blues Variation (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
7. Promenade (Pt. 3; Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
8. The Hut of Baba Yaga (Pt. 1; Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
9. The Curse of Baba Yaga (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
10. The Hut of Baba Yaga (Pt. 2; Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
11. The Great Gates of Kiev (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
12. The Barbarian (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
13. Knife-Edge (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
14. Rondo (Pt. 3; Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)
15. Nut Rocker (Live At The Lyceum Theatre, London, UK, 09/12/70)

E questa è l’antologia tripla:

Tracklist
[CD1]
1. The Barbarian
2. Take a Pebble
3. Knife-Edge
4. Lucky Man
5. Tank
6. Tarkus
7. Bitches Crystal
8. The Only Way (Hymn)
9. Infinite Space (Conclusion)
10. A Time And A Place

[CD2]
1. The Sage (Live At Newcastle City Hall, 1971)
2. The Great Gates Of Kiev (Live At Newcastle City Hall, 1971)
3. Nutrocker (Live At Newcastle City Hall, 1971)
4. The Endless Enigma, Pt. One (Remastered)
5. From the Beginning (Remastered)
6. The Sheriff (Remastered)
7. Hoedown (Remastered)
8. Abaddon’s Bolero (Remastered)
9. Jerusalem (Remastered Version)
10. Toccata (Remastered Version)
11. Still… You Turn Me On (Remastered Version)
12. Karn Evil 9 1st Impression, Pt. I (Remastered Version)
13. Karn Evil 9 1st Impression, Pt. 2 (Remastered Version)
14. Toccata (Live In Anaheim, 1974)

[CD3]
1. Piano Concerto No. 1 (1st Movement)
2. Fanfare for the Common Man
3. Brain Salad Surgery
4. I Believe in Father Christmas – Greg Lake
5. Honky Tonk Train Blues – Keith Emerson
6. Peter Gunn (Live 1977/1978)
7. C’est La Vie (Live At Olympic Stadium, Montreal, 1977)
8. Love Beach
9. Canario
10. Pirates (Live in Nassau, 1978)
11. Affairs Of The Heart
12. Romeo And Juliet
13. Hand Of Truth
14. Paper Blood
15. Tiger in a Spotlight (Live – Now Tour ’97/’98)

elvis presley way down in the jungle room

Tutti gli anni, nei primi giorni di agosto (il mese della sua morte), viene annunciata regolarmente una nuova ristampa di Elvis Presley. Questa volta, il 5 agosto, tocca a Way Down In The Jungle Room, un doppio CD dedicato a quelle che furono le ultime registrazioni di Elvis, effettuate nella Jungle Room, la sala di registrazione ubicata a Graceland, dove Presley si trovava con i suoi musicisti per incidere nuove canzoni, ma anche per provare o per il gusto di suonare musica. Nel corso del 1976 vennero registrate molte canzoni che poi sarebbero uscite nei dischi  From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee pubblicato nella primavera del 1976 e Moody Blue, nel luglio del 1977, gli ultimi due dischi ufficiali di studio, anche se al secondo in qualche brano vennero aggiunti degli applausi per farlo sembrare un disco dal vivo. Gli appassionati hanno già avuto modo di trovare gran parte di questo materiale sia nelle ristampe della FTD (Follow That Dream), l’etichetta specializzata in rarità di Elvis, sia nei vari cofanetti pubblicati dalla RCA, tipo Walk A Mile In My Shoes eToday, Tomorrow And Forever. Comunque il secondo CD riporta molte versioni demo e alternative dei brani apparsi negli album originali, senza le sovarincisioni fastidiose che spesso venivano aggiunte ai dischi di Elvis Presley degli ultimi anni.

[CD1]
1. Way Down
2. She Thinks I Still Care
3. Bitter They Are, Harder They Fall
4. Pledging My Love
5. For The Heart
6. Love Coming Down
7. He’ll Have To Go
8. Blue Eyes Crying In The Rain
9. Hurt
10. Never Again
11. Danny Boy
12. Solitaire
13. Moody Blue
14. It’s Easy For You
15. I’ll Never Fall In Love Again
16. The Last Farewell

[CD2]
1. Bitter They Are, Harder They Fall (Take 1)
2. She Thinks I Still Care (Take 10)
3. The Last Farewell (Take 2)
4. Solitaire (Take 7)
5. I’ll Never Fall In Love Again (Take 5)
6. Moody Blue (Take 1)
7. For The Heart (Take 1)
8. Hurt (Take 3)
9. Danny Boy (Take 9)
10. Never Again (Take 9)
11. Love Coming Down (Take 3)
12. Blue Eyes Crying In The Rain (Take 4)
13. She Thinks I Still Care (Take 2)
14. It’s Easy For You (Take 1)
15. Way Down (Take 2)
16. Pledging My Love (Take 3)
17. For The Heart (Take 4)

gov't mule tel-star sessions

E per concludere la prima parte, un ultimo disco, sempre in uscita il 5 agosto, su etichetta Mascot/Provogue in Europa, e Evil Teen negli USA, che non è propriamente una ristampa, ma lo inseriamo ugualmente nella rubrica, in quanto questo The Tel-Star Sessions dei Gov’t Mule, riporta materiale registrato dalla band appunto ai Tel-Star Studios di Bradenton in Florida nel Giugno del 1994, prima della uscita del primo album omonimo ufficiale del gruppo, pubblicato nell’ottobre del 1995. Si tratta ovviamente della prima formazione, quella dove a fianco di Warren Haynes Matt Abts c’è ancora Allen Woody al basso, e nel disco, oltre a versioni demo ed alternative dei brani di quel primo disco, rimasterizzate e rimixate per l’occasione, ci sono anche alcune cover notevoli dei Free (Mr. Big, anche nel CD originale)  e degli ZZ Top. 

https://www.youtube.com/watch?v=NMkmhXH42AY

E che versioni, ragazzi!

Se la memoria non mi inganna, il primo disco dei “Muli” lo avevo recensito per il Buscadero ai tempi, quando ancora non li cagava nessuno (o era Dose? O tutti e due, non ho conservato il materiale, dovrei cercare le riviste dell’epoca).. Comunque questo è il contenuto del “nuovo” album, assolutamente da avere.

1. Blind Man In The Dark
2. Rocking Horse
3. Monkey Hill
4. Mr. Big
5. The Same Thing
6. Mother Earth
7. Just Got Paid
8. Left Coast Groovies
9. World Of Difference
10. World Of Difference (Alternate Version)

Alla prossima.

Bruno Conti

Il Meglio Del 2015: Puntata Natalizia, Un Anno In Musica.

Come promesso, il giorno di Natale ho preparato la lista definitiva del mio (esagerato) Best Of 2015. Sotto gli auspici del grande Bruce in versione Santa Claus, ecco la classifica del “meglio del resto” (qui trovate le presunte prime scelte, che non vengono ripetute nella lista di oggi, http://discoclub.myblog.it/2015/12/10/ecco-il-meglio-del-2015-secondo-disco-club-blogger-collaboratori/), ricchissima, sono più di 50 titoli fra novità e ristampe. troppi? Può essere, ma come dicevano i latini “melius abundare quam deficere”, ovvero, esageriamo e partiamo. Sono più o meno in ordine cronologico e raccolti anche per piccoli gruppi di genere: live, voci femminili, country, cantautori, folk, grandi nomi ed illustri sconosciuti, tanta bella musica, ovviamente a parere di chi scrive.

another-day-another-time cdgov't mule sco-mulejerry garcia live volume 5

L’anno si è aperto con una serie di album dal vivo estratti dagli archivi.

Another Day, Another Time, Celebrating The Music Of Inside Llewyn Davis, un doppio CD, registrato nell’autunno del 2013, per celebrare la musica della colonna sonora del film dei fratelli Coen, con la partecipazione di una grande quantità di musicisti “nuovi e vecchi” dell’area folk e Americana

Gov’t Mule Feat, John Scofield – Sco-Mule un altro doppio Cd dal vivo, registrato nel 1999, quando era ancora vivo il primo bassista della band, Allen Woody

Jerry Garcia Band – Garcia Live.: Volume Five anche questo doppio, registrato l’ultimo giorno del 1975 al Keystone di Berkeley, a oggi l’ultimo capitolo della serie (poi sono partiti i festeggiamenti per il 50° Anniversario dei Grateful Dead.

waterboys modern blues

Waterboys – Modern Blues

drew holcomb medicine

Drew Holcomb & The Neighbors – Medicine una delle prime sorprese del 2015 (anche se aveva già pubblicato otto dischi prima di questo)

bob dylan shadows in the nightsteve earle terraplaneryan bingham fear and saturday nightrhiannon giddens tomorrow is my turn

Bob Dylan – Shadows In The Night

Steve Earle & The Dukes – Terraplane Blues

Ryan Bingham – Fear And Saturday Night 

Rhiannon Giddens -Tomorrow Is My Turn

Due conferme, un ritorno e un esordio, tutti dischi di notevole spessore

mark knopfler tracker deluxelaura marling short movejj grey & mofro ol' gloryryley walker primrose green

Un altro quartetto di “rispettabili” uscite. Un eccellente disco di Mark Knopfler Tracker, le conferme di Laura Marling con Short Movie JJ Grey & Mofro con Ol’ Glory, e le traiettorie elettroacustiche dell’ottimo Primrose Green di Ryley Walker.

bettye lavette worthybrandi carlile the firewatcher's daughter

Due signore confermano la loro classe.

Betty Lavette – Worthy (anche in versione Deluxe con un DVD dal vivo)

Brandi Carlile – The Firewatcher’s Daughter

Fotheringay nothing more

Fotheringay – Nothing More The Collected Fotheringay Il primo cofanetto importante del 2015 che traccia la breve storia, durata meno di un anno, di una delle band di Sandy Denny, forse la più bella voce prodotta dalla scena musicale inglese

boz scagss a fool to caredayna kurtz risa and fallsufjan stevens carrie & lowell

van morrison duets

Boz Scaggs – A Fool To Care uno dei migliori dischi di blue-eyed soul dell’anno

Dayna Kurtz – Risa And  Fall La cantante nativa del New Jersey ci regala un’altra piccola perla, con un album intenso ed ispirato arricchito da un secondo CD di materiale raro nella edizione italiana pubblicata dalla italiana Appaloosa

Sufjan Stevens – Carrie And Lowell A livello internazionale è praticamente in tutte le liste di fine anno, in Italia sembra sia piaciuto leggermente meno

Van Morrison – Duets: Re-Working The Catalogue Quello con Michael Bublé forse ce lo poteva risparmiare, ma il resto è più che buono, per l’esordio di Van con la nuova etichetta

Olivia Chaney The Longest Riverallison moorer down to believing

Olivia Chaney The Longest River Una giovane cantante ed autrice inglese che incide per la americana Nonesuch un bellissimo disco da classica folksinger

Allison Moorer – Down To Believing L’ex signora Earle “grazie” alle pene del suo divorizo da Steve realizza uno dei suoi dischi migliori

jimmy lafave night tribetom russell tthe rose of roscraedwight yoakam second hand

graham parker mystery glue

Jimmy LaFave – The Night Tribe

Tom Russell – The Rose Of Roscrae

Dwight Yoakam – Second Hand Heart

Graham Parker & The Mystery – Mystery Glue per chi scrive uno dei migliori dischi del rocker inglese http://discoclub.myblog.it/2015/05/19/il-disco-del-giorno-forse-del-mese-graham-parker-the-rumour-mystery-glue/

chris stapleton travellerchristian lopez band onward

Chris Stapleton – Traveller

Chris Lopez Band – Onward accomunati dal fatto di essere stati entrambi prodotti da Dave Cobb, forse il secondo è ancora più bello del pur ottimo Traveller. Cobb durante l’anno ha prodotto anche quelli degli A Thousand Horses, Corb Lund e l’eccellente Delilah di Anderson East.

anderson east delilah

railroad earth live red rocks

Uno dei migliori DVD dell’anno è quello doppio dal vivo dei Railroad Earth Live At Red Rocks

james taylor before this world cd standard

James Taylor – Before This World ottimo disco che rinverdisce i fasti dei suoi migliori dischi degli anni ’70

gnola blues band down the line

Gnola Blues Band altri “italiani per caso” che si sono fatti onore durante l’anno http://discoclub.myblog.it/2015/05/12/blues-tanta-buona-musica-gnola-blues-band-down-the-line/

Banditos_Cover_1500_0

Banditos – Omonimo per chi scrive uno delle “sorprese” più piacevoli dell’anno http://discoclub.myblog.it/2015/06/09/facce-raccomandabili-disco-molto-raccomandato-birmingham-alabama-via-nashville-banditos/

needtobreathe live from the woods

Needtobreathe – Live From The Woods E anche questo, pure nella categoria dei migliori dischi dal vivo http://discoclub.myblog.it/2015/06/16/doppi-dal-vivo-classici-needtobreathe-live-from-the-woods-at-fontanel/

dar williams emeraldromi mayes devil on both shoulders

Dar Williams – Emerald

Romi Mayes – Devil On Both Shoulders

one more for the fans lynyrd cd

One More For The Fans – Tribute To Lynyrd Skynyrd Sempre a proposito di Live

dawes all your favorite bandsjason isbell something more than free

Dawes – All Your Favourite Bands http://discoclub.myblog.it/2015/06/03/from-los-angeles-california-the-dawes-all-your-favourite-bands/

Jason Isbell – Something More Than Free il disco “rock” più votato nelle classifiche annuali di gradimento internazionali

sister sparrow the weather below

Sister Sparrow And The Dirty Birds – The Weather Below altro gruppo “sorpresa” che non scherza un c… http://discoclub.myblog.it/2015/07/13/piu-sparviero-che-passerotto-sister-sparrow-and-the-dirty-birds-the-weather-below/

rolling stones hyde park dvdrolling stones live in leedsrolling stones tokyo dome

Inserisco a questo punto i tre From The Vault dei Rolling Stones anche se due sono usciti a fine novembre. Peraltro a dicembre è uscito anche un cofanetto che raccoglie i cinque titoli della serie usciti fino ad ora.

nathaniel rateliff and the night sweats

Nathaniel Rateliffe And The Night Sweats

gregg allman live back to macon

Gregg Allman – Live Back To Macon altro formidabile CD+DVD dal vivo

rpbert cray 4 nights

Robert Cray – 4 Nights In 40 Years Live E pure questo http://discoclub.myblog.it/2015/09/02/quattro-decadi-del-migliori-blues-contemporaneo-robert-cray-band-4-nights-of-40-years-live anche nella categoria dei migliori dischi blues con quello che segue

buddy guy born to play

Buddy Guy – Born To Play Guitar http://discoclub.myblog.it/2015/08/03/lultimo-dei-chitarristi-blues-gran-forma-buddy-guy-born-to-play-guitar/

los lobos gates of gold

Los Lobos – Gates Of Gold

joe ely panhandle rambler

Joe Ely – Panhandle Rambler

tom jones long lost

Tom Jones – Long Lost Suitcase

wood brothers paradise

Tre che sono piaciuti a tutti (sottoscritto incluso) e uno che forse è piaciuto solo a me, e mi sono pure scordato di recensirlo, ma Paradise dei Wood Brothers è tra i candidati certi alla rubrica dei “recuperi” di fine anno., insieme a quello di Trey Anastasio Paper Wheels. Due dischi molti belli.

trey anastasio paper wheels

van morrison astral weeksvan morrison his bandjimi hendrix freedomallman brothers idlewild south 2 cd

Tra le ristampe col botto di fine anno, mancano le due principali Dylan Springsteen, ma erano già nell’altra lista, come tra i live Clapton Blue Rodeo.

natalie merchant paradise is there

Natalie Merchant – Paradise Is There The New Tigerlily Recordings E tra le ristampe “anomale” non trascurerei il disco della Merchant che lo ha ri-inciso ex novo (altro candidato ai recuperi di fine anno o inizio 2016, non ci formalizziamo)

don henley cass county

Don Henley – Cass County http://discoclub.myblog.it/2015/10/16/il-ritorno-dell-aquila-texana-don-henley-cass-county/

de gregori amore e furto

Francesco De Gregori – Amore E Furto http://discoclub.myblog.it/2015/11/02/secondo-me-approverebbe-anche-bob-francesco-de-gregori-amore-furto-de-gregori-canta-dylan/

southside johnny soultime!

Southside Johnny & The Asbury Jukes  – Soultime!

kevin gordon long gone time

Kevin Gordon – Long Gone Time  http://discoclub.myblog.it/2015/12/11/vi-piacciono-bravi-kevin-gordon-long-gone-time/

widespread panic street dogs

Widespread Panic – Street Dogs  http://discoclub.myblog.it/2015/11/09/i-capostipiti-delle-jam-band-gran-forma-widespread-panic-street-dogs/

ethan johns silver liner

Ethan Johns & Black Eyed Dogs – Silver Liner

Tra le “sorprese” di fine anno aggiungerei anche questi quattro. E per concludere un’altra “ristampa” sicuramente tra quelle da recuperare.

eva cassidy nightbird

Eva Cassidy – Nightbird

Direi che è proprio tutto, di alcuni ho inserito anche i link dei post, ma se andate a ritroso, trovate tutto. Quelli che non avete trovato qui erano già nell’altra liste (o perché non ci sono piaciuti o ancora, non rientrano nei gusti del Blog, se state leggendo li sapete) e se c’è qualcosa che manca secondo voi segnalatelo nei commenti, dove potete mandare, se ne avete voglia, ma non è obbligatorio, anche le vostre classifiche di gradimento di fine anno. Magari le più interessanti le riverso pure nel Blog.

Oggi puntatona doppia, domani non credo che posterò nulla, ma non è detto, qualcosa di pronto c’è sempre!

Di nuovo Buon Natale!

Bruno Conti