Forse Non Saranno I Campioni Del Mondo, Ma Sono Davvero Bravi! Danny & The Champions Of The World – Brilliant Light

danny and the champions of the world brilliant light

Danny & The Champions Of The World – Brilliant Light – Loose 2 CD

Io sono sempre stato dell’idea che un disco non debba durare più di 40/45 minuti, dato che quando si inizia a sfiorare l’ora non è raro che spunti qua e là qualche canzone minore o momenti di stanca. Quando ho visto che l’album di cui mi accingo a parlare presentava ben diciotto brani, per una durata totale di 78 minuti, sia pure divisi su 2 CD, ero preparato a dover usare più di una volta il tasto avanti veloce sul telecomando del mio lettore, mentre invece al termine dell’ascolto ho pensato che avrei voluto sentire altre due-tre pezzi! Danny & The Champions Of The World, gruppo di sette elementi che prende il nome da un famoso libro per bambini ad opera dello scrittore norvegese Roald Dahl, sono una band proveniente da Londra, ma che suona americana al 100%. Il leader è Danny George Wilson, che forse qualcuno ricorda a capo dei Grand Drive, altro valido gruppo alternative country scioltosi nella decade precedente a questa: Brilliant Light è già il sesto disco della band (settimo se contiamo un live), ma è certamente il loro lavoro più ambizioso e, di sicuro, il più riuscito: anzi, dopo un attento ascolto direi che ci troviamo di fronte ad una piccola bomba.

 

Danny ad i suoi (tra i quali spiccano la steel di Henry Senior, il sax e tastiere di “Free Jazz” Geoff e la sezione ritmica di Chris Clarke e Steve Brookes) non fanno la stessa musica dei Grand Drive, ma sono un mix estremamente stimolante di rock, country, soul e rhythm’n’blues, financo con echi di Neil Young e Tom Petty nei momenti più rock, ma anche con abbondanti dosi di Southside Johnny e pure del primo Graham Parker, oltre a influenze parsoniane nei pezzi più countreggianti. Mi rendo conto che potreste avere le idee confuse, ma credetemi quando dico che Brilliant Light è uno dei dischi più piacevoli, coinvolgenti e creativi che mi siano capitati tra le mani da qualche tempo a questa parte, e nonostante la lunga durata si ascolta tutto d’un fiato e senza neanche un brano sotto la media. In pratica, una piccola grande sorpresa. Il primo CD si apre con Waiting For The Right Time, rock song chitarristica con un uso limpido del pianoforte ed un refrain corale vincente, con la voce di Danny che ricorda non poco quella di Parker: un pezzo così quarant’anni fa avrebbe avuto ben altra fortuna. La vispa Bring Me To My Knees ha ancora ottimi fraseggi di chitarra ed una bella melodia, evocativa ed orecchiabile al tempo stesso, con un feeling country alla Flying Burrito Brothers; It Hit Me è un gradevole pop-errebi spruzzato di soul urbano, un pezzo che non avrei visto male nelle mani di Willy DeVille (ma anche, nella sua parte pop, di Nick Lowe), You’ll Remember Me è una ballata un po’ sgangherata ma dal grande feeling, tipo quelle di Keith Richards, mentre Swift Street è puro rock-soul, con un tocco di gospel che non guasta, un pezzo che piacerebbe molto a Little Steven.

Siamo solo ad un quarto del totale, e Brilliant Light mi ha già catturato; Consider Me è puro rock, molto anni settanta, di nuovo con un ritornello da manuale, Coley Point è una ballata molto intensa, con steel e piano protagonisti ed il solito motivo vincente, It’s Just A Game (That We Were Playing) è un altro blue-eyed soul di grande qualità, con ritmo, suono e melodia degne di Southside Johnny, così come la fluida Never In The Moment, una canzone superlativa che anche Springsteen avrebbe potuto scrivere nei seventies, mentre con Gotta Get Things Right In My Life, ancora un pezzo soul anche se meno annerito, siamo di nuovo dalle parti di Graham Parker anche come suono. Waiting For The Wheels To Come Off, che apre il secondo CD, è ottima funky music con slide (qualcuno ha detto Little Feat?), Don’t Walk Away è una deliziosa balata crepuscolare sfiorata dal country, dotata di una delle linee melodiche più belle del CD, Hey Don’t Lose Your Nerve un altro errebi deluxe (i nostri hanno classe oltre che bravura), Everything We Need un divertente intermezzo tra country rurale e musica dixieland. Non volevo citare tutti e diciotto i brani, ma non è colpa mia se sono tutti belli: Let The Water Wash Over You è forse la meno appariscente, “solo” una buona rock song, ma gli entusiasmi si riaccendono subito con la saltellante Long Distance Tears e soprattutto con le conclusive The Circus Made the Town e Flying By The Seat Of Our Pants, due sontuose country ballads che profumano di Gram Parsons (o di Wild Horses, che non è molto diverso).

Mi rendo conto di aver usato parole importanti ed aver tirato in ballo paragoni scomodi, ma Brilliant Light è un album  con una qualità media davvero alta, cosa ancor più rara visto che si tratta di un doppio. Consigliatissimo.

Marco Verdi