Agli Albori Della Sua Carriera, La Genesi Di Un Grande Cantautore. James Taylor – Audio Radiance (Jabberwocky Club New York Feb 6th 1970)

james taylor audio radiance

James Taylor – Audio Radiance (Jabberwocky Club New York Feb 6th 1970) – Lexington 

Continua, sempre a ritmo assai sostenuto, la pubblicazione di concerti tratti da broadcasts radiofonici, ormai ha decisamente superato le uscite dei Live ufficiali e sembra non avere più freni, le etichette hanno nomi sempre più improbabili, questa Lexington da dove è sbucata? Ma noi, finché dura, non ci lamentiamo, e documentiamo quelli più interessanti. James Taylor è, stavo per dire, uno dei più “piratati”, mi correggo, maggiormente documentati: abbiamo avuto, solo recentemente, concerti del 1974, 1975, 1976 e 1981, spesso recensiti sul Blog, ma anche i suoi primissimi tempi sono “ben coperti”, con le registrazioni del 1970 insieme a Carole King e Joni Mitchell (anche nel bellissimo Amchitka, che era la testimonianza del concerto per Greenpeace). Conosco l’esistenza anche di un bootleg “non ufficiale” doppio registrato ad Harvard, sempre nel ’70, ma qui siamo proprio agli inizi assoluti della sua attività, 6 febbraio 1970, James Taylor sta per pubblicare o ha appena pubblicato (non conosco la data esatta), Sweet Baby James, che poi salirà fino al 3° posto delle classifiche americane, decretando il successo dei singer songwriters negli anni ’70, ma allora, forse, James, era solo un cantante di belle speranze che aveva anche scritto una canzone, Suite For 20 G, sperando che la casa discografica gli avrebbe dato quei 20.000 dollari promessi in caso di pubblicazione del disco.

Non so neppure dove fosse questo Jabberwocky Club (ma comunque mi sono documentato, con internet nulla sfugge, pare sia un club a Syracuse, nello stato di New York, tutt’ora in attività peraltro), ma il lungocrinito e baffuto signore che sale sul palco non esegue neppure Country Road, che sarà uno dei massimi successi dell’album, di cui vengono ripresi solo quattro pezzi, per il resto affidandosi a materiale che era uscito sul disco omonimo per la Apple nel 1968, oltre ad alcune cover di varia provenienza. Però ha la già classe e la stamina del grande performer, scherza con il pubblico presente e quello radiofonico, poi attacca con la bellissima Rainy Day Man, tratta dall’esordio del 1968 e già uno dei classici assoluti di Taylor, poi passa a Diamond Joe, un brano classico della canzone americana. attribuito a A.P. Carter della Carter Family, con tanto di lunghissima, dotta e divertente presentazione. La voce è già quella calda ed espressiva che tanto abbiamo amato negli anni a venire. Ma il diavoletto era dietro l’angolo ed ecco una Things Go Better With Coke, che era il pezzo di Roy Orbison, Ray Charles e molti altri, dedicato alla Coca Cola, ma Taylor si presenta come un “cokehead” (in modo forse profetico), creando un certo imbarazzo tra il pubblico, e penso anche alla radio, perché l’audio scompare per un attimo quando Taylor chiede se ci sono altri cokeheads tra il pubblico, poi quando parte il breve spot della nota bevanda tutto si stempera in un sorriso e una risata. Machine Gun Kelly, scritta da Danny Kortchmar, sarebbe uscita solo l’anno successivo su Mud Slide Slim, ma è comunque una gran canzone, come pure Anywhere Like Heaven, il primo pezzo della serata tratto dal nuovo album Sweet Baby James.

Poi Taylor cala l’asso con la stupenda Fire & Rain, accolta da un timidissimo accenno di applauso, forse non la conoscevano ancora, e che rimane comunque a tutt’oggi una delle sue canzoni più belle in assoluto, direi nella Top 5 delle mie preferite del nostro, che come tutti sanno è anche eccellente chitarrista acustico, come dimostra nel corso del concerto. Che prosegue con Circle Round The Sun, un traditional che appariva nel primo album, dall’andatura folk-blues, seguito da un altro brano celeberrimo come Will The Circle Be Unbroken, presentato come vecchio spiritual e poi da Carolina In My Mind, brano che non abbisogna di presentazione, tra i più conosciuti dal pubblico presente. Sunshine Sunshine, sempre dal disco Apple, scritta per la sorella Kate, presentata come la sua sorella preferita, nonché l’unica, tra l’ilarità dei presenti e poi decide di cantare, a New York, un pezzo intitolato Dixie, quella di Stephen Foster, prima di lanciarsi in una intricata Hallelujah I Love Her So, il bellissimo brano di Ray Charles. Blossom è solo il terzo brano tratto dal nuovo album, immagino per la gioia dei suoi discografici, altra canzone deliziosa e tipica del suo repertorio, come la successiva Sunny Skies, che apre i bis, sempre preceduta da simpatiche battute, “per fortuna ci siete ancora”, brano dove mi pare si senta anche un contrabbasso, non so dirvi suonato da chi, visto che nel libretto del CD note zero. Chiude la serata, preservata per i posteri, con un audio perfetto, dall’emittente WAER-FM (anche se nella serata vennero eseguiti altri brani non compresi nel broadcast, tra cui la bellissima cover del brano dei Beatles che ascoltate sopra) un altro pezzo dal primo album, Brighten Your Night With My Day. Concerto intimo e molto raccolto, che vi consiglio caldamente, la genesi di un grande cantautore!

Bruno Conti

Passato E Presente Di Un Grande Cantautore Olandese! Ad Vanderveen – Presents Of The Past/Requests Revisited

ad vanderveen presents of the past

Ad Vanderveen – Presents Of The Past/Requests Revisited – Blue Rose/Ird 2 CD

Qualche tempo fa su queste pagine mi sono occupato di una interessante e sconosciuta band olandese, i Point Quiet http://discoclub.myblog.it/tag/point-quiet/ , adesso è giunto il momento di occuparsi di un signore nato per caso in Olanda (precisamente a Hilversum), ma di formazione artistica “americana”, in quanto il padre è di origine canadese. Dovete sapere che il buon Ad Vanderveen suona la chitarre e scrive canzoni già dall’ età di 14 anni, prima di fondare la sua band personale negli anni ’80, facendosi poi notare dagli addetti ai lavori con l’album Continuing Stories, che gli permette di aprire i concerti di artisti del calibro di Flaco Jimenez, Al Kooper e Al Perkins. Nei primi anni ’90 Vanderveen decide di intraprendere una sua carriera da solista, che raggiunge forse l’apice con The Moment That Matters (03), in più abbiamo una serie di collaborazioni collaterali, con una band “garage” come gli O’Neils e con Eliza Gilkyson e Iain Matthews nell’ottimo More Than A Song (02). Come suggerisce il titolo del nuovo album c’è una connessione tra i due CD che sembrano consentire a questo lavoro (una sorta di concept album) di essere una panoramica sul lavoro di una carriera che dura da quasi quarant’anni.

Il “presente” parte con la tenue e quasi recitativa Welcome To My Kitchen, a cui fanno seguito le dolci note della title tack Presents Of The Past e di Long Ride con al controcanto Kersten De Ligny, compagna del nostro, mentre un’armonica introduce Well That Never Runs Dry, il chiacchiericcio in sottofondo di una dolce ballata folk come Small Time Real Life Stories, per poi passare ad una filastrocca country come Another Life, alla commovente ballata The Future Has Changed in duetto con Lynn Miles, alle arie irlandesi di Music Waiting For Words, per poi chiudere con una World So Crowded cantata alla James Taylor e una sussurrata Sister, forse la migliore del lotto.

Il “passato” è più elettrico, a partire dall’iniziale First Feeling, mentre le seguenti Anchor  e Blues So Bad ricordano il David Crosby più intimista, passando poi al country di una Emigrant Family (che ricorda “spudoratamente” If I Were A Carpenter di Tim Hardin), e non poteva mancare la nota The Moment That Matters qui rifatta in versione pianistica, un inno alt-country come la dolce Well Of Wonder, l’ elettrica Soul Power e la pianistica Wonders Of The World, il folk americano di Driftwood, e la sempre bella Still Now dall’album omonimo, cantata in duetto sempre con la brava DeLigny, andando infine a chiudere con una traccia nascosta di ben 20 minuti Water Under The Bridge, una lunga epopea elettrica che rimanda alle mitiche Cortez The Killer e Like A Hurricane di Neil Young con i suoi fidati Crazy Horse, con un finale incredibile che annovera ben quattro chitarristi più tastierista, bassista e batterista, con Leland Sklar e Harry Stinson sugli scudi. Imperdibile https://www.youtube.com/watch?v=GRuIR1aj-uA !

Sicuramente il nome di Ad Vanderveen dirà poco a molti, ma che sia un ottimo musicista è ormai un dato di fatto, certificato da questo lavoro, un doppio CD che divide in due l’anima dell’autore e il suo “songwriting”, con una parte più ingentilita e folkie (le canzoni nuove), e un’altra più elettrica (le nuove versioni delle canzoni del passato), a dimostrazione che le belle canzoni hanno bisogno di poco, il talento e una bella voce, basta e avanza.!

Tino Montanari

La Classe Non E’ Acqua! James Taylor – Before This World

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James Taylor – Before This World – Concord/Universal CD – Deluxe CD + DVD – Super Deluxe 2CD + DVD + Book

Pur non essendo mai stato un suo grandissimo fan (mi mancano anzi diversi suoi album) a me James Taylor è sempre stato simpatico. Sarà per il suo stile garbato, sarà per la sua espressione costantemente rilassata, ma l’ho sempre visto come il classico vecchio amico che, in caso di bisogno, per te c’è in ogni momento, ha sempre una birra in fresco da offrirti e non ti fa mai mancare una parola di conforto per farti sentire meglio nei momenti difficili. Magari non sarà mai l’amico con cui uscire a fare bisboccia, divertirsi un mondo ma anche rischiare di finire la serata al commissariato (per quello ci sono i Rolling Stones), ma un punto fermo della tua vita a cui rivolgerti quando hai bisogno di sicurezze. Nei paesi anglosassoni uno come Taylor è definito acquired taste, gusto acquisito, cioè appartenente a quella schiera di artisti che nella loro carriera non hanno mai cambiato di una virgola il proprio suono, difficilmente fanno il disco sotto la media e comunque sai esattamente cosa aspettarti da loro, ma se sono ispirati potrebbero anche regalare la classica zampata d’autore: un altro valido esempio potrebbe essere Van Morrison, il cui standard è però sempre stato molto più alto.

Before This World è il diciassettesimo album di studio di James, ed il primo di materiale originale a ben dodici anni di distanza da October Road (nel mezzo c’è stato un ottimo disco di covers + un EP), e giunge quasi a sorpresa, in quanto si pensava che Taylor si fosse praticamente ritirato, apparendo soltanto per qualche sporadica tournée. Invece, dopo un attento ascolto, devo dire che Before This World è meglio di October Road (che pure non era male), e si colloca senza fatica tra i lavori più riusciti del nostro: James si dimostra in forma, per nulla arrugginito, la voce sempre uguale, e la sua capacità di scrivere canzoni semplici ma non banali (il suo marchio di fabbrica) è rimasta intatta.

Oltre a James, che si accompagna come al solito alla chitarra, troviamo un piccolo gruppo di musicisti con la “m” maiuscola, che rispondono ai nomi di Michael Landau alle chitarre, Jimmy Johnson al basso, Steve Gadd alla batteria, Larry Goldings alle tastiere ed Andrea Zonn al violino, gente che ha suonato con chiunque e che è in grado di fornire un tappeto perfetto e di classe alle composizioni di James, con la ciliegina sulla torta della produzione di Dave O’Donnell (uno che ha lavorato con Ray Charles, Herbie Hancock ed Eric Clapton), che dona al disco un suono scintillante. Il pubblico americano ha apprezzato questo ritorno, mandandolo direttamente al primo posto della classifica di Billboard, prima volta che James ottiene un risultato simile, non male dopo più di 45 anni di onorata carriera.

Il CD si apre con Today Today Today, una ballata gentile e leggermente country sia nella melodia che nell’arrangiamento (il violino è protagonista), con la voce limpida ed ancora giovane del nostro a predisporre subito al meglio l’ascoltatore. La lenta e pianistica You And I Again (che si può leggere anche come James che torna a rivolgersi al suo pubblico) è un’altra canzone tipica, delicata, raffinata e molto piacevole, con accompagnamento perfetto ed un’atmosfera anni settanta; molto bella Angels Of Fenway, una sorta di tributo ai Boston Red Sox per i quali evidentemente James fa il tifo, un pezzo cadenzato e con un motivo decisamente orecchiabile.Stretch Of The Highway ha un delizioso sapore errebi, ed il ritornello solare richiama i brani più melodici di Jimmy Buffett (o forse è il contrario, dato che il buon Jimmy ha sempre indicato Taylor come una delle sue maggiori influenze) https://www.youtube.com/watch?v=5xyZhyyRZd0 , Montana è un’altra delicata ballad come solo James sa scrivere, pochi accordi, pochi strumenti, ma grande classe, un brano che rimanda a decenni fa, quando la California era il centro mondiale di un certo cantautorato (lo so che Taylor è nativo della East Coast, ma il suo stile si adattava benissimo al giro di songwriters che bazzicavano dalle parti di Los Angeles). La vivace Watchin’ Over Me è ancora spruzzata di country, con un bell’interplay vocale tra il nostro ed i suoi backing singers; Snowtime è una delle più riuscite, una ballata dal sapore tra il latino ed il caraibico, che avvicina ancora James a Buffett, specialmente nel refrain.

L’intensa e profonda Before This World vede la partecipazione di Sting come seconda voce, ed il brano si fonde in medley con la squisita Jolly Springtime, quasi dal gusto irish, mentre la solida Far Afghanistan, dall’incedere drammatico, è una delle rare escursioni di James nei temi di attualità https://www.youtube.com/watch?v=upw-ox3wkW0 . Chiude l’album una versione del classico traditional Wild Mountain Thyme (conosciuta anche come Will You Go, Lassie, Go), che Taylor rivolta come un guanto per adattarla al suo stile pacato, facendola diventare quasi una sua canzone.

Bentornato, vecchio amico.

Marco Verdi

P.S: l’album esce sia in versione “normale”, sia con accluso un DVD con il making of, sia con la classica edizione Super Deluxe (e super costosa) che aggiunge al tutto un secondo CD con cinque pezzi extra ed un librone da collezione.

P.S. del P.S: per confondere ancora un po’ le idee, la catena americana Target ha in esclusiva una versione del CD con tre brani aggiunti, che però non fanno parte dei cinque della Super Deluxe Edition. Allegria …

Un Cielo Country, Azzurro Con Nuvole! Jason Michael Carroll – What Color Is Your Sky

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Jason Michael Carroll – What Color Is Your Sky – For The Lonely Records

Nashville è notoriamente la capitale del country, il luogo dove si reca chi vuole sfondare nell’industria discografica più tradizionale.. Ma in una città che ospita la Grand Ole Opry e altre istituzioni della musica country più genuina trova posto anche una cosiddetta “Other Side Of The City” che accoglie i musicisti meno allineati ai dettami delle majors e del suono più commerciale, più legati alla musica delle radici e, naturalmente, una schiera di artisti che si situano a cavallo tra le due scuole. Jason Michael Carroll appartiene a questa categoria di musicisti: nato a Houston, ma cresciuto nel North Carolina, che a dispetto del nome è a due passi dal Tennessee, Carroll, proveniente da una famiglia religiosa (una storia già sentita) è rimasto affascinato fin da ragazzino dal subitaneo successo di Billy Ray Cyrus (per i più giovani, è il babbo di Miley) con la sua Achy Break Heart, venduta a milionate negli anni del massimo fulgore commerciale della country music, e dopo le varie trafile nei primi gruppi locali, vince un concorso della Fox per i nomi nuovi (ci sono sempre stati, anche se forse ai tempi non li chiamavano talent) e ottiene un contratto per la Arista Nashville, con la quale pubblica il primo album Waitin’ In The Country, che casualmente (?) diventa il primo album di un esordiente, dal 1993 del disco di Cyrus, ad entrare direttamente al n°1 delle classifiche country e nelle Top 10 di Billboard.

La differenza sostanziale sta nel fatto che il disco era prodotto da Don Gehman (esatto, quello del Mellencamp degli anni d’oro, dei R.E.M., di Hootie & The Blowfish) che lo affianca a ottimi musicisti come Larry Franklin, Dan Dugmore, Greg Morrow, con un suono rootsy e rockin’ country, che non tralascia i dettami di un suono più commerciale, un giusto mix in definitiva https://www.youtube.com/watch?v=lzgMsqbjGcc . Ma siamo già nel 2007 e la crisi discografica comincia a farsi sentire, il secondo album, Growing Up Is Getting Old, sempre prodotto da Gehman, vende molto meno (ed è anche meno riuscito) e il nostro, siamo nel 2009, viene scaricato in un battibaleno dalla sua etichetta. Dopo un terzo album, Numbers, pubblicato e distribuito dalla Cracker Barrel, la nota catena di negozi e ristoranti del Tennessee, anche Jason Michael Carroll, che nel frattempo si è comunque fatto un nome come autore di brani per altri artisti, decide di tentare la strada dell’autofinanziamento, che negli Stati Uniti ormai è una scienza quasi esatta: la Kickstarter campaign lanciata ad inizio 2014 con l’obiettivo di raccogliere 40.000 dollari, non pochi, ma evidentemente Jason che ragiona ancora in termini di grandi numeri sa il fatto suo, di fondi ne raccoglie addirittura per 70.000 e questo What Color Is Your Sky di cui stiamo parlando è oggi una realtà. Con tanto di 3 bonus tracks, presentate come “fan requested addictions”: come avrebbe detto il buon Lubrano, la domanda sorge spontanea, ma è bravo?

Più o meno, diciamo abbastanza: intanto le canzoni se le scrive tutte lui, si produce, utilizza una band di onesti musicisti locali, con forte prevalenza di chitarristi e, soprattutto, è in possesso di una voce assai gradevole, dal timbro baritonale, la tipica voce del “perfetto” cantante country, con un occhio (e un oreccchio) legato al suono delle radio di settore. La “fischiettante” All I’m Drinking ‘Bout, ha una melodia molto orecchiabile, ma è nobilitata da buoni inserti chitarristici e le tastiere non sono invadenti più di tanto, anzi; God Only Knows ha un bel tiro rock classico, sempre con le chitarre in evidenza https://www.youtube.com/watch?v=mmX_Ju7X0Tc , la title-track è un buon mid-tempo dall’atmosfera sognante, anche se lo scontato e il risaputo sono appena dietro l’angolo, mentre Here’s To è un bel pezzo che ricorda i gruppi country anni ’70, Eagles, Pure Prairie League, la Nitty Gritty meno tradizionale, Loggins & Messina, quel tipo di suono. Love Like July, forse con qualche synth di troppo, ha un bel groove tra West Coast e James Taylor (che Carroll molto vagamente a tratti ricorda vocalmente) https://www.youtube.com/watch?v=UttGx8VEXAw , Does He Know è la classica ballata romantica, piacevole senza essere memorabile, con un bel break chitarristico e Til The Speakers Blow, come da titolo, è un sano pezzo rock molto “riffato”. Civil War è più di quella scuola Nashville “leccata” e troppo rifinita (forse se gli davano meno soldi nella raccolta fondi era meglio) e anche Urgency, una ballata melodrammatica non entusiasma.. Meglio Blown Away, classico country-rock, meno bene We Ride, mid-tempo rock molto anni ’80, con Close Enough, traccia elettroacustica di buon spessore con uso di violino, a chiudere le danze https://www.youtube.com/watch?v=yNZNLm_5zEk . Le tre bonus non aggiungono molto, se vogliamo solo dodici minuti di musica, gradevoli ma non imprescindibili, come tutto il disco.

Bruno Conti

Sono Passati “Solo” Tredici Anni! Torna James Taylor il 16 Giugno Con Before This World

james taylor before this world cd standard

james taylor before this world

James Taylor – Before This World – Decca/Concord/Universal CD/CD+DVD/2CD+DVD 16-06-2015

Solo una breve anticipazione. A tredici anni dal precedente album di studio October Road torna James Taylor con un nuovo album Before This World che è annunciato come un ritorno alle sue sonorità anni ’70 (ma aveva poi mai cambiato di molto il suo stile nel corso degli anni? Comunque vedremo). L’album uscirà in almeno tre diverse versioni il prossimo 16 giugno: versione standard con 10 brani, questi:

1. Today Today Today
2. You And I Again
3. Angels Of Fenway
4. Stretch Of The Highway
5. Montana
6. Watchin’ Over Me
7. SnowTime
8. Before This World / Jolly Springtime
9. Far Afghanistan
10. Wild Mountain Thyme

Versione CD+DVD che aggiunge There We Were: The Making of James Taylor’s Before This World, documentario di circa 30 minuti che racconta la storia della realizzazione dell’album e infine una Super Deluxe Edition tripla, con un secondo CD audio di cui al momento si parla solo genericamente di “extra audio tracks”, senza sapere ancora quali e soprattutto quante saranno (speriamo in bene, visto che all’origine il disco era stato annunciato come composto da undici brani). In compenso sui siti americani è già apparso un prezzo indicativo intorno agli 80 dollari, ovvero il solito salasso, anche considerando la presenza di quel bel libro di 40 pagine ed i memorabilia che si vedono nella foto della confezione, mi sembra comunque “caruccio”. Appena si sapranno i titoli delle canzoni extra aggiornerò questo Post.

Questo è il singolo che precede l’album, ed in effetti sembra un ritorno al classico sound anni ’70.

A domani per una corposa “session” dedicata alle novità discografiche di Aprile.

Bruno Conti

P.S. Sempre per lo stesso giorno, 16 giugno, è annunciato anche un nuovo Neil Young The Monsanto Years, registrato con i figli di Willie Nelson, Lukas e Micah e la loro band, Promise Of The Real. Non è ancora confermato al 100%, però il 5 luglio parte il tour americano di Young, e quindi se due indizi fanno una prova…

July 5 – Milwaukee, WI @ Summerfest
July 8 & 9 – Denver, CO @ Red Rocks
July 11 – Lincoln, NE @ Pinnacle Bank Arena
July 13 – Cincinnati, OH @ Riverbend Music Center
July 14 – Clarkston, MI @ DTE Energy Music Theatre
July 16 – Camden, NJ @ Susquehanna Bank Center
July 17 – Bethel, NY @ Bethel Woods Center for the Arts
July 19 – Essex Junction, VT @ Champlain Valley Expo
July 21 – Wantagh, NY @ Jones Beach
July 22 – Great Woods, MA @ Xfinity Center
July 24 – Oro-Medonte, ONT @ Wayhome Festival

Non Lo Avranno Fatto Durare Troppo? A Musicares Tribute To Paul McCartney DVD In Uscita Il 24 Marzo

musicares tribute to paul mccartney

Ovviamente il titolo del Post è ironico, mi riferisco alla durata del supporto! Lo scorso anno era uscito il DVD (o il Blu-Ray) dedicato a Bruce Springsteen, http://discoclub.myblog.it/2014/03/29/los-angeles-was-alive-that-night-musicares-tribute-to-bruce-springsteen/ 2 ore e 15 minuti di durata, che riportava l’esibizione del 2013, negli anni precedenti erano usciti anche il tributo dedicato a Neil Young (che partecipa anche a questo di Paul McCartney, registrato nel 2012, quando il canadese si era riunito per la prima volta sul palco con i Crazy Horse dopo 8 anni ed è presente anche in quello di Bruce, evidentemente ci ha preso gusto, anche se non era sul palco nel suo tributo, cosa che fanno sia il Boss che Macca), pure Brian Wilson, James Taylor e Barbara Streisand hanno avuto il loro dischetto, mentre non si sa ancora nulla del tributo dello scorso anno, la serata dedicata a Carole King, e quest’anno l’ospite annunciato della serata, che si svolge a Los Angeles da più di venti anni la settimana dei Grammy Awards, sarà Bob Dylan.

paul mccartney musicaresPhoto: Peter Wafzig/Getty Images

La “fregatura” nel DVD (o Blu-Ray) che sara pubblicato dalla Shout Factory il 24 marzo p.v. sta nella durata: “ben” un’ora, dicasi 60 minuti?!? Ma come si fa: sicuramente sono state tagliate dalla versione video Katy Perry che fa Hey Jude (e fin lì ce ne faremmo una ragione, a parte per l’abbigliamento, spettacolare) e i Foo Fighters che suonano Jet. Comunque questa è la lista della serata:

  • Performance by Cirque du Soleil from Love
  • Magical Mystery Tour – Paul McCartney
  • Junior’s Farm – Paul McCartney
  • Jet – Foo Fighters
  • Blackbird – Alicia Keys
  • No More Lonely Nights – Alison Krauss
  • Here, There and Everywhere – Tony Bennett
  • And I Love Her – Duane Eddy
  • Oh Darling – Norah Jones
  • Hey Jude – Katy Perry
  • I Saw Her Standing There – Neil Young & Crazy Horse
  • Fool On the Hill – Sergio Mendes
  • We Can Work It Out – Coldplay
  • Yesterday – James Taylor with Diana Krall
  • For No One – Diana Krall with James Taylor
  • I’m Gonna Sit Right Down and Write Myself a Letter – Paul McCartney with Diana Krall & John Pizzarelli
  • My Valentine – Paul McCartney
  • 1985 – Paul McCartney
  • Golden Slumbers/Carry That Weight/The End – Paul McCartney with Joe Walsh, Dave Grohl

E questo è quello che appare effettivamente sul DVD:

“Get Back”/”Hello Goodbye”/”Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” – Cirque du Soleil feat. The Beatles Love Cast
“Magical Mystery Tour” – Paul McCartney
“Junior’s Farm” – Paul McCartney
“Blackbird” – Alicia Keys
“No More Lonely Nights” – Alison Krauss and Union Station featuring Jerry Douglas
“And I Love Her” – Duane Eddy
“Oh! Darling” – Norah Jones
“I Saw Her Standing There” – Neil Young with Crazy Horse
“The Fool on the Hill” – Sergio Mendes
“We Can Work It Out” – Coldplay
“Yesterday” – James Taylor with Diana Krall
“For No One” – Diana Krall with James Taylor
“My Valentine” – Paul McCartney
“Nineteen Hundred and Eighty Five” – Paul McCartney
“Golden Slumbers”/”Carry That Weight”/”The End” – Paul McCartney featuring Dave Grohl and Joe Walsh

Quindi ne consegue che mancano anche Tony Bennett e il pezzo di McCartney con Diana Krall. Questi sono veramente i misteri che mi fanno impazzire (il termine esatto sarebbe incazzare): quanto può durare un DVD o un Blu-Ray? Tre ore almeno? E allora!

Comunque se mai la facessero su DVD sarebbe molto più interessante la serata, sempre nell’ambito dei Grammy, ma del 2014, per i 50 anni dalla prima apparizione dei Beatles all’Ed Sullivan Show. Sopra ne vedete un paio di piccoli estratti.

Bruno Conti

Un Altro Live Non Ufficiale, Forse Il Più Bello! James Taylor – Carnegie

james taylor carnegie

James Taylor – Carnegie – 2 CD F.M.I.C.

Una volta esistevano i bootleg, dischi pirata di materiale inedito che nell’era del vinile erano preziosissimi reperti destinati ad ampliare le discografie di artisti spesso restii a pubblicare musica che veniva considerata non degna di essere portata a conoscenza del grande pubblico: spesso erano anche incisi piuttosto male, con mezzi di fortuna, ma nell’immenso mercato alternativo c’erano spesso delle chicche destinate alla gioia dei fans. Poi, nell’era digitale dei CD, c’è stato un breve periodo durante il quale, per una falla nelle leggi sul copyright, questi album sono usciti a livello quasi ufficiale, e qualche artista, vedi Dylan e Winter, per citarne un paio, continua a farlo. Negli ultimi anni, soprattutto in Inghilterra, stanno uscendo molti compact relativi a broadcast radiofonici, quindi incisi molto bene, in quanto provenienti da registrazioni soundboard, che ripropongono questi vecchi bootleg in una veste semiufficiale.

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James Taylor è stato uno dei più saccheggiati, negli ultimi due anni sono usciti almeno quattro o cinque di questi prodotti http://discoclub.myblog.it/2014/10/18/vecchi-buoni-james-taylor-feel-the-moonshine-georgia-on-my-mind/ , quasi sempre in versione singola (e questo è uno dei difetti di questi prodotti, in quanto raramente, con qualche eccezione, penso ai bellissimi tripli di Springsteen, i concerti promozionali da cui sono tratti vengono editii nella loro interezza, ma solo la parte andata in onda nelle trasmissioni radiofoniche). Pensavo che questo Carnegie fosse una eccezione, in quanto si tratta di un doppio CD, ma purtroppo è un finto doppio, una mezz’ora il primo dischetto e circa 40 minuti il secondo, quindi ci stava comodamente in un singolo, e il concerto, registrato alla Carnegie Hall di New York il 27 maggio del 1974, la seconda di due serate consecutive mandate in onda dal famoso King Biscuit Flower Hour, un network di radio consociate, non è completo.

Sono i 21 brani mandati in onda, quindi ne mancano cinque dal concerto originale: però la qualità sonora e quella della esibizione lo rendono uno dei migliori concerti di James Taylor dell’epoca e uno dei migliori di sempre. Il tour era nato per fare promozione a Walking Man, disco che sarebbe uscito per la Warner il successivo 1° giugno https://www.youtube.com/watch?v=nNCmp7yYW6o , ma contiene materiale tratto da tutta la discografia di Taylor, alcune cover notevoli e un paio di sorprese nel finale.

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La qualità delle esecuzioni è sublime, anche grazie alla band che lo accompagna, Hugh McCracken e David Spinozza alle chitarre, Rick Marotta alla batteria, i tre newyorkesi, come pure Don Grolnick alle tastiere, più Andy Muson al basso, e in alcuni brani una sostanziosa sezione fiati composta da Jon Faddis, Alan Rubin, Barry Rogers, George Young, Frank Vacari, Kenny Berger e Howard Johnson. James, in gran forma, come al solito chiacchiera argutamente con il pubblico e sciorina il repertorio della serata con classe e nonchalance: a partire dalla sezione acustica in solitaria che apre il concerto con delle deliziose You Can Close Your Eyes, Riding On A Railroad e Blossom, tratte dai suoi primi tre album (peccato per Something In The Way She Moves che era nel bootleg), segue una parte dove Taylor è accompagnato solo da Marotta alle percussioni, Grolnick e Muson, con versioni perfette di Long Ago And Far Away e Sunshine Sunshine, una canzone dedicata alla sorella, a questo punto dal broadcast salta Night Owl. Quando torniamo tutta la band è salita sul palco e parte una versione fantastica di Me And My Guitar, che anticipa con i suoi ritmi funky il nuovo album, eccellenti gli intermezzi chitarristici di Spinozza e McCracken e l’armonica dello stesso James. Bellissime anche Country Road e la versione Tayloriana del classico di Carole King You’ve Got A Friend, oltre a una versione notevole e tiratissima del classico di Chuck Berry Promised Land che conclude la prima parte. Mancano altri due brani presenti nel broadcast, Carolina On My Mind e Never Never Land, ma versioni eccellentii di Migration e Let It All Fall Down dal nuovo album compensano abbondantemente, seguite dalle poche note, ma sempre belle, Brighten Your Night With My Day e Anywhere Like Heaven, con in mezzo One Man Parade e Knocking Round The Zoo, l’ultima che manca all’appello dal broadcast.

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Nell’ultima parte del concerto  viene utilizzata la sezione fiati con risultati vincenti, ma non prima di una struggente Don’t Let Me Be Lonely Tonight e come primo bis una magnifica Fire And Rain, la cover di un blues come You’re The One (That I Adore) dal repertorio di Bobby Blue Bland e dove pare quasi di sentire la Band, seguita da Rock’n’Roll Is Music Now che sono il preludio all’apparizione sul palco di Mrs.Carly Simon per una trascinante Mockingbird https://www.youtube.com/watch?v=EeOqD3uMIRs  e una dolcissima Ain’t Song , conclude tutto in gloria una grandiosa Sweet Baby James. Avrebbe potuto essere un fantastico disco dal vivo ufficiale, ma anche così vi assicuro che merita!

Bruno Conti

“Vecchi” Ma Buoni! James Taylor- Feel The Moonshine & Georgia On My Mind

james taylor feel the moonshine

James Taylor – Feel The Moonshine 1976 Broadcast – All Access 2012

James Taylor – Georgia On My Mind Live In Atlanta 1981 – Iconography 2014

Sembrava che quest’autunno sarebbe finalmente arrivato il momento di un disco di canzoni nuove di James Taylor, ma la voce è stata regolarmente smentita, anche questa volta falso allarme. Sono passati ormai 12 anni da October Road, l’ultimo disco di canzoni originali: in mezzo non è che comunque Taylor abbia poltrito, sono usciti un paio di Live, uno da solo, One Man Band, un altro, bellissimo, con Carole King, Live At The Troubadour, in CD+DVD, un disco natalizio, in due edizioni diverse, A Christmas Album e anche Covers, come da titolo un disco dedicato all’esercizio della reinterpretazione di canzoni altrui, pure questo uscito in diversi formati. Quindi, per fare passare il tempo, in attesa di qualcosa di nuovo, ci “accontentiamo” di questi due CD registrati dal vivo a fronte di broadcast radio (l’ultima moda del momento, ormai ne escono a decine, formalmente sono dei bootleg, ma escono e circolano più o meno regolarmente, e quasi sempre sono incisi piuttosto bene); non fanno eccezione entrambi i concerti in oggetto, usciti più o meno recentemente, Feel The Moonshine da un paio di anni, ma non ce ne eravamo mai occupati e Georgia On My Mind sul finire dell’estate. Andiamo in ordine cronologico, sia di uscita che di data di registrazione: Feel The Moonshine viene da una trasmissione radiofonica della WDVE-FM https://www.youtube.com/watch?v=yaj2IG9JErEdel concerto registrato il 25 luglio del 1976 al Syria Mosque di Pittsburgh, PA. Gran bel concerto, band da sogno, con David Lindley alla slide e al violino, Danny Kortchmar alle chitarre, Clarence McDonald alle tastiere, David Sanborn al sax, Leland Sklar al basso e Russel Kunkel alla batteria, più una serie di vocalist di supporto, non accreditati nelle note di copertina, ma chiaramente udibili nel corso del concerto, grazie anche all’eccellente qualità sonora, un FM stereo radiofonico nitido.

james taylor longhair 1

Lighthouse,posta in apertura, viene da Gorilla del 1975 e ha un mood alla CSNY, con degli splendidi impasti vocali, poi segue una sezione acustica prima con Lindley al violino in Riding On A Railroad e poi all’acustica in Secret Of Life, che sarebbe uscita su JT solo l’anno successivo. Tra gli highlights del concerto, 19 brani in tutto (ma il doppio bootleg del concerto completo ne riportava 23): una ottima Shower The People, full band, dall’appena uscito In The Pocket, Bartender’s Blues, anche questa inedita all’epoca, Anywhere Like Heaven da Sweet Baby James, con la lap di Lindley che sembra quasi una pedal steel, Mexico, bellissima come sempre, Fire And Rain, con David Lindley di nuovo strepitoso alla lap steel, una delle più belle versioni mai sentite, come pure Carolina On My Mind dove David passa al banjo. Family Man, sempre dal nuovo disco di allora, con un suono decisamente rock e il violino a duettare con le tastiere e il sax e James che si lancia in uno spericolato falsetto, I Was A Fool To Care, con un ottimo assolo di Sanborn. Ottime anche How Sweet It Is, trascinante come sempre e una lunga e bluesatissima Steamroller, con il pubblico in visibilio e Lindley che fa i numeri, prima della conclusione con Sweet Baby James, ma tutto il concerto è tra i migliori in assoluto mai sentiti di Taylor, ancora nell’epoca lungocrinita.

james taylor georgia on my mind live in atlanta 1981

E anche Georgia On My Mind, registrato cinque anni dopo all’Atlanta Civic Center per il tour di Dad Loves His Work, non scherza un c…, altra band strepitosa, solo Lee Sklar rimane al basso, ma se aggiungete Waddy Wachtel e Dan Dugmore alle chitarre, Don Grolnick alle tastiere, Rick Marotta alla batteria, e David Lasley e Arnold McCuller alle voci di supporto, il risultato non può cambiare di molto, sempre un gran concerto. James Taylor, a proposito di capelli comincia a perdere i colpi, ma la voce, è sempre in gran forma e quando serve arriva anche JD Souther, che passava di lì per caso (più o meno spinto dalla casa discografica), a duettare in Her Own Too che era il successo del momento e poteva essere la canzone più bella del disco appena citato, una ballata veramente sontuosa https://www.youtube.com/watch?v=CQR1In6lGCg .

james taylor 2

La qualità sonora è sempre eccellente https://www.youtube.com/watch?v=JmfwCKqmiXE , forse un filo inferiore a Moonshine (anche perché si sente il fruscio del bootleg originale, vinile o statica?), e così si possono godere una tiratissima e lunga How Sweet It Is posta in apertura, ma anche molti brani differenti dall’altro live, Stand And Fight, con le chitarre ruggenti di Wachtel e Dugmore, una delicatissima Up On The Roof, Daddy’s All Gone sofisticatissima, con le mani dei musicisti che scivolano quasi sui loro strumenti, Country Road, un’altra delle più belle di James (ma ne ha fatte di brutte? Forse, comunque poche), Money Machine che sembra anticipare le future atmosfere white funky soul dei Simply Red (strano, ma fateci caso) e per concludere You’ve Got A Friend, che mancava nel concerto precedente. Direi che per il momento ci si può accontentare!

Bruno Conti  

james taylor backstage

*NDB Nel frattempo il nostro amico è partito per un lungo tour mondiale, che ad inizio primavera del 2015 lo porterà, per 6 date, anche in Italia http://d0a7x.s57.it/frontend/nl_preview_aspx?idNL=332   

In Attesa Del Resto! Smokey Robinson – Smokey & Friends

smokey robinson & friends

Smokey Robinson – Smokey & Friends – Verve 19-08-2014

In questi giorni mi sono messo con impegno a preparare la lista delle uscite più interessanti di agosto e nel vagliare titoli e artisti (molti più di quanto pensavo, si superano i venti titoli di parecchio e li troverete nei prossimi giorni, divisi credo in tre parti, mentre qualcuno avrà la sua recensione a parte), mi sono imbattuto in questo nuovo album di Smokey Robinson, 74 primavere quest’anno, ma sempre pimpante. Anche se è altrettanto vero che, per usare un eufemismo, il nostro non realizza un disco degno della sua fama, o meglio, lo fa solo in parte. Questa volta, per andare sul sicuro, l’idea è quella di riproporre, nella formula del duetto, alcuni dei classici della sua ultracinquantennale carriera di cantante e autore. Ottima idea: ma poi scegli come produttore Randy Jackson, attuale responsabile di American Idol, il talent musicale che va per la maggiore negli Stati Uniti attualmente, e poi, credo con un piccolo “aiutino” della sua casa discografica, i musicisti con cui dovrai realizzare le nuove versioni di queste bellissime canzoni. In effetti, in un primo momento, avevo pensato di intitolare questo Post, “quanto talento sprecato”, ma poi per rispetto verso Robinson e alcuni dei musicisti impiegati ho lasciato perdere, anche se in parte lo penso ancora.

smokey and elton

Per essere onesti è meno peggio di quello che pensavo, il suono ogni tanto vira verso quel nu soul che va di moda al giorno d’oggi ma alcune canzoni funzionano. A questo punto immagino vogliate sapere chi c’è, e cosa canta. Ecco la lista dei brani e relativi interpreti:

01. “The Tracks Of My Tears,” feat. Elton John

https://www.youtube.com/watch?v=5A0lK8IdiRA
02. “You Really Got A Hold On Me,” feat. Steven Tyler

https://www.youtube.com/watch?v=YmbuOsqNFrs
03. “My Girl,” feat. Miguel, Aloe Blacc, JC Chasez
04. “Cruisin’,” feat. Jessie J
05. “Quiet Storm,” feat. John Legend

https://www.youtube.com/watch?v=9glRdQwQg7g
06. “The Way You Do (The Things You Do),” feat. CeeLo Green
07. “Being With You,” feat. Mary J. Blige

https://www.youtube.com/watch?v=ffFOr-uDBhQ
08. “Ain’t That Peculiar,” feat. James Taylor

https://www.youtube.com/watch?v=LGfPRaHklBA
09. “The Tears Of A Clown,” feat. Sheryl Crow
10. “Ooh Baby Baby,” feat. Ledisi
11. “Get Ready,” feat. Gary Barlow

Per cui un bel triplo uhm è d’uopo, anche se alcuni brani non sono male, neppure come suono, e poi se Bob Dylan lo ha definito “uno dei grandi poeti dei nostri tempi” un motivo ci sarà pure stato. La data di uscita del 19 agosto è riferita al mercato americano, in Europa uscirà a settembre.

Proseguo con il resto del lavoro, alla prossima.

Bruno Conti

Altri Dischi Dal Vivo, Sempre Quasi Ufficiali! The Band, Stephen Stills, David Crosby, Bonnie Raitt and Lowell George, Ry Cooder, James Taylor, Tom Waits, Santana, Gram Parsons, Janis Joplin

the band palladium circles the band carter barrom

Dopo il numero speciale dedicato al triplo di Bruce Springsteen vediamo gli altri titoli più interessanti, diciamo quasi ufficiali, usciti o di prossima uscita, in questo periodo. Non vi indico le date in quanto trattandosi di etichette “ballerine” non sempre sono molto attendibili, la qualità sonora è spesso e volentieri molto buona ed il contenuto pure, trattandosi quasi sempre di broadcast radiofonici. Non dimentichiamo che i potenziali acquirenti di questi prodotti sono appassionati che il più delle volte posseggono l’opera omnia degli artisti interessati e quindi certamente non danneggiano le case discografiche e gli artisti stessi, al limite quelli che ne beneficiamo sono i misteriosi personaggi alle spalle di queste operazioni. Comunque visto che si tratta di buona musica, ed in questo Blog è quello che ce interessa, procediamo con la disamina, partendo da ben due titoli dedicati alla Band.

The Band – Palladium Circles: The Classic NYC Broadcast 1976 – Iconography

The Band Carter Barron Amphitheater, Washington DC, July 17th 1976 – Keyhole

Entrambi i concerti provengono più o meno dallo stesso periodo, gli ultimi mesi di vita del gruppo di Robbie Robertson, Levon Helm, Rick Danko, Garth Hudson Richard Manuel, un paio di mesi prima della registrazione del “mitico” The Last Waltz, e il repertorio delle serate, pur presentando parecchi punti in comune è differente nei due CD, oltre che nelle esecuzioni, quindi niente timore, non si tratta di duplicati dello stesso concerto (come può capitare in questo materiale di dubbia provenienza, dove la “fregatura” potrebbe essere proprio nel fatto che, in alcuni casi, sono gli stessi concerti, sia pure con titoli diversi, ma non è questo il caso). Questo il contenuto dei due concerti:

Palladium, New York City https://www.youtube.com/watch?v=cNk2G8SxzaA

1. Ophelia
2. The Shape I’m In
3. It Makes No Difference
4. The Weight
5. King Harvest
6. Twilight
7. The Night They Drove Old Dixie Down
8. Across The Great Divide
9. Stage Fright
10. Acadian Driftwood
11. The Genetic Method
12. Chest Fever
13. This Wheel’s On Fire
14. Don’t Do It
15. Up On Cripple Creek
16. Life Is A Carnival
17. W.S. Walcott Medicine Show

Carter Barron, Washington DC https://www.youtube.com/watch?v=qNNSYrMix8k

1. Don’t Do It
2. The Shape I’m In
3. It Makes No Difference
4. The Weight
5. King Harvest (Has Surely Come)
6. Twilight
7. Ophelia
8. Tears Of Rage
9. Forbidden Fruit
10. This Wheel’s On Fire
11. The Night They Drove Old Dixie Down
12. The Genetic Method
13. Chest Fever
14. Up On Cripple Creek
15. The W.S. Walcott Medicine Show

stephen stills bread & roses festival

Stephen Stills- Bread And Roses Festival 04-09-1978 – Klondike

Si tratta di una rara apparizione acustica al Festival benefico organizzato da Mimi Farina, la sorella di Joan Baez, e tenuto al Greek Theater di Berkeley https://www.youtube.com/watch?v=78DMXbhsuUk . Da Thoroughfare Gap, che era il non proprio fantastico disco uscito in quel periodo, per fortuna ci sono solo due brani:

1. Love The One You’re With
2. Not Fade Away
3. One Moment At A Time
4. Everybody’s Talkin’
5. 4+20
6. Colorado
7. Take Me Back To Ohio Valley
8. Jesus Gave Love Away For Free
9. Fallen Eagle
10. Old Man Trouble
11. Thoroughfare Gap
12. Medley: Crossroads/You Can’t Catch Me
13. 49 Bye Byes/For What It’s Worth

david crsoby towering inferno 1989

David Crosby – Towering Inferno: The 1989 Broadcast – Gossip

Molto buono anche questo concerto di Crosby, tenuto al Tower Theatre di Philadelphia l’8 aprile del 1989. Accompagnato da una ottima band: Michael Finnigan (keyboards), Dan Dugmore (guitar), Jody Cortez (drums), e Davey Faragher (bass/vocals), questa è la tracklist della serata:

1. Tracks In The Dust
2. Guinnevere
3. Dreams
4. Drive My Car
5. Lady Of The Harbour
6. Deja Vu
7. Wooden Ships
8. Almost Cut My Hair https://www.youtube.com/watch?v=eec9hE-WZ0k
9. Long Time Gone

bonnie raiit lowell george ultrasonic studios 1972

Bonnie Raitt And Lowell George – Ultrasonic Studios 1972 – Iconography

Questa è una vera chicca, una session agli studi Ultrasonic di NYC nel 1972, con Bonnie Raitt accompagnata alla chitarra da Lowell George, che alla richiesta del presentatore della serata di eseguire Willin’ propone una nuovissima per l’epoca (siamo ancora negli anni della guerra del Vietnam) A Apolitical Blues. Ospite della serata anche John Hammond e Freebo al basso. Questa la sequenza dei brani:

https://www.youtube.com/watch?v=1GALqVg3biE

1. Intro
2. Love Me Like A Man
3. Under The Falling Sky
4. Love Has No Pride
5. Going Down To Louisiana
6. Can’t Find My Way Home
7. Big Road Blues
8. You Got To Know How
9. Apolitical Blues
10. Riding In The Moonlight
11. As The Years Go By
12. All Night Long
13. I Can’t Be Satisfied
14. The Sky Is Crying
15. Honest I Do
16. It’s Too Late

ry cooder broadcast from the plant 1974

Ry Cooder – Broadcast From The Plant: 1974 Record Plant, Sausalito, CA – All Access

Altro eccellente reperto d’epoca, Ry Cooder ai celeberrimi Record Plant Studios di Sausalito, con Russ Titelman al basso e Jim Keltner alla batteria, più Milt Holland – percussion, drums Bobby King – backing vocals Gene Mumford – backing vocals Cliff Givens – backing vocals, in promozione radiofonica per l’album Paradise And Lunch, ci regala una delle migliori performances di una sfolgorante carriera (a dimostrazione che questi album spesso sono delle vere pepite d’oro, scovate negli archivi o riprese, migliorate, da vecchi bootleg). Grande repertorio:

1. Police Dog Blues
2. F.D.R. In Trinidad
3. If Walls Could Talk
4. Tamp ‘Em Up Solid
5. Ax Sweet Mama
6. Billy The Kid
7. Vigilante Man
8. How Can A Poor Man Stand Such Times And Live https://www.youtube.com/watch?v=i8mOF332uwQ
9. Tattler
10. Comin’ In On A Wing And A Prayer
11. Alimony
12. Teardrops Will Fall
13. I’m A Pilgrim

james taylor georgia on my mind live in atlanta 1981

James Taylor – Georgia On My Mind: Live In Atlanta 1981 – Iconography

Questo titolo in particolare è dato in uscita il 18 agosto: si tratta di un concerto di James Taylor non più nel periodo d’oro (i capelli cominciano ad andarsene) ma sempre una buona annata, 1981, non so il giorno esatto, Atlanta Civic Center, nel corso del tour promozionale per il disco Dad Loves Is Work, buono ma non esattamente eccelso, però il concerto è nobilitato anche dalla ottima band che accompagna James: Dan Dugmore e Waddy Wachtel alle chitarre, Leland Sklar basso, Don Grolnick tastiere, Rick Marotta batteria, David Lasley e Arnold McCuller, armonie vocali, più John David Souther che canta con James Taylor una fantastica versione di Her Town Too https://www.youtube.com/watch?v=CQR1In6lGCg , forse il brano migliore di quel disco. Il resto non è da meno:

1. How Sweet It Is
2. Stand And Fight
3. Up On The Roof
4. Fire And Rain
5. Steamroller
6. Daddy’s All Gone
7. Her Town Too
8. Mexico
9. Country Road
10. Money Machine
11. You’ve Got A Friend

tom waits a s mall affair in ohio

Tom Waits – A Small Affair In Ohio: FM Radio Broadcast, Live In Cleveland, 1977 – All Access

Altro notevole concerto, registrato il 25 ottobre del 1977 all’Agora Ballroom di Cleveland https://www.youtube.com/watch?v=UeHUZt6cwLU , per promuovere Foreign Affairs, ma come era spesso (ed è tuttora) vezzo di questi grandi artisti il grosso del repertorio della serata viene dal precedente Small Change:

1. Standing On The Corner
2. I Never Talk To Strangers
3. The One That Got Away
4. Depot, Depot
5. Jitterbug Boy
6. Step Right Up
7. Invitation To The Blues
8. Eggs & Sausage
9. Small Change
10. I Can’t Wait To Get Off Work

santana live at the ryanearson stadiumsantana live at the bootom line 1978

Santana – Live At The Rynearson Stadium, Ypsilanti MI 25TH May 1975 – Klondike

Santana – Live At The Bottom Line 1978: Radio Broadcast Recording – All Access

Un’altra accoppiata di concerti, questa volta relativi ai Santana, in entrambi i casi non siamo più nel periodo migliore della band del grande Carlos, ma soprattutto nel primo concerto, registrato nel 1975, l’anno dopo il grande Lotus, ci sono sprazzi della vecchia classe. Il nome della località è esotico ma siamo nel Michigan, nel concerto appare una rara Time Waits For No One https://www.youtube.com/watch?v=KBYbD62hOEY , un paio di brani da Borboletta, Soul Sacrifice dal primo album e i classici Black Magic Woman, Oye Como Va e Incident At Neshabur, canta tale Leon Patillo, Tom Coster, tastiere, Leon Ndugu Chancler, batteria, David Brown, basso, Armando Peraza, percussioni:

01 – Black Magic Woman
02 – Gypsy Queen
03 – Oye Como Va
04 – Time Waits For No One
05 – Give And Take
06 – Incident At Neshabur
07 – Savor
08 – Soul Sacrifice

Tre anni dopo, al leggendario Bottom Line di New York, 16 ottobre 1978, il disco da promuovere è Moonflower e pure questa serata sembra riuscita:

1. Well Alright
2. Black Magic Woman/Gypsy Queen
3. Dance Sister Dance
4. Europa
5. Dealer/Spanish Rose
6. Incident At Neshabur
7. Batuka/No One To Depend On
8. One Chain
9. She’s Not There
https://www.youtube.com/watch?v=wvcjlmxTeG8

10. Open Invitation
11. Jungle Strut
12. Transcendence
13. Evil Ways

gram parson featuring emmylou harris live new york 1973

Gram Parsons – Live New York 1973 featuring Emmylou Harris 2 CD Nova Sales

Questo il contenuto:

  1. Cry One More Time
  2. Six Weeks on the Road
  3. Streets of Baltimore
  4. Drug Store Truck
  5. California Cottonfields
  6. Love Hurts
  7. That’s All It Took
  8. We’ll Sweep Out the Ashes
  9. The New Soft Shoe
  10. Big Mouth Blues
  11. A Song for You
  12. We’ll Sweep Out the Ashes in the Morning
  13. Cold Cold Heart
  14. Still Feeling Blue
  15. That’s All It Took
  16. Folsom Prison Blues
  17. How Can I Forget You / Cry One More Time
  18. Ain’t No Beatle, Ain’t No Rolling Stone
  19. Song for You

Difficile capire l’esatta provenienza, visto che in passato sia la Rhino che la Sierra hanno pubblicato materiale di quel periodo. comunque molto interessante.

janis joplin on television

Per concludere con un extra, questo Janis Joplin On Television è pubblicato dalla Immortal, quindi c’è sia in CD che in DVD. Poco più di mezz’ora la durata, ma come si rileva dal retro copertina sembra materiale interessante anche in questo caso:

https://www.youtube.com/watch?v=jXlP7PyaHdA

https://www.youtube.com/watch?v=AC1TNgAx4AI

janis joplin on television back cover

That’s all, prossima lista, uscite imminenti agosto e inizio settembre, oltre alle recensioni che mancano all’appello.

Bruno Conti