Una Grande Voce “Omaggia” Un Grande Compositore Irlandese. Mary Black – Mary Black Sings Jimmy MacCarthy

mary black sings jimmy maccarthy

Mary Black – Mary Black Sings Jimmy MacCarthy – 3u Records/Blix Street

Aveva annunciato il suo ritiro, almeno dalle tournée, ma evidentemente ci ha ripensato (come Tina Turner, Clapton e altri), visto che anche nel 2018 sarà in giro per promuovere questo “nuovo” album. Era inevitabile, direi quasi fisiologico, che Mary Black una delle più belle e leggendarie voci irlandesi, prima o poi rendesse omaggio con un intero album di canzoni a Jimmy MacCarthy, senza dubbio uno dei più grandi compositori della verde isola dello smeraldo (per coloro che non sanno chi sia, potremmo definirlo l’equivalente irlandese del cantautore americano Jimmy Webb). Jimmy MacCarthy è nato a Macroom nella contea di Cork nel 1953, e le sue composizioni rientrano a grandi linee nel genere della canzone folk contemporanea, e nella sua carriera ha scritto molte canzoni che poi sono diventate famose e popolari, cantate da artisti come Christy Moore, Mary Gauthier,  i Corrs, il meno conosciuto Tommy Fleming, e naturalmente Mary Black, che ha cantato le canzoni di questo signore per venticinque anni. Per sviluppare e terminare questo ulteriore “percorso” la Black si è affidata a bravi musicisti fidati, tra i quali Pat Crowley alla fisarmonica, tastiere e piano, Bill Shanley al basso, chitarre e lap-steel, Liam Bradley alla batteria, Martin Ditchay alle percussioni e piatti, Finbar Furey al banjo, Richie Buckley al sax, e un “trio” di valenti violinisti a partire dalla bella e brava Sophie Ryan, Richard George, Matt McGranahan, per un totale di undici canzoni firmate come detto da Jimmy MacCarthy, di cui sei già registrate da Mary nei suoi album precedenti, quattro nuovi brani incisi per l’occasioni, e un duetto di Mary e Jimmy, recuperato da una rara registrazione televisiva.

mary black sings jimmy maccarthy 1

https://www.youtube.com/watch?v=XvABIMOkaGQ

La partenza non poteva essere migliore, Mary recupera dall’album omonimo del lontano ’89 la meravigliosa No Frontiers (ne esiste anche una bella versione acustica delle Corrs), e risentendola si apprezza sempre il suono della fisarmonica su un tappeto di percussioni, brano a cui fanno seguito la sempre dolcissima Adam At The Window (la trovate su Looking Back (95), e due nuove struggenti composizioni come There Is No Night, una ballata pianoforte e voce, e il soave folk irlandese di Love’s Last Chance, dove ancora una volta la Black si dimostra una grande interprete. Sempre dai solchi di  Looking Back viene giustamente estratto il brano dal testo più religioso di MacCarthy, la superba Bright Blue Rose, che qui viene riproposta meritoriamente in un duetto con lo stesso autore, per poi passare ancora ad un altro brano nuovo, con l’arioso incedere di una moderna folk song quale è What We Came Here For, ritornare alle tenui e delicate trame sonore di una sempre verde Wonderchild (cercatela su un album poco conosciuto come Circus (95), e dare giusta gloria ad un brano, Katie, tratto da un album epocale come By The Time It Gets Dark (87), che viene riproposta con l’aggiunta del sax del bravo Richie Buckley ad accompagnare la voce sognante della Black.

Father smiling and holding his son

Jimmy MacCarthy

https://www.youtube.com/watch?v=InS3YsrlgkY

Con Mystic Lipstick arriva il momento di una delle migliori canzoni mai scritte per l’Irlanda (un testo commovente sulla storia intera della nazione), che negli anni è stata riproposta anche da “mostri sacri” come Christy Moore, Mary Coughlan, e la bravissima ma poco conosciuta Maura O’Connell,  brano che trova in questa versione la perfezione, con un arrangiamento dove brillano la fisarmonica di Crowley, i violini della “triade”, e naturalmente l’interpretazione della Black. Ci avviamo alla conclusione con la danzante ed ariosa Another Day (recuperata dal già citato No Frontiers), e chiudere un disco per certi versi magnifico con la chicca di una versione “live” della famosa As I Leave Behind Neidin (un brano sull’emigrazione irlandese), cantata in coppia da cantante e autore, in occasione di una registrazione televisiva (ma la potete anche cercare nella versione originale dall’album Without The Fanfare (85). Quando s’incontrano un grande musicista come Jimmy MacCarthy e una grande cantante come Mary Black (una perfetta simbiosi), il risultato non può che essere la summa di questo lavoro, con canzoni personali ma anche universali, che attraversano tutta l’Irlanda per poi arrivare a farsi conoscere nel mondo, e certamente questo Mary Black Sings Jimmy MacCarthy è un perfetto biglietto da visita per far conoscere il miglior “songwriting” irlandese. Chapeau!

NDT: Per i “completisti” e per chi ama Mary Black, ricordo che nella primavera dello scorso anno è uscito un CD sepciale in occasione del trentennale di By The Time It Gets Dark, con tre bonus che riguardano nuove versioni di Moon River, Copper Kettle, e un nuovo brano Wounded Heart, registrato per l’occasione.

Tino Montanari