Forse Uno Dei Suoi Dischi Migliori, Peccato Non Esista Il CD: Old Songwriters Never Die. Max Meazza – 70’s Dreams

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Max Meazza – 70’s Dreams – Desolation Angels Records – Download Only 

L’album dello scorso anno di Max Meazza Together Like A Car Crash era stato il primo dell’artista milanese a non venire pubblicato in CD. Con suo grande dispiacere, come mi ha detto lo stesso Max, anche questo nuovo 70’s Dreams non esce in formato fisico, ma solo per il download: come sapete sul Blog raramente parliamo di dischi digitali (anche se in questo caso il termine è improprio, questo vocabolo ha sempre un suo fascino, a maggior ragione in questi giorni in cui arriva la notizia dagli USA che le vendite dei vinili hanno superato in volume quelle dei CD), ma per l’occasione facciamo una eccezione visto che la nuova fatica di Meazza mi sembra una delle sue migliori degli ultimi anni e tra le più valide della sua corposa discografia. Il titolo potrebbe fare anche riferimento agli anni in cui Max Meazza muoveva i primi passi nella musica, pubblicando nel 1974 l’album dei Pueblo, uno dei primi dischi italiani che fondeva il suono del country-rock e della musica west-coastiana, e grazie al singolo Mariposa entrò anche nella Hit Parade dell’epoca, tanto che la band in alcune cronache di quei tempi si meritò l’appellativo di “Eagles” italiani. Della band faceva parte anche l’ottimo chitarrista Claudio Bazzari, che negli anni è rimasto tra i collaboratori (saltuari ma ricorrenti) del nostro amico, tanto che anche nel nuovo album, sia pure sotto la forma del “campionamento”, appare nel brano Wolfman Jack.

L’album, come lascia intuire l’ultima informazione, nasce da una sorta di patchwork sonoro, dove Leonard Wolf, produttore, arrangiatore e musicista di Nashville, da qualche anno con Max, ha preparato alcune basi, sulle quali lo stesso Max ha poi inserito parti di chitarra elettrica, tastiere e Fender Rhodes, aggiungendo testi e melodie in alcuni casi, oppure utilizzando basi pre-esistenti di gruppi non notissimi come Airtone, Nordgroove Loveshadows, più altre canzoni scritte dallo stesso Max. Il risultato rientra in quello stile sonoro che il sito CD Baby, dove potete trovare a questo link https://store.cdbaby.com/cd/maxmeazza28 il download del CD, classifica come Rock: Adult Contemporary, che mi sembra una buona definizione, “moderno” nelle sonorità, ma sempre con quei richiami fascinosi ai vecchi maestri di Meazza, come l’amato John Martyn, i cantanti West Coast americani raffinati come Marc Jordan, Bill LaBounty, Marc Dupree e soci, il blue-eyed soul, insomma i soliti noti della sua musica. Quindi anche se non sempre sono d’accordo con delle sonorità a tratti troppo “sintetiche”, il disco nel complesso mi piace e mi sento di consigliarlo a chi ama questo genere (magari nuovi adepti), che ha comunque i suoi seguaci, grazie ad una serie di canzoni che sono tra le più ispirate e nostalgiche, come da titolo, rispetto al suo passato.

E così ecco scorrere le atmosfere sospese di 70’s Dreams, uno dei brani pescati dalla rete, suonata da Max, tra chitarre elettriche e tastiere vagamente pinkfloydiane, per questo strumentale inquietante, seguito da Desire Code, uno dei tipici pezzi di impostazione californiana di Meazza, dolce, serena ed avvolgente love song, con una bella melodia, grazie ad una sinuosa chitarra elettrica che la percorre continuamente, mentre un piano elettrico e le tastiere la caratterizzano, con affascinanti spunti jazzy e la voce vissuta di Max, il tutto assemblato da Wolf, che l’ha suonata ed arrangiata in quel di Nashville. Eve, https://www.youtube.com/watch?v=KmqxdwzBnps è una sorta di mosso blue-eyed soul che prende lo spunto dall’originale dei russi Nordgroove, adattato ai gusti del nostro e con qualche vago rimando al John Martyn più leggero ed elettronico dei primi anni ’80: In Fearless peraltro l’influenza di Martyn è ancora più marcata, grazie ad una malinconica melodia sottolineata dal raffinato uso del pedale della chitarra elettrica, che avvolge l’ascoltatore mentre la voce di Max quasi ti culla dolcemente. Imogene è un brano della band Airtone, al quale Meazza ha aggiunto una chitarra, oltre alla melodia e al testo, un altro brano soffuso e delicato dalla raffinata ricerca sonora esplicata in un groove insinuante.

Life Is A Game, anche se il nostro amico (plurale maiestatis) ha scritto testo e musica e suonato tutto, diciamo che non è una delle mie preferite, suono troppo eighties (che è all’incirca l’epoca in cui ho iniziato a recensire i suoi dischi per il Buscadero), decisamente meglio NowYou’re Gone, più romantica, raccolta e sussurrata https://www.youtube.com/watch?v=jdRtrYWPWy8 , e interessante anche la lunga Slave in a liquid room, un brano che era giù uscito lo scorso anno con lo pseudonimo Mask Of Dust, a cui sono stati aggiunti batteria, basso, chitarra e una voce femminile, altra canzone che va molto, forse troppo, di groove.There’s a better way, in origine dei Loveshadows di Jeff Grant, un duetto con una voce femminile, spensierato ma con un ritmo danzereccio, non mi fa impazzire, mentre apprezzo di più Where the sidewalk ends una bella ballata suonata con strumenti veri, un piano elettrico liquido, chitarre accarezzate e la voce roca e vissuta di Max Meazza https://www.youtube.com/watch?v=YcGpuxS_Gj4 , seguita dalla già citata Wolfman Jack, dedicata al grande DJ radiofonico degli anni ’50, ’60 e ’70, quello di American Graffiti per intenderci, un divertissement, un collage sonoro che poi si trasforma in un brano rock strumentale tipo quelli di Dick Dale, dei Chantays o dei Surfaris, con la parte di chitarra campionata di Claudio Bazzari, uno dei migliori chitarristi italiani https://www.youtube.com/watch?v=Bf8u5DVqcvY . Chiude un altro blue-eyed soul piacevole ma non memorabile come You can wait till next Sunday, forse dalle sonorità sintetiche accentuate ma che non inficia il giudizio comunque decisamente favorevole dell’album di un “vecchio” cantautore.

Bruno Conti

Ryley Walker – Golden Sings That Have Been Sung. Affascinante Folk-Jazz-Rock Sospeso Tra Passato E Presente!

ryan walker golden sings

Ryley Walker – Golden Sings That Have Been Sung (Deep Cuts Edition) – 2 CD Dead Oceans – 19-08-2016

Di questo disco si parla ormai da diverso tempo, anzi, molti siti e riviste specializzate lo hanno già recensito, quasi tutti in modo positivo e spesso entusiastico, in netto anticipo sulla uscita ufficiale che sarà questo venerdì 19 agosto. Io ho preferito aspettare l’imminenza della data di pubblicazione, visto che spesso quando se ne parla troppo presto quando poi il disco esce effettivamente è giù vecchio o ce ne siamo dimenticati. E in questo caso sarebbe un peccato, perché l’album è veramente bello. Questo signore, Ryley Walker, viene da Rockford, Illinois, una piccola cittadina nei dintorni di Chicago, ha iniziato con alcuni EP pubblicati a livello indipendente nel 2011 ed ora approda al terzo album di studio con questo Golden Sings That Have Been Sung. Walker è pure un abile chitarrista, e infatti nel 2015 ha pubblicato un album strumentale in coppia con Bill MacKay, ma nel corso degli anni ha sempre più curato anche il lato vocale della propria musica, diventando sempre più un cantante interessante e dalle molteplici influenze: sul lato chitarristico vengono citati Davey Graham, Sandy Bull, John Fahey, Bert Jansch e da quello vocale gente come Tim Buckey, Van Morrison, Tim Hardin John Martyn e i Pentangle, presenti in entrambi i campi, senza dimenticare, aggiungerei, l’Incredible String Band, e tra i musicisti contemporanei Jack Rose, Daniel Bachman, Steve Gunn, James Blackshaw, gruppi come Tortoise e Gastr Del Sol, e altri spiriti affini, legati a questa rinascita di un folk complesso, ricco di influenze jazz, psichedeliche, blues e rock, dove la melodia è importante ma anche il tessuto sonoro, l’improvvisazione, la ricerca di arrangiamenti sofisticati che guardano ai grandi del passato, cercando di riproporre questa musica che già negli anni ’70, più avventurosi a livello musicale, era comunque una musica di nicchia, pur se apprezzata dalla critica e dal pubblico più “curioso” ed attento. Quindi in teoria nulla di nuovo, ma se questa musica viene realizzata con passione e perizia è comunque in grado di costruire un ponte tra le diverse generazioni, continuando ad esplorare un filone che affascina sia l’ascoltatore più smaliziato e di vecchia militanza (quelli che hanno già sentito tutto, ma gradiscono in ogni caso l’arrivo di forze fresche) quanto gli ahimé non più numerosi adepti di una musica che richiede una soglia di attenzione più complessa di quella quasi istantanea delle generazioni digitali.

Per sgombrare i dubbi, anche il sottoscritto conferma che questo Golden Sings That Have Been Sung è un disco riuscito, otto brani di notevole valore (più una traccia dal vivo, nel secondo CD della cosiddetta Deep Cuts Edition): le influenze ed i rimandi ai vari nomi citati, pur essendo certamente presenti, non sono così evidenti e facilmente rintracciabili, in entrambi i sensi, ovvero, nell’insieme la musica ricorda e si riallaccia a questo tipo di musicisti e sonorità, ma non lo fa riferendosi a brani od album del passato specifici, quanto ad un comune intendere, ad una visione che dal passato si allunga sulla musica di Ryley Walker, che poi la rimodella secondo la propria sensibilità. Il nostro amico si è addirittura spinto quasi a prendere le distanze dal precedente, e ottimo album, Primrose Green, ma si sa che, per vari motivi, gli artisti sono sempre legati di più alla loro ultima prova discografica in ordine di tempo, magari poi rivalutando nel tempo il proprio lavoro, in un’ottica di lunga distanza. Il nuovo lavoro è prodotto dal polistrumentista LeRoy Bach, anche lui di Chicago, per il periodo 1997-2004 nella formazione dei Wilco, dove suonava chitarre e tastiere, che ha saputo unire lo spirito più avventuroso della musica di Walker con brani dal respiro più semplice e di attitudine folk, legati ai suoni del passato ma con lo sguardo al futuro, come è sempre più regola nella musica dei giorni nostri. I musicisti sono più o meno quelli utilizzati nel disco precedente, provenienti dalla attuale scena jazz contemporanea di Chicago: Brian Sulpizio alla chitarra elettrica, Ben Boye alle tastiere, Anton Hatwich al basso, Frank Rosaly Quin Kirchner alla batteria, Whitney Johnson alla viola e un altro multistrumentista Ryan Jewell, niente nomi altisonanti ma validi ed adatti alla bisogna.

Ed ecco quindi scorrere Halfwit In Me che fonde gli spiriti della West Coast più ruspante con le atmosfere raffinate di John Martyn o dei Pentangle più solari, soprattutto nell’approccio ritmico e jazzato, attraverso sognanti ma incisive derive strumentali dove la chitarra acustica di Ryley guida le danze, ma tutti gli strumenti sono importanti e la voce denota una ulteriore crescita a livello di personalità e di maturità. Anche A Choir Apart è legata al drive ritmico tra folk, jazz e blues dei Pentangle più sperimentali, quando Renbourn imbracciava l’elettrica, ma ricorda anche il Tim Buckley “liquido” di Starsailor Blue Afternoon, con inserti sonori tra raga e rock e una costruzione quasi circolare del brano che si avvolge su sé stesso in spire larghe ed affascinanti, con contrabbasso e batteria a dettare tempi jazzistici e il testo che contiene il titolo dell’album. Pure Funny Thing She Siad ha questo spirito pigro e quasi strascicato, intenso e notturno, con un cantato sommesso e quasi confidenziale, leggeri tratti blues, ma anche una bella melodia che entra sottopelle, con la chitarra elettrica che lascia ampi spazi a pianoforte e violoncello (o è una viola, o entrambi?) nella parte strumentale. Sullen Mind, che appare anche in una versione allungata, oltre 40 minuti (!?!) e dal vivo nel CD bonus, è una ulteriore fusione tra folk, derive psichedeliche e influenze orientali, un magma sonoro dove chitarre acustiche ed elettriche, tastiere e una ritmica agile e complessa, prima accarezzano la voce intensa di Ryley Walker e poi vengono scatenate in crescendi improvvisi ed acidi di pura improvvisazione, fino ad una affascinante accelerazione finale.

Musica forse non di facile approccio, che si stempera comunque nel leggero acquerello folk della breve e delicata I Will Ask You Twice, dove si agitano gli spiriti inquieti ma affascinanti di Tim Hardin o di Nick Drake, e anche le atmosfere pastorali di The Roundabout fanno rivivere le sonorità del folk-rock più raffinato ed ispirato degli anni d’oro della musica dei cantautori britannici più originali e visionari, sempre con gli arpeggi della chitarra di Ryley in bella evidenza.Torna la West Coast meno acida e sulfurea nelle serene e delicate note di una The Great And Undecided che sparge raffinate cascate di dolcezza nel suo incedere, per poi lasciare spazio nel finale del disco, nella lunga Age Old Tale, alle improvvisazioni di una sorta di “free-folk”  onirico ed improvvisato, dove gli strumenti e la voce sono di nuovo liberi da vincoli sonori e da melodie più definite e immerse in un dipanarsi sonoro quasi stordito e stralunato, che lentamente avvolge l’ascoltatore nella sua bruma fuori stagione (ma il disco è stato registrato lo scorso inverno).

Una conferma per Ryley Walker, un musicista per tutte le stagioni, forse non un genio assoluto ma un artigiano tra i più raffinati ed interessanti in circolazione.

Bruno Conti

La California Musicale (E Altro) Vista Dall’Italia! Max Meazza – Charlie Parker Loves Me

max meazza charlie parker loves me

Max Meazza – Charlie Parker Loves Me – Desolation Angels Distr. Ird

I dischi (ok, i CD) di Max Meazza li trovate ovunque (mai abbastanza per il diretto interessato), sulle piattaforme di vendita classiche, nei negozi di dischi che esistono ancora, ma anche in giro per il mondo, su siti specializzati, su CD Baby e ovunque vi capiti di girare, il suo nome lo potete trovare e comprarne i dischetti. Eppure in Italia l’amico Max fatica a trovare i giusti spazi di informazione che ne parlino: il sottoscritto, prima sul Buscadero e da un po’ di tempo sul Blog si occupa anche delle sue vicende musicali, o per parlare dell’iniziativa music raiser (raccolta fondi per i non anglofoni) per la registrazione di questo album, e se ne parliamo vuol dire che è andata a buon fine, o per recensire i suoi dischi, nel caso il penultimo http://discoclub.myblog.it/2014/02/24/dei-capostipiti-degli-italiani-caso-anglo-americani-nel-cuore-max-meazza-cold-blood/. Max, come ricordato in molte occasioni, ha diverse passioni (musicali, sulle altre non mi permetterei di indagare), con due o tre ramificazioni principali: la prima è una passione per la musica della West Coast, che sia country-rock, blue-eyed soul, easy jazz o come diavolo vogliate chiamarla, la seconda per il vecchio rock classico anni ’70, estrinsecata nel precedente album In Cold Blood e la terza, che sfocia nella devozione, è quella per la musica del grande cantautore inglese (anzi scozzese) John Martyn, che anche chi scrive ammira in modo sconfinato. Senza starvi a fare tutta la storia, al limite per documentarvi potete andare a fare un giretto sul suo sito http://www.maxmeazza.com/,  tutto inizia più di 40 anni fa con i Pueblo e continua a tutt’oggi, tra alti e bassi, ma con la voglia di fare musica inalterata nel tempo.

Diciamo subito che il nuovo album ha un suono morbido, jazzy e felpato, è stato registrato tra Roma e Milano, non ho visto tra i collaboratori storici il nome del quasi immancabile Claudio Bazzari alle chitarre, sostituito più che degnamente da Nicola Demontis, sia alle elettriche che all’acustica, in Solid Air, uno dei due brani dell’altrettanto immancabile John Martyn, c’è Gigi Cifarelli alla solista, mentre in Forward Motion, la canzone scritta e cantata da Mark Winkler, troviamo Davide Benecchi alla chitarra elettrica. Alle tastiere si alternano diversi musicisti, quasi tutti impegnati al Fender Rhodes, il classico piano elettrrico dal suono inconfondibile che costituisce una delle soluzioni sonore tipiche dell’album, ed in generale della musica di Max Meazza, mentre, sempre nel brano di Winkler, appaiono i fratelli Pucci, che uniti a Benecchi forniscono il supporto sonoro del pezzo. Tony O’Malley, ex Kokomo e Arrival, è alle armonie vocali in Black And White Generation, e comunque, se volete, in questo blog dal nome suggestivo http://labibledelawestcoast.blogspot.it/2015/04/max-meazza-charlie-parker-loves-me-2015.html, trovate tutti i credits dei musicisti presenti nell’album.

Ho tenuto per ultima, come una ciliegina sulla torta, la presenza di Marc Jordan, grande cantante newyorkese, ma che da anni vive in Canada, uno dei migliori rappresentanti di questo sound tra jazz, rock e musica Westcoastiana, filone a cui potremmo far risalire anche i vari Donald Fagen, Bill LaBounty, Ned Doheny, Boz Scaggs, Robbie Dupree, Michael Franks e tantissimi altri. Jordan in particolare è anche autore per altri, e qui mi assumo la responsabilità di quello che dico, non sempre i nomi che eseguono i suoi brani rientrano tra i miei preferiti (Cher e Josh Groban tra tutti), o non più: la versione del brano che dà il titolo al CD di Meazza, Charlie Parker Loves Me, è apparsa su un disco di Rod Stewart Human del 2001, dal suono francamente imbarrazzante, mentre le versioni di Jordan, sia quella originale su This Is How Men Cry che quella su questo CD sono decisamente migliori, quel contemporary pop/rock/jazz, per coniare un “nuovo” termine, raffinato ed elegante; nell brano in questione Max Meazza è presente solo alla chitarra elettrica, al fianco dell’avvolgente sound del piano elettrico, della tromba con il mute e una melodia gentile e facilmente memorabilizzabile, mentre nel resto dell’album è la sua voce a guidare le danze: Ora più bassa e roca, come nella cover di She’s A Lover, un brano tratto da John Martyn And., per essere onesti non tra i migliori del cantautore scozzese, ma qui reso in una bella versione, dove una chitarrina elettrica molto lavorata, anche con un wah-wah leggero ma insinuante, ed una acustica morbida ed arpeggiata, si dividono con il solito piano elettrico il tappeto sonoro che sottolinea le divagazioni vocali del nostro (bel video, complimenti alla mamma https://www.youtube.com/watch?v=BZIOpBIBSL4). Neon Angel, dove la voce è più naturale e meno tesa alle note basse, è una classica ballata californiana, malinconica ma solare, con le chitarre a sottolineare la melodia avvolgente della canzone https://www.youtube.com/watch?v=Uyt6EbT4Twc , mentre Lost In L.A., di nuovo su una tonalità più bassa, ha un ritmo più funky, vagamente latineggiante, con delle armonie vocali quasi sognanti, grazie alla voce di Valeria Fiore, mentre Marco Taggiasco, tastiere, basso e piano elettrico si affianca alle chitarre di Demontis, con un bel assolo di tromba di Filippo Daga,  che nel finale del brano alza la quota jazz dello stesso.

A seguire un brano melodico come A Face In The Crowd, con Martina Daga (stessa famiglia?) al sax, sempre con quell’aria rilassata e indolente tipica del sound della costa californiana. Di Forward Motion possiamo aggiungere che il suo autore ed interprete Mark Winkler, è uno di quei cantant jazzi che viene dalla schiatta che da Mose Allison giunge fino a Michael Franks, mentre il sound sta a metà appunto tra Franks e gli Steely Dan più leggeri. Solid Air, la bellissima canzone di John Martyn, Max Meazza l’ha incisa più volte e questa versione è già apparsa in precedenza, ma vista la bellezza del brano l’ascoltiamo ancora una volta con piacere, anche grazie alle raffinate evoluzioni della solista di Cifarelli. Too Late For My Heart fa sempre parte di quelle ballate pensose e melancoliche tipiche di Max, ma l’uso del drum programming (presente anche in altri brani)non mi piace, infatti quando c’è un batterista “umano”, come Enrico Ferraresi in Black And White Generation, si sente subito, il brano che ha una andatura decisamente più rock rispetto al resto dell’album, sembra un pezzo alla Dire Straits primo periodo, con la solista insinuante di Demontis e un groove più deciso, prima di lasciare spazio all’ultima traccia dell’album, una Laurie Bird più intima e raccolta, quasi autunnale nel suo arrangiamento austero, solo chitarra acustica ed elettrica, un basso fretless e il violino di Giulia Nuti a caratterizzare questa canzone meno immediata e più meditata. Se già conoscete il buon vecchio Max è la sua “solita” musica, se viceversa quanto scritto vi ha incuriosito potete provare questo Charlie Parker Loves Me, male non può farvi!

Bruno Conti

Dalle Cover Di Neil Young … Alle Cover D’Autore ! Rusties – Dalla Polvere E Dal Fuoco

rusties dalla polvere

Rusties – Dalla Polvere E Dal Fuoco – Hard Dreamers/Ird

Per chi ancora non li conoscesse, i Rusties sono una longeva band italiana (conosciuta ai più per essere la migliore “cover band” di Neil Young) https://www.youtube.com/watch?v=LOSrZsoWREU , ma con un indubbia fama conquistata sui palchi di tutta Europa. Formatisi quasi per gioco nel lontano ’98 e dopo centinaia di concerti come “tribute band”, esordiscono con un demo Rusties Never Sleep (02), seguito da Younger Than Neil (05), e da un album dal vivo registrato al festival tedesco Orange Blossom Special, Live In Germany (07) e, per festeggiare i dieci anni di attività, incidono una raccolta di rarità Last Rust The Best & The Rest (08). Poi (giustamente) i Rusties hanno deciso di fare le cose sul serio componendo loro le canzoni, e il risultato è stata la pubblicazione di Move Along (09) https://www.youtube.com/watch?v=iL46AtdtiVM , mantenendo questo filone nel successivo Wild Dogs (11), con la presenza di due ospiti di classe, la bravissima cantante irlandese Mary Coughlan https://www.youtube.com/watch?v=hJ7R9-m_wH8  (che canta nella title-track e nella bonus-track) https://www.youtube.com/watch?v=OAdDOoTKRWg , ed il cantautore (sempre irlandese) Andy White, che co-produce e scrive con i Rusties alcune canzoni che danno al gruppo un respiro internazionale.

RUSTIES - Move along CD cover RUSTIES - Wild Dogs CD cover

I “Rugginosi” (attuali) sono formati dallo storico “leader” Marco Grompi (biografo ufficiale di Neil Young, discografico e vecchio collaboratore del Buscadero)) voce, chitarre e armonica, Osvaldo Ardenghi alla chitarra elettrica (anche  solista in proprio), Fulvio Monieri al basso, Massimo Piccinelli alle tastiere, Filippo Acquaviva alla batteria e percussioni, con la collaborazione della violinista italo-siriana Jada Salem, che hanno elaborato questo nuovo lavoro con nove “cover” d’autore, parliamo di Neil Young (non poteva mancare), Bruce Cockburn, John Martyn, Warren Zevon, Chris Eckman (Walkabouts), Robert Fisher (Willard Grant Conspiracy), e Roger Hodgson (Supertramp), liberamente tradotte e riadattate dal “biografo” Marco Grompi,  e cantate per la prima volta dal gruppo in italiano.

RUSTIES-2014-11 Rusties - marco e osvaldo

Dalla Polvere E Dal Fuoco inizia con Ombre All’Orizzonte una cover di Ghost Along The Border, pescata dal disco solista di Chris Eckman Harney Country, riletta in una chiave delicata, mentre la seguente Canzone Logica è la famosissima The Logical Song dei Supertramp  (forse la meno riuscita del lotto), andando poi ad omaggiare Robert Fisher dei grandi Willard Grant Conspiracy con Le Intenzioni di Harrison Hayes, dall’album Regard The End, il Bruce Cockburn di Stealing Fire con Se Solo Avessi Un Lanciarazzi, e Pacing The Cage, con l’acustica Dentro La Gabbia. Con la title track Dalla Polvere E Dal Fuoco si rende omaggio al Neil Young della poderosa Powderfinger qui rifatta come sempre con le chitarre spianate, e una La Signora ripescata da uno dei primi album del “bisonte” Neil Young, passando per la tenue Aria Solida, che non è altro che la famosissima Solid Air (la canzone che John Martyn dedicò a Nick Drake), e a chiudere con la tenerissima Tienimi Con Te versione di Keep Me In Your Heart del grande Warren Zevon di The Wind. Missione compiuta!

Anche se si tratta di un disco di “covers”, in questo disco dei Rusties si respira l’America (e non solo) riletta in chiave molto personale, re-interpretando canzoni di artisti fra i più “veri” che hanno calpestato la musica rock, tenendo ben presente che non è mai facile la rilettura in italiano (scelta per certi versi coraggiosa), e che vi consiglio di ascoltare, se vi piacciano il folk, il country-folk, e la “mitica” West Coast!

Tino Montanari

Novità Di Gennaio, Parte IIB. John Martyn, Standells, Shadows Of Knight, Winter/Cotton/Waters, Lone Bellow, Scott Kempner, Bettye Lavette, Howlin’ Rain

john martyn piece by piece john martyn sapphire

Continuiamo a oltranza con le uscite discografiche di questa ultima settimana di Gennaio 2015. Ancora alcune ristampe e pubblicazioni di materiale inedito pescato da polverosi archivi. Partiamo da John Martyn: la Universal, dopo il box integrale degli Island Years e il cofanetto quadruplo, The Best Of Island Years, con una selezione del materiale inedito contenuto in quello da 18 dischetti, ora continua a pubblicare i singoli album nelle versioni doppie Deluxe:

Sapphire è il disco del 1984, potenziato da un secondo CD di Alternate Takes, un brano non presente nell’album originale e tre brani dal vivo a Amburgo nel 1986 https://www.youtube.com/watch?v=wsFO-FVjpEc .

CD1
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d

CD2
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d
11. Love In Your Life
12. Fisherman’s Dream
13. Mad Dog Days
14. Fisherman’s Dream

Piece By Piece è il disco del 1986 e contiene nel secondo CD sette versioni alternate, una traccia non presente nell’originale e altri sette brani dal vivo del concerto ad Amburgo del 1986 https://www.youtube.com/watch?v=rvqTUhovRaU .

CD1
1. Nightline
2. Lonely Love
3. Angeline
4. One Step Too Far
5. Piece By Piece
6. Serendipity
7. Who Believes In Angels
8. Love Of Mine
9. John Wayne

CD2
1. Lonely Love
2. Angeline
3. Piece By Piece
4. Serendipity
5. Who Believes In Angels
6. Love Of Mine
7. John Wayne
8. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)
9. Piece By Piece
10. Love Of Mine
11. Nightline
12. Serendipity
13. Angeline
14. John Wayne
15. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)

Il suono è quello terribile anni ’80, ma la classe di John Martyn a tratti si percepisce comunque.

standells live on tour shadows of knight live 1966

Sempre per i completisti, la Sundazed pubblica due CD di materiale dal vivo, mai pubblicato prima, registrato nei lontani anni ’60. The Standells Live On Tour ’66 viene da un concerto registrato alla Università del Michigan, con attrezzature professionali (per l’epoca) https://www.youtube.com/watch?v=ENOjxMvy1Cw  e ha il seguente contenuto:

1. Introduction
2. Mr. Nobody
3. Good Lovin’
4. Why Did You Hurt Me
5. Sunny Afternoon
6. Gloria
7. Why Pick On Me
8. Please, Please, Please
9. Midnight Hour
10. Sometimes Good Guys Don’t Wear White
11. Dirty Water

Il materiale degli Shadows Of Knight viene da un concerto registrato al Cellar di Chicago, rimasterizzato da due bobine d’epoca miracolosamente riapparse a quasi 50 anni dalla data dell’esibizione (qualcosa era già apparso nel 1992 sempre la Sundazed, ma qui è stato aggiunto altro materiale. Questo il contenuto:

1. Everybody Needs Somebody to Love

https://www.youtube.com/watch?v=7DaHSnTFa8w
2. Don’t Fight It
3. Got My Mojo Working
4. Any Way That You Want Me
5. Gospel Zone
6. Got To Get You Off My Mind
7. It Takes A Long Time Comin’
8. Hey Joe

https://www.youtube.com/watch?v=AShfPk2w3Xg
9. Tomorrow’s Gonna Be Another Day
10. Peepin’ and Hidin’
11. Let It Rock
12. Willie Jean
13. Spoonful
14. Oh Yeah

https://www.youtube.com/watch?v=zVSCD57U2UY
15. Dark Side
16. Gloria

Le due band americane erano tra le migliori nel garage psichedelico di quell’epoca (come testimoniato nel celebre Nuggets) per cui i collezionisti avranno di che gioire.

winter cotton-waters

Questo doppio, infine, viene da quei concerti semiufficiali, tratti da broadcast radiofonici, in particolare questo concerto tenuto alla Boston Music Hall nel 1977, tratto dal tour di Muddy Waters per promuovere l’album Hard Again, il primo pubblicato dalla Blue Sky, lo vede affiancato dal suo “produttore” Johnny Winter e da James Cotton all’armonica, senza dimenticare Pinetop Perkins Bob Margolin https://www.youtube.com/watch?v=zcG4rNrbKQM . Con qualche intervista aggiunta questo è il resoconto della serata radiofonica:

Tracklist
CD1:
1. The Blues Had A Baby And TheyNamed It Rock ‘N’ Roll
2. Deep Down In Florida
3. Hideaway
4. You’ve Got To Love Her With A Feeling
5. Sweet Home Chicago
6. Rocket 88
7. Help Me
8. How Long?

CD2:
1. Instrumental
2. Mama Talk To Your Daughter
3. Mannish Boy
[Encore]
4. WBCN DJ Talks and Interviews Pinetop Perkins
5. You Don’t Have To Go
6. Got My Mojo Working
7. WBCN DJ Interview w/ Waters, Cotton and Winter

https://www.youtube.com/watch?v=zFEWn602qwE

lone bellow then came the morning

Veniamo ad un po’ di altre novità discografiche (non ristampe), in uscita sempre da domani martedì 27. I Lone Bellow avevano pubblicato un ottimo album omonimo d’esordio un paio di anni, ora tornano con questo secondo disco Then Came The Morning, sempre per la Descendant Records, che conferma quanto di buono si era detto per il precedente https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk . La formazione è sempre la solita: Zach Williams (guitar, lead vocals), Kanene Donehey Pipkin (mandolin, vocals), Brian Elmquist (guitar, vocals), con molti musicisti aggiunti ed il disco è prodotto da Aaron Dessner dei National, qui lo potete ascoltare http://www.npr.org/2015/01/18/377502471/first-listen-the-lone-bellow-then-came-the-morning (fino a che non lo tolgono) . Poi https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk. Mi sembra molto bello: in Europa esce il 3 febbraio.

scott kempner live on blueberry hill

La discografia solista di Scott Kempner (ex Dictators e Del-Lordsè veramente scarna: un disco nel 1992, Tenement Angels, ristampato nel 2011, e uno, Saving Grace, nel 2008, da allora c’è stata la reunion dei Del-Lords che ha fruttato un album Elvis Club, uscito nel 2013. Quindi i fans di Scott leggeranno con piacere dell’uscita di questo Live On Blueberry Hill (dalla zona di St. Louis in cui è stato registrato il concerto, il locale in effetti si chiama Cicero’s): l’altra notizia è che però la serata a cui risale la registrazione è del 1993, anche se vede la luce solo oggi per la prima volta, su etichetta MRI Music. Quindi non di facile reperibilità.

bettye lavette worthy

Nuovo album anche per Bettye LaVette, esce in Inghilterra per la Cherry Red Records, e vede ricostituirsi il sodalizio con Joe Henry (che aveva già prodotto nel 2005 il bellissimo I’ve Got My Own Hell To Raise): tra gli autori dei brani Dylan che firma Unbelievable, in origine su Under The Red Sky, Jagger-Richards Complicated, i Beatles Wait, oltre allo stesso Joe Henry, Mickey Newbury e la coppia Beth Nielsen Chapman/Mary Gauthier che firma la title-track. Questa è la lista completa dei brani:

DISC ONE: CD
1. UNBELIEVABLE
2. WHEN I WAS A YOUNG GIRL 
3. BLESS US ALL 
4. STOP 
5. UNDAMNED 
6. COMPLICATED 
7. WHERE A LIFE GOES 
8. JUST BETWEEN YOU AND ME AND THE WALL YOU’RE A FOOL 
9. WAIT
10. STEP AWAY 
11. WORTHY
Per la gioia di grandi e piccini (ma non dei nostri portafogli, visto che si parla di un prezzo intorno ai 30 euro) ne esiste anche una versione Deluxe doppia, con un DVD allegato, che riporta un concerto registrato al Jazz Café di Londra nel luglio 2014, e si tratta di un set completo, come potete leggere qui sotto:
DISC TWO: DVD
1. THE WORD 
2. EVERYTHING IS BROKEN
3. YOUR TIME TO CRY
4. THEY CALL IT LOVE 
5. JOY
6. HEART OF GOLD
7. DON’T LET ME BE MISUNDERSTOOD 
8. EITHER WAY WE LOSE 
9. BLACKBIRD 
10. MY MAN – HE’S A LOVING MAN 
11. LIKE A ROCK 
12. HEAVEN (THE CLOSEST I’LL GET) 
13. SLEEP TO DREAM 
14. I DO NOT WANT WHAT I HAVEN’T GOT
Sembra che, nonostante il prezzo, valga la pena di cercare questa edizione, considerando che in DVD della grande cantante soul non esiste nulla.
howlin rain mansion songs
Loro, gli Howlin Rain, un disco dal vivo, Live Rain, l’hanno appena pubblicato nel 2014, ma a sorpresa esce subito un nuovo disco di studio, Mansion Songs, etichetta Easy Sounds (anche questo quindi non sarà facilissimo da trovare) e nelle parole del leader della band Ethan Miller (nonché l’unico che appare in tutti i dischi della formazione) dovrebbe essere il primo di una trilogia. Attualmente gli Howlin Rain, visto che i Black Crowes sono in pausa indefinita, sono una delle migliori band americane di rock classico, magari insieme ai Drive-by-Truckers, e da quello che ho ascoltato il disco mi sembra ottimo. Verificate… https://www.youtube.com/watch?v=zrMb-4KhsIE e  https://www.youtube.com/watch?v=sX_JK1CtK3c

Per oggi è tutto, ma domani si continua.

Bruno Conti

Ancora Una “Infornata” Di Nuovi Cofanetti Pre-Natalizi. King Crimson, Supertramp, Wilco, Hollies, Jethro Tull, Kinks, David Bowie, John Martyn, Velvet Underground Parte II

jethro tull tull war child 40th anniversary

Come promesso ecco altri cofanetti di prossima uscita. Partiamo con…

Jethro Tull – War Child 40th Anniversary Theatre Edition – 2 CD+2DVD Parolphone/Warner – 25-11-2014

Evidentemente Steven Wilson, oltre ai suoi lavori solisti e con i Porcupine Tree, trova il tempo per proseguire il suo lavoro di restauro dell’opera dei King Crimson e dei Jethro Tull. Della band di Fripp avete letto ieri, mentre per il 25 novembre è annunciata una edizione espansa di War Child, con questo contenuto:

Disc One
1. WarChild
2. Queen and Country
3. Ladies
4. Back-door Angels
5. SeaLion
6. Skating Away on the Thin Ice of the New Day
7. Bungle in the Jungle
8. Only Solitaire
9. The Third Hoorah
10. Two Fingers

Disc Two – The Second Act: Associated Recordings
1. Paradise Steakhouse
2. Saturation
3. Good Godmother*
4. SeaLion II
5. Quartet
6. WarChild II*
7. Tomorrow Was Today*
8. Glory Row
9. March, The Mad Scientist
10. Rainbow Blues
11. Pan Dance

WarChild Orchestral Recordings

12. The Orchestral WarChild Theme*
13. The Third Hoorah (Orchestral Version)*
14. Mime Sequence*
15. Field Dance (Conway Hall Version)*
16. Waltz Of The Angels (Conway Hall Version)
17. The Beach (Part I) (Morgan Master Recording)*
18. The Beach (Part II) (Morgan Master Recording)*
19. Waltz Of The Angels (Morgan Demo Recording)*
20. The Beach (Morgan Demo Recording)*
21. Field Dance (Morgan Demo Recording)*

* Previously Unreleased

DVD 1 (Audio & Video)

Contains:
* WarChild remixed to 5.1 DTS and AC3 Dolby Digital surround sound and 96/24 PCM stereo.
* A flat transfer from the original 1974 LP master at 96/24 PCM stereo.
* A flat transfer of the original 1974 Quad LP (with additionally Glory Row & March, The Mad Scientist) at 5.1 (4.0) DTS and AC3 Dolby Digital surround sound.
* Video clips of a Montreux photosession and press conference on 11th January 1974 and The Third Hoorah promo footage with remixed stereo audio.

DVD 2 (Audio)

Contains:
* An additional eleven group recordings from the WarChild sessions and later, including 3 previously unreleased tracks, and 4 orchestral recordings from the WarChild sessions mixed to 5.1 DTS and AC3 Dolby Digital surround sound and 96/24 PCM stereo.
* Six additional orchestral recordings (five previously unreleased) mixed by Robin Black in 1974, now in 96/24 PCM stereo.

kinks the anthology

The Kinks – The Anthology 1964-1971 – 5CD Sony Legacy/Sanctuary – 18-11-2014 UK/ 09-12-2014 USA

Come era stato recentemente per gli Small Faces, anche per i Kinks continuano ad uscire cofanetti: tra novembre e dicembre, mercato inglese ed americano, ma le date cambiano in continuazione, quindi sono indicative, esce questo ennesimo box per festeggiare il 50° Annoversario della band dei fratelli Davies, da Muswell Hill, Londra. Come al solito ci sarà la solita pletora di rarità, o presunte tali, ma il sottoscritto si ferma al precedente box da 6 CD, Picture Book, uscito nel 2008. Abbiamo già dato, grazie. Per chi fosse interessato, come al solito questi i contenuti:

CD1:

1. I’m A Hog For You, Baby – The Boll-Weevils
2. I Don’t Need You Anymore (demo)
3. Ev’rybody’s Gonna Be Happy (demo)
4. Long Tall Sally
5. I Took My Baby Home
6. You Still Want Me
7. You Do Something To Me
8. You Really Got Me
9. It’s All Right
10. Beautiful Delilah
11. Just Can’t Go To Sleep
12. I’m A Lover, Not A Fighter (mono alternate)
13. Little Queenie (Live At The Playhouse Theatre, 1964)
14. Too Much Monkey Business (alternate take)
15. Stop Your Sobbing (mono)
16. All Day And All Of The Night
17. I Gotta Move
18. I Gotta Go Now
19. I’ve Got That Feeling (Live At Piccadilly Studios, 1964)
20. Tired Of Waiting For You
21. Come On Now (alternate mix)
22. Look For Me Baby
23. Nothin’ In The World Can Stop Me Worryin’ ‘Bout That Girl
24. Wonder Where My Baby Is Tonight
25. Don’t Ever Change
26. You Shouldn’t Be Sad
27. Something Better Beginning
28. Ev’rybody’s Gonna Be Happy
29. Who’ll Be The Next In Line (Session Fragment – Backing track)
30. Who’ll Be The Next In Line (alternate)
31. Set Me Free
32. I Need You
33. Interview: Clay Cole Meets The Kinks June 17, 1965

ALL TRACKS IN MONO SOUND SYSTEM
Tracks 5-13, 15-19 and 21-33 Produced by SHEL Talmy
Tracks 14 and 20 Produced by BERNIE ANDREWS

CD2:

1. See My Friends
2. Never Met A Girl Like You Before
3. I Go To Sleep (demo)
4. A Little Bit Of Sunlight (demo)
5. Tell Me Now So I’ll Know (alternate demo)
6. When I See That Girl Of Mine (demo)
7. There’s A New World Just Opening For Me (demo)
8. This Strange Effect (Live At Aeolian Hall, 1965)
9. Hide And Seek (Live At Aeolian Hall, 1965)
10. A Well Respected Man
11. Such A Shame
12. Do not You Fret
13. Till The End Of The Day
14. Where Have All The Good Times Gone
15. Milk Cow Blues
16. I Am Free
17. The World Keeps Going Round
18. I’m On An Island
19. You Can not Win
20. Time Will Tell
21. Dedicated Follower Of Fashion (Snippet Login – Tomas 1-3)
22. Dedicated Follower Of Fashion (single version)
23. Sittin ‘On My Sofa
24. She’s Got Everything (Backing Track Take Two)
25. She’s Got Everything (Mono alternate version)
26. Mr. Reporter (version one)
27. All Night Stand (demo)

ALL TRACKS IN MONO SOUND SYSTEM
TRACKS 1, 2, 10-26 Produced by SHEL Talmy
Tracks 8 and 9 Produced by Keith Bateson

CD3:

1. Sunny Afternoon (mono)
2. I’m Not Like Everybody Else (mono)
3. Dandy (mono)
4. Party Line (mono)
5. Rosy Will Not You Please Come Home (mono)
6. Too Much On My Mind (Mono)
7. Session Man (mono)
8. Most Exclusive Residence For Sale (mono)
9. Fancy (mono)
10. Dead End Street (mono)
11. Big Black Smoke (alternate stereo mix)
12. Mr. Pleasant (stereo)
13. This Is Where I Belong (stereo)
14. Village Green (stereo)
15. Two Sisters (stereo)
16. Waterloo Sunset (Snippet Sign – Backing Track Take Two)
17. Waterloo Sunset (stereo)
18. Act Nice And Gentle (stereo)
19. Harry Rag (stereo) (Snippet session)
20. Harry Rag (stereo)
21. Death Of A Clown (stereo) – Dave Davies
22. Love Me Till The Sun Shines (stereo) – Dave Davies
23. David Watts (stereo)
24. Tin Soldier Man (stereo)
25. Afternoon Tea (alternate stereo mix)
26. Funny Face (stereo) – Dave Davies
27. Lazy Old Sun (alternate stereo mix)
28. Susannah’s Still Alive (stereo) – Dave Davies
29. Good Luck Charm (stereo) – Dave Davies

Tracks 1-9, 11-20, 23 and 24 produced by Talmy SHEL
Tracks 10, 21, 22, 25-29 Produced by RAY DAVIES

CD4:

1. Autumn Almanac (mono)
2. Lavender Hill (mono)
3. Rosemary Rose (stereo)
4. Wonderboy (mono)
5. Polly (mono)
6. Lincoln County (single stereo version) – Dave Davies
7. Did You See His Name? (Stereo alternate ending)
8. Days (Snippet session)
9. Days (stereo)
10. Misty Water (alternate mix)
11. Do You Remember Walter (mono)
12. Picture Book (mono)
13. Johnny Thunder (stereo remix)
14. Big Sky (mono)
15. Animal Farm (mono)
16. Starstruck (mono)
17. Pictures In The Sand (mono)
18. People Take Pictures Of Each Other (stereo Mix for Europe)
19. Interview: Ray Davies talks about Village Green Preservation Society (mono)
20. The Village Green Preservation Society (Live At The Playhouse Theatre, 1968) (mono)
21. Hold My Hand (stereo) – Dave Davies
22. Creeping Jean (stereo) – Dave Davies
23. Berkeley Mews (stereo)
24. Till Death Us Do Part (mono)
25. When I Turn Out The Living Room Light (mono)
26. Where Did My Spring Go (mono)
27. Plastic Man (stereo) )
28. King Kong (mono)
29. This Man He Weeps Tonight (Mono)
30. Reprise US Tour Spot (stereo)

Tracks 1-18, 21-29 Produced by RAY DAVIES
Tracks 19 & 20 Produced by BILL BEBB

CD5:

1. Victoria (stereo)
2. Some Mother’s Son (stereo)
3. Drivin ‘(stereo)
4. Shangri-La (stereo)
5. She’s Bought A Hat Like Princess Marina (stereo)
6. Young And Innocent Days (stereo)
7. Mindless Child Of Motherhood (stereo) – The Kinks Featuring Dave Davies
8. Lola (mono)
9. Apeman (stereo)
10. Strangers (stereo)
11. Get Back In The Line (stereo)
12. Anytime (stereo)
13. This Time Tomorrow (stereo)
14. A Long Way From Home (stereo)
15. Powerman (stereo)
16. Got To Be Free (stereo)
17. Dreams (stereo)
18. Moments (stereo)
19. The Way Love Used To Be (stereo)
20. God’s Children (stereo)

PLUS 7 “SINGLE

La scritta finale vuol dire che nella confezione ci sarà un 45 giri, tradotto per i non collezionisti!

david bowie nothing has changed

David Bowie – Nothing Has Changed – 2 CD o 3 CD Deluxe Edition Sony Legacy -18-11-2014

Anche il “Duca Bianco” ci propone o ci propina, tramite la sua ultima casa discografica, una ennesima antologia, ma è quella definitiva. In attesa di un nuovo album, annunciato da Tony Visconti in probabile uscita a primavera del 2015, David Bowie ci regala ben “un” brano nuovo, Sue (Or In A Season Of Crime) https://www.youtube.com/watch?v=3GodUgnO7lY , prodotto dall’appena nominato Visconti, più un inedito Let Me Sleep Beside You, dall’album del 2001 Toy rimasto inedito, Your Turn To Drive, sempre dalle stesse sessions, poi “apparse” in rete nel 2011, e Shadow Man, idem come sopra. Tutti e quattro i brani sono nella versione tripla, due sono presenti in quella doppia, mentre gli “astuti” giapponesi ne pubblicheranno una versione esclusiva singola, con il brano nuovo. Contenuti del triplo CD a seguire:

CD1
1. Sue (Or In A Season Of Crime) (7.40)
2. Where Are We Now? (4.09)
3. Love Is Lost (Hello Steve Reich Mix By James Murphy For The DFA Edit) (4.07)
4. The Stars (Are Out Tonight) (3.57)
5. New Killer Star (Radio Edit) (3.42)
6. Everyone Says ‘Hi’ (Edit) (3.29)
7. Slow Burn (Radio Edit) (3.55)
8. Let Me Sleep Beside You (3.14)
9. Your Turn To Drive (4.44)
10. Shadow Man (4.48)
11. Seven (Marius De Vries Mix) (4.12)
12. Survive (Marius De Vries Mix) (4.18)
13. Thursday’s Child (Radio Edit) (4.25)
14. I’m Afraid Of Americans (V1) (Clean Edit) (4.30)
15. Little Wonder (Edit) (3.40)
16. Hallo Spaceboy (PSB Remix) (With The Pet Shop Boys) (4.23)
17. Heart’s Filthy Lesson (Radio Edit) (3.32)
18. Strangers When We Meet (Single Version) (4.21)

CD2
1. Buddha Of Suburbia (4.24)
2. Jump They Say (Radio Edit) (3.53)
3. Time Will Crawl (MM Remix) (4.18)
4. Absolute Beginners (Single Version) (5.35)
5. Dancing In The Street (With Mick Jagger) (3.20)
6. Loving The Alien (Single Remix) (4.45)
7. This Is Not America (With The Pat Metheny Group) (3.51)
8. Blue Jean (3.11)
9. Modern Love (Single Version) (3.56)
10. China Girl (Single Version) (4.15)
11. Let’s Dance (Single Version) (4.08)
12. Fashion (Single Version) (3.25)
13. Scary Monsters (And Super Creeps) (Single Version) (3.32)
14. Ashes To Ashes (Single Version) (3.35)
15. Under Pressure (With Queen) (3.56)
16. Boys Keep Swinging (3.17)
17. ‘Heroes’ (Single Version) (3.35)
18. Sound And Vision (3.03)
19. Golden Years (Single Version) (3.27)
20. Wild Is The Wind (2010 Harry Maslin Mix) (5.58)

CD3
1. Fame (4.14)
2. Young Americans (2007 Tony Visconti Mix Single Edit) (3.13)
3. Diamond Dogs (5.56)
4. Rebel Rebel (4.28)
5. Sorrow (2.53)
6. Drive-In Saturday (4.29)
7. All The Young Dudes (3.08)
8. The Jean Genie (Original Single Mix) (4.05)
9. Moonage Daydream (4.40)
10. Ziggy Stardust (3.12)
11. Starman (Original Single Mix) (4.10)
12. Life On Mars? (2003 Ken Scott Mix) (3.49)
13. Oh! You Pretty Things (3.11)
14. Changes (3.33)
15. The Man Who Sold The World (3.56)
16. Space Oddity (5.12)
17. In The Heat Of The Morning (3.00)
18. Silly Boy Blue (3.54)
19. Can’t Help Thinking About Me (2.46)
20. You’ve Got A Habit Of Leaving (2.32)
21. Liza Jane (2.18)

john martyn best of island years

John Martyn – The Best Of The Island Years – 4 CD Island/Universal – 04-11-2014

Come era stato per Sandy Denny, la Island/Universal pubblicherà questo cofanetto con il “meglio” estratto dal cofanetto da 18 CD uscito lo scorso anno, The Island Years https://www.youtube.com/watch?v=0Nk4j_Ur554 , dedicato a John Martyn, pescando tra tutti gli inediti che erano contenuti in quella opera omnia: ovviamente non è l’integrale degli inediti, visto che c’erano ben 2 concerti completi mai pubblicati, la prima versione di The Apprentice e un DVD di materiale raro ed edito, ma comunque la selezione è esaustiva ed il prezzo molto più contenuto, anche se il “cofanettone” è una meraviglia! Ecco la tracklist della versione da 4 CD, in uscita il 4 novembre:

CD1
1. Go Easy – Alt Take # 2 (4:34)
2. Bless The Weather – Alt Take (4:51)
3. Just Now – Alt Take #2 (3:37)
4. Head And Heart – Alt Take (4:59)
5. Glistening Glyndebourne (7:47)
6. May You Never – Live At The Hanging Lamp (4:18)
7. Head And Heart – Live At The Hanging Lamp (3:57)
8. I’d Rather Be The Devil – Live At The Hanging Lamp (7:50)
9. Solid Air – Alt Take (4:30)
10. Over The Hill – Alt Take (3:17)
11. I’d Rather Be The Devil – Alt Take #2 (6:02)
12. Go Down Easy – Alt Take #3 (5:11)
13. Dreams By The Sea – Alt Take (3:22)
14. May You Never – Alt Take (3:46)
15. Fine Lines – Alt Take (3:55)

CD2
1. The Glory Of Love – Alt Take (2:40)
2. Make No Mistake – Alt Take (6:45)
3. Sunday’s Child – Alt Take (6:30)
4. Spencer The Rover – BBC Sight And Sound (3:53)
5. Eight More Miles – Alt Take (2:44)
6. Outside In – Liver At Leeds (18:56)
7. Solid Air – Live At Leeds (7:10)
8. The Man At The Station – Live At Leeds (2:42)
9. Dealer – Alt Take (5:16)
10. One World – Alt Take (4:19)
11. Smiling Stranger – Alt Take (3:35)
12. Certain Surprise – Alt Take #2 (4:00)

CD3
1. Couldn’t Love You More – Alt Take (3:14)
2. Big Muff – Take 1 (7:11)
3. Dancing – Alt Take #2 (3:54)
4. Small Hours – Alt Take (9:50)
5. Black Man At Your Shoulders (8:30)
6. Some People Are Crazy – Alt Take (4:12)
7. Grace And Danger – Alt Take (7:37)
8. Johnny Too Bad – Alt Take (7:18)
9. Hi Heel Sneakers – Unreleased Song (3:17)
10. Running Up The Harbour – Alt Take (4:38)
11. Sweet Little Mystery – Old Grey Whistle Test – 10/1/1981 (4:58)
12. Our Love – Alt Take (5:54)
13. After Tomorrow Night – Alt Take (4:36)

CD4
1. Sapphire – Andy Lydon Mix (4:49)
2. Over The Rainbow – Andy Lydon Mix (3:47)
3. Fisherman’s Dream – Andy Lydon Mix (4:33)
4. Mad Dog Days – Andy Lydon Mix (5:21)
5. Love In Your Life – Previously Unreleased Song (3:26)
6. Solid Air – Live At Glastonbury (5:42)
7. Bless The Weather – Live At Glastonbury (4:10)
8. Lonely Love – Alt Take (3:22)
9. Angeline – Alt Take (5:03)
10. Piece By Piece – Take 1 (3:58)
11. The River (4:17)
12. Send Me One Line (5:12)
13. The Apprentice (4:16)
14. Lifeline (3:52)
15. Patterns In The Rain (3:26)
16. John Wayne – Live At The London Palladium (8:03)

velvet underground the velvet underground

Velvet Underground – The Velvet Underground (3rd Album) – 6 CD Polydor/Universal 25-11-2014

Proseguendo nella serie di ristampe del 45° anniversario dell’uscita dall’album originale esce anche la ristampa del terzo disco della band di Lou Reed (che ci ha lasciato circa un anno fa, il 27 ottobre dello scorso anno), conosciuto semplicemente come The Velvet Underground e pubblicato in origine dalla MGM nel marzo del 1969. Niente più John Cale e spazio al nuovo arrivato Doug Yule. Il disco originale, bellissimo, aveva solo 10 brani https://www.youtube.com/watch?v=juyTTZZumCQ , in questa versione Super Deluxe, ce n’è giusto “qualcuna” in più, 65 canzoni, in studio e dal vivo:
DISC ONE: THE VELVET UNDERGROUND

(“The Val Valentin Mix”)

1. CANDY SAYS

2. WHAT GOES ON

3. SOME KINDA LOVE

4. PALE BLUE EYES

5. JESUS

6. BEGINNING TO SEE THE LIGHT

7. I’M SET FREE

8. THAT’S THE STORY OF MY LIFE

9. THE MURDER MYSTERY

10. AFTER HOURS

DISC TWO: THE VELVET UNDERGROUND

(“The Closet Mix”)

1. CANDY SAYS

2. WHAT GOES ON

3. SOME KINDA LOVE

4. PALE BLUE EYES

5. JESUS

6. BEGINNING TO SEE THE LIGHT

7. I’M SET FREE

8. THAT’S THE STORY OF MY LIFE

9. THE MURDER MYSTERY

10. AFTER HOURS

11. BEGINNING TO SEE THE LIGHT (alternate “Closet Mix”)

DISC THREE: THE VELVET UNDERGROUND

(“Promotional Mono Mix”)

1. CANDY SAYS

2. WHAT GOES ON

3. SOME KINDA LOVE

4. PALE BLUE EYES

5. JESUS

6. BEGINNING TO SEE THE LIGHT

7. I’M SET FREE

8. THAT’S THE STORY OF MY LIFE

9. THE MURDER MYSTERY

10. AFTER HOURS

Mono Single released April 1969

11. WHAT GOES ON

12. JESUS

DISC FOUR: 1969 SESSIONS

1. FOGGY NOTION (original 1969 mix) +

2. ONE OF THESE DAYS (new 2014 mix) +

3. LISA SAYS (new 2014 mix) +

4. I’M STICKING WITH YOU (original 1969 mix) +

5. ANDY’S CHEST (original 1969 mix) +

6. CONEY ISLAND STEEPLECHASE (new 2014 mix)+

7. OCEAN (original 1969 mix)

8. I CAN’T STAND IT (new 2014 mix) +

9. SHE’S MY BEST FRIEND (original 1969 mix) +

10. WE’RE GONNA HAVE A REAL GOOD TIME TOGETHER (new 2014 mix) +

11. I’M GONNA MOVE RIGHT IN (original 1969 mix)

12. FERRYBOAT BILL (original 1969 mix)

13. ROCK & ROLL (original 1969 mix)

14. RIDE INTO THE SUN (new 2014 mix) +

+ previously unreleased mixes

DISC FIVE: LIVE AT THE MATRIX

November 26 & 27, 1969 (Part 1)

1. I’M WAITING FOR THE MAN *

2. WHAT GOES ON *

3. SOME KINDA LOVE **

4. OVER YOU *

5. WE’RE GONNA HAVE A REAL GOOD TIME TOGETHER *

6. BEGINNING TO SEE THE LIGHT **

7. LISA SAYS **

8. ROCK & ROLL **

9. PALE BLUE EYES *

10. I CAN’T STAND IT ANYMORE *

11. VENUS IN FURS *

12. THERE SHE GOES AGAIN *

DISC SIX: LIVE AT THE MATRIX

November 26 & 27, 1969 (Part 2)

1. SISTER RAY ***

2. HEROIN *

3. WHITE LIGHT/WHITE HEAT **

4. I’M SET FREE *

5. AFTER HOURS *

6. SWEET JANE **

All mixes previously unreleased.

* previously unreleased performance

** different source mix of this performance appears on 1969: The Velvet Underground Live

*** different source mix of this performance appears on The Quine Tapes Box Set

E dalle prime informazioni non dovrebbe, una volta tanto, essere neppure troppo costoso, indicativamente tra i 50 e i 60 euro (sempre da prendere con beneficio d’inventario tutti i prezzi che riporto con molto anticipo).

Dire che per il momento, a livello cofanetti, è tutto, ma ne mancano alcuni, tipo il sestuplo limitato dal vivo dei Dexys Midnight Runners e altri di cui mi riservo di parlarvi nei prossimi giorni, insieme ad altre uscite interessanti, senza tralasciare le immancabili recensioni.

Alla prossima.

Bruno Conti

Dalla Scozia Un “Indipendente” Narratore Di Emozioni! James Yorkston – The Cellardyke Recordings…

james yorkston the cellardyke

James Yorkston – The Cellardyke Recordings And Wassailing Society – Domino/Self

Di questo signore, James Yorkston, mi ero già occupato su queste pagine virtuali in occasione del precedente lavoro I Was A Cat From A Book (12) http://discoclub.myblog.it/2012/08/31/le-raffinate-evoluzioni-di-un-nuovo-menestrello-scozzese-jam/ , quindi non sto a ripetervi l’ammirazione che ho per questo personaggio, con sette album alle spalle (e vari EP) e un rapporto più che decennale con la nota etichetta indipendente londinese Domino Records, che pubblica anche questa sua ultima fatica in studio (dal titolo breve e conciso?!), The Cellardyke Recordings And Wassailing Society.

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Yorkston è stato tra i fondatori del Fence Collective (nelle cui fila sono transitati tra gli altri, King Creosote e la più nota KT Tunstall) un collettivo di area folk dislocato nella regione del Fife, ed è qui che il buon James, nel piccolo villaggio di pescatori di Cellardyke (un dolce angolo della Scozia, forse prossima all’indipendenza?)ha trovato lo spunto per raccontare, lungo un percorso di ben 16 brani, una raccolta di storie, piccoli drammi e stranezze assortite, che ogni giorno in una piccola comunità si possono verificare.

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Registrato a Londra e prodotto da Alexis Taylor degli Hot Chip (strano connubio), questo nuovo lavoro vede ancora la partecipazione di Jon Thorne al basso e Emma Smith al violino e clarinetto (da tempo suoi fedeli collaboratori), oltre che di Rob Smoughton alle percussioni, Fimber Bravo allle steeldrums (tutti noti musicisti prettamente di ambito folk), il veterano Johnny Lynch, e come ospite alle armonie vocali e controcanto, la rediviva e sempre brava KT Tunstall, per un ritorno ai suoni più intimi degli esordi https://www.youtube.com/watch?v=OfnP_1wkf0U .

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The Cellardyke Recording… non è un “concept album” come può sembrare, ma i testi e i temi che legano il disco toccano la melanconia del villaggio costiero e delle persone che vi abitano, a partire dall’iniziale Fellow Man https://www.youtube.com/watch?v=AxwSXxO7dPA , le trame del violino folk di The Blues You Sang, o il quasi parlato di Guy Fawkes’ Signature, passando per la struggente ballata Broken Wave (A Blues For Doogie), un alto, bellissimo ,elogio funebre per un ex-membro della band, le dolci avvolgenti Thinking About Kat e Feathers Are Falling, la narrazione romantica di una Red Fox;  l’angelica voce della Tunstall lo accompagna in Great Ghost https://www.youtube.com/watch?v=xUpy521NTGM  e Honey On Thigh, fino ad arrivare alle delicatezze piano e voce di una inconsueta cover di Chris Bell, dei mai dimenticati Big Star, You & Your Sister “, rivoltata come un calzino” da James https://www.youtube.com/watch?v=KRC06j2-_pY .

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Dalla penna di James Yorkston escono canzoni intimiste e dolci, fatte spesso di lievi accordi acustici, il tutto si regge sulla chitarra e sulla voce (qualcosa di John Martyn, un tocco di Bert Jansch e del grande Nick Drake, e un pizzico, perché no, di Robyn Hitchcock e Donovan) di un cantautore che ha assimilato il meglio della tradizione scozzese, ed anche se i suoi dischi vengono recepiti magari al quinto o sesto ascolto, armatevi di pazienza e sedetevi sulla poltrona di casa, sorseggiate del buon whisky scozzese (consiglio il Glenmorangie), e scoprirete un musicista onesto, nonché narratore tenero e meraviglioso.

Tino Montanari

Il Ritorno Del “Trovatello”! David Gray – Mutineers

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David Gray – Mutineers – Iht Records – Deluxe Edition – 3 CD Box

Può sembrare strano, ma David Gray è una sorta di miracolato: i suoi primi tre dischi (splendidi), A Century Ends (93), Flesh (94) e Sell, Sell, Sell (96), per quanto incensati dalla critica (soprattutto il primo) e dai colleghi (Joan Baez e Bob Dylan) vendettero poco o niente. Di conseguenza i contratti (prima con la Virgin e poi con la Emi) vennero stracciati e il nostro buon David stava pensando seriamente di trovarsi un altro lavoro, non senza darsi prima un’ultima “chance”. Ormai deluso da produttori e discografici, Gray decise di incidere un nuovo disco con pochi e qualificatissimi amici, e in modo del tutto indipendente di pubblicarselo, ed ecco il miracolo: una paio di canzoni di White Ladder (98,) Please Forgive Me e Babylon cominciarono ad attirare l’attenzione e il disco come non sempre succede cominciò a funzionare. Nella verde Irlanda (dove David Gray è amatissimo) arrivò in testa alle classifiche, continuando a crescere fino a vendere sei milioni di copie in tutto il mondo, e da quel momento la vita di “lazzaro” David cambia, trovando conferme nei successivi A New Day At Midnight (02), Life In Slow Motion (05), senza dimenticare un’introvabile live A Thousand Miles Behind (07), da cercare assolutamente  (composto solo da cover di Tim Buckley, Bob Dylan, Randy Newman, Bruce Springsteen, Barry Gibb, Johnny Cash, Will Oldham, John Martyn), fino ad arrivare alla produzione più recente Draw The Line (09) e Foundling (10) puntualmente ne ha parlato il buon Bruno su queste pagine http://discoclub.myblog.it/2010/08/26/un-altro-trovatello-david-gray-foundling/ ) forse non ai livelli dei precedenti (ma conosco gente che farebbe carte false e anche di più, per pubblicare lavori simili!).

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Questo uomo di mondo nato a Sale, gallese di adozione (Solva) e irlandese di vocazione musicale, rompe un silenzio discografico di quattro anni con questo nuovo lavoro Mutineers, suo decimo album in studio, con la produzione di Andy Barlow dei Lamb (una coppia che stranamente funziona), dando molta attenzione alla ritmica, all’uso non banale degli strumenti acustici, su un tessuto sonoro dove l’elettronica viene usata in una forma lieve e appropriata. I musicisti che accompagnano Gray in questo viaggio di “ammutinati”, sono Robbie Malone al basso, Keith Prior alle percussioni e batteria, John Smith alle chitarre, Caroline Dale al cello, oltre allo stesso David voce, pianoforte, chitarra acustica, tastiere e armonica, per undici tracce con un suono pieno e di grande atmosfera.

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Con la triade iniziale, Gray, come al solito, dimostra di saper scrivere canzoni, a partire da Back In The World che scalda subito i cuori https://www.youtube.com/watch?v=mBS6UgiYTr4 , passando per le soffici atmosfere di As The Crow Files e la title track Mutineers, con un crescendo affascinante dove non stona un lieve tocco di elettronica, e si prosegue con le note eleganti di una sperimentale Beautiful Agony https://www.youtube.com/watch?v=KfIq6HMYuvw . Con Last Summer  e Snow In Vegas ritornano le ballate d’autore, brani meravigliosi e dolcissimi (dove David dà il meglio del suo talento), mentre Cake And Eat It si basa su un tessuto prettamente acustico. La parte chiamiamola più melodica continua con due ballate pianistiche di notevole impatto, Birds Of The High Arctic che inizia in modo soffuso per poi svilupparsi in un sontuoso crescendo orchestrale, e una The Incredible dove i coretti danno un’impronta quasi gospel alla canzone https://www.youtube.com/watch?v=bhdvYIqGAl0 , mentre Girl Like You è il brano in cui più si avverte la mano al mixer di Barlow, per poi chiudere con quella che è forse la canzone più bella dell’album, la cruda e spiazzante Gulls con echi di Van Morrison nella bella voce di David Gray https://www.youtube.com/watch?v=iF-xx8mMWIo .

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La versione Deluxe raccoglie in 2 CD, un live show inedito di Grey dal titolo Cascade registrato alla Royal Festival Hall di Londra nel 2011, di cui vi allego la scaletta, divisa nei due dischetti:

1 – Foundling

 2 – From Here You Can Almost Sek RThe Sea

 3 – Davey Jones’ Locker

 4 – Lately

 5 – The One I Love

 6 – Kathleen

 7 – Ain’t No Love

 8 – My Oh My

 9 – Fugitive

10 – Forgetting

11 – Falling Free

12 – Flame Turns Blue

13 – Babylon

14 – Nemesis

15 – Sail Away

Per chi scrive, l’accattivante edizione Deluxe, in un bel piccolo cofanetto, si raccomanda in quanto David Gray è un energico “performer” dal vivo, e buona parte dei brani vengono riproposti in una versione dilatata (ad ulteriore riprova dello spessore artistico dell’artista) per un totale di quasi novanta minuti di eccellente musica.

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I dischi di David Gray vanno ascoltati attentamente e necessitano spesso di numerosi ascolti, come nel caso di questo ultimo Mutineers, un album che cresce ascolto dopo ascolto, forse i precedenti erano più immediati, ma il tempo gioca dalla sua parte, in quanto Gray rimane un cantautore eccezionale, le sue canzoni arrivano al cuore, con quel suo modo di cantare semplice, senza fronzoli, e gli oltre tredici milioni di album venduti in carriera, lo stanno ampiamente a dimostrare. Dio salvi “lazzaro” David!

Tino Montanari

Il “Solito” Disco Di Luka Bloom, Per Fortuna! Head And Heart

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Luka Bloom – Head And Heart – Skip/V2Compass/Ird

Prosegue imperterrita la striscia di ottimi album pubblicati da Luka Bloom, difficilmente i suoi dischi, come si diceva anche in altre occasioni, hanno raggiunto l’eccellenza assoluta, ma la sua opera omnia non manca in ogni occasione di stupire gli appassionati, per la consistenza e la qualità di questi lavori https://www.youtube.com/watch?v=07_n211EvBk . Come è ormai noto (almeno tra i suoi estimatori e gli appassionati della buona musica) il vero nome di Luka è Kevin Barry Moore, fratello minore di Christy Moore, e per chi scrive, giusto una “anticchia” inferiore all’augusto fratello https://www.youtube.com/watch?v=WxLTuzx82XM . Pur avendo vissuto per qualche anno pure fuori dall’Irlanda, dove se è svolta la parte centrale della sua carriera, Luka Bloom ha sempre mantenuto vivi i contatti con la sua terra di origine, e in questo CD c’è una accorata ballata intitolata Liffeyside, dedicata al quartiere di Newbridge, nella County Kildare irlandese, dove si è svolta la sua infanzia https://www.youtube.com/watch?v=5t-nzW9dkRM .

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La novità di questo disco, se tale si può definire, non è tanto nel tipo di sound utilizzato, quanto nel fatto che, con l’esclusione del brano citato e di un’altra canzone di cui parliamo tra poco, si tratta di un album tutto di covers, che quindi esaminano anche la componente non celtico-irlandese della sua musica, che è peraltro presente in alcuni brani. L’altra canzone che porta la firma di Luka Bloom è Give You Wings, una canzone scritta di getto sull’onda emotiva provocata dall’incidente avvenuto in una galleria svizzera nel 2012, quando un bus belga si era schiantato provocando la morte di 28 persone, di cui 22 erano bambini, non so se ricordate il fatto, ma il nostro pubblicò all’epoca su YouTube un filmato che conteneva questa canzone che raccontava la tragedia in modo poetico https://www.youtube.com/watch?v=SvoW6Vqv7PU , vista dal punto di vista dei genitori che non avrebbero più rivisto i loro piccoli figli.

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Bloom è in parte, nella sua poetica, un cantore di questi sentimenti universali, messi sotto forma di canzone, non per nulla il disco si chiama “la testa e il cuore” e nel precedente http://discoclub.myblog.it/2013/01/05/una-certa-aria-di-famiglia-luka-bloom-this-new-morning/ c’erano il brano sull’incontro tra la regina Elisabetta e la Presidentessa irlandese, quello sull’artista olimpica Sonia O’Sullivan e Gaman sul disastro nucleare di Fukushima, quindi un occhio sempre attento anche sull’attualità. Ma in questo album ci si rivolge decisamente al passato: accompagnato dal trio del pianista Phil Ware, del contrabbassista Dave Redmond e del batterista Kevin Brady, registrati nello studio casalingo di Luka, il repertorio pesca alcune “perle” della musica mondiale, qualcuna celebre, altre meno note.

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La title-track Head And Heart, ad esempio, è tratta da uno dei dischi non più celebrati, ma comunque bellissimi, di John Martyn, Bless The Weather, e viene rivista in un arrangiamento jazzato vicino allo spirito dello scozzese, la voce non è cosi fluida e magica, ma è comunque sempre un bel sentire, perché anche la voce di Luka ha quell’impeto in comune con il fratello Christy https://www.youtube.com/watch?v=aEStVgQttBM . Bloom lavora spesso anche con il suono inconfondibile della sua chitarra, suonata in modo particolare, quasi “spaziale”, a causa dei problemi di tendinite che lo hanno afflitto ad inizio carriera. Banks Of The Lee, con la filigrana delicata dell’acustica ci riporta alla tradizione della musica celtica, un brano tradizionale scozzese interpretato dai Silly Wizard ma famoso anche per la versione che ne fece Sandy Denny con i suoi Fotheringay, re-intitolandola Banks Of The Nile. Molto intima e raccolta è la versione di uno dei pochi “classici”  degli anni ’80 di Dylan, una Every Grain Of Sand, che si riappropria dello spirito da troubadour del primo Zimmerman. The First Time I Ever Saw Your Face l’ha scritta Ewan MacColl, ma l’hanno cantata in mille, da Presley a Cash, anche se la versione di riferimento, quella di maggiore successo, e forse la più bella è quella di Roberta Flack, Bloom cerca di impossessarsi dello spirito “amoroso” di questa canzone.

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Dopo la dolcissima Give Me Wings, Bloom riporta Gentle On My Mind allo spirito folk dell’originale di John Hartford (anche se le versione più conosciuta è quella di Glenn Campbell). My Wild Irish Rose è una vecchia canzone romantica irlandese di fine ‘800 https://www.youtube.com/watch?v=VZ7g-oxClkE , mentre Lonesome Robin, un altro delicato brano folk acustico, l’ha scritto un vecchio cantautore, tale Bob Coltman (ammetto di non conoscere). And I Love You So viceversa la conoscono tutti, un’altra stupenda canzone d’amore scritta da Don McLean (Vincent e American Pie dicono qualcosa?) per il suo primo album Tapestry https://www.youtube.com/watch?v=WxLTuzx82XM , poi diventata uno degli ultimi successi di Perry Como. Detto della malinconica Liffeyside anche Danny Boy è una delle più celebri ballate uscite dalla terra d’Irlanda nel secolo scorso, cantata in modo struggente da Luka Bloom. Conclude The Joy Of Living, il secondo brano firmato da Ewan MacColl, ancora musica folk d’autore, sostenuta solo dalla delicata chitarra arpeggiata del nostro amico e quasi sussurrata, ma con grande abbandono, dal cantante irlandese. Se uno è bravo, è bravo!

Bruno Conti

Uno Dei Capostipiti Degli “Italiani Per Caso”, Ma Anglo-Americani Nel Cuore! Max Meazza And Pueblo – In Cold Blood

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Max Meazza & Pueblo – In Cold Blood – Desolation Angels Records/IRD

Come lascia intuire il titolo del Post Max Meazza è uno dei molti italiani innamorati della musica americana (nato per caso in Italia e non, che so, nei pressi del Laurel Canyon o a Los Angeles), ma il suo è un caso ancora “piu grave” perché Max apprezza moltissimo anche la musica inglese, a partire dagli amati Cream, Free (e poi Bad Company, Paul Rodgers da solo), Ten Years After, per il lato blues-rock, ma anche personaggi come Nick Drake e John Martyn (una delle sue etichette si chiamava Solid Air https://www.youtube.com/watch?v=ToNi9jdx5Ig ) per la canzone d’autore britannica, senza dimenticare la West Coast di cui è stato uno dei cultori ed anticipatori nelle musica italiana: i Pueblo (oltre a Max Meazza, Claudio Bazzari e Fabio Spruzzola) pubblicavano il loro primo album all’incirca 40 anni fa, per questo parlavo di capostipite https://www.youtube.com/watch?v=LMhj6deFGio . Uno dei primi gruppi italiani (ma cantavano rigorosamente sempre in inglese, come sempre nella carriera di Max) che fondeva il suono West Coast di Eagles, America, CSN&Y, James Taylor, Joni Mitchell, con certo rock “morbido” e non, californiano, Jackson Browne, i Doobie Brothers, il miglior country-rock, il blue-eyed soul di gente come Michael McDonald, Loggins & Messina, Boz Scaggs, Bill LaBounty, Marc Jordan, Robbie Dupree.

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Senza stare a fare tutta la storia della discografia di Meazza (anche se in effetti avevo promesso che l’avrei fatto, (vero Max!), giurando sul Manuale delle Giovani Marmotte, ma non essendo nè giovane né marmotta, poi, per vari motivi, non l’ho fatto, ma giuro di nuovo, su Dylan e Hendrix questa volta, altre passioni di entrambi, che prima o poi lo farò), nel corso degli anni nella musica del cantautore milanese (non lo avevo detto?) si sono inseriti anche elementi jazz, grazie alle collaborazioni, tra i tanti, con Paolo Fresu, Gigi Cifarelli e Tiziana Ghiglioni. Questo nuovo In Cold Blood, sempre pubblicato in proprio e distribuito anche in America tramite il circuito CD Baby, quello degli artisti indipendenti, forse perché attribuito anche ai Pueblo (ma i due “storici” questa volta non ci sono, Bazzari aveva fatto una rimpatriata per il precedente Race Against Destiny del 2009), ha un suono più rock e grintoso, molte chitarre elettriche, la “cura” del suono da parte del batterista Enrico Ferraresi, nel cui studio sono avvenute le registrazioni, la pre-produzione di Lucio Bardi, che questa volta non suona nel disco e la produzione vera e propria affidata a Andy Hall e lo stesso Max Meazza.

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Dieci brani originali, un paio di ospiti come Tony O’Malley (giro Arrival/Kokomo) e Frank Collins (sempre Kokomo e sessionman di lusso) che appaiono nel brano Black And White Generation, dedicato allo scomparso giornalista e “musicofilo) Ernesto De Pascale e già distribuito per il download, forse la canzone più bella del disco https://www.youtube.com/watch?v=UC-wodwB2oI , o quella che piace di più al sottoscritto, un bel pezzo rock arioso e raffinato, con qualche aggancio con il sound dei primi Dire Straits, quelli innamorati del suono americano che domina il brano, con le chitarre elettriche di Nick DeMontis, le tastiere di Carlo Riboni e quelle degli ospiti già citati, oltre alle loro armonie vocali, una sezione ritmica agile e molto incalzante, tutto molto bello, all’altezza della migliore produzione americana classic-rock. A chi scrive, ovviamente, piacciono molto anche gli ultimi due brani, quelli più vicini allo spirito di John Martyn (altro pallino in comune), la lunga Mama’s Right, voce “strascicata”, chitarre acustiche incombenti, una atmosfera sospesa dove si librano i fendenti della solista di Andrea Sinico, un altro dei chitarristi presenti nel CD, un pezzo di folk futuribile come era nelle corde del grande cantautore di Glasgow, anche nel testo incazzato e pessimista e Good Man Down, quasi ai limiti di un certo jazz-rock che Martyn amava esplorare nella sua musica e anche Max ha sempre avuto nelle sue corde; a proposito di corde la solista in questo caso è affidata a Nick Fassi, il terzo ed ultimo chitarrista impiegato nel disco.

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Chitarre che sono le protagoniste assolute dei  brani più rock dell’album, come la riffatissima e rauca (anche nell’uso della voce) Bad Rain che apre l’album nello spirito di quei Bad Company da cui penso prenda il nome l’etichetta di Meazza, Desolation Angels. Jimmy Valentine Blues, lo dice il nome, è un blues elettrico molto raffinato, con un giro di basso molto marcato, sui si posano le evoluzioni della slide e della solista di DeMontis, mentre Bluesman, con una bella acustica slide in evidenza, ha un rapporto più intimo e raccolto con le classiche dodici battute https://www.youtube.com/watch?v=NX4CxK7gRVI . Burning Fire è un altro pezzo rock, sempre piuttosto 70’s nel suo svolgimento vicino agli stilemi del rock-blues americano, fino all’uso del classico pedale wah-wah che è sempre sintomatico del genere. La title-track, In Cold Blood, per certi versi mi ricorda le atmosfere di alcuni brani del repertorio anni ’80 di Max, quelli recensivo per il Buscadero dei tempi, utilizzando delle vecchie cassette quasi marce, dove il suono era più intuito in alcune occasioni: qui emerge ancora l’influenza di John Martyn, ma quello più elettrico e jazzato di quel periodo. Mancano Bottle Of J&B, un altro rock-blues vagamente Claptoniano e Live Fast Die Young un ulteriore pezzo dall’andatura galoppante, ancora con wah-wah in primo piano e il notevole lavoro di Ferraresi alla batteria!

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Vi giuro che la qualità è molto migliore di  buona parte di quello che circola nel mercato americano (ma anche inglese) e viene spacciato come musica futuribile, meglio dell’onesta, magari non originalissima ed innovativa, buona musica, da parte di un musicista che preferisce andare diritto per la sua strada e continuare a portare avanti le sue passioni, saliamo in macchina con lui e facciamoci un bel giretto ( sparsi nell’articolo ci sono dei link video, così, se non conoscete, vi potete fare un’idea della musica)!

Bruno Conti