Meglio Tardi Che Mai! The Animals – The Mickie Most Years And More

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The Animals – The Mickie Most Years And More – Real Gone 5CD Box Set

Il titolo del post ha una doppia valenza: innanzitutto è riferito al fatto che parlo di questo box set con notevole ritardo, essendo lo stesso uscito negli ultimi mesi del 2013, anche se non è mai troppo tardi per parlare di buona musica (o grande musica, come in questo caso), soprattutto se trattasi di ristampe.

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In secondo luogo sono oltremodo felice che qualcuno si sia finalmente ricordato degli Animals, dato che quando si parla di gruppi inglesi degli anni sessanta, dopo lo scontato dualismo Beatles – Rolling Stones, si passa subito agli Who e spesso (ma non sempre, purtroppo) ai Kinks, o alla triade Yardbirds – Cream – Fleetwood Mac se si è appassionati di blues, o ancora a Led Zeppelin e Deep Purple se si parla di hard rock (anche se queste ultime due band sono più frequentemente associate agli anni settanta), ma quasi mai ci si rammenta della band di Newcastle-upon-Tyne: quindi questo cofanetto della benemerita Real Gone, che racchiude i primi dischi del gruppo (discografia americana, più completa di quella inglese), giunge graditissima.

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Gli Animals furono una tra le band tra le più influenti dei sixties (chiedete per informazioni a Bruce Springsteen, Tom Petty e, anche se non lo ammetterà mai, a Van Morrison), un quintetto che fondeva in maniera mirabile rock, blues e soul, e che aveva i suoi punti di forza nella formidabile voce di Eric Burdon, una delle ugole più “nere” tra i bianchi, assolutamente in grado di adattarsi sia ai brani più grezzi che a quelli più melodici, e nell’organo di Alan Price, in grado di fare molto spesso la differenza (completavano il gruppo il chitarrista Hilton Valentine, il bassista Chas Chandler (futuro manager di Hendrix) ed il batterista John Steel).

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Non scrivevano molti brani originali, ma rivisitavano brani famosi e meno famosi del panorama blues, soul e pop, perlopiù americano (Willie Dixon, Ray Charles, un vero idolo per Burdon, Chuck Berry, John Lee Hooker, ma anche famose coppie di autori come Goffin – King o Mann – Weil), il tutto con un grande gusto ed un feeling micidiale, in alcuni momenti forse erano addirittura meglio degli Stones stessi, almeno in quegli anni.

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Andiamo a vedere brevemente i cinque CD inclusi in questo box, album prodotti da Mickie Most (tranne l’ultimo, come da titolo del box) e riproposti rigorosamente in mono.

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I Just Wanna Make Love To You: EP di sole quattro canzoni, pubblicato nel 1963. Un dischetto che rivela un gruppo ancora un po’ da sgrezzare ma già con idee e feeling al posto giusto: oltre alla title track (un classico di Willie Dixon ma più noto nella versione di Etta James), troviamo Big Boss Man di Jimmy Reed, una prima versione di Boom Boom di John Lee Hooker e Pretty Thing di Bo Diddley.

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The Animals: album del 1964 che si apre con la leggendaria House Of The Rising Sun, noto traditional che gli Animals avevano appreso dalla versione presente sul primo album di Bob Dylan (che a sua volta l’aveva rubacchiata a Dave Van Ronk, ma questa è un’altra storia…), ma che qui rivoltano come un calzino, dandone un’interpretazione potente e drammatica nello stesso tempo, una performance tra le più memorabili della storia del rock (e per una volta non è retorica), dall’arpeggio di chitarra di Valentine, definito in maniera geniale dal giornalista David Fricke (che cura le note di questa ristampa) “la colonna sonora di una camminata verso il patibolo”, all’assolo di organo di Price, fino all’incredibile prova vocale di Burdon: un brano da pelle d’oca anche la millesima volta che lo si ascolta, uno di quei pezzi sui quali si potrebbe scrivere un libro http://www.youtube.com/watch?v=MgTSfJEf_jM .

(NDM: ricordo un bellissimo film di Martin Scorsese, Casino, nel quale veniva usata questa canzone nel momento chiave della pellicola, e cioè quando nel finale gli eventi precipitavano e molti dei protagonisti ci lasciavano le penne, secondo me uno dei migliori momenti in assoluto di fusione tra musica e cinema http://www.youtube.com/watch?v=1FZ2FA-epcE .)

E’chiaro che questo brano da solo fu in grado all’epoca di trainare l’album fino al numero sette della classifica, ma all’interno ci sono molte altre canzoni di pregio, dall’ottima resa di The Girl Can’t Help It (Little Richard), ai due noti classici di Chuck Berry, Memphis Tennessee e Around And Around http://www.youtube.com/watch?v=H2kzqP__uXc , fino al trascinante finale con la bella I’ve Been Around di Fats Domino.

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 The Animals On Tour: registrato in studio (e non dal vivo come il titolo farebbe supporre), al disco manca un pezzo alla House Of The Rising Sun, ma nell’insieme è più riuscito del suo predecessore, e Burdon canta bene come non mai. Con ben tre brani di Ray Charles (tra cui la stupenda Hallelujah, I Love Her So e la sofferta I Believe To My Soul, con un riff di piano che ritroveremo molto simile qualche mese dopo in Ballad Of A Thin Man di Bob Dylan http://www.youtube.com/watch?v=4XsdYQCG12Q ), la vivace Let The Good Times Roll e lo strepitoso blues di Big Maceo Merriweather Worried Like Blues, con la band che gira a mille e Burdon che dà i punti a tutti i suoi colleghi dell’epoca http://www.youtube.com/watch?v=GaxTzdpz8EA .

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Animal Tracks: del 1965 come il precedente, questo è un altro grande disco: si apre con la splendida We Gotta Get Out Of This Place http://www.youtube.com/watch?v=jxNEiZhpinY , altro successo del gruppo, e contiene anche un’intensa versione della notissima Don’t Let Me Be Misunderstood http://www.youtube.com/watch?v=HHjKzr6tLz0 , per non parlare della formidabile resa di Bring It On Home To Me, seconda solo all’originale di Sam Cooke http://www.youtube.com/watch?v=ZntYBFyuZd4 . E con ben cinque pezzi su dieci a firma Eric Burdon, dei quali il gustoso errebi I Can’t Believe It  è sicuramente il migliore.

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Animalization: prodotto da Tom Wilson (il “more” del titolo del box), già noto per aver collaborato con Dylan e Simon & Garfunkel, il disco non si discosta molto dai predecessori, proponendo la solita riuscita miscela di cover e brani originali: Don’t Bring Me Down è la più nota http://www.youtube.com/watch?v=I0KrLaaCkPQ , ma spiccano anche See See Rider, You’re On My Mind e la notevole Cheating (dalla quale Tom Petty ha preso senz’altro spunto per scrivere la sua Breakdown http://www.youtube.com/watch?v=lddcmEhrh88 ). Arriva Barry Jenkins alla batteria, mentre il nuovo tastierista Dawe Rowberry appariva già dal precedente Animal Tracks!

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Questo box ha comunque tre difetti, che comunque spariscono se paragonati alla qualità della musica contenuta: in primo luogo l’assenza di Animalism, cioè l’ultimo album americano prima che Burdon sciogliesse e riformasse il gruppo, spostando l’asse della musica sul rock psichedelico tipico di San Francisco.

Il secondo difetto riguarda le bonus tracks, appena dodici in cinque CD, e nessuna di esse veramente inedita (perlopiù ci sono brani apparsi su singolo, missaggi differenti o versioni stereo di brani già presenti in mono): tra tutte spicca la bellissima It’s My Life, uno tra i momenti migliori per Burdon e soci http://www.youtube.com/watch?v=H3GNKUE-d9c .

Infine, la confezione, veramente cheap: un box di cartoncino sottile (che alla terza o quarta volta che lo si apre è già usurato), niente libretto, ed i CD presentati nella jewel box più basic in assoluto, quella per intenderci con la parte davanti della costa nera e rigata.

In più, in omaggio all’interno, troviamo una maglietta non particolarmente bella (io la uso come pigiama), con il risultato che, una volta estratta, i CD ballano allegramente da una parte all’altra del box.

Ma, come ho detto prima, sono quisquiglie (la confezione però è brutta brutta): la musica è davvero sublime, ed i soldi richiesti sono ben spesi fino all’ultimo euro.

Marco Verdi