Una Carriera Ai Bordi Del Ring, Come Certi “Pugili”! Matthew Ryan – Boxers

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Matthew Ryan – Boxers – Dowload Matthew Ryan. Com – Blue Rose Records 04-11-2014

Sostenere una carriera lunga quasi due decenni (rimanendo uno quasi sconosciuto sul mercato) e quindici album (gli ultimi due I Recall Standing As Though Nothing Could Fall (11) e In The Dusk Of Eveything (12) recensiti dal sottoscritto su queste pagini virtuali http://discoclub.myblog.it/2012/10/29/un-cane-sciolto-ma-ricco-di-talento-matthew-ryan-in-the-dusk/ ), questa è la storia di Matthew Ryan, un talento compositivo che merita attenzione e rispetto, uno dei pochi musicisti capace di assemblare il rock alternativo con il classico stile dei più noti cantautori americani. Lo scorso inverno il buon Ryan raduna presso gli Applehead Studios di Woodstock in New York un manipolo di validi musicisti, capeggiati dal produttore e polistrumentista Kevin Salem, autore di buone prove sul finire degli anni ’90 (come Soma City (95), Brian Fallon dei Gaslight Anthem alla chitarra, il collaboratore di lunga data Brian Bequette al basso, Joe Magistro (Black Crowes e Rich Robinson) alla batteria e percussioni, e come ospite la cantante-violinista Tracy Bonham, con il risultato di più di cinquanta minuti di musica solida, con ballate elettriche tese come una lama e canzoni dolci e malinconiche, con le chitarre che suonano come se fosse un disco di Neil Young, e come sempre, la voce bella e profonda, triste ed intonata, di Matthew a dettare ritmi e melodia, per questo Boxers che rimanda al folgorante esordio di Mayday (97), quindi da avere assolutamente sul vostro scaffale.

Apre il disco un trio di canzoni che non lascia respiro, a partire dalla title track Boxers (dove si sente l’impronta di Fallon), la tambureggiante God’s Not Here Tonight e la chitarristica e potente The First Heartbreak, intervallate dall’incedere accattivante di Suffer No More e dalla cocciuta batteria di Heaven’s Hill. Con We Are Libertines arriva la prima grande ballata, guidata da una voce molto personale, seguita da una Then She Threw Me Like A Hand Grenade, accompagnata e introdotta dal violino della Bonham, mentre Until Kingdom Come è una triste storia raccontata con il piglio del grande “storyteller”, passando per i “feedback” e il ritmo della batteria di una tosta This One’s For You Frankie , il vortice elettrico di An Anthem For The Broken e l’oscura If You’re Not Happy, un sussurro nella notte, suonata in punta di piedi con chitarra elettrica e piano, senza sezione ritmica.

Chiudono il disco due bonus tracks, una versione demo in chiave folk di Then She Threw Me Like A Hand Grenade (che nel ritornello ricorda vagamente One degli U2) e una dolcissima The Queen Of My Arms uscita dalle “sessions” del disco, sempre con il violino della Bonham a dettare la melodia.Tipico prodotto della “working class americana” (il nostro amico è della Pennsylvania), Matthew Ryan ha le sue radici (inizialmente) nella musica di Springsteen, Earle, Mellencamp e Hiatt, e anche in questo lavoro il basso, le chitarre acustiche e elettriche, e batteria, sono l’ossatura di Boxers, con le varianti di un pianoforte o di un violino, che danno più vigore al racconto di canzoni per riflettere, canzoni per continuare a sperare.

Abbandonate definitivamente certe ambizioni sonore, Ryan è tornato alla sostanza della musica, alla “polpa” delle canzoni, anche se (per chi scrive) rimane sempre condannato ad una perenne condizione di “beautiful loser”, e i suoi dischi forse rimarranno sempre proprietà per pochi intimi, ma è bello sapere che da qualche parte ci sono ancora autori come Matthew Ryan.

NDT: Per chi fosse interessato, il CD dovrebbe uscire in formato fisico per la Blue Rose ai primi di Novembre!

Tino Montanari

Vecchi Rockers “Resistono”! Todd Thibaud – Live At The Rockpalast Crossroads Festival

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 Todd Thibaud – Live at the Rockpalast Crossroads Festival  – Blue Rose – 2 CD + DVD

Questo cd è già sul mercato da alcuni mesi, ma data l’enorme quantità di uscite che si sono accumulate nelle ultime settimane, abbiamo atteso un po’ di tempo prima di recensirlo più ampiamente. Todd Thibaud viene dallo zona di Boston, aveva dato notizia di sé anni fa col gruppo dei Courage Brothers con due ottimi lavori, Something Strong del 1993 e Wood dell’anno successivo, poi ha iniziato una pregevole carriera solista, quando è passato sotto l’egida della Blue Rose Records dando alle stampe Favorite Waste of Time, disco prodotto da Kevin Salem dalla forte impronta chitarristica, paragonato subito adaltri artisti minori come Pete Droge o grandissimi come Tom Petty. In seguito ha inciso abbastanza regolarmente: Little Mistery (1999), Church Street Live e Hot FM Session due album live del (2001), Squash (2002), Northem Skies (2005), un Best e un altro Live nel (2006), e Broken (2009), dispensando un suono che spazia tra Rock e radici, con molte influenze Country, Folk e Blues, e suoni godibili dalla prima all’ultima nota.

Bene siete quindi avvisati, il buon Todd sa come far viaggiare il proprio Rock tra ballate che profumano di California e accelerazioni nello stile del più puro guitar rock, creando quell’alternanza di stili e situazioni, ora introverse da “cantautore” ora estroverse da “rocker” tipiche nei dischi di gente del calibro di Steve Wynn ed Elliott Murphy. Con Thibaud vocals, guitar e armonica, suonano il chitarrista Thomas Juliano, il bassista Joe Klompus, il batterista Pete Caldes e il mandolinista Sean Staples che fanno sentire il loro peso e si amalgamano al sound brillantemente impastato di chitarre acustiche e elettriche, dando anima ad un suono di classica “Americana”.

Trasferiamoci sul palco del Rockpalast di Bonn nell’ambito del Crossroads Festival dove si è tenuto il concerto il 26 Marzo del 2009, iniziando con l’elettrica Drifting, seguita dal mid-tempo di Changing Now, proseguendo con una Is it Love? che sembra uscita da un lavoro di John Hiatt , e da una ballata sognante come Louisiana con il mandolino di Sean Staples a disegnare accordi incantevoli.

Dopo la immancabile presentazione della Band, si riparte con Broken tratta dall’ultimo album in studio, cui fa seguito un’altra ballata di spessore Anywhere con la voce da “balladeer” di Todd ad incantare il pubblico. Chiude la prima parte del concerto una sequenza pettyana composta da Sweet Destiny, On My Own Again e Little Mystery tratta dal primo lavoro da solista.

La seconda parte inizia nel miglior modo possibile con una maestosa I Go On con in evidenza il mandolino di Staples, a ricordarmi un cantautore di cui purtroppo non ho più notizie, tale Chris Burroughs. Si prosegue con Isn’t Love My Friend con un intro alla Steve Wynn, e percorso per tutta la durata del brano dal mandolino solista del solito Staples. Si cambia decisamente ritmo con una Blue Skies Back in versione country, per passare ad una serenata campestre come Man That I Am, seguita da una ballabile Stone I Can’t Roll dall’incedere rootsy. Si ritorna ad atmosfere delicate con una Simple Man (che non è quella dei Lynyrd Skynyrd) cui fanno seguito una ritmata You & Me, una trascinante Dragging Me down con armonica di supporto, e una Finding Out con una grande sezione ritmica. Dopo 90 minuti di ottima musica, si chiude alla grandissima con l’unica “cover” del cd una Dead Flowers dei Rolling Stones trascinante nell’incedere e suonata con cuore e passione.

La musica proposta da Thibaud è una miscela di tutte le componenti necessarie per creare una musica che va diritto al cuore di chi ascolta, raccontandoci piccole storie personali e di amore eterno. Indispensabile per i neofiti, augurandomi che venga finalmente riconosciuta la sua bravura come merita. Se posso permettermi un consiglio, investite senza esitazione i vostri svalutati Euro, in fondo questa confezione 2 CD + DVD dell’intero concerto, costa meno di un CD di Marco Carta. Meditate, gente, meditate. 

Tino Montanari