Novità Di Febbraio Parte IIIb. Civil Wars + T-Bone Burnett, Blue Aeroplanes, Wayne Hancock, Dave Edmunds, A Concert For Kirsty MacColl

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Ultimi scampoli di dischi in uscita nei prossimi giorni.

Il primo, è uno “strano” CD in uscita (per il momento solo mercato americano) per la Sensibility Music e si tratta della colonna sonora di un documentario A Place At The Table, destinato a sensibilizzare l’opinione pubblica americana sui problemi economici delle famiglie USA e in particolare quelli sulla fame (temo che con l’aria che tira, se ne parlerà anche da noi): la particolarità è che la musica è eseguita dalla accoppiata T-Bone Burnett e The Civil Wars (il duo americano, che sull’orlo del grande successo, improvvisamente a novembe scorso è andato in pausa, sembra per problemi interni, dovuti anche alla recente maternità della cantante Joy Williams). Il disco è interessante perché presenta materiale registrato in varie combinazioni tra i musicisti, anche se è prevalentemente strumentale a parte due brani cantati; il CD esce domani, il film il 1° marzo e questa è la lista dei brani:

A Place At The Table track-listing:

1. Mississippi Delta – T Bone Burnett
2. Long Time Gone – The Civil Wars & T Bone Burnett
3. Uptown Brown’s – T Bone Burnett
4. Focus (Rosie’s Theme) – The Civil Wars
5. At the Table – T Bone Burnett
6. The Need – The Civil Wars & T Bone Burnett
7. Long Time Gone (Dustbowl Version) – The Civil Wars & T Bone Burnett
8. Food Deserts – T Bone Burnett
9. Jonestown Elementary (Tremonica) – T Bone Burnett
10. Getting Worse – The Civil Wars
11. Barbie at the Bodega – The Civil Wars
12. Witnesses to Hunger – T Bone Burnett
13. I Do Exist – T Bone Burnett
14. Finding North – The Civil Wars

I Blue Aeroplanes sono stati (sono, perché dovrebbero essere ancora in attività) molto amati dalla critica a cavallo tra gli anni ’80 e i 90′, e Beatsongs, uscito in origine nel 1991 è stato forse il loro miglior album. La band di Gerard Langley faceva dell’ottimo rock di qualità ed era uno dei gruppi britannici più amati dai R.e.m. Ora la Cherry Red ripubblica questo album in versione rimasterizzata doppia con un secondo CD che contiene B-sides ed inediti. Potrebbe essere l’occasione giusta per riscoprirli, un paio di brani come assaggio:

 

Disc One
1. HUH
2. YR OWN WORLD
3. ANGELWORDS
4. FUN
5. CARDBOARD BOX
6. MY HURRICANE
7. AEROPLANE BLUE
8. JACK LEAVES AND BACK SPRING
9. COLOUR ME
10. STREAMERS
11. THE BOY IN THE BUBBLE
12. SIXTH CONTINENT
Disc Two
1. PONY BOY B-Side Yr Own World
2. AEROPLANE BLUES LA MIX
3. STRANGER Gig Flexi
4. TROUBLE, TELL ME I’M ALIVE Gig Flexi
5. BUOY previously unreleased
6. MIS – FIRING B-Side Yr Own World
7. MEAN TIME previously unreleased
8. AUTUMN JOURNAL XV
9. TALKIN’ ON THE OTHERPHONE B-Side Boy in
the Bubble
10. DISNEY HEAD B-Side Boy in the Bubble

Wayne “The Train” Hancock è un cantante country di quelli “giusti”. Il nuovo disco si chiama Ride ed esce per i tipi della Bloodshot ed è un misto, come al solito, di country & western, rockabilly, R&R.

 

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Una ristampa ed un disco “tributo”.

Il primo CD è la ristampa rimasterizzata e potenziata di uno dei dischi migliori di Dave Edmunds, Subtle As A Flying Mallet, uscito in origine nel 1975, viene ora ripubblicato dalla RPM con 8 bonus tracks aggiunte. Questa è l’essenza del vero pub rock britannico…

Esce solo in CD (ma si tratta di 12 brani in tutto) A Concert For Kirsty MacColl, la serata che si è tenuta allo Sheperd’s Bush Empire nel 2010 per commemorare la scomparsa della cantante inglese, avvenuta nel 2010 per un incidente in barca. Per molti era quella di Fairytale Of New York con i Pogues di Shane MacGowan, ma era anche la figlia di Ewan MacColl e tra i suoi successi ci sono stati anche They Don’t Know, nel 1979 in piena era punk ed una bellissima versione di A New England di Billy Bragg.  In contemporanea con questo disco dal vivo, esce anche un Best Of e la ristampa dei suoi dischi potenziati (questi già usciti da qualche mese). Il tutto su Salvo Records, a prezzo speciale. Lista dei brani e dei partecipanti, come vedete si mescolano “sacro” e “profano”:

  • 1. Soho Square (Ellie Goulding)
  • 2. Walking Down Madison (Alison Moyet)
  • 3. Tread Lightly (Amy MacDonald)
  • 4. They Don’t Know (Andrea Corr)
  • 5. In These Shoes (Catherine Tate)
  • 6. A New England (Billy Bragg)
  • 7. Dear John (Eddi Reader with Boo Hewerdine)
  • 8. Head (Alison Moyet)
  • 9. Angel (Floating Around My House) (Brian Kennedy)
  • 10. Days (Brooke Supple)
  • 11. Fairytale of New York (Dave Duffy & Amy MacDonald)
  • 12. There’s A Guy Works Down The Chip Shop Swears He’s Elvis (Phill Jupitus with Boz Boorer and Phil Rambow)

 

That’s alla folks, alla prossima.

Bruno Conti

Chi L’Avrebbe Detto? Ci Sono Ancora! Pogues In Paris – The 30th Anniversary Concert At The Olympia

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Pogues In Paris – The 3oTH Anniversary Concert At The Olympia – Polydor/Universal 2CD – DVD – Blu-Ray – 3 LP – 2 CD+DVD+DVD

“Shurely Shome Mishstake” potrebbe biascicare Shane MacGowan, invece no, sono proprio loro, 30 anni dopo, ancora vivi e vegeti (chi più chi meno), a festeggiare il loro anniversario “Dans La Ville Lumiére, oui”, come si lancia ogni tanto Shane nel suo perfetto francese tra una canzone e l’altra, peraltro più comprensibile di quanto dica in inglese, usando locuzioni brevi e concise. Uno si chiede come faccia il suo fegato a resistere dopo così tanti anni, ma lo stesso si diceva di Keith Richards, che probabilmente ci seppellirà tutti (o Pete Townshend e Mick Jagger che in canzoni e interviste dicevano di volere morire giovani, ma poi ci hanno ripensato). In ogni caso, questa registrazione dei due concerti che i Pogues hanno tenuto all’Olympia di Parigi l’11 e il 12 settembre scorsi, supera le più rosee previsioni e le attese, evidentemente Shane e soci hanno una autonomia di almeno due giorni (di più non so, infatti a Londra per Natale, faranno una solo data) e in quell’ambito di tempo (e nei 90 minuti del concerto) sono in grado di regalare uno spettacolo coi fiocchi, i controfiocchi e il pappafico. Il suono è volutamente confuso e casinaro, ma quella è sempre stata la loro caratteristica, se il punk incontra il folk a metà strada e poi soccombe alle sue superiori melodie lasciando solo la sua energia, una ragione (e forse più di una) ci sarà.

Il 7 luglio del 1988 al Palatrussardi di Milano assistevo (o meglio non assistevo, visti i risultati) ad un concerto che sulla carta avrebbe dovuto essere strepitoso: i Pogues, i Los Lobos e Stevie Ray Vaughan insieme (e c’era forse anche Paolo Bonfanti ad aprire). Superato il caldo africano e l’acustica atroce mi sono scontrato con due artisti nella loro fase distruttiva, uno Stevie Ray Vaughan “fatto” e svogliato, peggio anche che nel live ufficiale che non ha mai reso merito alle sue virtù di performer straordinario e uno, Shane MacGowan bellicoso e incazzoso con il pubblico e i suoi compagni della band, e i Los Lobos onesti e gagliardi ancorché inascoltabili a causa dell’acustica e per il pubblico che erà lì per ascoltare solo La Bamba. A quasi 25 anni, smaltita e dimenticata la delusione, almeno i Pogues, che non hanno mai avuto un Live ufficiale degno della loro fama, perché Streams Of Whiskey il CD dal vivo in Svizzera del 1991 era diciamo “bruttarello” sia a livello tecnico che di contenuti, dicevo che i Pogues hanno questa nuova occasione per dimostrare il loro valore e, come in altre recenti reunion di “lunga gittata”, vedasi Zeppelin, ci riescono pienamente.

24 canzoni, un’ora e mezza di musica su due CD o su un DVD, con un secondo (costoso) DVD che li accompagna nella loro prima avventura in terra di Francia nel lontano 1986, i Pogues sciorinano il meglio del loro repertorio e la loro bravura dal vivo (non dimentichiamo che anche Joe Strummer era stato chiamato brevemente come sostituto di MacGowan nel suo periodo più buio): Spider Stacey, Jem Finer, James Fearnley, Andrew Ranken, Darryl Hunt e due veterani della scena musicale inglese e irlandese, come Philip Chevron (nei Radiators From Space) e Terry Woods (già negli Sweeney’s Man e nella prima versione degli Steeleye Span), tutti costoro sono musicisti formidabili e le versioni che scorrono dei loro brani sono eccellenti, dall’iniziale Streams Of Whiskey fino alla indiavolata conclusione con una Fiesta che viaggia al di là di qualsiasi limite di velocità, passando per classici come A Pair Of Brown Eyes, Dirty Old Town di Ewan MacColl, The Sicked bed Of Cuchulainn che chiude il primo CD. E poi ancora l’amatissima Sally MacLennane, Rainy Night In Soho, The Irish Rover con fisarmonica e flautini che attizzano un pubblico più che ben disposto (e ottimamente ripreso, come la band), l’immancabile Stars Of the County Down e la meno conosciuta Poor Paddy On The railway. In Fairytale Of New York anche se non c’è più la compianta Kirsty MacColl (figlia di Ewan) come seconda voce femminile (credo sia Joyce Redmond), Shane MacGowan azzecca una interpretazione vocale quasi perfetta (ma quasi, non esageriamo) per quello che rimane il loro più grande successo.

Quindi, nessun errore, sono proprio loro, da domani nei negozi!

Bruno Conti