Joe Bonamassa – L’Erede Di Eric Clapton O “Solo” Un Grande Chitarrista? Parte I

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Gli Esordi 1991-1996

Quando nel 1991 il nostro amico, alla ricerca di un contratto, viene “gentilmente” rifiutato da varie etichette discografiche, ha solo 15 anni, ma una forte passione per la musica, allora decide di provare con un gruppo e astutamente chiama con lui alcuni “figli di”: c’è Waylon Krieger, il cui babbo Robby militava nei Doors, Berry Oakley Jr. negli Allman Brothers, alla batteria Erin Davis, il figlio di Miles, l’unico senza pedigree personale è “Smokin’ Joe” Bonamassa (giuro!), figlio di Len, che non era famoso, ma aveva un negozio di chitarre, e quindi il destino di Joseph Leonard era già segnato.

joe-bonamassa-age-16-jams-with-robben-fordNato a New Hatford, un sobborgo di Utica, nello stato di New York, nel 1977, Joe fin dalla più tenera età era stato cresciuto a pane e musica, il padre gli faceva sentire i dischi di Eric Clapton e Jeff Beck, che qualche influenza devono pur averla lasciata, come trainer alla chitarra a 11 anni gli fu affiancato Danny Gatton, a 12 apriva per i concerti di B.B. King, quindi stesso palco ma non insieme presumo, ma non c’ero.

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Nel 1994 i Bloodline pubblicano il primo omonimo album per la Emi/Capitol ***, me lo sono andato a (ri)sentire per scrivere questo articolo e devo ammettere che non era poi un brutto disco, Berry Oakley, che aveva sostituito il primo cantante, oltre a suonare il basso, aveva una bella voce e Joe, con l’aiuto di Krieger junior, alla chitarra già si sapeva fare, andatevi a sentire (se trovate il CD nell’usato) il rimarchevole lavoro al wah-wah in Dixie Peach, o il lavoro delle due soliste all’unisono nello strumentale sudista The Storm, alla produzione doveva esserci Phil Ramone, poi fu chiamato Joe Hardy (Tommy Keene, Georgia Satellites, Green On Red), loro amavano il blues(rock) ma l’etichetta gli chiedeva hard rock, comunque il lungo lentone Since You’re Gone ha qualche elemento alla Lynyrd Skynyrd, che li usarono come band di supporto nel 1995 https://www.youtube.com/watch?v=TuW_6YApSGg .

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La Carriera Solista, Prima Parte 2000-2009

Nel 2000 la Okeh, una succursale della Epic/Columbia gli propone un contratto, grazie alla reputazione che si era fatto nell’ambiente, e lo stesso anno arriva il primo album

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A New Day Yesterday – 2000 Okeh/Epic ***1/2

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A New Day Now 20th Anniversary – 2020 JR Adventures/Mascot Provogue ***1/2

Mettiamo insieme le due edizioni del primo disco di Joe Bonamassa, che secondo me più o meno si equivalgono come valore: quella del 2000, registrata ai Pyramid Recording Studios di New York, si avvale della produzione di Tom Dowd, uno dei grandissimi che ha “creato” alcuni dei più bei dischi della storia del rock, tra i quali parecchi proprio di Eric Clapton, del quale Bonamassa per molti è una sorta di erede (se mai si vorrà ritirare, per ora Slowhand annuncia ma poi per fortuna ci ripensa): anche se per altri, pochi ma tignosi, Joe è solo un “casinaro”, benché il sottoscritto appartiene assolutamente, come la maggioranza degli ascoltatori del buon rock, del blues e di tutti i generi che suona il nostro amico, ai suoi estimatori. Chiarito questo concetto continuiamo, anzi iniziamo ad esaminare la sua copiosa discografia. Tornando a A New Day Yesterday, tra i fattori negativi c’è la presenza di una band che lo accompagna non proprio di prima fascia, onesti musicisti, ma Creamo Liss al basso e Tony Cintron alla batteria, per quanto bravi, alzi la mano chi a parte questo disco li hai mai sentiti nominare (Cintron, ho controllato, suona comunque in parecchi dischi di fusion e jazz); tra i lati positivi la presenza come ospiti di Rick Derringer a chitarra e voce in Nuthin’ I Wouldn’t Do (For a Woman Like You), un ottimo brano di Al Kooper, in If Heartaches Were Nickels uno splendida canzone di Warren Haynes, ci sono Gregg Allman a voce e organo e Leslie West alla seconda chitarra  https://www.youtube.com/watch?v=yRem6f0bmIE (che misteriosamente scompaiono nella versione del ventennale di A New Day Now), in un brano, ma è marginale, c’è anche il babbo di Joe, Len alla chitarra.

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Tra i plus della versione 2020 c’è l’ottimo lavoro di masterizzazione e mixaggio di Kevin Shirley che ha attualizzato il sound (per quanto la versione di Dowd suonava ottimamente) e inserito le nuove parti vocali di Bonamassa che le ha volute reinciderle con la sua voce attuale, più matura, calda e sicura, rispetto al giovane Joe del 2000, non disprezzabile comunque già all’epoca. Tra le bonus della nuova edizione ci sono tre brani del 1997, scritti con Steven Van Zandt e prodotti dallo stesso, francamente non memorabili, tra cui una irriconoscibile I Want You di Dylan, veramente bruttarella. Molto bello in entrambe le versioni il trittico di canzoni iniziali, Cradle Rock di Rory Gallagher https://www.youtube.com/watch?v=hVyhZ6rEbkI , Walk In My Shadow dei Free e A New Day Yesterday dei Jethro Tull https://www.youtube.com/watch?v=h1TAQa-IP8I , oltre alla cover conclusiva di Don’t Burn Down That Bridge di Albert King, che indicano che la stoffa del fuoriclasse è già presente.

Nel 2001 nel corso del tour americano di 60 date viene registrato il suo primo album dal vivo

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A New Day Yesterday Live – 2002 Premier Artists ***1/2 nel 2004 anche DVD con tre tracce aggiunte. La formazione che accompagna Bonamassa è il classico power trio, con Eric Czar al basso e Kenny Kramme alla batteria. La data è il dicembre 2001 a Fort Wayne, Indiana: il repertorio verte soprattutto su materiale tratto dal disco di studio, prima di Cradle Rock c’è una breve jam dove Joe va di slide, mentre la band sembra rocciosa anziché no, come testimoniano versione gagliarde dei pezzi di Gallagher, Free, un medley strumentale strepitoso di Steppin’ Out, lato Clapton e Rice Pudding di Jeff Beck https://www.youtube.com/watch?v=KntOQU-Sqkg , mentre c’è una lunga I Know Where I Belong, uno dei brani migliori scritti da Bonamassa per il disco di studio, anche A New Day Yesterday dei Jethro Tull è preceduta da un lungo assolo del nostro al wah-wah, a dimostrazione che il musicista newyorchese era già un axeman fantastico e dal vivo un grande perfomer, come confermano potenti versioni di Walk In My Shadow https://www.youtube.com/watch?v=dv6vmWF8ZRE  e dell’intenso slow blues If Heartaches Were Nickels. Negli extra del DVD, che sarebbe il formato da avere, ci sono una improvvisazione per chitarra che precede Are You Experienced di Jimi Hendrix e Had To Cry Today dei Blind Faith di Clapton, che poi darà il titolo al 4° album di studio del 2004  https://www.youtube.com/watch?v=xjQvapPsfa8. Già allora Bonamassa comincia a sviluppare la sua bulimia discografica, con almeno un disco di studio all’anno, oltre a Live a go-go e progetti collaterali con altre band nel futuro.

Visto che la produzione è immane (circa una cinquantina di dischi e DVD in venti anni) per evitare di trasformare l’articolo in un romanzo cercherò di concentrare i contenuti, ma dubito di farcela. Sempre nel 2002 esce

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So It’s Like That – 2002 Medalist **1/2 prodotto da Cliff Magness, noto per il suo lavoro con Avril Lavigne (?!?): un disco di transizione, dove Bonamassa scrive tutti i brani insieme ad altri, il lavoro della chitarra è spesso fantastico come nella iniziale My Mistake, ma molte delle canzoni virano verso un hard rock di maniera, per quanto Czar e Kramme siano una buona sezione ritmica, Joe all’epoca non era ancora un grande autore, e non si vive di soli assoli, per quanto nello shuffle blues della title track e nella lunga e tirata Mountain Time ci dia dentro alla grande. Ma già l’anno dopo realizza un disco quasi completamente dedicato alle 12 battute, sin dal titolo, uno dei suoi migliori in assoluto

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Blues DeLuxe – 2003 Medalist Records **** Anche ottimo il produttore Bob Held, pure lui con un passato “metallurgico” qui però dimenticato, il repertorio è impeccabile, Jon Paris di winteriana memoria viene aggiunto all’armonica e Benny Harrison all’organo: You Upset Me di B.B,.King, con un approccio non dissimile da quello di Gary Moore, il boogie Burning Hell di John Lee Hooker dove sembra di ascoltare gli ZZ Top, i Canned Heat o Johnny Winter https://www.youtube.com/watch?v=zDoJPKR7Xz4 , una formidabile versione appunto del super lento Blues DeLuxe di Jeff Beck, con un assolo soffertissimo https://www.youtube.com/watch?v=7hQPDQidI2c , e ancora la funky Man Of Many Words di Buddy Guy, l’acustica Woke Up Dreamng scritta dallo stesso Joe, che firma anche l’ottima blues ballad I Don’t Live Anywhere, degna dei Bluesbreakers di Mayall, prima di andare di bottleneck in una fremente Wild About You Baby di Elmore James, e lavorare di fino in Long Distance Blues di T-Bone Walker, prima di scatenare la potenza della band in Pack It Up di Freddie King e nello strumentale Left Overs di Albert Collins, e il rigore blues di Walking Blues di Robert Johnson. Insomma Bonamassa mette a frutto gli anni di ascolto sui dischi del babbo, mentre l’anno dopo esce il primo disco per la Provogue con il ritorno al rock-blues, ma variegato e raffinato di

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Had To Cry Today – 2004 Mascot Provogue ***1/2 Bob Held è di nuovo il produttore, i musicisti (che ho rivalutato, ascoltando i dischi, dopo anni che non li sentivo) sono gli stessi del precedente CD: un misto di cover e brani originali di Bonamassa, che migliora come autore, con delle punte di eccellenza in Never Make Your Move To Soon dal repertorio di B.B. King, bonamassizzata (se si può dire) per l’occasione, una vorticosa Travelin’ South di Albert Collins a tutta slide, l’intenso lento Reconsider Baby di Lowell Fulson, fatto anche da Clapton e Gregg Allman, molto buona anche l’elettrocustica Around The Bend, dai retrogusti country, firmata dal nostro amico, che poi rende omaggio prima a Danny Gatton nella twangy Revenge Of The 10 Gallon Hat, alla faccia di chi dice che non abbia una grande tecnica, e anche all’amato Eric nella cover di Had To Cry Today, il bellissimo pezzo di Steve Winwood per i Blind Faith , dove gli assoli di Bonamassa rivaleggiano con quelli di Manolenta https://www.youtube.com/watch?v=XPYpPwGm5GY , eccellente anche lo strumentale acustico Faux Martini con influenze flamenco. A questo punto il nostro rovina un po’ la media delle uscite perché nel 2005 non esce nulla, ma l’anno dopo ecco arrivare

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You And Me – 2006 Mascot Provogue – ***1/2 il primo album con il produttore Kevin Shirley, che d’ora in avanti sarà alla guida di tutti i suoi dischi. Solita formula, rock con venature blues o viceversa, ma nuova band, Carmine Rojas al basso, che rimarrà con Joe fino a metà della successiva decade, Jason Bonham alla batteria, solo in questo album (ma poi presenza costante nei Black Country Communion), forse scelto anche perché nel disco c’è una cover di Tea For One dei Led Zeppelin, dove per la prima volta Shirley inizia ad usare gli archi in un disco di Bonamassa, che rilascia un assolo da sballo, grande versione comunque https://www.youtube.com/watch?v=mkpIsv7XHLE , cantata splendidamente da Doug Henthorn, che poi apparirà spesso come vocalist aggiunto negli anni a venire, Rick Melick è alle tastiere. Molto buone anche l’iniziale High Water Everywhere una cover di Charley Patton, molto rock 70’s, Bridge To Better Days tra Free, Bad Company e Foghat con Pat Thrall alla seconda chitarra, Asking Around For You una blues ballad con archi, So Many Roads di Otis Rush, ma la faceva anche Peter Green con John Mayall e Gary Moore. E che dire di una inconsueta e swingata I Don’t Believe di Bobby Bland, o del tradizionale con slide acustica Tamp Em Up Solid che faceva pure Ry Cooder, alla faccia di nuovo di chi dice che Bonamassa non sia eclettico e capace di suonare tutti gli stili, come dimostrano l’epica Django o il blues puro di Your Funeral My Trial di Sonny Boy Williamson tramutato in un rock violento, con il giovanissimovirtuoso dell’armonica L.D. Miller, all’epoca 12 anni, non si sa poi che fine abbia fatto, ma forse non era disponibile John Popper. L’anno successivo in estate esce il settimo album di studio

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Sloe Gin – 2007 Mascot Provogue ***1/2 il primo disco ad entrare nelle classifiche americane, ben al 184° posto, per quanto in alcuni paesi europei la fama di Bonamassa cominci a diffondersi. Quasi in equilibrio brani originali e cover, 6 a 5, e un altro nuovo ingresso nella formazione con l’arrivo di Anton Fig alla batteria, da allora sempre presente sullo sgabello in tutti gli album, una garanzia con la sua classe mista a forza esplosiva, a seconda di quello che serve. Ball Peen Hammer, un intenso brano in bilico tra acustico ed elettrico di Chris Whitley apre l’album, con il solito uso degli archi di Shirley, a seguire One Of These Days uno dei classici rock-blues originali dei Ten Years After, con Joe alla slide  , Seagull, una morbida ballata dei Bad Company di Paul Rodgers, Sloe Gin è una robusta cover orchestrale di un pezzo di Tim Curry, il vecchio protagonista del Rocky Horror Picture Show, non manca il blues-rock di Another Kind Of Love, un brano non molto conosciuto di John Mayall, Bonamassa poi si confronta con il blues lento e tirato di Black Night, un brano di Charles Brown e a sorpresa con una intricata cover di Jelly Roll, un pezzo acustico di John Martyn, e infine uno strumentale orientaleggiante come India. Un altro bel disco, che viene bissato sul finire dell’anno dal secondo album live

JoeBonamassaShepherdsBushEmpire

Shepherds Bush Empire – 2007 Mascot Provogue **** Solo 5 brani, ma non è un mini CD, spiccano i 15 minuti clamorosi di Just Got Paid, il famoso pezzo degli ZZ Top, da sempre uno dei cavalli di battaglia dei suoi show, quando usa la famosa Gibson a freccia e parte per la stratosfera del rock, in un medley che include anche una fantastica Dazed And Confused dei Led Zeppelin, eccellenti anche le cover di Walk In My Shadow e Blues DeLuxe https://www.youtube.com/watch?v=x-EhuaZN-XE . Dal vivo non delude mai, tanto che a breve distanza esce un altro CD dal vivo, il doppio

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Live From Nowhere In Particular – 2008 Mascot Provogue ***1/2 registrato durante il tour di Sloe Gin, dal quale vengono estratti cinque brani, ma anche gli altri dischi sono ben rappresentati: ottime Bridge To Better Days, So Many Roads, il medley esotico di India/Mountain Time e quello di Just Got Paid questa volta accoppiata con Django, l’intermezzo acustico con If Heartaches Were Nickels e Woke Up Dreaming, oltre alla conclusiva A New Day Yesterday con lunga citazione finale di Starship Troopers degli Yes https://www.youtube.com/watch?v=ptMM2DKDH5Y . L’anno successivo esce

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The Ballad Of Joe Henry – 2009 Mascot Provogue ****, uno dei suoi migliori dischi di studio, che ottiene un buon successo di vendite in giro per il mondo, soprattutto in Inghilterra e Olanda dove entra nella Top 30. La title track adattata da un brano di Mississippi John Hurt, vive su un equilibrio sonoro tra sfuriate zeppeliniane e inserti orchestrali ricercati, Stop è una bella ballata della cantante pop britannica Sam Brown, Last Call è un furioso rock-blues scritto dallo stesso Joe, che ben si adatta all’uso della doppia batteria (Bogie Bowles) e della chitarra ritmica di Blondie Chaplin. Nell’album per la prima volta a tratti cominciano ad apparire i fiati e lo spettro musicale si allarga, come nella cover di Jockey Full Of Bourbon di Tom Waits, o in quella di Funkier Than A Mosquito’s Tweeter, un brano scoppiettante con uso di fiati di Ike And Tina Turner https://www.youtube.com/watch?v=cqV9XkgIsZM , oppure nel duro swamp-rock di As The Crow Flies di Tony Joe White https://www.youtube.com/watch?v=tZvHPaIoR4Y . Sulla scia del successo Bonamassa arriva anche a registrare un doppio CD e DVD dal vivo

JoeBonamassaRAH

Live from the Royal Albert Hall2009 2CD/2DVD **** il quarto della decade e uno dei migliori in assoluto della sua carriera, grazie alla location fantastica, al repertorio, alla presenza di un paio di ospiti, uno in particolare, di cui tra un attimo. Magari non ve ne frega niente, ma in quel periodo ho assistito anch’io ad un suo concerto a Milano e sono rimasto molto soddisfatto di quanto visto e sentito. Ormai la doppia batteria è un fatto acquisito, come la presenza dei fiati: vi consiglierei la versione in DVD, perché la parte visiva, specie per uno show alla RAH ha una sua importanza. Quasi due ore e mezza di spettacolo, 19 brani dove esplora tutto il proprio repertorio, con un suono “maestoso”: Django e The Ballad Of Joe Henry illustrano il suo lato più progressive e 70’s rock, So It’s Like That quello blues, con l’intermezzo rock citazionista di Last Kiss, poi c’è la lunga sequenza sulle 12 battute, So Many Roads, Stop!, prima di chiamare sul palco il suo idolo e mentore Eric “Slowhand” Clapton per un duetto/duello nella splendida Further On Up The Road, presenza che realizza un sogno, con i fiati che punteggiano il suono spesso durante il concerto https://www.youtube.com/watch?v=iz41Ea4Kfvk . Intermezzo acustico con la lunga Woke Up Dreaming e la scandita High Water Everywhere con doppia batteria. Di nuovo rock con Sloe Gin e Lonesome Road Blues, poi nella seconda parte di nuovo blues, prima con Paul Jones che sale sul palco con la sua armonica per Your Funeral My Trial, seguita da una strepitosa Blues DeLuxe fiatistica dove Bonamassa distilla il meglio dalla sua chitarra. E gran finale con il trittico finale, Just Got Paid degli ZZ Top con la sua Flying V, brano ricco di citazioni degli Zeppelin https://www.youtube.com/watch?v=0ThfM81Y0ng , la sontuosa e suggestiva Mountain Time https://www.youtube.com/watch?v=xiMqvPYPvQ0  e la deliziosa blues ballad Asking Around For You che conclude un concerto strepitoso.

Fine della prima parte.

Bruno Conti

Era Già Malandato Da Tempo, E Alla Fine Ci Ha Lasciato Anche Leslie West, Aveva 75 Anni.

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In seguito ad un attacco di cuore nella giornata del 20 dicembre, Leslie West era stato ricoverato in un ospedale di Palm Coast, vicino a Dayona in Florida, dove viveva il musicista: ma non si è più ripreso ed è morto il 22, anche se la notizia è stata confermata solo tra ieri e oggi.

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Leslie Weinstein era nato a New York nell’ottobre del 1945 e poi era cresciuto tra Forest Hills e il New Jersey, prima di iniziare già nel 1965 una carriera con i Vagrants, tra i precursori di quello stile tra garage e psych-rock che poi sarebbe stato tramandato da Lenny Kaye nella sua famosa compilation Nuggets, nella quale il gruppo appariva con la cover di Respect, il grande brano soul di Otis Redding, trasformato in un robusto brano garage, dove già si apprezzava la chitarra di Leslie West https://www.youtube.com/watch?v=qr8b5ksAyL4 . Per i casi del destino il primo produttore della band fu proprio Felix Pappalardi, che poi avrebbe iniziato una fruttuosa collaborazione con Leslie nei Mountain, gruppo che aveva preso il nome dal primo album solista di West Mountain, mutuato anche dalle gigantesche fattezze del nostro, che brandiva le chitarre come fossero degli stuzzicadenti, ma le sapeva suonare come pochi: uno dei più fedeli seguaci del power trio style che proprio Pappalardi aveva contribuito a creare.

Bethel, New York: August 1969. Woodstock Music Festival. Leslie West and Mountain performing. ©Tom Miner / The Image Works NOTE: The copyright notice must include "The Image Works" DO NOT SHORTEN THE NAME OF THE COMPANY

Bethel, New York: August 1969. Woodstock Music Festival. Leslie West and Mountain performing. ©Tom Miner / The Image Works NOTE: The copyright notice must include “The Image Works” DO NOT SHORTEN THE NAME OF THE COMPANY

Senza stare a fare una lunga disamina, ma comunque approfondita, dell’operato della band,  sicuramente i Mountain sono stati, per alcuni anni, tra i migliori portatori sani di quel blues-rock robusto e roccioso, ma non privo di finezze, che era uno dei generi di riferimento dell’epoca. Nel primo album solista del luglio del1969 ricordato poc’anzi Pappalardi non era ancora entrato in pianta stabile nella formazione, ma agiva come produttore e bassista, in una band che Rolling Stone aveva identificato come “louder than Cream”; comunque era un bel sentire, nel repertorio c’erano già brani come Blood Of The Sun, Long Red e una cover di This Wheel’s On Fire di Dylan. A metà di agosto erano già a Woodtsock, dove presentarono in anteprima quello che sarebbe diventato uno dei loro cavalli di battaglia, la splendida Theme From An Imaginary Western, un brano scritto da Pete Brown e Jack Bruce, uscito su Songs For A Taylor dell’ex Cream, una power ballad dalla meravigliosa melodia, che nella versione dei Mountain è diventato uno dei grandi pezzi rock degli anni ‘70 https://www.youtube.com/watch?v=GNOzw8ufhxE , e sempre al Festival presentarono una versione colossale di Dreams Of Milk And Honey di oltre 16 minuti, presente nel primo album, dove si apprezzava lo stile chitarristico “grasso” (scusate) e dirompente che avrebbe sempre caratterizzato la sua futura carriera  . L’anno dopo esce nel 1970 esce Climbing! Che contiene la potentissima Mississippi Queen, una esplosione di pura potenza sonora, dove se West e Pappalardi non raggiungono i vertici di Clapton e Bruce, anche perché Corky Laing non era un batterista all’altezza di Ginger Baker, furono un buon surrogato e dei discepoli del leggendario trio inglese https://www.youtube.com/watch?v=VbP4qf8PjfI .

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Pappalardi, con la moglie Gail Collins, e spesso lo stesso Leslie scrivevano anche delle ottime canzoni, tipo la raffinata For Yasgur’s Farm sempre da Climbing! https://www.youtube.com/watch?v=pZwv8wH-C0Q , ma la loro forza era nel sound da colosso, da montagna, della band al completo, e anche se già il disco del 1970 entrò nella Top 20, fu con Nantucket Sleighride del 1971 che raggiunsero il massimo successo, grazie a brani come la title track, e l’anno dopo con Flower Of Evil, metà in studio e metà dal vivo, con il lungo tour de force di 25 minuti della Dream Sequence https://www.youtube.com/watch?v=p8iGat21cJE  e di Mississippi Queen, e nella parte in studio con un bellissimo brano della coppia Pappalardi/Collins One Last Cold Kiss https://www.youtube.com/watch?v=uQwldCpm91U , poi ripreso anche dal grande Christy Moore. Nel 1972 esce ancora l’ottimo Live: The Road Goes Ever On, con una fantastica e lunghissima Stormy Monday che illustrava l’amore per il blues di Leslie West, non un mero casinaro, ma un chitarrista della tecnica notevole con grande controllo di toni, livelli e vibrati, tanto che Martin Lancelot Barre, Ritchie Blackmore e altri hanno detto che qualche ideuzza l’hanno rubata al nostro amico e Pete Townshend era un fan e un amico.

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Dopo la pausa dei tre dischi come West Bruce Laing, due in studio ed uno Live, tra il 1972 e il 1974, buoni ma non eccelsi, comunque sempre dell’ottimo rock-blues https://www.youtube.com/watch?v=sRwFVkMymsI , West e Pappalardi, appianate le loro divergenze, provano un secondo disco con Avalanche e il doppio live Twin Peak. Leslie periodicamente ha provato a riattivare la vecchia ragione sociale, ma senza grandi risultati, mentre la carriera solista è proseguita tra alti (non molti) e bassi (parecchie di più, senza mai scadere nella parodia di sé stesso). Nel 2011, a causa dei suoi problemi con il diabete, ha subito l’amputazione della parte bassa della gamba destra, ma ha ripreso con orgoglio a fare musica, realizzando un paio di dischi di buona fattura, Still Climbing nel 2013 e Soundcheck nel 2015, ricco di ospiti https://discoclub.myblog.it/2015/11/21/manca-gamba-la-grinta-leslie-west-soundcheck/ . E di questi giorni è la notizia che purtroppo “la Montagna è crollata”, possa Riposare In Pace.

Bruno Conti

Altre Ristampe In Uscita A Marzo. Janis Joplin, Jeff Buckley, Leslie West Mountain, Motortown Revue In Paris, Yardbirds

janis little girl bluejanis little girl blue dvd

 

Tra una recensione e l’altra, ancora qualche anticipazione sulle principali ristampe del mese di marzo, dopo i cofanetti passiamo alle uscite singole (e un paio di doppi). Senza dimenticare che al 25 marzo uscirà anche un album “nuovo” curato dalla famiglia di Jeff Healey Heal My Soul, ma visto che di quello ho già preparato la recensione, poi la leggerete più avanti il mese prossimo. Per il momento partiamo con questa ulteriore antologia dedicata a Janis Joplin, si tratta della colonna sonora sul documentario dedicato alla vita della cantante texana (quelli che parlano bene dicono docufilm, ma il termine è veramente brutto): si intitola Little Girl Blue e ripercorre la breve vita di quella che è stata senz’altro una delle più grandi cantanti rock della storia (forse la più grande), una delle appartenenti al Club 27, scomparsa il 4 ottobre del 1970, L’ultima volta le avevo dedicato un Post in occasione della pubblicazione di questo live “inedito” http://discoclub.myblog.it/2012/01/07/ma-allora-ditelo-big-brother-and-the-holding-company-featuri/ al Carousel Ballroom, ora tocca alla colonna sonora che uscirà il 4 marzo su Sony Legacy, mentre il DVD e il Blu-Ray sono annunciati per il 4 Maggio.

Questo il contenuto, con qualche rarità, ma zero inediti:

1. Careless Love Janis Joplin (from: Janis Early Performances)
2. Down On Me Big Brother & The Holding Company (from: Big Brother & The Holding Company)
3. Women Is Losers Big Brother & The Holding Company) (from: Janis Boxset)
4. Ball And Chain Big Brother & The Holding Company (recorded live at the Monterey Pop Festival June 17, 1967)
5. Piece of My Heart Big Brother & The Holding Company (Live at the Generation Club April 1968, previously unreleased as audio only)
6. Catch Me Daddy Big Brother & The Holding Company (recorded live at the Grande Ballroom, Detroit March 2, 1968; from: Cheap Thrills Expanded Edition)
7. Magic Of Love Big Brother & The Holding Company (recorded live at the Grande Ballroom, Detroit March 2, 1968; from: Cheap Thrills Expanded Edition)
8. Summertime Big Brother & The Holding Company (from: Cheap Thrills)
9. Raise Your Hand Janis Joplin with the Kozmic Blues Band (recorded live in Frankfort, West Germany April 12, 1969; from: Farewell Song)
10. Maybe Janis Joplin (from: I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!)
11. Work Me, Lord Janis Joplin (recorded live at the Woodstock Music & Art Fair August 17, 1969)
12. Trust Me Janis Joplin & The Full Tilt Boogie Band (from: Pearl)
13. Cry Baby Janis Joplin (recorded live in Calgary during the Festival Express Tour July 4, 1970; from: Pearl Expanded Edition)
14. Tell Mama Janis Joplin (recorded live in Calgary during the Festival Express Tour July 4, 1970; from: Pearl Expanded Edition)
15. Get It While You Can Janis Joplin & The Full Tilt Boogie Band (from: Pearl)
16. Me And Bobby McGee Janis Joplin & The Full Tilt Boogie Band (from: Pearl)
17. Little Girl Blue Janis Joplin (from: I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!)

jeff buckley you and I

Sempre parlando di famiglie che si occupano degli archivi musicali dei loro cari, questa volta vengono pubblicate le cosiddette “Addabbo Sessions” una serie di registrazioni considerate come il Sacro Graal del materiale inedito di Jeff Buckley. Escono il giorno 11 marzo su Columbia/Legacy e il contenuto del CD è il seguente:

1. Just Like A Woman (Bob Dylan cover)
2. Everyday People (Sly & The Family Stone cover)
3. Don’t Let The Sun Catch You Cryin’ (Louis Jordan cover)
4. Grace (original)
5. Calling You (Jevetta Steele cover)
6. Dream Of You And I (original)
7. The Boy With The Thorn In His Side (The Smiths cover)
8. Poor Boy Long Way From Home (Bukka White cover)
9. Night Flight (Led Zeppelin cover)
10. I Know It’s Over (The Smiths cover)

leslie west mountain

Leslie West Mountain sarebbe il primo album solista del grande chitarrista newyokese, ma per molti, me compreso, in effetti è il primo album come band. Ora la Repertoire ne (ri)pubblica una nuova versione remastered, con quattro bonus e due singoli, oltre ad un libretto di 16 pagine con le note scritte dallo stesso West. la data di uscita prevista è il 18 marzo:

1. Blood Of The Sun
2. Long Red
3. Better Watch Out
4. Blind Man
5. Baby I’m Down
6. Dreams Of Milk And Honey
7. Storyteller Man
8. This Wheels On Fire
9. Look To The Wild
10. Southbound Train
11. Because You Are My Friend
Bonus Tracks:
12. Dreams Of Milk And Honey
13. This Wheels On Fire
14. Long Red
15. Blood Of The Sun

motortown revue live in paris motortown revue collection box

Della Stax sono uscite in passato varie testimonianze delle cosiddette “Revue”, cioé di quelle carovane di musicisti che giravano il mondo per promuovere dal vivo la musica della loro  etichetta. Anche la Tamla-Motown faceva lo stesso, ma a parte quel cofanetto molto costoso di 4 CD che vedete sopra, pubblicato dalla Hip–o-Select nel 2006 e chi trova ancora a cifre non proibitive, ma certo non per le tasche di tutti, non era mai stata creata una uscita dedicata ad uno spettacolo ad hoc. Ora il gap viene chiuse con l’uscita di questo album doppio Motortown Revue Live In Paris che verrà pubblicato dalla Tamla Uk, quindi Universal, il 25 marzo, al prezzo di un singolo CD o poco più. Con tutta l’esibizione parigina del 1965, compresi 12 brani non usciti nella versione in vinile del tempo. è un cosiddetto “must have”. Basta leggere i nomi e i titoli delle canzoni:

[CD1]
1. Introduction / Motortown Revue In Paris – Harold Kay
2. All For You – Earl Van Dyke Sextet
3. See See Rider – Earl Van Dyke Sextet
4. Too Many Fish In The Sea – Earl Van Dyke Sextet
5. Heat Wave (Including Introduction) – Martha & The Vandellas
6. Wild One – Martha & The Vandellas
7. If I Had A Hammer – Martha & The Vandellas
8. Nowhere To Run – Martha & The Vandellas
9. Dancing In The Street – Martha & The Vandellas
10. Jazz-Blues Instrumental – Stevie Wonder
11. Make Someone Happy – Stevie Wonder
12. High Heel Sneakers – Stevie Wonder
13. Funny (How Time Slips Away) – Stevie Wonder, Clarence Paul
14. Fingertips – Stevie Wonder

[CD2]
1. Introduction / Motortown Revue In Paris – Various Artists
2. All About My Girl – Earl Van Dyke Sextet
3. Too Many Fish In The See (Alt. Version) – Earl Van Dyke Sextet
4. Soul Stomp – Earl Van Dyke & The Soul Brothers
5. Come See About Me – The Supremes
6. Baby Love – The Supremes
7. People – The Supremes
8. Somewhere – The Supremes
9. Stop! In The Name Of Love – The Supremes
10. You’re Nobody ‘Til Somebody Loves You – The Supremes
11. Shake – The Supremes
12. I Gotta Dance To Keep From Crying – The Miracles
13. That’s What Love Is Made Of – The Miracles
14. Wives And Lovers – The Miracles
15. Ooo Baby Baby – The Miracles
16. Come On Do The Jerk – The Miracles
17. Mickey’s Monkey – The Miracles

yardbirds roger the engineer

Altro album che è stato ristampato decine di volte, questa volta esce per l’edizione del 50°, in doppio CD, sempre su Repertoire, e se ve lo siete perso le altre volte sarà il caso di acquistarlo, imperdibile. Si tratta di quello che viene considerato il capolavoro assoluto degli Yardbirds di Jeff Beck (e per usare un eufemismo “anche gli altri non erano male”): conosciuto come Yardbirds ma anche Roger The Engineer era l’unico disco del gruppo nato non come una raccolta di singoli ma come un album compiuto. Questa edizione contiene la versione Mono, quella Stereo e undici bonus tracks, tra cui i tre pezzi in cui suonano insieme Jeff Beck Jimmy Page:

[CD1]
The Mono Album:
1. Lost Woman
2. Over,Under,Sideways,Down
3. The Nazz Are Blue
4. I Can’t Make Your Way
5. Rack My Mind
6. Farewell
7. Hot House Of Omagararshid
8. Jeff’s Boogie
9. He’s Always There
10. Turn Into Earth
11. What Do You Want
12. Ever Since The World Began
Bonus Tracks – The Yardbirds 1966 Mono Recordings:
13. Happenings Ten Years Time Ago
14. Psycho Daisies
15. Stroll On
Bonus Tracks – Keith Relf 1966 Solo Recordings:
16. Mr. Zero
17. Knowing
18. Shapes In My Mind
19. Blue Sands
20. Shapes In My Mind (Alternate Version)

[CD2]
The Stereo Album:
1. Lost Woman
2. Over,Under,Sideways,Down
3. The Nazz Are Blue
4. I Can’t Make Your Way
5. Rack My Mind
6. Farewell
7. Hot House Of Omagararshid
8. Jeff’s Boogie
9. He’s Always There
10. Turn Into Earth
11. What Do You Want
12. Ever Since The World Began
Bonus Tracks – The Yardbirds 1966 Stereo Recordings:
13. He’s Always There (Alternate Version)
14. Turn Into Earth (Alternate Version)
15. I Can’t Make Your Way (Alternate Version)

Esce il 18 marzo.

Anche per oggi that’s all folks, alla prossima!

Bruno Conti

Odiava I Soundcheck, Ma Non Questo! Leslie West – Soundcheck

leslie west soundcheck

Leslie West – Soundcheck – Mascot/Provogue 

Quest’anno sono cinquanta anni dagli esordi di Leslie West con i Vagrants, e il musicista newyorkese ad ottobre festeggia anche i 70 anni e questa nuova uscita, la terza per la Mascot/Provogue usa la solita formula degli ultimi tempi, ricca di ospiti, e con un misto di brani nuovi e cover di canzoni celebri. Diciamo subito che è un buon disco, non un capolavoro, un onesto album di hard rock-blues classico con alcuni detours inconsueti in altri generi, i tempi dei Mountain sono passati (ma la band in teoria esiste ancora), anche se il nostro amico spesso si affida ancora a quella “montagna” di suono che lo ha sempre caratterizzato, e sul lato chitarristico il classico timbro della Gibson di West si gode comunque appieno. Non per nulla Leslie è stato spesso citato come fonte di ispirazione da colleghi illustri tra cui Richie Blackmore, che ne ricorda l’importanza per lo sviluppo del sound di In Rock, ispirato dall’ascolto di Mississippi Queen, oppure Martin Barre, che ammette di avere preso qualche ideuzza per il celebre riff di Aqualung, senza dimenticare Pete Townshend, e qui è lo stesso West a ricordare di essere stato presente alle prime sessions ai Record Plant che poi hanno portato alla realizzazione di Who’s Next, con il leader degli Who che gli regalò una Les Paul Junior, utilizzata in quella occasione.

Proprio al sound di Who’s Next mi sembra si ispiri il primo brano di questo Soundcheck, Left By The Roadside To Die, che si apre con il suono ripetuto di un synth suonato da David Biglin, su cui si innesta una chitarra acustica anche in modalità slide, poi entra l’elettrica di Leslie West e il resto del gruppo, per un brano che sembra viaggiare su territori blues, proprio per l’uso della slide https://www.youtube.com/watch?v=Har0FeOeYWk . Anche Give Me One Reason rimane ancorata a questo suono blues, una strana scelta di cover, la prima del CD, un brano di Tracy Chapman che si trovava su New Beginning, scelto appositamente da Leslie West per la sua melodia che secondo lui ben si adattava all’assolo che aveva in mente di inserire nel pezzo, e stranamente tutto funziona, con gusto e misura. Here’s For The Party è uno dei brani più duri, a tutto riff, con il classico suono “grasso” della solista che si innesta sul groove solido della band che accompagna West, classico è anche l’assolo con il tipico vibrato del nostro, che è un po’ il suo marchio di fabbrica, sentito mille volte, ma in fondo è quello che ci si aspetta da lui. You Are My Sunshine, viceversa, è una scelta inconsueta: si tratta di un vecchio standard americano degli anni ’30 del secolo scorso, famosissimo, che di recente è tornato in auge, perché una versione cantata da Jamie Johnson e Shooter Jennings è stata utilizzata nella colonna sonora della serie TV Sons Of Anarchy https://www.youtube.com/watch?v=fo_szHx1_no , dove anche West l’ha sentita, decidendo di realizzare la sua versione, molto aderente all’originale, chitarre acustiche e archi sintetici, ma anche le elettriche di West e dell’ospite Peter Frampton che lavorano di fino per creare un brano di pura atmosfera https://www.youtube.com/watch?v=weLUkI302-g .

Empty Promises Nothing Sacred è un tributo alla musica degli AC/DC, un incontro tra titani del riff-rock che crea un’altra montagna di suoni e soli in libertà. Ulteriore cambio per A Stern Warning, un brano strumentale per sola chitarra acustica che mescola spunti classici, modali, folk e blues un po’ come faceva il Jimmy Page dei primi Zeppelin, grande pezzo e grande tecnica. Non male pure la versione di People Get Ready, celeberrimo brano soul di Curtis Mayfield, famoso anche nella versione di Jeff Beck, a cui si avvicina questa rilettura, comunque rispettosa e piacevole, con l’immancabile lirica serie di soli a valorizzarla, dedicata alla memoria del vecchio road manager dei Vagrants https://www.youtube.com/watch?v=R727FcEs-MQ , mentre Going Down è proprio il classico pezzo di Don Nix, anche questo associato a Jeff Beck, ripescato da una registrazione di dieci anni fa dove suonano Max Middleton alle tastiere, David Hood al basso, Bonnie Bramlett alle armonie vocali e la seconda chitarra solista è quella di Brian May, bellissima versione, degna dei migliori Mountain. Prosegue la serie dei “recuperi” con l’omaggio a Ben E. King, scomparso di recente, con una bella versione acustica di Stand By Me, dove la voce femminile è quella di una 16enne sconosciuta, tale Ariela Pizza (giuro!), figlia di un amico di Leslie, che comunque se la cava più che bene. C’è anche una cover di Eleanor Rigby, che in pratica è un assolo di basso fretless di Rev Jones e per concludere, quella che è forse la chicca del disco, una versione dal vivo di Spoonful, con Jack Bruce al basso e alla voce e Leslie West che fa il Clapton della situazione, tributo riuscitissimo all’amico scomparso, preso da un vecchio nastro anni ’80 che esce dalle nebbie del tempo, intatto e ruspante, come il buon Leslie https://www.youtube.com/watch?v=T0XRvwE32LA !

Bruno Conti    

Novità Di Novembre, Seconda Parte. Dana Fuchs, Neil Young, Chris Isaak, Leslie West, Queen, Beach Boys, Staple Singers, Tracy Chapman

neil young bluenote cafe

Seconda parte delle anticipazioni sulle uscite discografiche della seconda parte di novembre, se mi scusate la ripetizione. Partiamo con una “nuova” uscita di Neil Young. 

Francamente un solo disco ufficiale del canadese targato 2015 era troppo poco e quindi Young rimedia con questa uscita della “Performance Series” (ma ancora niente per il 2° cofanetto degli Archives): si tratta di un doppio CD (o quadruplo vinile) su Reprise/Warner intitolato Bluenote Café, tratto dal tour del 1988 per promuovere il disco This Note’s For You, quello della formazione con una robusta sezione fiati aggiunta. In totale dieci musicisti sul palco, Frank Sampedro alle tastiere, Rick Rosas al basso Chad Cromwell alla batteria, più sei fiatisti. Ci sono ben sette brani inediti eseguiti in quel tour e una versione epica di più di 19 minuti di Tonight’s The Night. 

Uscirà il 13 novembre e la particolarità del doppio CD è anche che i pezzi provengono da moltissimi concerti diversi: questa la tracklist completa, con i brani inediti evidenziati in neretto (e come vedete dalla lista completa dei musicisti, anche gli altri Crazy Horse, Talbot Molina appaiono in alcuni brani:

Disc 1:
Welcome To The Big Room*
Don’t Take Your Love Away From Me**
This Note’s For You***
Ten Men Workin’****
Life In The City****
Hello Lonely Woman****
Soul Of A Woman****
Married Man+
Bad News Comes To Town++
Ain’t It The Truth++
One Thing++
Twilight++

Disc 2:
I’m Goin’#
Ordinary People##
Crime In The City###
Crime Of The Heart####
Welcome Rap####
Doghouse####
Fool For Your Love####
Encore Rap####
On The Way Home+++
Sunny Inside####
Tonight’s The Night####

Recorded on location at:
* Mt. View Theater, Mt. View, CA – 11/7/87
** The Fillmore, San Francisco, CA – 11/12/87
*** The Palace, Hollywood, CA – 4/13/88
**** The World, NY, NY – 4/18/88
+ The World, NY, NY – 4/21/88
++ Agoura Ballroom, Cleveland, OH – 4/23/88
+++ Poplar Creek Music Theatre, Hoffman Estates, IL – 8/16/88
# CNE, Toronto, Canada – 8/18/88
## Lake Compounce, Bristol, CT – 8/23/88
### Jones Beach, Wantagh, NY – 8/27/88
#### Pier 84, NY, NY – 8/30/88

Band:
Neil Young – guitar & vocals

Bluenote Café:
Rick Rosas – bass
Chad Cromwell – drums
Frank Sampedro – keyboards
Steve Lawrence – lead tenor saxophone
Ben Keith – alto saxophone
Larry Cragg – baritone saxophone
Claude Cailliet – trombone
Tom Bray – trumpet
John Fumo – trumpet
Billy Talbot – bass
Ralph Molina – drums

Come curiosità aggiungerei che Neil Young sarà presente nel nuovo album, il terzo, dei Promise Of The Real Something Real. Solo in un brano, San Francisco, alle parti vocali, visto che il disco era pronto dal 2014 ma ne era stata rinviata l’uscita per fare posto a The Monsanto Years. Il CD è previsto per febbraio 2016 a nome Lukas Nelson & Promise Of The Real, questo è il video in anteprima della title-track, http://teamcoco.com/lukasnelson?playlist=x;eyJ0b3RhbCI6Mjk3LCJ0eXBlIjoidGFnIiwiaWQiOjE4fQ

dana fuchs broken down

Per il 10 novembre è prevista l’uscita di un nuovo disco di Dana Fuchs: come lascia intendere in titolo, Broken Down Acoustic Sessions, si tratta di una compilation di brani, editi ed inediti, ma tutti in versione acustica o comunque in solitaria, firmati dalla Fuchs con partner diversi, oltre ad una cover di Ain’t No Love In The Heart Of The City di Bobby Bland. Il disco non esce per la sua etichetta europea, la Ruf, ma per la Antler King, quindi immagino non sarà di facile reperibilità in Europa (e costoso, visto che si tratta di un SACD). Nel CD, oltre a Dana, voce, chitarra e piano, solo il suo chitarrista storico Jon Diamond, anche all’armonica Una piccola anticipazione che ci permette di gustare la voce della Fuchs che rimane straordinaria anche in versione stripped down e comunque il doppio dal vivo se non lo avete è fantastico https://www.youtube.com/watch?v=Ht8s4bi8z0w

Comunque questi sono i titoli dei brani:

1. Almost Home
2. The Lie
3. What Went Right
4. Climb Over
5. Ain’t No Love In The Heart Of The City
6. Baby Loves The Life
7. Moment Away
8. Wait Up
9. Kind Of Love
10. So Hard To Move
11. Say So Long
12. Keepsake
13. Misery
14. Sad Salvation

 

chris isaak first comes the night

Dopo quattro anni di silenzio nuovo album di studio, l’undicesimo, anche per Chris Isaak, si intitola First Comes The Night, esce il 13 novembre per la Vanguard del gruppo Concord/Universal, è prodotto dallo stesso Isaak, in collaborazione con Paul Worley, Mark Needham e il nuovo Re Mida Dave Cobb, tra Nashville e Los Angeles. Il nostro amico Chis difficilmente sbaglia un disco (anche se sono anni che non ne fa di bellissimi, ma magari è la volta buona, sentiremo): sono dodici tracce (e 17 nell’immancabile versione Deluxe), compreso un duetto con Michelle Branch:

 1. First Comes The Night
2. Please Don’t Call
3. Perfect Lover
4. Down In Flames
5. Reverie feat. Michelle Branch
6. Baby What You Want Me To Do
7. Kiss Me Like A Stranger
8. Dry Your Eyes
9. Don’t Break My Heart
10. Running Down The Road
11. Insects
12. The Way Things Really Are
Deluxe Edition Bonus Tracks:
13. Harder Than The Rest
14. Keep Me Hanging On
15. Every Night I Miss You More
16. The Girl That Broke My Heart
17. Love The Way You Kiss Me

Tutti brani originali, niente cover per l’occasione. Un paio di piccoli anticipi:

e

leslie west soundcheck

Per il 20 novembre è previsto un nuovo album di Leslie West Soundcheck, etichetta Mascot/Provogue. Ve lo anticipo brevemente, poi leggerete la recensione completa sul Buscadero e sul blog. Ci sono molti ospiti: Peter Frampton, Brian May, Max Middleton, Bonnie Bramlett Jack Bruce tra gli altri. Un onesto album di blues-rock e zone limitrofe.

tracy chapman greatest hits

Il giorno 20 novembre sono previsti in uscita alcuni inevitabili titoli per il mercato natalizio. A partire da questo Greatest Hits di Tracy Chapman, etichetta Elektra/Asylum, con ben un “inedito” (si fa per dire, una versione dal vivo di Stand By Me in una delle ultime puntate del David Letterman Show del 2015).

Questa la tracklist completa:

1. Telling Stories (2000)
2. Baby Can I Hold You (1988)
3. Change (2005)
4. The Promise (1995)
5. Open Arms (1992)
6. Subcity (1989)
7. Fast Car (1988)
8. Bang Bang Bang (1992)
9. Crossroads (1989)
10. Speak The Word (2000)
11. Smoke And Ashes (1995)
12. Sing For You (Single Edit) (2008)
13. You’re The One (2002)
14. Save Us All (2008)
15. All That You Have Is Your Soul (1989)
16. Talkin’ Bout A Revolution (1988)
17. Give Me One Reason (1995)
18. Stand By Me (Live at The Late Show With David Letterman) (2015)

queen a night at the odeon

Altro classico natalizio del gruppo Universal un bel disco dei Queen. A Night At The Odeon uscirà solo in sette versioni: CD – DVD – Blu-ray – CD+DVD – CD+Blu-Ray – 2 LP – Super Deluxe Box. Vi riporto qui sotto il contenuto del mega box, per sottrazione ottenete tutte le altre versioni:

* 1 CD, 1 SD BLU-RAY, 1 DVD, 12 Single, 60 page hardback book and concert memorabilia in lift-off lid box
* 60 page hardback book containing previously unseen photographs
* Reproduction of ticket from the concert
* Concert programme
* Conference badge
* Reproduction of the tour itinerary
* Six button badges
* Reproduction of the 1975 tour poster
* Reproduction of the sticker stage pass
* Reproduction of 2 balloons dropped into the crowd at the end of the 24th December 1975 Hammersmith show

CD
1. Now I’m Here
2. Ogre Battle
3. White Queen (As It Began)
4. Bohemian Rhapsody
5. Killer Queen
6. The March Of The Black Queen
7. Bohemian Rhapsody (Reprise)
8. Bring Back That Leroy Brown
9. Brighton Rock
10. Guitar Solo
11. Son And Daughter
12. Keep Yourself Alive
13. Liar
14. In The Lap Of The Gods… Revisited
15. Big Spender
16. Jailhouse Rock (Medley)
17. Seven Seas Of Rhye
18. See What A Fool I’ve Been
19. God Save The Queen

SD BLU-RAY+DVD
1. Now I’m Here
2. Ogre Battle
3. White Queen (As It Began)
4. Bohemian Rhapsody
5. Killer Queen
6. The March Of The Black Queen
7. Bohemian Rhapsody (Reprise)
8. Bring Back That Leroy Brown
9. Brighton Rock
10. Guitar Solo
11. Son And Daughter
12. Keep Yourself Alive
13. Liar
14. In The Lap Of The Gods… Revisited
15. Big Spender
16. Jailhouse Rock (Medley)
17. God Save The Queen

LIVE IN JAPAN 75
Recorded live at the Budokan, Tokyo, 1st May 1975
1. Now I’m Here
2. Killer Queen
3. In The Lap Of The Gods… Revisited

LOOKING BACK AT THE ODEON
Previously unreleased 22 minute documentary

40TH ANNIVERSARY 12 VINYL SINGLE
Side A Bohemian Rhapsody
Side B Now I’m Here (Odeon Soundcheck 1975) **Previously unreleased recording from the afternoon of 24th December 1975

*DVD and SD Blu-ray formats do not include Seven Seas Of Rhye or See What A Fool I’ve Been.

Nella Super Deluxe c’è anche il soundcheck pre-show mai sentito prima. Esce il 20 novembre.

Questi erano i migliori Queen di ogni tempo, quindi sembra interessante!

beach boys party

Altra immancabile strenna natalizia è una uscita dei Beach Boys. Cosa ti hanno pensato i tipi della Universal, ora proprietari del catalogo Capitol? Perché non riesumare un album poco conosciuto della loro discografia Beach Boys’ Party, aggiungerci un Uncovered and Unplugged e farlo diventare un doppio CD? E potrebbe anche funzionare perché l’album, che già era divertente nella versione originale diventa assolutamente interessante in questa nuova versione che elimina gli applausi fasulli che erano stati aggiunti in fase di mixaggio e ripristina il disco in tutta la sua bellezza, con l’aggiunta di una bella porzione di materiale inedito. E per una volta il tutto in una versione con formato e prezzo umano (doppio al prezzo di uno). Questi contenuti:

  Tracklist
[CD1]
1. Hully Gully (Party! Sessions Mix)
2. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix)
3. Tell My Why (Party! Sessions Mix)
4. Papa-Oom-Mow-Mow (Party! Sessions Mix)
5. Mountain Of Love (Party! Sessions Mix)
6. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix)
7. Devoted To You (Party! Sessions Mix)
8. Alley Oop (Party! Sessions Mix)
9. There’s No Other (Like My Baby) (Party! Sessions Mix)
10. I Get Around/Little Deuce Coupe (Party! Session Mix)
11. The Times They Are A-Changin’ (Party! Sessions Mix)
12. Barbara Ann (Party! Sessions Mix)
13. Let’s Get This Party Rolling (Party! Sessions Mix / Session #2)
14. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
15. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
16. (I Can’t Get No) Satisfaction (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
17. Hully Gully (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
18. Blowin’ In The Wind (Party! Sessions Mix/Session #1)
19. Dialog – The Sunrays (Party! Sessions Mix/Session #1)
20. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
21. Dialog – The Masked Phantom (Party! Sessions Mix/Session #2)
22. Hully Gully (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
23. Dialog – Carl, Go Get Your Bass (Party! Sessions Mix/Session #2)
24. Hully Gully (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #2)
25. (I Can’t Get No) Satisfaction (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
26. Dialog – That’s A Bad Guitar (Party! Sessions Mix/Session #2)
27. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #2)
28. Dialog – What’s The Matter Carl (Party! Sessions Mix/Session #2)
29. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 4 – Session #2)
30. Dialog – Carl’s Tires (Party! Sessions Mix/Session #2)
31. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
32. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #2)
33. Dialog – Wasn’t That Great Folks? (Party! Sessions Mix/Session #2)
34. Tell My Why (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
35. Don’t Worry Baby (Party! Sessions Mix/Session #2)
36. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
37. Little Deuce Coupe (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
38. California Girls (Party! Sessions Mix/Session #2)

[CD2]
1. She Belongs To Me / The Artist (Laugh At Me) (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
2. Fooling Around: Hang On Sloopy / You’ve Lost That Lovin’ Feelin’ / Twist And Shout (Party! Sessions Mix/Session #2)
3. Riot In Cell Block No. 9 (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
4. Fooling Around: The Diary (Party! Sessions Mix/Session #2)
5. Dialog: I Think We Better Do This Next Week (Party! Sessions Mix/Session #2)
6. Dialog: Let’s Cook Now And Eat Later (Party! Sessions Mix/Session #3)
7. Tell Me Why (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
8. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 4 – Session #3)
9. Dialog: What I Want To Do (Party! Sessions Mix/Session #3)
10. Dialog: Are We Still In The Party? (Party! Sessions Mix/Session #3)
11. Mountain Of Love (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
12. Dialog: Where’s Denny? (Party! Sessions Mix/Session #3)
13. Devoted To You (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
14. Dialog: What Are You Doing Now (Party! Sessions Mix/Session #3)
15. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
16. Dialog: This Phony Party / Ticket To Ride (Party! Sessions Mix/Session #3)
17. Alley Oop (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
18. Alley Oop (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
19. Dialog: Tune It Like This (Party! Sessions Mix/Session #3)
20. There’s No Other (Like My Baby) (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
21. There’s No Other (Like My Baby) (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
22. Dialog: Do The Splits (Party! Sessions Mix/Session #3)
23. Devoted To You (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
24. Devoted To You (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #3)
25. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #4)
26. I Get Around (Party! Sessions Mix/Session #4)
27. Little Deuce Coupe (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
28. Mountain Of Love (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
29. Ticket To Ride (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
30. Riot In Cell Block No. 9 (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
31. The Artist (Laugh At Me) (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
32. One Kiss Led To Another (Party! Sessions Mix/Session #4)
33. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 4 – Session #5)
34. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 5 – Session #5)
35. Dialog: What Did You Stop Us For Chuck? (Party! Sessions Mix/Session #5)
36. The Times They Are A-Changin’ (Party! Sessions Mix/Session #5)
37. Fooling Around: Heart And Soul / Long Tall Sally (Party! Sessions Mix/Session #5)
38. Fooling Around: The Boy From New York City (Party! Sessions Mix/Session #5)
39. Smokey Joe’s Café (Party! Sessions Mix/Session #5)
40. Dialog: I Got One More (Party! Sessions Mix/Session #5)
41. Barbara Ann (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #5)
42. Barbara Ann (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #5)
43. Barbara Ann (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #5)

81 brani per un doppio non è male, anche se alcuni sono solo frammenti o dialoghi tra una canzone e l’altra. Data di uscita 20 novembre.

Ancora niente video nuovi, per cui un estratto dal disco originale

staple singers faith and grace

E per concludere la lista di oggi (questo in uscita il 13 novembre negli States, il 20 novembre in Europa, in Italia credo la settimana dopo) un bel cofanetto degli Staple Singers, uno dei più grandi gruppi della storia della musica nera, la band di babbo Pops, di Mavis Staples e delle sorelle Cleotha Yvonne, oltre a fratello Pervis, un ensemble di vocalists straordinari, com Mavis che si elevava sopra la mischia e a cui sono già stati dedicati diversi cofanetti in passato, ma questo Faith and Grace: A Family Journey 1953-1976 ha tutta l’aria di essere quello definitivo. 4 CD e un 45 giri in vinile in omaggio, 80 canzoni (più le due singolo) una più bella dell’altra. Ecco il contenuto:

[CD1]
1. It Rained Children
2. I Just Can’t Keep It To Myself
3. Each Day
4. God’s Wonderful Love
5. If I Could Hear My Mother Pray Again
6. I’ve Got A New Home
7. Uncloudy Day
8. Come On Up In Glory
9. I Know I Got Religion
10. Swing Down Chariot (Let Me Ride)
11. I Had A Dream
12. Help Me Jesus
13. Low Is The Way
14. This May Be The Last Time [Alternate Take]
15. So Soon
16. I’m So Glad
17. Pray On
18. Good News
19. Downward Road
20. Don’t Drive Me Away

[CD2]
1. Will The Circle Be Unbroken
2. Don’t Knock
3. Medley: Too Close/I’m On My Way Home/I’m Coming Home/He’s Alright [Live]
4. Swing Low
5. Calling Me
6. Stand By Me
7. Hammer And Nails
8. Gloryland
9. Hear My Call, Here
10. Nobody Knows The Trouble I’ve Seen
11. New-Born Soul
12. Dying Man’s Plea
13. Great Day
14. There Was A Star
15. Use What You Got
16. Let That Liar Alone
17. I Can’t Help From Cryin’ Sometime
18. Blowin’ In The Wind
19. This Land Is Your Land
20. I Know I’ve Been Changed

[CD3]
1. A Hard Rain’s Gonna Fall
2. Masters Of War
3. What Are They Doing (In Heaven Today)
4. Wish I Had Answered [Live At Newport]
5. I’ll Fly Away
6. Tell Him What You Want [Stapleton Singers]
7. Be Careful Of The Stones You Throw
8. Samson & Delilah
9. As An Eagle Stirreth Her Nest
10. Freedom Highway
11. Why (Am I Treated So Bad)
12. John Brown
13. Waiting For My Child
14. It’s Been A Change
15. For What It s Worth
16. Let’s Get Together
17. Crying In The Chapel [Mavis Staples With The Staple Singers]
18. Long Walk To D.C.
19. Got To Be Some Changes
20. Slow Train

[CD4]
1. I See It
2. The Ghetto
3. When Will We Be Paid
4. God Bless The Children
5. The Challenge
6. Brand New Day [Theme From The Motion Picture The Landlord]
7. Heavy Makes You Happy (Sha-Na-Boom Boom)
8. I Like The Things About You
9. You’re Gonna Make Me Cry
10. Respect Yourself
11. I’ll Take You There
12. This World
13. I’m Just Another Soldier
14. Are You Sure
15. If You’re Ready (Come Go With Me)
16. Touch A Hand, Make A Friend
17. Back Road Into Town
18. Let’s Do It Again
19. The Weight [The Band feat. Staple Singers]
20. Respect Yourself [Demo]

L’etichetta è Stax/Concord ma contiene materiale da tutte le etichette per cui ha inciso il gruppo e anche brani licenziati da altre case discografiche (tipo il brano da Last Waltz)

Per oggi è tutto, ma ci sono altre uscite interessanti in novembre, tipo la seconda uscita del mese della serie From The Vault degli Stones o il CD, Blu-ray, DVD, LP e box del concerto a Hyde Park 2015 degli Who, oltre ad altre uscite, anche nella prima decade di dicembre, ma ne parliamo prossimamente.

Bruno Conti

Manca Una Gamba, Ma Il “Cuore” C’è Sempre! Leslie West – Still Climbing

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Leslie West – Still Climbing – Mascot/Provogue/Edel 29-10-2013

Come sosteneva il noto medico chirurgo e “canzonettista” milanese Enzo Jannacci –  La televisiun la g’ha na forsa de leun – anche se  poi, ironicamente, faceva rima con cuiun: anche la musica ha una forza da leone, e Leslie West, dopo l’amputazione sostenuta nel 2011, a seguito delle complicazioni di un diabete mal curato, torna, più forte che mai, con questo nuovo album, Still Climbing, il secondo del nuovo ciclo, dopo Unusual Suspects, e che cita, fin dal titolo, il primo album del gruppo che ha fatto la fortuna del newyorkese Leslie Weinstein, i Mountain. E il buon vecchio Leslie, 68 anni quest’anno, quella montagna non ha mai cessato di scalarla. La sua carriera era iniziata con il garage psichedelico dei Vagrants, celebrato anche da Lenny Kaye nel primo Nuggets, dove era contenuta una versione gagliarda di Respect del grande Otis.

I Mountain di West e del grande Felix Pappalardi  sono state una delle migliori band rock-blues, sin dal loro esordio a Woodstock nel 1969 e poi con una serie di album notevoli nella prima metà degli anni ’70, tuttora in attività sino ai giorni nostri, anche se Pappalardi non c’è più, ucciso a colpi di rivoltella, per gelosia, dalla moglie Gail. Sull’argomento, ricordando con affetto il vecchio pard, West ha detto scherzando, che, nel 2009, in occasione dei 40 anni da Woodstock, ha preferito sposare sul palco, quella era che la sua compagna, per evitare future sorprese. Tornando all’album, anche questo disco, come il precedente, si avvale della presenza di vari ospiti. In Unusual Suspects c’erano Billy Gibbons, Zakk Wylde, Slash, Steve Lukather e Joe Bonamassa, per questo Still Climbing il parterre è meno ricco ma qualche nome di prestigio c’è, li vediamo mano a mano.

Come nel precedente, molti dei testi dei brani sono firmati dalla moglie Jennifer, con l’aggiunta di una buona scelta di cover e riprese di vecchi classici: l’apertura, uno dei brani più duri della raccolta, è Dyin’ Since The Day I Was Born, che lo vede affiancato da Mark Tremonti, l’attuale chitarrista degli Alter Bridge e prima dei Creed, per una cavalcata tra hard e light metal, dove West sfoggia una voce che è di nuovo simile al ruggito (parlando di leoni) che aveva ai tempi d’oro, dopo che negli ultimi anni, per i noti problemi di salute, dovuti ad anni di bagordi, ha smesso di fumare. Il secondo brano è una delle piacevoli sorprese di questo CD, che non è sicuramente un capolavoro ma si lascia ascoltare piacevolmente senza inutili lungaggini ed eccessi chitarristici come ai tempi di Nantucket Sleighride, il brano si chiama Busted, Disgusted Or Dead, ed è una poderosa cavalcata nel blues, con un duello a colpi di slide con il vecchio compagno di avventura, Johnny Winter, poco più di 3 minuti, il minimo sindacale, ma che grinta, ragazzi. Fade Into You addirittura si apre su una serie di arpeggi di Leslie all’acustica, ma non temete è questioni di attimi, si riprende subito a picchiare a tempo di rock, in questa hard ballad dove anche le tastiere, oltre all’immancabile solista del titolare hanno il giusto spazio, insieme ad una vena melodica che è sempre stata presente nel DNA del musicista americana sin dai tempi della sublime Theme From An Imaginary Western, non siamo a quei livelli, e ci mancherebbe, ma ci si difende.

Not Over You At All è ancora classico Power trio rock, anche se bisognerebbe dire quartet, visto che c’è l’inconsueta presenza di un sax a duettare con la chitarra di West. Anche Tales Of Woe vede la presenza di una chitarra acustica che si riverbera sull’elettrica in questo brano dall’atmosfera più raccolta e ricercata, comunque nelle corde del gigante americano, mentre il rock ritorna cattivo in una cadenzata Feeling Good introdotta da piano e organo e che poi si trasforma in un duetto (non malvagio) con Dee Snider, il frontman dei Twisted Sister, che non sarebbe proprio una mia prima scelta, potendo, ma forse sono rapporti di buon vicinato tra vecchi newyorkesi. Hatfield & McCoy è un altro dei brani migliori del CD, un brano a guida slide che ricorda molto il classico southern anni ’70, un genere poco frequentato nel passato ma che in questo caso rende bene. Ancora più indietro risale la passionaccia per il classic soul, con una cover dell’immortale When A man Loves A Woman (Percy Sledge & Otis Redding), un bel duetto con un ruspante Johnny Lang, di nuovo in forma, dopo le titubanze dell’ultimo album. Anche meglio la ripresa di Long Red, un brano che si trovava nel primissimo Leslie West Mountain, e che se è stata ripresa anche da uno come Christy Moore, un fascino deve averlo avuto e risentita oggi, in un bell’arrangiamento che dà ampio spazio all’organo Hammond (come in molti brani del disco peraltro), conferma il valore del disco. Manca una gamba, ma non la classe.                     

Bruno Conti  

Novità Di Settembre Parte III. Tori Amos, Leslie West, Kevin Costner, Calvin Russell, Umphrey’s McGee, Eleanor McEvoy, Melissa Ferrick, Roy Harper, Gourds

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Proseguiamo con l’aggiornamento delle uscite, che, detto per inciso, sono una delle rubriche più visitate del Blog e quindi arricchiamola! Come faccio a saperlo? Leggo le statistiche, che voi non vedete, ma questa volta mi scappa di dire che in meno di due anni dalla sua apertura ufficiale (il 1° di novembre 2009) questo Blog ha avuto circa 450.000 pagine visitate e più di 200.000 visite. Quindi grazie! Questo lo dico solo perchè vedo Blog musicali più osannati con Counters in bella evidenza che sbandierano 130.000/150.000 visite in 3 o 5 anni e qualche Post inserito quando gira il vento probabilmente perché troppo impegnati con i loro profili Facebook. Si dice il peccato ma non il peccatore, neanche sotto tortura! Io mi sforzo di inserire un Post al giorno e per il momento ci riesco, anzi, per la precisione sono 703 in 688 giorni. Non è solo mera statistica ma rispetto per chi legge, inserire sempre qualche nuovo argomento. Quindi di nuovo grazie e scusate e proseguiamo.

Anzi, prima una precisazione, il doppio Europe ’72 part 2 dei Grateful Dead, almeno in Europa slitta più avanti come uscita ma negli States è uscito regolarmente.

Tori Amos pubblica il nuovo album Night Of Hunters oggi 20 settembre per la Deutsche Grammophone!! C’è anche l’immancabile edizione Deluxe CD+DVD con quest’ultimo che oltre al Making of contiene due Videoclip di Carry e Nautical Twilight. Questo album in futuro potrebbe diventare un musical quindi attendiamo prossimi sviluppi.

Leslie West recentemente non ha attraversato un buon periodo di salute, il diabete che lo affligge da tempo ha costretto i medici ad amputargli la parte bassa della gamba destra ma la vecchia “montagna” continua per la sua strada. In questi giorni (non ho capito bene la data perchè in rete ne riportano molte diverse ma dovrebbe essere oggi) esce il nuovo album Unusual Suspects per la Provogue e si dice che sia il suo migliore da molto tempo a questa parte. Ospiti Slash, Zakk Wylde, Steve Lukather, Billy Gibbons e Joe Bonamassa (strano era un po’ che non si sentiva, ma dorme ogni tanto?). Il duetto West/Bonamassa è una torrida versione di Third Degree di Eddie Boyd. C’è anche I Feel Fine dei Beatles. Non so chi sia Joseph M. Pizza che scrive parecchi brani!

Anche Kevin Costner ci ha preso gusto alla sua carriera parallela come musicista. Questo From Where I Stand è il terzo album con i Modern West dal 2008. I primi due non erano male, su questo ho letto giudizi contrastanti ma gli ottimi John Coinman e Teddy Morgan sono sempre della partita e ad un ascolto veloce non mi sembra malvagio. Etichetta earMUSIC/Edel.

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Questo degli Umphrey’s McGee, Death By Stereo, pubblicato dalla ATO Records il 13 settembre dovrebbe essere l’11° della serie o forse il 12° per la jam band americana. D’altronde un gruppo che ha esordito con un album che si intitolava Greatest Hits Vol.III è forse normale?

Eleanor McEvoy rimarrà legata per tutta la vita al suo brano più celebre Only A Woman’s Heart, bellissimo peraltro anche nella versione di Mary Black. E infatti c’è anche in questo nuovo album Alone che è uscito in Inghilterra il 13 settembre per la piccola etichetta Moscodisc. Si tratta, come dice il titolo, di un album acustico dove la McEvoy rivisita molti brani del suo catalogo solo voce e piano o chitarra. Il risultato è molto piacevole, alla Eva Cassidy per intenderci. Bella la versione di Eve Of Destruction.

Il buon Calvino ci ha lasciato qualche mese fa e ora la piccola etichetta francese XIII Bis Records, che aveva edito anche i tre album precedenti, pubblica questo CD+DVD dal vivo postumo, Calvin Russell The Last Call In The Heat Of A Night… di cui stavo cercando disperatamente delle informazioni in rete senza trovarle quando mi sono ricordato che avevo il CD, quando uno è pirla! Il CD è stato registrato il 19 giugno del 2009 a l’Atabal di Biarritz mentre il DVD contiene anche una sessione unplugged registrata a l’Espace Icare di Issy-Les-Molineaux registrato il 28 giugno 2009 + vari extra. Comunque per saperne di più recensione di Marco Verdi la settimana prossima (ogni tanto sfrutto gli “ospiti” del Blog, visto che non ce la faccio a fare tutto!).

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Melissa Ferrick è una cantautrice americana indipendente (e lesbica dichiarata) con una discografia notevole di oltre quindici album, alcuni molto belli. Voce molto espressiva, musicalità notevole, potrebbe ricordare Ferron (una delle mie preferite tra le cantautrici “sconosciute”) o Ani DiFranco ma lei cita anche Springsteen, Joni Mitchell, Simon & Garfunkel tra le sue fonti di ispirazione. Comunque una molto brava: questo nuovo album si chiama Still Right Here viene pubbicato dalla MPress Records, prodotto da Alex Wong (quello di Vienna Teng per intenderci) e vede come ospiti Kaki King e Ani DiFranco.

La presentazione del Sun di Roy Harper era troppo bella per cui gliela frego: “Kate Bush ha cantato con lui. I Led Zeppelin hanno cantato di lui. I Pink Floyd una volta gli hanno chiesto di cantare per loro. I Fleet Foxes e Joanna Newsom lo adorano!” E, aggiungo io, Jonathan Wilson gli ha dedicato un tributo dove suonano e cantano moltissimi degli artisti che appaiono nel suo ultimo ottimo album Gentle Spirit. Ma soprattutto Roy Harper è uno dei più grandi cantautori inglesi di sempre con una discografia sterminata che ha ripubblicato per la sua etichetta Science Friction e che vende sul suo sito http://www.royharper.co.uk/. La Salvo Records, dopo le ristampe di Procol Harum e Nazareth, pubblica questa doppia antologia a prezzo speciale, Songs Of Love And Loss che non dovrebbe mancare in ogni discoteca che si rispetti e anche in tutte le altre. Anche lui ha compiuto 70 anni quest’anno come Dylan ma è stato celebrato molto meno, per usare un eufemismo. E Have A Cigar il brano che canta su Wish You Were Here dei Pink Floyd lo avete sentito tutti. Qui ci sono altri 23 brani tratti da 11 album della sua discografia, molto belli, ma secondo il sottoscritto ne mancano una valanga, soprattutto di quelli più lunghi dove suonano Jimmy Page, John Paul Jones, David Gilmour, Paul McCartney, Keith Moon tanto per citarne alcuni. Una meraviglia comunque, per iniziare.

The Gourds sono un quintetto texano guidato da Kevin Russell e Jimmy Smith che fanno dischi roots bellissimi nel più puro spirito della Band e di Bob Dylan con mille altre influenze gettate nel calderone sonoro, country, rock, folk, soul, zydeco, quello che vi viene in mente c’è tutto. Questo nuovo Old Mad Joy che è uscito per la Vanguard il 13 settembre è stato prodotto da Larry Campbell, il sideman di Bob Dylan e registrato a “The barn” ovvero gli studi di proprietà di Levon Helm. E si sente!

Alla prossima.

Bruno Conti

Un “Giovane” Bluesman Da Baton Rouge, Lousiana. Troy Turner – Whole Lotta Blues

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Troy Turner – Whole Lotta Blues – Evidence Music

Come si evince dalla foto di fianco a quella della copertina del disco, Troy Turner, sin da giovane, aveva delle ottime frequentazioni! E qui già vedo le manine che si alzano. Ma non si dice nel titolo Un giovane bluesman da Baton Rouge, in effetti ho leggermente ciurlato nel manico: potrei parlarvi di seconda giovinezza o del fatto che un bluesman nero nato nel 1967 è un giovane a tutti gli effetti, anzi un bambino e non sarei lontano dalla verità.

In effetti la sua vera carriera inizia verso la fine degli anni ’80, primi ’90 con un terzetto di album molto ben accolto da critica e appassionati di blues, un bel tocco di chitarra, una voce potente ed espressiva, le giuste frequentazioni, sembra destinato ad una carriera strepitosa, almeno nel blues. E invece per il resto degli anni ’90, silenzio totale, che vuole dire comunque molti concerti, lavoro per altri artisti, ma carriera solista quasi azzerata. Di nuovo riappare nel 1999 con un ottimo album per la Telarc, Blues On My Back, sempre ottime critiche ma rimane uno one shot solitario per l’etichetta di Cleveland (che proprio recentemente ha pubblicato il nuovo album di Pinetop Perkins, 97 anni e non sentirli per l’ex pianista di Muddy Waters, quasi un record, il disco è pure bello).

Ma torniamo a Troy Turner, quel disco poi uscito per la Telarc doveva essere prodotto da Jon Tiven, ma gli fu preferito un altro produttore e altri musicisti.

Undici anni dopo (e qui si fa concorrenza a Peter Gabriel per i tempi tra un disco e l’altro) i due si ritrovano, Jon Tiven raduna nei suoi studi di Nashville, Tennessee un manipolo, si fa per dire, meglio, uno stuolo di musicisti e realizza questo Whole Lotta Blues sicuramente il miglior disco di Troy Turner e in generale un ottimo disco di Blues. La voce è rimasta ottima, potente ed espressiva, una sorta di B.B. King giovane, la chitarra è sempre tagliente e i risultati si sentono. Per chi non lo sapesse Jon Tiven è una sorta di “eminenza grigia” del soul e del blues, negli ultimi anni ha prodotto dischi di Wilson Pickett, Felix Cavaliere & Steve Cropper, gli ottimi Ellis Hook e Mason Casey, Little Milton, Betty Harris, Howard Tate, Sir Mack Rice, Don Covay e una moltitudine di altri, quelli che non sono prodotti da Joe Henry e T-Bone Burnett li produce tutti lui, se non c’è il budget arriva Tiven, andatevi a leggere la lista delle sue produzioni e collaborazioni perché è veramente impressionante.

Oltre a tutto non è che utilizzi musicisti di secondo piano: oltre a se stesso, alla chitarra e alle tastiere, sax e quant’altro, c’è la moglie Sally Tiven, ottima bassista e Troy Turner alla solista. Ma vediamo gli ospiti: come autori o co-autori dei brani, Hubert Sumlin, Jonel Mosser, Steve Cropper e Felix Cavaliere e Brian May nelle inconsuete vesti di compositore di brani blues, l’ottima e tirata Come To Your Senses. In questo brano, per la serie, come direbbero a Roma, “Mei cojoni”, la formazione è la seguente: alle chitarre soliste Leslie West e Steve Cropper, all’organo Reese Wynans e al basso David Hood, dai Muscle Shoals Studios nonché babbo di Patterson Hood dei Drive-by Truckers.

Negli altri brani si alternano, oltre agli ottimi Jonel Mosser, una sorta di Bonnie Raitt più giovane, autrice anche di ottimi abum in proprio e Howard Tate, uno dei miti del soul che molti ricorderanno (spero) come interprete di Get it While You Can resa poi celebre da Janis Joplin, questi due duettano con Turner: tra i musicisti, Simon Kirke, batterista di Free e Bad Company, Chester Thompson batterista spesso con i Genesis, Frank Zappa, Weather Report, Bobby Whitlock l’organista di Derek & The Dominos e Bonnie Bramlett, sempre per restare in campo Claptoniano quella di Delaney & Bonnie, una gran voce. Ma anche il già citato Mason Casey all’armonica, Max Middleton del Jeff Beck Group al piano e per finire in gloria questa è la formazione presente nell’ottima cover, peraltro l’unica, di Going Down di Don Nix.

Brian May, che quindi non compone solo ma suona pure, Leslie West, Audley Freed e Troy Turner alle chitarre, Bobby Whitlock all’organo, Bonnie Bramlett alle armonie vocali, Max Middleton al piano, David Hood al basso, l’unico Carneade sarebbe il batterista Martin Ditcham che peraltro ha suonato con Sade, Rolling Stones e Working Week, tra gli altri. Diavolo di un Jon Tiven.

In conclusione questo disco non sarà un capolavoro assoluto del blues, ma è un ottimo disco e in giro perchè chi ama il suo blues con le giuste spruzzate di soul, R&B e rock, tra i dischi nuovi non è facile trovare molto di meglio.

Bruno Conti