Come Uragano Sembra Veramente “Piccolo”! Little Hurricane – Same Sun Same Moon

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Little Hurricane – Same Sun Same Moon – Mascot/Provogue           

Di formazioni in duo, solo chitarra e batteria, soprattutto negli ultimi anni, ne sono apparse parecchie: anche con batterista donna, il nome White Stripes dice qualcosa? E in ambito tutto maschile, pure i Black Keys. Nella cartella stampa non vengono citati come riferimenti questi due gruppi, solo esperienze mistiche tra i nativi americani sulle montagne nei pressi di San Diego, California, dove vive e opera la coppia, e ascoltando il disco qualche dubbio viene. Tornando al misticismo, tra l’altro il chitarrista e cantante, tale Anthony “Tone” Catalano ha rischiato di lasciarci la pelle in una di queste “chiamate” spirituali: è sparito ed ha camminato tra le montagne per un giorno ed una notte, ed è stato ritrovato in ipotermia, e ricoverato per insufficienza renale, appunto congelamento, e danni ai piedi che non gli hanno permesso di camminare per un mese. Però la socia e compagna di avventure Celeste “C.C.” Spina, ha detto che l’album è venuto molto bene, sarà. Dai nomi (anzi cognomi) dubito ascendenze italiche, non si sfugge, ma d’ora in poi li chiameremo Tone e C.C. per comodità. Questo Same Sun Same Moon è già il terzo album della loro discografia (quarto se contiamo una raccolta di cover), il primo ad uscire per la nuova etichetta Mascot/Provogue, e dopo essersi sposati nel 2016.

Dicono di essere entrambi fan, tra gli altri, di Van Morrison e Counting Crows, ma lui in precedenza aveva lavorato con Gwen Stefani, fatto l’ingegnere del suono e lavorato in gruppi jazz. Presentati come una band blues, rock e lo-fi, dal loro CV fatto di brani usati in serie televisive, spot pubblicitari e film proprio non di prima categoria, mi pare che, ascoltando il disco, che è uscito il 14 aprile, il genere si potrebbe definire piuttosto come un generico indie o alternative, non malvagio ma nemmeno così innovativo e “mistico” come viene presentato. Insomma il blues lo amano e lo ascoltano, ma lo praticano per vie molto trasversali: prendiamo la title track che apre l’album, sembra uno dei brani tipici di Jack White quando lavora con le sue band alternative, Dead Weather e Raconteurs, comunque una voce piacevole, un arrangiamento basico ma raffinato, basso e batteria molto presenti, la chitarra elementare ma efficace sia in fase ritmica che solista, insomma non ti cambiano la vita, almeno la mia. Bad Business, usata in un gioco della PlayStation MLB The Show 16,  sembra quasi ricordare il primo Sting dei Police in “leggero acido”, la voce è simile e anche i ritmi “angolari” ricordano le cose più strane del trio inglese. OTL, con le sue tastiere e ritmi elettronici aggiunti, le voci pure filtrate, alternate e anche sovrapposte dei coniugi è ancora più “moderna”, ma non mi entusiasma, con la voce di “Tone” che assume tonalità, scusate il bisticcio, tipo l’ultimo Bono degli U2, quelli più pasticciati e meticciati.

Come conferma pure la successiva Isn’t It Great dove si affacciano di nuovo ritmi reggae-rock, quindi fino adesso di Van Morrison, Counting Crows e blues ne ho sentito poco. Tra riverberi vari, ritmi scanditi e melodie radiofoniche si prosegue con Take It Slow, dove Tone e C.C. duettano di nuovo, mentre Lake Tahoe Eyes ha qualche spunto di blues desertico, un’atmosfera sospesa, una chitarra insinuante, ma poi il brano rimane irrisolto e anche un filo narcotico. March Of The Living è un breve e gagliardo brano strumentale dal ritmo più mosso del solito e potrebbe ricordare sia i White Stripes che i Black Keys citati all’inizio, ma l’idea non viene sviluppata e il brano finisce subito. Mt. Senorita sempre con i soliti ritmi scanditi ed ipnotici, questa volta più lenti, sembra appunto musica per illustrare immagini o situazioni e forse in quel ambito potrebbe funzionare, il lavoro della chitarra è interessante, mentre la voce è un filo monocorde https://www.youtube.com/watch?v=AA333KY-GDo . For Life, sempre con la timbrica tra Bono e Sting, è una sorta di ballata futuribile, con una bella melodia, e in effetti potrebbe richiamare vagamente qualcosa dei Counting Crows https://www.youtube.com/watch?v=wFDuhoiPnww  e anche You Remind Me rimane in questo ambito pop raffinato e “reggato”, con una tromba sullo sfondo a cercare di dare profondità al sound. Anche la chitarra acustica della successiva Slingshot tenta altre sonorità, ma non mi sembra memorabile. Mentre l’acquarello acustico della conclusiva Moon’s Gone Gold nella sua semplicità è uno dei brani più riusciti di questo album e potrebbe essere uno sviluppo interessante per il futuro https://www.youtube.com/watch?v=NmrbJ5NuqkE . Per il resto, con Shakespeare direi: “Molto rumore per nulla!”

Bruno Conti