30 Anni Di Carriera Come…Jimmy Barnes – Hindsight

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Jimmy Barnes – Hindsight – Provogue/Edel

Jimmy Barnes è uno dei più bravi, longevi e popolari musicisti australiani, non necessariamente nell’ordine. Volendo non è neppure veramente australiano, in quanto è nato a Glasgow in Scozia nel 1956, però essendosi trasferito con la sua famiglia ad Adelaide nel 1961 lo possiamo certamente considerare un prodotto della scena down under. Il più popolare e di successo lo è certamente, con 27 album nei Top 40, nove numeri 1, di cui 14 con i Cold Chisel e 13 come solista. Come molti sapranno l’album originale si intitola 30:30 Hindsight, in quanto il doppio album uscito in Australia (ma ne esiste anche una versione Deluxe tripla di cui potete leggere i 40 brani, qui sotto) contiene 30 brani che festeggiano 30 anni di carriera solista, quindi niente Cold Chisel.

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E qui sta in parte il suo limite perché quel gruppo forse, anzi sicuramente, rappresenta quanto di meglio, in ambito musicale, Barnes abbia prodotto: il sottoscritto in particolare lo ha conosciuto grazie a quel bellissimo doppio album dal vivo, Swingshift, uscito nel 1982, che, oltre al meglio della loro produzione fino a quel momento, conteneva, tra le tante, anche due versioni strepitose di Long As I Can See The Light e Knockin’ On Heaven’s Door https://www.youtube.com/watch?v=JnlciLtRR7U , oltre alle loro Conversations e Khe Sanh, per ricordare un paio dei rockers più intemerati. James Dixon Swan, Jimmy Barnes per tutti, nel 1984 ha iniziato anche una carriera solista, senza tralasciare parecchie rimpatriate con il suo gruppo, mai definitivamente sciolto: il primo album solo, Bodyswerve, è un esempio tipico della dicotomia che è sempre stata presente nella musica di Barnes. Un amore per una sorta di pub rock, con ampie venature soul e R&B, mescolato ad un hard rock sguaiato e tamarro, ai limiti dell’AOR meno nobile, che peraltro non gli ha mai consentito di entrare nei primi 100 posti delle classifiche di Billboard: quindi anche se sembrerebbe difficile trovare degli album validi dal profilo qualitativo, al di là di quella voce stentorea e potente, sempre usata ai limiti, nella sua discografia non è difficile viceversa trovarne, oltre alle singole canzoni, nel giudizio di chi scrive, alcuni dischi notevoli ci sono, a partire dall’ottimo Soul Deep, Flesh And Wood, Soul Deeper, The Rhythm And The Blues, oltre a parecchi dischi dal vivo.

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Questo disco nuovo, nella versione europea (dove è ancora meno famoso che negli USA) esce in una versione singola ristretta, e ci presenta alcuni dei suoi maggiori successi rivisitati, in nuove versioni, quasi tutte sotto forma di duetto. Comunque il CD, che manco a dirlo è andato direttamente al primo posto delle classifiche australiane https://www.youtube.com/watch?v=imZlx0K6wO4 , è abbastanza piacevole, si lascia ascoltare e può essere propedeutico per fare la conoscenza di questo ottimo rocker, anche se i dischi da avere sono all’incirca quelli che vi ho citato e a meno che non siate dei fans sfegatati, per cui forse avrete già la versione tripla di questo album. Per tutti gli altri, il disco si apre con una energica versione di Lay Down Your Guns, dove Barnes accompagnato dai Living End, terzetto influenzato dagli Stray Cats, quanto dal punk, dai Clash come dalla colonna sonora di Rock Around The Clock, provvede a “deliziarci” subito con il suo rock ad alta componente di ottani, reiterato in Time Will Tell con i Baby Animals, altra band australiana hard a guida femminile, l’energia non manca, ma giusto quella. Good Times, con Keith Urban (Mr. Nicole Kidman) è un eccellente brano rock che permette a Barnes di sfoderare tutta la sua potenza vocale, in una canzone che potrebbe ricordare Mellencamp quando si faceva chiamare ancora Cougar, ottima. Anche Ride The Night Away, con l’aiuto di Little Steven, è un efficace esempio di rock classico, con l’aggiunta dei fiati a rafforzare la grinta del brano e un ficcante assolo di Mr. Van Zandt, sembra quasi un vecchio pezzo di Bruce https://www.youtube.com/watch?v=fIxkej2fR_U

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Affare di famiglia per Stand Up, con Mahalia Barnes+The Soul Mates che ci presentano il lato più rock’n’soul di Barnes, uno dei suoi migliori https://www.youtube.com/watch?v=PU9vr0qYUi8 , non male anche I’d Die To Be With You con i bravi Diesel, sempre dal lato “giusto” del Rock https://www.youtube.com/watch?v=mYaRHhZ64yc , e pure Stone Cold, con Tina Arena, che praticamente non si sente, è un bel soul blues lento, con l’immancabile Joe Bonamassa, ispiratissimo alla solista, grande versione https://www.youtube.com/watch?v=D99LZg18OWg . Accoppiata rock per Working Class Man, ballatona mid-tempo di buona qualità con Jonathan Cain e Ian Moss, vecchio socio nei Cold Chisel, alla solista https://www.youtube.com/watch?v=jzWHwjfS8E0  e in Going Down Alone, con i Journey, quasi bluesata https://www.youtube.com/watch?v=QJNKeHIkuo4 . Durissima Love And Hate con i neozelandesi Shihad e sempre piacevole No Second Prize, versione 2014, marginali gli altri pezzi, a parte un altro piacevole duetto con il cantante country-roots Aussie Troy Cassar-Daley, in The Other Kind. Nell’insieme meglio di quello che pensavo e va a completare, come promesso, il trittico delle uscite australiane

Bruno Conti