Dal New Jersey (Via Italia), “On The Road Again”! Greg Trooper – Incident On Willow Street

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Greg Trooper – Incident On Willow Street – Appaloosa Records/Ird 2013

Devo ammettere che ho sempre avuto un debole per Greg Trooper, un musicista che è in attività dal 1986 (il suo primo album introvabile è stato We Won’t Dance), che ha scritto tra gli altri per Steve Earle, Robert Earl Keen, Vince Gill, Billy Bragg , Rosanne Cash e la grande Maura O’Connell (di cui purtroppo ho perso le tracce), e da allora è stato tutto un crescendo qualitativo per questo folk singer, precursore del suono che viene etichettato come “americana”. Ottimi infatti i suoi successivi lavori, a partire da Everywhere (92), Noises In The Hallway (96) forse il migliore del primo periodo, Popular Demons (98), Straight Down Rain (2001) il debutto per la Sugar Hill con Floating (2003); in mezzo c’è stato anche uno  live acustico Between A House and A Hard Place: Live At Pine Hill Farm  (venduto purtroppo solo via internet). Il sodalizio con la meritoria indie della North Carolina, prosegue con l’ottimo Make It Through This World (2005), un altro live di difficile reperibilità The Backshop Live (2006), The Williamsburg Affair (2009), Upside-Down Town (2010), fino a questo Incident On Willow Street, distribuito (meritoriamente) dalla nuova Appaloosa Records (indimenticabile creatura del compianto Franco Ratti).

Affiancato da musicisti stellari, a partire dal bravissimo polistrumentista Larry Campbell che suona di tutto, chitarre, pedal steel, mandolino, violino, banjo e bouzuki, Jack Saunders al basso, Oli Rockberger alle tastiere, Kenneth Blevins (dalla band di Hiatt) alla batteria e la brava Lucy Wainwright Roche alle armonie vocali, Greg presenta tredici tracce che spaziano tra folk anglosassone, country, rock e un pizzico di soul, per un suono più variegato rispetto agli ultimi album di studio.

Il viaggio inizia con una delicata All The Way To Amsterdam, mentre il mandolino di Campbell (colonna portante di tutto il disco), spadroneggia in Good Luck Heart, a cui fa seguito la ballata intimista Steel Deck Bridge. Sonorità irlandesi fanno capolino in Mary Of  The Scots In Queens, un folk cadenzato dalla  melodia avvolgente, per poi passare al soul di Everything’s A Miracle  e alle ballate acustiche The Land of No Forgiveness (che si avvale della voce angelica della Roche) e Amelia (dove troviamo alla batteria il figlio Jack). One Honest Man è un bel brano rock valorizzato dalla chitarra di Larry, seguito dalla grintosa Living With You, mentre This Shitty Deal è una ballatona country (alla Los Lobos). Il viaggio si avvia alla fine con la danza campestre di The Girl In The Blue e il country evocativo di Diamond Heart, che sa di vecchio west, con la bella voce di Trooper, che ricorda sapori di altri tempi. La bonus track (solo per il mercato italiano) è una torrida versione dal vivo di Ireland (era sull’album Everywhere), con la fisa a dettare il ritmo alla band (la versione Appaloosa è un bel digipack che contiene una taschina dove c’è il libretto con i testi e traduzione italiana, molto meritorio!).

Greg Trooper è uno di quei rari cantautori che solo l’America sa produrre, ha un talento fuori dalla norma, che lo affianca facilmente a solisti della fama di Steve Earle, Joe Ely e John Hiatt, perché sa scrivere canzoni di grande forza, fa della grande musica che gli sgorga dal profondo dell’anima, non vende illusioni, ma parla d’amore e di speranza.

***NDT: Domenica 27 Ottobre 2013 alle 18,00 suona dalle mie parti, alla Pizzeria Trapani in quel di Pavia, per chi fosse interessato l’ingresso è gratuito, io ci sarò sicuramente. Alla prossima!

Tino Montanari

Ma Allora E’ Vero! Ry Cooder And Corridos Famosos – Live In San Francisco

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Ry Cooder And Corridos Famosos – Live in San Francisco – Nonesuch CD

Quando ho letto qualche mese fa che il grande Ry Cooder stava per pubblicare un album live, elettrico e con tanto di full band, con egli stesso come leader (come una “qualunque” rockstar), pensavo di aver letto male, tanto più che l’unico live album ufficiale della sua carriera “rock”, Showtime, risale al lontano 1977.

Invece, come ho scritto nel titolo del Post, è assolutamente vero: c’è da dire che è dal 2005 che Cooder è tornato a fare dischi a suo nome nel modo tradizionale (Chavez Ravine, così così anche perché Ry cantava solo quattro brani, seguito poi da altri quattro splendidi dischi a tema, dei quali quello dello scorso anno, Election Special, è forse il migliore  ho-come-l-impressione-che-mitt-romney-non-gli-piaccia-e-nean.html) dopo quasi vent’anni di colonne sonore e collaborazioni strane e meno strane (ricordo con piacere il disco con Ali Farka Touré, Talking Timbuktu, il supergruppo dei Little Village – ma una bella ristampa con un bonus CD dal vivo no? – e soprattutto il primo Buena Vista Social Club, che ha sdoganato in una botta sola quasi un secolo di musica cubana).

Live è stato registrato nel 2011, casualmente (o forse no) nello stesso luogo dal quale provenivano le performance poi finite su Showtime, cioè la Great American Music Hall di San Francisco: sul palco con Ry ci sono il figlio Joachim alla batteria, la quasi cognata Juliette Commagère alla voce, Robert Francis al basso e le due voci nere, l’habitué Terry Evans ed Arnold McCuller.

Poi, come ciliegina (e che ciliegina), abbiamo il mitico Flaco Jimenez all’accordion ed un gruppo di giovani fiati messicani, dieci elementi, denominati La Banda Juvenil, che suonano come dei veterani. Ebbene, con un corredo così, il risultato non può che essere notevole, ed infatti Cooder, che è in serata di grazia, si amalgama alla perfezione con la sua large band (chiamata per l’occasione Corridos Famosos), deliziandoci con dodici canzoni, una meglio dell’altra, che fanno risultare Live anche più bello di Showtime.

Il concerto inizia con Crazy ‘Bout An Automobile, con Ry subito padrone con la sua leggendaria slide, la voce forte ed intonata, ed il gruppo (per ora senza i messicani) che lo segue subito come un treno; Why Don’t You Try Me aggiunge i fiati, per un trascinante brano a metà tra l’errebi e le sonorità di New Orleans (come la precedente è tratta da Borderline).

Boomer’s Story è il primo vero pezzo forte della serata, una versione lenta, struggente, di grande feeling, un classico assoluto rivisitato alla grande; Lord Tell Me Why è molto annerita, ed è quella che mi piace meno, ma poi arriva Flaco ed i nostri partono con un’irresistibile versione dell’evergreen di Woody Guthrie Do Re Mi, davvero splendida.

School Is Out prosegue con il ritmo e con i duelli tra la chitarra di Cooder e la fisa di Jimenez, ma poi arriva The Dark End Of The Street, che era già un highlight di Showtime, ed il livello sale alle stelle (gli americani direbbero “show-stopper”): sette minuti incredibili, con il nostro che suona in maniera divina, ed il pubblico in totale silenzio, quasi incredulo.

El Corrido De Jesse James, uno dei pezzi più recenti di Ry, fa riprendere la fiesta, mentre Wooly Bully (proprio il successo di Sam The Sham & The Pharaos) riempie la sala di ritmo e di rock’n’roll. Volver Volver, già un classico nel repertorio dei Los Lobos, viene cantata (bene) dalla Commagere, mentre il finale è appannaggio di una versione piuttosto dura e spigolosa di Vigilante Man (ancora Guthrie) e del superclassico di Leadbelly Goodnight Irene, con tutti i musicisti assieme sul palco, un’altra rilettura da manuale (questo è un po’ l’anno della riscoperta di questa canzone, già Eric Clapton ne aveva fatta un’ottima versione nell’ultimo Old Sock  manolenta-va-ai-caraibi-eric-clapton-old-sock.html).

Grande disco: peccato solo che non sia doppio (e che non ci sia anche il DVD accluso).

Marco Verdi

Un Altro Box “Inspiegabile”! Steve Earle – The Warner Bros Years

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Steve Earle – The Warner Bros Years – Shout Factory 4 CD + 1 DVD – 25-06-2013

Ma perché le case discografiche (e la Shout in particolare tra quelle specializzate in ristampe, vedasi Kiko dei Los Lobos lo scorso anno, è recidiva), godono a porlo “in quel posto” agli acquirenti di musica, con delle confezioni veramente assurde e costose. Al di là del contenuto relativo solo ai tre album che Steve Earle ha pubblicato tra il ’95 e il ’97, Train A Comin’ (1995), I Feel Alright (1996), e El Corazón (1997), probabilmente dipende dai diritti d’autore e quindi si raccolgono i dischi di cui si è “proprietari. Il materiale aggiunto però é “pura cattiveria”: per averlo, bisognerà sborsare una bella cifra, ricomprarsi dischi che si hanno già e così si diviene felici possessori di un CD e di un DVD dal vivo completamente inediti. Live at the Polk Theater (1995) è il primo concerto tenuto dopo essere stato rilasciato dalla prigione, alla fine della sua detenzione (ospiti Emmylou Harris e Bill Monroe) e To Hell And Back: Live at Cold Creek Correctional Facility (1996), un concerto filmato nell’istituto di correzione di Nashville, Tennessee (prigione di stato suona troppo crudo?) e andato in onda su MTV, nel 1996 appunto, qui lo vedete tutto 14538666. E relativo libretto di 40 pagine con note firmate dallo stesso Earle. Tutto bellissimo per chi non ha i dischi in oggetto, ma per i fans di Steve, che sono la maggioranza e quelli più interessati, un disco doppio, magari a prezzo speciale, sarebbe stato l’ideale. Forse era troppo semplice, mistero!?

Grande musica, però!

Bruno Conti

“Finalmente” Una Nuova Ristampa Dei Doors – Live At The Bowl ’68

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The Doors – Live At The Bowl ’68 –  Eagle Rock/Edel  DVD o Blu-Ray – Rhino CD 23-10-2012

E’ diventata una consuetudine quella di ricomprare sempre le stesse cose, più e più volte, perché in ogni nuova edizione i discografici ci allettano, una volta con la qualità sonora migliorata, un’altra con i brani in più rispetto alle precedenti versioni, in qualche caso con entrambe le cose. Per questo Live At The Bowl ’68 dei Doors valgono entrambe le opzioni. Però, diversamente da come è stato per il recente Kiko Live dei Los Lobos, non è stata fatta una bella confezione che raccoglie entrambi i supporti, in quanto il CD e il DVD o Blu-Ray escono per etichette differenti.

All’origine, il disco in vinile uscì come Live At the Hollywood Bowl, un mini album con sei brani pubblicato dalla Elektra nel 1987, più una single version abbreviata di Light My Fire, poco più di 22 minuti di musica e con l’aggravante di contenere solo dei brevi estratti della celeberrima Celebration Of The Lizard, il disco più corto della discografia dei Doors (ma fu pubblicato anche in VHS).

Aggravante, perché il concerto, registrato il 5 luglio del 1968 nella famosa location californiana, era veramente bello, uno dei migliori della loro carriera, nonché uno dei pochi di cui esistevano anche le riprese in video. E infatti nel 2000 venne pubblicata dalla Universal Pictures una prima versione pure in DVD, ampliata per contenere 14 tracce e 62 minuti di musica (come nella videocassetta), con qualche problema tecnico qui e là. Ma, ai tempi, il concerto era stato ripreso con quattro cineprese e l’audio catturato in 16 piste, e quindi il massimo di quello che esisteva all’epoca. In questi anni la tecnologia ( e le ricerche negli archivi) hanno fatto ulteriori passi avanti e perciò eccoci a questa ulteriore nuova uscita, pubblicata dalla Eagle Rock, che è stata curata da Bruce Botnick, ovvero l’ingegnere del suono e il co-produttore originale delle registrazioni. Le tracce, sia nelle versioni video che in quella audio, sono diventate 20, ma solo perché alcuni brevi frammenti e introduzioni o finali sono stati contati come brani. In ogni caso ci sono comunque due brani extra aggiunti, The Wasp (Texas Radio And The Big Beat) e Hello I Love You che sono stati re-inseriti come settima e ottava canzone del concerto originale, che quindi ritorna nella sua interezza. La qualità audio e video è fantastica, immagini e suono nitidissimi, non sembra che siano passati 44 anni e Jim Morrison e soci, anche a livello musicale, sono in serata di grazia. The End, oltre i 17 minuti, una versione di Light My Fire di quasi dieci minuti e When The Music’s Over, oltre i dodici minuti, sono tra le migliori versioni mai ascoltate.

Inutile ricordare l’importanza dei Doors, uno dei più grandi gruppi della storia del rock, colti all’apice della loro carriera. Per invogliare ulteriormente l’acquirente, nella versione video c’è circa un’ora di materiale extra, con backstage, interviste e filmati inediti realizzati allora ed oggi, per rendere ancora più appetibile questa nuova uscita. Per una volta, si ricompra qualcosa per cui vale assolutamente l’esborso della cifra richiesta, che è anche abbastanza contenuta, nessuna strana e costosissima edizione Deluxe. Sarebbe un errore in italiano, come mi ammonisce anche il programma di scrittura di Word, ma lo dico lo stesso, nonostante sia la seconda ristampa in un anno (dopo L.A Woman), consigliatissimo! Ed ora vai con Jimi Hendrix, che il 27 novembre avrebbe compiuto 70 anni !

Bruno Conti

Uscite Discografiche “Prossime Venture” Periodo Giugno-Agosto 2012 Parte I. Kinks, Soul Asylum, Beachwood Sparks, Little Feat, Bobby Womack, Tanita Tikaram, Blasters, Levellers, Los Lobos

Oggi ho deciso di fare una prima puntata relativa alle uscite discografiche che ci delizieranno nei prossimi mesi estivi. Lo so che non si dovrebbe fare, perché poi uno se le dimentica, ma almeno avete una idea di cosa aspettarvi tra giugno e agosto a livello discografico. Dove possibile vi inserisco anche la copertina e la data di uscita (presunta). A caso, come vengono vengono, sempre ricordando che quelle più vicine tipo Brandi Carlile, Shawn Colvin, Mary Chapin Carpenter, Neil Young, Patti Smith, Beach Boys e altri in uscita tra il 5 e il 12 giugno ve li ho già anticipati e ci tornerò nella settimana di uscita. Alejandro Escovedo l’avevo detto? Lo sto sentendo oggi, un po’ deluso a un primo ascolto.

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Il Box dei Kinks At The BBC 5 CD + DVD è in uscita il 13 agosto per la Sanctuary/Universal, questo il contenunto:

CD1

1. Interview: Meet The Kinks – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1964
2. Cadillac – Saturday Club – The Playhouse Theatre, 1964
3. Interview: Ray Talks About ‘You Really Got Me’ – Saturday Club The Playhouse Theatre, 1964
4. You Really Got Me – Saturday Club – The Playhouse Theatre, September 1964
5. Little Queenie – Saturday Club – The Playhouse Theatre, 1964
6. I’m A Lover Not A Fighter – Top Gear – The Playhouse Theatre, 1964
7. Interview: The Shaggy Set – Top Gear – The Playhouse Theatre, 1964
8. You Really Got Me – Top Gear – The Playhouse Theatre, October 1964
9. All Day And All Of The Night – Top Gear – The Playhouse Theatre, 1964
10. I’m A Lover, Not A Fighter – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
11. Interview: Ray Talks About The USA – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
12. I’ve Got That Feeling – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
13. All Day And All Of The Night – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
14. You Shouldn’t Be Sad – Saturday Club – Maida Vale Studios, 1965
15. Interview: Ray Talks About Records – Saturday Club – Maida Vale Studios, 1965
16. Tired Of Waiting For You – Saturday Club – Maida Vale Studios, 1965
17. Everybody’s Gonna Be Happy – Saturday Club -Maida Vale Studios, 1965
18. This Strange Effect – “You Really Got…” – Aeolian Hall, 1965
19. Interview: Ray Talks About “See My Friends” – “You Really Got…” Aeolian Hall, 1965
20. See My Friends – “You Really Got…” Aeolian Hall, 1965
21. Hide And Seek – “You Really Got…” Aeolian Hall, 1965
22. Milk Cow Blues – Saturday Club – The Playhouse Theatre, 1965
23. Interview: Ray Talks About Songwriting – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1965
24. Never Met A Girl Like You Before – Saturday Club – The Playhouse Theatre,1965
25. Wonder Where My Baby Is Tonight – Saturday Club,The Playhouse Theatre,1965
26. Interview: Meet Pete Quaife – Saturday Club, The Playhouse Theatre,1965
27. Till The End Of The Day – Saturday Club, The Playhouse Theatre,1965
28. A Well Respected Man – Saturday Club, The Playhouse Theatre,1965
29. Where Have All The Good Times Gone? – Saturday Club,The Playhouse Theatre,1965
30. Love Me Till The Sunshines – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
31. Interview: Meet Dave Davies – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
32. Death Of A Clown – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
33. Good Luck Charm – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
34. Sunny Afternoon – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
35. Autumn Almanac – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
36. Harry Rag – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
37. Mr Pleasant – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967

CD2

1. Susannah’s Still Alive – Top Gear -Maida Vale Studios, 1967
2. David Watts – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
3. Waterloo Sunset – Top Gear – BBC Piccadilly Studios, 1968
4. Interview: Ray Talks About Working – Top Gear – BBC Piccadilly Studios, 1968
5. Days – Top Gear – BBC Piccadilly Studios, 1968
6. Interview: Ray Talks About Solo Records – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
7. Love Me Till The Sun Shines – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
8. Monica – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
9. Interview: Ray Talks About “Village Green” – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
10. The Village Green Preservation Society – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
11. Animal Farm – Saturday Club, Alternative version – Playhouse Theatre, 1968
12. Where Did My Spring Go? – “Where Was Spring?” – The Riverside Studios, 1969
13. When I Turn Off The Living Room Lights – “Where Was Spring?” – The Riverside Studios, 1969
14. Plastic Man – Symonds on Sunday, Alternate Version – Aeolian Hall, 1969
15. King Kong – Symonds on Sunday, Alternate Version – Aeolian Hall, 1969
16. Do You Remember Walter – Symonds on Sunday, Alternate Version – Aeolian Hall, 1969
17. Symonds on Sunday Interview: Ray Talks About Rumours – Aeolian Hall, 1969
18. Victoria – Dave Lee Travis, Alternate Version – Camden Theatre, 1969
19. Mr Churchill Says – Dave Lee Travis, Alternate Version – Camden Theatre, 1969
20. Arthur – Dave Lee Travis, Alternate Version – Camden Theatre, 1969
21. Interview: Ray Talks With Keith Altham – Dave Lee Travis show – Aeolian Hall,1970
22. Lola – Dave Lee Travis show, Alternate Version – Aeolian Hall,1970
23. Mindless Child Of Motherhood – Dave Lee Travis show – Aeolian Hall,1970
24. Days – Dave Lee Travis show, Alternate Version – Aeolian Hall,1970
25. Apeman – Dave Lee Travis show, Alternate Version – Aeolian Hall,1970
26. Acute Schizophrenia Paranoia Blues – John Peel Session – Kensington House, 1972
27. Holiday – John Peel Session – Kensington House, 1972
28. Skin And Bone – John Peel Session – Kensington House, 1972

CD3

1. Supersonic Rocket Ship – John Peel Session – Kensington House, 1972
2. Here Comes Yet Another Day – Dave Lee Travis – Alternate Version 1973
3. Demolition – John Peel Session – Langham Studios, 1974
4. Mirror Of Love – John Peel Session – Langham Studios, 1974
5. Money Talks – John Peel Session – Langham Studios, 1974
6. DJ Alan Black Introduces “In Concert at The Hippodrome Theatre”
7. Victoria – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
8. Here Comes Yet Another Day – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
9. Mr. Wonderful – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
10. Money Talks – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
11. Dedicated Follower Of Fashion – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
12. Mirror Of Love – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
13. Celluloid Heroes – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
14. You Really Got Me / All Day And All Of The Night – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
15. DJ Alan Black Talks About “Preservation Act 2”
16. Daylight – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
17. Here Comes Flash – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
18. Demolition – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
19. He’s Evil – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
20. Lola – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
21. Outro – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
22. Skin And Bone / Dry Bones – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974

CD4

1. Alan Freeman Introduces “The Kinks Christmas Concert”
2. Juke Box Music – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow, 1977
3. Bob Harris Introduction – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow, 1977
4. Sleepwalker – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
5. Life On the Road – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
6. A Well Respected Man – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
7. Death Of A Clown – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
8. Sunny Afternoon – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
9. Waterloo Sunset – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
10. All Day And All Of The Night – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
11. Slum Kids – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow Theatre, 1977
12. Celluloid Heroes – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow Theatre, 1977
13. Get Back In The Line – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
14. The Hard Way – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
15. Lola – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
16. Alcohol – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
17. Skin And Bones / Dry Bones – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
18. Father Christmas – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
19. You Really Got Me – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
20. Interview: Ray Talks To Johnny Walker – Maida Vale Studios, 1994
21. Phobia – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994
22. Interview: Ray Introduces “Over The Edge” – Maida Vale Studios, 1994
23. Over The Edge – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994
24. Wall Of Fire – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994
25. Till The End Of The Day – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994

CD5

1. All Day and All The Night – Emma Freud session – Maida Vale Studios, 1994
2. Waterloo Sunset – Emma Freud session – Maida Vale Studios, 1994
3. I’m Not Like Everybody Else – Emma Freud session – Maida Vale Studios,1994
4. Till The End of the Day – Emma Freud session – Maida Vale Studios,1994
5. You Really Got Me – Emma Freud session – Maida Vale Studios, 1994
6. Louie Louie – Saturday Club -Live at The Playhouse Theatre, 1964
7. Stop Your Sobbing – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1964
8. Milk Cow Blues – “You Really Got…” -Live at Aeolian Hall, 1965
9. Milk Cow Blues – Saturday Club Live at The Playhouse Theatre, December 1965
10. I Am Free – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1965
11. Susannah’s Still Alive – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1968
12. Days – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1968
13. Dedicated Follower Of Fashion / A Well Respected Man / Death Of A Clown – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Recorded at BBC Televison Centre, 1968
14. Sunny Afternoon – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
15. Two Sisters – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
16. Sitting By The Riverside – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
17. Lincoln County – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
18. Picture Book – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
19. Days – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version

DVD

1. You Really Got Me – The Beat Room, BBC Television Centre,1964 [Film]
2. Got Love If You Want It – The Beat Room – BBC Television Centre,1964 [Film]
3. Sunny Afternoon – A Whole Scene Going On – BBC Television Centre,1966[Film]
4. Lola – Altnerative version , Top Of The Pops, 1970 [film]
5. Ape Man – Alternative Version, Top Of The Pops, 1971 [Film]
6. Have A Cuppa Tea – The Old Grey Whistle Test, 1972 [Film]
7. Come Dancing – Alternative version, Top Of The Pops, 1983 [Film]
8. Scattered – Live on The Late Show, 1993 [Concert Film]
9. Over The Edge – Live on Later With Jools Holland, 1993 [Film]
10. Informer – Live on Later With Jools Holland, 1993 [Film]
11. Till The End Of The Day – Later With Jools Holland, BBC TV Centre 1993 [Film]
12. You Really Got Me – Live on Top Of The Pops, 1994 [Film]
13. Till The End Of The Day – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
14. Waterloo Sunset – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
15. Top Of The Pops – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
16. The Money-Go-Round – Alternative version – Live The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
17. Sunny Afternoon – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
18. Virgin Soldiers – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
19. Mr. Wonderful – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
20. She Bought A Hat Like Princess Marina – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
21. Alcohol – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
22. Acute Schizophrenia Paranoia Blues – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
23. You Really Got Me – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
24. Victoria – Live In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
25. Acute Schizophrenia Paranoia Blues – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
26. Dedicated Follower Of Fashion – In Concert, BBC Televsion Theatre,1973 [Film]
27. Lola – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
28. Holiday – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
29. Good Golly Miss Molly – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
30. You Really Got Me / All Day And All Of The Night – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
31. Waterloo Sunset – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
32. Village Green Preservation Society – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
33. You Really Got Me / All Day And All Of The Night – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
34. Sleepwalker – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
35. Life Goes On – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
36. Stormy Sky – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
37. Celluloid Heroes – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
38. Muswell Hillbilles – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
39. Full Moon – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
40. Life On The Road – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
41. Juke Box Music – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
42. Juke Box Music – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
43. Sleepwalker – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
44. Life On the Road – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
45. A Well Respected Man – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
46. Death Of A Clown – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
47. Sunny Afternoon – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
48. Waterloo Sunset – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
49. All Day And All Of The Night – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
50. Slum Kids – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
51. Celluloid Heroes – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
52. Get Back In The Line – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
53. The Hard Way – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
54. Lola – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
55. Alcohol – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
56. Skin And Bones / Dry Bones – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
57. Father Christmas – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
58. You Really Got Me – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
59. Interview: Dave and Ray Davies – The Alan Price Show, 1968 [Film]

131 brani nei CD e 59 nel DVD, direi esaustivo. Peccato che recentemente sono uscite le varie edizioni Deluxe dei CD dei Kinks e una decina di anni fa era già stato pubblicato un doppio album di regsitrazioni per la BBC. Per i “meno abbienti) o meno interessati uscirà anche un Best Of doppio.

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Dopo il ritorno di interesse per quel genere di sonorità dovuto a gente come Dawes e Jonathan Wilson tornano anche i Beachwood Sparks con Tarnished Gold, nuovo disco in uscita il 26 giugno per la Sub Pop. Il gruppo californiano si era sciolto nel 2003 ma erano stati tra gli alfieri del ritorno della cosiddetta “Cosmic American Music”, termine coniato ai tempi di Gram Parsons. Quindi country, rock, soul, folk, psichedelia gentile, pop: sentite un po’!

 

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Sempre il 26 giugno su Rounder/Universal tornano anche i Little Feat con un nuovo album intitolato Rooster Rag. 15° album e il primo di materiale nuovo di studio da Kickin’ It At The Barn del 2003, per la prima volta senza Richie Hayward, il batterista storico della band scomparso nel 2010 e sostituito da Gabe Ford. Non ci sarà neppure Shaun Murphy, grande vocalist femminile che però ha sempre diviso i fans del gruppo, questa la lista dei brani e qualche informazione su autori e chi canta nei brani:

Rooster Rag (Bill Payne/Robert Hunter)
Way Down Under (Bill Payne/Robert Hunter)
Rag Top Down (Bill Payne/Robert Hunter)
Salome (Bill Payne/Robert Hunter)
The Blues Keeps Coming (Bill Payne/Gabe Ford)
Just A Fever (Paul Barrere/Stephen Bruton)
Candy Man Blues (Mississippi John Hurt)
Jamaica Will Break Your Heart (Fred Tackett) sung by Paul Barrere
One Breath At A Time (Fred Tackett) sung by Paul Barrere, Sam Clayton and Fred Tackett
Tattooed Girl (Fred Tackett)
Church Falling Down (Fred Tackett)
Mellow Down Easy (no writing credit given yet but lead vocal is by Sam Clayton)

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Sempre per la serie “A volte ritornano” nuovo album, a 6 anni dall’ultimo, anche per i riuniti Soul Asylum. Il disco si chiama Delayed Reaction, ed esce il 17 luglio per la 429 Records. A fianco di Dave Pirner e Dan Murphy, i nuovi sono Tommy Stinson, l’ex bassista dei concittadini di Minneapolis, i Replacements e l’ex batterista di Prince, Michael Bland. Questo è uno dei brani del CD.

 

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Nuovo album anche per uno degli ultimi grandi del soul, Bobby Womack, il disco si chiama The Bravest Man In The Universe, esce il 12 giugno per la XL Recordings, co-prodotto da Richard Russell e Damon Albarn, speriamo bene, non ce lo vedo molto l’ex Blur e Gorillaz alle prese con il soul, considerando che la prescelta per l’immancabile duetto è la “famosa cantante soul” Lana Del Rey. E in effetti il sound del singolo che anticipa il CD ha sonorità diciamo “moderne”, anche se non è male. vedremo!

 

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Il 26 giugno nuovo album anche per Tanita Tikaram, Can’t Go Back, esce a 7 anni di distanza dal precedente Sentimental. Si tratta dell’ottavo disco della sua carriera e il primo per la ear Music/Edel, non mancherà la solita versione Deluxe. Anche lei non è più una giovincella, è del 1969 e lo scorso anno quando venne a Milano presentò questa One Kiss che farà parte del nuovo album.

 

 

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Il 19 giugno uscirà il nuovo album dei Blasters Fun On Saturday Night per la Rip Cat Records. Attenzione però, non c’è Dave Alvin rimpiazzato da tale Keith Wyatt, mentre gli altri ci sono tutti. A questo punto non era meglio farlo uscire come disco solista di Phil Alvin? E’ come fare un disco degli Stones senza Keith Richards? Tra le cose positive uan versione della famosa Jackson della coppia Johnny Cash/June Carter cantata in duetto con l’amica Exene Cervenka.


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Static On The Airwaves è il nuovo CD dei Levellers in uscita il 26 giugno per la On The Fiddle Recordings (nome azzeccato per l’etichetta, vista la musica). Prodotto dall’ottimo Seth Lakeman (uno dei migliori cantanti del nuovo folk britannico, assolutamente da conoscere), dall’ascolto di questa Truth Is sembra un ritorno ai loro migliori livelli.

 

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Concludiamo la lista di oggi (ma domani riprendo) con una doppietta o addirittura tripletta. Per festeggiare il 20° Anniversario dell’uscita di Kiko, uno dei loro album più belli, i Los Lobos (e la loro etichetta americana, la Shout Factory, in Europa dovrebbe essere Proper?) si sono scatenati.

Versione Expanded e Remastered del disco originale, come segue:

01. Dream In Blue
02. Wake Up Dolores
03. Angels With Dirty Faces
04. That Train Don’t Stop Here
05. Kiko And The Lavender Moon
06. Saint Behind The Glass
07. Reva’s House
08. When The Circus Comes
09. Arizona Skies
10. Short Side Of Nothing
11. Two Janes
12. Wicked Rain
13. Whiskey Trail
14. Just A Man
15. Peace
16. Rio De Tenampa
17. Whiskey Trail [studio demo version]
18. Rio De Tenampa [studio demo version]
19. Peace [Live at Capitol Studios]
20. Arizona Skies / Borinquen Patria Mia [Live at Capitol Studios]
21. Kiko And The Lavender Moon [Live at Capitol Studios]

E CD, DVD o Blu-Ray + CD per Kiko Live con la performance del 24 febbraio 2006 alla House Of The Blues di San Diego, quando i Los Lobos hanno eseguito dal vivo l’album nella sua interezza, più alcuni classici del loro repertorio:

01. Dream In Blue [live]
02. Wake Up Dolores [live]
03. Angels With Dirty Faces [live]
04. That Train Don’t Stop Here [live]
05. Kiko And The Lavender Moon [live]
06. Saint Behind The Glass [live]
07. Reva’s House [live]
08. When The Circus Comes [live]
09. Arizona Skies [live]
10. Short Side Of Nothing [live]
11. Two Janes [live]
12. Wicked Rain [live]
13. Whiskey Trail [live]
14. Just A Man [live]
15. Peace [live]
16. Rio De Tenampa [live]
17. Carabina 30-30 [live]
18. Volver Volver [live]
19. La Bamba [live]

Basta aspettare fino al 21 agosto quando uscirà il tutto.

Ci vediamo domani per il seguito.

Bruno Conti

Una Grande “Soul Singer”! Ruthie Foster – Let It Burn

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Let It Burn – Ruthie Foster – Blue Corn Music – 2011

Ruthie Foster è una eccellente cantante afro-americana nata e cresciuta in una piccola cittadina che risponde al nome di Waco in Texas, e che si è messa in mostra negli ultimi anni con un “sound” influenzato da folk, gospel, blues e soul. Paragonata più volte a grandi “vocalists” del passato come la sua favorita Aretha Franklin, Odetta, Irma Thomas e la compianta Etta James,  Ruthie rappresenta al meglio il lato più nero dell’attuale Texas Music. Nelle sue esibizioni “live” (ascoltare per credere il magnifico Live At Antone’s dello scorso anno) dove sicuramente meglio può liberare le sue potenzialità vocali, con un repertorio particolarmente ampio come influenze, dove spicca la sua voce, potente ma allo stesso tempo melodiosa, ricca di mille sfumature e di una ampia gamma di toni.

Il suo ultimo album in studio The Truth According To Ruthie Foster, uscito nel 2009 è stato subito nominato ai Grammy Awards, ed era un lavoro sorprendente per la sua intensità e per i suoni curati in ogni dettaglio, ma questo Let It Burn è sicuramente il lavoro della sua piena maturità musicale con il quale la cantante “texana” potrà aspirare a diventare un nome di spicco nel panorama dei big della musica internazionale. Il CD prodotto da John Chelew e registrato a New Orleans nei famosi Piety Street Studios offre un mix di brani originali, accoppiati a pregevoli e inattese cover di brani di artisti che vanno da Adele ai Los Lobos, da Johnny Cash ai Black Keys, C S N e John Martyn, e la vede accompagnata da un piccolo gruppo di validi musicisti che include George Porter Jr. dei leggendari Meters, Ike Stubblefield, Russell Batiste, Dave Easley, James Rivers, e da ospiti molto speciali come il gruppo dei Blind Boys Of Alabama, e William Bell  icona e anima della Stax Records.

Bella partenza con un perfetto brano “soul” Welcome Home, cantato e suonato splendidamente con i Blind Boys of Alabama. Set Fire To The Rain di Adele Adkins (che è poi “quella Adele”) viene riproposta con uno spigoloso fraseggio giocato con chitarra, basso e batteria. This Time noto cavallo di battaglia dei Los Lobos, viene stravolta in una versione soul-funky con tanto di Hammond. You Don’t Miss Your Water in duetto con l’autore William Bell, è una ballata superba con il sax di James Rivers a sputare note paradisiache. Capolavoro. Con Everlasting Light la Foster rende omaggio a una della band più intriganti degli ultimi anni, i Black Keys, con una interpretazione misurata. Ritornano i Blind Boys of Alabama con Lord Remember Me che inizia in perfetto stile gospel per poi diluirsi in un blues a cappella con coro e controcanto meraviglioso.

Una irriconoscibile Ring Of Fire stranoto brano di Johnny Cash, rivisitato  in versione delicata e intimista, dimostra la duttilità di Ruthie. Aim For The Heart transita nei paraggi della Louisiana con coloriture funky. Dalla penna di Robbie Robertson esce It Makes No Difference splendido brano (che in qualche passaggio ricorda A Change Is Gonna Come), cantato col consueto feeling e intensità “soul”. Altra cover, questa volta scritta da David Crosby Long Time Gone, in duetto con gli onnipresenti Blind Boys of Alabama. Don’t Want To Know una delle canzoni più belle di John Martyn, viene messa in risalto da un arrangiamento slow, da un suono pulito e lineare, dove la pedal steel segue il cantato di Ruthie. A dare maggior risalto alle sue qualità vocali ci pensa If I Had A Hammer, brano di Pete Seeger  sviluppato in chiave jazz, a dimostrazione del talento di questa “soul singer”. Chiude l’album The Titanic un tradizionale in forma gospel, arrangiato con il produttore John Chelew e cantato in duetto con i soliti B.B.O.A.

Con Let It Burn, Ruthie Foster porta l’ascoltatore in un viaggio personale, tramite la sua voce profondamente soul , con un tessuto sonoro spirituale che arriva direttamente al cuore. Questo è il CD che i suoi “fans” aspettavano, per il resto del mondo, una meravigliosa nuova amica. Tenete d’occhio questa “signora”, ne vale la pena.

Tino Montanari

La Band Dell’Anno? The Decemberists – Long Live The King

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The Decemberists – Long Live The King – EP – Capitol Records

Nel ringraziare Bruno per l’avermi ospitato nuovamente nel suo Blog (che in questi giorni compie due anni: auguri!!!), mi accingo con grande piacere a parlare della nuova uscita discografica dei Decemberists, quintetto di Portland, Oregon autore all’inizio di questo 2011 di quello che, a mio modesto parere, ed a pari merito con Smart Flesh dei Low Anthem e Helplessness Blues dei Fleet Foxes, è il disco più bello di quest’anno, cioè The King Is Dead (a dimostrazione che a fare musica rock come si deve non sono rimasti solo i sepolcri imbiancati, ma anche diverse giovani band: che poi il loro suono si ispiri a quello dei classici è un altro paio di maniche).

Ora però il gruppo guidato da Colin Meloy (ricordiamo anche gli altri: Chris Funk, Jenny Conlee, Nate Query e John Moen) fa uscire un nuovo EP (ma allora qualcuno li fa ancora!) di sei canzoni, “rischiando” così di vincere per distacco al fotofinish la gara di band dell’anno.

Sì, perché Long Live The King (notate la finezza, anche nel titolo si collega direttamente al suo predecessore), pur durando meno di mezz’oretta, è il degno seguito del CD uscito, mi sembra, lo scorso Gennaio: roots-rock (definizione un po’ abusata, ma qui calza a pennello) di gran lusso, contaminazioni folk e country, un suono scintillante ed una serie di canzoni che non avrebbero affatto sfigurato su The King Is Dead.

Registrato durante le sessions per la loro ultima fatica, non propone, come erroneamente riportato da alcuni siti, sei covers: ce n’è soltanto una (in realtà sarebbero due, ma l’altra è una cosa un po’ particolare, che poi vedremo), peraltro splendida, di Row Jimmy dei Grateful Dead, che è anche l’unico brano già uscito (era una b-side di un vinile a sette pollici, ma chi ce l’ha???), più quattro brani nuovi di pacca usciti dalla lucida penna di Meloy.

Un altro particolare simpatico: l’EP esce da solo, invertendo l’odiosa tendenza di ripubblicare a distanza di pochi mesi l’ultimo CD in versione “deluxe” con brani aggiunti (come fece qualche anno fa un signore che si fa chiamare il Boss con un disco intitolato The Seeger Sessions, ma anche più recentemente gruppi come Arcade Fire e Mumford & Sons).

L’avvio è scarno, ancorchè bellissimo: E. Watson è una splendida folk song acustica, eseguita dal solo Meloy con la sua chitarra, più un paio di backing vocalists femminili, un brano molto evocativo, che piacerà sicuramente ad una come Gillian Welch. Foregone, elettrica e full band, è senza dubbio il capolavoro del dischetto (cover dei Dead a parte), e non capisco perché non l’abbiano messa su The King Is Dead: classico suono roots tipico dei nostri, una melodia aperta ed una languida steel ad impreziosire il tutto. Il suono non si distanzia molto da quello dell’ultimo Ashes & Fire di Ryan Adams, ed anche con la qualità ci siamo.

Burying Davy è un folk tune dal motivo decisamente tradizionale, contrapposto ad un accompagnamento molto elettrico ed in taluni punti quasi psichedelico e dissonante, come fanno talvolta i Cowboy Junkies (specie nell’ultimo Sing In My Meadow): il brano comunque non sfugge di mano a Meloy e soci, che anzi dimostrano di non aver paura ad osare pur proponendo sempre qualcosa di stimolante. Come dire che un giorno potrebbero fare un intero album con questo sound senza farci storcere la bocca. I 4 U & U 4 Me, nonostante il brutto titolo alla Prince, è un home demo, con Meloy che si occupa di tutto, ma suona come un brano fatto e finito, una folk song elettroacustica dal ritmo veloce, che personalmente mi ricorda certe cose del Los Lobos, versante Hidalgo.

Ed eccoci alla già citata Row Jimmy (un plauso alla scelta, niente affatto scontata, vuol dire che i Decemberists conoscono i Dead nel profondo): versione lunga (sette minuti) ed elettrica, solare e decisamente rispettosa dell’originale, che mette in primo piano la bella melodia, tipica di Jerry Garcia (o Jerome, come scrivono i ragazzi nei credits), per poi lavorarla con un abile cesello di slide guitar e pianoforte (Funk e la Conlee, entrambi molto bravi). E veniamo alla fine, con Sonnet, che altro non è che l’adattamento in inglese, con musica scritta ex novo…del Sonetto di Dante Alighieri a Guido Cavalcanti!

Non c’è che dire, i ragazzi dimostrano anche di avere una profonda cultura, fatto non scontato in una band di giovani americani (non prendete per ironico, o peggio ancora, snob o razzista questo mio commento: amo l’America, ci andrei perfino a vivere, e conosco molto bene per motivi di lavoro il popolo americano, che ha indubbiamente grandi qualità, ma tra queste non c’è di certo la cultura internazionale, specie in geografia…). A prescindere comunque da tutto questo, il brano è ancora un folk rock decisamente riuscito, con l’ennesima bella melodia ed un originale arrangiamento, nel quale il riff vocale è ripreso ad libitum da tromba e trombone, creando un cocktail molto stimolante.

A questo punto, penso che se avete comprato ed apprezzato The King Is Dead, non potete esimervi dall’accaparrarvi anche Long Live The King…sarebbe come mangiare polenta e brasato senza accompagnarlo con una bottiglia di nebbiolo, barbera, ecc. (il paragone calza, visto il periodo…).

Buon appeti…ehm…buon ascolto!

Marco Verdi

In Deciso Anticipo Ma…David Bromberg – Use Me – Uscita Ufficiale 12 Luglio

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David Bromberg – Use Me – Appleseed Recordings/Ird

Ma…quale sarebbe il vantaggio di avere un Blog indipendente con Post giornalieri se non ne approfitti? E quindi anche se manca più di un mese alla uscita ufficiale del nuovo album di David Bromberg Use Me visto che per vari motivi ne posso parlare, parliamone!

Intanto il disco “aleggiava” nell’aria (e nel sito di Bromberg) già da tempo, insomma era atteso dagli addetti ai lavori.

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Esattamente 40 anni fa, nel 1971, usciva il primo disco omonimo del nostro amico (Columbia C 31104, proprio questo sopra) e poi in rapida successione altri tre grandissimi album sempre per la Cbs americana, Demon In Disguise nel 1972, Wanted Dead Or Alive nel 1974 e Midnight On The Water nel 1975. Album che sono stati tra i primi caposaldi di quella che allora non si chiamava ancora “Americana” o Roots Music ma in fondo lo era. Una fusione di rock, blues, folk, country (ma anche bluegrass e jazz) e musica da cantautore che seguiva l’esempio della Band, dei Little Feat, dei Grateful Dead meno lisergici e anticipava altri artisti che negli anni ’70 avrebbero frequentato questi percorsi.

Grande chitarrista elettrico ed acustico, ma anche violinista e ottimo al dobro, alla pedal steel e al mandolino. Sessionman con Dylan, George Harrison (che firmerà con Bromberg The Holdup presente nel disco di esordio), con Jerry Garcia, con Jerry Jeff Walker di cui riprenderà Mr. Bojangles in una delle più belle versioni in assoluto. Ma anche ottimo cantante, con quella sua voce particolare, sorniona, in grado di spaziare in tutti i generi rimanendo sempre sé stesso. Nella seconda metà degli anni ’70 passa alla Fantasy con cui esordirà con l’ottimo doppio How Late’ll Ya Play ‘Til?, metà in studio e metà dal vivo e poi ancora con Reckless Abandon, Bandit in Bathing Suit, My Own House, meno belli ma sempre di notevole spessore. Poi un paio di album a fine anni ’80, inizio ’90, Long Way From Here e Sideman Serenade e infine un lungo silenzio che faceva pensare ad un suo ritiro, interrotto da qualche antologia e disco d’archivio.

Nel 2007 esce per la Appleseed un nuovo album, Try One More Time, completamente acustico e tradizionale che ottiene anche una nomination ai 50esimi Grammy nella categoria Best Traditional Folk Album. E finalmente oggi (evidentemente ci ha ripreso gusto) esce questo Use Me che lo riporta ai fasti dei primi album. Undici brani con la partecipazione di alcuni musicisti straordinari che magari non vendono ma sono tra i migliori in circolazione.

Si parte con Tongue (l’unico brano firmato da Bromberg), la prima di due collaborazioni con Levon Helm (alla batteria per l’occasione), si prosegue alla grande con Ride On Out A Ways scritta appositamente per l’occasione da John Hiatt, uno di quei suoi tipici brani che Bromberg interpreta alla perfezione nello spirito dell’autore. Bring It With You When You Come è l’altro brano con Levon Helm e sembra uscito da un vecchio disco della Band, con Larry Campbell che produce. La caratteristica del disco è che il buon David si è recato nei vari studi degli ospiti sparsi per gli States e ha colto lo spirito della musica dei vari partecipanti.

E quindi il bluegrass di Tim O’Brien in Blue Is Fallen, il New Orleans Fonk nella “indiavolata” You Don’t Wanna Make Me Mad scritta per l’occasione da Dr.John che si esibisce anche, ovviamente, al piano e Bromberg che rispolvera per l’occasione la slide d’ordinanza. Ma anche dell’ottimo Blues nell’accoppiata con Keb Mo’ in Diggin’ In The Deep Blue Sea che è una rivisitazione scritta ai giorni nostri, in coppia con Gary Nicholson, del classico Texas Flood di Larry Davis.

Anche il duetto con i Los Lobos nel valzerone messicano The Long Goodbye è particolarmente ispirato. Cosi’ come il duello a colpi di solista con i Widespread Panic di Jimmy Herring nella jam chitarristica di Old Neighborood e Bromberg è ancora un grande al suo strumento. Ottimo anche il rendez-vous con una “vecchia amica” come Linda Ronstadt per la cover della soul ballad di Brook Benton It’s Just A Matter Of Time.

Poteva mancare il country primo amore? Se ti si presenta un certo Vince Gill con una nuova canzone scritta per l’occasione insieme a Guy Clark, Lookout Mountain Girl certo che no! Anzi gli lasci pure l’assolo di chitarra. Per concludere, un brano con i Butcher Brothers, una coppia di fratelli produttori di Philadelphia, Phil & Joe Nicolo, che spaziano da Bob Dylan ai Cypress Hill, per una cover morbida e melliflua del classico di Bill Withers, Use Me che dà il titolo all’album.

E voi (noi) dovrete aspettare più di un mese per ascoltare tutte queste meraviglie? Sono crudele ma non fino a questo punto, un uccellino mi ha sussurrato che il CD dovrebbe approdare nelle nostre lande, in netto anticipo sull’uscita ufficiale, nei prossimi giorni. Nell’attesa vi potete ascoltare questi brani dal suo sito useme02.html.

Bruno Conti

Buscadero Poll 2010 – I Migliori Dischi del 2010 – John Mellencamp

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Come promesso (e in questo caso con un leggero conflitto di interessi) proseguiamo negli aggiornamenti sui migliori dischi del 2010, questa volta è il turno del Buscadero con la classifica della redazione della rivista: come vedete qua sopra vince John Mellencamp, che astutamente ha usufruito di due dischi che gli hanno permesso, sommandosi le preferenze, di piazzarsi al primo posto. Con il cofanetto On The Rural Route 7609 e con No Better Than This. Visto che ci sono parecchi ex aequo, graficamente li ho inseriti nella stessa sequenza che appare sulla rivista e senza posizione ma con i voti ottenuti, quindi, ricapitolando:

18 Voti

John Mellencamp No better than this – On The Rural Route 7609

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16 Voti

The Chieftains & Ry Cooder – San Patricio (e questo essendo uscito ad inizio 2010 me lo sono completamente scordato nelle mie liste, ma approvo, magari non la posizione ma sicuramente l’inserimento tra i migliori dell’anno).

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15 Voti

Bruce Springsteen – The Promise: The Darkness On The Edge of Town Story

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14 Voti

Natalie Merchant – Leave Your Sleep

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11 Voti

Mary Gauthier – The Foundling

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10 Voti

Ryan Bingham – Junky Star

Los Lobos – Tin Can Trust

Arcade Fire – The Suburbs

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9 Voti

Roky Erickson & Okkervill River – True Love Cast Out All Evil

Zac Brown Band – Pass The Jar: Live (anche questo dimenticato e molto meritevole, 2CD+DVD dal vivo)

Neil Young – Le Noise

Robert Plant – Band Of Joy

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7 Voti

Johnny Cash – American VI Ain’t No Grave

Barnetti Bros Band – Chupadero

John Hiatt – The Open Road

Peter Wolf – Midnight Souvenirs

Alejandro Escovedo – Streets Songs Of Love

Come parte in causa dovrei asternermi dai commenti ma anche se parliamo di una classifica per Carbonari o “Buscaderi” se preferite che è la somma di tante singole persone con gusti “diversi” (anche se alcuni di questi dischi hanno venduto più che rispettabilmente) mi scappa di chiedermi: ma i dischi di Roky Erickson, Barnetti Bros, Evasio Muraro, Zac Brown e Neil Young sono tanto più belli dell’ultimo, stupendo, Richard Thompson Dream Attic ? (che pure ha avuto 4 voti). E il cofanetto di Jimi Hendrix (e 40 anni di storia del rock) meritava solo 2 miserrimi voti? Meno di Tom Jones e Eric Clapton?

Sono delle domande retoriche ovviamente, vi risparmio pistolotti, il mio parere l’ho già espresso in questo Blog.

In attesa di ulteriori classifiche di riviste italiane e dei futuri referendum dei lettori. Alla prossima.

Bruno Conti

Tornano I “Lupi” D’Estate! Non Ci Sono Più Le Mezze Stagioni Di Una Volta! Los Lobos – Tin Can Trust

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Los Lobos – Tin Can Trust – Proper/Shout Factory

L’hanno giustamente esaltato tutti (meno, misteriosamente, Mojo). Mi volevo unire al coro.

Uno dei dischi dell’anno? Sì!

I Los Lobos rendono omaggio a Jimi Hendrix nel 40° anniversario della sua morte con una delle più belle canzoni di tutti tempi!

Bruno Conti