Passato E Presente Di Un Grande Cantautore Olandese! Ad Vanderveen – Presents Of The Past/Requests Revisited

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Ad Vanderveen – Presents Of The Past/Requests Revisited – Blue Rose/Ird 2 CD

Qualche tempo fa su queste pagine mi sono occupato di una interessante e sconosciuta band olandese, i Point Quiet http://discoclub.myblog.it/tag/point-quiet/ , adesso è giunto il momento di occuparsi di un signore nato per caso in Olanda (precisamente a Hilversum), ma di formazione artistica “americana”, in quanto il padre è di origine canadese. Dovete sapere che il buon Ad Vanderveen suona la chitarre e scrive canzoni già dall’ età di 14 anni, prima di fondare la sua band personale negli anni ’80, facendosi poi notare dagli addetti ai lavori con l’album Continuing Stories, che gli permette di aprire i concerti di artisti del calibro di Flaco Jimenez, Al Kooper e Al Perkins. Nei primi anni ’90 Vanderveen decide di intraprendere una sua carriera da solista, che raggiunge forse l’apice con The Moment That Matters (03), in più abbiamo una serie di collaborazioni collaterali, con una band “garage” come gli O’Neils e con Eliza Gilkyson e Iain Matthews nell’ottimo More Than A Song (02). Come suggerisce il titolo del nuovo album c’è una connessione tra i due CD che sembrano consentire a questo lavoro (una sorta di concept album) di essere una panoramica sul lavoro di una carriera che dura da quasi quarant’anni.

Il “presente” parte con la tenue e quasi recitativa Welcome To My Kitchen, a cui fanno seguito le dolci note della title tack Presents Of The Past e di Long Ride con al controcanto Kersten De Ligny, compagna del nostro, mentre un’armonica introduce Well That Never Runs Dry, il chiacchiericcio in sottofondo di una dolce ballata folk come Small Time Real Life Stories, per poi passare ad una filastrocca country come Another Life, alla commovente ballata The Future Has Changed in duetto con Lynn Miles, alle arie irlandesi di Music Waiting For Words, per poi chiudere con una World So Crowded cantata alla James Taylor e una sussurrata Sister, forse la migliore del lotto.

Il “passato” è più elettrico, a partire dall’iniziale First Feeling, mentre le seguenti Anchor  e Blues So Bad ricordano il David Crosby più intimista, passando poi al country di una Emigrant Family (che ricorda “spudoratamente” If I Were A Carpenter di Tim Hardin), e non poteva mancare la nota The Moment That Matters qui rifatta in versione pianistica, un inno alt-country come la dolce Well Of Wonder, l’ elettrica Soul Power e la pianistica Wonders Of The World, il folk americano di Driftwood, e la sempre bella Still Now dall’album omonimo, cantata in duetto sempre con la brava DeLigny, andando infine a chiudere con una traccia nascosta di ben 20 minuti Water Under The Bridge, una lunga epopea elettrica che rimanda alle mitiche Cortez The Killer e Like A Hurricane di Neil Young con i suoi fidati Crazy Horse, con un finale incredibile che annovera ben quattro chitarristi più tastierista, bassista e batterista, con Leland Sklar e Harry Stinson sugli scudi. Imperdibile https://www.youtube.com/watch?v=GRuIR1aj-uA !

Sicuramente il nome di Ad Vanderveen dirà poco a molti, ma che sia un ottimo musicista è ormai un dato di fatto, certificato da questo lavoro, un doppio CD che divide in due l’anima dell’autore e il suo “songwriting”, con una parte più ingentilita e folkie (le canzoni nuove), e un’altra più elettrica (le nuove versioni delle canzoni del passato), a dimostrazione che le belle canzoni hanno bisogno di poco, il talento e una bella voce, basta e avanza.!

Tino Montanari

I “Basement Tapes” Di Un Artista Di Culto! David Wiffen – Songs From The Lost & Found

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David Wiffen – Songs From The Lost & Found – True North Records

Nei primi anni ’70 la scena canadese era in gran fermento, i vari Neil Young, Joni Mitchell,  Leonard Cohen, e, ancora agli inizi, Bruce Cockburn, erano da breve emersi come alcune delle realtà più preziose dell’intero universo musicale. David Wiffen invece, non riuscì ad affermarsi come avrebbe meritato, eppure il suo Coast To Coast Fever, prodotto da Cockburn (e ancor prima l’omonimo David Wiffen) è uno dei dischi che mi sono rimasti dentro il cuore, un album che chi lo possiede tiene stretto, chi non lo ha lo cerca ancora disperatamente (in vinile), non nel formato CD, in quanto è stato a suo tempo ristampato in digitale ed è ancora in circolazione. Coast To Coast Fever (73) è uno dei classici degli anni settanta, sconosciuto ai più, ma idolatrato da una ristretta cerchia di cultori, e il mito di David Wiffen, inglese di nascita e canadese di adozione, vive ancora grazie a quel disco. Il suo primo album è stato il live At The Bunkouse Coffeehouse Vancouver BC (65), seguito dall’omonimo David Wiffen (71), ristampato in via non ufficiale dall’Akarma (01), e recentemente dalla Water, disco che conteneva il capolavoro Driving Wheel (un brano entrato nella storia) https://www.youtube.com/watch?v=wNGnNA7gwKk  ripreso da numerosi artisti, tra i quali Tom Rush, Byrds, Greg Harris, Cowboy Junkies, Jayhawks, Roger McGuinn (per il sottoscritto la versione più bella), recentemente anche da David Bromberg nell’ultimo Only Slightly Mad e da molti altri.

david wiffen david wiffen

Mentre nel successivo citato “capolavoro”, Coast To Coast, alternava sue composizioni a quelle di amici cantautori del calibro di Bruce Cockburn, Willie P.Bennett e Murray McLauchlan, per esempio l’iniziale Skybound Station (un’altra delle più belle canzoni scritte da David https://www.youtube.com/watch?v=h0So5g-3F34 ), per rispuntare dopo una lunghissima pausa (causa gravi problemi personali) con South Of Somewhere (99), dove alternava nuovi brani con alcune vecchie composizioni, ma il risultato non era certamente al livello dei lavori precedenti. Inaspettatamente ora Wiffen torna con questo nuovo lavoro Songs From The Lost And Found, una nuova raccolta composta da 12 canzoni inedite, che provengono principalmente dagli anni ’70 e ’80 (il suo periodo di massimo splendore), insieme a 5 versioni alternative di brani già editi in South Of Somewhere, sempre contraddistinti dalla sua bellissima voce baritonale.

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La magia regna sovrana fin dall’iniziale California Song che trasmette subito emozioni https://www.youtube.com/watch?v=44KJbEiNf5s , come pure nelle lunghe (oltre sei minuti) Ballad Of Jacob Marlowe https://www.youtube.com/watch?v=v94jB6YSWMQ  e Sweet Angel Take Me Home https://www.youtube.com/watch?v=rFs4fwCiFtY , passando per la delicata Your Room e le atmosfere folk di Come Down To The River, le quasi recitative Ballad Of The Inland Sailors e Any Other Rainy Day Aka Distant Star, sorrette solo da pochi accordi acustici, il sincopato ritmo di Bought And Paid-For Soul, per poi tornare ai toni più confidenziali di Let Your Love Light Shine e una Rocking Chair World solo voce e chitarra acustica. Le versioni alternative  sono qui riproposte nella loro prima “stesura” (per chi scrive sono migliorative rispetto a quelle pubblicate in precedenza), a partire da una ariosa Cool Green River, passando per la bellissima malinconia di Fugitive https://www.youtube.com/watch?v=zHDxc0feUCI , il quasi funky di una Fire On The Water inconsueta https://www.youtube.com/watch?v=urm4pJ_VhF8 , mentre No Desire For Texas viene cantata da David alla Jackson Browne, e Harlequin rimane sempre una canzone splendida (in questa versione anche impreziosita da un sax). Le due cover sono la pianistica Crazy Me (della brava cantautrice canadese Lynn Miles), e una intrigante rilettura di un brano dei Rolling Stones No Expectations (lo si trova in Beggar’s Banquethttps://www.youtube.com/watch?v=uHuUBQp0Vq0 .

Wiffen 2000

David Wiffen con questo Songs From The Lost & Found ci regala altre meravigliose “perle”, 17 canzoni perse e ritrovate di questo sfortunato “songwriter” che, nonostante il suo talento, ha dovuto abbandonare la carriera e lavorare come autista per gli “handicappati”, e quindi non ha avuto la stessa fortuna di altri artisti canadesi. Oggi alla soglia dei 73 anni, per chi scrive, Wiffen con questi suoi “Basement Tapes” trova la giusta e meritata ricompensa (magari sperando che ne saltino fuori altri).  Da ascoltare in religioso silenzio!

Tino Montanari

Suadenti Atmosfere, Sempre Dal Canada ! Lynne Hanson – River Of Sand

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Lynne Hanson – River Of Sand – Continental Song/IRD

In questi ultimi anni non è stato infrequente incontrare ed apprezzare nuovi talenti femminili apparsi quasi improvvisamente alla ribalta musicale, in particolare delle “ladies” della musica d’autore dal paese delle “Giubbe Rosse”. La “signorina” in questione porta il nome di Lynne Hanson, arriva da Ottawa, Ontario, è giunta al quarto lavoro, dopo l’esordio con Things I Miss (06), seguito da Eleven Months (08), e l’acclamato Once The Sun Goes Down (10), vincitore del Colleen Peterson Award, In questi ultimi anni si è fatta conoscere girando tutto il Canada e Stati Uniti, approdando anche in Europa (Scozia e Olanda) con una serie di concerti che oltre a dimostrare il suo talento, evidenziavano una progressiva crescita sia nella qualità del “sound”, sia nella cura dei testi, aiutata dalla sua amica e produttrice canadese Lynn Miles (un’altra cantautrice da riscoprire, con ottimi dischi alle spalle e vincitrice del Juno Award).

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Anche questo River Of Sand è prodotto dalla Miles, e vede la Hanson accompagnata da bravi musicisti di “area”, tra i quali Phil Shaw Bova, MJ Dandeneau, Andres Derup, Mike Dubue, Jonathan Ferrabee, Keith Glass, Fraser Holmes, Gilles LeClerc, Lyndell Montgomery, Bob Stagg, e come coriste Rebecca Campbell e la stessa Lynn Miles, il tutto per quarantacinque minuti di tematiche sulla solitudine.

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Si incomincia a risalire il fiume con la melodia che scorre dalla title track River Of  Sand https://www.youtube.com/watch?v=2fdauZd1FYE , indi passando per le note alcooliche di Whiskey And Tears, una ballata di dolore come This Too Shall Pass https://www.youtube.com/watch?v=SuhUeIvaEww , e l’eclettico drumming di Waiting By The Water, con la pedal steel in bella evidenza. Il viaggio lungo la sabbia del fiume prosegue con il suono ammaliante di Heaven And Hell https://www.youtube.com/watch?v=wBYBKd5ymIU , il dolce suono del mandolino nell’acustica Tightrope, lo splendido assolo della pedal steel in una ballata dolcissima come Foolish Things, e lo spiazzante “uptempo” di Good Intentions. Ci si avvicina alla foce del fiume con le note vellutate di un pianoforte in Colour My Summer Blue, gli arpeggi malinconici di una commovente That Old House, attraccando a riva con le sonorità country di Trading In My Lonesome, firmata insieme alla  Miles. Sentendo questo River Of Sand, viene da chiedersi come faccia da decenni il freddo Canada a  sfornare cantautrici di vaglia (a partire dalla più brava, Joni Mitchell, passando per K.D. Lang, Buffy Sainte-Marie, Jane Siberry, Sarah Harmer, Kathleen Edwards, Mary Margaret O’Hara, e tantissime altre), tutte depositarie di una tradizione fortemente radicata con il cantautorato nordamericano, con suoni dalle belle melodie, strumentazione acustica in evidenza, su un tessuto di brani folk di rara bellezza. Aggiungo che Lynne Hanson è in possesso di una delle voci più belle, duttili ed espressive attualmente in circolazione, che, se volete approfondire, vi accompagnerà in queste piovose giornate autunnali, e non solo!

Tino Montanari