Una Strana Accoppiata, Anche Il Soggetto, Ma Funziona. Nona Hendrix & Gary Lucas – The World Of Captain Beefheart

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Nona Hendrix & Gary Lucas – The World Of Captain Beefheart – Knitting Factory

Una volta ricordo che la terminologia The World Of veniva usata dalla Decca per le loro antologie economiche, poi mi pare sia stata utilizzata da Morrissey per il titolo di un suo album, ma non è un titolo che ricorre spesso. Ora il chitarrista Gary Lucas lo ha ripescato per questo The World Of Captain Beefheart, un sentito tributo al suo datore di lavoro Don Van Vliet, per il quale Lucas ha suonato negli anni ’80, apparendo come membro della Magic Band nei due ultimi dischi pubblicati dal Capitano, Doc At The Radar Station e Ice Cream For Cow, oltre agli ultimi tour di Beefheart prima del ritiro. Poi Gary Lucas ha iniziato una carriera solista durante la quale ha pubblicato una valanga di album, sempre più o meno ai margini dell’industria discografica, e abbastanza “alternativi” sia come sound che come genere musicale. Ma anche una serie di interessanti collaborazioni, la più nota delle quali è sicuramente quella con Jeff Buckley, di cui Lucas è stato una sorta di mentore nei primi anni, come pure con Peter Hammill, altro artista non facile.

Lucas è stato spesso osannato dalla critica musicale come uno dei migliori chitarristi americani, diciamo di quelli di ambientazione sonora “ostica”, vogliamo dire di avanguardia? Ma ha anche pubblicato o suonato in dischi più fruibili, raramente: questo The World Of Captain Beefheart, stranamente, appartiene, all’incirca, a questa categoria. Intanto la sua compagna di avventura, Nona Hendryx – già nelle Labelle, e poi nel giro Talking Heads del periodo “funky” anni ’80, nonché autrice di alcuni discreti dischi di soul e pop sempre in quell’epoca, scomparsa dalle scene e poi riapparsa nel 2012 con Mutatits Mutandis, un buon disco uscito per l’etichetta di Ani Di Franco – è vocalist di pregio, in possesso di una voce sinuosa ed espressiva, in grado di convogliare, anche a 73 anni suonati, la “diversità” della musica di Beefheart, ma pure l’afflato blues e soul con cui è stata realizzata questa opera, poi Lucas ha saputo tenere a freno le sue spinte più estreme, per rendere omaggio all’opera di Van Vliet, che non era solo il musicista ostico di Trout Mask Replica, ma ha registrato anche diversi album dove spesso il blues era la principale fonte di ispirazione, e genere molto amato dal nostro, come pure dal suo amico Frank Zappa. Nel disco suonano Jess Krakow al basso, che è anche il co-produttore del CD, Richard Dworkin alla batteria e Jordan Shapiro alle tastiere, i primi due con Lucas nei Fast’n’Bulbous e l’ultimo in una tribute band di Zappa, quindi conoscitori dell’argomento: Sun Zoom Spark, tratta da Clear Spot, ha addirittura qualcosa di hendrixiano (di cui Nona Hendryx ha dichiarato essere lontana cugina), comunque un funky-blues furioso con ampio uso di slide, mentre la successiva My Head Is My Only House Unless It Rains, sempre dallo stesso album, è una splendida ballata soul, con tanto di coretti d’epoca, molto tradizionale ma suonata veramente bene.

Sure ‘Nuff ‘N Yes I Do (da Safe As Milk) è un altro blues potente tagliato in due da una slide veramente tangenziale, con I’m Glad (ancora da Safe) che sembra un pezzo delle Labelle quando accompagnavano Laura Nyro nel suo periodo soul, comunque altra ballata bellissima e coinvolgente, con un assolo di organo alla Billy Preston, The Smithsonian Institute Blues (Or The Big Dig) (da Lick My Decals Off, Baby), che per dirla come il Sacchi di Mai Dire Gol, “è un po’ ostica e anche agnostica”, con ritmi complessi zappiani, sempre graditi, e l’uso tipico del vibrafono, oltre alla chitarra pungente di Lucas sempre in modalità slide. Her Eyes Are A Blue Million Miles, titoli sempre evocativi, viene ancora da Clear Spot, uno degli album più saccheggiati, ed  è una sorta di gospel-soul molto futuribile, con un pianino affascinante, Suction Prints è uno strumentale che era su Shiny Beast, uno dei dischi più recenti, e qui Gary Lucas e la band si scatenano su ritmi vorticosi, poi mediati in un blues più “convenzionale”, si fa per dire, visto che viene da Trout Mask Replica, come Sugar ‘N Spikes. Ancora follia sonora nella sperimentale When Big Joan Sets Up, pure questa tratta da “Replica”, prima di tornare al soul nella delicata e deliziosa Too Much Time, ancora con retrogusti gospel e poi alla complessa When It Blows Its Stacks da The Spotlight Kid, altro limpido esempio del blues angolare e “strano” del miglior Captain Beefheart, con Lucas eccellente alla solista e la Hendryx sua degna compare alla voce. In chiusura un po’ di funky eccentrico in una mossa Tropical Hot Dog Night, ancora da Shiny Beast https://www.youtube.com/watch?v=WQXy3a5ZLgc . Grande musica senza tempo e un bel tributo inatteso..

Bruno Conti

Un Cofanetto Per Amatori. Captain Beefheart – Sun Zoom Spark: 1970 To 1972

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Captain Beefheart – Sun Zoom Spark: 1970 To 1972 – 4 CD Rhino – 11/11/2014

Per gli aggiornamenti periodici di cofanetti in futura uscita (anche questo, come quelli di Dylan, Wings e altro di cui si parlerà, verrà pubblicato a novembre, ma la settimana dopo, il giorno 11) è stato annunciato questo box di 4 CD in Limited Edition, dedicato a Don Van Vliet a.k.a Captain Beefheart, che conterrà i 3 album successivi a Trout Mask Replica, rimasterizzati per la prima volta (anche se in CD erano già usciti), più un quarto dischetto di materiale inedito o raro. Per la precisione questo sarà il contenuto:

CD1: Lick My Decals Off, Baby
1. Lick My Decals Off, Baby
2. Doctor Dark
3. I Love You, You Big Dummy
4. Peon
5. Bellerin’ Plain
6. Woe-Is-uh-Me-Bop
7. Japan in a Dishpan
8. I Wanna Find a Woman That’ll Hold My Big Toe Till I Have To Go
9. Petrified Forest
10. One Red Rose That I Mean
11. The Buggy Boogie Woogie
12. The Smithsonian Institute Blues (or the Big Dig)
13. Space-Age Couple
14. The Clouds Are Full of Wine (not Whiskey or Rye)
15. Flash Gordon’s Ape

CD2: The Spotlight Kid
1. I’m Gonna Booglarize You Baby
2. White Jam
3. Blabber ‘n Smoke
4. When It Blows Its Stacks
5. Alice in Blunderland
6. The Spotlight Kid
7. Click Clack
8. Grow Fins
9. There Ain’t No Santa Claus on the Evenin’ Stage
10. Glider

CD3: Clear Spot
1. Low Yo Yo Stuff
2. Nowadays a Woman’s Gotta Hit a Man
3. Too Much Time
4. Circumstances
5. My Head Is My Only House Unless It Rains
6. Sun Zoom Spark
7. Clear Spot
8. Crazy Little Thing
9. Long Neck Bottles
10. Her Eyes Are a Blue Million Miles
11. Big Eyed Beans from Venus
12. Golden Birdies

CD4: Out-Takes
1. Alice in Blunderland – Alternate Version
2. Harry Irene
3. I Can’t Do This Unless I Can Do This/Seam Crooked Sam
4. Pompadour Swamp/Suction Prints
5. The Witch Doctor Life – Instrumental Take
6. Two Rips in a Haystack/Kiss Me My Love
7. Best Batch Yet – (Track) Version 1
8. Your Love Brought Me To Life – Instrumental
9. Dirty Blue Gene – Alternate Version 1
10. Nowadays a Woman’s Gotta Hit a Man – Early Mix
11. Kiss Where I Kain’t
12. Circumstances – Alternate Version 2
13. Little Scratch
14. Dirty Blue Gene – Alternate Version 3

Si tratta delle registrazione classiche con la Magic Band, il primo album, Lick My Decals Off, Baby, pubblicato nel 1970 dalla Straight Records, l’etichetta di Frank Zappa, e prodotto dallo stesso Van Vliet. Il secondo, Spotlight Kid, uscì ad inizio 1972, ed anche se era accreditato al solo Captain Beefheart, nel disco comunque suonavano Harkleroad, Boston, French e Tripp, più Elliot Ingber alla chitarra e Rhys Clark alla batteria in un brano. Prodotto sempre dal “Capitano Cuore Di Bue”, con Phil Schier. Il terzo album, Clear Spot, uscito ad autunno del 1972, prodotto in questo caso da Van Vliet con Ted Templeman, vedeva la presenza al basso dell’ex Mothers Of Invention e fondatore dei Little Feat, Roy Estrada (grande musicista, ma che purtroppo si è rivelato un pedofilo incallito, più volte condannato, l’ultima volta nel 2012, a 25 anni di carcere). Il quarto CD raccoglie materiale inedito dalle sessions per i due album pubblicati nel 1972.

Per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti