Alla Fine Insieme, Stephen E Judy “Blue Eyes”, E Forse Valeva La Pena Di Aspettare. Stills & Collins – Everybody Knows

stills & collins everybody knows

Stephen Stills & Judy Collins – Everybody Knows – Wildflower/Cleopatra

Quando, qualche tempo fa, ho letto che sarebbe uscito un disco insieme di Stephen Stills Judy Collins, la cosa mi ha subito incuriosito. Quasi 50 anni dopo il loro primo incontro, ed una breve e travagliata storia d’amore che alla fine ha prodotto una delle più belle canzoni uscite dalla scena magica della West Coast di fine anni ’60 (e tra le più belle in assoluto di sempre) Suite:Judy Blue Eyes, scritta da Stills ed intepretata in modo magistrale da C S N sul loro primo album, con quelle armonie vocali inarrivabili e il lavoro intricato della chitarra di Stephen. Ma il loro sodalizio, almeno a livello musicale, era iniziato con l’album di Judy Collins Who Knows Where The Time Goes, dove Stills suonava chitarre elettiche ed acustiche e basso, in quello che probabilmente è il disco più “rock”, ma anche il più bello (almeno per il sottoscritto, con In My Life, Wildflowers Whales And Nightingales, appena un gradino sotto) della cantante di Washington. Tra l’altro una delle prime riviste on-line a dare in anteprima la notizia è stata Rolling Stone, confermando la mia idea che ormai si tratta di una rivista di gossip ed arte varia (ma ormai da lunga pezza), scrivendo che l’album avrebbe contenuto anche una cover di Who Knows Where The Time Goes, “la prima canzone scritta insieme da Stephen Stills e Judy Collins nel 1968″, una fregnaccia intergalattica che poi altri hanno ripreso, mentre la povera Sandy Denny, la vera autrice del brano, si sta rivoltando nella tomba.

Tra gli altri brani “nuovi” Judy, un pezzo scritto da Stephen Stills, che in effetti appariva su Just Roll Tapes, il disco di demo inediti registrati dall’artista di Dallas (ebbene sì, anche Stills non è californiano) nel lontano 1968, ma pubblicato nel 2007, e che è stato il miglior disco del nostro da almeno 40 anni a questa parte, come pure quelli della Collins hanno tutti quasi 50 anni, anche se lei ha continuato a fare dischi anche negli anni 2000, almeno una dozzina, sempre di livello più che accettabile con qualche punta di eccellenza. Ebbene devo dire che con queste premesse e con le mie aspettative che erano piuttosto basse, il disco è molto piacevole, ben suonato ed arrangiato, con una strumentazione elettrica, per chi si aspettava un album solo chitarre acustiche e voci, e la produzione curata dagli stessi Stills e Collins, con l’aiuto di Marvin Etzioni, che suona anche vari di tipi di mandolino nel CD, è piuttosto curata e ben definito, con Kevin McCormick al basso (visto di recente con Kenny Wayne Shepherd, ma facente parte anche dei Rides, il gruppo dove Stills ha consegnato le sue migliori performances musicali da svariate decadi a questa parte, CSN a parte), Tony Beard alla batteria (che suona spesso nei dischi di Judy Collins), Russell Walden alle tastiere (anche lui un fedelissimo di Judy). E pure la scelta delle canzoni si è rivelata felice: a partire dalla cover di Handle With Care, il pezzo dei Traveling Wilburys, una canzone che mette subito di buon umore, e se la parte vocale di Stills (che comunque ha recuperato in parte la sua voce, rispetto a dieci, quindici anni fa) forse non può competere con l’originale di George Harrison, la Collins, anche se probabilmente non raggiunge più quegli acuti purissimi del suo periodo migliore, ha ancora una tessitura e un timbro di tutto rispetto, e Roy Orbison dovrebbe essere contento, e poi l’idea di cantare armonizzando spesso e volentieri si rivela vincente, l’organo, le chitarre elettriche di Stills e una sezione ritmica pimpante fanno il resto, con il brano che scorre liscio come l’olio.

Anche So Begins The Task era in versione demo su quel fatidico Just Roll Tapes (ma poi è stata incisa sul disco dei Manassas del 1972), un pezzo molto bello, dove i due cantano ancora all’unisono donando alla canzone uno spirito alla CSN, con intrecci vocali di grande fascino e quel profumo di West Coast mai sopito, con Stills che è sempre un grande chitarrista e lo dimostra. River Of Gold è un brano nuovo scritto per l’occasione da Judy Collins, sul tempo che passa, ma senza rimpianti, con serenità estrema e un pizzico di malinconia, e la voce è sempre incredibile (la signora ha 78 anni) ma il suo soprano è ancora quasi perfetto, senza tracce di vibrato, maturo e cristallino, sentite la nota finale, ed eccellente anche il contributo di Stephen, sia alla seconda voce come alla chitarra elettrica. Everybody Knows, il brano che dà il titolo a questa raccolta, è una composizione di Leonard Cohen, l’ennesima cantata dalla Collins, che nel 1966 ha praticamente lanciato la carriera dello sconosciuto canadese (a parte nei circoli letterari), incidendo Suzanne Dress Rehearsal Rag nel disco In My Life,dove appariva anche un brano di uno sconosciuto Randy Newman, e prima e dopo, ha inciso anche brani di Eric Andersen, Dylan, Gordon Lightfoot e di una sconosciuta Joni Mitchell. Ma Cohen è sempre stato il preferito della Collins, anche se non aveva mai registrato (credo) questo pezzo del 1984 contro la guerra, che porta anche la firma di Sharon Robinson. Versione molto bella, elettrica e sognante, sembra quasi un brano dell’amico di entrambi, David Crosby, sempre con le voci che si intrecciano in modo quasi inestricabile, con Judy che guida. Ma prima nel disco troviamo la poc’anzi ricordata Judy, l’altro brano che ai tempi Stills dedicò alla sua amata, senza inciderla a livello ufficiale, versione cantata con piglio deciso da uno Stills in buona forma vocale, mentre la Collins lavora di fino sullo sfondo, come fa lo stesso Stephen alla chitarra.

Houses è un altro pezzo scritto da “Judy dagli occhi blu”, una delicata ballata pianistica dove si apprezza la voce ancora fresca e senza tempo, quasi “acrobatica” di questa splendida cantante. Anche Reason To Believe di Tim Hardin è una canzone bellissima (ricordo la versione splendida di Rod Stewart su Every Picture Tells A Story): l’approccio di Stills per l’occasione è quasi “compiacente”, molto semplice ma raffinato al tempo stesso, un poco come i primi CSN, con la Collins nel ruolo di Crosby (o di Nash), in ogni caso estremamente piacevole. L’omaggio a Bob Dylan avviene con una canzone che era già stata un duetto, tra Bob e Johnny Cash, su Nashville Skyline, Girl From The North Country, versione intima e folk, solo con una chitarra acustica arpeggiata e le due voci intrecciate. A seguire troviamo Who Knows Where The Time Goes, un brano che è nella mia Top 10 all-time (se ve ne frega qualcosa), splendida nella versione originale di Sandy Denny, dei Fairport Convention in quella della Collins del 1968 (senza dimenticare quella struggente di Eva Cassidy, che vi consiglio di ascoltare), e pure in questa attuale, una canzone di una bellezza sconvolgente, dove Judy dà il meglio di sé come interprete e Stills la illumina ulteriormente nella parte centrale con un assolo che si intreccia con i gorgheggi della cantante. A chiudere l’album, ribadisco, non un capolavoro, ma molto piacevole e superiore alle attese, un’altra composizione di Stephen Stills che viene dal passato, addirittura dai tempi dei Buffalo Springfield, Questions, un pezzo rock vibrante e chitarristico degno delle migliori composizioni del nostro. I due sono anche in tour insieme (meno perfetti che nel disco), come vedete dai video inseriti nel Post. Comunque un buon disco per scaldare le prossime serate autunnali, consigliato.

Bruno Conti

Novità Di Aprile Parte III. Marvin Etzioni, McEuen Sessions, Joe Pug, Treme Season 2, Jack Johnson, Eric Hutchinson

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Con gli aggiornamenti di oggi siamo alle pari con le uscite del 10 e 17 aprile per cui dal prossimo Post torniamo alle Anticipazioni vere e proprie. Per il momento un terzetto di uscite notevoli.

Marvin Etzioni, ex Lone Justice, produttore per Peter Case e Toad The Wet Sprocket e tantissimi altri, musicista in molti album, non ha una discografia da solista molto copiosa (con questo sono tre album in 30 anni), ma quando li fa sono decisamente belli. Questo doppio Marvin Country che è uscito per la NMR Nine Mile Records (?!?) ha una lista dei musicisti che cantano e suonano nel disco strepitosa: Maria McKee, Steve Earle, Richard Thompson, John Doe, Lucinda Williams, Buddy Miller, Dixie Hummingbirds, Grey Delisle tra i vocalists e Gurf Morlix, Greg Leisz, Donald Lindley, Tammy Rogers, Don Heffington, Jerry Scheff, Phil Parlapiano, Duane Jarvis e altri ancora tra i musicisti. E canzoni come Bob Dylan Is Dead, Gram Revisited, What’s Patsy Cline Doing These Fays, You Possess Me, Lay It On The Table, Son Of A Carpenter, ventidue in totale, una più bella dell’altra per un CD che sarà tra le sorprese dell’anno!

The McEuen Sessions è il gruppo (e il disco) nuovo di John McEuen della Nitty Gritty Dirt con i due figli. Si chiama For All The Good, country, bluegrass, country-rock con Dave Mason tra gli ospiti. Per chi ama il genere, molto bello. Etichetta Mesa Bluemoon, bella confezione digipack con libretto sostanzioso. A margine ricordo che alla fine di marzo ci ha lasciato anche Earl Scruggs, uno dei padri fondatori del country e del bluegrass, aveva 88 anni e aveva partecipato ai classici album della serie Will The Circle Be Unbroken? della Nitty Gritty.

Joe Pug è un cliente abituale di questo Blog, cantautore di Chicago al secondo album con questo The Great Despiser distribuito dalla propria etichetta, si conferma uno dei probabili eredi di Dylan e John Prine (quando se ne vorranno andare, il più tardi possibile) e un “pari” di Steve Earle. Tra gli ospiti Craig Finn degli Hold Steady. Anche questo disco è tra i migliori dell’ultimo periodo.

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Jack Johnson, il surfista-cantante delle Hawaii ogni anno organizza sull’isola un Kokua Festival. Questo CD raccoglie il meglio delle edizioni che si sono svolte dal 2004 al 2010. Tra i Friends:Eddie Vedder, Dave Matthews, Jackson Browne, Ziggy Marley, Taj Mahal, Ben Harper, Willie Nelson e Zach Gill degli ALO (tra poco esce il loro nuovo disco). Etichetta Brushfire/Universal.

Eric Hutchinson è un “nuovo” cantautore americano di cui si parla molto bene. Questo Moving Up Living Down pubblicato dalla Warner Bros è il suo quarto album, molto piacevole: è stato paragonato a Billy Joel, Cat Stevens, Billy Joel, i Beatles, Paul Simon ma forse è più esatto paragonarlo a John Mayer, Jason Mraz, Jack’s Mannequin, quel filone per intenderci. Però non è male, è stato ospite anche da Letterman.

Esce anche la colonna sonora della seconda stagione di Treme la serie televisiva ambientata a New Orleans, meno nomi celebri questa volta, anche se non mancano Dr.John, Dirty Dozen Brass Band, Subdudes, Iguanas, Radiators. Tutta buona musica. Esce per la Decca/Universal in questi giorni negli States e ai primi di maggio in Europa.

Anche per oggi è tutto.

Bruno Conti