Che Voce!!2 – Merry Clayton

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Merry Clayton – “Merry Clayton” – Ode 1971/Repertoire/Ird 2010

Non mi ero dimenticato (o forse sì), in ogni caso ecco la recensione della ristampa dell’altro disco solista di Merry Clayton, omonimo, pubblicato sempre dalla Ode Records nel 1971 e alla pari qualitativamente del primo di cui vi ho parlato pochi giorni orsono che-voce-merry-clayton-gimme-shelter.html.

In alcune discografie tra cui quella di Wikipedia viene riportato un altro disco del 1971 Celebration ma “putting the record straight” come dicono gli inglesi o per dare a “Cesare quel che è di Cesare” quel disco in effetti riporta alcuni estratti dal Festival di Big Sur tenutosi a ottobre del 1970, l’anno successivo a quello immortalato nel film del 1971 e che era quasi contemporaneo a quello di Woodstock. Merry Clayton fu una delle protagoniste con due versioni live epocali di The Times They Are A-Changin’ e, soprattutto, Bridge Over Troubled Water. Per correttezza, il vinile dell’epoca riportava effettivamente il nome di Merry Clayton in grande evidenza ma non era un suo disco.

Tornando a Merry Clayton la nostra amica è una fonte di aneddoti inesauribile: uno è collegato al brano che apre questo CD, una versione super soul di Southern Man di Neil Young, con l’organo di Billy Preston e il piano di Joe Sample in grande evidenza così come il basso dell’altro Crusader Wilton Felder ma anche la chitarra con wah-wah di David T. Walker mentre il coro gospel di James Cleveland sostiene alla grande una intrepretazione vocale super della Clayton. Qual’è la curiosità? Esattamente un anno dopo Merry Clayton dopo avere nobilitato la versione originale di Gimme Shelter apparirà anche in quella, fantastica, di Sweet Home Alabama (proprio il brano che i Lynyrd Skynyrd scrissero in risposta a Southern Man, per la serie i corsi e i ricorsi della storia).

Sempre nel 1972, a dimostrazione che questa cantante non è stata solo “un’impronta nella storia della musica rock”, appare anche nella prima versione, quella londinese originale del 1972, nella parte della Acid Queen. Volete altre prove oltre a quelle riportate nel precedente post? Una delle voci presenti nella colonna sonora del film Performance (quello del 1968 con Mick Jagger) è sempre lei. Ancora? Avete presente la colonna sonora di Dirty Dancing? Sì proprio quella che ha venduto un fantastilione di copie, c’è anche Merry Clayton che canta Yes. Ma ha anche fatto l’attrice al cinema e in televisione e, in anni recenti, ha cantato nel disco degli Sparta gruppo della scena alternative americana. Last but not least, solo una curiosità, suo fratello Sam Clayton è stato per anni il percussionista dei Little Feat (la musica è proprio un vizio di famiglia).

Tornando al disco in questione contiene ben tre brani firmati da Carole King compagna di etichetta alla Ode Records di Lou Adler. Ebbene vi sembra possibile che la stessa Carole non sia presente nel disco? Certo che no, c’è e suona il piano in parecchi brani ma secondo me, non accreditata, perché il nome nelle note di copertina non c’è, canta le armonie vocali con il suo timbro inequivocabile proprio in due dei suoi brani, Walk On It e After All This Time che sembrono estratti a viva forza da Tapestry tanto sono simili nelle atmosfere musicali, peraltro eccellenti.

C’è anche una versione emozionante di A Song For You, il grande brano di Leon Russell, qui trasformato (come Bridge Over Troubled Water nel disco precedente) in una ballata soul-gospel degna della migliore Aretha Franklin, con un crescendo e un controllo vocale esemplare, veramente una delle “grandi voci perdute” della storia della musica; l’assolo di sax è del marito Curtis Amy altro musicista dal notevole pedigree, all in the family sempre. La parte finale con il call and response tipico del gospel è da incorniciare!

Non manca una versione bluesatissima di Steamroller di James Taylor con la voce di Merry Clayton ancora in grande spolvero e quel gruppo di grandi musicisti che suonano il blues in maniera esemplare. Potrei ricordarvi anche altri titoli ma tutti i brani sono di grande qualità e confermano che questo disco non ha nulla da invidiare ai dischi soul e R&B che uscivano in quegli anni di colleghi (e colleghe) molto più blasonati.

Io mi limito a consigliarvi caldamente sia questo che l’album precedente, se il genere vi interessa non ve ne pentirete, gran bella musica…e che Voce!

Bruno Conti