Soul Music Con L’A(nima) Maiuscola – Eli “Paperboy” Reed – Come And Get It

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Eli “Paperboy” Reed & The True Loves – Come And Get It – EMI

Per la serie anche i dettagli hanno la loro importanza, vi chiederete il perché delle due copertine, stesso disco due copertine diverse. Presto detto: la prima copertina è quella della versione inglese, in uscita su etichetta Parlophone il 10 maggio, la seconda è la versione americana su etichetta Capitol in uscita il 10 agosto, in Italia, per distinguerci, dovrebbe uscire il 18 maggio su etichetta Capitol quindi con la copertina americana.

Il lato esteriore è importante ma quello che ci interessa è il contenuto: non ho controllato da vicino se ha gli occhi blu, ma il suo genere musicale è quello che si è soliti definire “blue-eyed-soul”, ma, come ho voluto precisare nel titolo del Post, con la lettera maiuscola. Non è musica di plastica, da consumo, usa e getta, anche se, avvalendosi di un produttore come Mike Elizondo (Eminem, Pink, Gwen Stefani) ha voluto curare nei minimi particolari il suono dandogli quella patina radiofonica che aiuta: niente paura, non ci sono rapper in vista, niente hip-hop, men che meno batterie elettroniche e synth a go-go, solo sette valorosi uomini al comando, due chitarristi, basso e batteria e una sezione fiati di tre elementi come ai bei tempi andati.

La sua musica è stata paragonata a quella di Otis Redding, Wilson Pickett e Sam Cooke! Niente di più falso, no cosa avete capito? Questi elementi ci sono tutti e all’ennesima potenza, ma convivono nel suo corpo (che casino ci deve essere lì dentro) anche la Tamla-Motown intera, i grandi cantanti gospel, la musica blues. Per intenderci, con tutto il rispetto, non stiamo parlando di Terence Trent D’arby o Paul Young (anche se all’inizio con i Q-Tips faceva ben sperare), ma siamo più sulle coordinate di James Hunter (amato e sponsorizzato da Van Morrison che di soul è uno che se intende) o per andare nel passato e rimanendo sempre in un ambito “bianco” del grande Eddie Hinton, che è stato anche autore di vaglia e cantante dalla sfortunata carriera. Quindi per usare un termine “sportivo” direi che Eli “Paperboy” Reed è un Bianco Nero (staccato per favore): d’altronde uno nato e cresciuto in quel di Brookline, Massachussetts da un padre critico musicale che lo ha cresciuto a pane e gospel, soul, blues e R&B e poi studente in quel di Clarksdale, Mississippi, la patria del blues e ancora a Chicago sotto la guida di Mitty Collier, una grande soul singer degli anni ’60 divenuta “ministro” di qualche chiesa evangelica, dicevo, uno così come poteva fallire nella sua missione musicale? E infatti non ha fallito, quando è tornato a Boston, ha fondato il suo gruppo e pubblicato un primo album introvabile nel 2005 e poi nel 2008, l’ottimo Roll With You, tutti brani originali firmati da Reed ma nel puro stile dei tempi che furono.

Ora, tra pochi giorni, uscirà questo Come And Get It (un titolo, un’esortazione): anche i super giovani non devono spaventarsi, immaginate Michael Jackson da ragazzino quando era il leader dei Jackson Five, musica fresca, ballabile, coretti irresistibili, fiati sempre presenti, una voce che sprizza gioia di vivere ma anche grande maturità. Si parte dal soul irrefrenabile dell’iniziale Young Girl, che un debito o duemila li deve al grande Otis Redding (con falsetti, urletti e tutto il repertorio dei grandi cantanti) per passare a Name calling con quel terrificante (in senso postivo) call and response con delle voci femminili libidinosissime e la voce di Reed che assume delle tonalità non dissimili da quelle del giovane Peter Wolf quando era il cantante della J Geils band. E cosa vogliamo dire di Help Me, con quella chitarrina malandrina che fa tanto Motown dell’epoca d’oro e il crescendo vocale di Reed che distilla fino all’ultima nota dall’ugola. Just Like me è il primo brano che rallenta i tempi, ma non troppo, sempre rimanendo in territori Motown, ma con quelle urla più da soulman di casa Stax, il meglio dei due mondi. Come and Get It con un basso funky pompatissimo ti spinge a muovere il piedino o andare direttamente sul dancefloor, un super ballabile si diceva un tempo.

Qui, nudo e crudo.


Eli Paperboy Reed – Come And Get It
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Pick a number è un semi lentone alla Marvin Gaye con qualche retrogusto del ReV. Al Green. I found you out, molto Sam & Dave, o Blues Brothers per i più giovani, sempre con i fiati in evidenza (non mancano in nessun brano) e Tell Me What I wanna Hear, questa in puro stile Sam Cooke, accelerano di nuovo i tempi. Time Will Tell è il lentone da crooner, ancora con Otis, Wilson e Sam nel cuore e nei polmoni, molto bella e il brano più vicino a quell’altro contemporaneo del soul che risponde al nome di James Hunter e che vi consiglio vivamente! Straordinario il tour de force gospel soul di You Can Run On, pensate a Turn On Your Lovelight a velocità supersonica e moltiplicate per due. Pick Your Battles è l’altro “lento” da s(ballo), una meravigliosa soul ballad a cavallo tra Marvin Gaye e Sam Cooke nei loro momenti più romantici, cantata con grande trasporto da Eli “paperboy” Reed che si conferma cantante di grande sensibilità vocale, se c’è da ballare balliamo ma sui sentimenti non si scherza! Si conclude con la dichiarazione di intenti di Explosion, una vera esplosione di energia che costituisce il gran finale con tanto di conto alla rovescia e strumenti in overdrive.

Se il buongiorno si vede dal mattino.

Bruno Conti