Alt-Country Sempre ” Nero E Polveroso” – Joshua Black Wilkins – Settling The Dust

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Joshua Black Wilkins – Settling The Dust – Joshua Black Wilkins Self Released

Esistono degli artisti difficili da definire, non tanto per il genere che propongono, quanto per l’atteggiamento verso la musica e per il loro modo di vedere il mondo attraverso le sette note, e, in un panorama musicale che oggi ci propina molti personaggi “scolastici”, si rifà vivo Joshua Black Wilkins, con Settling The Dust: il tatuatissimo songwriter (e fotografo) di cui mi ero già occupato su queste pagine virtuali in occasione dei lavori precedenti, While You Wait (10) e Fair Weather (13) http://discoclub.myblog.it/2013/11/05/ripassi-autunnali-in-nero-joshua-black-wilkins-fair-weather/ .

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In soli tre giorni di registrazione presso la Fry Pharmacy Recording di Nashville, Joshua e la sua band, composta da Mark Robertson al basso, Jon Radford alla batteria e l’ottimo Paul Niehaus alla pedal steel, hanno ripreso buona parte delle canzoni apparse su The Girlfriends Sessions (11), un disco acustico (di difficile reperibilità), le hanno trasformate in versione complete, con l’aggiunta di brani nuovi, e il risultato sono questi dieci magnifici episodi che vanno a comporre Settling The Dust.

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La strada “polverosa” si spalanca davanti a noi con la ballata elettroacustica Late Night Talks, mentre le successive Trouble We’ve Made e I Wasn’t The One sono due country-song con un bel lavoro della pedal-steel di Paul Niehaus, passando poi alla bellissima e cadenzata ballata New York Or Lousiana, esaltata dalla bellezza della voce ( un po’ alla Eddie Vedder) di Wilkins, e l’intrigante Glass House, sorretta da un buon “drumming” e attraversata da una chitarra distorta. La seconda parte del percorso riparte con il country-folk della title track, Settling The Dust, e prosegue con le atmosfere  melodiche di Dont’ Think That I e Church On A Hill https://www.youtube.com/watch?v=iFvV1-ud_ZM , con sempre in evidenza la pedal steel (una costante del disco), terminando con i suoni di una intensa Take My Time e una nuovamente cadenzata “western song” dal titolo I Heard Your Whisper https://www.youtube.com/watch?v=aWoJK-6wgwQ .

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Tra i tanti “rockers” nascosti nel cuore dell’America, Joshua Black Wilkins (oltre ad essere uno dei miei preferiti), è senza dubbio uno dei più credibili, e proprio per questo motivo sono visibili gli accostamenti a colleghi più famosi, il richiamo alle liriche di Steve Earle, nella voce la raucedine di Tom Waits (e come detto l’intensità di Eddie Vedder), l’approccio musicale folk-noir di William Elliott Whitmore, e dando un tocco al personaggio, i tatuaggi di Mike Ness (fondatore della punk band Social Distortion), per cui questo suo ultimo lavoro, Settling The Dust, suona esattamente come ci si aspetta da un onesto e bravo artista del profondo sud (Tennessee) americano. Consigliato!

Tino Montanari