Nonostante Tutte Le Difficoltà… Marshall Chapman – Big Lonesome

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Marshall Chapman – Big Lonesome – Tallgirl Records

Quando questa “ragazzona” (Tallgirl è il nome della sua etichetta ma si riferisce anche alla sua altezza, 6 ft 1 inch, circa 1 m e 85) inizia la sua carriera musicale intorno alla prima metà degli anni ’70, in quel di Nashville, Tennessee (The Music City) dove si era trasferita dalla natia Spartanburg, South Carolina il CD non era ancora stato inventato e in quella città nasceva il fenomeno della “Outlaw Country music”, per intenderci Kris Kristofferson, Waylon Jennings, Billy Joe Shaver che sono fra i primi compagni di avventura di Marshall Chapman.

Ma il suo esordio avviene con una major, la Epic Records nel 1977 con Me I’m Feelin’ Free e ancora di più con l’eccellente Jaded Virgin del 1978, un album prodotto da Al Kooper (che era il T-Bone Burnett dei tempi) dove rock e country vanno a braccetto con la bellissima voce della brava Marshall e il disco entra nelle liste dei migliori dischi dell’anno e rimane a tutt’oggi uno dei migliori della sua discografia. Discografia che si arricchisce di altri due ottimi album Dirty Linen del 1987 e Inside Job del 1991 mentre la sua carriera, per qualche anno, si intreccia con quella di Jimmy Buffett con cui suona dal vivo e compone Last Mango In Paris, una delle sue canzoni più famose.

Per farla breve in oltre 35 anni di carriera Marshall Chapman ha registrato solo 12 album, compreso questo Big Lonesome, però le sue canzoni sono state interpretate da almeno una cinquantina di musicisti provenienti dai generi più disparati (nel suo sito http://www.tallgirl.com/content/ trovate la lista completa). Tra coloro che hanno cantato i suoi brani c’è anche Tim Krekel, un ottimo musicista che ha spesso lavorato ai margini del big business e con il quale questo album doveva diventare un disco di duetti. Poi la vita ha deciso di prendere un’altra strada e Krekel è morto per una violenta forma di tumore che nel giugno del 2009, dopo una breve malattia, se lo è portato via. Alcuni dei brani erano già stati registrati e formano “il cuore” del CD, poi la Chapman ci ha costruito un album intorno, con l’aiuto di alcuni musicisti di valore e del collaboratore storico di Buffett, Michael Utley, che oltre a curare la produzione ha suonato anche le tastiere.

Il risultato è il suo miglior disco dai gloriosi giorni degli esordi. Il genere è sicuramente rimasto quel country poco ortodosso che si citava agli inizi, intriso di blues e con qualche leggera spruzzata di rock e un filo di jazz, costruito intorno alla voce di Marshall Chapman, calda ed avvolgente e che non ha perso un briciolo del fascino originale: si parte con la prima collaborazione scritta con Krekel, quella Big Lonesome che dà il titolo all’album, dove una chitarra molto twangy, dobro e pedal steel pigramente si dispongono attorno alle voci dei due protagonisti. Down In Mexico è il primo brano dove le cose si fanno “serie”, una ballata dalle atmosfere sospese (alla Lucinda Williams se volete, ma la Chapman faceva già questa musica da prima) con la slide dell’ottimo Will Kimbrough in bella evidenza, come peraltro in tutto il disco. Going Away Party è un vecchio brano scritto da Cindy Walker, dalle atmosfere vagamente jazzate e old time, con la voce di Marshall che mi ha ricordato moltissimo quella della Carly Simon più ispirata mentre Falling Through The Trees è un’altra bellissima e intensa ballata, genere nel quale la nostra amica eccelle, quando i tempi rallentano e le atmosfere si fanno malinconiche, le sue capacità interpretative risaltano, aiutate in questo brano da un notevole lavoro all’organo da parte di Michael Utley e da un altro bel assolo di chitarra di Kimbrough.

Sick of Myself è una delle ultime collaborazioni tra la Chapman e Krekel, un bel duetto country con una sezione di fiati che ravviva il procedere delle operazioni e dona quella patina vagamente country got soul. Tim Revisited è un sentito omaggio alla memoria del suo amico, una dolce ballata cullata dalle note di una pedal steel (Jim Hoke) che rievoca tanti anni di musica insieme e vuole essere un viatico per il futuro. I Can Stop Thinking About You è un altro brano che esalta la voce vissuta della Chapman seguita da una Mississippi man In Mexico che percorre territori decisamente country-Blues con grande vigore e passione. I’m So Lonesome I Could Cry è una bellissima cover del celeberrimo brano di Hank Williams, eseguita con rigore e partecipazione. Riding with Willie, rivela già dal titolo le sue intenzioni ma poi diventa efficace nella esecuzione, uno dei brani migliori di questo album. Ma il pezzo migliore è proprio la conclusiva I Love Everybody, l’ultima collaborazione con Tim Krekel, un travolgente brano registrato dal vivo dove country e rock si esaltano ancora una volta in un continuo crescendo che esplode in una inarrestabile coda strumentale. Ottima musica!

Bruno Conti

P.S. Se vi chiedevate dove fosse finito ieri il Blog, il titolo di questo Post fa riferimento anche alle difficoltà tecniche. Pare ci sia stato un attacco degli hackers!