Che “Strano”, Piacevole Disco… Paul Carrack – Rain Or Shine

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Paul Carrack – Rain Or Shine – Carrack-uk/Proper

Che “strano” disco, che album particolare. Niente di particolarmente trascendentale, in ogni caso un’opera inconsueta. Paul Carrack recentemente ha fatto parte della touring band di Eric Clapton https://www.youtube.com/watch?v=3wTur8PQV2Q , ma il musicista britannico ha una lunga militanza nella scena musicale: prima, negli anni ’70, con i pub-rockers melodici e aperti al pop Ace, quelli di How Long per intenderci https://www.youtube.com/watch?v=XwisOIAwQxY (che rimane il suo brano più conosciuto), poi con Frankie Miller e Roxy Music, negli Squeeze in sostituzione di Jools Holland, una prima collaborazione con Clapton e poi la lunga militanza con Mike And The Mechanics. Carrack è principalmente un tastierista (ma se la cava con tutti gli strumenti) nonché un ottimo cantante, dotato di una bella voce, più che mielosa, vellutata, intrisa di pop e soul, quello che si usa definire blue-eyed soul, comunque in grado districarsi anche come crooner, molto meglio di quelli che circolano al momento, tra il tripudio delle folle.

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Nella sua lunga carriera ha sfornato almeno una ventina di dischi come solista, sempre in bilico tra i generi, ma con l’amato Ray Charles spesso vicino al cuore. Più il Ray Charles balladeer, country, quello più morbido e meno soul, ma pur sempre “genius”. La stranezza di questo disco, se così vogliamo chiamarla, sta nella strana inversione dei ruoli in alcuni brani: i brani blue-eyed soul spesso vengono interpretati con uno stile da crooner, quasi alla Sinatra (di cui riprende ottimamente Come Rain or Come Shine nel finale) o tipo Lou Rawls, con grande profusione di archi, forse anche esagerati in alcuni momenti e qualche brano soul, per esempio la bellissima (If Loving You Is Wrong) I Don’t Want To Be Right, grande successo dei primi ’70 di Luther Ingram, ma la facevano anche Bobby “Blue” Bland e Millie Jackson, come se fosse un lussurioso standard della canzone americana.

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Oppure inserendo a tratti i fiati che danno una patina Philly soul o Motown a Time Waits For No One (che non è quella degli Stones), quando la sua voce quasi accarezza le note https://www.youtube.com/watch?v=F4CSfYoQXl0 . Stepping Stone, con il figlio Jack alla batteria e Paul che suona tutti gli altri strumenti, archi esclusi, ma organo d’ordinanza compreso, è un altro esempio di questo soul sofisticato, siamo nei dintorni di Boz Scaggs, da solo o con i Dukes Of September, meno immediato, più “adult oriented” forse, ma in possesso di una sua classe peculiare https://www.youtube.com/watch?v=D4ewksUGty4 . That’s All That Matters forse esagera con gli archi e lo zucchero, ma non si può non apprezzare una voce come quella di Carrack, uno di quei bianchi “neri” che ogni tanto graziano il mondo del pop https://www.youtube.com/watch?v=rb-Jip1MATQ . One In A Million è un incrocio tra People get ready e gli O’Jays o Harold Melvin, e perché no anche Al Green, vi ricordate, magari non come timbro vocale, ma come idea, il vecchio Rod Stewart? You Don’t Know Me è il primo omaggio al Ray Charles di Modern Sounds In Country & Western Music, un brano country scritto per Eddy Arnold, diventato uno degli standard più amati del grande Ray, incisa anche da Willie Nelson, Dylan, Presley, da Van Morrison su Days Like Days e da mille altri, rimane sempre una gran canzone, come la successiva e già citata I Don’t Want To Be Right, sempre con l’organo che scivola in modo quasi lubrico, sotto quegli archi esagerati.

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Hard Times (No One Knows Better Than I) porta proprio la firma di Ray Charles come autore ed era su The genius sings the Blues, Carrack non avrà mai la classe di Charles, ma ci si mette di impegno, piano, organo e voce sono ottimi, i fiati sono ben piazzati e gli archi non rompono i maroni ( in qualche brano ci stanno bene)! Anche I’m Losing You è un grande brano, viene dal repertorio di Brenda Lee, una ballata che fa uscire il crooner che è in Carrack, malinconica e melodica senza essere troppo “carica”, forse per adulti, ma se Bublé piace a grandi e piccini, qui saremmo su un altro pianeta interpretativo, quindi…come non detto. Sarà anche musica per “vecchi” ma Life’s Too Short ha un piglio danzereccio di quelli sani, con fiati e organo sempre ben presenti, R&B vecchia scuola, anche se poi porta la firma di Paul Carrack https://www.youtube.com/watch?v=gc-kBmImLZQ . Per Come Rain Or Come Shine avevo fatto il paragone con Sinatra, ma Paul la canta come se fosse il figlio illegittimo di una avventura europea del grande Ray. Disco “strano”, ma in fondo assai piacevole.

Bruno Conti