Dei Bluesmen Austriaci Non Ne Vogliamo Parlare? Mojo Blues Band – Walk The Bridge

mojo blues band walk the bridge

Mojo Blues Band – Walk The Bridge – 2CD Styx Records

CD 1

  1. Wild Wild Woman
  2. She’s A Hot Mamacita
  3. FB Blues (Facebook Blues)
  4. The Crawl
  5. Give Me a J-45
  6. Walk The Bridge
  7. I’m Coming Home
  8. Paul’s Shuffle
  9. Your Funeral And My Trial
  10. Allmony, Allmony
  11. You Must Be Travelling On
  12. I’ll It Through
  13. I Ain’t Funny That Way
  14. I Wish I Could
  15. Waddlin’ Duck

CD 2

  1. My Heart Goes Diddely Bum
  2. The Blues Is All I Wanna Sing
  3. You Turned My World Around
  4. Black Train
  5. I Feel Like Going Home
  6. Movin’ Out Of Town
  7. She’s A Hot Mamacita
  8. I’m New Orleans Bound
  9. High Blood Pressure Boogie
  10. Please, Stay As Long As You Can
  11. Whale Of A Time
  12. Siggi’s Lap Steel Blues
  13. Blue Guitar Stomp
  14. Put Yourself In My Place
  15. Walk The Bridge – Radio Edit

In altra parte del Blog abbiamo archiviato la pratica del blues svedese http://discoclub.myblog.it/2014/05/03/anche-il-blues-svedese-mancava-allappello-t-bear-and-the-dukes-ice-machine/ , ma di quello austriaco non vogliamo parlarne? Certo che sì! Quando la Mojo Blues Band, nel lontano 1978, pubblicava il primo album, Shake That Boogie, addirittura non esisteva una scena blues locale, c’erano solo loro in Austria e quindi oltre a pubblicare i propri dischi accompagnavano, già dall’anno prima,  tutti i bluesmen americani in tour in quel paese, Charlie Musselwhite, Jb Hutto, Johnny Shines, Lousiana Red, Champion Jack Dupree e tantissimi altri. Dal 1980, per un breve periodo, sono stati anche la backing band della brava cantante inglese di R&B, Dana Gillespie, e tra un cambio di formazione e l’altro, con questo Walk The Bridge siamo intorno al 20° disco https://www.youtube.com/watch?v=LJ8_PTjBYhg . L’unico componente della formazione originale e fondatore della stessa è Erik Trauner, l’eminenza grigia del blues austriaco (che nel frattempo ha ampliato i suoi orizzonti, anche grazie alla diaspora dei vari componenti della MBB), vocalist, chitarra solista e slide, anche all’armonica, strumento imparato una ventina di anni fa per sostituire il titolare della formazione ai tempi e mai più abbandonato. https://www.youtube.com/watch?v=42XCFUOO0fI Hanno girato anche per gli Stati Uniti e nella zona di Chicago, dove godono di una buona reputazione, con il loro repertorio che fonde blues elettrico urbano, R&B e qualche spruzzata di musica della Lousiana, come dimostra anche questo doppio CD.

mojo blues band 2

Trenta brani, molto materiale originale, qualche pezzo strumentale e alcune cover, scelte tra materiale quantomeno inconsueto e non pescando tra i super classici, forse con l’eccezione di una bella versione di I Feel Like Going Home di Charlie Rich. Per i contenuti potremmo parlare di una sorta di Fabulous Thunderbirds mitteleuropei, molto revivalisti, con un sound vecchio stampo, dove il sax dell’ospite Paul Chuey si integra con il pianino di Charlie Furthner e le chitarre di Trauner e Fassi per creare un sound fine anni ’50, inizi ’60, come nell’iniziale Wild, Wild Woman, che molto ricorda le ultime prove discografiche di Jimmie Vaughan https://www.youtube.com/watch?v=1fbSENquy98 . O nell’honky boogie blues She’s A Hot Mamacita, proposta addirittura in due differenti versioni nel dischetto. FB Blues, che sta per Facebook Blues, perché la “modernità”, almeno nei testi, sembrerebbe giungere anche in questo tipo di blues, è poi in effetti un blues cadenzato con uso di slide, molto Chicago, The Crawl di Lonnie Brooks, sta tra rockabilly e blues, come i T-Birds o ai limiti i Blasters, anche se con meno classe, ma una ammirevole grinta. In Give Me A J-45 Trauner sfodera la sua armonica per un ennesimo shuffle (come tempo siamo sempre più o meno da quelle parti).

mojo blues band

Ma qualche eccezione c’è: Walk The Bridge è una bellissima ballata di stampo country, come il citato brano di Charlie Rich, con piano e Fassi alla pedal steel e un terzetto di voci femminili di supporto, assai gradevole, I’m Coming Home di Clifton Chenier, con la fisarmonica di Furthner in bella evidenza potrebbe essere un brano di Zachary Richard, scuola New Orleans, così come I’m New Orleans Bouund. Your Funeral And My Trial di Rice Miller (che sta per Sonny Boy Williamson II) è un blues primigenio, Alimony, alimony, fin dal titolo e con la sua slide insinuante potrebbe stare nel repertorio di Ry Cooder, come pure la lunga You Must Be Travelling On, cantata in duetto con una voce femminile ( se non ci sono, nel repertorio di Cooder, una ragione ci sarà). Per il resto molto divertimento, boogie, rockabilly, jump, tutti i vecchi stili convergono nel suono di questa Mojo Blues Band. Diciamo che come “modernità” del suono, in alcuni brani, al massimo possiamo arrivare dalle parti del blues fine ’60 di Bluesbreakers, Fleetwood Mac di Peter Green e soci. Anche in questo caso quindi niente di nuovo o di particolarmente eccelso, ma gli appassionati di blues avranno motivo di che rallegrarsi.

Bruno Conti