E Dopo L’Ex Marito E La Sua Band Principale, Anche La Piccola “Zingara” Ha Il Suo Triplo Antologico! Stevie Nicks – Stand Back 1981-2017

stevie nicks stand back box

Stevie Nicks – Stand Back 1981-2017 – Rhino/Warner CD – Deluxe 3CD

 Lo scorso anno mi sono occupato dell’ottima retrospettiva tripla Solo Anthology di Lindsey Buckingham https://discoclub.myblog.it/2018/10/16/un-esaustivo-viaggio-attraverso-la-carriera-solista-di-un-musicista-eccelso-ma-sottovalutato-lindsey-buckingham-solo-anthology/ , mentre ho soprasseduto per l’ennesimo greatest hits dedicato ai Fleetwood Mac (Don’t Stop), in quanto a parte un brano prima disponibile solo in download ed un paio di rarità prese dal vecchio box The Chain non presentava nulla che non fosse già noto. Ora è la volta dell’altro membro di punta dei Mac, ovvero Stevie Nicks, di pubblicare un triplo CD antologico che si occupa del suo periodo da solista (esiste anche una versione singola con il meglio dei tre dischetti), intitolato Stand Back 1981-2017. (NDM: mi scuso con Christine McVie se ho definito la Nicks “altro membro di punta”, ma il mio giudizio tiene conto della carriera fuori dal gruppo, e non è che quella della ex moglie del bassista dei Mac sia stata memorabile). Le mie sensazioni su questo triplo dedicato alla Nicks sono contrastanti, in quanto tra i 50 titoli compresi non c’è l’ombra di un inedito, mentre qualche chicca e rarità sì, ma alla fine penso che si poteva fare molto meglio, anche perché di retrospettive di Stevie sul mercato ce ne sono già altre (mentre quella dell’ex consorte Lindsey era la prima) e almeno una di esse, il box del 1998 Enchanted, di inediti ne conteneva eccome.

Sulla statura artistica della Nicks (non quella fisica, che è piuttosto limitata) penso di non dover spiegare nulla: dotata di una grande voce, Stevie è sempre stata un’ottima songwriter, ed anche se non fosse diventata popolare all’interno dei Mac sono convinto che sarebbe emersa comunque. Non tutto ciò che ha pubblicato da solista è stato impeccabile, ma a volte più per scelte sonore (leggi anni ottanta) che altro, ma all’attivo ha almeno un capolavoro (il “debutto” Bella Donna) ed altri buoni lavori di ottimo rock di stampo californiano; Stevie ha poi sempre avuto frequentazioni giuste in termini di musicisti, e di conseguenza nei suoi dischi troviamo nomi che solo a leggerli c’è da leccarsi i baffi: Tom Petty & The Heartbreakers al completo, Bob Dylan (nella cover della sua Just Like A Woman, dall’album Street Angel, assente però in questo triplo), Roy Bittan, Waddy Wachtel, Russ Kunkel, Tony Levin, Steve Lukather, Davey Johnstone, Kenny Aronoff, Bernie Leadon, gli stessi Buckingham e Mick Fleetwood…e qui mi fermo (ho volutamente omesso tutti quelli con cui ha duettato, anche perché buona parte li troviamo sul secondo CD). Ma veniamo appunto al contenuto di questo triplo.

CD1. Il primo dischetto offre una panoramica tratta dai vari album di Stevie, e stranamente Bella Donna è quello meno rappresentato con due sole selezioni, la potente e trascinante Edge Of Seventeen e la splendida e countreggiante After The Glitter Fades, una delle migliori ballate della bionda cantante di Phoenix. Ma non è che le belle canzoni manchino, a partire dall’orecchiabile Rooms On Fire, perfetto pop-rock californiano, per proseguire con la roccata Blue Denim, scritta con Mike Campbell che è anche responsabile del bel riff chitarristico, la toccante ballata pianistica Has Anyone Ever Written Anything For You, la pimpante e grintosa Long Way To Go e la squisita e bucolica For What It’s Worth (che non è quella dei Buffalo Springfield). Alcune scelte non potevano mancare, ma non incontrano i miei gusti a causa di sonorità troppo “ottantiane”, come il brano che intitola la raccolta (contraddistinto da un invadente synth), If Anyone Falls, una buona canzone che avrebbe beneficiato di un arrangiamento più leggero, Talk To Me, che invece sembra un brano commerciale alla Tina Turner, la quasi orripilante I Can’t Wait e Planets Of The Universe, una vibrante rock ballad dal suono però troppo gonfio.

CD2. Dischetto dedicato ai duetti, alcuni di essi davvero degni di nota, come la famosa e bellissima Stop Draggin’ My Heart Around con Tom Petty (presente come partner anche nella meno nota, ed anche meno bella, I Will Run To You), una divertente e gioiosa Santa Claus Is Coming To Town con Chris Isaak, un paio con Sheryl Crow (e You’re Not The One è piuttosto rara, in quanto proviene da un lato B di un singolo di Sheryl), le deliziose Leather And Lace e Too Far From Texas, rispettivamente con Don Henley e Natalie Maines, la bella e raffinata Cheaper Than Free con l’ex Eurythmics Dave Stewart, e la rockeggiante You Can’t Fix This con i Foo Fighters. Ci sono anche due duetti risalenti al 1978 con Kenny Loggins e Walter Egan, ed uno (la strepitosa Gold) del 1979 con John Stewart, che mi fanno domandare perché il periodo di tempo citato nel titolo dell’antologia parta dal 1981. Infine, avrei fatto a meno delle collaborazioni con i Lady Antebellum, addirittura due, LeAnn Rimes e Lana Del Rey. CD3. L’ultimo dischetto si occupa delle incisioni dal vivo, con alla fine una manciata di brani finiti su colonne sonore (ma ne mancano diversi). E qui è dove avrei insistito di più nel cercare di inserire degli inediti, invece di rivolgermi a versioni già conosciute, seppur di grande valore.

La maggior parte dei pezzi live fanno parte del songbook dei Fleetwood Mac, come Gold Dust Woman, Dreams, Angel e Rhiannon che sono tratti dal bonus CD della recente ristampa di Bella Donna, una Landslide con l’Orchestra Filarmonica di Melbourne (presa da un’altra antologia di Stevie, Crystal Visions) e Sara, che insieme alle cover di Crash Into Me della Dave Matthews Band e Circle Dance di Bonnie Raitt proviene dalle Soundstage Sessions, concerto dal quale possiamo riascoltare anche una travolgente Rock And Roll dei Led Zeppelin (che però è più rara in quanto compariva solo sul DVD), in cui la Nicks se la cava alla grandissima; come ultimo brano dal vivo, una strepitosa e “byrdsiana” rilettura del classico di Jackie DeShannon Needles And Pins ancora con Petty e gli Spezzacuori, che era sul  loro live del 1985 Pack Up The Plantation! Infine, cinque pezzi tratti da varie soundtracks, e se Blue Lamp (dal film Heavy Metal) e Sleeping Angel (da Fast Times At Ridgemont High) sono abbastanza note, If You Ever Did Believe, una rock song decisamente bella, e Crystal, entrambe dal film Practical Magic, lo sono molto meno. Il CD termina con la lenta ed intensa Your Hand I Will Never Let It Go, che essendo in origine sulla soundtrack di Book Of Henry del 2017, è il brano più recente della raccolta.

In definitiva, a parte il box Enchanted (che però si fermava al 1998), questo Stand Back 1981-2017 è la migliore antologia di Stevie Nicks presente sul mercato, ma ciò non toglie che si poteva fare qualcosa di più.

Marco Verdi

Cofanetti Autunno-Inverno 10. La Lunga Carriera Di Un Professore Del Songwriting. Neil Diamond – 50th Anniversary Collector’s Edition

neil diamond 50th anniversary collector's edition

Neil Diamond – 50th Anniversary Collector’s Edition – Capitol/Universal 6CD Box Set

Non stiamo sicuramente parlando del mio preferito tra i musicisti (ed è probabile che non entri neanche nella mia Top 20) ma, come ho già scritto in una precedente recensione, se esistesse una facoltà universitaria che insegnasse l’arte del songwriting uno dei primi nomi a venirmi in mente per il ruolo di docente sarebbe quello di Neil Diamond. Stiamo parlando infatti di un autore che ha avuto una carriera davvero intensa e ricca di soddisfazioni, con all’attivo una serie impressionante di canzoni che sono entrate a fare parte del Great American Songbook, diventando quindi dei veri e propri standard. Originario di Brooklyn, Diamond ha sempre abbinato ad un grande successo di pubblico un rapporto controverso con la critica, che lo ha spesso accusato (in molti casi, bisogna dirlo, a ragione) di aver privilegiato il lato commerciale della sua musica, rivestendo i suoi brani di sonorità eccessivamente orchestrate e ridondanti, oltre a non perdonargli certi atteggiamenti da superstar ed un tono spesso declamatorio nelle interpretazioni. Ma Neil rimane un grande songwriter, oltretutto dotato di una voce splendida e di una presenza carismatica come poche: d’altronde scrivere capolavori pop come Solitary Man, Girl, You’ll Be A Woman Soon, I’m A Believer, Kentucky Woman, Glory Road e Sweet Caroline non è che capita a tanti.

Ma la lista dei successi del nostro non si ferma certo qui, dato che non ho citato evergreen come I Am, I Said, Cherry Cherry, America, Cracklin’ Rosie, Shilo, Red, Red Wine, Holly Holy, Song Sung Blue, Longfellow Serenade, Love On The Rocks, Hello Again, September Morn…e mi fermo qui. Tutti brani che ritroviamo in questo 50th Anniversary Collector’s Edition, splendido box di sei CD che è la versione espansa dell’antologia tripla uscita lo scorso anno (quindi gli anni sono ormai 51), che dovrebbe mettere la parola fine ai festeggiamenti del Diamond songwriter e performer, dato che purtroppo l’ultimo tour celebrativo è stato interrotto a causa del morbo di Parkinson che ha colpito il nostro https://discoclub.myblog.it/2018/09/07/che-vi-piaccia-o-no-stiamo-parlando-di-uno-dei-grandi-neil-diamond-hot-august-night-iii/ . Il cofanetto non è il primo dedicato a Neil, ma è indubbiamente il più completo: 115 canzoni di cui 15 inedite, una bellissima confezione formato libro con splendide foto ed un’interessante intervista nuova di zecca a Diamond stesso, che ripercorre disco per disco la sua carriera. Il cofanetto, che conta anche su una rimasterizzazione degna di nota, si occupa al 98% delle registrazioni di studio, dato che era già uscito nel 2003 un altro notevole box tutto dal vivo, Stages. Nel corso dei sei dischetti ripercorriamo dunque tutte queste cinque decadi di musica, entrando nel dettaglio con canzoni note e meno note: i brani citati poc’anzi ci sono ovviamente tutti (il primo dischetto è da cinque stelle), ma via via si trovano anche diverse perle dimenticate, oltre agli inediti che vedremo fra poco.

Per esempio l’album del 1976, Beautiful Noise, prodotto da Robbie Robertson e giustamente considerato tra i migliori di Diamond, è rappresentato quasi nella sua interezza, ben nove brani su undici, tra cui la splendida title track, le grintose Jungletime e Street Life, il caldo rock-soul di Surviving The Life, la cadenzata Stargazer, dall’antico sapore dixieland, e la deliziosa Dry Your Eyes, scritta a quattro mani con Robertson (e che Neil cantò anche durante il mitico concerto The Last Waltz). Altri pezzi degni di nota sono il potente gospel di Walk On Water, la vibrante Rosemary’s Wine, la splendida e struggente The Gift Of Song, la coinvolgente  Desirée, la ritmata I’m Alive, trascinante anche se con qualche synth di troppo, il duetto con Waylon Jennings One Good Love e la strepitosa country song Blue Highway, con la chitarra di Chet Atkins. E poi abbiamo l’ultimo periodo, quello dei due album prodotti da Rick Rubin in maniera spoglia ed essenziale, che hanno rilanciato la carriera di Diamond, arrivata nel nuovo millennio ad un punto morto (nello stesso modo con cui il barbuto produttore aveva rivitalizzato Johnny Cash): brani di grandissimo spessore come Delirious Love, We, Hell Yeah, Captain Of A Shipwreck, Pretty Amazing Grace ed Another Day (That Time Forgot), nella quale Neil duetta con Natalie Maines; non manca neppure un’ampia selezione, 7 canzoni, dall’ultimo album con pezzi originali, il più che valido Melody Road, con la title track e The Art Of Love come brani di punta. Ovviamente non manca il Diamond degli arrangiamenti magniloquenti, zuccherosi e sopra le righe, ma le canzoni scelte non inficiano il piacere dell’ascolto del cofanetto, anche se pezzi come Done Too Soon, Morningside, Be, Play Me, l’orripilante Headed For The Future (piena di suoni finti e drum machines), il mieloso duetto con Barbra Streisand You Don’t Bring Me Flowers e la già citata September Morn non saranno mai tra le mie preferite.

Ci sono tre inediti sparsi nei primi cinque CD (i due brevi demo originali di I Am, I Said e America, ed una versione dal vivo a Dublino della bellissima Baby Can I Hold You di Tracy Chapman, una delle rare cover proposte da Neil), ma la parte del leone la fanno gli altri dodici, che occupano interamente il sesto dischetto: non sono demo o versioni alternate di pezzi già noti, ma vere e proprie canzoni mai sentite, che in alcuni casi Diamond ha rinfrescato e completato con l’aggiunta di parti strumentali suonate apposta per questo box, quasi come se volesse darci un intero disco nuovo. L’apertura è affidata a Sunflower, che è anche l’unica già nota in quanto negli anni settanta è stata una hit per Glen Campbell, ed è una scintillante country song, vibrante e dalla melodia immediata (e che voce); C’Est La Vie, scritta insieme a Gilbert Becaud come September Morn, è una delicata ballata, strumentata con gusto e misura, che avrebbe potuto sicuramente diventare un successo, Girls Go Fishin’ è un gustoso bozzetto tra country ed old time music, un brano che non capisco come possa essere stato lasciato fuori dalla discografia ufficiale di Neil. La cadenzata Maybe, seppur gradevole, risulta già sentita (ma la classe non è acqua), ma Caribbean Cruise è un pezzo terso e solare, con tanto di steel drums, e potrebbe benissimo essere di Jimmy Buffett. You Are è una ballatona tipica del nostro, guidata da piano e chitarra e cantata con il consueto pathos, Easy (To Be In Love) è una outtake di Melody Road ma non sembra affatto uno scarto, mentre Before I Had A Dime è un’altra strepitosa country ballad, dal motivo splendido, e non credo di esagerare se dico che è al livello delle migliori composizioni di Diamond. Molto bella anche The Ballad Of Saving Silverman, dal mood coinvolgente, mentre It Don’t Seem Likely è un brano dall’accompagnamento vigoroso e con un sapore soul; il CD si chiude con la fluida Long Nights, Hold On, altro lento decisamente interessante (che risente un po’ di una produzione anni ottanta), e con Moonlight Rider, forse l’unica un po’ sopra le righe in tutto il dischetto.

Quindi un altro cofanetto di grande spessore in questa intensa (e dispendiosa) fine 2018, un regalo perfetto sia per il fan che per il neofita.

Marco Verdi

Uscite Prossime Venture: Edizione Primavera 2013. Parte III Black Sabbath, Deep Purple, Whitesnake, David Bowie, Bob Marley, Natalie Maines, Alanis Morissette, Laura Marling

Proseguiamo con un trio di “vecchie glorie” dell’hard and heavy, più o meno collegate tra loro, per chi ama il genere.

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Sono passati 35 anni dall’ultima uscita discografica della formazione originale dei Black Sabbath, Never Say Die (quella con Ozzy Osbourne, che nella foto qui sopra sembra una statua di cera, belle croci però), in studio e con materiale nuovo, perché in effetti nel 1996 usciva il doppio live Reunion, con 2 brani nuovi composti per l’occasione. Per essere precisi nel nuovo disco 13 (ma il titolo non è ancora definitivo), non ci sarà Bill Ward, il batterista originale, sostituito da Brad Wilk (Rage Against The Machine e Audioslave), in quanto il buon Bill ha eccepito la mancanza di un contratto ad hoc firmato per l’occasione. Il nuovo lavoro uscirà l’11 giugno per la Universal (Vertigo in Europa e Republic negli States), in versione CD, LP, una doppia Deluxe e un Box pure lui Deluxe, ma i dettagli non sono ancora certi. I brani confermati sono i seguenti, ma in totale dovrebbero essere appunto tredici:

  • “God Is Dead”
  • “End of the Beginning”
  • “Age of Reason”
  • “Dear Father”
  • “Loner”
  • “Methademic”
  • “Epic”

Si parla di “Satanic Blues”, quindi come al solito, anche la grafica della copertina è quasi identica a Master Of Reality. Produce Rick Rubin, che già era alla guida del progetto mai portato a termine nel 2001/2, alle tastiere dovrebbe esserci il figlio di Rick, Adam Wakeman. Quando ci saranno ulteriori informazioni vi aggiornerò.

 

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Nuovo album anche per i Deep Purple, Now What?!, in uscita per Ear Music/Edel il 30 aprile (26 aprile in alcuni paesi). In questo caso della formazione classica, Mark II, sono rimasti Ian Gillan, Roger Glover e Ian Paice. Steve Morse alla chitarra e Don Airey alle tastiere, completano la formazione dal 2002. Gli ultimi due dischi di studio, Bananas e Rapture Of The Deep, francamente, per usare un eufemismo, diciamo che non erano fantastici. Questo nuovo album è stato registrato in quel di Nashville con la produzione di Bob Ezrin, che tutti ricordano per il lavoro con Kiss ed Alice Cooper, oltre che in The Wall, ma per me rimane quello di Berlin di Lou Reed (ognino ha le sue preferenze). 

NOW What?! sarà disponibile in 3 differenti formati:
– versione standard in jewelcase con 11 brani
– versione Limited edition in Digipack con 12 brani inclusa una cover di “It´ll Be Me” interpretata
originariamente da Jerry Lee Lewis + DVD con 20 minuti di interviste e speciali contenuti audio: il
singolo All The Time In The World (nel differente radio mix) + la versione live di Perfect Strangers e
Rapture Of The Deep
– versione in doppio vinile con 12 tracce

E queste sono le date italiane del tour mondiale e la tracklist completa:

21.07 Vigevano – Festival “10 giorni suonati”
22.07 Roma – Rock in Roma
24.07 Majano (UD) – Festival di Majano Piazza Italia

1. A Simple Song
2. Weirdistan
3. Out of Hand
4. Hell to Pay
5. Bodyline
6. Above and Beyond
7. Blood from a Stone
8. Uncommon Man
9. Aprés Vous
10. All The Time in The World
11. Vincent Price

Non ho sentito molto per cui non azzardo pareri, questi sono i 2 brani nuovi che si trovano in rete, non sembrano male!

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Dopo i Deep Purple, ovviamente, i Whitesnake, con Made In Japan. Deluxe Edition 2 CD + DVD, DVD o Blu-ray. Registrato al Loud Park Festival l’11 ottobre del 2011, esce su Frontiers Records il 23 aprile, questi i vari contenuti:

Made In Japan tracklisting:

CD 1
1. Best Years
2. Give Me All Your Love Tonight
3. Love Ain’t No Stranger
4. Is This Love
5. Steal Your Heart Away
6. Forevermore
7. Six String Showdown
8. Love Will Set You Free
9. Drum Solo
10. Fool For Your Loving
11. Here I Go Again
12. Still Of The Night

BONUS CD 2
1. Love Will Set You Free
2. Steal Your Heart Away
3. Fare Thee Well (acoustic)
4. One Of These Days (acoustic)
5. Lay Down Your Love
6. Evil Ways
7. Good To Be Bad (acoustic)
8. Tell Me How (acoustic)

DVD & BLU-RAY: TRACK LISTING
1. Best Years
2. Give Me All Your Love Tonight
3. Love Ain’t No Stranger
4. Is This Love
5. Steal Your Heart Away
6. Forevermore
7. Six String Showdown
8. Love Will Set You Free
9. Drum Solo
10. Fool For Your Loving
11. Here I Go Again
12. Still Of The Night
13. Forevermore (fan video)
14. Steal Your Heart Away (fan video)

David Coverdale ha annunciato che entro la fine dell’anno uscirà anche un Made in Britain.

Altre ristampe.

 

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Dopo l’edizione doppia per il 30° anniversario uscita nel 2003, quest’anno per il 40° facciamo un passo indietro e ne uscirà il 16 aprile una singola su EMI Records, nuovo remaster 2013 ma zero inediti, misteri delle case.

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La Island/Universal proeseguendo nella serie di ristampe Deluxe della discografia di Bob Marley & The Wailers, per i 35 anni dall’uscita pubblica la versione doppia di Kaya:

 

Disc 1: Original LP (released as Island ILPS 9517, 1978) and bonus track

  1. Easy Skanking
  2. Kaya
  3. Is This Love
  4. Sun is Shining
  5. Satisfy My Soul
  6. She’s Gone
  7. Misty Morning
  8. Crisis
  9. Running Away
  10. Time Will Tell
  11. Smile Jamaica (B-side to “Satisfy My Soul” – Island WIP 6440 (U.K.), 1978)

Disc 2: Live at Ahoy Hallen, Rotterdam, Netherlands – 7/7/1978

  1. Positive Vibration
  2. The Heathen
  3. Them Belly Full (But We Hungry)
  4. Concrete Jungle
  5. Rebel Music (3 O’Clock Road Block)
  6. War/No More Trouble
  7. I Shot the Sheriff
  8. No Woman, No Cry
  9. Is This Love
  10. Jamming
  11. Easy Skanking
  12. Get Up, Stand Up
  13. Exodus

Altre voci femminili.

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Dopo le uscite delle Court Yard Hounds anche Natalie Maines delle Dixie Chicks pubblica il suo album da solista, Mother, in uscita su Columbia il 7 maggio prossimo. La title-track è proprio il brano dei Pink Floyd, già apparso nella colonna sonora di West Of Memphis: Voices Of Justice. Il disco questa volta non è prodotto da babbo Lloyd, ma è una co-produzione tra la stessa Natalie e Ben Harper. Tra i dieci brani, oltre a uno scritto con le “colleghe” Dixie Chicks Martie Maguire and Emily Robison Come Cryin’ To You, ci sono cover di Jeff Buckley Lover You Should Have Come Over e Eddie Vedder Without You dall’Ukulele album blog.

Lista completa delle canzoni:

1. Without You
2. Mother
3. Free Life
4. Silver Bell
5. Lover You Should’ve Come Over
6. Vein in Vain
7. Trained
8. Come Cryin To Me
9. I’d Run Away
10. Take It On Faith

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Ennesimo disco (o DVD) dal vivo per Alanis Morissette Live At Montreux 2012 registrato nell’ultimo tour esce in tutti i formati, CD DVD e Blu-ray, il 23 aprile per la Eagle/Edel:

Formazione e contenuto:

Alanis Morissette (vocals, harmonica, guitar); Julian Coryell (guitar); Michael Farrell (keyboards); Jason Orme (guitar); Cedric Lemoyne (bass); Victor Indrizzo (drums)

1. I Remain
2. Woman Down
3. All I Really Want
4. You Learn
5. Guardian
6. Flinch
7. Forgiven (Not On CD)
8. Hands Clean
9. I Remain (Not On CD)
10. Citizen Of The Planet (Not On CD)
11. Ironic
12. Havoc
13. Head Over Feet
14. Versions Of Violence
15. I Remain (Not On CD)
16. You Oughta Know
17. Numb
18. Hand In My Pocket
19. Uninvited (Not On CD)
20. Thank U

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Qui siamo molto in anticipo. Il nuovo di Laura Marling Once I Was An Eagle uscirà il 28 maggio per la Virgin Records, prodotto da Ethan Johns, 16 nuovi brani:

01 Take the Night Off
02 I Was an Eagle
03 You Know
04 Breathe
05 Master Hunter
06 Little Love Caster
07 Devil’s Resting Place
08 Interlude
09 Undine
10 Where Can I Go?
11 Once
12 Pray For Me
13 When Were You Happy? (And How Long has That Been)
14 Love be Brave
15 Little Bird
16 Saved These Words

Alla prossima.

Bruno Conti