Non Delude Neppure Questa Volta, Con Un Disco Acustico Disponibile Solo Per Il Download E In Vinile Colorato Limitato – Anders Osborne – Orpheus And The Mermaids

anders osborne orpheus and the mermaids

Anders Osborne – Orpheus And The Mermaids – 5th Ward Records Download/Streaming e Vinile Limitato Colorato

Credo che per tutti coloro che amano la buona musica, oltre che un piacere, sia quasi un dovere conoscere quella di Anders Osborne. Nativo di Uddevalla, Svezia, è ormai da moltissimo tempo cittadino di New Orleans, Louisiana, dove arriva dopo una infanzia ed una adolescenza passate ad ascoltare blues, jazz, e i grandi cantautori, da Dylan a Joni Mitchell, Ray Charles e Lowell George, Neil Young e Jackson Browne, ma anche il cowboy di Belfast, Van Morrison): quando arriva negli States, fine anni ‘80, inizio anni ‘90, dopo il giusto periodo di gavetta, tra tour e le prime pubblicazioni con la Rabadash, una etichetta locale di New Orleans, ha la fortuna di trovare un contratto discografico per la Okeh, e pubblica nel 1995 l’eccellente Which Way To Here, che ottiene un discreto riscontro di vendite, con l’utilizzo dei suoi brani anche in colonne sonore di film importanti, e ottimi giudizi dalla critica.

Da allora inizia la solita trafila degli artisti di culto: prima una serie di dischi per la Shanachie, poi uno per la M.C. Records e il successivo contratto per la Alligator, dove pubblica complessivamente quattro dischi che sfiorano il livello del capolavoro, l’ultimo Peace, con la bimba in copertina che mostra il dito medio. Ma siamo arrivati alla grande crisi dell’industria discografica e quindi bisogna passare al fai da te: album creati in proprio e distribuiti tramite la sua Back On Dumaine Records, sempre molto belli, magari un filo inferiori ai precedenti, sempre difficili da trovare, per quanto pubblicati anche in CD https://discoclub.myblog.it/2016/06/01/nuove-avventure-underground-lo-svedese-new-orleans-anders-osborne-spacedust-and-oceans-views/ , incluso Freedom And Stars, la collaborazione come NMO insieme ai fratelli Dickinson https://discoclub.myblog.it/2015/02/23/disco-bellissimo-peccato-esista-nmo-anders-osborne-north-mississippi-allstars-freedom-and-dreams/ .

L’ultimo capitolo, il suo 17°, questo Orpheus And The Mermaids, è un ulteriore passaggio: esce solo per il downlaod oppure in vinile colorato costosissimo. Ma la musica rimane sempre di una bellezza inalterata, Osborne è forse meno incazzoso verso il mondo di un tempo (forse il fatto di avere ritrovato la sobrietà, grazie ad una famiglia con due figli, aiuta) ma è comunque in grado di sfornare brani di grande qualità che citano spesso i suoi punti di riferimento ricordati all’inizio: l’iniziale Jacksonville To Wichita, con l’armonica aggiunta ad una acustica arpeggiata, sta al crocevia tra Dylan, Young e Morrison, un brano malinconico e tremendamente bello, con citazioni di Townes Van Zandt nel testo e una serenità invidiabile. La successiva Light Up The Sun ha una struttura sonora più complessa, ma si basa sempre sulla calda voce di Anders e sulla sua chitarra, di cui è un virtuoso anche in modalità acustica, ogni tanto la voce viene raddoppiata, ma l’impianto complessivo è minimale, non per questo meno affascinante, in queste reminiscenze sulla vita che passa nella propria famiglia e sui suoi demoni tenuti a bada https://www.youtube.com/watch?v=vIw3kZJQbvo . Last Days In The Keys è una affettuosa e commossa dedica a Neal Casal scomparso suicida due anni fa, anche attraverso le storie di altri amici e persone che ci hanno lasciato attraverso questo atto estremo e disperato, che non perdona i momenti di sconforto e debolezza, sempre con la chitarra acustica e l’armonica che sottolineano questo racconto in modo crudo ma partecipe.

Forced To ha una struttura più bluesy, sempre con quel tocco da cantautore raffinato che me lo fa avvicinare ad un altro Beautiful Loser come il bravissimo Grayson Capps https://discoclub.myblog.it/2020/09/01/una-sorta-di-antologia-rivisitata-per-celebrare-un-grande-cantautore-grayson-capps-south-front-street-a-retrospective-1977-2019/ , senza dimenticare il primo “Bobby Dylan” https://www.youtube.com/watch?v=A81xq-1pukI  . Pass On By, accompagnata da un bellissimo video dedicato a New Orleans, pubblicato il giorno di Natale, e che vi consiglio di cercare, nella quale Osborne si destreggia tra accordature “normali” e uso del bottleneck per una canzone che ricorda un altro dei suoi preferiti, quel Jackson Browne di cui attendiamo a breve il nuovo album (ora si parla di luglio). Welcome To The Earth, voce riverberata e chitarra incalzante è un altro ottimo esempio di questo folk ricercato che sembra essere la chiave del nuovo album, Dreamin’, ca va sans dire, è più sognante, con una armonica che rimanda a Elliott Murphy e il tessuto musicale a Paul Simon, comunque bellissima https://www.youtube.com/watch?v=mfrK267VNG0 , mentre Earthly Things, di nuovo con la voce raddoppiata, emana ancora una aura di grande serenità attraverso un complesso lavoro di due chitarre acustiche e la conclusiva Rainbows ci riporta di nuovo al primo Neil Young, per l’uso della armonica, sempre con accenni dell’amato Jackson. *NDB Se volete provare ad acquistarlo lo trovate qui https://anders-osborne.myshopify.com/collections/orpheus-and-the-mermaids ma costa un bel 35 dollari più la spedizione dagli USA.

Bruno Conti

Un’Altra Giovane, Bella E Talentuosa Songwriter Dagli States. Amanda Shires – Carrying Lightning

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Amanda Shires – Carrying Lightning – Silver Knife Records Self-released

Dove sta l’inghippo con un titolo di Post così? Giustamente, se così fosse, Amanda Shires dovrebbe essere già conosciutissima ovunque! Lasciatele tempo, ci sta lavorando. Intanto i suoi dischi li fa e li distribuisce in proprio, dalla sua sede in quel di Nashville. Ma è nata in Texas, dove ha vissuto tra Lubbock e Mineral Wells quando i suoi genitori si sono divisi. A dieci anni il padre le ha regalato il primo violino e da lì non c’è stato ritorno. A quindici anni saliva già sul palco con i Texas Playboys la band formata da Bob Wills. Poco dopo, come detto, era a Nashville, dove sperava di trovare fortuna, ma restando fedele ai suoi principi musicali e lontana dalle sonorità della Music City.

A 22 anni pubblicava un primo album solista Being Brave, prevalentemente strumentale ma che lasciava intravedere le sue attitudini di ottima cantante e compositrice, oltre che di violinista di gran classe e suonatrice di ukulele. Nel frattempo (e nel tempo libero, ma quando) entra a far parte anche dei Thrift Store Cowboys, ottimo ensemble texano con una manciata di bei dischi alle spalle. Molto indaffarata la ragazza, ma ha trovato anche il tempo per fare coppia con il bravo cantautore Rod Picott, insieme hanno pubblicato nel 2008 Sew Your Heart With Wires, altro disco molto bello al quale hanno fatto seguire una lunga serie di concerti in tutto il mondo, Europa ed Italia comprese.

Piccola digressione italiana: se il nome vi dice qualcosa potreste averlo letto tra gli ospiti, come cantante e violinista, nell’ultimo disco dei Lowlands Gypsy Child!

Torniamo al mondo! Nel 2009 pubblica quello che considera il suo primo “vero” disco da solista, West Cross Timbers, che ha fatto scomodare nella critica paragoni con Dolly Parton (per il tipo di voce, ma non mi pare) e con Tom Waits per i testi “inconsueti” e l’approccio musicale. Lei cita tra le sue influenze Leonard Cohen e Richard Buckner, uno dei miei preferiti tra i “beautiful losers”, un bravissimo cantautore Californiano che ha regalato al mondo alcuni deliziosi album nello scorso ventennio. E questo depone ulteriormente a favore della signora per gli eccellenti gusti musicali.

Prima di approdare a questo Carrying Lightning ha trovato anche il tempo di partecipare in modo consistente all’ultimo disco dell’ex Drive-by-Truckers Jason Isbell, sentire Codeine da Here We Rest per apprezzare la sua voce e il suo violino. Ma non è tutto, qualcuno a Hollywood ha notato anche il suo bel aspetto ed eccola allora sul palco (finto) del film vero, Country Strong, quello con Gwyneth Paltrow che interpreta una stella del country decaduta, lei è la bella moretta che suona il violino nella band del film e la potrete vedere al cinema perché il film esce nei cinema italiani in questi giorni. Era candidato come miglior canzone sia ai Golden Globes che all’Oscar.

A questo punto due parole sul disco non le vogliamo dire? Ovvio che sì! Intanto il disco è prodotto dalla stessa Amanda Shires con la collaborazione più che fattiva di Rod Picott e David Henry. Alle chitarre troviamo gente come Neal Casal e Will Kimbrough. I brani sono tutti della stessa Amanda meno una bellissima cover di Detroit or Buffalo che è una delle più belle canzoni del repertorio proprio di Neal Casal.

Potremmo definire lo stile folk, country-rock: dall’inizio fischiettato del brano Swimmer al country che mi ha ricordato le Dixie Chicks di Ghost Bird, passando per una bellissima ballata con pedal steel d’ordinanza come When You Need A Train It Never Comes che non avrebbe sfigurato nel repertorio di Townes Van Zandt e che mette in risalto la bella voce di Amanda Shires con un vibrato che la rende particolare e il suo fiddling incisivo e malinconico.

Mi piacciono molto anche She Let Go Of her Kite molto melodica e di nuovo con quel violino insinuante in contrapposizione con un’elettrica intrigante (e qui mi ha ricordato un’altra cantante e violinista molto brava, quella Carrie Rodriguez che ha collaborato a lungo con Chip Taylor).

E che dire di Love Like A Bird con la pedal steel di Chris Scruggs che sembra danzare un valzer con la voce di Amanda. 

Shake The walls con il suo tempo di tango sgangherato potrebbe ricordare in effetti qualcosa del Tom Waits meno radicale. Ma sono tutti belli i brani di questo album: la dolce Sloe Gin così come le derive folk quasi alla Joni Mitchell dell’evocativa Bees In The Shed. E ancora la deliziosa Lovesick I remain guidata dall’ukulele della Shires che potrebbe apparire anche in qualche spot televisivo o spopolare in qualche radio in un mondo alternativo.

Lei ci crede moltissimo. Tanto da avere decisivo di girare un video per ogni canzone presente nell’album (anche a cartoni animati). Le prime quattro le trovate sparse per il Post. Buon ascolto e buona musica!

Bruno Conti