Il Loro “The Last Waltz”? Lucero – Live From Atlanta

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Lucero – Live From Atlanta – Liberty And Lament Records – 2 CD

I Lucero, dopo oltre quindici anni “on the road” (sono passati anche a Pavia nel mitico locale Spazio Musica, durante il tour italiano nel 2007), e dieci album pubblicati, arrivano al primo live vero e proprio, registrato in tre serate consecutive al Terminal West di Atlanta, Georgia nel Novembre 2013, e che purtroppo, come si vocifera, potrebbe essere il “canto del cigno” della rock band di Memphis https://www.youtube.com/watch?v=MDQ7DKB6-kE .

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La prima apparizione pubblica dei Lucero risale al lontano ’98, quando Ben Nichols e Brian Venable decisero di mettere insieme un gruppo ispirandosi a “personaggi” come Gram  Parsons, Johnny Cash e a band come i Pogues, e nel giro di circa un anno, grazie anche all’amicizia con la famiglia di Jim Dickinson e dei suoi figli, ovvero i North Mississippi All Stars, incidono i loro dischi d’esordio, prima l’omonimo Lucero e subito dopo The Attic Tapes (ristampato nel 2006 per la loro personale etichetta Liberty And Lament), quest’ultimo una raccolta di spartane versioni e demo incise letteralmente nell’attico della casa del padre di Brian Venable;  dopo questa partenza i Lucero costruiscono una loro personale ode alla propria terra, dal titolo inequivocabile di Tennessee (02), per poi fare il salto di qualità con il trittico That Much Further West (03), Nobody’s Darlings (05) e la definitiva maturazione con Rebels, Rogues & Sworn Brothers (06), intervallati da un primo album dal vivo Dreaming In America (CD+DVD), dove sono catturati sul palco sia nei concerti come nel privato, in forma di documentario per la parte video. Con 1372 Overton Park (09) e Women & Work (12) avviene il debutto della band di Ben Nichols con delle etichette più importanti come la Universal Republic e la Ato Records (di proprietà di Dave Matthews), affidandosi per la produzione a Ted Hutt (Gasllight Anthem, Flogging Molly e Chuck Regan) e quindi percorrendo una strada meno roots e più rock, confezionando un “sound” più diretto, sul quale innestare anche arrangiamenti fiatistici.

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I Lucero (stella luminosa in spagnolo) salgono sul palco di Atlanta nella formazione attuale, che vede il leader e frontman Ben Nichols voce e chitarra, Brian Venable alla chitarra solista, Roy Berry alla batteria e percussioni, John C.Stubblefield al basso, Rick Steff al piano, organo e fisarmonica, e la sezione fiati composta da Jim Spake al sassofono e clarinetto e Scott Thompson alle trombe, presentando 32 canzoni che coprono il loro intero catalogo musicale, per oltre due ore di grande musica, il tutto registrato nell’arco di tre torride serate e sotto la produzione di Kevin Houston.

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Il set iniziale inizia immancabilmente con due dei classici del gruppo I Can Get Us Out Of Here e On My Way Downtown, dove la sezione fiati diventa subito protagonista (e lo sarà per tutta la durata del concerto), seguite subito dalle ballate urbane Nights Like These https://www.youtube.com/watch?v=4xqODo6y9lw , I’ll Just Fall https://www.youtube.com/watch?v=0tSWpOSbY-M  e Union Pacific Line, le esplosioni rock di Sounds Of The City, Sweet Little Thing e Raising Hell, passando per il “country alternativo” di Texas & Tennessee https://www.youtube.com/watch?v=lCGhcPu-mWg , il “memphis soul” di Breathless Love, cambiando nuovamente ritmo con il boogie-rock di Women & Work e Juniper, il punk furioso di Tonight Ain’t Gonna Be Good, andando a chiudere la prima parte con le atmosfere sofferte di Slow Dancing, Goodbye Again e una My Best Girl cantata con rabbia da Nichols https://www.youtube.com/watch?v=kOyIM_uGDmY . Dopo una meritata pausa e una buona birra si riparte con i fiati in spolvero di una grintosa Like Lightning, seguita subito da un trittico di ballate di spessore quali Summer Song, It Gets The Worst At Night https://www.youtube.com/watch?v=Jx_Q_kRkxug  e una Mom solo voce, chitarra e piano. In That Much Further West la batteria martella, le chitarre rispolverano dei “riff” alla Clash, per un brano che in questa versione live si arricchisce della sezione fiati, seguita dalla fisarmonica di Rick Steff che supporta una perfetta folk-song come The War, passando per il boogie “old-time”  di All Sewn Up e Rick’s Boogie, la forza evocativa di un classico come What Else Would You Have Me Be?, la travolgente energia di Tears Don’t Matter Much, per poi mettere sul piatto della bilancia un ulteriore trittico di ballate, a partire dalla splendida Drink Till We’re Gone cantata con il cuore da Ben, le note di un piano in Bastard’s Lullaby ad introdurre le influenze soul di It May Be Too Late, la struggente bellezza che si snoda in A Dangerous Thing, fino ad arrivare alle atmosfere hard e psichedeliche di The Last Song e andando a chiudere (con qualche lacrima) con la dolce e pianistica Fistful Of Tears, degna chiusura di una lezione di rock’n’roll che andrebbe mandata a memoria da tutti quelli che non hanno ancora capito bene come dare vita a questa musica, mentre i Lucero hanno afferrato il concetto molto bene.

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Ben Nichols (che ha talento da vendere, autore anche di un notevole esordio da solista, il mini album, Last Pale Light In The West (09), di difficile reperibilità) è la voce e l’anima dei Lucero fin dal primo giorno, ma il resto della formazione non è di mero contorno, in quanto Brian Venable è un chitarrista rock, degno epigono di Neil Young nel periodo Crazy Horse, mentre il batterista Roy Berry è veramente un valore aggiunto, assecondato da un bassista John C.Stubblefield molto lineare, e il nuovo membro (2006) Rick Steff ( già con Cat Power) che con piano, organo e fisa, ha cambiato in modo non indifferente il “sound” del gruppo.

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Nel tempo, i Lucero, e con loro i Drive By Truckers, Gaslight Anthem, Hold Steady e altri di cui si sono perse le tracce (Marah, Slobberbone, Cross Canadian Ragweed), si sono presi il loro spazio e la loro voce, in quanto accomunati da un “background” che affonda le sue radici anche nel punk e nei circuiti indipendenti, con cui il rock americano si è rifondato. Alla fine (forse, ma mai dire mai) del loro percorso, questo Live From Atlanta, potrebbe rappresentare una meravigliosa retrospettiva sulla carriera di una grande rock’n’roll band che nelle “performances” dal vivo (come quasi sempre succede) si esalta e lascia il segno. Per quanto mi riguarda, lunga vita ai Lucero di Ben Nichols e al grande sogno chiamato Rock’n’Roll.

NDT: Se acquisterete, come spero, questo CD, fate come il sottoscritto, sedetevi nel salotto di casa, sorseggiate un buon Whisky o Bourbon (o se siete astemi, un succo di frutta), e ascoltate con il volume a manetta due ore di grande musica! Per una volta chi se ne frega dei vicini.

Tino Montanari