Occhio Alla Fregatura, Sembra Diverso? Pat Travers & Carmine Appice – The Balls Album

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Pat Travers & Carmine Appice – The Balls Album – Cleopatra Records 

A chi è capitato di leggere le mie recensioni sa che, per usare un eufemismo, non sono un fan particolare delle produzioni dell’etichetta californiana Cleopatra Records, non tanto per la qualità dei contenuti, ma spesso proprio per i contenuti stessi. Mi spiego: l’arte del riciclo, soprattutto per quanto riguarda il problema dei rifiuti, è una iniziativa nobile, ma quando viene applicata alle produzioni discografiche incontra meno la mia approvazione. Spesso e volentieri nelle loro produzioni (e penso soprattutto ai tributi, ma anche ai cosiddetti dischi “nuovi”), i nostri amici di Los Angeles hanno l’abitudine di riciclare vecchi dischi già usciti, con nuovo titolo e copertina, ma con lo stesso contenuto, però senza dirlo o scriverlo sul CD, e questo è un comportamento da veri str…zi (sono stato autorizzato a usare il termine, quando ci vuole ci vuole). Qualche mese fa mi era capitato di parlarvi di The House Is Rockin’ il tributo a SRV, da loro pubblicato nel 2015, ma già uscito nel 1996 come Crossfire per un’altra etichetta http://discoclub.myblog.it/2015/08/14/sembra-nuovo-the-house-is-rockin-tribute-to-stevie-ray-vaughan/ , succede spesso anche con i dischi di Judy Collins e vari altri titoli.

Ora la storia si ripete, in quanto questo The Balls Album è praticamente la ripubblicazione di It Takes A Lot Of Balls (questa volta non hanno nemmeno cambiato il titolo di  molto), pubblicato in origine dalla SPV/Steamhammer nel 2004, naturalmente con la sequenza dei brani mescolata, senza dichiararlo da nessuna parte, anzi aggiungendo pure due brani come bonus. Oltre a tutto non stiamo parlando di un capolavoro assoluto della discografia, questo disco dell’accoppiata Travers/Appice non entrerà certo negli annali della storia, ma gli amanti di questo hard-rock-blues di grana grossa comunque non mancano e penso che non faccia piacere comprarsi lo stesso titolo due volte. Se però vi manca e l’accoppiata (che ha registrato vari album insieme) vi attizza, i due picchiano come fabbri, in brani che rispondono al nome di Taken, un poderoso boogie-blues che sembra il figlio bastardo di certe composizioni degli ZZ Top, con la chitarra di Travers che taglia in due l’etere e Carmine che una o due cose su come si suona la batteria comunque le conosce, in fondo neanche male. Better From A Distance alza subito la quota heavy e da lì in avanti non si fanno più prigionieri.

Il bello (o il brutto) è che anche i titoli cambiano leggermente, la prima canzone perde il sottotitolo Iguana Song, il successivo brano Escape The Fire, aveva un prefisso Can’t che nella nuova versione sparisce, e nonostante intermezzi acustici è sempre durissimo, per quanto, bisogna ammettere, ben suonato. In Rock Me, anche se sembra un pezzo degli Sweet gonfiato con il testosterone, Travers brandisce la sua chitarra con vigore e wah-wah a manetta, mentre la batteria di Appice è di una potenza devastante, e pure I Don’t Care è una fabbrica di riff, Remind Me To Forget You è hard rock brutale, con tocchi di slide, però una ballata pseudoacustica come Hey You non mi sembra nelle loro corde, anche se il lavoro della solista è sempre pregevole, e pure il reggae alla Police di I Can’t let you go era meglio lasciarlo alla band di Sting che lo faceva molto meglio: per il resto c’è molto hard rock violento, con titoli come Keep On Rockin’ o Gotta Have Ya (pure leggermente rappata?!?, ma per favore) e simili. Le due bonus Tonite e una cover di Never Gonna Give You Up, una cover di Barry White quasi metal, non sono memorabili. Proprio se siete in astinenza di “air guitar” davanti allo specchio.

Bruno Conti

Power Rock Trio Vecchia Maniera! Pat Travers – Feelin’ Right The Polydor Albums 1975-1984

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Pat Travers – Feelin’ Right/The Polydor Albums 1975-1984 – Universal

Il canadese Pat Travers è sempre stato considerato uno dei migliori rappresentanti del power rock trio dagli estimatori del genere heavy, mentre da altri, per la legge del contrappasso, un caciarone metallaro non particolarmente raffinato, forse esagerando, in entrambi i casi. Gli album migliori sono sicuramente quelli degli anni ’70, primi ’80, quindi una parte di questi contenuti nel nox, ma nel cofanetto da 4 CD sono stati commessi alcuni errori, voluti e non. Intanto partiamo dal sottotitolo The Polydor Albums 1975-1984: mi chiedo come sia possibile, visto che il primo omonimo album Pat Travers, fu registrato nell’aprile del 1976 e pubblicato lo stesso anno e qualcuno me lo aveva fatto notare subito, già prima dell’uscita. Indagando ulteriormente, ma questo è probabilmente voluto, per rispettare la durata dei singoli dischetti, gli album, inseriti in ordine cronologico, due per ogni CD, all’inizio non rispettano la sequenza, con il terzo album Putting It Straight che appare come secondo, e viceversa per Makin’ Magic, peraltro entrambi del 1977, e quindi trattasi di peccato veniale. Ma la mancanza nel cofanetto di Crash And Burn, l’album del 1980 che fu quello di maggior successo della Pat Travers Band, l’unico ad entrare nei Top 20 delle classifiche USA, è più inspiegabile.

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Dal lato positivo l’ottimo lavoro di remastering degli album effettuato agli Abbey Road Studios di Londra da Andy Pearce (noto ingegnere del suono, famoso per il suo lavoro sugli album di Pretty Things, Deep Purple, Black Sabbath, E L & P, Thin Lizzy, Gentle Giant e moltissimi altri) che ha avuto accesso alle fonti originali anziché dover utilizzare i vinili, come era stato per precedenti uscite in CD. Se aggiungiamo che il quadruplo box costa veramente poco, si tratta di un acquisto quasi obbligato, anche se non indispensabile per tutti. Pat Travers nel frattempo continua imperterrito a fare album, gli ultimi sono, un Live At The Iridium NYC e Retro Rocket (segnalato come uno dei migliori dell’ultimo periodo), entrambi usciti nel 2015, ma, come detto,  il periodo migliore è, più o meno, quello che coincide con gli otto album originali contenuti nel cofanetto. Il primo disco, registrato a Londra, quando il chitarrista canadese, scoperto dal grande Ronnie Hawkins, ottenne un contratto dalla Polydor inglese che gli affiancò il bassista Peter Cowling, un veterano della scena rock, che sarebbe rimasto con lui fino al 1984 e il batterista Roy Dyke, in grado di esprimere sia potenza quanto versatilità (sentitevi l’ottimo lavoro nella cover di Magnolia di JJ Cale, illuminata pure da sprazzi di classe di Travers alle chitarre https://www.youtube.com/watch?v=lqVEATLLLOI ). Eccellenti anche due classici del R&R e del blues come Mabellene (senza la y, chissà perché) e Boom Boom (Out Goes The Lights), con Makes No Difference, dai marcati accenti southern rock https://www.youtube.com/watch?v=Wdo5qvhook0 , rimarrà un evergreen del buon Pat, come pure Feelin’ Right, la title track del box https://www.youtube.com/watch?v=w2oqx2xRfSs .

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https://www.youtube.com/watch?v=bvec0ZVGBnk

In Makin’ Magic arrivano il futuro Iron Maiden Nicko McBrain alla batteria   e si aggiunge Peter Solley alle tastiere, con Brian Robertson dei Thin Lizzy, ospite alla seconda solista in una potente rivisitazione di Statesboro Blues https://www.youtube.com/watch?v=BV4LmA_pwE8 , tra i futuri classici anche Stevie e Rock’n’Roll Suzie. Niente cover in Putting It Straight, registrato a Toronto, ma da notare la presenza dell’altro Thin Lizzy Scott Gorham per un’altra piccola gemma con doppia lead guitar (in futuro formula immancabile della Pat Travers Band) in Speakesy, l’ottimo lavoro al Moog del Rainbow Tony Carey in Off Beat Ride e perfino un assolo di sax in Dedication, senza snaturare troppo il rock-blues di Travers. Heat In The Street, il primo ad essere registrato negli States, presenta il nuovo batterista Tommy Aldridge (tra i tanti con Black Oak Arkansas e Whitesnake) e l’ingresso in pianta stabile del secondo chitarrista Pat Thrall, e la coppia fa faville in Hammerhead https://www.youtube.com/watch?v=Thdov1AtVnw  e One For Me And One For You (non quella dei La Bionda, c’è un And in più) E in tutto il disco Live! Go For What You Know, uno dei classici dischi hard rock dal vivo degli anni ’70, duro e roccioso, un po’ tamarro anche, ma era l’epoca, con le versioni di Boom Boom (Out Goes The Lights), non quella di John Lee Hooker https://www.youtube.com/watch?v=qi4_6kS5gto  e Makes No Difference, dove le chitarre sono micidiali (ma pure nel resto del disco). Detto di Crash And Burn, missing in action nel box, il successivo Radio Active sancisce definitivamente l’ingresso nel sound anni ’80, con tastiere a go-go, un batterista di nome Sandy Gennaro, e canzoni non memorabili, si salva in parte grazie all’ottimo lavoro dei due solisti, ma Black Pearl, il penultimo con Cowling e senza Thrall, che se ne è andato nel frattempo, ha un suono AOR terribile e la versione rock delle Quinta di Beethoven (?!?), ribattezzata The Fifth, ve la raccomando https://www.youtube.com/watch?v=9hJO0gaRyds ! Un filo meglio Hot Shot, l’ultimo degli anni ’80, prima di una pausa che durerà fino al 1990, con una sfilza di batteristi all’opera, tra cui Don Brewer dei Grand Funk, ma niente che rimarrà negli annali del rock. Quindi ricapitolando, sempre se amate il vostro rock molto heavy, bene i primi cinque album, trascurabili gli altri tre, ma un’occasione per (ri)scoprire uno dei chitarristi di culto di quell’epoca!

Bruno Conti

Novità Di Febbraio Parte IB. J. Geils Band, Girl Guns & Glory, Steve Gunn + Black Twig Pickers, Box Tops, Phosphorescent, Pat Travers

j.geils band house party live in germany

Seconda parte delle uscite discografiche più interessanti di questo scorcio finale di Febbraio. Dalla benemerita serie televisiva Rockpalast ecco la registrazione di un concerto della J. Geils Band, che non appartiene però alla serie dei CD+DVD editi dalla Repertoire come Live At Rockpalast. Il luogo dei concerti è lo stesso, ma questo House Party Live In Germany viene pubblicato dalla Eagle Rock/Edel. Si tratta di un concerto registrato il 21 aprile del 1979 alla Grugahalle di Essen nel corso del tour promozionale per l’album Sanctuary. I brani sono gli stessi sia nel CD come DVD: 1) Jus Can t Stop Me 2) I Could Hurt You 3) Sanctuary 4) One Last Kiss 5) Teresa 6) Nightmares 7) Wild Man 8) Looking For A Love 9) Give It To Me 10) Whammer Jammer 11) Ain t Nothing But A House Party 12) Where Did Our Love Go 13) Pack Fair And Square 14) First I Look At The Purse. Tutti gli altri dettagli nella recensione completa. Per il momento vi anticipo che il concerto mi pare ottimo e la band è sempre grande, una delle migliori nel rock americano anni ’70!

girls guns and glory tribute to hank williams live

Girls Guns & Glory – A Tribute To Hank Williams Live – MRI

Se volete saperne di più sulla band, come al solito basta seguire il link http://discoclub.myblog.it/2014/02/13/il-nome-del-gruppo-fa-schifoma-cacchio-se-suonano-girls-guns-glory/ e trovate tutte le informazioni, oltre alla recensione del precedente disco di studio della band, Good Luck. Esattamente ad un anno dal precedente ora esce questo nuovo CD del gruppo, dal vivo, registrato nel giorno di Capodanno a Cambridge, Massachusetts, come pare sia una tradizione della band bostoniana ogni anno: il soggetto dei concerti è sempre Hank Williams, è questo è il quinto anno che viene tenuto l’evento, in due concerti, il 31 dicembre e il 1° gennaio. Loro sono molto bravi e il disco è divertente e rispettoso della tradizione, con un bel suono roots.

steve gunn black twig pickers seasona hire

Steve Gunn è un eccellente chitarrista e cantante americano di cui avete già letto nel Blog in relazione ai migliori dischi del 2014: quello di Gunn, Way Out Weather, era al sesto posto nella classifica di Mojo. Ora ha unito le forze con i Black Twig Pickers, quartetto old-time bluegrass che in passato ha già collaborato con Charlie Parr e con lo scomparso Jack Rose; il disco si chiama Seasonal Hire, esce per la Thrill Jockey, ed è una riuscita (e non di facilissimo ascolto) fusione di bluegrass-country progressivo, american primitive music e sonorità orientali, che raggiungono l’apice negli oltre sedici minuti dell’affascinante title-track. Le parti cantate rispetto ai dischi dei Black Twig Pickers sono nettamente ridotte a favore dell’improvvisazione strumentale, come potete verificare https://www.youtube.com/watch?v=972QCEahPNg

box tops original albums 1967-1969

Anche di questo doppio della australiana Raven nei prossimi giorni (comunque appena trovo il tempo) recensione completa. Per il momento ve lo segnalo, si chiama The Original Albums 1967-1969 e in due CD riporta tutti i 5 album ufficiali registrati dai Box Tops, la band di enorme successo sul finire degli anni ’60, in cui militò un giovanissimo Alex Chilton, pensate che quando il gruppo si sciolse non aveva ancora 19 anni. Ma che voce, ragazzi!

phosphorescent live at the music hall

Gli ultimi quattro album dei Phosphorescent  (lo pseudonimo con cui lavora il musicista nativo dell’Alabama poi residente ad Athens, Georgia ed ora a Brooklyn, Matthew Houck), da Muchacho del 2013 andando a ritroso fino a Pride del 2007 e passando per Here’s To Taking It Easy del 2010 e il tributo a Willie Nelson, To Willie, del 2010, sono tutti molto belli e spesso sono rientrati negli Year’s Best degli scorsi anni. Ora esce questo ottimo Live At The Music Hall, in doppio CD o limitato triplo vinile, che è un po’ la summa della sua carriera. L’etichetta è la Dead Oceans, quella che pubblica abitualmente i suoi album: accompagnato da una ottima band Houck dimostra perché è considerato uno dei migliori musicisti nell’attuale panorama musicale “alternativo”, e non solo,  americano.

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Altro cofanetto multiplo, questa volta da parte di una major, la Polydor/Universal, che ristampa in un quadruplo CD Box gli album di Pat Travers del periodo 1976-1984 (anche se il titolo sulla copertina riporta 1975 come anno di partenza, ma il primo omonimo disco uscì nel 1976, essendo stato registrato nell’aprile di quell’anno): comunque si chiama Feelin’ Right The Polydor Albums 1975-1984 e comprende otto dischi del chitarrista canadese, per motivi misteriosi non c’è Crash And Burn che fu quello di maggior successo, uscito nel 1980 e entrato nei top 20 delle classifiche americane. Power rock-blues trio (e anche in quartetto e quintetto) di grande potenza. Anche di questo, as soon as possible, recensione completa. Per il momento https://www.youtube.com/watch?v=VwfxXWefyCA, proprio tratta dall’album mancante.

That’s all.

Bruno Conti

Li Ho Già Visti Da Qualche Parte?!? Tributi a Lynyrd Snynyrd e ZZ Top

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Pride of The South – All-Star Tribute To Lynyrd Skynyrd

Four Flat Tires On A Muddy Road – All-Star Tribute To ZZ Top

Rokkarola Records/Music Avenue

Una Premessa: sono quasi più lunghi i titoli, delle recensioni di questi tributi. Perché? Va bene la moda del tributo, ad un artista o a un disco, ma obiettivamente mi pareva strano che fossero usciti due ennesimi dischetti dedicati alla musica di Lynyrd Skynyrd e ZZ Top. La materia trattata è ampia ma, soprattutto la band di Jacksonville, ha avuto moltissimi album dedicati alla propria musica nel corso degli anni. Uno degli ultimi, uscito in origine nel 2008, se togliete il Pride Of The South dal titolo, cambiate la copertina e l’ordine dei pezzi, è esattamente lo stesso disco uscito per la Cleopatra Records alcuni anni fa. Invece l’altro pure. Quindi uomo avvisato, se li avete già presi, non è il caso di ripetersi. Se viceversa mancano all’appello, un pensierino lo potete anche fare per i Lynyrd Skynyrd, evitare quello agli ZZ Top.

Una volta tanto i nomi impegnati in questa operazione sono congrui (per il primo dischetto) con i soggetti trattati e se nessuno può migliorare gli originali in alcuni casi ci vanno vicino, essendo fatti decisamente bene. Superato il disappunto della riproposizione “mascherata” alcune versioni sono veramente gagliarde: dall’iniziale Sweet Home Alabama ripresa dagli Outlaws con una resa vocale e strumentale quasi pari all’originale, con il basso che pompa, le chitarre tirate al punto giusto, il piano perfetto e una notevole interpretazione vocale; bene anche Double Trouble nella versione di Artimus Pyle e Ed King, due che conoscono l’argomento alla perfezione. La versione bluesata di That Smell dei Canned Heat ricorda il boogie del passato e anche gli Atlanta Rhythm Section rendono onore a Call Me The Breeze. Rick Derringer, Pat Travers e Great White vanno giù duretti ma le loro versioni non sono male. La Gimme Three Steps di Walter Trout è decisamente buona. Addirittura ottima The Seasons che compariva in First…And Last, scritta e cantata ai tempi (‘71/’72) da Rickey Medlocke, ora ripresa dai “suoi” Blackfoot. Black Oak Arkansas, Jason McMaster e Sky Saxon (l’ex Seeds è scomparso nel 2009, ed era una dei motivi per cui non mi “tornava” questo tributo del 2013!) non c’entrano moltissimo, mentre la versione di Free Bird di Molly Hatchet e Charlie Daniels, uniti per la causa sudista, ha un suo “vigoroso” perché.

Four Flat Tires… è meno valida, per usare un eufemismo, come compilation, alcuni dei nomi sono gli stessi, ma qui l’argomento più che il southern è un boogie rock-blues che spesso sconfina nell’hard rock di maniera: si parte bene con Gimme All Your Lovin’ di Walter Trout e Sharp Dressed Man dei Molly Hatchet e anche Pat Travers rende giustizia a Waitin’ For The Bus e al bluesaccio di Jesus Just Left Chicago mentre tutta la parte centrale e finale con Mick Moody, Lea Hart (un uomo nonostante il nome), Steve Overland sfocia in un heavy AOR veramente scarso e anche la versione di La Grange, nonostante il vocione di Jim Dandy dei Black Oak Arkansas non è proprio memorabile e pure i National Dust picchiano a vuoto, un filo meglio Legs di Artimus Pyle ma tale Ray Calcutt riesce a peggiorare Planet Of Women che già non era bella in originale, il periodo “sintetico” anni ’80 e fino al finale, anche con un Fee Waybill dei Tubes che c’entra come i cavoli a merenda, si va sempre peggiorando, fino alla ripresa in medley dei primi due brani del tributo fatta dalla Atlanta Rhythm Section,  appena decente, e posta in coda al progetto. In definitiva, mi ripeto, nonostante trattasi di CD già usciti, il primo è un buon tributo, l’altro da evitare, bello il titolo ma il contenuto…

Bruno Conti

Consigli Per L’Estate (E Oltre): Uscite Prossime Venture Parte I. Ry Cooder, Rickie Lee Jones, Pat Travers, Cat Power, Bob Dylan, Mumford And Sons, David Byrne & St.Vincent, Van Morrison, Calexico, Bettye Lavette

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Era da un po’ che ci lavoravo, sempre aggiungendo nuovi titoli. Alcuni nel frattempo sono anche usciti e sono stati recensiti, per altri, pubblicati in questo periodo di pausa estiva nell’uscita delle riviste musicali italiane specializzate, provvederò alle recensioni nei giorni a venire, come promesso. Ecco, così come sono venute, senza seguire un ordine cronologico preciso, alcune delle principali uscite dei prossime mesi (altre tipo le due uscite dei Los Lobos previste per agosto sono state già segnalate in precedenza, a maggio).

Partiamo con Pat Travers, che è l’unico con una data di uscita imminente, il 31 luglio, per la Cleopatra Records, si chiamerà Blues On Fire ed è una raccolta di classici del Blues, perlopiù Pre-War, rivisti nel classico stile rock-blues del chitarrista canadese, questa la tracklist:

1. Black Dog Blues
2. Nobody’s Fault But Mine
3. Back Water Blues
4. Meat Shakin’ Woman
5. Easy Rider Blues
6. Nobody Knows You When You’re Down And Out
7. Bulldozer Blues
8. You Can’t Get That Stuff No More
9. Dark Night Blues
10. Rock Island Blues
11. Jailhouse Blues
12. Death Letter

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Ry Cooder – Election Special – Nonesuch Records – 21-08-2012

1. Mutt Romney Blues
2. Brother Is Gone
3. The Wall Street Part Of Town
4. Guantanamo
5. Cold Cold Feeling
6. Going To Tampa
7. Kool-Aid
8. The 90 And The 9
9. Take Your Hands Off It

Questo è l’anno delle elezioni negli Stati Uniti e Ry Cooder se ne occupa, questa è un commento traccia per traccia, a cura dello stesso Cooder, dal sito della Nonesuch:

Mutt Romney Blues: Reverend Al Sharpton said, “How he treated his dog tells you a lot about him.” Where did Mitt Romney learn that hollow laugh of his? A correspondence course on how to scare your dog shitless? He sure scares me, I don’t mind telling you.

Brother Is Gone: The only logical explanation for the Brothers I could come up with is, they made their deal at the crossroads with Satan. Satan will need to get paid, but in the meantime, they are doing everything in their power to hurt you and me. The big hurt.

The Wall Street Part of Town: Is there a Wall Street part of town in your town? Start your own, it’s easy. When the police come, remind them that you pay their salary, such as it may be.

Guantanamo: There’s a beautiful Cuban song about a country girl from Guantanamo. The lyrics were written over a hundred years ago, and they say something about peace and freedom, so I guess the problem hasn’t been solved yet. Prisons are the new growth industry.

Cold Cold Feeling: The president, alone in the dark, walks the Oval Office floor. Before you criticize and accuse, walk a mile in his shoes.

Going to Tampa: As a mother, will Sarah Palin lead the Republican convention in a prayer for Treyvon? Will “Stand Your Ground” stand? Don’t forget your bed sheet and keep your money in your shoes.

Kool-Aid: A lament for this guy Zimmerman, and all the many Zimmermans. Too late, they find their masters have given them gun rights and new “Stand Your Ground” lynching laws instead of good paying jobs and secure futures. They drank the Kool-Aid, they really drank it down.

The 90 and the 9: A possible political discussion between a father and child. Here in Los Angeles, they allow military recruiters in public schools. If you speak against it, they come down hard on you. I don’t even know what name you give to a criminal conspiracy like that.

Take Your Hands off It: Woody said, “This land is your land.” There’s a famous photograph of a sign that reads, “Don’t let the big men take it away.” On the other hand, James Baldwin believed the concepts of nationhood such as freedom, equality, and democracy are superstitions, nothing more.

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Rickie Lee Jones – The Devil You Know – Decca/Concord/Universal 17 o 25-09-2012

Nuovo album di Rickie Lee Jones, il primo per la Concord, si tratta di un disco di cover, molto scarno, prettamente acustico, prodotto da Ben Harper, sentito giusto oggi, mi sembra bello, questi i brani e gli interpreti originali:

1. Sympathy for the Devil (by Mick Jagger, Keith Richards)
2. Masterpiece (by Ben Harper)
3. The Weight (by Robbie Robertson)
4. St. James Infirmary (traditional folksong)
5. Comfort You (by Van Morrison)
6. Reason to Believe (by Tim Hardin)
7. Play With Fire (by Mick Jagger, Keith Richards, William Wyman, Robert Charles Watts, Brian Jones)
8. Seems Like a Long Time (by Theodore Anderson)
9. Catch the Wind (by Donovan Leitch)

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Cat Power – Sun – Matador – 04-09-2012

Dopo una lunga pausa di 4 anni dal precedente disco di covers Jukebox, torna anche Cat Power con questo nuovo album Sun dove ha suonato tutti gli strumenti. Ecco i titoli dei brani:

1. Cherokee
2. Sun
3. Ruin
4. 3,6,9
5. Always On My Own
6. Real Life
7. Human Being
8. Manhattan
9. Silent Machine
10. Nothin’ But Time
11. Peace And Love

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Bob Dylan – Tempest – Columbia – 11-09-2012

Qualcuno ha ironicamente commentato che Bob Dylan ha lavorato due mesi per la preparazione di questo Tempest che esce nel 50° anniversario vero (non come quello degli Stones) dall’inizio della sua carriera discografica, e due minuti per la copertina. Si tratta del 35° nuovo album di studio di Dylan secondo i calcoli della sua casa discografica ed esce a dieci anni anni esatti da Love & Theft in una data non proprio fausta per la storia degli Stati Uniti. L’unica cosa certa a livello musicale è che ha partecipato ancora una volta David Hidalgo dei Los Lobos, perché l’ha detto lui stesso in alcune interviste, in ogni caso questi i titoli delle canzoni contenute:

1. Duquesne Whistle
2. Soon After Midnight
3. Narrow Way
4. Long And Wasted Years
5. Pay In Blood
6. Scarlet Town
7. Early Roman Kings
8. Tin Angel
9. Tempest
10. Roll On John

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Mumford And Sons – Babel – Island/Coop/Universal 25-09-2012

E’ annunciato finalmente anche il nuovo album dei Mumford And Sons, in preparazione da due anni si chiamerà Babel, questa la tracklist:

1. Babel
2. Whispers In The Dark
3. I Will Wait
4. Holland Road
5. Ghosts That We Knew
6. Lover Of The Light
7. Lovers’ Eyes
8. Reminder
9. Hopeless Wanderer
10. Broken Crown
11. Below My Feet
12. Not With Haste

Naturalmente non mancherà la versione in vinile e quella Deluxe in digipack con 3 brani extra: For Those Below, The Boxer (la cover del brano di Paul Simon cantata in coppia con l’autore che era già apparsa su Traveler il disco di Jerry Douglas) e Where Are You Now.

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David Byrne & St.Vincent – Love This Giant – 4AD – 11-09-2012

Di questa collaborazione tra Byrne e Annie Clark (vero nome di St. Vincent) se ne parla da tempo, visto che negli scorsi anni avevano partecipato ai rispettivi album e concerti, gli “strani ” si attirano. Ecco la lista completa delle tracce, in una, come vedete, appaiono anche i Dap-Kings:

1. Who
2. Weekend In The Dust
3. Dinner For Two
4. Ice Age
5. I Am An Ape
6. The Forest Awakes
7. I Should Watch TV
8. Lazarus
9. Optimist
10. Lightning
11. The One Who Broke Your Heart – Featuring The Dap-Kings And Antibalas
12. Outside Of Space & Time

 

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Van Morrison – Born To Sing: No Plan B – Blue Note -02-10-2012

Finalmente ritorna anche lui! Era riuscito a litigare con tutte le case discografiche dell’universo e ormai temevo il peggio, invece la Blue Note che se lo era già ripreso alcune volte lo ha messo sotto contratto per questo nuovo album registrato a Belfast, a casa sua (letteralmente) e addirittura con un produttore, Don Was! A tre anni dal disco dal vivo all’Hollywood Bowl (di cui doveva uscire anche un DVD mai visto, se non per una frazione di secondo e poi scomparso) e a quattro da Keep It Simple esce questo nuovo Van Morrison, Born To Sing: No Plan B, titolo quanto mai condivisibile, queste le 10 canzoni contenute:

1. Open The Door (To Your Heart)
2. Going Down To Monte Carlo
3. Born To Sing
4. End Of The Rainbow
5. Close Enough For Jazz
6. Mystic Of The East
7. Retreat And View
8. If In Money We Trust
9. Pagan Heart
10. Educating Archie

Van Con Ukulele…

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Calexico – Algiers – Anti/Epitaph 11-09-2012

Non ho informazioni, solo i titoli:

1. Epic
2. Splitter
3. Sinner In The Sea
4. Fortune Teller
5. Para
6. Algiers
7. Maybe On Monday
8. Puerto
9. Better And Better
10. No Te Vayas
11. Hush
12. The Vanishing Mind

 

 

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Bettye Lavette – Thankful N’ Thoughtful – Anti – 25-09-2012

Il suo “mestiere” è sempre stato quello di cantare le canzoni degli altri e quindi è ovvio che anche questo disco di Bettye Lavette sia composto da covers, cantate divinamente come al solito! Dirty Old Town il celebre brano di Ewan McColl che tutti associano ai Pogues c’è addirittura in due diverse versioni, accanto a brani di Bob Dylan, Neil Young, Tom Waits, Savoy Brown, Black Keys, la famosa Crazy di Brian Burton detto Danger Mouse degli Gnarls Barlkley, che come noterete tra i suoi autori ha recuperato i fratelli Reverberi che erano stati “campionati”. Produce Craig Street, ecco la track list e gli autori:

Everything is Broken (Bob Dylan)
I’m Not the One (Daniel Auerbach/Patrick Carney)
Dirty Old Town (Ewan MacColl)
The More I Search (The More I Die) (Kim McLean)
I’m Tired (Chris Youlden)
Crazy (Brian Burton/Thomas Callaway/Gian Piero Reverberi/Gian Franco Reverberi )
Yesterday Is Here (Tom Waits)
Thankful N’ Thoughtful (Sly & The Family Stone)
Fair Enough (Beth Nielsen Chapman)
Time Will Do the Talking (Patty Griffin)
Everybody Knows This is Nowhere (Neil Young)
Dirty Old Town* (slow version)

Fine della prima parte, domani la seconda e poi magari una appendice con i dischi che non hanno ancora una data certa e una copertina definitiva, ma per questa parte vediamo, devo ancora decidere!

Bruno Conti