L’Altra Metà Della Famiglia? O Non Più! Pegi Young & The Survivors – Lonely In A Crowded Room

Pegi Young Lonely

Pegi Young & The Survivors – Lonely In A Crowded Room – New West

Come sapete di solito non ci occupiamo di gossip, pettegolezzi e/o vicende familiari, ma visto che il personaggio lo richiede facciamo una eccezione per l’occasione. Come forse avrete letto, assolutamente a sorpresa, Neil Young a luglio di quest’anno ha presentato istanza di divorzio da Pegi, dopo ben 36 anni di matrimonio. Che cosa è successo? Chi lo sa! David Crosby che ha estrinsecato dei commenti negativi, soprattutto sulla nuova compagna di Neil, di cui tra un attimo, ha provocato una risposta piccata da parte del canadese, che ha annunciato che CSNY non suoneranno mai più insieme, con Graham Nash che sta cercando di fare da pompiere e paciere, e a sua volta annuncia, per il prossimo anno, un tour di CSN da soli. Nel frattempo la situazione procede, Young si è fatto vedere con la nuova fidanzata, Daryl Hannah (apperò! Pero poi se uno ci pensa, non è che si sia messo con una teenager, la biondona ormai ha anche lei i suoi 53 anni), Pegi non si è presentata al Farm Aid, ma poi tutti e due, ognuno con la propria sezione di concerto, a fine ottobre hanno partecipato al Bridge School Benefit. Vedremo gli sviluppi futuri, evidentemente a 68 anni non gli bastava più “giocare” con il Pono, i marchingegni di Jack White e le orchestre dell’ultimo Storytone http://discoclub.myblog.it/2014/11/16/il-bisonte-sbaglia-due-volte-fila-neil-young-storytone/ , dove peraltro ci sono anche brani dedicati alla sua nuova situazione amorosa.

Ma veniamo a questo Lonely In A Crowded Room, quarto album da solista di Pegi Young, dove comunque in un brano, Don’t Let Me Be Lonely (!). appare anche Neil Young, debitamente ringraziato nelle note con un “Wishing You Peace Of Mind”. Probabilmente, anzi sicuramente, la registrazione è avvenuta prima della rottura, visto che il disco è stato creato, in parte, al Broken Arrow Ranch, con la produzione di Niko Bolas, e la presenza al basso di Rick Rosas, prestato dai Survivors ai Crazy Horse nell’ultimo tour, per sostituire Billy Talbot che aveva avuto dei problemi di salute: solo che nel frattempo, inopinatamente, il 6 novembre, Rosas è morto improvvisamente, lasciandomi basito, alla faccia della sfiga! Chiusa parentesi. Nel disco, alle tastiere, nonché eminenza grigia del progetto, troviamo il grande Spooner Oldham, oltre al bravo chitarrista Kelvin Holly, Phil Jones alla batteria e in un paio di brani, ad esempio quello più country, Lonely Women Make Good Lovers, l’ottimo Mickey Raphael all’armonica . Il disco è piacevole e si lascia ascoltare anche se l’abbrivio faceva sperare in cose migliori: I be weary, posta in apertura, sembra una bella ballata mossa con il marchio di fabbrica della famiglia Young, acustiche e una bella elettrica in evidenza, le tastiere di Oldham a fare da collante al sound e lei che canta decisamente bene, meglio che in passato https://www.youtube.com/watch?v=82oT2krXYCI . Anche Obsession ha un bel piglio rock, energica e decisa, con le voci di supporto di Paula & Charlene Holloway a dare spessore al brano, ben sostenuto dal piano elettrico di Spooner e dalla chitarra tagliente di Holly https://www.youtube.com/watch?v=J6Abm8Q0aEI . Che partenza! Tutti i due brani scritti da Pegi, come la successiva Better Livin’ Through The Chemicals, brano felpato e jazzato, con la presenza dei fiati, ma anche piuttosto raffinato.

Appena meglio la cover di Ruler My Heart, un vecchio brano di stampo soul a firma Naomi Neville, che però evidenzia che Pegi non è poi questa gran cantante, se la cava con onestà, senza brillare troppo https://www.youtube.com/watch?v=_erWT_16_Bk . Il pezzo country già citato porta la firma di Spooner Oldham ed è piacevole, mentre Don’t Let Me Be Lonely, è un altro pezzo vecchio soul del 1964, scritto da Jerry Ragovoy, con qualche pennellata chitarristica del vecchio Neil, niente da strapparsi i capelli, sempre piacevole comunque. Non male invece Feel Just Like A memory, un’altra bella cavalcata younghiana con la chitarra ben presente e le voci di supporto che danno grinta anche al cantato di Pegi https://www.youtube.com/watch?v=dhG2kydge9I . In My dreams, jazzata e nuovamente sulle ali del piano elettrico di Oldham, però non decolla, rimane irrisolta, ci sono milioni di cantanti in giro che fanno queste canzoni, meglio. Walking On the Tightrope, nuovamente con l’armonica di Raphael a colorare il suono, a fianco di chitarra e tastiere, è invece un buon brano, con una discreta melodia e la giusta grinta, niente male. Chiude la breve Blame It On Me, una canzoncina leggera che non aggiunge particolari meriti all’album, ma d’altronde quello bravo in famiglia era ( ed è sempre stato) l’altro.

Diciamo una sufficienza risicata per i quattro/cinque brani sopra la media e per il buon sound d’assieme, comunque non malvagio, c’è di peggio in giro, dischi spesso salutati come fossero dei capolavori assoluti!

Bruno Conti