E’ Tempo Di Cambiamenti Per Una Moderna “Indie Rock” Band ! Alberta Cross – Alberta Cross

alberta cross - alberta cross

Alberta Cross – Alberta Cross – Dine Alone/Caroline International Records

A distanza di tre anni dall’interessante Songs Of Patience (12), e dopo la partenza del co-fondatore Terry Wolfers, gli Alberta Cross sopravvivono grazie al talento dell’altro co-fondatore, il cantante, chitarrista e compositore svedese Petter Ericson Stakee, dotato di una voce languida, sinuosa, ma non troppo melanconica, capace di cavalcare tutte le note della scrittura rock. Facciamo un passo indietro: il gruppo, dopo una serie di EP (il migliore The Thief & The Heartbreaker (07), esordisce con The Broken Side Of Time (10), disco che li ha indicati fra le gradite sorprese del genere “indie-rock” contemporaneo, conferma avvenuta con un altro delizioso EP The Rolling Thunder (11), e poi con il già citato ultimo lavoro in studio, un disco graffiante e incredibilmente suggestivo per suoni e atmosfere.

Quale sia stato il motivo dello scioglimento del duo non è dato a sapere, quello che sappiamo con certezza è che Petter Ericson Stakee, rimasto solo, si è chiuso al Dreamland di Woodstock (una chiesa antica trasformata in studio) e aiutato da alcuni musicisti del Village newyorkese (su tutti Pete Remm e Jason Abraham Roberts) ha dato anima e corpo (suonando quasi tutto da solo) per questo quarto progetto Alberta Cross, dove, a differenza del passato, trovano spazio e utilizzo anche altri strumenti, tra i quali trombe, violini e mandolini, dando al lavoro una nuova struttura musicale.

Dopo la breve e introduttiva You’ll Be Fine, si passa all’attuale singolo Ghost Of Santa Fè e a Western State, brani con una robusta sezione fiati inserita ad inaugurare il “nuovo corso”, passando poi a ballate ipnotiche come Easy Street e Water Mountain, intercalate dalla fischiettante e solare Isolation. Dopo una prima parte suggestiva per suoni e atmosfere, si passa al rock melodico di Heavy Words, ad una ballata sperimentale come Beneath My Love (che potrebbe uscire dai solchi di Kid A dei Radiohead), al suono folk di una maestosa Get Up High, a cui fanno seguito due ballate acustiche, Shadow Of Mine e Smoky Lake, con melodiosi “tocchi” di pianoforte, andando a chiudere con quello che è forse il punto più alto del disco, una meravigliosa It’s You That’s Changing, sorta di moderna, dolce e tenue ninna-nanna.

Come sempre, a parere di chi scrive, gli Alberta Cross non deludono le aspettative, e lo fanno con canzoni dall’impianto arioso (à la My Morning Jacket), e Petter Ericson Stakee,  con un tipo di voce che in qualche modo mi ricorda vagamente David Gray più orientata sulle note alte, riesce a sviluppare una musica che nel percorso del disco non mostra alcun segno di cedimento, avallando l’inizio di una nuova vita (infatti si potrebbe considerare il suo primo disco da solista) e di nuove stagioni musicali con il marchio Alberta Cross. Per me promosso!

Tino Montanari