E Dopo Le Piogge…L’Arcobaleno E “L’Estate”! Ritchie Blackmore’s Rainbow – Memories In Rock II

ritchie blackmore's rainbow memories in rock II

Ritchie Blackmore’s Rainbow – Memories In Rock II – Minstrel Hall 2CD/DVD – 3LP

Il titolo del post si riferisce allo strano clima meteorologico di questa prima parte di Aprile, che assomiglia di più a Novembre, e che al momento di scrivere queste righe sta finalmente dando spazio alla primavera, anzi quasi l’estate. Da una ventina d’anni Ritchie Blackmore, a prescindere dai gusti e dai generi, uno dei più grandi chitarristi rock di tutti i tempi, ed il cui percorso artistico sarà per sempre legato all’età d’oro dei Deep Purple, gira il mondo e pubblica dischi con una band di folk-rock rinascimentale denominata Blackmore’s Night (dal cognome suo e della moglie, Candice Night, cantante solista della band), e di riprendere a fare del rock sembrava non volesse sentirne proprio parlare. Questo almeno fino al 2016, quando, non si sa a seguito di che tipo di offerta economica, Blackmore programmò cinque serate tra Inghilterra e Germania, ritirando fuori ancora una volta il moniker dei Rainbow, ovvero il gruppo che fondò nel 1975 dopo avere lasciato i Purple e che portò fino al 1983, anche se con continui cambi di formazione, per poi riformarlo brevemente nel 1995 con musicisti totalmente nuovi. I nuovi Rainbow hanno già pubblicato ben due live tratti dalle serate del 2016, Memories In Rock, con i concerti tedeschi, e Live In Birmingham, ma Ritchie ci deve aver preso gusto, in quanto ha ripetuto l’esperienza lo scorso anno con altri tre show (a Londra, Glasgow e Birmingham), dai quali ha tratto questo nuovo album dal vivo, Memories In Rock II, un CD doppio al quale è allegato un DVD con interviste ai membri della band (quindi niente immagini dal palco, se non come brevi intermezzi).

La critica più frequente che è stata rivolta a Blackmore, ed alla quale mi sento di associarmi almeno in parte, è stata quella di aver assemblato un gruppo di giovani musicisti sconosciuti, che nulla hanno da spartire con il passato del nostro, e con un vocalist, Ronnie Romero, di buone doti ma che sembra un clone di Ronnie James Dio (per la cronaca gli altri componenti del gruppo sono Bob Nouveau, basso, Jens Johanssen, tastiere, David Keith, batteria, e le voci di supporto della moglie di Ritchie, Candice, e di Lady Lynn), creando quindi un chiaro effetto cover band: le voci iniziali davano per coinvolto nel progetto anche Joe Lynn Turner, cantante dell’Arcobaleno negli anni ottanta, ma conoscendo Blackmore (ed il suo caratterino) è più probabile che per la grande rentrée volesse le luci della ribalta tutte per lui. Ed il doppio CD, che riflette idealmente un concerto completo, è in ogni caso di piacevole ascolto (chiaramente se vi piace il genere classic rock), dato che comunque Blackmore è ancora un chitarrista formidabile, e nel corso della sua carriera ha composto più di una canzone memorabile. Ho parlato di carriera non a caso: questo Memories In Rock II è intitolato ai Rainbow probabilmente per una questione di maggiori vendite, ma in realtà presenta canzoni da tutti i momenti della vita artistica del nostro, e quindi più di uno anche risalente al periodo Viola Profondo (o Viola Scuro, che è forse la traduzione più esatta di Deep Purple).

Ovviamente ci sono tutte le hits dei Rainbow da tutte le varie configurazioni (tranne quella del 1995), a partire ovviamente dal periodo con Dio (tra cui due superlative Man On The Silver Mountain e Catch The Rainbow e la sempre trascinante Long Live Rock’n’Roll, ed è un piacere constatare che Ritchie non ha perso il manico), i due pezzi più noti dell’unico disco con Graham Bonnet (l’orecchiabile All Night Long ed il superclassico Since You’ve Been Gone, la loro canzone più nota), ed anche qualcosa originariamente cantato da Turner (l’uno-due iniziale con Spotlight Kid e la popolare I Surrender, oltre ad una monumentale Difficult To Cure di un quarto d’ora, nella quale Blackmore ha spazio per le sue digressioni di stampo classicheggiante). E poi ci sono i Purple, compreso un paio di brani dal periodo con David Coverdale (Mistreated, che voce Romero quando non imita Dio, e la sontuosa ballad Soldier Of Fortune, qui in versione acustica); ma ovviamente la configurazione “Mark II” dello storico gruppo è il piatto forte, con highlights come la “zeppeliniana” Perfect Strangers, l’orecchiabile Black Night (dilatata a 10 minuti), il prevedibile finale di Smoke On The Water e soprattutto la formidabile Child In Time, un brano straordinario che i Purple non suonano da anni perché Ian Gillan non ci arriva più con la voce (anche se Romero affronta i famosi screamings della canzone in maniera un po’ sguaiata, la classe di Ian se la sogna). C’è perfino un brano dei Blackmore’s Night, Carry On Jon, un toccante strumentale per chitarra acustica, ma che poi diventa una bellissima jam, con l’organo di Johanssen (che è comunque molto bravo) protagonista. Alla fine c’è anche una nuova canzone di studio, la prima a nome Rainbow in più di vent’anni: Waiting For A Sign è un buon pezzo, cadenzato, sfiorato dal blues e con un refrain immediato, un brano che può stare benissimo all’interno del repertorio del gruppo.

Questo Memories In Rock II è dunque un’ottima proposta per chi aveva nostalgia del Ritchie Blackmore rocker, anche se, come ho già detto, va preso più come una panoramica live sulla sua carriera che come un vero e proprio disco dei Rainbow.

Marco Verdi

Novità Di Gennaio, Parte IIC. Rainbow, Alasdair Roberts, Punch Brothers, Jessica Pratt, Natalie Prass

rainbow a light in the black

Mi ero “dimenticato” di una ulteriore ristampa in uscita in questa ultima settimana di gennaio: per chi ama il vecchio hard-rock la Universal pubblica un cofanetto A Light In The Black, 5 CD + 1 DVD, con una vasta selezione di brani, molti alternate takes e Live, tratti dal repertorio della band di Ritchie Blackmore e Ronnie James Dio, tra il 1975 e il 1984. Non è l’integrale dei dischi ufficiali, ma è composta da brani “rari” (anche se molti erano usciti nelle versioni potenziate uscite in CD) ed inediti. Pare che non tutti i fans siano rimasti completamente soddisfatti: ad esempio il DVD riporta solo una parte dell’esibizione a Donington del 1980.

CD1
  1. Black Sheep Of The Family 3:22
  2. Sixteenth Century Greensleeves 7:33
  3. Snake Charmer 4:33
  4. The Temple Of The King 4:45
  5. Tarot Woman (rough Mix) 6:06
  6. Stargazer (rough Mix) 9:09
  7. Run With The Wolf (rough Mix) 3:49
  8. Mistreated (live In Osaka, Japan / 1976) 11:10
  9. Purple Haze / White Christmas / Lazy / Man On The Silver Mountain / Blues / Starstruck (live In Osaka, Japan / 1976) 16:18
CD2
  1. Sensitive To Light (rough Mix) 3:04
  2. The Shed 4:46
  3. Rainbow Eyes (rough Mix) 7:06
  4. Jesu, Joy Of Man’s Desiring (bob Daisley Rehearsal Tape) 1:41
  5. Long Live Rock N Roll (L.A. Rehearsal / 1977) 6:57
  6. Do You Close Your Eyes (bob Daisley Rehearsal Tape) 6:19
  7. Still I’m Sad (with Organ Intro / Bob Daisley Rehearsal Tape) 10:07
  8. Gates Of Babylon 6:48
  9. Catch The Rainbow (live/1976 / With Applause) 22:02
  10. Long Live Rock ‘n’ Roll (live In Munich, Germany / 1977) 3:32
  11. L.A. Connection (live In Munich, Germany / 1977) 5:13
CD3
  1. Eyes Of The World (instrumental Outtake) 6:51
  2. Ain’t A Lot Of Love In The Heart Of Me 5:00
  3. Lost In Hollywood 4:52
  4. Danger Zone 4:30
  5. Since You Been Gone (album Version) 3:21
  6. Bad Girl 4:52
  7. Over The Rainbow / Eyes Of The World (king Biscuit Flower Hour Radio Broadcast / Live At Calderone, New York / 1979) 9:23
  8. Love’s No Friend (king Biscuit Flower Hour Radio Broadcast / Live At Calderone, New York / 1979) 8:10
  9. Ode To Joy (king Biscuit Flower Hour Radio Broadcast / Live At Calderone, New York / 1979) 5:42
  10. All Night Long (single Remix Version) 3:50
  11. Weiss Heim 5:19
  12. Stargazer (live At Donnington/1980) 8:33

CD4

  1. Midtown Tunnel Vision 4:33
  2. I Surrender (album Version) 4:03
  3. Magic 4:08
  4. Vielleicht Das Nachster Mal 3:20
  5. Jealous Lover 3:13
  6. Spotlight Kid (live At Hammersmith Odeon, London / 1981) 5:07
  7. Rule Britannia / Fire (live At Hammersmith Odeon, London / 1981) 2:50
  8. Death Alley Driver 4:45
  9. Bring On The Night (Dream Chaser) 4:06
  10. Stone Cold (album Version) 5:18
  11. Power (live In San Antonio, Tx/1982) 4:39
  12. Miss Mistreated (live In San Antonio, Tx/1982) 4:26
  13. Tearin’ Out My Heart (live In San Antonio, Tx/1982) 8:20
CD5
  1. Can’t Let You Go (album Version) 4:21
  2. Desperate Heart (album Version) 4:35
  3. Anybody There (outtake / Polar Mix) 2:51
  4. Drinking With The Devil (outtake / Different Guitar Solo) 3:43
  5. Make Your Move 5:26
  6. Snowman 4:32
  7. Street Of Dreams (album Version) 4:27
  8. Stranded (live At St. David’s Hall, Cardiff/1983 / With Applause) 5:51
  9. Power (live In Cardiff/1984) 4:30
  10. Fire Dance (live In Cardiff/1984) 4:26
  11. Fool For The Night (live At The Tokyo Budokan/1984) 3:59
  12. Difficult To Cure (live At The Tokyo Budokan) 11:17
  13. Smoke On The Water (live At The Tokyo Budokan/1984) 4:42
DVD
  1. All Night Long (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 7:56
  2. Catch The Rainbow (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 5:06
  3. Eyes Of The World (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 1:23
  4. Lost In Hollywood (guitar Solo / Live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 3:32
  5. Will You Love Me Tomorrow? (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 3:15
  6. Long Live Rock ‘n’ Roll (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980 / Pt. 1) 2:29
  7. Kill The King (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 3:29
  8. Long Live Rock ‘n’ Roll (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980 / Pt. 2) 2:20

Finite le ristampe passiamo ad alcune delle altre novità della settimana, riservandomi una quarta parte di questa rubrica, visto che oggi è andata sul Blog anche un’altra recensione.

alasdair roberts - alasdair roberts

Di Alasdair Roberts, ottimo cantautore scozzese, vi ho segnalato sul Blog già altre precedenti uscite (ad esempio l’eccellente Alasdair Roberts and Friends, A Wonder Working Stone, del 2013 https://www.youtube.com/watch?v=oKxpVV3dO4w&x-yt-ts=1422327029&x-yt-cl=84838260 ), questo nuovo omonimo CD esce sempre per la Drag City e ha un suono più raccolto e di impronta folk rispetto al precedente dove suonavano ben tredici musicisti: un clarinetto qui, un flautino là, ma principalmente si tratta di voce e chitarra acustica. Niente video, se vi incuriosisce potete ascoltare qualcosa sul sito della Drag City http://www.dragcity.com/artists/alasdair-roberts

punche brothers phosphorecent blues

Saltando sull’altro lato dell’oceano, oggi esce anche il nuovo album dei Punch Brothers, The Phosphorescent Blues, etichetta Nonesuch, produzione di T-Bone Burnett (erano anche sia nella colonna sonora che nel concerto dedicato al film Llewyn Davis): la band del mandolinista e cantante Chris Thile ci regala ancora una volta una prova di ottimo “futuribile” bluegrass (ma non solo, c’ anche una trascrizione di Debussy).

 

Questi i titoli:

1. Familiarity
2. Julep

https://www.youtube.com/watch?x-yt-ts=1422327029&v=Ppn7eQSBdJQ&x-yt-cl=84838260
3. Passepied (Debussy)
4. I Blew It Off
5. Magnet
6. My Oh My
7. Boll Weevil
8. Prélude (Scriabin)
9. Forgotten
10. Between 1st And A
11. Little Lights

jessica pratt on your own love again natalie prass

Due voci femminili dal cognome molto simile, Pratt e Prass, ma assolutamente diverse tra loro. La prima, Jessica Pratt, con Your Own Love Again, etichetta Drag City anche per lei, viene da Los Angeles, è già al secondo CD ed ho letto ottime critiche su di lei, però non mi convince a fondo la “vocettina” sottile per quanto intrigante https://www.youtube.com/watch?v=1hLJusxYhbY, anche se musicalmente mi pare ci sia del talento https://www.youtube.com/watch?v=1_vfB9pCxIE Paragonarla a Nick Drake, Joni Mitchell e Joanna Newsom mi pare eccessivo, comunque vedremo.

Per Natalie Prass si tratta del disco di esordio, pubblicato dalla Spacebomb via Caroline/Universal, il disco è prodotto da quel piccolo genietto di Matthew E. White (anche lui in uscita a marzo con il nuovo album Fresh Blood  https://www.youtube.com/watch?v=mE5Z3Q_ZO-4 e se non lo avete cercate il precedente Big Innerun vero gioiellino!) lo stile è stato definito country-soul con implicazioni orchestrali, è il disco del mese di Uncut, ma ha avuto eccellenti recensioni da tutte le riviste specializzate https://www.youtube.com/watch?v=5MgadJlTfdk . Se ne parla da mesi

e la giovane cantante americana aprirà per Ryan Adams nell’imminente tour inglese. Anche se mi pare la qualità sià superiore a quella della Pratt (non male comunque, ribadisco), non mi pare così straordinario come viene descritto (la sua ex datrice di lavoro, Jenny Lewis, nella cui band suonava la Prass, mi sembra di un livello superiore). Ma devo ascoltarlo in modo più approfondito, anche se manca sempre il tempo.

Per oggi è tutto, domani altre novità.

Bruno Conti

 

Finalmente Un Disco Come Si Deve! Deep Purple – Now What?!

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Deep Purple – Now What ?! – EarMusic CD/DVD

Uno degli eventi dell’anno, almeno per gli appassionati di quello che ultimamente viene definito Classic Rock, è indubbiamente il nuovo album di studio dei Deep Purple, a ben otto anni da Rapture Of The Deep.

Bisogna innanzitutto dire che c’era un po’ di scetticismo sulla reale capacità della storica band inglese di sfornare ancora canzoni degne di essere pubblicate, specie dopo che gli unici due lavori del nuovo secolo, Bananas e appunto Rapture Of The Deep, erano forse gli episodi più scadenti della loro discografia, insieme a The House Of Blue Light del 1986 (non considero l’album del 1990 Slaves And Masters, in quanto più che un brutto disco dei Deep Purple era un discreto disco dei Rainbow): i Purple stessi sembravano poco convinti, almeno fino ad un anno fa, di rientrare in studio e mettersi di nuovo in gioco, ed il titolo del nuovo CD, Now What?!, ironizza sulle richieste che venivano fatte in continuazione alla band circa i progetti futuri.

Le prime avvisaglie che le cose potevano andare per il verso giusto si sono avute quando è stato svelato il nome del produttore: Bob Ezrin è una specie di leggenda per certo tipo di musica, ha lavorato, tra gli altri, con Lou Reed, Alice Cooper, Kiss e Pink Floyd, ed è uno che difficilmente produce delle ciofeche. Ebbene, credeteci o no, Now What?! è un gran bel disco, ispirato, potente, con il classico Purple-sound che esce da ogni nota, dove quasi tutto funziona a meraviglia (un solo brano brutto su undici, dodici nell’immancabile edizione deluxe, è una bella media dopo 46 anni di carriera). Un disco non certo inferiore ai primi due del periodo post-Blackmore (Purpendicular ed Abandon), ma forse addirittura un gradino sopra: la cosa più stupefacente, dato che il manico dei cinque nel suonare e la perizia di Ezrin li davo per scontati, è la bontà delle canzoni, particolare fondamentale per fare un bel disco, ma abbastanza latitante negli ultimi lavori del gruppo.

Sul fatto che Ian Paice (unico membro originale rimasto, anche se per tutti i veri Purple sono quelli del Mark II) e Roger Glover fossero ancora due macigni non c’erano dubbi, come non ce n’erano sulla bravura e sulla tecnica di Steve Morse (anche se per me il chitarrista dei Deep Purple rimarrà sempre Blackmore), mentre a stupire è la forma di Ian Gillan, anche se tirate alla Child In Time non se le può più permettere da anni, e soprattutto il tastierista Don Airey, sostituto di Jon Lord (a cui il disco è dedicato) dal 2002. Si sa che Airey non è un pivellino, ha suonato con mezzo mondo (Whitesnake, Black Sabbath, Rainbow, Jethro Tull, iniziando negli Hammer con Cozy Powell e nei Colosseum II), ma che riuscisse a non far rimpiangere Lord non pensavo: il suo organo è il protagonista assoluto di quasi tutti i brani, dando al disco un sapore classico e deliziosamente retrò, come se la scomparsa di Lord avvenuta lo scorso anno lo avesse ispirato in maniera decisiva.

Che le cose siano cambiate in meglio lo si intuisce dalle prime note di A Simple Song: intro di grande atmosfera a base di organo, seguito da un assolo di chitarra molto melodioso, poi arriva Gillan ed inizia a cantare in maniera chiara, sillabando le parole; una pausa ed il brano esplode, diventando una rock song tipica (con Airey che inizia a fare i numeri), per terminare ancora lenta, come era iniziata. Peccato che arrivi subito Weirdistan a rovinare tutto: è l’unico brano brutto di cui parlavo prima, una canzone confusa, priva di una melodia vera e propria, nel quale l’impegno dei cinque non basta; meglio la lunga Out Of Hand, che richiama da vicino il classico suono anni settanta, un po’ di autocitazione non fa mai male e comunque dai Purple questo ci si aspetta (Morse qua fa sentire di sapere una cosa o due in fatto di chitarra). Hell To Pay è un ottimo rock’n’roll, diretto, solido, immediato, con Morse ancora protagonista con un assolo formidabile e blackmoriano (ed Airey che, sfidato a duello, risponde per le rime), mentre Body Line è un rock blues tosto e grintoso, con Gillan lucido ed il gruppo che lo segue a memoria: il disco cresce di brano in brano, e Weirdistan è solo un ricordo.

Above And Beyond inizia con un mood cupo, con Don che prosegue la sua eccellente prestazione, Gillan entra solo dopo un paio di minuti, ma non fatica a mettersi alla pari con gli altri: il brano ha quasi accenti folk nella melodia, anche se l’accompagnamento è 100% Purple. Blood From A Stone è un lento di gran classe, notturno e bluesato, un brano atipico ma riuscito, cantato da Ian in maniera insinuante e con Steve che schitarra alla grande; un altro lungo assolo di Morse introduce Uncommon Man, un’altra rock song di grande impatto, anche se qui l’interpretazione di Gillan è forse un po’ piatta. La solida Apréz Vous sembra uscita dalle sessions di Fireball, con uno splendido duello centrale chitarra-organo, mentre l’orecchiabile All The Time In The World è quasi radio friendly (almeno per i loro standard), una delle più gradevoli del CD.

L’album si chiude con la maestosa ed inquietante Vincent Price e, nell’edizione deluxe, con It’ll Be Me, una cover addirittura di un brano di Jack Clement, reso con uno scintillante arrangiamento rock’n’roll. Nel DVD troviamo un’intervista di venti minuti ai membri della band e tre brani audio: un remix di All The Time In The World e due versioni live recenti di Perfect Strangers e Rapture Of The Deep.

Un ottimo e gradito ritorno: ora aspettiamo Giugno per vedere come sapranno rispondere i Black Sabbath.

Marco Verdi

Novità Di Novembre Parte I. Queen, Paul Kelly, Kris Kristofferson, Joshua James, Unthanks, Renaissance, Mickey Newbury

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Solito giro sulle novità in uscita questa settimana, e non solo. Prima di tutto, il solito rinvio: il cofanetto della Repertoire dedicato alla Graham Bond Organization Wade In the Water, viene ulteriormente posticipato al 17 dicembre, la formula dubitativa è d’obbligo, perché si tratta del 4° rinvio. Sono confermati Music From Another Dimension degli Aerosmith, annunciato sul Blog da qualche mese, con immancabile versione Deluxe CD+DVD, la ristampa di Thick As A Brick dei Jethro Tull per il 40° anniversario, rimasterizzata da Steven Wilson, in vari formati, Charlie Is My Darling, il DVD o Blu-Ray dei Rolling Stones sul tour in Irlanda del 1965, ma non la versione Super Deluxe in cofanetto, che uscirà la settimana dopo (almeno in Italia). E ancora, la ripubblicazione del disco natalizio di James Taylor At Christmas, le ristampe Deluxe doppie di Long Live Rock’n’Roll e On Stage dei Rainbow, anche se di questi non mi sembra di averne parlato sul Blog. Tutto il resto lo trovate scorrendo a ritroso i Post, occasione per sfogliare le pagine precedenti, dove spero troverete molte cose interessanti per gli appassionati. Dimenticato qialcosa? Non mi sembra, almeno di quelli di cui si parla nel Blog, delle altre uscite del 6 novembre parliamo ora.

Vi pareva possibile che anche per il Natale di quest’anno non uscisse qualcosa dei Queen? Certo che no, le case discografiche devono pur sopravvivere, povere stelle! E allora vai con Hungarian Rhapsody, che sarebbe il vecchio Live In Budapest che (ri)esce in vari fomati rimasterizzati. DVD o Blu-Ray, che non erano mai stati pubblicati (ai tempi era uscito in videocassetta), con negli extra un videodocumentario, A Magic Year, che narra la storia dal Live Aid del 1985 al concerto di Budapest del 1986, 25 minuti in tutto. Però ci sono anche le versioni “complete”, 2 CD + DVD o 2 CD + Blu-ray, a un prezzo ragionevole. E, miracolo, nessuna versione costosissima Super Deluxe (anche perché ce ne sono in uscita a miliardate di chiunque)!

 

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Un terzetto di ottimi cantautori.

Paul Kelly (non il vecchio soul man), a parere di chi scrive (e non solo), è uno dei migliori cantautori australiani, con una copiosissima discografia alle spalle (e tra i preferiti dell’amico Tino, che si prenoterà per la recensione). Il nuovo disco, già pubblicato in Australia a metà ottobre, si chiama Spring And Fall ed è il suo 19° album in studio. Per testimoniare la prolificità della sua produzione, prima di questo, nel 2010, Kelly aveva pubblicato un cofanetto di 8 CD intitolato The A-Z Recordings con una valanga di materiale dal vivo inedito, registrato tra il 2004 e il 2010, 106 brani che venivano eseguiti in ordine alfabetico (SSQC Sono Strani Questi Cantautori!). Il nuovo disco contiene 11 brani, non è molto lungo, sui 35 minuti, e tra i partecipanti ci sono le sorelle Linda e Vika Bull che spesso graziano con la loro presenza anche i dischi di Joe Camilleri e dei grandi Black Sorrows.

La copertina è un po’ lugubre, in linea con il titolo del disco e con il periodo dell’anno, ma Feeling Mortal è il primo disco di canzoni nuove di Kris Kristofferson, dopo Closer To the Bone del 2009. Esce per la KK Records, è stato prodotto da Don Was, già in cabina di regia nei precedenti dischi e vede la partecipazione, tra gli altri, di Greg Leisz e Mark Goldenberg alle chitarre, Matt Rollings alle tastiere e Sarah Watkins al violino e armonie vocali. Ascoltato velocemente, sembra molto buono, come al solito, nel suo stile scarno e laconico, con tante belle canzoni che i suoi colleghi potranno reintepretare in futuro.

Joshua James con questo From The Top Of Willamette Mountain è già al suo quinto album (ma terzo ufficiale). Si tratta di uno dei migliori cantautori dellle ultime generazioni, viene da Lincoln, Nebraska ed è stato paragonato a Joe Purdy, Ray LaMontagne, ma anche Dylan e Neil Young, insomma è uno bravo. Il disco è prodotto da Richard Swift, già con Mynabirds e Damien Jurado ed esce per la Intelligent Noise.

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Un paio di voci femminili, “antiche” e moderne.

Prima un disco di materiale inedito d’epoca dei Renaissance Past Orbits Of Dust 1969/1970, raccoglie materiale inedito registrato dalla prima formazione, quella con Jane Relf, Keith Relf, Jim McCarthy, Louis Cennamo e John Hawken che registrò i primi due dischi della formazione, l’omonimo e Illusion per lasciare poi spazio alla seconda versione, quella con la grande Annie Haslam, John Tout e Michael Dunford. Esce per una fantomatica Troubadour Records e la qualità delle registrazioni è molto variabile, buona quella dei primi 3 brani, tipo bootleg il resto, a parte l’ultimo brano che è un inedito di studio. Però il valore storico è indubbio è il gruppo, dal vivo, era molto valido, con lunghissimi brani e molta improvvisazione. Questi i titoli:

1. Kings & Queens (Helsinki 30.5.69) 10’38”
2. Bullet (Helsinki 30.5.69) 14’47”
3. Innocence (New York 20.2.70)10’13”
4. Wanderer (Cincinnati 25.2.70)4’11”
5. Face of Yesterday (London 26.3.70)6’03”
6. No name raga (San Francisco 6.3.70)14’23”
7. Island (Montreux 30.4.70)5’45”
8. Kings & Queens (Stockholm 14.9.69)10’45”
9. Statues (Re-Mastered. Olympic Studios May 4th 1970, initially unreleased song)2’31”

Terzo capitolo della serie Diversions delle Unthanks (uso il pronome femminile, ma nel gruppo ci sono uomini e donne), con le sorelle Rachel & Becky ancora una volta ad incantare gli amanti del buon folk britannico, con un album Songs From The Shipyards, registrato come gli altri due dal vivo e il cui argomento, in questo caso, è la costruzione delle navi. Ovviamente c’è Shipbuilding di Costello, ma resa celebre da Robert Wyatt che non era stata inserita nel disco dedicato a quest’ultimo e Antony & The Johnsons. Di nicchia, di culto, per carbonari, come preferite, ma voci incredibili e tutto molto bello.

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Per finire, una segnalazione sulla ristampa di tre ulteriori dischi di Mickey Newbury. Dopo il cofanetto fantastico triplo An American Trilogy, che aveva vinto il premio come migliore ristampa del 2011 nel poll della rivista Mojo, l’etichetta Mountain Retreat (gestita dalla famiglia) questa volta si occupa di tre album dell’ultima fase della carriera del grande cantautore americano, usciti a livello autogestito nel 1996, 2000 e 2003 (l’ultimo pubblicato postumo, dopo la sua morte, avvenuta nel 2002) Lulled By the Moonlight, Stories From The Silver Moon Café e Blue To This Day. Si fatica moltissimo a trovarli, costano cari, ma vale pena di cercarli, se amate quello stile che in mancanza di alternative altrettanto esplicative si è soliti definire “country got soul”, ma nella parte finale della sua carriera era diventato una sorta di country-folk cameristico, molto raffinato.

Alla prossima.

Bruno Conti

Novità Di febbraio Parte IV. Johnny Cash, Bruce Cockburn, June Tabor, Jude Johnstone, Rainbow, Bocephus King. Eccetera

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Riprendiamo la nostra disamina delle prossime uscite discografiche (e qualcuno già uscito) dopo un’orgia di recensioni Blues e qualche “Beautiful Loser” che meritava di essere portato alla vostra conoscenza. Mentre scrivo in questa piovosa domenica di febbraio sto ascoltando il nuovo di Lucinda Williams Blessed che uscirà il 1 marzo ed è veramente bellissimo. Mi avevano pregato di aspettare fino ad una decina di giorni prima dell’uscita per recensirlo, quindi d’ora in poi ogni giorno è buono.

Intanto una precisazione: contrariamente a quanto annunciato il DVD di James Taylor e Carole King Troubaudours (almeno per l’Italia) non uscirà più il 22 Febbraio ma esattamente un mese dopo il 22 marzo.

Confermato per il 22 febbraio il “nuovo” Johnny Cash, Bootleg Vol.2: From Memphis To Hollywood, doppio CD pubblicato dalla Sony Legacy, esce a quattro anni di distanza dal precedente Personal File (che viene ripubblicato a prezzo speciale) e contiene materiale d’archivo, dagli esordi Live in quel di Memphis nel maggio 1955 passando per materiale registrato negli studi Sun di Sam Phillips (11 demo inediti, 7 outtakes e ulteriori 2 demo) per un totale di 32 brani nel primo CD. Il secondo CD contiene 25 brani del periodo Columbia: singoli non contenuti negli album CBS, B-sides e outtakes, per un totale di 25 inediti.

Due donzelle per gradire. June Tabor è una delle più grandi voci della musica folk britannica (e della musica tout court) e a 35 anni dall’esordio Silly Sisters con Maddy Prior pubblica (se non ho fatto male i conti) quello che dovrebbe essere il suo 20° album, Ashore, l’etichetta come di consueto è la Topic. Il Guardian in una sola parola lo ha definito “Magnifico” e chi siamo noi per dissentire. Per chi non la conosce una ottima occasione per avvicinare la sua musica.

Jude Johnstone, è una di quella cantautrici che si è soliti definire “minori” o se preferite di “culto” ma in effetti è uno dei segreti meglio custoditi della scena americana. Questo Quiet Girl è il suo quinto album, distribuito dalla propria etichetta la Bojak Records negli States (dove è uscito la scorsa settimana) e l’8 marzo in Inghilterra per la Burnside. Da noi spero nell’Ird per una distribuzione nazionale. Vi basti sapere che le sue canzoni sono stato incise da Emmylou Harris (che partecipa all’album), Stephen Bishop, Bonnie Raitt, Trisha Yearwood, Johnny Cash, Bette Midler, Stevie Nicks, tanto per darvi un’idea. Lo stile varia dal country al folk, alla canzone d’autore, roots ma anche jazzato di tanto in tanto, con una voce particolare che non guasta.

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Bruce Cockburn secondo il modesto parere di chi scrive è uno dei cinque migliori musicisti canadesi di sempre (se Neil Young, Joni Mitchell e Leonard Cohen sono gli altri tre, il quinto chi è? Forse la Band?). In ogni caso questo Small Source Of Comfort che esce per la True North in tutto il mondo l’8 marzo (ma stranamente è già disponibile nei negozi italiani a cura dell’Ird) è il suo 24° album (25 se contiamo lo strumentale Speechless) di studio, oltre ad una manciata di Live e qualche antologia, con e senza inediti. Tutti belli o molto belli, questo è uno dei migliori in assoluto. Uomo avvisato…

Sempre dal Canada viene un musicista di culto, Bocephus King, questo Willie Dixon God Damn! è il suo quinto album (servizio discografie, utile per aggiornare le vostre collezioni), il primo dopo una pausa di quasi sette anni e lo riporta ai fasti del primo Joco Music del 1996. Una delle voci più interessanti in circolazione e nonostante il titolo non c’entra niente con il Blues (più o meno). Già disponibile!

Il nome Ben Ottewell non dirà niente ai più ma si tratta di un ex componente dei Gomez, una delle migliori nuove band inglesi che esordì nel lontano 1998 con l’ottimo Bring It On candidato al Mercury Prize (che credo abbiamo anche vinto, si tratta del premio della critica inglese). Allora Ottewell aveva solo 18 anni. Questo suo esordio da solista si chiama Shapes and Shadows è già uscito in Inghilterra per la Eat Sleep Records (?!? andiamo bene!) e pur venendo inserito nel filone Americana, sono stati scomodati paragoni con il Nick Drake di Bryter Layter, David Gray e Ryan Adams. A questo punto sono curioso di sentirlo. watch?v=Sfxj5wDbZ24

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Tre ristampe tre.

La Raven australiana pubblica un CD dal vivo del 1972 di Howlin’ Wolf Live and Cookin’ At Alice’s Revisited, pubblicato in origine dalla Chess si tratta di uno degli ultimi dischi del “Lupo”. Contiene 2 bonus tracks ed è l’unico disco dal vivo ufficiale di Howlin’ Wolf pubblicato quando era ancora in vita. Il vocione è ancora in gran forma e molti dei cavalli di battaglia sono presenti: Smokestack Lightnin’, Killing Floor, Back Door Man e Little Red Rooster per uno dei musicisti che ha influenzato decine di gruppi e solisti rock, Jim Morrison in primis.

Per gli amanti dell’hard rock classico anni ’70 prosegue la ristampa degli album dei Rainbow di Ritchie Blackmore in versione Deluxe doppia: questa volta è il turno di Down To Earth che viene ripubblicato rimasterizzato con un secondo CD che contiene 12 bonus tracks, prevalentemente strumentali e qualche alternate takes. Già uscito in Inghilterra disponibile a giorni anche in Italia.

La Alligator per proseguire nei festeggiamenti del suo 40° anniversario ha già pubblicato la ristampa rimasterizzata e con una traccia bonus di uno dei dischi più belli della storia del blues recente. Si tratta della super session tra Albert Collins, Robert Cray e Johnny Copeland in un disco strepitoso intitolato Showdown che viene ripubblicato a 25 anni dall’uscita originaria del 1985. Per gli amanti del blues elettrico e ruspante, il più genuino un disco che non si può fare a meno di avere. Eccezionale!

Bruno Conti