Finalmente Un Record Store Day Con Diverse Uscite Interessanti: Bob Dylan, Elton John, R.E.M. E Grateful Dead.

record store day 2019

Bob Dylan – Blood On The Tracks Test Pressing – Columbia/Sony LP

Elton John (With Ray Cooper) – Live From Moscow 1979 – Virgin EMI/Universal 2LP

Bingo Hand Job – Live At The Borderline 1991 – Concord/Universal 2LP

Grateful Dead – The Warfield, San Francisco, CA 10/09/80 & 10/10/80 – Rhino/Warner 2LP – 2CD

Non sono mai stato un grande fan del Record Store Day, un’iniziativa nata qualche anno fa con uno scopo meritorio (salvaguardare i negozi di dischi indipendenti, una specie purtroppo in via di estinzione), ma trasformatasi in breve tempo nell’ennesima operazione commerciale volta a spillare soldi dalle tasche degli acquirenti di musica “fisica”. Tanto per cominciare non ho mai capito perché il 90% delle pubblicazioni siano disponibili solo in vinile, dato che l’iniziativa è in onore dei negozi e non dei supporti a 33 o 45 giri, ma la cosa ha cominciato ad avere secondo me poco senso quando si sono cominciate a proporre costose versioni esclusive e limitate tra album, singoli e cofanetti, ma pubblicando sempre meno materiale inedito. Le poche volte che il sottoscritto ha acquistato dischi usciti nel RSD (che si svolge due volte l’anno, ad Aprile e durante il Black Friday a Novembre) è stato appunto quando si è trattato di materiale non disponibile in altre vesti (di artisti che mi interessano, è ovvio, se esce qualcosa di inedito di Madonna o Bronski Beat lo lascio volentieri nei negozi), ovvero i due volumi dal vivo Kiss My Amps di Tom Petty, splendidi, e l’EP American Beauty di Bruce Springsteen, abbastanza deludente. Quest’anno però il RSD ha riservato parecchie sorprese, con almeno quattro pubblicazioni che potrei definire imperdibili se non fosse per il fatto che mentre leggete queste righe potrebbero anche già essere esaurite, e che mi sono quindi accaparrato senza quasi neanche accorgermene (sarà il fatto che la data scelta di uscita era il 13 Aprile, giorno del mio compleanno?). Ecco quindi una disamina dei miei acquisti, che vi consiglio caldamente a meno che non vi chiedano cifre fuori dal mondo.

bob dylan blood on the tracks rsd

Bob Dylan: il cofanetto sestuplo More Blood, More Tracks è stata forse la ristampa del 2018, un box meraviglioso che finalmente faceva piena luce sulle sessions complete di quel capolavoro assoluto che è Blood On The Tracks, che a parte la trilogia elettrica del 1965/66 può essere a buon titolo riconosciuto come il miglior lavoro di Dylan. Evidentemente però lo scorso anno la Columbia si era tenuta l’asso nella manica da calare proprio in occasione del RSD, e cioè la riproduzione perfetta (veste grafica spartana compresa) del famoso Test Pressing che era stato stampato in poche copie per fini non commerciali ma mandato alle radio a scopo promozionale prima della pubblicazione ufficiale dell’album, una versione che riproduceva pari pari la tracklist del disco ma con dei missaggi non definitivi (e che oggi sul mercato dei collezionisti ha raggiunto valutazioni esorbitanti). Sto parlando ovviamente delle sessions di New York, quando ancora la Columbia non sapeva che Dylan, su pressioni del fratello David, si sarebbe recato a Minneapolis a registrare ex novo cinque brani dell’album, ritardando così la pubblicazione di Blood On The Tracks.

Oggi il Test Pressing in questione è a disposizione dei fortunati che sono riusciti a procurarselo, ed è una vera chicca in quanto i vari missaggi sono inediti, e non erano stati inclusi neppure in More Blood, More Tracks (e le takes che sono state usate sono diverse da quelle della versione singola del box). Certo, bisogna conoscere a memoria le sessions per distinguere le differenze, ma per esempio è abbastanza evidente una traccia di organo inedita sia in You’re A Big Girl Now (nella quale si sente anche di più la steel rispetto alla take inclusa in Biograph nel 1985) che in Idiot Wind, ed in Meet Me In The Morning c’è un riff di slide in risposta alle frasi di Dylan che non avevo mai sentito. Ed è comunque sempre un piacere immenso ascoltare un capolavoro assoluto, anche in una versione alternata.

elton john live from moscow

Elton John: nel 1979 il tour del cantante e pianista inglese, all’epoca all’apice della popolarità, sbarcò anche nell’allora Unione Sovietica, un fatto più unico che raro per una rockstar in quel periodo. La parte centrale furono le serate alla Rossiya Hall di Mosca, tra le quali quella del 28 Maggio venne trasmessa dalla BBC, ma mai pubblicata ufficialmente fino ad oggi (i bootleg dell’evento però negli anni hanno proliferato). Ora esce finalmente questo Live From Moscow 1979, un doppio LP in vinile trasparente che riprende pari pari il broadcast radiofonico (che non era il concerto completo): la particolarità di questo tour è il fatto che Elton si presentasse sul palco senza band, eseguendo il primo set in totale solitudine, dividendosi tra piano a coda ed elettrico, ed il secondo con l’ausilio del famoso percussionista Ray Cooper, ricreando così le atmosfere dello strepitoso live album 17-11-70, in cui c’era però anche un bassista. E Live In Moscow 1979 è un disco bellissimo nonostante l’assenza di un gruppo rock, in quanto ci presenta un artista in grande forma vocale e che riesce a riempire gli spazi vuoti con una performance pianistica da applausi a scena aperta.

Ovviamente ci sono le hits dell’epoca (Daniel, Rocket Man, Don’t Let The Sun Go Down On Me, Candle In The Wind, la grandissima Goodbye Yellow Brick Road, Bennie And The Jets, Sorry Seems To Be The Hardest Word, anche se manca a sorpresa Your Song), oltre ad una Take Me To The Pilot servita da una performance pianistica strepitosa. C’è anche spazio per brani meno noti come la peraltro splendida Skyline Pigeon, una delle ballate più toccanti di Elton (è sempre stata la mia preferita tra quelle del vecchio Reginald), l’intensa Tonight e la bellissima Better Off Dead, suonata con molta forza grazie anche all’aiuto di Cooper. Ed il percussionista è un elemento imprescindibile nella seconda parte, quando vengono eseguite canzoni che avrebbero reso di meno con il solo pianoforte, come la maestosa Funeral For A Friend e due scatenati medley, il primo tra Saturday Night’s Alright For Fighting e Pinball Wizard ed il secondo tra Crocodile Rock e Get Back dei Beatles (con accenno finale a Back In The U.S.S.R.). Ma l’highlight assoluto è, ancora nella prima parte, una fantastica rilettura del classico di Marvin Gaye I Heard Through The Grapevine della durata di dodici minuti, in cui Elton delizia il pubblico con magnifiche improvvisazioni pianistiche.

bingo hand job live at the borderline

Bingo Hand Job: altro concerto mitico e “bootlegatissimo”, da parte di un gruppo misterioso che in realtà non sono altro che i R.E.M., con l’aggiunta come ospiti in alcune canzoni di Billy Bragg, Robyn Hitchcock e Peter Holsapple. Il doppio LP in questione si riferisce ad uno showcase del 15 marzo 1991 (il secondo di due, il primo si era svolto la sera prima) avvenuto al Borderline, un locale di Londra nel quartiere di Soho, appena tre giorni dopo l’uscita di Out Of Time, album al quale non seguì una vera e propria tournée ma solo spettacoli isolati e quasi a sorpresa come questi due accreditati appunto ai BHJ. Il concerto è completamente acustico (in quel periodo iniziava ad imperare la moda degli show unplugged) e molto bello, con il quartetto di Athens (Bill Berry era ancora nel gruppo) che offre riletture intime ed intense di classici del suo repertorio uniti a qualche sorpresa: la strumentazione è parca, chitarra acustica, mandolino, basso, percussioni, ogni tanto la fisarmonica, e la voce inconfondibile di Michael Stipe che si staglia sicura. I tre ospiti citati prima suonano e cantano soprattutto i cori, mantenendosi abbastanza nelle retrovie (c’è stato qualche duetto con Bragg, ma qui non è stato incluso…infatti lo show non è completo), ed i R.E.M./BHJ si divertono a presentare scherzosamente i vari brani, smentendo in parte la fama di gruppo troppo serioso.

Ci sono ovviamente molti classici dell’epoca, come World Leader Pretend, che apre la serata con una versione molto intensa, la splendida The One I Love, Perfect Circle, la nuova ma già applauditissima Losing My Religion (perfetta per essere suonata acustica) e la sempre deliziosa Fall On Me. Out Of Time è ben rappresentato: oltre a Losing My Religion abbiamo la vibrante Radio Song, l’intrigante Low, Endgame, Belong, la gentile Half The World Away ed una trascinante Get Up, l’unica con una vera e propria batteria alle spalle. Non mancano i brani rari (l’enigmatica Disturbance At The Heron House, la drammatica Fretless, presa dalla colonna sonora del film di Wim Wenders Until The End Of The World, e la profonda Swan Swan H) ed anche qualche cover: un interessante medley tra Jackson di Johnny Cash e Dallas di Jimmie Dale Gilmore, la bellissima Love Is All Around dei Troggs, da sempre nel repertorio live dei nostri, ed un finale particolare con una versione a cappella dell’evergreen Moon River. Ed il disco poteva essere ancora più bello, in quanto sono state lasciate fuori canzoni come Hello In There di John Prine e A Hard Rain’s A-Gonna Fall e You Ain’t Goin’ Nowhere di Bob Dylan.

grateful dead live at the warfield

Grateful Dead: a proposito di show unplugged, il gruppo guidato da Jerry Garcia era avanti anche in questo, dato che già nel 1980 proponevano durante i loro spettacoli una parte completamente acustica, che occupava la prima ora di concerto. Nel 1981 uscì Reckoning, uno splendido doppio album che riepilogava il meglio di quei momenti a spina staccata, con canzoni prese da varie serate al Warfield di San Francisco ed al Radio City Music Hall di New York, in assoluto uno dei migliori album dei Dead. Ora per il RSD esce questo altro doppio (anche in CD!) che prende in esame le parti acustiche complete degli show del 9 e 10 Ottobre al Warfield, inedite al 99% (la sola Jack-A-Roe del 10 appariva su Reckoning). E l’album è quasi bello come quello del 1981, con i nostri in forma strepitosa che ci regalano circa cento minuti di musica purissima suonata alla grande, tra cover, brani tradizionali e pezzi del loro repertorio. Un modo di suonare che darà a Garcia l’ispirazione per formare in seguito la Jerry Garcia Acoustic Band, anche se qui il suono è anche più completo grazie alla doppia batteria, al piano di Brent Mydland ed alla seconda chitarra di Bob Weir.

Due scalette di dieci e nove brani rispettivamente e solo quattro ripetizioni in entrambe le serate, con canzoni che Jerry riprenderà anche con la JGAB (I’ve Been All Around This World e Oh Baby, It Ain’t No Lie) e strepitose versioni di classici “deaddiani”, con punte di eccellenza nella splendida Dire Wolf, una Cassidy con un lungo e spettacolare assolo di Garcia, la lenta ed intensa Bird Song (una per sera, meglio quella del 10), una stratosferica To Lay Me Down, tra i brani più belli e meno suonati dei nostri, oltre alla favolosa Ripple, che chiude entrambi i CD (o LP). Ci sono poi vere e proprie gemme come due cristalline Dark Hollow, la già citata Jack-A-Roe, irresistibile, due lucide riletture del traditional On The Road Again, con il piano di Mydland a dare il tocco in più, ed una Monkey And The Engineer di Jesse Fuller tra folk e country, decisamente coinvolgente. Perfino un brano non proprio di primissima scelta come lo strumentale Heaven Help The Fool di Weir qui sembra un pezzo da novanta.

Direi che è tutto: avrei voluto prendermi anche Rated PG, una collezione di Peter Gabriel con brani usati solo in colonne sonore (con diverse canzoni mai uscite prima commercialmente), ma siccome è stato pubblicato come picture disc, che notoriamente non ha un gran suono, attendo fiducioso un’eventuale ristampa su scala più larga.

Marco Verdi

Nel Record Store Day Made In Italy Anche Un CD, Mini! Lowlands – “San Diego Serenade” EP – For Nello!

lowlands san diego serenade

Oggi 18 aprile è il giorno del Record Store Day per il 2015. La manifestazione negli ultimi anni è diventata sempre più incentrata sulla pubblicazione di vinili, spesso inediti ed interessanti, e anche spesso assolutamente unici e bramati dai collezionisti, ma sempre, immancabilmente, carissimi! Che si tratti di 45 giri, EP, 10 pollici, LP, doppi vinili, picture disc, dischi colorati, cofanetti più o meno lussuosi e tutti a tiratura limitata, mi sembra che la manifestazione, ogni anno di più, sia diventata un ennesima scusa per il business delle case discografiche, con il meritorio obiettivo di appoggiare i negozi indipendenti, nella loro lotta di sopravvivenza verso un mercato dominato dalla grande distribuzione e dalla vendita in rete tramite i “grandi venditori”, questo cosiddetto momento di purezza, duplicato nel Black Friday americano di fine novembre, che, già dal nome, doveva essere dedicato soprattutto al vinile. Però con questo sistema di distribuzione le date di uscita si fanno ballerine, i dischi escono a capocchia, prima ma anche molto dopo il giorno fissato, sono difficilissimi da trovare e anche, come detto, molto cari: non tutti comunque, perché se tutti fossero molto costosi, uno se ne farebbe una ragione, ma i prezzi hanno un range enorme, dal ragionevole al folle, e qui sorge il dubbio del business marketting (le due t sono volute)!

record store day

Oltre a tutto, come ricordavo prima, gli altri prodotti sembrano banditi dalle pubblicazioni (quest’anno fa eccezione una ripubblicazione da parte della Unversal in musicassetta del primo demotape dei Metallica No Life ‘Til Leather, naturalmente già “sparito” prima dell’uscita), quindi niente più CD o Mini CD o Cofanetti che gli altri anni, in quantità minime ma interessanti caratterizzavano questo giorno particolare. Voi direte, giustamente, che già le case discografiche ci massacrano tutto l’anno con ristampe a getto continuo che se anche per un giorno il formato digitale viene fatto riposare non dovrebbe essere un problema: ma proprio il nulla assoluto mi sembra eccessivo, qualche ristampa o prodotto ex novo, i più interessanti, creato per il Record Store Day potrebbe uscire anche in CD.

E viene proprio a fagiolo questo EP, un Mini CD con 5 pezzi, su etichetta MRM/Appaloosa, distr. IRD, pubblicato dai Lowlands, abituali frequentatori del RSD, http://discoclub.myblog.it/2012/04/21/record-store-day-2012-bis-un-italo/ e http://discoclub.myblog.it/2013/04/17/record-store-day-2013-lowlands-left-of-the-dial-ed-abbiati-s-2/, che hanno colto l’occasione di questo disco, pubblicato come Lowlands And Friends per ricordare Nello Leandri, uno storico proprietario e gestore di negozi di dischi in quel di Pavia, scomparso il giorno di Natale del 2014 e “premiato” in modo postumo con questa cover di San Diego Serenade, il classico di Tom Waits, che sempre veniva richiesta a Ed Abbiati a livello discografico. Il 9 Febbraio del 2015 Ed ha deciso finalmente di accontentarlo e, nella cucina di casa sua, ma a livello assolutamente professionale, è stata infine registrata: tra Lowlands vari, il violino di Michele Gazich, la chitarra di Maurizio “Gnola” Ghielmo, fiati vari ed assortiti, le voci di Betti Verri e Sergio “Tamboo” Tamburelli, la classica ballata di Tom Waits viene ricreata in una bella versione che ne preserva l’immutato fascino. Nel dischetto trovate anche una versione acustica in solitaria di Can’t Face The Distance, un’altra, più acustica ancora dell’originale, presente nell’ultimo album della band pavese http://discoclub.myblog.it/2014/11/21/continua-linvasione-delle-band-pavesi-lowlands-love-etc-disco-concerto/ di Love Etc…, molto bella anche in questa versione ulteriormente più scarna, formato acustico replicato anche in I Wanne Be e portato alle estreme conseguenze nella versone demo, solo Ed e Gnola, di San Diego Serenade. Il tutto costa poco, lo potete acquistare pure in altri giorni, non è obbligatorio farlo oggi, anche perché sarebbe troppo tardi, e in ogni caso buon Record Store Day, mai dimenticare!

Bruno Conti

Se Non Fosse Il Boss Non Sarebbe Neanche Male! Bruce Springsteen – American Beauty

bruce springsteen american beauty

Bruce Springsteen – American Beauty – Sony Vinyl EP

Il problema con Bruce Springsteen è che in passato ci ha dato talmente tanti capolavori, specie negli anni settanta, che ogni volta che fa uscire qualcosa di nuovo tutti vorremmo ascoltare un nuovo Darkness On The Edge Of Town od un nuovo The River. Per carità, non è che in anni recenti il Boss abbia smesso di fare buona musica: The Rising e Wrecking Ball erano a mio giudizio due ottimi album (lasciamo stare le Seeger Sessions, un capolavoro assoluto, ma privo di brani originali), ma troppo spesso Bruce ha pubblicato dischi di livello palesemente inferiore, quasi che volesse avere sempre un CD nuovo sul mercato e così la scusa per andare in tour.

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Magic non era neanche male, ma Working On A Dream ed il recentissimo High Hopes sono due lavori troppo discontinui e raffazzonati, ed in più con una produzione massiccia (Brendan O’Brien prima, Ron Aniello poi) ed un suono gonfio che poco si addice al suo stile (la versione elettrica di The Ghost Of Tom Joad, con Tom Morello a suo fianco, pur piacendomi non poco, è quasi un brano metal). In occasione del recente Record Store Day (sempre di più un’operazione di marketing e sempre di meno una buona causa), Springsteen ha pubblicato questo American Beauty, un EP in vinile con quattro brani inediti, probabilmente assemblati nello stesso modo dell’ultimo High Hopes (cioè da sessions sparse tenutesi negli ultimi anni), e, aldilà del discorso collezionistico che avrà catapultato tutti i fans del Boss ad accaparrarsi la loro copia, l’esito riflette quello altalenante del recente CD https://www.youtube.com/watch?v=JYMc4FkSObM .

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Inciso con membri della E Street Band mescolati con sessionmen esterni (ma niente Morello), American Beauty è un dischetto che si ascolta con facilità (grazie anche alla sua esigua durata), ma nulla aggiunge a quanto fatto dal Boss negli ultimi anni. La title track è un brano rock un tantino sovrastrumentato e con una melodia che fatica ad uscire, se non dopo ripetuti ascolti (e questo non è bello) https://www.youtube.com/watch?v=QkKFaQVcfnY , mentre Mary Mary è un pezzo di base acustico, al quale sono stati aggiunti un po’ troppi strumenti: discreta, ma che non lascia traccia https://www.youtube.com/watch?v=pC0KgpCHCyw . Il lato B si apre con Hurry Up Sundown, che appartiene al filone più pop di Bruce: sembra una outtake di Working On A Dream (un disco che già di suo sembrava una raccolta di outtakes), con un arrangiamento non proprio consono al Boss, un ibrido tra Beatles ed Electric Light Orchestra https://www.youtube.com/watch?v=7a3FZagG9co .

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Bisogna attendere l’ultimo pezzo per avere finalmente un brano coi fiocchi: Hey Blue Eyes è una squisita ballata, dal mood coinvolgente ed una melodia con qualcosa di dylaniano https://www.youtube.com/watch?v=qSJQ0WFmiCE , e con un crescendo epico sullo stile di The Rising (la canzone); guarda caso è il brano meno recente, in quanto è prodotto da O’Brien (i primi tre vedevano Aniello alla consolle).

Nessuno pretende un altro Born To Run (forse neanche un altro Born In The USA), ma un disco nuovo con tutte canzoni al livello di Hey Blue Eyes sarebbe già un buon inizio.

Marco Verdi

“Giovane” Neil Colpisce Ancora Per Il Record Store Day E…! Neil Young – A Letter Home

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Neil Young – A Letter Home – Third Man Records Vinile – Record Store Day

Lo scorso 19 aprile è stato il RSD, la giornata mondiale dedicata ai negozi indipendenti ma anche alle uscite in Vinile (spesso e volentieri limitate). Sembrava che Neil Young non avrebbe pubblicato nulla per quest’anno, ma poi, due o tre giorni prima dell’evento, si è materializzato dal nulla (non è vero perché se ne parlava da tempo, ma fa più scena) questo A Letter Home, una collaborazione con un altro “pazzerello” come Jack White, che continua a pubblicare vinili a raffica (e qualche CD) per la sua etichetta Third Man Records. Come certo saprete, e se no ve lo sto dicendo, si tratta di un disco di cover, registrato rigorosamente in mono nella “cabina” di registrazione posta all’interno del negozio dell’etichetta in quel di Memphis. Queste le cover contenute nel vinile:

“Changes” (Phil Ochs)
“Girl from the north country” (Bob Dylan)
“Needle od death” (Bert Jansch)
“Early morning rain” (Gordon Lightfoot)  
“Crazy” (Willie Nelson)
“Reason to believe” (Tim Hardin)
“On the road again” (Willie Nelson)
“If you could only read my mind” (Gordon Lightfoot)
“Since i met you baby” (Ivory Joe Hunter)
“My hometown” (Bruce Springsteen)
“I wonder if i care as much” (Everly Brothers)

Neil Young (noto audiofilo) ha dichiarato che si è trattato di una delle esperienze più low-tech mai capitate nella sua vita, conoscendolo direi unica, ma poi ha iniziato a pensare ad ulteriori sviluppi per questa operazione. Intanto il vinile era in vendita solo on line sul sito dell’etichetta di White, ad un prezzo neppure catastrofico, 20 dollari, il problema è quello delle spese di spedizione per noi europei; praticamente, nelle due modalità possibili, tra i 24 e 42 dollari, più del costo del disco, quindi only for collectors.

neil young a letter home box set

Ma questo è nulla. Come vedete qui sopra, il 27 maggio uscirà un cofanetto Deluxe limitato (e costosissimo) che conterrà il CD, una tessera per il download, un DVD con il Making  Of dell’album e due dischi in vinile a “soli” 110 dollari. Però nella confezione ci sarà anche un libretto di 32 pagine e sette 45 giri su vinile chiaro con gli undici brani del disco e una versione alternativa di Crazy di Willie Nelson,  più Blowin’ In The Wind di Dylan. Dovrebbe ri-uscire anche il vinile e  anche una versione in CD a prezzo normale.

neil young a letter


Contiene anche brani dei suoi amici Bruce e Bob, ma nel frattempo ieri è uscito su YouTube un video del bellissimo brano di Bert Jansch Needle Of Death https://www.youtube.com/watch?v=6H47jI6xanA

Buona caccia!

Bruno Conti

Puro Rock’N’Roll Americano! Drive-By Truckers – English Oceans

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Drive-By Truckers – English Oceans – Ato Records

Ne hanno fatta di strada i Drive-By Truckers, partiti da Athens, Georgia (nel profondo sud degli States) con il loro primo disco Gangstabilly (98), hanno percorso un lungo cammino (con vari cambi di formazione), fino ad arrivare, dopo più di 15 anni di carriera, al loro decimo album in studio, questo English Oceans prodotto da David Barbe e dedicato a Craig Lieske, ex collaboratore e amico della band, morto a gennaio dello scorso anno. La loro discografia, come detto, è copiosa, e sebbene grandissimi successi non ne hanno mai avuti, mi piace ricordare la trilogia sudista iniziata con Southern Rock Opera (01) e proseguita con Decoration Day (03) e The Dirty South (04) e altri lavori di notevole fattura come A Blessing And A Curse (06) e dopo la dipartita (musicale) di Jason Isbell (che ha intrapreso una valida carriera solista) Go-Go Boots (11), con un suono fortemente orientato verso il southern-soul http://discoclub.myblog.it/2011/02/07/e-sono-nove-drive-by-truckers-go-go-boots/ .

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L’attuale line-up del gruppo è composta dai membri storici, il corpulento Patterson Hood e Mike Cooley entrambi alla chitarra e voce, con l’apporto di Matt Patton al basso (che sostituisce Shonna Tucker, anche lei diventata solista nel frattempo), Brad Morgan alla batteria, Jay Gonzalez alle tastiere (e alle chitarre, qiamdo serve, in sostituzione di Jeff Neff), con l’inserimento, come ospiti, di una sezione fiati, composta da Adam Courson alla tromba e George Davidson al sax, per il solito ruggente mix di alternative-country e southern rock https://www.youtube.com/watch?v=SRWPVSkWhv4 .

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In una recente intervista Hood (la persona che ha scritto molte delle migliori canzoni dei DTB), ammette che in questo nuovo lavoro, l’apporto più importante l’ha dato Mike Cooley (una sorta di George Harrison del gruppo, quello che contribuisce con due o tre canzoni belle in ogni album dei DTB), e i due devono avere avuto le idee chiare, se il disco è stato registrato in due sole settimane nei Chase Park Studios di Athens, Georgia. English Oceans parte con il rock sfrenato di Shit Ghost Count https://www.youtube.com/watch?v=YzTPQPwDM_A , per poi passare al classico southern-rock di When He’s Gone e Primer Coat , il malinconico country-folk rock di Pauline Hawkins https://www.youtube.com/watch?v=CUQ464-Ubr8 , lo splendido incedere di Made Up English Oceans https://www.youtube.com/watch?v=kBsOM1RR4jo , per poi arrivare al brano più politico dell’album, la tambureggiante The Part Of Him https://www.youtube.com/watch?v=uAoIlU_Z_7I . Nella seconda parte del disco arrivano i momenti più riflessivi con le ballate Hanging On e When Walter Went Crazy (sembrano uscite dai vecchi vinili dei Rolling Stones), per poi ritornare alle amate atmosfere “southern” con Hearing Jimmy Loud e Til He’s Dead Or Rises, alla parentesi blues di Natural Light, e chiudere con il country agreste di First Air Of Autumn https://www.youtube.com/watch?v=r_m6bakjshc e l’accorata elegia finale di Grand Canyon (una delle più belle canzoni dei DTBhttps://www.youtube.com/watch?v=chZVZoIWONk , dedicata come detto al loro amico musicista Greg Lieske.

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Patterson Hood, Mike Cooley e soci sono musicisti di prim’ordine, e si sono conquistati negli anni un posto al sole nel rock americano, per aver integrato il vecchio classico rock n’roll fatto anche di ballate e chitarre grintose, mischiandolo con qualche sprazzo di country, saltuari frammenti di blues, un po’ di folk, il tutto integrato con testi taglienti e politici, senza mai venire a patti con l’industria discografica (nello scorso disco c’era Assholes). English Oceans è un disco di rock americano puro e di qualità cristallina, da ascoltare possibilmente a tutto volume, riforniti di birre fresche e ovviamente bottiglie di Jack Daniels e Southern Comfort, immaginando di essere ad Athens, dove questa musica si ama appassionatamente.

Tino Montanari

drive-by record store

*NDB. Recensione in leggero ritardo sull’uscita, ma il disco merita, nel frattempo il gruppo ha suonato a Denver, come vedete nel manifesto, per il Record Store Day https://www.youtube.com/watch?v=tR9590eUuOM , e ha pubblicato anche un EP Dragon Pants!

Cosa Troveremo Nell’Uovo Pasquale? Sicuramente Xtc – Skylarking (Corrected Polarity Edition) & Little Feat – Live In Holland 1976 (E Lista Record Store Day)

xtc skylarking corrected xtc skylarking

Le settimane pre e post pasquali (15 e 22 aprile) ci riservano, tra le tante, due uscite che faranno la gioia degli appassionati della buona musica. Partiamo con la prima:

XTC – Skylarking Corrected Polarity Edition – Ape/Panegiryc 15-04-2014

Nel 1986 dalla burrascosa unione tra il musicista e produttore americano Todd Rundgren e gli inglesi Xtc (che non si erano particolarmente amati, per usare un eufemismo) nacque quello che è giustamente considerato uno dei più bei dischi di Pop in Excelcis Deo della storia della nostra musica, Skylarking http://www.youtube.com/watch?v=TOQG0WtPhsc . Prima visto con sospetto dalla etichetta americana Geffen, che lo distribuiva sul mercato USA, e poi, sulla scia dell’inconsueto successo del brano Dear God http://www.youtube.com/watch?v=hk41Gbjljfo , aggiunto in tutta fretta (infatti la versione UK della Virgin, quella che ha anche il sottoscritto non lo riporta, in quanto la canzone era uscita solo su un 12″), arrivando a vendere oltre 250.000, il massimo successo commerciale della band di Andy Partridge e Colin Moulding.

Anche la copertina, forse per ovvi motivi, venne rifiutata e al posto del simpatico pube fiorito apparvero due fauni che se la zufolavano di gusto. Preceduta nel 2010 dalla edizione in vinile “corretta”, ora esce anche la nuova versione in CD, curata dal mastering engineer John Dent, con la polarità del suono riposizionata, qualsiasi cosa voglia dire, ma che da quello che ho inteso non è semplicemente l’inversione dei due canali dello stereo, bensì un più subdolo e difficile da rivelare difetto che faceva sì che il suono perdesse in presenza e brillantezza. Forse non se ne era mai accorto nessuno per decenni, musicisti inclusi e men che meno il vostro fidato estensore di Post, al quale il disco è sempre parso avere un suono della Madonna, ma non Dear God (ebbene sì, ho fatto la battuta). Nella nuova versione il controverso brano c’è e quindi penso che me lo ricomprerò:

1. Summer’s Cauldron
2. Grass
3. The Meeting Place
4. That’s Really Super, Supergirl
5. Ballet for a Rainy Day
6. 1000 Umbrellas
7. Season Cycle
8. Earn Enough for Us
9. Big Day
10. Another Satellite
11. Mermaid Smiled
12. The Man Who Sailed Around His Soul
13. Dear God
14. Dying
15. Sacrificial Bonfire

Questa è la lista sul sito della Ape, l’etichetta del gruppo, ma altre liste riportano 17 brani con Dying e Sacrificial Bonfire riportate una seconda volta alla fine del CD (forse le versioni del singolo dell’epoca?). Il tutto dovrebbe essere a mid-price.

little feat live in holland 1976

Little Feat – Live In Holland 1976 CD+DVD Eagle Rock 22-04-2014

Altra bella sorpresa, dopo il recente cofanetto Rad Gumbo – The Complete Warner Bros Years 1971-1990, fra un mesetto esce questo bel doppio dedicato sempre ai Little Feat. La copertina potrebbe essere provvisoria ma l’uscita è certa http://www.youtube.com/watch?v=lvelsr9vHhI . Si tratta della prima pubblicazione ufficiale del concerto europeo della grande band di Lowell George, tenutosi il 7 giugno del 1976 allo Sportpark di Geelen, nel corso del Pinkpop Festival avvenuto in quell’anno in terra olandese e debitamente mandato in onda ai tempi (non solo da quali radio e televisioni!). Il tutto era uscito già in edizione bootleg, sia audio

little feat pink pop bootleg

che video

little feat pink pop bootleg2

Ma ora esce finalmente in edizione ufficiale, anche se per i soliti misteriosi motivi (problemi tecnici?), il DVD avrà due brani in meno del CD. Comunque è sempre grasso che cola o se preferite un commento più composto, gran bella musica. E non dovrebbe costare molto!

Ci sono altre uscite interessanti nel prossimo mese di aprile (ma non per il Record Store Day, a parte per gli appassionati di vinile, come potete vedere nella lunga lista pubblicata dopo la fine del Post, pochi CD e DVD, qualche cassetta!), restate sintonizzati sul Blog e le scoprirete.

Alla prossima.

Bruno Conti

???, Side by Side Series (7” Vinyl)

The Allman Brothers, Selections from: Play All Night: Live at the Beacon Theatre 1992 (12” Vinyl)

Dave Alvin & Phil Alvin, Songs from Common Ground (12” Vinyl)

American Authors/The Mowglis, “In a Big Country”/”You Make My Dreams Come True” (7” Vinyl)

Albert Ammons, Boogie Woogie Stomp/Boogie Woogie Blues (12” Vinyl)

Anamanaguchi, Scott Pilgrim vs. the World (Original Movie Soundtrack) (12” Vinyl)

The Animals, The Animals EP (10” Vinyl)

Atmosphere, The Lake Nokomis Maxi Single (12” Vinyl)

Autumn Defense/Josh Rouse, Sentimental Lady/Trouble (7” Vinyl)

Joan Baez, Blessed Are (12” Vinyl)

Bastille, Of the Night Picture Disc (10” Vinyl)

Beauregarde, Testify (7” Vinyl)

Between the Buried and Me, Colors_Live

Big Mama Thornton, Sassy Mama (12” Vinyl)

David Bowie, 1984 Picture Disc (7” Vinyl)

Charles Bradley, I Hope You Find the Good Life (12” Vinyl)

Brian Jonestown Massacre, (12” Vinyl)

Broken Bells, Holdin on for Life (12” Vinyl)

Jake Bugg, Live at Silver Platters (CD) (12” Vinyl)

Built to Spill, Ultimate Alternative Wavers (12” Vinyl)

Cage the Elephant, Take It or Leave It (7” Vinyl)

Cancerous Growth, Cancer Causing Agents; A Cancerous Growth Discography (12” Vinyl)

Eric Carmen, Brand New Year/Starting Over (7” Vinyl)

Chiodos, R2Me2/Let Me Get You A Towel (7” Vinyl)

Chocolate Milk, Actions Speak Louder Than Words (12” Vinyl)

Christian Death, The Edward Colver Edition (7” Vinyl)

Eric Church, The Outsiders (12” Vinyl)

Chvrches, Recover EP (12” Vinyl)

Circa Survive/Sunny Day Real Estate, Split (7” Vinyl)

The Civil Wars, Live at Eddie’s Attic (12” Vinyl)

Clutch/Lionize, Split (7” Vinyl)

Sam Cooke, Ain’t That Good News (12” Vinyl)

Creedence Clearwater Revivial, The 1969 Singles (10” Vinyl)

Cults, Upstairs at United (12” Vinyl)

The Cute/Dinosaur Jr., Side by Side Series (7” Vinyl)

Cut Copy, In the Arms of Love/Like Any Other Day (10” Vinyl)

Dave Matthews Band, Live Trax Vol. 4

Dawes/Conor Oberst, Split (7” Vinyl)

Death Cab for Cutie feat. Magik*Magik Orchestra, Live 2012

Deer Tick, Eel Bowel (7” Vinyl)

Deerhoof & Ceramic Dog, Split (7” Vinyl)

Devo, Butch Devo and the Sundance Gig (12” Picture Disc)

Devo, Live at Max’s Kansas City (12” Vinyl)

Devo/The Flaming Lips, Side by Side Series (7” Vinyl)

Die Kreuzen, Cows and Beers (7” Vinyl)

Disclosure, Apollo (12” Vinyl) (CD)

The Doors, Weird Scenes Inside the Goldmine

Dream Theater, Illuminastion Theory (12” Vinyl)

The Dresden Dolls, The Dresden Dolls

Drive-By Truckers, The Dragon Pants (10” Vinyl)

Steve Earle, Townes: The Basics (12” Vinyl)

The Everly Brothers, Roots

The Everly Brothers, (12” Vinyl)

Fishbone, Fishbone (12” Vinyl)

The Flaming Lips, 7 Skies H3 (12” Vinyl)

Fleetwood Mac, Dragonfly/The Purple Dancer (7” Vinyl)

Foals, Live at Royal Albert Hall (12” Vinyl)

Darq E Freaker, Ironside (12” Vinyl)

Frightened Rabbit, Live from Criminal Records (12” Vinyl)

Jerry Garcia, Garcia

Genesis, From Genesis to Revelation (12” Vinyl)

The Glitch Mob, Drink the Sea/We Can Make The…

Gram Parsons, 180 Grams: Alternate Takes from GP and Grievous Angel

Grateful Dead, Live at Hampton Coliseum

Green Day, Demolicious (Cassette) (CD) (12” Vinyl)

Norman Greenbaum, Spirit in the Sky (12” Vinyl)

Haim, Forever (12” Vinyl)

Grant Hart, Every Everything/Something Something (12” Vinyl)

Oliver Hart, The Many Faces of Oliver Hart Or: How Eye One The Write Too Think

Donny Hathaway, Live at the Bitter End 1971

Mayer Hawthorne/Shintaro Sakamoto, Wine Glass Woman/In A Phantom (7” Vinyl)

Husker Du, Candy Apple Grey (12” Vinyl)

Ice T, Greatest Hits (12” Vinyl)

Chuck Inglish & Action Bronson, Gametime (7” Vinyl)

Chuck Inglish & Chance The Rapper, Glame (7” Vinyl)

Chuck Inglish & Chromeo, Legs (7” Vinyl)

Chuck Inglish, Mac Miller & Ab-Soul, Easily (7” Vinyl)

J Spaceman & Kid Millions, Live at La Poisson Lounge (12” Vinyl)

Jay Z/Linkin Park, Collision Course (12” Vinyl)

Joan Jett and the Blackhearts, Glorious Results of a Misspent Youth (12” Vinyl)

The Jon Spencer Blues Explosion, She’s On It/Jack the Ripper (12” Vinyl)

Joy Division, An Ideal for Living (12” Vinyl)

The Julie Ruin, Brightside/In the Picture (7” Vinyl)

Stephen John Kalinich, A World of Peace Must Come

Karma to Burn, Karma to Burn (12” Vinyl)

Katatonia, Kocytean (12” Vinyl)

Jorma Kaukonen, Quah (12” Vinyl)

Kings of Leon, Wait for Me (7” Vinyl)

Lake Street Dive, What I’m Doing Here/Wedding Band (7” Vinyl)

Ray LaMontagne, Supernova (7” Vinyl)

Langhorne Slim & The Law, Animal (7” Vinyl)

The Last Internationale, Life, Liberty and the Pursuit of Indian Blood (7” Vinyl)

Hamilton Leithauser, Alexandria B/W In the Shadows (7” Vinyl)

Meade “Lux” Lewis, (12” Vinyl)

The Litter, Action Woman/A Legal Matter (7” Vinyl)

Little Dragon, Klapp Klapp

Charles Lloyd, Lie at Slug’s in the Far East (12” Vinyl)

Machine Head, A New Machine (10” Vinyl)

Man Man, The Man in Turban with Blue Face (12” Vinyl)

Mastodon, Live at Brixton (12” Vinyl)

Jim McCarthy (of The Yardbirds), Frontman (12” Vinyl)

MKTO, Classic (7” Vinyl)

Wes Montgomery & The Montgomery-Johnson String Quintet, Wes Montgomery & The Montgomery-Johnson Quintet (10” Vinyl)

Wes Montgomery & The Montgomery-Johnson String Quintet, Live at the Turf Club (10” Vinyl)

Motorhead, Aftershock (12” Vinyl)

Mudhoney, On Top (12” Vinyl)

Mark Mulcahy, Fathering (12” Vinyl)

Randy Newman, Randy Newman (12” Vinyl)

Nirvana, (7” Vinyl)

The Notorious B.I.G, Life After Death

The Notwist, Run Run Run (10” Vinyl)

Oasis, Supersonic (12” Vinyl)

Conor Oberst, Hundreds of Waves/Fast Friends (7” Vinyl)

Of Montreal, Jigsaw Puzzle (7” Vinyl)

Of Montreal, Satanic Panic: 10th Anniversary

Off!, Learn to Obey (7” Vinyl)

William Onyeabor, What?! (12” Vinyl)

Opeth, Watershed

The Orwells, The Righteous One (12” Vinyl)

Ozric Tentacles, Sploosh! (12” Vinyl)

Jimmy Page & The Black Crowes, Live at the Greek

Paramore, Ain’t It Fun (12” Vinyl)

Dolly Parton, Blue Smoke (7” Vinyl)

Katy Perry, Prism Picture Disc

Pinback, Pinback (12” Vinyl)

Pissed Jeans, The Very Best of Sub Pop (10” Vinyl)

The Pogues, Live with Joe Strummer

Poison Idea/Pantera, Side by Side Series (7” Vinyl)

Pussy Galore, Pussy Gold 5000 (12” Vinyl)

Quantic, You Will Return (7” Vinyl)

Ramblin’ Jack Elliott, Jack Elliott (12” Vinyl)

The Ramones, Meltdown with The Ramones (10” Vinyl)

Otis Redding, Pain in My Heart (12” Vinyl)

Alexander Robotnick, Vintage Robotnick (12” Vinyl)

Rockabye Baby!, Rockabye Baby! Lullaby Renditions of David Bowie (12” Vinyl)

RPM Turntable Football, A Two Player Game Played at 33 1/3 RPM (12” Vinyl)

Bobby Rush, Upstairs at United (12” Vinyl)

Skrillex, Recess (Cassette)

Slipknot, Vol. 3 (12” Vinyl)

Soundgarden, Superunknown: The Singles

Spanish Gold, Out on the Street (7” Vinyl)

Ronnie Spector & The E Street Band, Say Goodbye To Hollywood/Baby Please Don’t Go (7” Vinyl)

Regina Spektor, You’ve Got Time (7” Vinyl)

Bruce Springsteen, American Beauty (12” Vinyl)

The Standells, Dirty Water/Twitchin’ (7” Vinyl)

The Sunrays, Our Leader/Won’t You Tell Me (7” Vinyl)

Tame Impala, Live Versions (Vinyl)

Tears for Fears, Ready Boys & Girls (10” Vinyl)

The The, Giant Double A-Side (12” Vinyl)

Type O Negative, Slow, Deep and Hard (12” Vinyl)

Chad Vangaalen, I Want You Back (7” Vinyl)

Various Artists, The Space Project (12” Vinyl) (CD)

Various Artists, The Folk Box 50th Anniversary

Various Artists, Electroconvulsive Therapy Vol. 2 (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Psychedelic Bollywood (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Voodoo (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to African Blues (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Latin Rare Groove (Vol 1) (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Mali (2nd Edition) (12” Vinyl)

Various Artists, Sun Records Curated by Record Store Day (Volume 1) (12” Vinyl)

Various Artists, The Muppet Movie (12” Vinyl)

Various Artists, Live from High Fidelity Podcast: The Best of the Podcast Performances (12” Vinyl)

Various Artists, The Newport Folk Festival 1963—The Best of the Evening Concerts, Vol. 1 (12” Vinyl)

The Velvet Underground, Loaded (12” Vinyl)

Veruca Salt, Veruca Salt (7” Vinyl)

Vitamin String Quartet, Vitamin String Quartet Performs Weezer’s Pinkerton (12” Vinyl)

Butch Walker, End of the World (One More Time)/Battle vs. The War (10” Vinyl)

Doc Watson, Southbound (12” Vinyl)

White Denim, A Place to Start (Jamie Lidell Remix) (7” Vinyl)

The Wild Feathers, Got it Wrong/Marie (7” Vinyl)

Hank Williams, The Garden Spot Programs, 1950—Extended Play (10” Vinyl)

James Williamson, Open Up and Bleed/Give Me Some Skin (7” Vinyl)

Link Wray, Slinky/Rendezvous (7” Vinyl)

The Yardbirds, Little Games (12” Vinyl)

Frank Zappa, (7” Vinyl)

Zedd, Find You: Turn Up Your Night Edition (12” Vinyl)

The Zombies, I Love You (12” Vinyl)

The Zombies, Odessey and Oracle (12” Vinyl)

Springsteen News! Musicares DVD e Blu-ray + Record Store Day EP.

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A MusiCares Tribute to Bruce Springsteen – DVD o Blu-Ray – Columbia/Sony 25-03-2014

Come molti di voi sapranno (perché ne ho parlato in relazione ad altre edizioni) ogni anno, nella stessa settimana dei Grammy e organizzata dalla stessa associazione, si svolge la premiazione del Musicares Award to The Person Of The Year, in cui viene assegnato il premio al musicista che più si è distinto nell’ambito umanitario e nella filantropia verso i bisognosi (anche i colleghi in difficoltà). Negli ultimi anni il premio era andato a Paul MCartney, Barbra Streisand, Neil Young, Neil Diamond, ma la cerimonia si svolge dal lontano 1991 in cui il premio andò a David Crosby. La particolarità della serata sta nella impressionante quantità di musicisti che si radunano per rendere omaggio al festeggiato, eseguendo cover di molti dei suoi brani più celebri e, soprattutto da qualche edizione a questa parte, nel finale sale sul palco anche il soggetto dei festeggiamenti eseguendo, da solo o in coppia, alcune delle proprie canzoni. Essendo stato l’ultimo della serie Bruce Springsteen (l’8 febbraio del 2013 al Los Angeles Convention Center, quest’anno la festeggiata era Carole King) e trattandosi del ” Boss”, il concerto è andato ben oltre il limite delle due ore, con gran finale di 5 brani eseguiti dalla E Street Band e ospiti assortiti. Il tutto uscirà in DVD o Blu-Ray il 25 marzo p.v., con questo contenuto:

1. ALABAMA SHAKES – “Adam Raised a Cain”
2. PATTI SMITH – “Because the Night”
3. NATALIE MAINES, BEN HARPER, and CHARLIE MUSSELWHITE – “Atlantic City”
4. KEN CASEY – “American Land”
5. MAVIS STAPLES and ZAC BROWN – “My City of Ruins”
6. MUMFORD & SONS – “I’m On Fire”
7. JACKSON BROWNE featuring TOM MORELLO – “American Skin (41 Shots)”
8. EMMYLOU HARRIS – “My Hometown”
9. KENNY CHESNEY – “One Step Up”
10. ELTON JOHN – “Streets of Philadelphia”
11. JUANES – “Hungry Heart”
12. TIM MCGRAW and FAITH HILL – “Tougher Than the Rest”
13. TOM MORELLO and JIM JAMES – “The Ghost of Tom Joad”
14. JOHN LEGEND – “Dancing in the Dark”
15. STING – “Lonesome Day”
16. NEIL YOUNG & CRAZY HORSE – “Born in the U.S.A.”
17. NEIL PORTNOW – MusiCares Award Presentation,
BRUCE SPRINGSTEEN & THE E STREET BAND
18. “We Take Care of Our Own”
19. “Death to My Hometown”
20. “Thunder Road”
21. “Born to Run”
22. “Glory Days” with Cast Ensemble
Aggiungerei solo un “apperò” alla Piccinini o un mica male, se preferite.

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E non è finita sul fronte Springsteen. Il 19 aprile, per il Record Store Day, verrà pubblicato (naturalmente a tiratura limitata e di difficile reperibilità) anche un vinile EP 12 pollici, quindi formato LP,  intitolato American Beauty, contenente 4 brani inediti registrati nel corso delle stesse sessions di High Hopes, con la produzione di Ron Aiello. Tre con la presenza di Tom Morello in formazione, la citata title-track, Mary, Mary e Hey Blue Eyes, tutti brani “nuovi”, più quella che si suppone essere una ennesima cover, tra le più “oscure”, che tanto piacciono a Bruce: Hurry Up Sundown, si pensa (ma è da confermare, come pure la copertina dell’EP, che al momento manca all’appello) possa essere un brano del lontano 1967 dei rockers locali Balloons Farm, una band sconosciuta ai più che incideva per la Laurie Records ed il cui leader, ed autore del pezzo, era tale Mike Appel, il futuro primo manager di Bruce Springsteen. Un omaggio tardivo, un modo per fare la pace? O solo un caso di omoninia? Vedremo. Per il momento, siete avvisati.

Alla prossima.

Bruno Conti

Record Store Day 2013 – Lowlands Left Of The Dial + Ed Abbiati Speaks (Ma Anch’io)…! Parte I

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Lowlands – Left Of The Dial – Everybody Knows This Is Nowhere – Gypsy Child/IRD

La scorsa settimana ci siamo visti con Ed Abbiati per fare quattro chiacchiere (anche cinque) sulla prossima uscita del nuovo EP dei Lowlands per il Record Store Day 2013, il prossimo 20 aprile (a proposito ho visto che suonano a Stoccolma per festeggiare l’evento, due passi da qui, se siete dalla quelle parti!), e anche su passato, presente e futuro della Band, qualche giorno per trascrivere il tutto in un italiano decente (e con un po’ di editing per ridurre al minimo le prolissità, soprattutto mie, senza riuscirci credo) e fra poco potrete leggere il risultato, ma prima due parole sul dischetto…

L’EP o CD singolo, come preferite, esce in una tiratura limitata di 200 copie e come in tutti i 45 giri seri ha un doppio lato A: Left Of The Dial, la cover dei Replacements da una parte (e sopra vedete il video) e sull’altro lato (virtuale) Everybody Knows This Is Nowhere di Neil Young. Avviso per i naviganti, questi sono i Lowlands che roccano e rollano a tutte chitarre con Roberto Diana e la sua solista “all over the place”, registrato lo scorso 8 novembre a Bryn Mawr nel Galles è rock puro e semplice, non adulterato, oltre alla chitarra di Roberto, basso Enrico Fossati, batteria Mattia Martini e tastiere, piano e organo, il fido Francesco Bonfiglio, nel gruppo dai tempi di Gypsy Child, più la voce di Ed, la formula perfetta del R&R. Non vi resta che comprarlo e spararlo a tutto volume sul vostro impianto.

Passiamo alla “intervista”. Giustamente avevo detto al nostro amico: hai parlato con il Busca, con Mescalina, con varie riviste estere, facciamo quattro chiacchiere anche noi, magari anche di argomenti non trattati in precedenza, una cosa informale, detto fatto (qualche mesetto per organizzare l’incontro in terreno neutro) e via.

Domanda interlocutoria, per rompere il ghiaccio, visto che abbiamo entrambi cognomi riconducibili a calciatori, se digito su Google Bruno Conti (più chiaro per me, avendo vinto il mondiale 1982) meno per lui visto che il portiere del Milan si chiama Christian Abbiati, ma se aggiungiamo rispettivamente Disco Club e Lowlands si apre tutto un mondo di musica.

E quindi, per partire dalle origini, la prima domanda al cittadino del mondo Ed riguarda la tua origine, come molti sanno, doppia nazionalità, mamma inglese e papà italiano, ma esattamente dove? L’anno è il 1973, come riporta anche Wikipedia.

Esatto, nato a Portsmouth sulla costa inglese, poi dal 1975 al 1980 in Francia (oui) e nuovamente dal 1983 al 1986, quindi francese prima lingua, poi inglese e nuovamente francese, scuole medie e superiori in Italia e finalmente si impara l’italiano (ma non per cantare). Saltando di palo in frasca, ad inizio anni 2000 un annetto sabbatico in Australia (NDB Qui sviluppa la sua ammirazione per Tim Rogers e una delle band più interessanti di Down Under, gli You Am I, poco conosciuti, purtroppo, nelle nostre lande, ancorché “basse”) e poi “cacciato” per scadenza del permesso di lavoro e ritorno in Europa a pochi giorni dall’11 settembre, trovo un lavoro nel mio ambito che è quello dell’informatica a Londra.

La seconda domanda è: come scatta la passione per la musica? Qualche appassionato in famiglia?

La mamma, nata più o meno agli albori dell’epoca beat con i Beatles a due passi, Paul McCartney il preferito, i vinili in casa erano la raccolta di Leonard Cohen, quella di Dylan (il primo Greatest Hits), Madman Acros The Water di Elton John, la colonna sonora del Violinista sul Tetto (Fiddler On The Roof) in conseguenza del fatto che prima di diventare mamma, da giovane, fosse stata una attrice teatrale e poi la sorella maggiore negli anni ’80, per osmosi, origliando alle pareti, ti lascia sentire Cure, Depeche Mode, U2, R.e.m. mentre a Parigi negli anni ’70 nella collezione del babbo, c’era una raccolta di Modugno. Se vuoi sapere come scatta la passione per la musica, da ragazzino avendo una famiglia che per lavoro si spostava moltissimo ero abbastanza introverso, quindi ascoltavo molta musica e leggevo tanti libri, le prime cassettine fatte dalla sorella con R.e.m., Replacements (ecco qua!) ma non ricordo se, pur essendo l’84/’85 c’era Left Of The Dial, sarebbe divertente ma non ricordo, c’erano solo i nomi dei gruppi, niente titoli. In quegli anni c’era anche la passione per lo sport, il rugby soprattutto, ma a seguito di un incidente dove mi sono rotto il ginocchio, passando da quattro allenamenti alla settimana a zero, tramite un amico dell’epoca, Stefano Speroni, poi nella prima formazione dei Lowlands, gli ho chiesto di insegnarmi tre o quattro accordi sulla chitarra acustica, siamo nel 1992, a 19 anni. Subito, non essendo la pazienza tra le mie virtù, ho iniziato a scrivere canzoni mie, in inglese che era la lingua che si parlava in casa, una conseguenza del fatto che già scrivessi comunque poesie, racconti, libri già prima del ritorno in terra inglese.

Quindi erano anche gli anni delle “vacanze scozzesi” poi raccontate nel disco di Donald e Jen MacNeill?

Più o meno sono quelli, anche se si era in mezzo al nulla, di fronte al Canada (a qualche milione di chilometri), a Colonsay, Highlands scozzesi, mentre i mie zii e cugini erano a Oronsay, due volte ogni giorno in mare, lavorare in fattoria durante il giorno, nel periodo estivo, con la radio sul trattore, il pezzo di Bryan Adams (Everything I Do) I Do It for You dalla colonna sonora di Robin Hood sempre presente e cordialmente “odiato” e le canzoni alla sera che scriveva Donald, che era il musicista del luogo (NDB Breve reminiscenza del sottoscritto che ricorda di averlo visto, Bryan Adams, nel 1983 al Rolling Stone di Milano quando in giro per il mondo era già famoso, ma saranno state presenti poco più di 100 persone, una tristezza, però molto professionale, e anche bravo, agli inizi, poi due palle, fine della digressione).

A questo punto mi scappa di dire che poi è arrivato quello senza la B davanti.

Ryan Adams, io lo chiamo il migliore della mia generazione, fantastico, di recente stavo ascoltando i suoi concerti dal vivo (credo che parli del box set Live After Deaf, 15 cd dal vivo pubblicati a tiratura limitata e si viene a anche a parlare della miriade, oltre 400 che si trovano sul sito gratuito archive.org)  i miei due preferiti degli anni ’90 sono lui e Tim Rogers, l’australiano ( e a questo punto Ed, un po’ piccato per il mio scetticismo verso la fama di Tim, parte con una difesa a spada tratta degli You Am I): hanno fatto 4 o 5 Lollapalooza, il loro disco di esordio è stato prodotto da Lee Ranaldo e lui è una gran penna. Di Ryan Adams sono fiero di avere visto i Whiskeytown a Londra nel loro unico tour europeo, al Borderline vicino Tottenham Court Rd nel 1998, prima dell’inizio della fine per il gruppo (a questo punto si viene a parlare brevemente di locali e tour, di Lee Clayton che Ed non conosce, e si finisce per parlare delle gaffes di un noto giornalista italiano già ricordate su questo blog).

Torniamo al ritorno dall’Australia, a questo punto dovremmo essere ai primi passi dei Lowlands?

Per la verità a fine anni ’90 avevo già registrato dei demo a Londra di miei canzoni, con altri musicisti, mai pubblicati, genere un po’ più grezzo di quello del gruppo e anche in Australia ho registrato dei demos, che ho ancora. Nel 2002 ero di nuovo a Londra, senza lavoro nel post 11 settembe, un po’ con il culo per terra, e nell’inverno di quell’anno, ospitato da amici, ho scritto praticamente tutti i brani che poi sarebbero diventati The Last Call, tranne uno e poi nella primavera del 2003 tornai a Pavia, dove avevo fatto il liceo da ragazzino, ma non conoscevo più gli amici di un tempo. C’era già una scena locale, c’erano i Mandolin Brothers, che esistono praticamente da sempre, c’era fermento, c’era un locale giusto, Spazio Musica e dove avere sistemato la prima la mia vita, con lavoretti vari e poi un lavoro fisso, ho conosciuto Simone Fratti, il contrabbassista, c’era un chitarrista John Prunetti, Stefano Speroni, anche lui avanti e indietro da Londra, in quel periodo era a Pavia e tramite un amico americano che stava producendo un tributo ai Gourds e mi conosceva avendo sentito alcuni miei demo, mi propose di registrarne uno per il CD, peraltro mai uscito, credo siano state registrate 50 canzoni, ma l’album non è stato mai pubblicato.  Il brano in questione era Lowlands e avevo conosciuto anche il gruppo a Austin, Texas (si parla anche brevemente dei Gourds, di nuovo in pista nel 2011, del violoncellista che suonava anche con Lyle Lovett o viceversa e del gruppo collaterale di Kevin Russell,  gli Shinyribs). A questo punto, con un mezzo gruppo, perché non c’erano un chitarrista, un bassista, un batterista, a rate, quando c’erano i soldi, i Lowlands, che almeno avevano un nome, iniziano a incidere il primo album, un giorno di studio ogni tanto, con lentezza, quasi di nascosto, il primo brano inciso era l’ultimo scritto, In The End, registrato in un giorno, non c’era ancora Roberto e la Chiara è arrivata solo per fare gli overdubs a disco in fase di completamento, dal Conservatorio ma anche da gruppi rock metal che avevano aperto per gli Skid Row in Italia (l’avreste mai detto?), violino elettrico, pedale wah-wah che spesso veniva scambiato per una chitarra. Per dire la nostra attitudine dei tempi, Simone Fratti il bassista elettrico, tutto tatuato era un punk ma aveva studiato il contrabbasso al Conservatorio, la Chiara Giacobbe veniva anche lei dal Conservatorio. Io avevo già in mente il suono che volevo, tra l’acustico e l’elettrico, e sono stato fortunato a trovare dei musicisti in grado di realizzarlo alla perfezione, una parte acustica folk tradizionale e una parte elettrica, molto Replacements, un po’ rovinata, un po’ sguaiata.

A questo punto lo interrompo per giocarmi il “domandone”: sul sito inglese Americana-UK.Com siete stati definiti “Italy’s Number One Roots-Rock Band” ma che genere fate esattamente?

Anche l’unica, non ce n’è molte, ma se dovessi definire il genere per me è semplicemente Rock (e qui concordiamo), forse roots (ma i Waterboys che genere fanno? Folk-rock”) ma all’inizio ci avevano inserito nell’alternative country, ma onestamente quel genere negli anni ’90 era rock in effetti (c’erano gli Uncle Tupelo), Mellencamp era con il violino ma era rock, quindi non so che genere facevamo, anche se spero che dal feedback che ho sentito in questi ultimi mesi, dopo Beyond, la gente comincia a dire che abbiamo un suono Lowlands,  anche se la svolta senza violino ha portato un cambiamento (ma in Fragile Man suona ancora, un brano registrato prima del resto dell’album, per “ricordare” il soggetto della canzone, nato da un SMS ricevuto da questo amico che poi non ce l’avrebbe fatta, ma riuscì almeno a sentire la canzone in questa versione). Tornando al genere, mi piacciono i Waterboys, i Replacements di Tim (butto lì Wilco, perché Ed in una intervista ha detto che ogni volta che sente il nome paga da bere) perché ogni pezzo ha una sua forte personalità a prescindere dal genere, anche i Wilco all’inizio hanno avuto i loro problemi, ma stare nei Lowlands, non è stato solo per motivi finanziari, almeno credo, c’era una unità di intenti, la voglia di fare musica tra mille difficoltà, il problema dei soldi non si è mai posto, anche perché non ce n’erano o molto pochi, quasi tutti facevamo anche altri lavori per tirare la carretta, ma eravamo comunque dei musicisti professionisti, io, Chiara, Roberto, la band in generale ha voluto sempre essere presente, magari anche oltre i nostri mezzi, siamo sempre andati in giro a suonare dove ci chiamavano, tour faticosi e quello ha avuto un suo peso. Sull’evoluzione della band, ci sono stati dei momenti in cui eravamo tutti insieme e altri in cui alcuni poi se ne sono andati (si parla anche di Will T Massey, un cantante di culto che non ha avuto un grande successo ma che Ed apprezza moltissimo).

A questo punto sbuca nell’ingresso del teatro anche Roberto Diana che stava provando con il suo quartetto per un concerto serale e stava finendo la memoria audio del telefonino (il resto è stato registrato su quello di Ed) direi che possiamo interrompere qui la trascrizione più o meno fedele di quanto detto e il resto alla prossima puntata (penso domani o dopo, il tempo di scrivere il tutto).

End Of Part One, segue.

Bruno Conti

Record Store Day 2012 Bis. Un Anglo-Pavese Festeggia Con Noi: Lowlands The Woody EP

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Anche in Italia, come nel resto del mondo, oggi si festeggia il Record Store Day, la giornata dei negozi indipendenti, specie in via di estinzione purtroppo, quindi creiamo delle oasi per la salvaguardia della “fauna compratrice e venditrice”. Da noi, per le regole bizzarre che segue la discografia italiana, molti prodotti specifici di questa giornata del 21 aprile verranno pubblicati il 24 aprile, il 30 aprile e financo l’8 maggio. Misteri!

Quello che vedete effigiato qui sopra è il contributo dei Lowlands di Edward Abbiati alla giornata, un The Woody EP dedicato al grande Guthrie di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Il buon Ed sta cercando anche di pubblicare un album intero dedicato al musicista di Okemah, anche gratis, mi dice! Se qualcuno è interessato a pubblicarlo (etichetta o casa discografica) si faccia avanti con lui. E questa estate, probabilmente, uscirà il nuovo album dei Lowlands, che si chiamerà Beyond (TBC, To Be Confimed, come dicono quelli che parlano bene).

Nel frattempo oggi ha pubblicato su Facebook questo suo “pensiero” sulla giornata che vi giro:

Buon Record Store Day a tutti! Il sole splende a Pavia dopo credo 40 giorni e 40 notti di pioggia!
In tutto il mondo oggi si celebra la festa dei negozi di dischi indipendenti, quelli che ti fanno trovare il nuovo album di Dave Alvin il giorno che esce, quelli che hanno una parete dedicata alle band locali, quelli che mettono ancora fuori locandine per i concerti locali, quelli dove puoi entrarci e dire…”consigliami tu”, quelli dove mentre aspetti di pagare magari fondi una band, quelli dove se arrrivi verso sera ci scappa pure la birra mentre si ascolta il nuovo bootleg di Tom Waits, quelli dove puoi anche litigare su chi ha prodotto il primo disco dei Big Star, quelli dove il nuovo album di Westerberg devi prenotartelo in anticipo altrimenti va esaurito, quelli dove Stiv Cantarelli lo trovi in vetrina e la pausini…la Pausini no! quelli dove puoi entrare ed uscire senza comprare nulla, o quelli dove puoi entrare e spendere e uscirne più ricco. Quelli che purtroppo quando chiudono, quasi mai riaprono, quelli che il download non fa male….beh forse male un pò fa. Quelli dove io ho imparato tanto e preso tanto, quelli cui sono grato, quelli che cerco come prima cosa quando arrivo in una nuova città, quelli che a differenza di chi (tanti) ci campa di musica, la amano davvero e per sempre.
Quelli che non ti contano palle e non ti rifilano sole e che se il CD proprio non ti piace…se lo riprendono.
Quei dischi, quei negozi, la mia educazione sentimentale…adesso sapete di chi è la colpa!
Quei negozi che non hanno bisogno di noi più di quanto noi abbiamo bisogno di loro.
Quei negozi che combattono una battaglia persa in partenza….come ogni fottuta rock n roll band che si rispetti.
A chi frega, a chi dice il falso, a chi è morto dentro…a chi non tratta la musica come cibo per l’anima…il centro commerciale è aperto anche nei giorni di festa.
Oggi in 50 copie esce un piccolissimo EP nella nostra città nella speranza di far muovere qualche culo in più in direzione CD LAND, via olevano 1 a Pavia. E di farli ritornare.
Quando esce il nuovo di Tom Ovans Nello? e l’ultimo dei Waterboys merita? e il nuovo dei Lowlands me lo vendi? che birra vuoi?
grazie Nello!
See ya out there
LOWLANDS
“THE WOODY EP”
1- Blowing Down This Old Dusty Road
2- Homeward Bound – Alt Mix (featuring Franco Limido)
3- Lonesome Valley
4- Lovers & Thieves – Demo
Edward Abbiati: Acoustic Guitar & Vocals
Francesco Bonfiglio: Accordion
Roberto Diana: Dobro & Slide Guitar, Backing Vocals
&
Franco “Chino” Limido on Harmonica
Produced by Lowlands

Firmato Edward Abbiati.

Fondalmente sono d’accordo, come sapete questo Blog prende spunto, è l’erede, di un negozio storico di Milano che ricorre nel logo.

Bruno Conti

P.s Caro Ed, so che la domanda era retorica ma “casualmente” è uscito un CD dei Waterboys chiamato Cloud Of Sound, in tiratura limitata di 5000 copie in vendita solo ai loro concerti:

The-Waterboys.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Questo è il contenuto:

1. Winter Blows (2012 Mix) (3:12)
2. The Girl in the Swing (Live 2004) (4:37)
3. Siochain Iona (Remix) (6:14)
4. Killing My Heart (Live Remix) (4:20)
5. Barbara Allen (3:58)
6. Vigilante (2012 Mix) (3:19)
7. The Serpent’s Head (1:50)
8. The Seven Woods (4:42)
9. Silent Fellowship (2012) (5:05)
10. Straight with the Medicine (Cassette Demo) (2:08)
11. The Passing of the Shee (2012 Mix) (2:31)
12. Mr. Wickham Composes (2:40)
13. Seek the Light (Full Length) (4:25)
14. Vampire’s Head (2:11)
15. Savage Earth Heart (Glastonbury 2000) (7:42)

Record Store Day 2012

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Come forse saprete, se no vi sto informando, il 21 aprile sarà il Record Store Day, la giornata dedicata ai negozi indipendenti in giro per il mondo che vendono ancora musica in un luogo fisico. Come tutti gli anni in quel giorno (ma anche nel Black Friday, che è a fine novembre) escono una serie di dischi, soprattutto in vinile, a tiratura limitata, edizione apposite preparate per l’occasione con materiale spesso esclusivo.

Anche quest’anno il piatto è ricco, se volete questo è il sito e vi andate a vedere le liste complete Home: se siete pigri o non avete tempo vi segnalo le cose più interessanti. Intanto, in questa edizione 2012 ci sono pochissimi CD in uscita. è quasi tutto vinile, spesso a prezzi proibitivi: ci sarà l’edizione speciale di Mermaid Avenue:The Complete Sessions in 3CD+DVD di Billy Bragg & Wilco che però uscirà anche normalmente nei negozi. E poco altro: un Grace Potter & The Nocturnals che sono dei fedelissimi della giornata visto che avevano già pubblicato un Live at Skowhegan nel 2009 e per questa occasione fanno uscire, anche in vinile, Live From The Legendary Sun Studio registrato nel 2008. Matt Nathanson Left And Right volume 2 con materiale dal vivo. Questo è interessante: King Crimson 21st Century Bundle RSD, una confezione che comprende due box da 4CD ciascuno con oltre 100 brani registrati tra il 1969 e il 2003 dal vivo e in studio, con una maglietta esclusiva per il Record Store day.

Un CD Live At Amoeba dei Civil Wars registrato nel famoso negozio di Hollywood il 14/06/2011. E questo, per quello che so io dovrebbe essere tutto per le versioni in CD. Tra le cose interessanti, le chicche in vinile, uscirà un EP 12″ con 5 brani di Leonard Cohen Live In Fredericton, registrato nel 2008 e inedito. Un doppio LP dei Black Keys El Camino, che in questa versione contiene anche un 45 giri con due brani dal vivo e un CD bonus. Un 78 giri, ebbene sì, di Luther Dickinson con 4 brani. C’è anche il 45 giri di Rocky Ground di Springsteen ma il lato B “inedito” è un brano tratto dal DVD che c’era nel boxone di Darkness On The Edge Of Town. Il Secondo volume dei Quadrophenia Demos di Pete Townshend che fa il paio con quello che era uscito a Novembre e il famoso Spot The Pigeon dei Genesis, tanto per citare alcune tra le cose più interessanti. Se siete interessati al vinile il resto ve lo andate a vedere sul sito nel link sopra.

That’s all.

Bruno Conti