Diari Texani! Eliza Gilkyson – The Nocturne Diaries

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Eliza Gilkyson – The Nocturne Diaries – Red House Records/Ird

Con una lunga e ricca carriera alle spalle (debutta nel ’69 e con questo sono ben 20 gli album che ha inciso), Eliza Gilkyson è una cantautrice notevole che ad Austin viene considerata come una piccola gloria locale, una delle artiste che ha contribuito a edificare la leggenda della musica texana (anche se, per la cronaca, è nata in California!). Come si confà al bravo e umile recensore, qualche nota biografica è fondamentale per capire da dove viene e quale è il suo progetto artistico. Eliza cresce in una famiglia dove la cultura, la poesia e la musica sono di casa (il padre Terry Gilkyson è stato un bravo compositore, e le sue canzoni sono state portate al successo da Dean Martin, Johnny Cash, White Stripes e altri ancora). Dopo aver preso le distanze dall’ingombrante padre, per cui all’inizio cantava nei demos, Eliza si è lentamente creata una sua carriera professionale di musicista a tempo pieno, che nel corso del tempo l’ha portata a collaborare con gli Amazing Rhythm Aces (grandissimi), Exene Cervenka (cantante del gruppo punk-rock X) Iain Matthews, e ad instaurare un proficuo rapporto con l’arpista svizzero Andreas Vollenweider.

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Dopo aver inciso un album Misfits (99), ricco di soddisfazioni per la sua etichetta Realiza Records (ma aveva già fatto dischi nel 1969 e 1979 e il suo primo “ufficiale”, Pilgrims, risale al 1987 https://www.youtube.com/watch?v=ns35h09X72c , si accasa  con la Red House Records, https://www.youtube.com/watch?v=XXd2xjTrNXo dove pubblica, tra gli altri, Lost And Found (02), l’ottimo Land Of Milk And Honey (04), Paradise Hotel (05), il live Your Town Tonight (07), Beautiful World (08), e il recente bellissimo Rose At The End Of Time (11) senza dimenticare i lavori editi con Iain Matthews e Ad Vanderveen More Than A Song (01) e Red Horse (10) con Lucy Kaplansky e John Gorka http://discoclub.myblog.it/2010/08/07/un-piccolo-supergruppo-red-horse-gilkyson-gorka-kaplansky/ .

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Come sempre nei suoi lavori, Eliza si circonda di bravi musicisti e The Nocturne Diaries non fa eccezione: a seguirla ci sono Mike Hardwick (a lungo con Jon Dee Graham) alle chitarre e dobro, Chris Maresh al basso, Rich Brotherton al mandolino, Warren Hood al violino, Ray Bonneville all’armonica, e suo figlio, e produttore del disco, Cisco Ryder alla batteria e percussioni (insomma il meglio dei “turnisti”di Austin), a cui vanno aggiunte le voci dell’amica Lucy Kaplansky e di Delia Castillo.

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Si parte con Midnight Oil, una tenue dolce ballata, seguita dall’intro acustico di Eliza Jane, che poi si sviluppa in un bluegrass con mandolino, banjo e violino, mentre No Tomorrow è un brano molto gradevole, delicato e intimista, per poi passare all’elettrica An American Boy che tocca livelli pari a quelli della migliore Lucinda Williams https://www.youtube.com/watch?v=vOKTZ7U4lQM . Where No Monument Stands è una bella poesia di William Stafford, messa in musica da John Gorka (uno che di buone canzoni se ne intende), una ballata incantevole con una Gilkyson particolarmente ispirata, a cui fa seguito una The Ark dall’incedere tambureggiante, mentre con Fast Freight viene ripescato un brano del padre Terry (registrato dal Kingston Trio nel loro album di debutto nel lontano ’58) https://www.youtube.com/watch?v=2efj7YCATSw , seguito dall’arrangiamento più rock del lavoro, una ballata elettrica,The Red Rose And The Thorn, che richiama alla mente le sonorità  delle canzoni di Mary Gauthier. Not My Home eTouchstone https://www.youtube.com/watch?v=JS9YVn-L1LY  sono amabili bozzetti che vedono Lucy Kaplansky al controcanto, mentre la ballata romantica World Without End (ricorda in modo imbarazzante Right Here Waiting di Richard Marx), appena sussurrata da Eliza, è di una bellezza incantevole, per poi chiudere il “diario” con una ninna-nanna, All Right Here, accompagnata solo da una chitarra slide e dalla pedal steel di John Egenes.

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Eliza Gilkyson, al pari di Mary Gauthier (e poche altre), resta una cantautrice “vera”, che ha tanto talento da regalare, grazie ad una voce calda e profonda, e nelle sue canzoni affronta temi ricchi di spunti socio-politici (e in questo non può non ricordare la grande Joan Baez), un’artista che non è certo un personaggio di profilo secondario, e The Nocturne Diaries è un lavoro fatto come sempre con passione e merita certamente un ascolto non affrettato, in quanto, ne sono certo, spesso la musica al “femminile” arriva più facilmente al cuore dell’ascoltatore.

Tino Montanari