Una (Parziale) Colonna Sonora Di Un’Epoca Irripetibile. Jakob Dylan & Friends – Echo In The Canyon

echo in the canyon soundtrack

Jakob Dylan & Friends – Echo In The Canyon – Clean Slate/BMG Rights Management CD

Laurel Canyon è un quartiere di Los Angeles che sorge dalle parti di Hollywood, una zona che a cavallo tra gli anni sessanta ed i settanta diventò  il vero e proprio centro pulsante della musica californiana in un ideale passaggio di testimone con la Summer Of Love di San Francisco. Molti artisti in voga all’epoca infatti abitavano o frequentavano quel luogo, e parecchi dischi furono ispirati da esso al punto da dover coniare il termine “Laurel Canyon Sound”: stiamo parlando di gruppi come The Byrds, Love, Beach Boys, The Doors, Buffalo Springfield prima e CSN (&Y) dopo, The Mamas & The Papas, The Monkees e solisti come Frank Zappa, Joni Mitchell e Carole King. Un elenco che potrebbe andare avanti ancora, un periodo eccezionale in cui la California era davvero al centro del mondo, ed un suono che ancora oggi influenza decine di musicisti: provate per esempio ad immaginare le carriere di artisti come Fleet Foxes, Edward Sharpe & The Magnetic Zeros, Jonathan Wilson e Father John Misty se non fosse esistito il Laurel Canyon Sound.

Ora quel periodo magnifico è rievocato in Echo In The Canyon, un docu-film diretto da Andrew Slater che ripercorre quegli anni formidabili grazie alla narrazione di alcuni dei protagonisti dell’epoca (Roger McGuinn, Brian Wilson, Stephen Stills, Graham Nash, Jackson Browne, John Sebastian, Michelle Phillips, Eric Clapton e Ringo Starr, oltre al celebre produttore Lou Adler), ed altri più vicini ai giorni nostri ma che sono stati in qualche modo influenzati da quel periodo (Jakob Dylan, Fiona Apple, Beck, Norah Jones); la pellicola vede anche la presenza di Tom Petty in una delle ultime interviste prima dell’inattesa scomparsa avvenuta due anni fa, e solo il rivederlo nel trailer è estremamente toccante. Il film, che in America è già uscito nelle sale, ha ottenuto diversi commenti positivi ma anche non poche critiche, in primis perché ha totalmente ignorato alcune figure di grande importanza: se infatti può essere un peccato veniale non aver citato John Mayall (che all’epoca aveva casa proprio in quel luogo, e nel 1968 pubblicò Blues From Laurel Canyon che è uno dei suoi album migliori di sempre), più grave è non aver considerato neppure Jim Morrison, ed addirittura imperdonabile aver dimenticato anche la Mitchell, che forse insieme a David Crosby è l’artista più legata al suono che nacque su quelle colline.

Oggi però non mi occupo del film (che uscirà in DVD a Settembre), ma della sua colonna sonora, che riprende brani dell’epoca non nella loro versione originale bensì rivisitati in primis dal già citato Jakob Dylan insieme a diversi colleghi e colleghe che duettano con lui: in effetti Echo In The Canyon si può benissimo considerare un album solista, seppur collaborativo, dell’ex leader dei Wallflowers (che anche nel film è molto presente, fungendo quasi da maestro di cerimonie), il quale rivede con bravura e rispetto tredici canzoni di quel periodo magico, scegliendo non le hit più note ma alcuni brani meno conosciuti, tranne poche eccezioni. Il suono è decisamente vintage, anche se prodotto con le tecniche moderne, ed il disco risulta parecchio piacevole e ben fatto pur non avendo la pretesa di superare le versioni originali: buona parte del merito va alla house band, che vede all’opera Fernando Perdomo e Geoff Pearlman alle chitarre, Jordan Summers alle tastiere ed organo, Dan Rothchild al basso e Matt Tecu alla batteria, e con la partecipazione dello straordinario chitarrista Greg Leisz e del noto percussionista Lenny Castro. (NDM: il recensore rompiscatole che è in me a questo punto vorrebbe far notare che alcuni gruppi sono stati omaggiati con due canzoni, ed i Byrds addirittura con quattro, ma niente è stato riservato non dico alla Mitchell ed ai Doors che sono stati proprio saltati a piè pari, ma neppure a CSN&Y dato che Stills e Young sono presenti come autori ma in quota Buffalo Springfield e Crosby con un pezzo proprio dei Byrds…ed il povero Nash?).

Il CD inizia con la deliziosa Go Where You Wanna Go dei Mamas & Papas, scintillante, ricca nei suoni e con pieno rispetto del gusto pop dei sixties, ed un bel contrasto tra la voce di Jakob (il cui timbro negli anni somiglia più a quello di Petty che di papà Bob) e quella limpida e potente di Jade Castrinos, ex voce femminile della band di Edward Sharpe. Un ottimo avvio. Dylan Jr. ed il leader dei Queens Of The Stone Age Josh Homme sono una strana coppia ma funzionano decisamente bene nella rilettura di She dei Monkees, puro pop anni sessanta gradevole ed immediato, mentre Never My Love, unico successo del gruppo The Association ed in cui il nostro si accompagna con la brava Norah Jones, è una pop song lenta ed orecchiabile con un arrangiamento quasi byrdsiano ed ottimi coretti, un pezzo raffinato e diretto al tempo stesso; No Matter What You Do dei Love è un altro brano molto bello e scorrevole, pop-rock di gran classe con ottimo lavoro delle chitarre e la seconda voce di Regina Spektor. E veniamo alle quattro canzoni dei Byrds, che partono con la famosa The Bells Of Rhymney in cui viene rispettato alla perfezione il classico jingle-jangle sound, versione riveduta e non corretta (ma rinfrescata nel suono), con un Beck meno svaporato del solito a duettare con Jakob; la poco nota e suadente You Showed Me è perfettamente nelle corde del nostro, qui ben assistito da Cat Power e da un arrangiamento molto pettyano, l’altrettanto oscura It Won’t Be Wrong, con Fiona Apple, è più rock e dotata di un ottimo refrain corale, mentre la vibrante What’s Happening, scritta da Crosby, è l’unico episodio del disco con il solo Jakob a cantare, anche se la chitarra solista è di Neil Young (e si sente).

Ha attinenze coi Byrds anche Goin’ Back, scritta dalla celebre coppia Goffin/King ma incisa anche dal gruppo di McGuinn: rilettura molto bella, splendida melodia ed eccellente accompagnamento chitarristico, una delle più riuscite del lavoro (e visto che anche qui il duetto è con Beck si poteva re-intitolare…Goin’ Beck! Hahaha…). Ecco poi i due pezzi dei Buffalo Springfield, cioè una rilettura molto bella e piena di energia di Question, in cui Jakob Dylan duetta alla grande con Eric Clapton che ovviamente si esibisce anche alla chitarra, affiancato anche dall’autore del brano Stephen Stills, ed un’intensa Expecting To Fly ancora con la Spektor, servita da un sontuoso muro del suono formato da chitarre varie, steel, piano, vibrafono ed un quartetto d’archi. Infine troviamo due classici dei Beach Boys: una squisita e sognante In My Room di nuovo con Fiona Apple, versione perfettamente coerente con lo spirito del CD (cioè rivedere brani del passato senza stravolgerli), ed una gentile ed elegante I Just Wasn’t Made For These Times (tratta dal capolavoro Pet Sounds), acustica e con una leggera orchestrazione, ed ulteriormente impreziosita dagli interventi vocali di Neil Young.

Quando uscirà la versione video di Echo In The Canyon un’occhiata gliela darò di sicuro, ma per ora mi godo la colonna sonora che fa comunque la sua bella figura.

Marco Verdi

Novità Prossime Venture Autunno 2016, Parte II. Timothy B. Schmit, Randy Newman, Van Morrison, Doyle Bramhall II, Regina Spektor, Drive-By Truckers

Timothy B. Schmit Leap Of Faith

Seconda puntata dedicata alle uscite autunnali, rimaniamo ancora nell’ambito delle prossime, prima di dedicarci alle future. Prima di tutto due pubblicazioni ancora previste per il 23 settembre, le altre sono in lista per il 30 settembre.

Timothy B. Schmit, il vecchio bassista, prima dei Poco, e poi degli Eagles (che vista la dipartita di Glenn Frey dubito pubblicheranno nuovi album), non ha mai avuto una carriera solista ricca di album, 5 dischi in oltre 40 anni, ma fra pochi giorni farà uscire questo Leap Of Faith, sesto CD di studio, registrato nel proprio studio di Los Angeles e pubblicato a livello indipendente dallo stesso Schmit su etichetta Benowen Records, autoprodotto con l’aiuto dell’ingegnere del suono Hank Linderman. Nessuno dei precedenti album di studio ha mai scatenato particolari entusiasmi, ma i fans dei Poco e degli Eagles troveranno la consueta miscela di rock, country, Americana e, in questo disco, dicono, anche tracce di R&B e reggae, in particolare nel brano Slow Down dove appare Gary Burton al vibrafono (?!?). Altro ospite nel disco è il grande suonatore di steel guitar Paul Franklin, famoso soprattutto per il suo lavoro con Mark Knopfler, Notting Hillbillies Dire Straits, dove suonava anche una miriade di altri strumenti, e pure in questo. Anche Linderman, già ingegnere del suono nell’ultimo Don Henley, nel precedente disco di Schmit Expando, e nelle ultime uscite degli Eagles, suona parecchi strumenti nel disco.

Questi sono i titoli dei brani:

 1. My Hat
2. Slow Down
3. All Those Faces
4. I Refuse
5. What I Should Do
6. Goodbye, My Love
7. You’re So Wild
8. It’s Alright
9. Red Dirt Road
10. The Island
11. Pearl on the String
12. This Waltz

Ecco un piccolo assaggio del CD.

randy newman songbook vol.3

Sempre il giorno 23 settembre (ma stranamente per il momento non distribuito sul mercato italiano) per la Nonesuch/Warner esce The Randy Newman Songbook vol. 3, il terzo capitolo appunto della serie che prevede la reinterpretazione, per sola voce e piano, del repertorio del grande cantautore americano. Come per il precedente CD la produzione è affidata a Mitchell Froom e Lenny Waronker. Ecco la lista dei brani, tra cui, per chi non l’avesse mai vista in questa versione, anche questa…

1. Short People
2. Mama Told Me Not to Come
3. Love Story
4. Burn On
5. You’ve Got a Friend in Me
6. Rollin’
7. Guilty
8. Simon Smith and the Amazing Dancing Bear
9. Davy the Fat Boy
10. Red Bandana
11. Old Man
12. Real Emotional Girl
13. I Love to See You Smile
14. I Love L.A.
15. Bad News from Home
16. I’ll Be Home

Per gli amanti del vinile è prevista anche l’uscita di un lussuoso (e costoso) cofanetto di quattro vinili che contiene tutti i tre dischi della serie.

van morrison keep me singing

E pure per gli amanti del grande Van Morrison il 30 settembre è prevista l’uscita del nuovo album Keep Me Singing. Ma, al contrario delle aspettative, il disco non esce per la Sony/BMG, bensì per la Caroline/Universal, in quanto il rosso irlandese, mi spiegavano, firma dei contratti con le case discografiche per un solo album, quindi vedremo se proseguirà la serie della ristampe del vecchio catalogo iniziata dalla Legacy. Chi lo ha già sentito mi ha detto che è un buon disco, nel solito stile blues-swing-jazz-celtic, con uso di fiati, degli ultimi album, anche se è sempre Van Morrison, cazzarola! Conoscendo la passione per Van dei vari collaboratori del blog al più presto comunque anche recensione completa del CD.

Nel frattempo ecco i titoli dei tredici brani:

1. Let It Rhyme
2. Every Time I See A River
3. Keep Me Singing
4. Out In The Cold Again
5. Memory Lane
6. The Pen Is Mightier Than The Sword
7. Holy Guardian Angel
8. Share Your Love With Me
9. In Tiburon
10. Look Behind The Hill
11. Going Down To Bangor
12. Too Late
13. Caledonia Swing

Dodici firmati dallo stesso Morrison più una cover di Share Your Love With Me, un vecchio brano scritto da Alfred Baggs Don Robey (conosciuto come Deadric Malone, uno degli inventori del R&B e del blues, ha scritto anche Farther On Up The Road, I Pity The Fool Turn On Your Lovelight): per non fare nomi di Share Your Love…esiste una versione di  tale Aretha Franklin https://www.youtube.com/watch?v=QltkrjydOPg

doyle bramhall II richman

Come per il CD di Randy Newman anche questo nuovo di Doyle Bramhall II non verrà pubblicato per il mercato italiano (ma si sa è un mondo globale, in rete si trova ugualmente, però è un peccato non sia presente nei negozi tradizionali, considerando anche che nel disco troviamo pure Norah Jones, di cui quanto prima, in una delle prossime liste di novità troverete il nuovo della cantante americana che uscirà il 7 ottobre). Tornando a Bramhall questo Richman è solo il suo quarto album solista, in una carriera ricchissima di collaborazioni, credo appaia in oltre ben cinquanta album dal 1988 ad oggi: ottimo chitarrista mancino, cantante, autore e produttore, collaboratore quasi fisso di Eric Clapton (compreso il doppio Live con JJ Cale di imminente uscita, di cui vi parlerò nel prossimo Post), il nostro amico ci regala un bel disco tra il blues ed il rock, come di consueto:

Ecco le canzoni, con evidenziata quella con la Jones e in chiusura la cover del pezzo di Jimi Hendrix

1. Mama Can’t Help You
2. November
3. The Veil
4. My People
5. New Faith feat. Norah Jones
6. Keep You Dreamin’
7. Hands Up
8. Rich Man
9. Harmony
10. Cries Of Ages
11. Saharan Crossing
12. The Samanas
13. Hear My Train A Comin’

regina spektor remember us to life

Nuovo album, il settimo, anche per Regina Spektor, la cantante russa (è nata a Mosca) ma naturalizzata americana, dopo la pausa sabbatica per dare alla luce il suo primo figlio nel 2014. Il disco si chiama Remember Us To Life, esce per la Sire/Warner, sempre il 30 settembre, è stato registrato ai famosi Village Studios Recorders di Los Angeles con la produzione di Leo Abrahams (David Byrne/Brian Eno, Frightened Rabbit, Paolo Nutini). Undici nuove canzoni (o 14 nelle inevitabile Deluxe Edition) tutte firmate dalla Spektor e scritte durante la gravidanza o poco dopo la nascita del figlio.

1. Bleeding Heart
2. Older And Taller
3. Grand Hotel
4. Small Bill$
5. Black And White
6. The Light
7. The Trapper And The Furrier
8. Tornadoland
9. Obsolete
10. Sellers Of Flowers
11. The Visit
Deluxe Edition Bonus Tracks:
12. New Year
13. The One Who Stayed And The One Who Left
14. End Of Thought

Drive-By Truckers American Band

E per finire, oggi vi propongo anche il nuovo disco dei Drive-By Truckers, American Band: se non mi sono perso qualcosa, undicesimo album di studio per la band (oltre a diversi Live), il secondo con la stessa formazione per la band dopo English Oceans (terzo se contiamo It’s Great To Be Alive), un piccolo record per il gruppo che cambia molto spesso formazione, a parte gli immancabili Patterson Hood Mike Cooley, voci soliste, chitarristi ed autori delle canzoni, nell’ultimo album ci sono anche Matt Patton, basso, Jay Gonzalez, tastiere e il batterista Brad Morgan. Produce come al solito il membro aggiunto David Barbe. 

Etichetta ATO, esce il 30 settembre, il titolo fotografa perfettamente lo status del gruppo, una delle migliori band negli Stati Uniti, sentitevi Filthy And Fried, sembra uno di quei brani che Springsteen ormai raramente riesce a scrivere negli ultimi tempi, comunque ecco le canzoni:

1. Ramon Casiano
2. Darkened Flags On The Cusp Of Dawn
3. Surrender Under Protest
4. Guns Of Umpqua
5. Filthy And Fried
6. Sun Don’t Shine
7. Kinky Hypocrite
8. Ever South
9. What It Means
10. Once They Banned Imagine
11. Baggage

Direi che anche per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

Scratch My Back…And I’ll Scratch Yours. Ritorna E Si Conclude Il Progetto Di Peter Gabriel

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Il disco originale, Scratch My Back, era uscito nel gennaio del 2010, e questo era quanto avevo scritto all’epoca a-volte-ritornano-peter-gabriel-scratch-my-back.html

Ora, a “soli” tre anni e mezzo (il resto mancia) esce (il 24 settembre p.v.) la seconda parte del progetto di Peter Gabriel, che prevedeva un disco di “risposte” degli artisti che erano stati omaggiati e “grattati” nel disco originale, ovvero questo:

Tracklist:

1. Heroes (David Bowie)
2. The Boy in the Bubble (Paul Simon)
3. Mirrorball (Elbow)
4. Flume (Bon Iver)
5. Listening Wind (Talking Heads)
6. The Power of the Heart (Lou Reed)
7. My Body Is a Cage (Arcade Fire)
8. The Book of Love (The Magnetic Fields)
9. I Think it’s Going to Rain Today (Randy Newman)
10. Apres Moi (Regina Spektor)
11. Philadelphia (Neil Young)
12. Street Spirit (Fade Out) (Radiohead)

Pensa che ti ripensa, rimugina, mumble, mumble e finalmente escono i brani di Gabriel rivisitati dagli artisti del primo disco, meno tre che sono stati sostituiti:

1. “I Don’t Remember” – David Byrne
2. “Come Talk To Me” – Bon Iver
3. “Blood Of Eden” – Regina Spektor
4. “Not One Of Us” – Stephin Merritt
5. “Shock The Monkey” – Joseph Arthur
6. “Big Time” – Randy Newman
7. “Games Without Frontiers” – Arcade Fire
8. “Mercy Street” – Elbow
9. “Mother Of Violence” – Brian Eno
10. “Don’t Give Up” – Feist feat. Timber Timbre
11. “Solsbury Hill” – Lou Reed
12. “Biko” – Paul Simon

Vi pareva che Neil Young, i Radiohead e David Bowie si potessero degnare di trovare il tempo (in più di 45 mesi) per incidere un brano di Peter Gabriel? Evidentemente no, perché sono stati “sostituiti” da Joseph Arthur, Brian Eno (al posto di Bowie, direi) e Feist.

Se ai tempi non avevate comprato il primo disco, al prezzo di poco più di un CD, uscirà anche una versione doppia che li raccoglierà entrambi (è la terza copertina, quella con, non saprei come definirle, delle palline?). Una volta tanto, una bella idea, e non costosa! Il tutto naturalmente su etichetta Real World.

Bruno Conti

P.s Non essendoci video nuovi ho messo quello di My Body Is A Cage, la cover del brano degli Arcade Fire, uno dei più intriganti di Scratch My back.

Novità Di Maggio Parte IV. Rumer, Joan Armatrading, Regina Spektor, Melody Gardot, Julia Stone, Sigur Ros, Sun Kil Moon, Edward Sharpe & The Magnetic Zeros

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Oggi doppio Post. Come promesso anche la prima parte delle novità discografiche in uscita martedì 29 maggio.

Partiamo come un florilegio di voci femminili che paiono concentrare le loro pubblicazioni in questo scorcio dell’anno. Quindi oltre alle già citate Carlile, Chapin Carpenter, Colvin, Lisa Marie Presley e Patti Smith tutte in uscita le prossime settimane, cos’altro troviamo per la gioia degli appassionati?

Secondo album per la britannica Rumer, l’annunciato da mesi disco di cover per Sarah Joyce sarà una vera cornucopia di delizie per chi ama la buona musica visto che la nostra amica non si limita a re-interpretare brani scontati ma ha scelto tra il fior fiore degli autori di culto e non solo. Ovviamente, ormai pare una maledizione, non manca la Special Edition singola ma con 4 tracce extra anche per questo Boys Don’t Cry pubblicato dalla Atlantic, questa la lista dei brani, con gli autori a fianco:

P.F. Sloan- Jimmy Webb
Be Nice To Me- Todd Rundgren
It Could Be The First Day- Richie Havens
Travelin’ Boy- Paul Williams
A Man Needs A Maid- Neil Young
Soulsville-Issaac Hayes
The Same Old Tears On A New Background- Stephen Bishop
Soul Rebel- Bob Marley
Flyin’ Shoes- Townes Van Zandt
Home Thoughts From Abroad- Clifford T ward
We Will- Gilbert O Sullivan
My Cricket- Leon Russell

Boys Don’t Cry (Special Edition)

Sara Smile-Hall and Oates
Just For A Moment- Ronnie Lane
Andre Johray- Tim Hardin
Brave Awakening-Terry Reid

La voce è meravigliosa come di consueto, naturale e leggiadra come nel disco precedente che se non avete vi consiglio caldamente perfect-pop-rumer-seasons-of-my-soul.html , quelle belle voci, calde e goduriose, molto anni ’70, ma chissenefrega, anzi.

A proposito di anni ’70, Joan Armatrading in quegli anni era inarrivabile, seconda solo a Joni Mitchell per la qualità dei suoi dischi. In questo ultimo periodo sta vivendo una nuova giovinezza, magari non a quei livelli ma Starlight che esce per la Hypertension la conferma cantautrice di spessore. Dopo Into The Blues e This Charming Life e il bellissimo CD+DVD Live At The Royal Hall questa volta Joan si cimenta con un repertorio più jazzato, ma sempre il jazz visto a modo suo, con quella voce che ci riporta a quella di uno dei suoi idoli, Nina Simone, che ricorda moltissimo nell’inflessione vocale.

La russa-americana Regina Spektor arriva al sesto album con questo What We Saw From The Cheap Seat, al solito per la Warner Bros. C’è anche una nuova versione di Don’t Leave (Ne Me Quitte Pas) che aveva inciso nel 2002 per Songs. La versione Deluxe questa volta la trovate solo su iTunes dove ci sono tre brani in più di cui due cantati in russo. Lei è brava, ma rimango fedele ai dischi fisici, quando possibile.

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Come la due copertine differenti vi avranno fatto intuire anche il nuovo album di Melody Gardot, The Absence, esce pure in versione Deluxe, in questo caso CD con DVD contenente il Making Of di La Vie En Rose, lo stessi brano e altre tre tracce extra. Questa volta la bravissima cantante americana di origine polacca si rivolge anche al Brasile, come sonorità, con l’aiuto di Hector Pereira che produce e suona la chitarra acustica. La versione Deluxe, stranamente, non esce contemporaneamente a quella normale in tutti i paesi, ma in Italia sì, per cui che ce frega? C’è pure il vinile se volete.

Julia Stone lascia momentaneamente a casa in Australia il fratello Angus e produce il suo secondo album da solista, questo By The Horns che stranamente esce in contemporanea a Down Under. Prodotto da Thomas Bartlett (the National) e con altri National tra i musicisti, oltre alla cover di Bloodbuzz Ohio del gruppo americano, ma anche dal co-produttore Patrick Dillett che di solito si occupa, tra gli altri, di Mary J Blige, il disco miscela il pop-folk sussurrato dalla vocina sexy di Julia, come nei dischi con il fratello, con arrangiamenti più complessi musicalmente. I due dischi come coppia hanno avuto un notevole successo sia di pubblico che di critica. Per avere una idea dello stile ascoltate questa piacevole cover di You’re The One That I want (è proprio quella di Grease, al ralenti). A luglio naturalmente esce il disco solista di Angus. Dimentico qualcosa? Etichetta Picture Show Records/Nettwerk.

 

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Nuovo album di studio, a sei anni dal precedente, per i Sigur Ros, titolo facile da ricordare questa volta, Valtari, esce per la Parlophone/EMI. Per non smentirsi, il vinile è triplo e contiene 16 brani contro i 9 della versione in CD (ma chi aveva fatto il pre-order ha diritto a due brani in più) e sul sito del gruppo c’è anche un ulteriore brano gratuito. E usciranno anche una dozzina di video affidati a vari diversi autori.

La copertina è bruttissima, una delle più brutte mai viste, anche per il taglio sghembo voluto del disegno ma la musica del nuovo doppio album dei Sun Kil Moon Among The Leaves pubblicato come al solito dalla Caldo Verde è come di consueto all’altezza della fama di Mark Kozelek leader dei mai dimenticati Red House Painters. Il disco è perlopiù acustico con Kozelek che si accompagna ad una acustic nylon string guitar ma in alcuni brani appaiono anche altri musicisti a “movimentare” le cose. La versione doppia è limitata e contiene due versioni alternative e tre brani dal vivo. Se interessa questo è il contenuto della limited edition, il titolo del terzo brano è fantastico!

01 I Know It’s Pathetic but That Was the Greatest Night of My Life
02 Sunshine in Chicago
03 The Moderately Talented Yet Attractive Young Woman vs. The Exceptionally Talented Yet Not So Attractive Middle Aged Man
04 That Bird Has a Broken Wing
05 Elaine
06 The Winery
07 Young Love
08 Song For Richard Collopy
09 Among the Leaves
10 Red Poison
11 Track Number 8
12 Not Much Rhymes With Everything’s Awesome at All Times
13 King Fish
14 Lonely Mountain
15 UK Blues
16 UK Blues 2
17 Black Kite

Bonus disc:

01 Among the Leaves (Alt. Version)
02 The Moderately Talented Young Woman (Alt. Version)
03 That Bird Has a Broken Wing (Live)
04 UK Blues (Live)
05 Black Kite (Live)

All’inizio del mese di maggio Edward Sharpe & The Magnetic Zeros sono passati dal David Letterman Show per presentare il nuovo album Here, pubblicato in Europa dalla Rough Trade e in America dalla Community/vagrant. Siccome la trasmissione di Letterman ora si vede anche nelle nostre lande sui canali Rai gratuiti del digitale terrestre, molti sono rimasti colpiti da questa eterogenea e numerosa formazione già approdata al secondo album. Se non li avete mai visti o sentiti, sono molto bravi, ecco qua!

Domani, proseguiamo con le altre, numerose, uscite del 29 maggio. Più sotto nella pagina trovate anche la recensione del nuovo Alejandro Escovedo!

Bruno Conti