Vecchio Ma “Nuovo”, E’ Rifiorito Un Piccolo Capolavoro – Richard Buckner – Bloomed

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Richard Buckner – Bloomed – Merge Records – Deluxe Edition – Remastered – 2 CD – 25-03-2014

Nell’ambito delle celebrazioni del 25° anniversario della Merge Records (l’etichetta “indie” della North Carolina) dopo le ristampe Deluxe di Nixon dei Lambchop e Living Indoor dei Superchunk, viene immesso sul mercato (a vent’anni dalla prima edizione) Bloomed di Richard Buckner (a dire il vero l’album era già stato ristampato nel ’99 dalla Rykodisc Recordscon l’aggiunta di cinque pezzi). Questa nuova versione, oltre al disco originale rimasterizzato, contiene un CD bonus di undici tracce con sessioni radiofoniche, registrazioni dal vivo e canzoni dell’epoca, alcune poi usate nei lavori successivi.

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Cantautore introspettivo, Buckner ( che viene da San Francisco) interpreta in maniera molto personale un “background” artistico difficilmente classificabile, con canzoni dalle quali trapela un senso di malinconico intimismo, evidenziato oltre che in Bloomed (94), anche nei successivi splendidi  Devotion + Doubt (97), con l’accompagnamento dei Giant Sand e della chitarra di Marc Ribot e Since (98), senza tralasciare l’ambizioso concept-album The Hill (00), progetto dedicato alla famosa Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.

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Bloomed, registrato nell’estate del ’94 (e prodotto da quel mago di Lloyd Maines), vedeva in veste di “sessionmen” lo stesso Maines alla pedal steel, lap steel e dobro, il grandissimo Butch Hancock all’armonica, Ponty Bone alla fisarmonica, Joe Carr al mandolino, Steve Meador alle percussioni e Lanny Field al violino, un disco dove Buckner dimostrava già di avere la vena del cantautore di classe, scrivendo canzoni intense dal passo rallentato, accompagnate da pochi strumenti, in quanto sin dall’inizio sposava una componente prevalentemente acustica. Capita che, riascoltando a distanza di anni (e qui sono tanti!) dischi che colpevolmente si sono dimenticati, si apprezzino di più le forti sonorità country dell’iniziale Blue And Wonder http://www.youtube.com/watch?v=NIToWtcSLfM , la ballata dai toni notturni Rainsquall, una perfetta folk song come 22, e ancora la linea melodica del mandolino in Mud http://www.youtube.com/watch?v=yp_OR7eu3uI , l’incedere della fisarmonica di Ponty Bone nella malinconica Six Years, mentre con This Is Where http://www.youtube.com/watch?v=ulBVus0nFoo e Gauzy Dress In The Sun, con la steel di Maines in evidenza, si viaggia dalle parti del country d’autore, andando a chiudere con la ritmata e lineare Daisychain, Il folk di Desire http://www.youtube.com/watch?v=28IugZ2GvT8 , il country di Up North, la dolce Surprise, A.Z. con il violino di Lanny Field e la lap steel di Maines a disegnare la melodia e la conclusiva Cradle Of The Angel, intima e avvolgente.

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Il bonus CD vede Richard Buckner nelle vesti del menestrello folk, con le ballate acustiche The Last Ride e Settled Down, mentre The Worst Way, sostenuta solo dalla voce e chitarra di Richard, è seguita da una delle più belle canzoni del disco due, Emma, un accorato lamento d’amore http://www.youtube.com/watch?v=iKHCo_K89Fw  che viene poi addolcito dalla vibrante Hutchinson. Le rimanenti tracce del disco sono versioni di brani già sentiti, molti dal vivo, eseguiti tra il 1995 e il 1997, riprese in forma più acustica e scarna (dove si valorizza anche la bravura chitarristica di Buckner), molto bella una cover di Still Lookin’ For You di Townes Van Zandt http://www.youtube.com/watch?v=w3cHDotqbw8 , registrata dal vivo al World Café nel 1997!

Dotato di una voce splendida, dalla timbrica profonda e intensa, Richard Buckner scrive canzoni impregnate di poesia e sentimento, una musica interiore da ascoltare, brano dopo brano (come in questa pregevole ristampa), canzoni che hanno il potere di catturare l’ascoltatore: un artista di “culto”, sicuramente lontano dal grande pubblico, ma ben dentro al cuore di ogni appassionato di “vera” musica.

Tino Montanari

NDT: Visto che li hanno in catalogo, spero che la Merge ristampi (magari con inediti) anche gli American Music Club di Mark Eitzel. E’ chiedere troppo?

Novità Di Settembre Parte Ib. Califone, Willie Sugarcapps, Stevie Ray Vaughan, Richard Buckner, Ed Roland And The Sweet Tea Project, Roddy Hart & The Lonesome Fire

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Seconda parte delle uscite discografiche del 3 settembre. Come vedete ci sono anche album di “illustri sconosciuti” ma compatibili con le coordinate del Blog, e alcuni gruppi contengono nomi già noti.

Partiamo dai Califone, storica band sperimentale di Chicago, questo Stitches, pubblicato dalla Dead Oceans, è il loro 13° album, più qualche collaborazione, ad esempio in Kiss Each Other Clean di Iron And Wine del 2011. Forse proprio quella svolta ha permesso al gruppo di rendere più accessibile la propria musica e questo nuovo lavoro ha un sound che ricorda gruppi come Giant Sand, Calexico, Richmond Fontaine, ma anche gli ottimi Red House Painters di Mark Kozelek e qualche spunto Younghiano (nel senso di Neil). Nell’insieme, uno dei dischi più interessanti del mese.

Willie Sugarcapps è una nuova band, un altro piccolo super gruppo (scusate l’ossimoro), dove troviamo l’ottimo Grayson Capps, Will Kimbrough, la coppia Savana Lee e Anthony Crawford, ovvero Sugarcane Jane e Corky Hughes. Il disco omonimo è un piccolo gioiellino di country, folk, roots music, Americana, belle ballate, il tutto prodotto da Trina Shoemaker, che è la compagna di Grapps, una piacevole sorpresa che vi consiglio. L’unico problema probabilmente sarà la reperibilità, Royal Potato Family Records.

Ai vari broadcast radiofonici pubblicati dalla Left Field Media (Springsteen, Cohen, Little Feat, eccetera), ora si aggiunge questo The King’s Head che contiene la registrazione radiofonica di un concerto tenuto al King’s Head Inn di Norfolk, Virginia, un piccolo locale vicino al campus della locale università, con una capienza di non più di 100 posti. Siamo al 20 luglio del 1980 e il tutto viene trasmesso dalla locale stazione radio, la WNOR. Quindi 2 anni prima dell’apparizione di Stevie Ray Vaughan al Festival di Montreux, prima della partecipazione a Let’s Dance di David Bowie e della pubblicazione, nel 1983, del primo album Texas Flood. Ma anche se i Double Trouble non esistono ancora e al basso c’è Jackie Newhouse e non Tommy Shannon, mentre Chris Layton è già al suo posto, SRV è già lui, anche in versione power trio e con un repertorio ancora ricco di cover, di cui un paio hendrixiane. Quindi un documento importante e un notevole concerto con questa scaletta: Hideaway, Love Me Darlin’, Tin Pan Alley, Love Struck Baby, I’m Cryin’, Texas Flood, I’m Leavin’ You, Little Wing e Drivin’ South. La nascita di una leggenda.

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Richard Buckner è uno dei segreti meglio custoditi della canzone d’autore americana, non per propria volontà ovviamente, ma per una serie di fattori diversi, non ultima la fortuna. Anche lui transitato dalle majors, nel suo caso la MCA, nativo della California ma residente a New York, con questo nuovo Surrounded prosegue il ritorno alle sue tipiche sonorità elettro-acustiche, già presenti in Our Blood del 2011. Bon Iver lo ha spesso citato tra le sue fonti di ispirazione e anche il nuovo album esce per l’etichetta Merge Records. Una conferma per chi lo segue con passione dall’inizio anni ’90 e potrebbe essere una piacevole sorpresa per chi non lo conosce. Consigliato.

Come dicevo ad inizio Post c’è tra le uscite odierne, tra i nomi non conosciuti, anche quello di questi Ed Roland And The Sweet Tea Project, che ai più non dirà nulla (confesso anche al sottoscritto), ma se vi dico che si trattata del frontman e leader dei Collective Soul, allora potrebbe dirvi, visto che la band americana ha avuto sette numeri uno nelle classifiche americane, vendendo svariati milioni di copie dei propri dischi facendo anche un rock alternative per niente disprezzabile. Ed Roland peraltro aveva già registrato un album da solista nel lontano 1991 e i più attenti avranno notato la sua ottima cover di Shelter From The Storm, presente nel quadruplo Chimes Of Freedom, il disco quadruplo in tributo a Dylan pubblicato nel 2012 per i 50 anni di Amnesty International ( e anche di Bob). Il brano era a nome dell’attuale band. Questo Devils ‘n Darlins pubblicato dalla 429 Records (gruppo Universal negli States) segnala un deciso cambio di stile musicale e forse la presenza di Kevn Kinney dei Drivin’ and Cryin’ tra gli ospiti potrebbe essere indicativa di un sound più country, folk e roots, alla Mellencamp del periodo anni ’80, anche se il rock non fa sentire la sua mancanza e la voce è sempre interessante. Molto piacevole e anche coinvolgente, non è un capolavoro ma si lascia ascoltare.

Roddy Hart è uno dei tanti musicisti scozzesi nativi di Glasgow, proprio come i Travis e Justin Currie di cui si è parlato nel Blog la settimana scorsa. Hart ha già registrato alcuni album da solista di stampo più folk e anche un mini di cover dal titolo The Dylan EP, in coppia con con Gemma Hayes, molto bello. Oltre alla Hayes ha collaborato anche con Eddie Reader e Kris Kristofferson nei dischi precedenti e con la sua band Lonesome Fire ha partecipato al concerto tributo per i 70 anni di Dylan tenuto in Scozia e anche per un tributo allo scomparso Gerry Rafferty oltre ad aprire per i Wilco in Lussemburgo nell’estate 2012. Ora pubblica questo album che ha un suono decisamente più rock rispetto al passato, anche grazie alla presenza del produttore Danton Supple già con Coldplay e Morrissey. Il disco, Roddy Hart and The Lonesome Fire, esce per la The Orchard/Middle Of Nowhere Recordings (?!?) e da quello che ho sentito non mi dispiace, il suono è più pieno, sono in sette, ma non mancano intermezzi acustici e ballate a fianco di pezzi decisamente rock come Bright Life Fever che potrebbe essere un brano degli U2 anni ’80. Anche in questo caso, senza stracciarsi le vesti per l’entusiasmo, se siete amanti del pop-rock inglese di buona fattura, il disco potrebbe fare al caso vostro.

 

Ci sarebbero anche alcune ristampe di cui parlare, un paio, ottime, della Real Gone Music, il disco solista di Claudia Lennear e un doppio CD Live dei Jefferson Starship, annata 1975, quando in formazione c’erano ancora Grace Slick, Paul Kantner, Marty Balin, David Freiberg, Craig Chaquico e tutto il cucuzzaro, ma ne parliamo in un’altra occasione, perché sono anche in periodo Busca e quindi ho un surplus di lavoro. Per le uscite di oggi è tutto.

Bruno Conti 

Novità Di Agosto Parte I. John Hiatt, Kenny Wayne Shepherd, O.A.R., Keb Mo’, Drive-By Truckers, Fountains Of Wayne, Richard Buckner, Eccetera

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Come già ho ricordato, mentre in Italia nel mese di Agosto il mercato discografico se ne va in siesta, negli Stati Uniti e in Inghilterra è uno dei momenti più densi di uscite interessanti, quindi vediamo cosa esce il 2 agosto.

Tanto per gradire, il nuovo John Hiatt Dirty Jeans and Mudslide Hymns, ennesimo capitolo della carriera del cantautore di Indianapolis, ventesimo album di studio e quinto per la New West. Sto ascoltandolo in questi giorni e mi riprometto di riferire nei prossimi giorni (tanto anche le riviste di settore sono in ferie), nel frattempo vi anticipo che, come al solito è molto bello (ma qui sono parziale, visto che è uno dei miei preferiti), nuovo produttore, Kevin Shirley lo stesso di Bonamassa, ma il suono non cambia poi di molto, e stessa band del disco precedente con Doug Lancio alla chitarra. E come al solito c’è anche la versione CD+DVD con il making of del disco e dei brani ripresi durante l’incisione del disco.

Nuovo disco anche per Kenny Wayne Shepherd dopo lo strepitoso Live! In Chicago dello scorso anno. Si chiama How I Go, esce per la Roadrunner, molto alla Bonamassa direi, forse qualche ballata in più, grandi assoli come di consueto e tre cover di spessore, Oh, Pretty Woman di Albert King, Backwater Blues di Bessie Smith e Yer Blues dei Beatles. Manco a dirlo c’è anche una Special Edition, singola, in formato digipack, ma con 4 brani in più.

E, dopo il quadruplo Live Rain or Shine, nuovo album di studio per gli O.A.R. (Of A Revolution), titolo King, viene pubblicato dalla Sbme (Sony Bmg/Wind Up). Decisamente più commerciale del solito per la jam band americana, c’è anche un brano King con Russell Simmons e Dj Logic, qualche brano leggermente reggato e, ovviamente, la versione Deluxe con quattro brani in più nella versione audio e 2 brani acustici nel DVD, nonchè la presentazione del disco e un’intervista track by track.

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Keb Mo’ The Reflection viene pubblicato dalla Yolabelle International, un po’ più elettrico e jazz and soul del solito. Ci sono molti ospiti: David T. Walker, India.Arie, Vince Gill, Marcus Miller, Mindi Abair e Dave Koz. Solita voce bellissima e melliflua, suono molto più fusion alla George Benson. Bella la cover di One of These Nights degli Eagles.

Se non avete nulla dei Drive-By Truckers, questo Ugly Buildings, Whores and Politicians – Greatest Hits 1998-2009 raccoglie il meglio del loro periodo con la New West. Brani scelti da Patterson Hood con un paio di versioni “alternative”. Ottimo rock classico.

Anche i Fountains Of Wayne pubblicano un nuovo album: Sky Full Of Holes, etichetta Yep Rock negli States e Lojinx in Europa. Pensavo si fossero sciolti ma poi ho verificato e ho visto che anche il precedente era uscito a 4 anni di distanza da quello prima e così andando a ritroso. Se amate il loro power-pop-rock spensierato non ci sono molte variazioni rispetto al solito.

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Richard Buckner è uno di quei “beautiful losers” che spesso cito in questo Blog, amatissimo dai colleghi è uno dei secreti meglio custoditi della musica internazionale. I suoi album sono sempre molto belli ed inconsueti ed anche questo Our Blood che esce per la Merge Records non cambia le cose. Atmosfere sospese e rilassate e una voce alla Nick Drake. Sono passati 5 anni dal precedente Meadow ma i fans saranno contenti e neofiti sono bene accetti!

Anche Rod Picott è cantautore di “culto”, questo Welding Burns esce dopo tre anni dal precedente See Your Heart With Wires registrato in coppia con Amanda Shires. La bella cantante e violinista è sempre presente come pure Will Kimbrough. Se volete scoprire perché è uno dei preferiti di Mary Gauthier e Slaid Cleaves questa è l’occasione buona. Distribuzione autogestita.

E per finire, nuovo disco per i They Might Be Giants, Join Us, in America su etichetta Rounder è già uscito da un paio di settimane.

E’ tutto anche per oggi.

Bruno Conti