Se Ne E’ Andata Anche Una Delle Leggende Di New Orleans: E’ Morto A 77 Anni Allen Toussaint Per Un Attacco Di Cuore!

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E’ morto nella notte tra lunedì 9 e martedì 10 novembre Allen Toussaint. Il fatto luttuoso è avvenuto a Madrid, dove il musicista di New Orleans aveva appena tenuto un concerto al Teatro Lara della città spagnola. Toussaint aveva avuto un primo infarto nella sua camera d’albergo ma i medici erano riusciti a rianimarlo, poi mentre lo trasportavano in ambulanza all’ospedale ne ha avuto un secondo che è stato fatale. Il grande artista della Big Easy, una delle leggende della scena locale e non solo, avrebbe dovuto tenere ai primi di dicembre un concerto benefico nella sua città, in compagnia di Paul Simon, per raccogliere fondi per l’associazione “New Orleans Artists Against Hunger and Homelessness“, un ente benefico che aiutava gli artisti della città della Louisiana.

Per ricordarlo, questi sono due filmati proprio tratti da quell’ultima esibizione…

Toussaint è stato ovviamente uno dei più grandi rappresentanti della musica americana tout court, non solo della scena di New Orleans: dai suoi inizi nella scena locale della sua città, dove era nato il 14 gennaio del 1938, alle sue canzoni tra cui ricordiamo Working in the Coal Mine, Mother-in-Law, Fortune Teller,Southern Nights, Sneakin’ Sally Through the Alley, Get Out of My Life, Woman, ma anche Holy Cow, incisa da Lee Dorsey e poi dalla Band (in italiano era Qui e Là di Patty Pravo). Proprio con il gruppo di Robbie Robertson ha avuto una delle collaborazioni più proficue, prima arrangiando i fiati nell’album Cahoots e poi nel famoso Live Rock Of Ages e a quel periodo, prima metà anni ’70. risalgono i suoi dischi migliori: From A Whispet To A Scream del 1970, l’omonimo Toussaint del 1971, Life, Love And Faith del 1972 e Southern Nights del 1975, fulgidi esempi del miglior funk e R&B usciti dagli stati del Sud.

I brani ricordati sopra sono stati incisi nel corso degli anni da gente come Jerry Garcia, Ringo Starr, Little Feat, Robert Palmer, gli Yardbirds, Glen Campbell, Bonnie Raitt, la Band ricordata prima, Warren Zevon, i Rolling Stones e moltissimi altri. Tra le sue altre celebri collaborazioni quelle con i Wings, Paul Simon e le Labelle, di cui produsse Lady Marmalade. E ancora, in anni più recenti, nel 2006, il bellissimo The River In Reverse, registrato in coppia con Elvis Costello, che era un suo fan sfegatato e lo invitò come ospite anche nella sua trasmissione televisiva Spectacle, in una serata memorabile in cui c’erano anche Ray LaMontagne, Levon Helm, Nick Lowe, Richard Thompson, Larry Campbell https://www.youtube.com/watch?v=uyXOjiVhH5U .

allen toussaint songbook

Negli ultimi anni della sua vita aveva pubblicato ancora due album formidabili come The Bright Mississippi del 2009, dedicato alla sua terra https://www.youtube.com/watch?v=qNAp0igLZIs e Songbook del 2013, una confezione CD+DVD dove rivisitava con classe sublime il meglio del suo repertorio, seduto al suo pianoforte Steinway.

Tra l’altro la BBC gli ha dedicato un bellissimo documentario The Allen Toussaint Touch che potete vedere qui sotto, se volete capire a fondo la grande personalità di questo musicista che rimane uno dei più grandi della musica nera americana e scusate se insisto!

Rest in Peace, Mister Music Allen Toussaint!

Novità Di Agosto Parte Ia. Civil Wars, Vince Gill & Paul Franklin, Explosions In The Sky, Frankie Miller, David Clayton-Thomas

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Riprendiamo la rubrica delle anticipazioni discografiche (a breve scadenza, le altre, le più importanti e sfiziose, arrivano a raffica, con molto anticipo) con le uscite del 5 agosto e un CD che era sfuggito,  pubblicato qualche tempo fa, molti altri titoli hanno avuto e avranno un loro spazio a parte specifico e poi ci sarà una sorta di “ripasso” delle vacanze con alcuni dischi interessanti di cui non ero riuscito ad occuparmi, ma che penso meritino una recensione più approndita.

Come potete notare, sui mercati intermazionali le pubblicazioni di novità, a differenza dell’Italia, dove tutto tace, si intensificano e nelle prossime settimane usciranno, ad esempio, anche Jimmy Buffett, Tedeschi Trucks band e altro materiale interessante, ma ne parliamo al momento opportuno, ossia nei prossimi giorni.

Partiamo con un terzetto eterogeneo di novità.

I Civil Wars lo scorso anno vinsero due Grammy per il loro primo album Barton Hollow, peraltro già uscito una prima volta nel 2011 e poi ripubblicato nel 2012 dalla Sony, che aveva rilevato il loro contratto, con alcune tracce aggiunte. Poi, a novembre, nel bel mezzo di una tournéè promozionale e della registrazione del secondo album, il duo annunciò che si prendeva una pausa a tempo indefinito per “inconciliabili differenze di ambizione”. Considerando che i due, Joy Williams e John Paul White erano stati anche una coppia a livello sentimentale non era difficile capire da potevano provenire queste frizioni. Poi però, nel corso del 2013, prima è uscita una colonna sonora prodotta da T-Bone Burnett con la loro partecipazione e ora questo album eponimo, “postumo”? Il disco, che è prodotto in parte da Rick Rubin e in parte da Charlie Peacock, il loro primo produttore, è comunque bello, come si evince da altri album nati da separazioni e rotture come Rumors dei Fleetwood Mac o l’ultimo di Richard & Linda Thompson (nel primo album c’era già un brano che si chiamava Poison and Wine, una premonizione?).  Esce per la Sony, che, evidentemente, per evitare di rimanere con il cerino in mano, lo mette comunque sul mercato. Lo sto ascoltando in questi giorni, recensione a breve.

Vince Gill ha una produzione alquanto ondivaga che alterna buoni album a dischi decisamente più commerciali. Gli ultimi due, Guitar Slinger e ora questo Bakersfield in coppia con Paul Franklin, fanno parte di quelli buoni. Si tratta di un disco di materiale tratto dal repertorio di Buck Owens e Merle Haggard che facevano parte del cosiddetto “Bakersfield Sound” rivale, negli anni ’60, del suono più caramelloso e commerciale che veniva da Nashville. Franklin è quel bravissimo musicista che suona la pedal steel guitar, slide e dobro in qualche migliaio di dischi di musica country registrati nelle ultime decadi, Gill pure, ma questa volta, anche in virtù del repertorio scelto, tra i classici Together Again e The Bottle Let Me Down, hanno centrato decisamente l’obiettivo: se amate il genere, ovviamente! Distribuzione MCA Nashville/Universal.

Prince Avalanche è un film di cui non so molto, se non che, su suggerimento di Chris Hrasky degli Explosions In The Sky è ambientato in Texas, Bastrop State Park. La colonna sonora è stata scritta da David Wingo, appunto con gli Explosions In The Sky, è totalmente strumentale, esce domani in America per la Temporary Residence e, a differenza dei dischi precedenti del gruppo, ha un sound meno elettrico, più “bucolico”, sempre leggermente psichedelico ma tipo i Pink Floyd primi anni ’70, con inserti orchestrali in una struttura prevalentemente acustica. Comunque non mi sembra male da quello che ho sentito.

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Un paio di personaggi dal passato.

Il primo è uno dei miei cantanti preferiti, Frankie Miller, e questo cofanetto, triplo CD o doppio DVD è una piacevolissima sorpresa. Esce per la Mig Music si chiama Live At Rockpalast e contiene tre concerti:

DVD 1 Traclisting:
Ain’t Got No Money
Zap Zap
Be Good To Yourself
A Fool In Love
It’s All Coming Down Tonight
Angels With Dirty Faces
To Dream The Dream
Danger Danger
Standing On The Edge
The Jealous Kind
A Woman To Love
Down The Honky Tonk
Bad Case Of Loving You
Don’t Stop
Let’s Spend The Night Together

DVD 2 Tracklisting:
Rockpalast Capture (Peter Ruchel)
A Fool In Love
Brickyard Blues
Papa Don’t Know
When I’m Away From You
A Woman To Love
Cold Turkey
Ann Elisabeth Jane
Fallin’ In Love
When Something Is Wrong With My Baby
Be Good To Yourself
Ain’t Got No Money
The Fire Down Below
Down The Honky Tonk
Little Queenie
Let’s Spend The Night Together

Il CD triplo è anche meglio perché contiene ancora più materiale, questo è il retro della copertina, dove potete leggere titoli dei brani, anni di registrazione e musicisti utilizzati:

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Inutile dire, grandissimo cantante, alla pari con i primi Eric Burdon, Joe Cocker, Rod Stewart e, aggiungerei, Paul Rodgers e il primissimo Robert Palmer, quello di Alan Bown Set e Vinegar Joe con Elkie Brooks, nonché dei primi album solisti Sneakin’ Sally Through The Alley, registrato in quel di New Orleans con Meters e Lowell George, e che sembra un disco dei Little Feat e Pressure Drop, con tutti i Little Feat, che verranno ristampati in un doppio dalla Edsel a fine mese. Notizia nella notizia. Rock Got Soul!

Anche David Clayton-Thomas viene dal passato, altra voce formidabile, è stato per moltissimi anni il cantante dei Blood, Sweat And Tears. Il nuovo album, A Blues For The New World, è già uscito da qualche tempo, su Antoinette Records distr. Universal Music Canada, quindi non di facile reperibilità, per usare il solito eufemismo. Blues con fiati di buona fattura, come di consueto.

Fine della prima parte, domani gli altri titoli.

Bruno Conti

Breve Ma Intenso! Junior Kimbrough – First Recordings

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Junior Kimbrough – First Recordings – Big Legal Mess Records

Quando, all’inizio degli anni ’90, R.L. Burnside e Junior Kimbrough, vennero (ri)scoperti dalla Fat Possum, etichetta fondata da quello che era stato uno degli editori della rivista Living Blues, i due erano degli ultra sessantenni poco conosciuti dal grande pubblico, ma molto stimati dagli altri musicisti e dai critici. Proprio ad uno di loro, Robert Palmer, già critico del New York Times e di Rolling Stone, venne affidata la produzione dei primi dischi di entrambi. Loro facevano già da anni questa musica, che venne definita “North Hill Mississippi Country Blues” (indovinate i nostri amici da dove hanno preso il nome?) o anche “Juke Joint Music”, termine derivato da quei piccoli locali arcaici dove i bluesmen neri si ritrovavano per suonare e che in italiano potremmo definire “baracchini” perché rende bene l’idea. Senza andare a ritroso a fare la storia di questa musica, tra i cui progenitori lo stesso Kimbrough citava Lightnin’ Hopkins e Mississippi Fred McDowell,  non si può fare a meno di pensare anche a John Lee Hooker, di cui un giornalista inglese ha però rivoltato la paternità dicendo che questa musica “rozza e ripetitiva, ipnotica, suggeriva una sorta di arcaico antenato di quella di Hooker”, che secondo chi scrive già faceva la sua musica quando Kimbrough portava ancora i pantaloni corti, ma le opinioni sono sempre rispettabili.

Tra i fans e sostenitori di Kimbrough c’è sempre stato anche Charlie Feathers, più o meno un suo coetaneo, che ha spesso sostenuto che il musicista di Hudson, Mississippi fosse “il principio e la fine di tutta la musica”, come è scritto sulla sua pietra tombale. Al di là di questi attestati di stima, se togliamo quella decade gloriosa in cui i musicisti della Fat Possum venivano riveriti, oltre che dalla stampa specializzata, anche da molti musicisti bianchi, uno per tutti, John Spencer, che ha registrato anche con Burnside, la musica di questi incredibili personaggi rivive periodicamente quando esce qualche ristampa o si trova del materiale inedito, come questo contenuto in First Recordings.

Già pubblicate in vinile nel 2009, queste registrazioni risalgono all’inizio della carriera discografica di Junior Kimbrough, quando il musicista, in cerca di un contratto, si recò nel 1966 presso gli studi della Goldwax Records, l’etichetta guidata dal grande Quinton Claunch (scopritore di talenti “sfortunati” come O.W. Wright e James Carr e tutt’ora in pista alla veneranda età di 90 anni). “Sfortunati” a livello discografico ma voci incredibili, comunque anche i migliori qualche volta sbagliano e Claunch decise di non pubblicare le registrazioni dicendo che erano “troppo country”! Risentiti oggi, questi sei brani, di cui uno diviso in due parti, a formare una sorta di EP, con poco meno di quindici minuti di musica, contengono già in nuce tutte le caratteristiche future della musica di Kimbrough: come già ricordato, tempi ipnotici e ripetitivi anche della sezione ritmica, assoli secchi e brevi, con delle derive modali (probabilmente inconsce) simili alla musica orientale o alle future sonorità di gente come Ali Farka Touré e di altro “blues africano”.

Anche se il sound che più viene in mente è proprio quello di John Lee Hooker, con qualche piccola traccia pure di soul, per esempio, in un brano come Meet Me In The City dove la voce di Kimbrough ha il timbro melodico di alcuni cantanti neri dell’epoca. Mentre l’iniziale Lonesome In My Home prende Howlin’ Wolf e lo schiaffa sulle colline del Mississippi insieme al vecchio Hook con il suo stile ripetitivo e reiterato, quasi ieratico, semplice ma molto efficace. Senza gridare al miracolo, era bella musica già allora, la prima parte di Feels So Good, anticipa il sound dei primi Canned Heat, altri seguaci di Hooker che nascevano in quel periodo e la seconda parte ha poche variazioni rispetto alla prima, forse un sound più serrato. Ma le scansioni ritmiche sono più o meno sempre quelle, anche in Feels So Bad, che “si senta bene o male” Kimbrough ha già in mente quella musica che poi perfezionerà una trentina di anni dopo. Citiamo anche Done Got Old, il sesto brano, e li abbiamo ricordati tutti, ma i titoli in fondo hanno poca importanza, sono tutte variazioni sullo stesso tema e in quanto tali tutte interessanti. Breve ma intenso, consigliato ai fans della sua musica ma anche a chi ama il Blues più crudo e sanguigno, naturale e non adulterato.

Bruno Conti