La Prova Del Terzo Disco Per Il “Piccolo Dirigibile”, Brillantemente Superata! Greta Van Fleet – The Battle At Garden’s Gate

greta van fleet the battle at garden's gate

Greta Van Fleet – The Battle At Garden’s Gate – Republic/Universal CD

In realtà quello di cui mi accingo a parlare sarebbe il secondo album dei Greta Van Fleet dopo il celebrato (e discusso) Anthem Of The Peaceful Army del 2018 https://discoclub.myblog.it/2018/10/28/una-nuova-speranza-forse-piu-lattacco-dei-cloni-greta-van-fleet-anthem-of-the-peaceful-army/ , ma il quartetto di Frankenmuth, Michigan aveva esordito nel ’17 con From The Fires, EP di otto canzoni che però con i suoi 32 minuti durava più di tanti album. I GVF (i tre fratelli Josh, voce, Jake, chitarra, e Sam Kiszka, basso e tastiere, e l’amico Danny Wagner alla batteria) con i due lavori precedenti hanno diviso pubblico e critica come poche altre band, almeno in tempi recenti: chi li celebrava come una ventata di aria fresca nel panorama rock visto che i loro colleghi coetanei (i ragazzi sono poco più che ventenni) sono perlopiù artisti rap, hip-hop, trip-hop e boiate varie, chi li stroncava perché li considerava un vero e proprio clone dei Led Zeppelin. Forse la verità stava nel mezzo: il paragone con il Dirigibile ci stava benissimo (ed i nostri un po’ ci marciavano) sia per lo stile musicale proposto, un solido rock-blues molto anni 70, sia per il timbro vocale di Josh incredibilmente simile a quello di Robert Plant, ma nello stesso tempo il fatto di avere una ventata di aria fresca e giovane nel mondo del rock è una cosa indubbiamente positiva. Il problema quando sei associato a doppio filo ad una determinata band è però quello di smarcarti dallo scomodo paragone, e quindi tutti aspettavamo al varco i quattro con il nuovo album The Battle At Garden’s Gate.

Come al solito le critiche sono state alterne, nel senso che i loro detrattori hanno continuato ad accusarli di essere derivativi, mentre altri hanno intravisto nelle varie canzoni più di un tentativo di proporre qualcosa di nuovo, anche se sempre nell’ambito di un suono rock classico. Siccome io sono un po’ come San Tommaso, ho voluto toccare con mano (anzi, con orecchio), e devo dire che The Battle At Garden’s Gate è un deciso upgrade rispetto al seppur buon disco precedente, sia in termini di suono che di songwriting che di performance, e gran parte del merito va certamente al produttore Greg Kurstin (Foo Fighters, Adele, ma anche il Paul McCartney di Egypt Station). Certo, parecchi residui dell’influenza del gruppo di Page & Plant ci sono ancora, meno evidenti ma comunque presenti in più di un pezzo, ma qua e là abbiamo anche “l’ingresso” di sonorità di stampo quasi californiano e psichedelico, in linea con i testi che evocano temi esoterici e mondi paralleli (basta vedere la copertina e le immagini interne). Le canzoni sono solide e godibili dalla prima all’ultima, al punto che i 63 minuti complessivi trascorrono abbastanza facilmente, cosa non affatto scontata. Heat Above inizia con un organo inquietante, poi arriva la batteria lanciatissima ed entra il resto della band per una power ballad abbastanza diversa dallo stile del disco precedente (a parte la voce “plantiana”, ma quella non si può cambiare): arrangiamento elettroacustico ma potente con un quartetto d’archi sullo sfondo, chitarre ed organo ad evocare ampi spazi aperti e melodia molto fluida.

Un buon inizio. My Way, Soon è il primo singolo che gira già da qualche mese, un brano decisamente più rock a partire dal riff elettrico iniziale, anche se il motivo ed il cantato rilassato portano un po’ di sensibilità pop che non pensavo fosse nelle corde dei ragazzi (e qui la voce è più simile a quella di Geddy Lee dei Rush), a differenza di Broken Bells che è una suggestiva ballata il cui attacco (ma anche l’assolo finale) non può che ricordare Stairway To Heaven, ma poi il gruppo prende una direzione sua anche se Josh torna in modalità Plant: il brano comunque risulta molto bello, ricco di pathos e di ottimo livello compositivo. La dura Built By Nations è forse la più in linea con l’album di tre anni fa (e quindi la più zeppeliniana), un rock-blues solido e roccioso ma anche coinvolgente e suonato benissimo; un bell’intro di chitarra ed un’entrata decisamente “pesante” della sezione ritmica fanno di Age Of Machine una hard rock ballad coi fiocchi, dal suono al 100% anni 70 e solo vaghe reminiscenze di un gruppo che sapete qual è, mentre la lenta Tears Of Rain invade ancora i territori prog-rock cari ai Rush (una band a mio parere sottovalutata) e Stardust Chords è “semplicemente” una gran bella rock song, senza particolari influenze.

La potente Light My Love, con la chitarra ed un bel pianoforte in evidenza, è una lucida ballata dal leggero sapore californiano, zona Laurel Canyon (tra le più riuscite del CD), Caravel è dura, chitarristica e fa emergere il lato più puramente rock dei nostri, The Barbarians ha elementi psichedelici ed una chitarra wah-wah che rende tutto godurioso e ci fa tornare ai tempi in cui David Crosby non si ricordava il suo nome, solo con qualche tonnellata di decibel in più. Finale con Trip The Light Fantastic, che ricorda gli Zeppelin “leggeri” di In Through The Out Door e con la maestosa The Weight Of Dreams, più di otto minuti di sano rock anni 70 tra chitarre, archi e melodie ad ampio respiro, con il miglior assolo del disco. Saranno anche derivativi (in questo album un po’ meno), ma a me i Greta Van Fleet piacciono.

Marco Verdi

Anno Nuovo, Andazzo Vecchio: Ci Ha Lasciato Neil Peart.

neil peart anni '70neil peart anni 2000

Brutto periodo per i batteristi rock, dato che a poca distanza dal grande Ginger Baker https://discoclub.myblog.it/2019/10/06/se-ne-e-andato-anche-ginger-baker-aveva-80-anni-del-magico-trio-dei-cream-ora-rimane-solo-eric-clapton/ si è spento lo scorso 7 Gennaio per un tumore al cervello (ma la famiglia lo ha annunciato solo il 10) Neil Ellwood Peart, considerato quasi unanimemente tra i migliori esponenti di sempre dello strumento, insieme proprio a Baker, Keith Moon, John Bonham, Carl Palmer, Michael Shrieve e pochi altri. Canadese dell’Ontario, Peart ha legato indissolubilmente il suo nome a quello dei Rush, band alla quale il nostro si unì all’indomani del loro album d’esordio del 1974 per rimpiazzare il drummer originale John Rutsey, e della quale divenne una colonna portante fino allo scioglimento avvenuto nel 2018 pare proprio per i problemi di salute di Neil, già sopravvenuti nel 2015, dopo l’ultimo tour “40″ del gruppo.

Insieme al bassista e cantante Geddy Lee ed al chitarrista Alex Lifeson (ma nel suono del gruppo le tastiere hanno sempre avuto un ruolo molto importante) Peart portò i Rush ad essere, specie negli anni settanta, tra le band rock più popolari al mondo, e delle vere superstar nel natio Canada, con album notevoli e di grande successo come 2112, A Farewell To Kings, Hemispheres, Permanent Waves e Moving Pictures e con una miscela originale di rock, prog, hard rock e pop che funzionava alla grande anche dal vivo, mentre negli anni ottanta-novanta il successo continuerà ma con dischi di stampo più commerciale con elementi anche new wave, synth-pop ed AOR, mentre un parziale ritorno alle atmosfere classiche avverrà nel nuovo millennio, soprattutto con l’ottimo Clockwork Angels del 2012 che è anche il loro canto del cigno per quanto riguarda la discografia in studio.

Peart, oltre ad essere da sempre il paroliere dei Rush, è stato un batterista magnifico, influenzato sia dal trio Baker-Moon-Bonham che da percussionisti di formazione jazz e fusion come Buddy Rich, Billy Cobham e Gene Krupa, ed era in possesso di una tecnica straordinaria che gli consentiva di suonare ritmi decisamente complessi separando talvolta ciò che facevano le mani da quello che facevano i piedi, ed arrivando ad adoperare drum kits con oltre 40 componenti: leggendari sono i suoi assoli durante i concerti, una pratica abituale tra i gruppi rock specie nei seventies che normalmente serviva per far rifiatare i membri della band ma nel suo caso rappresentavano uno spettacolo a parte.

Ma sono sicuro che Neil non ha mai smesso di picchiare sui tamburi, e che sta già intrattenendo gli angeli con qualche assolo dei suoi.

Marco Verdi

Ultime Uscite 2016, Parte I. Rush, Enya, Jethro Tull, Neal Casal, Ethan Johns, Carly Simon

rush r40 live

Come promesso, dopo i cofanetti, vediamo le ultime uscite interessanti dell’anno, alcune già uscite, altre imminenti e un paio previste per metà dicembre. Partiamo da alcuni titoli già pubblicati, in particolare il Live dei Rush che vedete qui sopra, annunciato erroneamente per il 4 dicembre (però in effetti in alcuni paesi, per esempio Regno Unito, uscirà in quella data), ma in effetti già in circolazione dal 20 novembre, nella solita pletora di edizioni, 5 per la precisione: triplo CD, 3 CD + DVD, 3 CD + Blu-Ray, DVD o Blu-Ray. R40 Live contiene la registrazione del meglio delle due date di Toronto del 17 e 19 giugno 2015 e li vede ripercorrere a ritroso, dai più recenti e poi andando indietro nel tempo, il meglio della loro produzione: sono 31 brani nella versione in triplo CD e 29 nelle versioni video (perchè? boh…).

CD

Disc One
1. “The World is … The World is …”
2. “The Anarchist”
3. “Headlong Flight”
4. “Far Cry”
5. “The Main Monkey Business”
6. “How It Is”
7. “Animate”
8. “Roll the Bones”
9. “Between the Wheels”
10. “Losing It” (with Ben Mink)
11. “Subdivisions”

Disc Two
1. “Tom Sawyer”
2. “YYZ”
3. “The Spirit of Radio”
4. “Natural Science”
5. “Jacob’s Ladder”
6. “Hemispheres: Prelude”
7. “Cygnus X-1/The Story So Far” (drum solo)
8. “Closer to the Heart”
9. “Xanadu”
10. “2112”

Disc Three
1. “Mel’s Rockpile” (with Eugene Levy)
2. “Lakeside Park/Anthem”
3. “What You’re Doing/Working Man”

Bonus
4. “One Little Victory”
5. “Distant Early Warning”
6. “Red Barchetta”
7. “Clockwork Angels”
8. “The Wreckers”
9. “The Camera Eye”
10. “Losing It” (with Peter Dinklage)

DVD/Blu-ray
Set One
1. “The World is .. The World is … ”
2. “The Anarchist”
3. “Headlong Flight”
4. “Far Cry”
5. “The Main Monkey Business”
6. “How It Is”
7. “Animate”
8. “Roll the Bones”
9. “Between the Wheels”
10. “Losing It” (with Ben Mink)
11. “Subdivisions”

Set Two
1. “No Country for Old Hens”
2. “Tom Sawyer”
3. “YYZ”
4. “The Spirit of Radio”
5. “Natural Science”
6. “Jacob’s Ladder”
7. “Hemispheres: Prelude”
8. “Cygnus X-1/The Story So Far” (drum solo)
9. “Closer to the Heart”
10. “Xanadu”
11. “2112”

Encore
1. “Mel’s Rockpile” (with Eugene Levy)
2. “Lakeside Park/Anthem”
3. “What You’re Doing/Working Man”
4. “Exit Stage Left”

Bonus
1. “One Little Victory”
2. “Distant Early Warning”
3. “Red Barchetta”

Ammetto che non seguo più il trio canadese da qualche anno, ma nel periodo anni ’70, primi anni ’80 erano una delle migliori band rock in circolazione, soprattutto a livello strumentale: peccato che non vedo nella lista La Villa Strangiato che era un brano che mi piaceva moltissimo. Questo live li vede tornare sotto l’egida Universal, con etichetta Zoe/Rounder Records.

enya dark sky island

Un’altra che non seguo più da parecchi anni ( e comunque non mi hai entusiasmato, anche se i primi dischi avevano una loro freschezza e vivacità, si fa per dire) è Eithne Patricia Ní Bhraonáin, in arte Enya, sorella della ben più brava Maire Moya Brennan, cantante e in precedenza voce solista dei Clannad. Non per nulla Eithne nel gruppo irlandese era solo tastierista e voce di supporto, poi grazie all’aiuto del manager e produttore Nick Ryan, ha sviluppato quel suo particolare stile a cavallo tra musica celtica, new age e pop che grazie all’utilizzo della tecnologia ha permesso di creare “muri vocali” dove la voce di Enya veniva riprodotta una infinità di volte per ottenere quell’effetto sognante e particolare che ne ha fatto la fortuna. In giro c’è molto (anzi moltissimo) di peggio per cui non mi permetto di andare più in là con le critiche, però questo tipo di “folk” ultimamente non mi fa più impazzire. Comunque tornando al nuovo disco si intitola Dark Sky Island, è solo il nono in una carriera quasi trentennale (anzi ottavo se contiamo il primo Enya e la sua riedizione The Celts come un album unico): è uscito anche questo lo scorso 20 novembre, etichetta Aigle/Warner, naturalmente c’è la versione Deluxe con tre tracce in più, e il lavoro è frutto del solito team di Roma Ryan che ha scritto tutti i testi, Enya che suona tutte le tastiere, compone la musica e canta e Nick Ryan che ha curato la produzione. Per la precisione in Even The Shadows c’è Eddie Lee al contrabbasso. Ecco un assaggio, nulla è cambiato https://www.youtube.com/watch?v=FOP_PPavoLA …

jethro tull too oldjethro tull too old box

 

In effetti questa ristampa di Too Old To Rock And Roll: Too Young To Die! dei Jethro Tull avrei potuto anche inserirla nel post dedicato ai Box, ma visto che c’è anche la versione singola con il solo album rimasterizzato ne parliamo qui. Un buon album anche se non tra i più memorabili della band di Ian Anderson (molto meglio il successivo Songs From The Wood che sarà il prossimo a venire ristampato) esce anche nella solita versione quadrupla curata da Steven Wilson dei Porcupine Tree: due CD e due DVD (principalmente audio, però ci sono anche dei filmati apparsi in uno speciale della televisione inglese di metà anni ’70, credo sia questo https://www.youtube.com/watch?v=TFYWy-Pwymc). Questo è il contenuto completo:

[CD1]
1. Prelude (Steven Wilson Stereo Mix)
2. Quiz Kid (Steven Wilson Stereo Mix)
3. Crazed Institution (Steven Wilson Stereo Mix)
4. Salamander (Steven Wilson Stereo Mix)
5. Taxi Grab (Steven Wilson Stereo Mix)
6. From A Dead Beat To An Old Greaser (Steven Wilson Stereo Mix)
7. Bad-Eyed And Loveless (Steven Wilson Stereo Mix)
8. Big Dipper (Steven Wilson Stereo Mix)
9. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Steven Wilson Stereo Mix)
10. Pied Piper (Steven Wilson Stereo Mix)
11. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Steven Wilson Stereo Mix]
12. From A Dead Beat To An Old Greaser (Steven Wilson Stereo Remix) [Monte Carlo January 1976]
13. Bad-Eyed And Loveless (Steven Wilson Stereo Remix) [Monte Carlo January 1976]
14. Big Dipper (Steven Wilson Stereo Remix) [Monte Carlo January 1976]
15. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Steven Wilson Stereo Remix) [Brussels November 1975]
16. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Steven Wilson Stereo Remix] [Brussels November 1975]
17. Quiz Kid (Version 1) [Steven Wilson Stereo Mix]

[CD2]
1. Salamander’s Rag Time (Steven Wilson Mix)
2. Commercial Traveller (Steven Wilson Mix)
3. Salamander (Steven Wilson Mix) [Instrumental]
4. A Small Cigar (Steven Wilson Mix) [Acoustic Version]
5. Strip Cartoon (Steven Wilson Mix)
6. One Brown Mouse (Early Version) [Original Master Mix]
7. A Small Cigar (Orchestrated Version) [Original Rough Mix]
8. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Demo) [Steven Wilson Mix]
9. Prelude
10. Quiz Kid
11. Crazed Institution
12. Salamander
13. Taxi Grab
14. From A Dead Beat To An Old Greaser
15. Bad-Eyed And Loveless
16. Big Dipper
17. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die!
18. Pied Piper
19. The Chequered Flag (Dead Or Alive)

[DVD1]
1. Prelude (Steven Wilson Stereo Mix)
2. Quiz Kid (Steven Wilson Stereo Mix)
3. Crazed Institution (Steven Wilson Stereo Mix)
4. Salamander (Steven Wilson Stereo Mix)
5. Taxi Grab (Steven Wilson Stereo Mix)
6. From A Dead Beat To An Old Greaser (Steven Wilson Stereo Mix)
7. Bad-Eyed And Loveless (Steven Wilson Stereo Mix)
8. Big Dipper (Steven Wilson Stereo Mix)
9. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Steven Wilson Stereo Mix)
10. Pied Piper (Steven Wilson Stereo Mix)
11. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Steven Wilson Stereo Mix]
12. Prelude (Steven Wilson Stereo Mix)
13. Quiz Kid (Steven Wilson Stereo Mix)
14. Crazed Institution (Steven Wilson Stereo Mix)
15. Salamander (Steven Wilson Stereo Mix)
16. Taxi Grab (Steven Wilson Stereo Mix)
17. From A Dead Beat To An Old Greaser (Steven Wilson Stereo Mix)
18. Bad-Eyed And Loveless (Steven Wilson Stereo Mix)
19. Big Dipper (Steven Wilson Stereo Mix)
20. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Steven Wilson Stereo Mix)
21. Pied Piper (Steven Wilson Stereo Mix)
22. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Steven Wilson Stereo Mix]
23. Prelude (Steven Wilson Stereo Mix)
24. Quiz Kid (Steven Wilson Stereo Mix)
25. Crazed Institution (Steven Wilson Stereo Mix)
26. Salamander (Steven Wilson Stereo Mix)
27. Taxi Grab (Steven Wilson Stereo Mix)
28. From A Dead Beat To An Old Greaser (Steven Wilson Stereo Mix)
29. Bad-Eyed And Loveless (Steven Wilson Stereo Mix)
30. Big Dipper (Steven Wilson Stereo Mix)
31. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Steven Wilson Stereo Mix)
32. Pied Piper (Steven Wilson Stereo Mix)
33. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Steven Wilson Stereo Mix]
34. Prelude (Steven Wilson Stereo Mix)
35. Quiz Kid (Steven Wilson Stereo Mix)
36. Crazed Institution (Steven Wilson Stereo Mix)
37. Salamander (Steven Wilson Stereo Mix)
38. Taxi Grab (Steven Wilson Stereo Mix)
39. From A Dead Beat To An Old Greaser (Steven Wilson Stereo Mix)
40. Bad-Eyed And Loveless (Steven Wilson Stereo Mix)
41. Big Dipper (Steven Wilson Stereo Mix)
42. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Steven Wilson Stereo Mix)
43. Pied Piper (Steven Wilson Stereo Mix)
44. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Steven Wilson Stereo Mix]
45. From A Dead Beat To An Old Greaser (Monte Carlo January 1976)
46. Bad-Eyed And Loveless (Monte Carlo January 1976)
47. Big Dipper (Monte Carlo January 1976)
48. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Brussels November 1975)
49. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Brussels November 1975]
50. From A Dead Beat To An Old Greaser (Monte Carlo January 1976)
51. Bad-Eyed And Loveless (Monte Carlo January 1976)
52. Big Dipper (Monte Carlo January 1976)
53. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Brussels November 1975)
54. The Chequered Flag (Dead Or Alive) [Brussels November 1975]

[DVD2]
1. Salamander’s Rag Time (Steven Wilson Mix)
2. Commercial Traveller (Steven Wilson Mix)
3. A Small Cigar (Steven Wilson Mix) [Acoustic Version]
4. Strip Cartoon (Steven Wilson Mix)
5. Salamander’s Rag Time (Steven Wilson Mix)
6. Commercial Traveller (Steven Wilson Mix)
7. A Small Cigar (Steven Wilson Mix) [Acoustic Version]
8. Strip Cartoon (Steven Wilson Mix)
9. Quiz Kid (Version 1)
10. One Brown Mouse (Early Version) [Original Master Mix]
11. Salamander (Steven Wilson Mix) [Instrumental]
12. Strip Cartoon
13. A Small Cigar (Orchestrated Version) [Original Rough Mix]
14. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die! (Demo) [Steven Wilson Mix]
15. Prelude
16. Quiz Kid
17. Crazed Institution
18. Salamander
19. Taxi Grab
20. From A Dead Beat To An Old Greaser
21. Bad-Eyed And Loveless
22. Big Dipper
23. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die!
24. Pied Piper
25. The Chequered Flag (Dead Or Alive)
26. Prelude
27. Quiz Kid
28. Crazed Institution
29. Salamander
30. Taxi Grab
31. From A Dead Beat To An Old Greaser
32. Bad-Eyed And Loveless
33. Big Dipper
34. Too Old To Rock ‘N’ Roll: Too Young To Die!
35. Pied Piper
36. The Chequered Flag (Dead Or Alive)

Ovviamente i brani sembrano metà di mille perché gli stessi brani appaiono più volte in diverse versioni. Eichetta Chrysalis/Parlophone/Warner già uscito pure questo, ma lo scorso venerdì 27 novembre.

neal casal interludes

Sempre lo scorso 27 è uscito questo strano doppio, attribuito a tali Circles Around The Sun e intitolato Interludes For The Dead. Etichetta Warner per questo album che in effetti è opera di Neal Casal con la sua band (tutti lo ricordiamo sia per la sua carriera solista che per essere stato a lungo il solista nei Cardinals di Ryan Adams e ultimamente suona sia nei Chris Robinson Brotherhood, quanto negli Hard Working Americans): evidentemente questa estate aveva dei giorni liberi e, casualmente, nei giorni in cui i Grateful Dead registravano il loro Fare Thee Well Tour, Casal si esibiva nelle pause delle esibizioni dei Dead, da lì il titolo del CD, in lunghe improvvisazioni acide e psichedeliche, 10 in tutto, tra i 5 e i 25 minuti, che ora sono state raccolte in questo doppio album.. Niente male, tra l’altro: per avere una idea….

Track Listing
Disc One
1. “Hallucinate A Solution”
2. “Gilbert’s Groove”
3. “Kasey’s Bones”
4. “Space Wheel”
Disc Two
1. “Ginger Says”
2. “Farewell Franklins”
3. “Saturday’s Children”
4. “Scarlotta’s Magnolias”
5. “Hat And Cane”
6. “Mountains Of The Moon”

I titoli ovviamente prendono spunto dalla musica dei Grateful Dead.

ethan johns silver liner

Altro nome a lungo legato a Ryan Adams per averne prodotto alcuni degli album migliori (in particolare Heartbreaker Gold, oltre a decine di altri ottimi album, gli ultimi due quelli di Tom Jones e anche il nuovo degli australiani Boy & Bear, di cui sarà il caso parlare) è quello di Ethan Johns, musicista e produttore inglese, ma dal suono decisamente americano: con un paio di album alle spalle, buoni anche se non eccelsi, uno proprio prodotto da Adams, il secondo, che mi piaceva parecchio, ora realizza questo Silver Liner, su etichetta Three Crows Records, ma distribuita da Caroline/Universal, sempre disponibile dal 27 novembre. Accompagnato dai Black Eyed Dog, ovvero Jeremy Stacey alla batteria, Nick Pini al basso e dal grande musicista BJ Cole alla pedal steel guitar, Johns realizza veramente un gran bel disco. Tra ballate, pezzi rock, elementi country e west coast (bellissimi i cori di Gillian Welch Bernie Leadon in Juanita), sarà il caso di dedicare il giusto spazio a questo disco. Per il momento sentite che bella la title-track, sembra qualche pezzo perduto di Neil Young.

carly simon songs from the trees

E per finire, una bella antologia doppia, l’ennesima, dedicata a Carly Simon: pubblicata in contemporanea alla sua autobiografia  si intitotola Songs From The Trees: A Musical Memoir Collection, Elektra/Rhino l’etichetta, 20 novembre la data di uscita e ripercorre tutta la carriera della ex moglie di James Taylor, dagli inizi con le sorelle, nel raro brano Winken’, Blinkin’ And Nod a nome Simon Sisters, fino a due brani inediti, posti in chiusura del secondo disco. Il tutto ha una nuova rimasterizzazione 2015 e suona veramente bene.

Ovviamente You’re So Vain è presente https://www.youtube.com/watch?v=iWi6NQNQ7OQ; insieme ad 30 altri brani che rivelano una cantautrice molto sottovalutata rispetto al suo vero valore:

[CD1]
1. Boys In The Trees (2015 Remastered)
2. Winken’, Blinkin’ And Nod – The Simon Sisters
3. Orpheus (2015 Remastered)
4. Older Sister (2015 Remastered)
5. It Was So Easy (2015 Remastered)
6. Embrace Me, You Child (2015 Remastered)
7. Hello Big Man (2015 Remastered)
8. Two Hot Girls (On A Hot Summer Night)
9. It Happens Everyday (2015 Remastered)
10. His Friends Are More Than Fond Of Robin (2015 Remastered)
11. I’m All It Takes To Make You Happy (2015 Remastered)
12. That’s The Way I’ve Always Heard It Should Be (2015 Remastered)
13. I’ve Got To Have You (2015 Remastered)
14. Anticipation (2015 Remastered)
15. Legend In Your Own Time (2015 Remastered)
16. Three Days (2015 Remastered)

[CD2]
1. Julie Through The Glass (2015 Remastered)
2. We Have No Secrets (2015 Remastered)
3. You’re So Vain (2015 Remastered)
4. Mind On My Man (2015 Remastered)
5. Mockingbird (2015 Remastered)
6. After The Storm (2015 Remastered)
7. Haunting (2015 Remastered)
8. In Times When My Head (2015 Remastered)
9. You Belong To Me (2015 Remastered)
10. We’re So 2015 Remastered)
11. From The Heart (2015 Remastered)
12. Come Upstairs (2015 Remastered)
13. The Right Thing To Do (2015 Remastered)
Previously Unissued Bonus Selections:
14. Showdown
15. I Can’t Thank You Enough

Anche per oggi è tutto, alla prossima, domani tocca al nuovo Eric Clapton Live alla Royal Albert Hall.

Bruno Conti

Prossimo Disco Dal Vivo Per Eric Johnson – Europe Live

eric johnson europe live

Eric Johnson – Europe Live – Mascot/Provogue/Edel CD/2LP 24-06 UK/EU 01/07 ITA

Come dicevo, recensendo il precedente Up Close Another Look http://discoclub.myblog.it/2013/02/13/provaci-ancora-eric-una-anteprima-eric-johnson-up-close-anot/ , Eric Johnson non è un artista particolarmente prolifico, tra dischi in studio, dal vivo e il progetto G3 fatichiamo ad arrivare a dieci. Quindi questo nuovo Europe Live giungerà come una gradita sorpresa per i fans del chitarrista texano. Registrato nel corso del tour europeo del 2013, la maggior parte del materiale proviene dalla serata al Melkweg di Amsterdam, con alcuni brani tratti da due date in Germania, ed è l’occasione per fare il punto della situazione sulla sua carriera, ma soprattutto per ascoltare uno dei massimi virtuosi della chitarra elettrica attualmente in circolazione: il genere di Johnson non è di facile definizione, sicuramente c’è una forte componente rock, ma anche notevoli accenti prog, blues, fusion, jazz e qualche piccola spolverata di country, folk e qualsiasi altra musica vi venga in mente, con l’enfasi posta proprio sul virtuosismo allo strumento, in quanto la musica prevede poche parti cantate e quindi si basa molto sul lavoro alla chitarra di Eric, che in questa occasione (come quasi sempre) si esibisce in trio, con gli ottimi (benché non molto noti Chris Maresh al basso e Wayne Salzmann alla batteria https://www.youtube.com/watch?v=4M6amrKDt1w .

eric johnson 2

Tra i suoi prossimi progetti ci sono collaborazioni con il collega Mike Stern e nuovi dischi in studio, sia elettrici che acustici, mentre in tempi recenti è stato possibile ascoltarlo nei dischi di Sonny Landreth, Christopher Cross, Oz Noy, e sempre Mike Stern, mentre il side-project degli Alien Love Child (dove appariva il bassista Maresh) al momento sembra silente. Proprio da quel disco proviene Zenland, uno dei brani più rock di questo Live, preceduto da una breve Intro, che è una delle due tracce inedite di questo album. Austin, è il brano dedicato da Mike Bloomfield alla città texana, uno di quelli cantati dallo stesso Eric, anche se la versione di studio su Up Close, mi pareva più grintosa, non si può negare il fascino di questo brano, dove il blues assume quell’allure molto raffinata che lo avvicina a gente come Robben Ford, Steve Morse ed altri musicisti “prestati”  alle dodici battute, anche se nel caso di Robben è vero amore https://www.youtube.com/watch?v=KPH8YitsJwQ .

eric johnson 1

Forty Mile Town è una ballata romantica e dagli spunti melodici, cantata sempre da Johnson, in modo più che dignitoso, ma non memorabile, nobilitata da un lirico assolo. Una delle cover principali del disco è una versione vorticosa di Mr. P.C, un brano di John Coltrane, quasi dieci minuti di scale velocissime ed improvvisate che escono dalla chitarra di Johnson, con ampio spazio per gli assolo del basso di Maresh e della batteria di Salzmann, come nei live che si rispettano, siamo più dalle parti del jazz-rock e della fusion, ma il tutto viene eseguito con grande finezza. Manhattan era su Venus Isle, il disco del 1996, un altro strumentale naturalmente molto intricato nei suoi arrangiamenti, con la chitarra sempre fluida ed inventiva del titolare a deliziare la platea dei presenti e noi futuri ascoltatori del CD. Zap, che era su Tones, il suo disco migliore, a momenti vinse il Grammy nel 1987 come miglior brano strumentale, ed è una bella cavalcata a tempo di rock, con continui cambi di tempo e tonalità della struttura del brano e Chris Maresh che fa numeri alla Pastorius con il suo basso elettrico fretless.

eric johnson 3

A Song For Life vede Eric Johnson passare all’acustica, un brano tra impressioni classiche e new age, che si trovava sul primissimo Seven Worlds. Fatdaddy viceversa viene dall’ultimo Up Close ed è uno dei brani più tirati dell’intero concerto, quasi a sfociare in un hard rock virtuosistico degno dei migliori Rush o dei più funambolici Dixie Dregs dell’amico Steve Morse. Last House On The Block è il brano più lungo del CD, una lunga suite di oltre dodici minuti, tratta dal disco degli Alien Love Child, divisa in varie parti, anche cantate, e tra le migliori cose del concerto nei suoi continui cambi di tempo ed atmosfere sonore, che si avvicinano, a momenti, al miglior rock progressive degli anni ’70. La breve Interlude ci introduce al brano più famoso di Johnson, Cliffs Of Dover, che il Grammy lo ha vinto (video vintage https://www.youtube.com/watch?v=smwQafhNU6E, altra cavalcata nel migliore rock progressivo, mentre Evinrude Fever, è l’altro brano inedito presentato in anteprima in questo tour europeo e che è l’occasione per una bella jam di stampo rock con tutta la band che viaggia a mille sui binari del rock più travolgente, con intermezzi blues e R&R inconsueti nel resto del concerto. Finale con Where The Sun Meets The Sky ribattezzata per l’occasione Sun Reprise, un brano affascinante, molto complesso nel suo dipanarsi, con effetti quasi cinematografici e che chiude degnamente questo Live destinato agli amanti di un certo rock, ricco di virtuosismi ma non privo di sostanza e qualità.

Bruno Conti

*NDB In questi giorni mi sono accorto che, a mia insaputa (come all’ex ministro Scajola), è stato aperto un canale su YouTube dedicato al Blog https://www.youtube.com/channel/UC_HDvJLsHP-MY0cQQjjb_Aw, probabilmente generato dai moltissimi video che inserisco in ogni Post oppure dalla nuova piattaforma WordPress utlizzata da MyBlog, non saprei dirvi, comunque c’è e potete entrare a leggere i post anche da lì.   

Best Of 2012! Il Meglio Della Stampa Internazionale: Chi Mancava? Q, Billboard, Classic Rock, Allmusic…

q-mag-best-albums-2012.jpgROC179.cover1_1.jpg

 

 

 

 

 

 

Completiamo le liste dei migliori dell’anno con alcune note riviste e siti che mancavano all’appello. Q non è più da alcuni anni una rivista a cui il sottoscritto guarda con attenzione, ma non ci si può esimere da una citazione: oltre a tutto, astutamente, i loro 50 migliori dell’anno sono stati inseriti in ordine alfabetico per cui non si può estrapolare una parte della classifica, ma solo pubblicarla nella sua interezza…

Q Magazine – Top 50 Albums of 2012

The 2 Bears – Be Strong
Alabama Shakes – Boys & Girls
Alt-J – An Awesome Wave
Paul Banks – Banks
Bat For Lashes – The Haunted Man
Beach House – Bloom
Jake Bugg – Jake Bugg
David Byrne & St. Vincent – Love This Giant
Cat Power – Sun
Leonard Cohen – Old Ideas
Daphni – Jiaolong
Lana Del Rey – Born To Die
Dirty Projectors – Swing Lo Magellan
Django Django – Django Django
Bob Dylan – Tempest
EL-P – Cancer4Cure
Field Music – Plumb
Go-Kart Mozart – On The Hot Dog Streets
Grimes – Visions
Grizzly Bear – Shields
Ren Harvieu – Through The Night
Richard Hawley – Standing At The Sky’s Edge
Here We Go Magic – A Different Ship
Hot Chip – In Our Heads
Elton John Vs. Pnau – Good Morning To The Night
Josephine – Portrait
The Killers – Battle Born
Kindness – World, You Need A Change of Mind
Mark Lanegan Band – Blues Funeral
The Maccabees – Given to the Wild
Mala in Cuba – Mala in Cuba
Mumford & Sons – Babel
Muse – The 2nd Law
Frank Ocean – Channel Orange
Orbital – Wonky
Peaking Lights – Lucifer
Plan B – Ill Manors
Emeli Sande – Our Version of Events
Saint Etienne – Words And Music By Saint Etienne
School Of Seven Bells – Ghostory
Bruce Springsteen – Wrecking Ball
Tame Impala – Lonerism
Totally Enormous Extinct Dinosaurs – Trouble
The Vaccines – Come Of Age
Sharon Van Etten – Tramp
The Walkmen – Heaven
Jessie Ware – Devotion
Paul Weller – Sonik Kicks
Jack White – Blunderbuss
Bobby Womack – The Bravest Man In The Universe

Ho quantomeno evidenziato in neretto quelli più interessanti per i miei gusti personali, 18 su 50 non è male, considerando le scelte di altre riviste.

Classic Rock Top 10

I primi 10 delle loro 50 posizioni. Mi facevano giustamente notare che rispetto allo scorso anno quando il disco dell’anno era risultato quello dei Mastodon, quest’anno ci è andata di lusso.

rush clockwork.jpg

 

 

 

 

 

 

1- Rush: Clockwork Angels

rival sons head down.jpg

 

 

 

 

 

 

2- Rival Sons: Head Down

Per chi si chiede, chi sono costoro? Ecco un estratto dal loro ultimo CD, del sano rock-blues anni ’70!

zztop la futura.jpg

 

 

 

 

 

 

3- ZZ Top: La Futura
4- Howlin’ Rain: The Russian Wild
5- Jack White: Blunderbuss
6- Joe Bonamassa: Driving Towards The Daylight
7- Bruce Springsteen: Wrecking Ball
8- The Darkness: Hot Cakes
9- Cory Branan: Mutt

10- Lynyrd Skynyrd: Last Of A Dying Breed

Quelle di Billboard e Allmusic sono “terribili”, ma per la cronaca eccole qui:

1) Frank Ocean – Channel Orange

2) Kendrick Lamar – good kid, m.A.A.d city

3) Miguel – Kaleidoscope Dream

4) Jessie Ware – Devotion

5) Taylor Swift – Red

6) Beach House – Bloom

7) Bruce Springsteen – Wrecking Ball

8) Cloud Nothings – Attack On Memory

9) Cat Power – Sun

10)Alt-J – An Awesome Wave

Queste di Billboard, vengono definite “Critics’ Picks”!!!

Ed ecco i primi dieci di AllMusic:

  1. Grimes – Visions
  2. Frank Ocean – Channel Orange
  3. Fiona Apple – The Idler Wheel is Wiser Than the Driver of the Screw and Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do
  4. Kendrick Lamar – good kid, m.A.A.d city
  5. Miguel – Kaleidoscope Dream
  6. Flying Lotus – Until the Quiet Comes
  7. Torche – Harmonicraft
  8. Jessie Ware – Devotion
  9. David Byrne & St. Vincent – Love This Giant
  10. Carly Rae Jepsen – Kiss

In attesa delle riviste musicali italiane specializzate che pubblicheranno le loro poll a gennaio direi che è tutto, salvo qualche “addetto ai lavori” disperso e l’ultima parte di quelle mie personali!

Bruno Conti

Novità Di Dicembre Parte II E Ultima Del 2012. I Luf, Michele Gazich, Buddy Guy, Backbeat Of Rock And Roll, Curved Air, Canned Heat, Rush, Muddy Waters, Eccetera

michele gazich verso damasco.jpgFLAMECD02 The Backbeat of Rock and Roll.jpg10&Luf_2_web.jpg

 


 

 

 

 

Ultimo aggiornamento del 2012 sulle ultime uscite discografiche, quello che è uscito nelle ultime settimane e qualcosa che era sfuggito.

Sul fronte italico I Luf pubblicano questo cofanetto retrospettivo, in tiratura limitata e numerata (a mano) di 400 copie: si chiama 10 & Luf e contiene 4 album. L’introvabile da anni, Ocio Ai Luf, più Bala E fa Balà (quello con Sweet Home Alabama detta anche So Nashit ‘N Val Camonega), Paradis Del Diaol e Flel.

Altro cofanetto italico è quello di Michele Gazich, Verso Damasco, CD+DVD+Libro, dal vivo, Duomo Vecchio, Brescia, 18 Maggio 2012. Se non lo trovate in giro ?page_id=313

Per finire con i cofanetti, questo pubblicato dalla Famous Flames britannica, esce un Box di 3 CD, con un bel libretto, The Backbeat Of Rock And Roll, eccellente, contiene 94 tracce e tutto quello che dovreste sapere sui brani strumentali della prima parte della storia del R&R, ossia:

TRACK LISTING DISC ONE
1. Rumble – Link Wray
2. Peter Gunn – Duane Eddy
3. Buckeye – Johnny And The Hurricanes
4. Tequila – The Champs
5. Wild Weekend – Rockin’ Rebels
6. Big Shot – Johnny Cannon
7. Bongo Rock – Preston Epps
8. Teen Beat – Sandy Nelson
9. Walk Don’t Run – The Ventures
10. Apache – The Shadows
11. Rebel Rouser – Duane Eddy
12. Red River Rock – Johnny And The Hurricanes
13. Moon Dawg! – The Gamblers
14. The Fickle Chicken – The Atmospheres
15. Hard Times (The Slop) – Noble ‘Thin Man’ Watts
16. Hand Clappin’ – Red Prysock
17. Swanee River Hop – Fats Domino
18. Honky Tonk Part I & II – Bill Doggett
19. Smokie Part 2 – Bill Black’s Combo
20. Raunchy – Bill Justis
21. Harlem Nocturne – The Viscounts
22. (Ghost) Riders In The Sky – Ramrods
23. Woo Hoo – Rock-A-Teens
24. Tall Cool One – The Fabulous Wailers
25. Walkin’ With Mr Lee – Lee Allen
26. Night Train – Jimmy Forrest
27. Don’t Be Cruel – Bill Black’s Combo
28. Perfidia – The Ventures
29. Sleep Walk – Santo & Johnny
30. Golden Mile – The Sleepwalkers
31. Teensville – Chet Atkins

DISC TWO:
1. Have Guitar Will Travel – The Scotty Moore Trio
2. Mumblin’ Guitar – Bo Diddley
3. Jungle Walk – The Dyna-Sores
4. Hide Away – Freddie King
5. Cruising – Jimmy And The Night Hoppers
6. Topsy Part I – Cozy Cole
7. Madison Time, Pt. 1 – Ray Bryant Combo
8. Deacon’s Hop – Big Jay McNeely
9. The Stroll – Lawson-Haggart Rockin’ Band
10. The Stinger – Al Casey
11. Torquay – The Fireballs
12. Poor Boy – Royaltones
13. Green Jeans – The Flee-Rekkers
14. MacDonald’s Cave – The Piltdown Men
15. The Happy Organ – Dave ‘Baby’ Cortez
16. (What’s The Word) Thunderbird – The Casual-Aires
17. Gonzo – James Booker
18. Ooh Poo Pah Doo (Part 2) – Jessie Hill
19. Rockhouse (Pts. 1 And 2) – Ray Charles
20. The Hunch – Paul Gayten
21. In The Mood – Ernie Fields Orchestra
22. Big Jump – Sandy Nelson
23. Cannonball – Duane Eddy
24. The Whip – The Frantics
25. Machine Gun – The Riptides
26. Bulldog – The Fireballs
27. Blue Comet Blues – Bill Haley And His Comets
28. Big Beat Boogie – Bert Weedon
29. Guitar Boogie Shuffle – The Virtues
30. Some Kinda Earthquake – Duane Eddy
31. Raw-Hide – Link Wray

DISC THREE:
1. The Swag – Link Wray
2. Because They’re Young – Duane Eddy
3. Let There Be Drums – Sandy Nelson
4. Take Five – Dave Brubeck Quartet
5. Last Night – The Mar-Keys
6. You Can’t Sit Down – Phil Upchurch Combo
7. One Mint Julep – Ray Charles 8
8. On The Rebound – Floyd Cramer
9. Slow Walk – Sil Austin
10. Rudy’s Rock – Bill Haley
11. Guitar Bustin’ – Arthur “Guitar Boogie” Smith And His Cracker Jacks
12. Like Long Hair – Paul Revere And The Raiders
13. Juke – Little Walter
14. Lost Love – H.B. Barnum
15. School Days – Santo & Johnny
16. Kabalo – The Atmospheres
17. Enchanted Sea – The Islanders
18. Underwater – The Frogmen
19. Let’s Go Trippin – Dick Dale & The Del-Tones
20. Mr. Moto – The Bel-Airs
21. Beatnick Sticks – Paul Revere And The Raiders
22. Ramrod – Duane Eddy
23. FBI – The Shadows
24. Husky Team – The Outlaws
. Night Of The Vampire – The Moontrekkers
26. Stick Shift – The Duals
27. Tarantula – The Tarantulas
28. Gazachstahagen – The Wild Cats
29. Jack The Ripper – Link Wray
30. Guitar Boogie – Arthur Smith
31. Tune Of The Short Cowboys – The Outlaws
32. Entry Of The Globbotts – The Blue Men

 

buddy guy live at legends.jpgdjango unchained soundtrack.jpgrush 2112 deluxe.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Buddy Guy ha pubblicato per la RCA (quindi Sony/Bmg) questo Live At Legends che documenta uno dei concerti che si sono tenuti al suo famoso locale di Chicago nel 2010. Oltre a molti classici del Blues, ci sono un paio di medley di quelli micidiali di Guy: uno con Boom Boom/Strange Brew, John Lee Hooker + Cream, l’altro Voodoo Child (Slight Return)/Sunshine Of Your Love, Jimi Hendrix e di nuovo Cream. Ci sono anche tre brani in studio, registrati per Living Proof sempre nel 2010 e non utilizzati all’epoca.

E’ uscita per la Mercury/Universal anche la colonna sonora del nuovo film di Quentin Tarantino, un omaggio ai vecchi western all’italiana, si chiama Django Unchained e come al solito c’è musica buona, cattiva e kitsch (notare la finezza del “Riziero” Ortolani):

1. Winged – James Russo
2. Django – Luis Bacalov, Rocky Roberts
3. The Braying Mule – Ennio Morricone
4. “In The Case Django, After You…” – Christoph Waltz, Jamie Foxx
5. Lo Chiamavano King (His Name Is King) – Luis Bacalov, Edda Dell Orso
6. Freedom – Anthony Hamilton, Elayna Boynton
7. Five-Thousand-Dollar Nigga’s And Gummy Mouth Bitches – Don Johnson, Christoph Waltz
8. La Corsa (2nd Version) – Luis Bacalov
9. Sneaky Schultz And The Demise Of Sharp – Don Straud
10. I Got A Name – Jim Croce
11. I Giorni Dell’ira – Riziero Ortolani
12. 100 Black Coffins – Rick Ross
13. Nicaragua – Jerry Goldsmith, Pat Metheny
14. Hildi’s Hot Box – Samuel L. Jackson, Leonardo Dicaprio, Christoph Waltz
15. Sister Sara’s Theme – Ennio Morricone
16. Ancora Qui – Elisa Toffoli
17. Unchained (The Payback / Untouchable) – James Brown, 2Pac
18. Who Did That to You? – John Legend
19. Too Old To Die Young – Brother Dege (AKA Dege Legg)
20. Stephen The Poker Player – Samuel L. Jackson, Jamie Foxx
21. Un Monumento – Ennio Morricone
22. Six Shots Two Guns – Samuel L. Jackson, Jamie Foxx
23. Trinity (Titoli) – Annibale E I Cantori Moderni

L’ultimo Deluxe dell’anno esce in versione CD+DVDA o CD+Blu-Ray (per la verità ce n’è anche una Superdeluxe con lo stesso contenuto musicale ma una confezione più sfiziosa, naturalmente molto più cara)! Cosa c’è in più (a parte il suono e un fumetto interattivo)? Tre brani dal vivo:

– Overture (Northland Coliseum, Edmonton, AB – June 25, 1981)
– The Temples of Syrinx (Northland Coliseum, Edmonton, AB – June 25, 1981)
– A Passage To Bangkok (Manchester Apollo, Manchester, England – June 17, 1980)

Vedete voi se farvi un ultimo regalo in extremis per Natale o la Befana!

curved air airwaves.jpgcanned heat boogie deluxe.jpgmuddy waters you shook chess masters 3.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Per finire tre ristampe. Anzi due ristampe e un album di materiale inedito!

Quello dei Curved Air Airwaves, sottotitolo Live At The BBC The Peel Sessions 1970-71, edito dalla solita Cleopatra, contiene anche alcuni brani registrati dal vivo nel 1976, quando in formazione c’era Stewart Copeland alla batteria, che era anche il marito di Sonja Kristina (un po’ di gossip!). Tutta roba inedita, inutile dire che quello da avere è questo, perché in questi giorni è stato pubblicato anche un CD+DVD relativo al tour del 2010 Live Atmosphere, dove a fianco di Sonja Kristina, per i corsi e ricorsi della storia, è tornato il primo batterista Florian Pilkington-Miksa. Non è neppure brutto, il problema è che il DVD non ha il concerto completo, è solo l’EPK e un video di presentazione.

Altra etichetta specializzata in ripubblicazioni è l’americana Iconoclassic che ha pubblicato in questi giorni una versione Deluxe (con 6 bonus tracks) del classico Boogie With Canned Heat. Queste le tracce extra:

11. ON THE ROAD AGAIN (Alternate Take) Bonus Tracks
12. SHAKE, RATTLE AND ROLL Bonus Tracks
13. WHISHEY AND WIMMEN’ Bonus Tracks
14. MEAN OLD WORLD Bonus Tracks
15. THE HUNTER Bonus Tracks
16. FANNIE MAE Bonus Tracks

Last But Not Least il terzo volume dedicato alla ristampa completa della discografia di Muddy Waters del periodo Chess. Si Intitola You Shook Me: The Chess Masters 3 1958 to 1963 e contiene oltre agli album completi Muddy Waters Sings Big Bill e At Newport, una valanga di inediti e rarità, per un totale di 49 brani. E’ già uscito negli States mentre da noi la Universal lo pubblicherà il 15 gennaio 2013 ma ad un prezzo decisamente più conveniente (se non cambiano idea)!

Un paio di appendici.

graham bond organization box.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Per la serie meglio tardi che mai, dopo una lunga serie di rinvii, è uscito per la Repertoire il quadruplo CD della Graham Bond Organization, Wade In The Water Classics, Origins & Oddities con l’opera omnia di questa formazione dove militavano anche Dick Heckstall-Smith, John Mc Laughlin, Ginger Baker e Jack Bruce. (se andate a ritroso nel Blog trovate anche la lista completa dei brani).

mavericks in time.jpg

 

 

 

 

 

 

E per finire su una nota di letizia natalizia, a febbraio, il 4 in Europa, e il 26 (il mio compleanno) in America. esce finalmente il nuovo album dei Mavericks In Time, che per fortuna non ho recensito nel momento in cui lo annunciavo nel mese di agosto (ma lo farò a breve). Nel frattempo, al CD sono stati aggiunti 4 brani per un totale di 14 canzoni.

That’s All anche per oggi, ci sentiamo fra un anno con questa rubrica (si fa per dire)

Bruno Conti

Eccolo Di Nuovo…A Fine Mese Ritorna! Black Country Communion – Afterglow

black country communion afterglow.jpg

 

 

 

 

 

 

Black Country Communion – Afterglow –  Mascot/Provogue CD/DVD 30-10-2012

Nella musica di Joe Bonamassa hanno sempre convissuto due anime, quella del Bluesman e quella del Rocker, con ampie convergenze tra i due stili che erano sempre presenti in contemporanea nel sound del musicista newyorkese, basta sentire quello splendido DVD (ora anche doppio CD) che è il Live At Beacon Theatre per rendersene conto. Ad un certo punto, anche a causa della sua prolificità quasi compulsiva Joe ha voluto, in un certo senso, scinderle e sono nati i Black Country Communion, una sorta di supergruppo, dove c’è un partner alla pari come Glenn Hughes, che scrive quasi tutti i brani ed è la voce principale e due “soci minoritari”, ma non troppo, come il batterista Jason Bonham e il tastierista Derek Sherinian. Lo stile, inevitabilmente, è una sorta di hard rock anni ’70, in bilico tra rock duro e progressive, tra Led Zeppelin e Deep Purple, con un occhio al rock anni ’80 di Van Halen e altri.

Ora, all’uscita di questo Afterglow, si racconta di attriti tra Hughes e Bonamassa, che è accusato di non contribuire più nuovo materiale al gruppo, e anche causati dalla personalità dell’ex Trapeze e Deep Purple, che pubblicava già dischi quando Joe forse non era ancora una idea nella testa dei suoi genitori. Quindi questo potrebbe essere “il canto del cigno” della band, anche se ascoltandolo non si direbbe, sarà hard rock, sarà scontato, ma loro sono veramente bravi, Joe Bonamassa (come ho detto miriadi di volte) è il chitarrista rock (e blues) più completo della sua generazione, Glenn Hughes ha ancora una voce potente e perfetta per il genere, ricca anche di inflessioni più gentili e percorsa da un amore per il soul, oltre ad essere un ottimo bassista, Jason Bonham ormai ha quasi raggiunto il livello del babbo (come avremo modo di apprezzare nella reunion degli Zeppelin) e l’ex Dream Theater, Derek Sherinian, è un tastierista dalla ricca inventiva.

Tra l’altro, l’ottima produzione di Kevin Shirley mette sempre in evidenza i pregi di tutti i musicisti, cogliendo tutti i particolari, con una nitidezza che va a cercare anche i passaggi acustici della chitarra acustica di Bonamassa o le rullate di Bonham che non hanno nulla da invidiare a quelle del vecchio “Bonzo” o di Keith Moon. L’abbrivio del brano di apertura Big Train, con i riff della chitarra di Bonamassa a duettare con le poderose rullate di Bonham e la voce grintosa di Hughes potrebbe essere un brano degli Zeppelin o dei Purple, ma con la chitarra di Joe dal suono inconfondibile e passaggi più prog e ricercati dove la musica si fa più riflessiva. This Is Your Time, anche per la forte presenza dell’organo di Sherinian e per il cantato enfatico di Hughes sembra un episodio minore dei Deep Purple metà anni ’70, con un formidabile assolo di Bonamassa nella parte centrale. Anche Midnight Sun ci riporta ad illustri progenitori di quell’epoca, i riff di organo ricordano quelli di Won’t Get Fooled Again e la batteria di Bonham non fa rimpiangere le esplosioni parossistiche del citato Moon, mentre Bonamassa ci regala un assolo ficcante alla Jimmy Page prima di una progressione finale nuovamente in puro stile Who. Confessor è una ulteriore variazione sul tema hard classico. con tanto di coretti ricchi di eco e ritmi scanditi da tutta la band.

Cry Freedom, cantata a due voci da Hughes e Bonamassa, sembra un brano dei Bad Company, un bel rock-blues con la slide di Joe a dettare i tempi. La title-track, con le sue atmosfere lente e solenni, ricche però anche di passaggi acustici, ci permette di gustare la bella voce di Hughes e le improvvise accelerazioni hard della musica, in quel clima che potrebbe ricordare i Led Zeppelin di Houses Of The Holy, forse per la presenza molto forte delle tastiere. Dandelion è di nuovo boogie blues rock, con qualche venatura acustica e un ritornello ricorrente, prima dell’assolo di Bonamassa che non si risparmia. The Circle è nuovamente più vicina allo spirito del rock progressivo, inizio sognante con la chitarra arpeggiata e l’organo, sullo sfondo della voce di Hughes che si apre nella sua gamma più alta e poi torna di nuovo calma in un’alternanza di atmosfere, prima dell’assolo in crescendo di Joe. Qualcuno ha creduto di rilevare delle sonorità alla Rush nella intricata Common Man che mi sembra un episodio minore del CD. The Giver, sempre con l’organo di Sherinian molto presente è forse quella che più ricorda i Deep Purple nella versione Mark III, quella di Hughes. Crawl, nuovamente Zeppeliniana, è ancora un festival del riff tipico della band di Page. Niente di nuovo, ma solo del sano buon vecchio rock, suonato come Dio comanda, vedremo se sarà il loro ultimo capitolo. Nella prima tiratura c’è anche un DVD con il making of e quattro video delle canzoni. Quanto dovremo attendere per un nuovo disco di Bonamassa?

Bruno Conti        

Novità Di Giugno Parte IIb. Sophie B. Hawkins, Rush, Lenny Kravitz, Db’s, BoDeans, Kelly Hogan, Flying Burrito Brothers, Julie Covington

sophie b. hawkins the crossing.jpgrush clockwork.jpglenny kravitz mama said 21st.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Oggi doppio Post: seconda parte delle novità in uscita in questa parte del mese di giugno.

Sophie B. Hawkins periodicamente ci riprova. La cantante americana che all’esordio con Tongues And Tails nel lontano 1992 ottenne un buon successo sia di vendita che di pubblico, con un album che conteneva la sua canzone più famosa Damn I Wish Was Your Lover, successo poi ripetuto un paio di anni dopo con Whaler che conteneva As I Lay Me Down. Entrambi gli album e i loro singoli hanno venduto svariati milioni di copie in giro per il mondo con una musica che era un misto di canzoni pop orecchiabili e brani più ricercati e raffinati da cantautrice “colta” tanto da essere una delle cantanti invitate a partecipare al tributo a Dylan nel concerto al Madison Square Garden del 1992 per il 30° anniversario (faceva I Want You, se non ricordo male) . Dopo un ulteriore album per la Columbia, Timbre, uscito nel 1999, non accolto molto bene dalla casa discografica e ripubblicato un paio di anni dopo in versione doppia ed indipendente dalla Rykodisc. Un ulteriore album nel 2004 e ora questo The Crossing che rimane ancorato al suo stile, tra pop, rocl e brani quasi jazzati. Tra le bonus ci sono anche due nuove versioni acustiche dei suoi brani più famosi citati poco fa. Etichetta Rocket Science e, in Europa, distribuzione Proper. Lei è brava, pop ed orecchiabile all’occorrenza ma anche con ballate pianistiche e brani più complessi.

Clockwork Angels è il 20° album di studio dei Rush, pubblicato lo scorso 12 giugno dalla Roadrunner/Warner. Sul mercato inglese ne è uscita anche una versione con allegato un numero speciale della rivista Classic Rock (o viceversa) completamente dedicato al gruppo canadese e definito Fanpack, con interviste esclusive e una retrospettiva sul gruppo per un totale di 132 pagine.

La ristampa di Mama Said di Lenny Kravitz in uscita oggi per la EMI è quantomeno curiosa. Esce, in versione doppia, per il 21° Anniversario dell’uscita dell’album! A quando le ristampe per il 19°, 22°, magari 28° anniversario? Le case discografiche sono proprio alla frutta, almeno prima uscivano queste edizioni speciali magari non rispettando proprio l’anno esatto dell’uscita originale ma ora anche questo. Comunque Mama Said era il secondo, e forse migliore, disco di Kravitz e questa nuova versione aggiunge parecchio materiale interessante:

Disc: 1
1. Fields of Joy (2012 – Remaster)
2. Always On the Run (2012 – Remaster)
3. Stand By My Woman (2012 – Remaster)
4. It Ain’t Over ‘Til It’s Over (2012 – Remaster)
5. More Than Anything in This World (2012 – Remaster)
6. What Goes Around Comes Around (2012 – Remaster)
7. The Difference Is Why (2012 – Remaster)
8. Stop Draggin’ Around (2012 – Remaster)
9. Flowers for Zoë (2012 – Remaster)
10. Fields of Joy (Reprise) (2012 – Remaster)
11. All I Ever Wanted (2012 – Remaster)
12. When the Morning Turns to Night (2012 – Remaster)
13. What the …. Are We Saying? (2012 – Remaster)
14. Butterfly (2012 – Remaster)
15. Light Skin Girl from London (2012 – Remaster)
16. I’ll Be Around (2012 – Remaster)
17. Always On the Run (Instrumental) (2012 – Remaster)
18. It Ain’t Over ‘Til It’s Over (12″ Remix Instrumental)
19. It Ain’t Over ‘Til It’s Over (Extended/Dub Version)
Disc: 2
1. Riding On the Wings of My Lord (Rough Demo)
2. It Ain’t Over ‘Til It’s Over (Home Demo)
3. What the…Are We Saying? (Home Demo)
4. The Difference Is Why (Home Demo)
5. Riding On the Wings of My Lord (Funky Vocal)
6. Riding On the Wings of My Lord (Instrumental)
7. Framed, Lying, Crying (Instrumental Segue)
8. Stand By My Woman (Instrumental)
9. Stop Draggin’ Around (Live in Rotterdam)
10. Always On the Run (Live in Rotterdam)
11. Fields of Joy (Live in Rotterdam)
12. Stand By My Woman (Live in Rotterdam)
13. More Than Anything in This World (Live in Rotterdam)
14. Always On the Run (Live in Japan)
15. Stop Draggin’ Around (Live in Japan)

16. What the…Are We Saying? (Live in Japan)

Esce anche a prezzo speciale, al costo di 1 CD!

db's falling off.jpgbodeans american made.jpgkelly hogan i like to keep.jpg

 

 

 

 

 

 

 

A 25 anni di distanza dall’ultimo album di studio si sono riformati anche i DB’s una delle migliori formazioni americane di power-pop, jangle-rock, come vogliamo chiamarlo? Grande gruppo comunque, quello dove suonavano Chris Stamey, Peter Holsapple, Will Rigby e Gene Holder. Tutti musicisti (a parte l’ultimo) che hanno avuto anche ottime carriere soliste. E sono tutti presenti in questa reunion. Il disco, Falling Off The Sky (bel titolo), edito dalla Bar None Records il 12 giugno scorso per il mercato americano, è una vera delizia di sonorità retrò anni ’60, armonie vocali fantastiche e brani pop della più bell’acqua. Gran classe e atmosfere che richiamano le tre grandi B, Beatles, Beach Boys e Byrds con Nick Lowe idealmente aggiunto alle formazioni.

American Made è il nuovo e 11° album di studio dei BoDeans, pubblicato dalla Megaforce sempre il 12 giugno negli States. Però non c’è più Sam Llanas e quindi non è proprio la stessa cosa. Ad affiancare Kurt Neumann c’è il nuovo chitarrista Jake Owen ma in pratica si tratta di un disco solo di Neumann, vedremo, non ho ancora sentito bene. Anche se a un primo ascolto non mi sembra malaccio, del duo Neumann era quello più melodico. C’è anche una bella cover di I’m On Fire di Springsteen.

Sul Buscadero Callieri ha provveduto a disintegrare questo nuovo album di Kelly Hogan, I Like To Keep Myself In Pain, pubblicato dalla Anti il 5 giugno scorso. Per la serie il mondo è bello perché è vario, non sono d’accordo. Se amate le belle voci femminili di stampo vagamente country, ma anche con elementi pop, soul e rock qui c’è della buona musica. Proprio per gli stessi motivi citati in quella recensione: Booker T. Jones, James Gadson, Gabriel Roth (il chitarrista di Sharon Jones) e il pianista Scott Ligon tra i musicisti utilizzati e brani scritti appositamente per l’album da, tra gli altri, M Ward, John Wesley Harding, Andrew Bird, Robyn Hitchock, Robbie Fulks, Stephin Merritt. Questo è il suo quarto album da solista (compreso uno con i Pine Valley Cosmonauts) ma ha fatto da corista anche per Mavis Staples, Jakob Dylan, Drive By Truckers e soprattutto per la sua amica Neko Case. Un’altra sulla quale spesso si scatenano gli strali della critica e che al sottoscritto invece piace parecchio, come nel caso della Hogan, per questa sua capacità di fondere pop melodrammatico ma non banale, country, canzone d’autore, un pizzico di soul, come fanno Shelby Lynne o la stessa Case. Quindi se vi piacciono quelle atmosfere tra Bacharach, Springfield e Jackie De Shannon, senza attendervi il capolavoro ma un disco più che onesto. Fine della mini recensione difensiva!

flying burrto devils in disguise.jpgjulie covington the beautiful.jpgjulie covington...plus.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Per la serie i dischi di strana provenienza, dalla Smokin’ Records (?!?) oggi esce anche questo Devils In Disguise dei Flying Burrito Brothers. Il CD contiene un Broadcast radiofonico del 22 luglio 1971, quindi dopo il 3° album quando in formazione non c’erà più Gram Parsons ma il nuovo cantante era il peraltro ottimo Rick Roberts (insieme a Chris Hillman). Registrato ai Sigma Studios di Philadelphia il repertorio è più o meno quello del Bootleg ufficiale del 1970 al Fillmore East pubblicato dalla Universal lo scorso anno, ma non proprio, ci sono parecchi brani in più:

1. Six Days on the Road
2. One Hundred Years from Now
3. My Uncle
4. Four Days of Rain
5. She Made Me Lose My Blues
6. Shenandoah Valley Breakdown
7. Why Are You Crying
8. Dixie Breakdown
9. Can t You Hear Me Calling
10. White Line Fever
11. Colorado
12. Steel Guitar Rag
13. Christine s Tune
14. Do Right Woman
15. Dark End of the Street
16. Tried So Hard
17. Hot Burrito #2
18. Wake Up Little Suzie

La qualità sonora è anche abbastanza buona.

Per finire, sempre parlando di belle voci, ma poco conosciute, la Cherry Tree ristampa il primo disco solista di Julie Covington. Ohibò, e chi è costei? Si tratta della cantante che appariva nella prima versione, quella originale, di Evita (e la sua Don’t Cry For Me Argentina, al n.1 in tutto il mondo non ha nulla a che spartire con le versioni fatte dopo, senza citare nomi per non creare inutili polemiche). Ma era anche la cantante nella versione originale di Godspell, la Janet Weiss nel primo Rocky Horror Picture Show e sempre parlando di musical era anche in War Of The Worlds a fianco di Phil Lynott. Ma questo disco, The Beautiful Changes, uscito in origine nel 1971, contiene brani scritti per lei da Pete Atkin e Clive James, una sorta di baroque pop come i dischi di quegli anni di Nick Drake, Sandy Denny o forse più sul versante Elkie Brooks.

L’altra copertina, che vedete qui sopra a fianco, è un reminder del disco del 1978 della Virgin, pubblicato nel 2009 in CD dalla Pucka Records come Julie Covington…Plus. E questo è veramente bello (non che l’altro sia brutto), prodotto da Joe Boyd, con gli arrangiamenti orchestrali di Robert Kirby, quello dei bellissimi dischi del Nick Drake citato poco fa e con brani scritti da Rchard & Linda Thompson (con cui ha cantato in First Light, oltre che nei dischi delle sorelle McGarrigle e nell’Albion Band di Ashley Hutchings), Sandy Denny, John Lennon, Kate Bush e molti altri, tutti belli, tra cui appare, come bonus, la cover di Only Women Bleed di Alice Cooper che fu il suo singolo di successo nel 1978. Nel disco, per non farsi mancare nulla, suonano Richard Thompson, John Cale, Steve Winwood, Trevor Lucas, Chris Spedding. Per la precisione, tornando a Beautiful Changes, il CD era già uscito negli anni ’90 per la defunta See For Miles.

Per oggi può bastare.

Bruno Conti

Novità Di Novembre Parte II. Sigur Ros, Thea Gilmore, Etta James, Rush, Scorpions, Cass McCombs, Judy Collins, Laura Veirs, Billy Joel

sigur ros inni.jpgthea gilmore sandy denny.jpgetta james the dreamer.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Seconda “ondata” di uscite di Novembre, sempre in aggiunta a quanto “anticipato” a parte con Post ad uopo, tipo Pink Floyd Wish You Were Here nelle varie edizioni, Deep Purple BBC Sessions, il Carole King natalizio, Daryl Hall Laughing Down Crying.

Esce un nuovo doppio CD con DVD (o BluRay) dei Sigur Ros, si chiama Inni e si tratta della registrazione di un concerto tenuto nel novembre del 2008 all’Alexandra Palace di Londra (Ally Pally per gli inglesi). Girato in alta definizione dal regista Vincent Morisset è stato trasferito su pellicola 16 mm e ri-filmato di nuovo e “trattato” attraverso specchi e altri oggetti, per creare degli effetti unici, da Karl Lemieux che di solito collabora con i Godspeed You! Black Emperor. Sembra un interessante seguito di Heima. Poteva mancare una limited edition con cartoline? Etichetta Krunk.

Il progetto di Thea Gilmore (ma la conoscete?), musica e voce e Sandy Denny, parole, era in gestazione dal mese di agosto. Esce per la Island la settimana prossima, si chiama Don’t Stop Singing e non vedo l’ora di sentirlo visto che mi piacciono entrambe e la Gilmore è una delle nuove cantautrici più interessanti ed era stata scelta espressamente per dare vita a questo progetto. Sulla rivista Mojo di Dicembre l’hanno un po’ stroncato ma preferisco verificare applicando il famoso principio “San Tommaso”! (anche se il giornalista che ha scritto la recensione, Andy Fyfe, non è uno di quelli di cui di solito mi fido e la rivista aveva appena dato 5 stellette all’ultimo stupendo June Tabor). Quindi, provare per credere.

Questo The Dreamer dovrebbe essere l’ultimo disco di Etta James. Mi spiego meglio: non ultimo in senso di nuovo, ma, dopo questo ultimo CD la grande cantante soul ha annunciato il suo ritiro. Speriamo di no. Esce, a macchia di leopardo, l’8 novembre negli Stati Uniti, la settimana dopo in Europa e a fine mese in Italia, sempre per la Verve Forecast/Universal. Da quello che ho sentito mi sembra ottimo come sempre, voce un po’ “affaticata” ma sempre gran classe e ottima scelta di brani, Insomma, bella musica.

scorpions comeblack.jpgrush live in cleveland.jpgbilly joel piano man legacy.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Per la serie, ma non è che gli Scorpions ci stiano pigliando per i fondelli? Prima dell’uscita di Sting In The Tail avevano annunciato che sarebbe stato il loro ultimo album e poi hanno fatto anche un Farewell World Tour. Ed adesso esce questo Comeblack per la Sony/BMG! Tutte cover di classici: brani di Beatles, Kinks, Rolling Stones, T-Rex, Small Faces, Soft Cell (?!?) e già che c’erano nuove versioni di Wind Of Change, Still Loving You, Blackout, Rock You Like A Hurricane che evidentemente loro considerano dei “classici” alla stregua di Ruby Tuesday, Across The Universe, Children Of The Revolution, Tin Soldier, All Day And All Of The Night.

Era già qualche mesetto che i Rush non pubblicavano un bel Live, ero preoccupato! Time Machine 2011:Live In Cleveland esce per la Eagle Vision in DVD o Blu-Ray e in doppio CD per la Roadrunner Records. Preferibile la versione video che dura quasi tre ore. A fine mese sono annunciati tre cofanetti da 6 CD ciascuno, Sector 1 – 2 – 3 con la discografia raccolta in box e in questi giorni è uscito per la Left Field Media un disco dal vivo di quelli semi-uffiiciali ABC 1974 con un broadcast radiofonico di un concerto del 26 agosto del 1974 all’Agora Ballroom di Cleveland. Quindi mani ai portafogli e provvedere.

A proposito di Classici, Piano Man di Billy Joel è sempre stato il mio album preferito del cantautore di Long Island, ancora di più di The Stranger, quello dove meglio ha saputo fondere il suo stile pianistico al rock classico. Brani come Piano man, The Ballad Of Billy the Kid e Captain Jack sono fantastici. In questa doppia Legacy Edition che esce per la Columbia/Sony l’8 novembre in USA e un paio di settimane dopo in Europa è stato aggiunto un secondo CD che riporta uno spettacolo radiofonico registrato ai Sigma Sound Studios di Philadelphia (proprio quelli del mitico Philly Sound) nell’aprile del 1972 quando Joel era ancora senza contratto e proprio in base a questo concerto fu scelto dalla Columbia di allora. Ovviamente nel concerto ci sono anche molti brani mai sentiti prima.

judy collins bohemians.jpgcass mccombs humor risk.jpglaura veirs tumble bee.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Altra uscita in tempi differenziati nei diversi continenti è quella del nuovo Judy Collins Bohemian che esce l’8 novembre in America e ai primi di dicembre in Europa, sempre la sua etichetta, la Wildflower Records. Un misto di brani nuovi, quattro e covers di grandi artisti, tra gli altri l’amata Joni Mitchell e Jimmy Webb. Per chi ama le belle voci è sempre un bel sentire.

Cass McCombs è uno dei cantautori americani emergenti più interessanti e questo Humor Risk dovrebbe essere il suo sesto album. Esce martedì 8 novembre per la Domino Records e oltre alle sue solite ballate tormentate e raffinate questa volta ci sono anche pezzi rock più vivaci. Sempre bella musica.

Laura Veirs è una delle cantanti più amate dalla critica e da suo marito, il famoso produttore Tucker Martine, quello di Decemberists, My Morning Jacket, Bill Frisell e molti altri. Insieme hanno realizzato questo Tumble Bee che sottotitola Sings Folk Songs For Children. Ed è un disco molto piacevole e ben suonato, se volete regalare ai vostri figli (e a voi stessi) un bel disco di musica folk diverso dal solito esce per la Bella Union il prossimo 8 novembre. Piacevolissimo e non palloso. La versione di Jamaica Farewell di Harry Belafonte è una piccola meraviglia.

Bruno Conti