Real Gone Music: Old, New & Previews. Tom Jans, Rick Wakeman, Cat Mother, Billy Joe Shaver, Pozo Seco, John Hartford, Freddie King, Don Nix, Sam Samudio, Borderline

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Mi riservavo sempre di dare uno spazio alle ripubblicazioni di questa nuova etichetta, che si chiama Real Gone Music, e viene vista come una “alleata” di case storiche come la Rhino, la Ace, la Repertoire, la Esoteric, e mille altre, nella difficile arte della Ristampa. Qualità sonora, libretti dettagliati e, ove possibile, bonus tracks, sono tre ingredienti immancabili, e direi che la Real Gone li rispetta tutti. L’etichetta americana è in pista da un paio di anni e nasce dall’incontro tra due persone che già si occupavano di musica, Gabby Castellana della Hep Cat Records e, soprattutto, Gordon Anderson, fondatore della Collectors’ Choice, che per un paio di decadi aveva allietato le vite degli appassionati di buona musica. Sono partiti con qualche vinile d’epoca e poi hanno iniziato a ristampare i titoli della serie Dick’s Picks dei Grateful Dead. Da lì a diventare una delle etichette di punte nel mercato delle ristampe è stato breve. Diciamo che non tutto il catalogo che pubblicano è di interesse per gli appassionati di rock, perché la Real Gone si occupa molto anche di cantanti e musicisti, diciamo tradizionali e, marginalmente anche di jazz. Se volete vedervi tutto il catalogo andate qui http://www.realgonemusic.com/, ma di alcuni titoli recenti e futuri, quelli più interessanti, ad insindacabile giudizio di chi scrive, ci occupiamo oggi. Del primo che vedete effigiato qui sopra, Sam Dees, mi ero già occupato, e lo trovate sfogliando a ritroso le pagine del Blog, che è sempre una piacevole attività, mentre gli altri due sono tra i più gustosi in relazione all’uscita del 2 aprile.

Tom Jans sembra finalmente avere lo spazio che merita e dopo l’antologia della australiana Raven (era-ora-finalmente-in-cd-tom-jans-loving-arms-the-best-of-19.html e qualche uscita giapponese, la Real Gone pubblicherà per la prima volta un CD sul mercato americano: Tom Jans & Mimi Farina Take Heart e l’omonimo Tom Jans, vengono uniti in un dischetto unico. Le informazioni le leggete nel post linkato, questa è la lista dei brani contenuti.

Songs: 

Take Heart

1.   Carolina

2.   Charlotte

3.   Kings and Queen

4.   The Great White Horse

5.   Reach Out (For Chris Ross)

6.   Madman

7.   In the Quiet Morning (For Janis Joplin)

8.   Letter to Jesus

9.   After the Sugar Harvest

10. No Need to Be Lonely

Tom Jans

 

 

 

11. Margarita

12. Old Time Feeling

13. Tender Memory

14. Slippin’ Away

15. Green River

16. Blue Sky Rider

17. Loving Arms

18. Free and Easy

19. (Why Don’t You) Meet Me at the Border

20. Hart’s Island

Don Nix è uno dei tesori nascosti della musica americana ed i suoi dischi originali sono di reperibilità molto difficoltosa, per usare un eufemismo, qualche sporadica uscita giapponese, ma per il resto solo tributi o materiale recente. Come dicevo in altre occasioni, Nix comunque è quello che è scritto Going Down, era uno dei membri fondatori, come sassofonista, dei Mar-Keys e poi produttore, sideman ed arrangiatore alla Stax, per Booker T & Mg’s e il giro di Otis Redding e altri artisti dell’etichetta. Poi è andato alla Shelter di Leon Russell, ma nello stesso tempo continuava a produrre e suonare in dischi di gente come Joe Cocker, Delaney & Bonnie, Tracy Nelson, Albert King, Freddie King. Questo Living By The Days, in uscita il 2 aprile, veniva pubblicato in origine dalla Elektra nel 1971. Nel disco, oltre alla sezione ritmica dei Muscle Shoals, c’erano Donald “Duck” Dunn e parecchi musicisti del giro Shelter People che suonavano con Leon Russell e Joe Cocker, tipo Don Preston (anche con Zappa), Claudia Lennear, Kathi McDonald (scomparsa di recente)e come ospite Furry Lewis (proprio quello del brano di Joni Mitchell), che da lì a poco avrebbe dato vita con lo stesso Nix e Lonnie Mack agli Alabama State Troopers, altra band leggendaria di quel periodo.

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I Borderline erano un trio, sconosciuto ai più, composto da Dave & Jon Gershen e da Jim Rooney. Siamo nel 1972 (anche se il disco uscirà nel 1973), dalle parti di Woodstock, patria della Band e della Bearsville Records, di cui Rooney era il manager e il factotum, da quelle bazzicano fior di musicisti tra cui Van Morrison, prossimo a finire il suo periodo americano, ma soprattutto musicisti country, di quelli che in quel periodo incrociavano i loro strumenti con il meglio del rock dell’epoca: Ben Keith al dobro (dalla band di Neil Young), Vassar Clements e Ken Kosek al violino, Billy Mundy dalla band di Zappa, alla batteria, David Sanborn al sax e, dal giro della Band, Richard Manuel e Garth Hudson, sotto gli pseudonimi di Dick Handle e Campo Malaqua, e il loro produttore, John Simon, al piano. Il disco, Sweet Dreams And Quiet Desires, pubblicato ai tempi dalla Avalanche, che era una sottomarca della United Artists, venne praticamente ignorato, ma visti i musicisti coinvolti fu un vero peccato, perchè si trattava di ottima musica, quella che oggi definiremmo “Americana”, il genere praticato da Little Feat e The Band. Non è che in CD abbia avuto una sorte migliore, pubblicato in Giappone è sparito quasi subito, ma oggi la Real Gone lo (ri)pubblica, con le matrice originali, e aggiungendo anche un The Second Album, rimasto inedito ai tempi, dove suonavano tra gli altri i Brecker Brothers, Will Lee, Amos Garrett, anche in questo caso con le registrazioni originali, miracolosamente riapparse. Il tutto in un unico CD.

Ancora più oscuro è il disco dei Pozo Seco, che all’epoca, 1968, avevano perso per strada il suffisso Singers e un componente, ma vantavano nelle loro fila una voce femminile Susan Taylor (che si faceva chiamare Taylor Pie) e, da sette anni in formazione, tale Don Williams, che da lì a poco, 1971, sarebbe diventato una della stelle della country music, definito “The Gentle Giant” e amatissimo, tra i tanti, da Eric Clapton. Questo Shades Of Time, che potremmo definire un disco di folk-country-pop-rock (mi è venuto così), ha la particolarità di essere prodotto da due grandi del tempo, Elliott Mazer e Bob Johnston (esatto, proprio quelli rispettivamente di, Neil Young e Janis Joplin, e Bob Dylan e Simon & Garfunkel). Il disco, molto piacevole, ha undici bonus tracks, tratte dai singoli dell’epoca.

Forse (anzi togliete pure il forse), No Earthly Connection, non rientra tra i migliori dischi di Rick Wakeman, e neppure tra quelli più popolari, visto che in CD è uscito solo in una rara versione giapponese, ma questo disco editato in orgine nel 1976, farà la gioia dei fans del rock progressivo e non è neppure orribile. Un brano di 28 minuti diviso in cinque parti e due brani di 7 minuti ciascuno, lo inseriscono d’ufficio nel filone del prog rock. In questo caso niente bonus.

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 Tre CD doppi, due usciti da qualche mese, e uno in questi giorni.

Quello di John Hartford, Aereo-Plain/Morning Bugle The Complete Warner Bros. Recordings, raccoglie i due dischi pubblicati per la major americana, tra il 1971 e il 1972, quando questo signore, che non dimentichiamolo è quello che è scritto Gentle on My Mind per Glen Campbell, un brano che ha venduto qualche gazillione di copie, ha il merito di avere re-introdotto la musica bluegrass nel country americana, con tanti altri, a partire dai Dillards. Ma in questi due album, fantastici, suona gente come Vassar Clements, Tut Taylor, Norman Blake, Sam Bush, addirittura nel secondo un trio, che a fianco di Hartford e Blake, vede la presenza del grande contrabassista jazz Dave Holland, per uno stile che Sam Bush dei New Grass Revival, avrebbe proprio ribatezzato come “New Grass”, improvvisazione allo stato puro ma nell’alveo della tradizione popolare country americana. Ovviamente ci sono 8 bonus, quattro nel primo e quattro nel secondo CD. Imperdibile.

Anche quello di Billy Joe Shaver, The Complete Columbia Recordings, raccoglie l’opera omnia incisa per un’altra grande major americana nel periodo centrale della sua carriera, 1981 I’m Just an Old Chunk of Coal (but I’m Gonna Be a Diamond Someday), 1982 l’omonimo Billy Joe Shaver e 1987 Salt Of The Earth, tre dischi di perfetta outlaw country music, tra le cose migliori della sua carriera in assoluto. Considerando che ci sono 3 album completi su 2 CD non deve meravigliare che la bonus track sia una sola, però è bella! Come il resto del contenuto, per chi ama il genere, ma anche per novizi. Il terzo sicuramente era uscito in CD, gli altri due non ricordo.

Per concludere con i doppi, questa antologia dedicata a Freddie King The Complete King And Federal Singles, raccoglie tutti i singoli incisi per queste etichette dal grande cantante e chitarrista, uno dei tre “Re” del Blues, 54 brani, per questo signore che, giustamente, la classifica di Rolling Stone ha inserito al 15° posto tra i più grandi chitarristi della storia, uno che ha influenzato moltissimo gente come Clapton, Beck, Green e Taylor. Non vi sto a citare brani in particolare ma se scorrete quelli contenuti in questa raccolta, è praticamente la storia del blues elettrico:

Tracks:

CD One

1.   You’ve Got to Love Her with a  Feeling

2.   Have You Ever Loved a Woman

3.   Hideaway

4.   I Love the Woman

5.   Lonesome Whistle Blues

6.   It’s Too Bad Things Are Going So Tough

7.   San-Ho-Zay!

8.   See See Baby

9.   I’m Tore Down

10. Sen-Sa-Shun

11. Christmas Tears

12. I Hear Jingle Bells

13. If You Believe (in What You Do)

14. Heads Up

15. Takin’ Care of Business

16. The Stumble

17. Side Tracked

18. Sittin’ on the Boat Dock

19. Do the President Twist

20. What About Love

21. Texas Oil

22. Come On

23. Just Pickin’

24. (Let Your Love) Watch over Me

25. You Can’t Hide

26. In the Open

27. I’m on My Way to Atlanta

CD Two

1.   It’s Easy, Child

2.   The Bossa Nova Watusi Twist

3.   Look, Ma, I’m Cryin’

4.   (I’d Love to) Make Love to You

5.   One Hundred Years

6.   (The Welfare) Turns Its Back on You

7.   You’re Barkin’ Up the Wrong Tree

8.   Surf Monkey

9.   Monkey Donkey

10. Meet Me at the Station

11. King-A-Ling

12. Driving Sideways

13. Someday, After Awhile (You’ll Be Sorry)

14. She Put the Whammy on Me

15. High Rise

16. Now I’ve Got a Woman

17. Onion Rings

18. Some Other Day, Some Other Time

19. Manhole

20. If You Have It

21. I Love You More Everyday

22. Full Time Love

23. She’s The One

24. Use What You’ve Got

25. Double Eyed Whammy

26. You’ve Got Me Licked

27. Girl from Kookamunga

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Le due ultime ristampe sono altre rarità assolute.

La prima, dal titolo, The Street Giveth…And The Street Taketh Away, pubblicata dalla Polydor nel 1969 a nome Cat Mother And The All Night Newsboys (all’epoca per ricordarti i nomi dei gruppi e i titoli dei dischi dovevi avere una memoria ferrea, oppure andavi per indizi, quello con la copertina nera…quello…) ha la particolarità di avere come co-produttore tale Jimi Hendrix (l’unica volta in cui ha prodotto un disco non suo, ma erano amici), che suona anche nel disco. In CD era già apparso un paio di volte fugacemente per etichette più o meno improbabili e pur non essendo un capolavoro assoluto si ascolta con estremo piacere, non solo per collezionisti, buona musica rock di quel periodo, molto eclettica ma valida.

Hard And Heavy è il disco solista pubblicato da Sam Samudio nel 1971 per la Atlantic, Già, ma chi è costui, se vi dico Sam the Sham & the Pharaohs, quelli di Wooly Bully qualcosa dovrebbe dirvi. Anche se il disco è un poderoso esempio di rock-garage-blues, co-prodotto da Jerry Wexler e Tom Dowd (mica cotica), con la partecipazione dei Dixie Flyers, la band dell’epoca di Jim Dickinson, le Sweet Inspirations, il trio vocale nero che accompagnava Ray Charles e Aretha Franklin, i Memphis Horns e Duane Allman alla solista, ciumbia! E il disco è un piccolo gioiello d’epoca con una sola bonus ma di spessore, una versione notevole di Me And Bobby McGee con Duane Allman al dobro. Non per niente alcuni dei brabi di questo album si troveranno nel cofanetto retrospettivo dedicato ad Allman, Skydog, in uscita in questi giorni. Se siete interessati al box, che trovate andando a ritroso nelle pagine del Blog, affrettatevi perchè pare cha la Rouunder/Universal ne pubblicherà “solo” 10.000 copie per il mercato americano, in esclusiva, niente edizione europea.

Direi che per la Real Gone Records, per il momento, è tutto. Con tutta questa “pubblicità” gratuita spero che mi mandino un po’ di materiale promo dagli States! Scherzo naturalmente (però la butto lì), trattasi di musica da conoscere assolutamente, ma i CD costano.

Bruno Conti

Novità Di Gennaio Parte IV. Eric Burdon, Ben Harper & Charlie Musselwhite, Blue Sky Riders, Marianne Faithfull, Sam Dees, Deep Purple, Terri Clark, Delta Saints, Robert Vincent

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Ultimo appuntamento con le uscite settimanali per il mese di gennaio (prima parte), giorno 29. Confermo l’uscita dei Rock Candy Funk Party We Want Groove, ovvero Bonamassa sotto mentite spoglie e delle ristampe di Rumours dei Fleetwood Mac e di Texas Flood di Stevie Ray Vaughan, di cui, più in basso, trovate anche le tracking lists e direi che possiamo partire con tre titoli che usciranno martedì prossimo ma solo per il mercato americano: Burdon come detto uscirà in Europa il 2 aprile, Harper & Musselwhite il 5 febbraio e quello dei Blue Sky Riders non credo avrà una distribuzione europea almeno per il momento. Succede anche viceversa, per esempio il nuovo Mavericks In Time verrà pubblicato da noi il 5 febbraio e negli USA il 26.

Partiamo con il nuovo album di Eric Burdon ‘Til Your River Runs Dry, già annunciato in questo Blog la primavera-estate dello scorso anno e poi rinviato più volte per problemi di salute del grande cantante inglese. Se dovessi inserirlo in una rubrica, lo metterei in “Questo è proprio bello!”, in quanto si tratta del suo miglior album di studio da lunga pezza (anche se dal vivo, come dimostrato con la comparsata con Springsteen al South By Southwest dello scorso anno, è ancora uno dei numeri uno). Il disco è prodotto da Tony Branaugel, il famoso batterista (e non Tony Barnacle, chi è?, come erroneamente riportato da Amazon) e vede, tra gli altri, la partecipazione di una serie di musicisti fantastica: oltre a Braunagel, Lenny Castro, Jon Cleary alle tastiere, Mike Finnigan anche lui alle tastiere (il disco è stato registrato sia in California che a New Orleans), Teresa James come corista (e anche lei “cliente” di Braunagel), Reggie McBride al basso, Eric McFadden alle chitarre e mandolino, Jim Pugh (quello di Robert Cray), ancora alle tastiere, Jonny Lee Schell, anche lui chitarra e che come Finnigan, Braunagel e i “fiati” Sublett e Leonard viene dalla Phanthom Blues Band. Anche le canzoni sono ottime, quasi tutte scritte per l’occasione da Burdon con vari collaboratori diversi, a parte una cover di Medicine Man di Marc Cohn e Before You Accuse me di Bo Diddley. Quindi molto blues, ma anche la possibilità di ascoltare una delle più belle voci della storia del rock alle prese con molte ballate e brani rock di grande fascino. Etichetta ABKCO Records.

Dopo l’accoppiata, alcuni anni fa, con i Blind Boys Of Alabama, per l’occasione Ben Harper fa società con uno dei più grandi armonicisti bianchi viventi di Blues, Charlie Musselwhite, il disco si chiama Get Up, etichetta storica Stax/Universal, esce anche in una versione Deluxe doppia con DVD, che oltre al classico Making Of contiene alcune sessions filmate in occasione della registrazione del disco. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare sono tutti brani originali scritti per l’occasione da Harper, niente classici del blues e neppure altri ospiti di lusso, solo la sua band abituale, anche se uno ascolta attentamente All That Matters Now alla fine si trasforma in It Hurts Me Too e in I’m In I’m Out And I’M Gone si sente il riff di The Jean Genie di David Bowie. E qui e là, Musselwhite “cita” il suo maestro Little Walter e Paul Butterfield, altro grande armonicista bianco. I due, Harper e Musselwhite, si erano conosciuti nel 1997 ad una jam session con John Lee Hooker. Potremmo dire: un disco di blues con la inconfondibile voce di Ben Harper come bonus!

Altra voce inconfondibile, perché dalla faccia non lo avrei riconosciuto, è quella di Kenny Loggins, che ha unito le forze con tali Gary Burr (un cantante ed autore, molto popolare nel giro country) e Georgia Middleman (di cui ignoravo l’esistenza), per dare vita a questi Blue Sky Riders. Il disco si chiama Finally Home, esce in America per la 3Dream Records e viene etichettato come country, ma da quello che ho potuto ascoltare mi sembra quel classico rock americano alla Fleetwood Mac (la tipa assomiglia vagamente come stile vocale a Stevie Nicks) o alla Loggins & Messina (che in effetti degli elementi country li avevano). Sembra molto piacevole, anche se non memorabile, ma c’è in giro molto di peggio.

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Queste ristampe le avevo già annunciate la scorsa settimana ed escono entrambe il 29 gennaio. Nelle due versioni di Rumours, per una volta, è stata usata l’intelligenza. La versione tripla, disco originale, concerto dal vivo, inediti e rarità in studio, il terzo disco non è lo stesso della versione doppia Deluxe che era già uscita nel 2004 (che è il quarto disco della versione SuperDeluxe). Comunque queste sono le liste dei brani:

Fleetwood Mac, Rumours: 35th Anniversary Edition (Warner Bros./Rhino, 2013)

Disc 1: Original album (released as Warner Bros. BSK 3010, 1977) and B-side

  1. Second Hand News
  2. Dreams
  3. Never Going Back Again
  4. Don’t Stop
  5. Go Your Own Way
  6. Songbird
  7. The Chain
  8. You Make Loving Fun
  9. I Don’t Want to Know
  10. Oh Daddy
  11. Gold Dust Woman
  12. Silver Springs (originally released as B-side to “Go Your Own Way” – Warner Bros. WBS 8304, 1976)

Disc 2: Live 1977

  1. Intro
  2. Monday Morning
  3. Dreams
  4. Don’t Stop
  5. The Chain
  6. Oh Daddy
  7. Rhiannon
  8. Never Going Back Again
  9. Gold Dust Woman
  10. World Turning
  11. Go Your Own Way
  12. Songbird

Disc 3: Recording Sessions, Roughs & Outtakes

  1. Second Hand News (Early Take)
  2. Dreams (Take 2)
  3. Never Going Back Again (Acoustic Duet)
  4. Go Your Own Way (Early Take)
  5. Songbird (Demo)
  6. Songbird (Instrumental – Take 10)
  7. I Don’t Want to Know (Early Take)
  8. Keep Me There (Instrumental)
  9. The Chain (Demo)
  10. Keep Me There (with Vocal)
  11. Gold Dust Woman (Early Take)
  12. Oh Daddy (Early Take)
  13. Silver Springs (Early Take)
  14. Planets of the Universe (Demo)
  15. Doesn’t Anything Last (Acoustic Duet)
  16. Never Going Back Again (Instrumental)

Disc 4: More from the Recording Sessions (originally released as second disc of expanded edition – Warner Bros./Rhino R2 73822, 2004)

  1. Second Hand News (Outtake)
  2. Dreams (Outtake)
  3. Brushes (Never Going Back Again) (Outtake)
  4. Don’t Stop (Outtake)
  5. Go Your Own Way (Outtake)
  6. Songbird (Outtake)
  7. Silver Springs (Outtake)
  8. You Make Loving Fun (Outtake)
  9. Gold Dust Woman #1 (Outtake)
  10. Oh Daddy (Outtake)
  11. Think About It (Outtake)
  12. Never Going Back Again (Demo)
  13. Planets of the Universe (Demo)
  14. Butter Cookie (Keep Me There) (Demo)
  15. Gold Dust Woman (Demo)
  16. Doesn’t Anything Last (Demo)
  17. Mic the Screecher (Jam)
  18. For Duster (The Blues) (Jam)

Disc 5: DVD – The Rosebud Film

Original LP

Rumours 3CD

Fleetwood Mac, Rumours: New Expanded Ediition (Warner Bros./Rhino, 2012)

Contains Discs 1-3 of deluxe box set

Idem per Texas Flood di Stevie Ray Vaughan. Il brano “inedito” in studio nel primo CD è lo stesso contenuto nella ristampa singola del 1999, ma il concerto nel secondo CD non era mai uscito prima:

CD 1: Texas Flood

  1. Texas Flood
  2. Love Struck Baby
  3. Pride and Joy
  4. Texas Flood
  5. Tell Me
  6. Testify
  7. Rude Mood
  8. Mary Had A Little Lamb
  9. Dirty Pool
  10. I’m Cryin’
  11. Lenny
  12. Tin Pan Alley (aka Roughest Place In Town)

CD 2:  Live at Ripley’s Music Hall, Philadelphia, October 20, 1983

  1. Testify
  2. So Excited
  3. Voodoo Child (Slight Return)
  4. Pride and Joy
  5. Texas Flood
  6. Love Struck Baby
  7. Mary Had A Little Lamb
  8. Tin Pan Alley (aka Roughest Place In Town)
  9. Little Wing/Third Stone From The Sun

CD 1, Tracks 1-11 from Epic LP FE-38734, 1983
CD 1, Track 12 from Epic/Legacy CD EK 65870, 1999
CD 2, all tracks previously unreleased

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Un terzetto di ristampe interessanti.

La prima è la classica Deluxe Version doppia della Island/Universal di Broken English di Marianne Faithfull, il disco è del 1979 (dal sound si sente) e viene giustamente considerato il migliore della cantante inglese. Per l’occasione è stato recuperato il mixaggio originale dell’album che si considerava perduto e inserito nel secondo CD, in modo da poterlo confrontare con la versione pubblicata ai tempi, presente nel 1° CD. Cè anche una ulteriore versione ri-cantata di Sister Morphine che appariva solo nella antologia Perfect Strangers e quattro bonus con remix vari usciti ai tempi solo in vinile ( e di cui peraltro non sentivo la mancanza). Molto più interessante il materiale video inserito nel primo dischetto che è un “enhanced disc” da vedere con il PC e che contiene i tre video promozionali di Witches Song, The Ballad Of Lucy Jordan e Broken English, oltre a materiale video girato in Super-8 dal grande regista inglese Derek Jarman.

La Ear Music/Edel pubblica questo doppio Paris 1975 dei Deep Purple, che però era uscito praticamente identico nel 2004 per la Purple Records e, in parte, all’interno di Made In Europe e Mk. III The Final Concerts. Se ve lo siete perso negli altri giri (o perchè giurano che la qualità sonora è nettamente superiore, se vi fidate), vale la pena di averlo perché si tratta dell’ultima data di Ritchie Blackmore con la versione Mark III della band inglese, quella Coverdale/Hughes/Lord/Paice, oltre a Blackmore, che era già con i Rainbow mentre nel gruppo sarebbe entrato Tommy Bolin. Se volete confrontare

Disc 1

  1. Burn
  2. Stormbringer
  3. The Gypsy
  4. Lady Double Dealer
  5. Mistreated
  6. Smoke on the Water
  7. You Fool No One

Disc 2

  1. Space Truckin’
  2. Going Down
  3. Highway Star
  4. Interview (bonus track)

All tracks recorded at the Palais de Sports, Paris – 4/7/1975. Portions of this performance previously released on Made in Europe (Purple Records TPSA-7517 (U.K.)/Warner Bros. PR-2995 (U.S.), 1976) and Mk. III: The Final Concerts (Connoisseur Collection DPVSOP CD 230 (U.K.), 1996)

Alla fine dello scorso anno la Warner aveva pubblicato un bellissimo cofanetto dedicato alla musica soul classica Atlantic Soul Legends: 20 Original Albums che era interessante (oltre che per la musica strepitosa che conteneva e per una bella confezione, già FC) perchè per la prima volta in CD era disponibile un album molto raro (e bello) The Show Must Go On di Sam Dees, uno che rivaleggia nei lenti con Al Green (come potete verificare nel video).  Molti se lo sono comprato quasi solo per quello (e Donny Hathaway): ora, giustamente, come punizione divina, la Real Gone Records (che viene presentata come la “nuova” Rhino) pubblica l’album originale e per la gioia di tutti ci sono 6 bonus tracks che ai tempi erano uscite solo su singoli (che tempismo, 40 anni senza pubblicare nulla e poi vai con l’in…..ta). Comunque il disco è bellissimo.

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Per finire il giro odierno un altro terzetto di uscite interessanti, questa volta novità. Anche se rimangono altri dischi pubblicati o in via di pubblicazione in questi giorni che aggiornerò con un’ulteriore puntata della rubrica domani e con recensioni apposite nei prossimi giorni (molti nomi interessanti, Hayward Williams, Dan Bern, Gordie Tentrees, Matt Walker, Mighty Sam McClain, Firewater, Lucie Thorne, Eve Selis e molti altri, ma quando li farò? Spero di trovare il tempo, ce ne sono alcuni veramente notevoli, per non parlare di Black Sorrows, Jeff Black, eccetera, eccetera.

Ma torniamo a bomba. Terri Clark è una cantante country canadese con una lunga carriera alle spalle ed è una di quelle brave. Classic pubblicato dalla Baretrack (e dalla EMI Canada un paio di mesi fa) è il suo nono album di studio e si avvale di molte collaborazioni:

1. It Wasn’t God Who Made Honky Tonk Angels
2. Love Is A Rose
3. How Blue (feat. Reba)
4. Don’t Come Home A Drinkin’ (With Lovin’ On Your Mind)
5. Gentle On My Mind
6. Golden Ring (feat. Dierks Bentley)
7. Two More Bottles of Wine
8. Leavin’ On Your Mind (feat. Jann Arden)
9. Swinging Doors
10. Delta Dawn (feat. Tanya Tucker)
11. I’m Movin’ On (feat. Dean Brody)

Se volete provare!

Nuovo album (sarebbe il secondo, ma il primo, omonimo, era una raccolta di materiale uscito su mini ed EP’s) per i Delta Saints, buona band blues americana sotto contratto per la francese Dixiefrog. Il disco si chiama Death Letter Jubilee e mescola Delta music (come da nome), Chicago Blues e New Orleans con una robusta dose di rock. Mi sa che anche questo rientrerà nelle mie prossime recensioni, ho come un presentimento: comunque non è male, gli appassionati possono procedere.

In Inghilterra la rivista Q sta facendo una specie di campagna per lanciare questo Robert Vincent che viene presentato, di volta in volta, come il Bruce Springsteen scozzese, un Van Morrison del Mersey, un epigono di Johnny Cash e del rock’n’roll anni ’50. Tutti elementi presenti (in parte) in questo Life In Easy Steps che è il suo primo album ufficiale (preceduto da alcuni mini e da un paio di album, registrati e mai pubblicati per vari disguidi e sfortune che hanno costellato la sua carriera). Viene da Liverpool (e questo già è un buon viatico) e da quello che ho sentito il talento c’è, la voce pure, le canzoni anche (nella prima tiratura dell’album doppia, è presente un secondo CD con brani che erano presenti nei vecchi EP). L’etichetta è la Demon Blue, quindi non sarà facile da reperire. Se volete un consiglio, cercatelo, perché questo è uno di quelli bravi, un nome di cui si parlerà nei prossimi mesi e, per il momento (credo solo per una settimana) lo potete sentire interamente in streaming a questo indirizzo listen-to-stream-of-new-robert-vincent-album oppure andate sul suo sito http://robertvincentmusic.com/ e avrete una piacevole sorpresa.

La ricerca continua,ma per oggi è tutto!

Bruno Conti