Grande Rock Per Una Modica Cifra! Blue Oyster Cult – The Complete Columbia Albums Collection

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Blue Oyster Cult – The Complete Columbia Albums Collection (Sony Legacy 16 CD/1 DVD)

A dire il vero questo box è già uscito da qualche mese, e fa parte di una serie molto eterogenea di operazioni analoghe messe in piedi dalla Columbia (tra le varie uscite ricordo quelle dedicate a Leonard Cohen, alla ELO, a Billy Joel, ai Judas Priest, oltre al sontuoso box di Johnny Cash, mentre verso la fine dello scorso anno sembrava imminente quello di Bob Dylan, che poi è finito nel limbo), ma essendo una ristampa, e trattandosi di ottima musica, non è mai troppo tardi per parlarne.

I newyorkesi Blue Oyster Cult (BOC da qui in poi) sono una delle più longeve band nel panorama rock mondiale: formatisi nel 1967 con il nome di Soft White Underbelly, presero il monicker attuale nel 1970 su suggerimento del loro manager/produttore/mentore Sandy Pearlman, che voleva identificare con questo nome un gruppo di alieni scesi sulla terra per conquistarla.

Snobbati a lungo dalla critica, e liquidati più volte come gruppo hard rock/heavy metal, i BOC in realtà suonavano (ma sono ancora in attività) un rock potente e diretto, con invasioni in territori hard e progressive, ma erano anche capaci di scrivere eccellenti ballate e perfino brani in stile quasi pop-rock: dal vivo erano (sono) formidabili, grazie anche alle eccezionali performance del chitarrista Donald “Buck Dharma” Roeser (leader del nucleo storico del gruppo, che comprendeva anche il frontman e voce principale Eric Bloom, la sezione ritmica dei fratelli Albert e Joe Bouchard ed il tastierista Allen Lanier, ma i cinque erano validi polistrumentisti), concerti infuocati che smentivano i soliti critici che li accusavano di essere freddi e distaccati.

Una parte molto importante la svolgevano i testi, veri e propri racconti tra il fantascientifico e l’horror, ad opera principalmente (specie nei primi anni) del geniale Pearlman, imitato presto con successo anche dagli altri: ad esempio il loro più grande successo, ovvero (Don’t Fear) The Reaper (il cui testo agghiaggiande come direbbe Crozza/Conte turbò i sonni di uno come Stephen King) è opera di Roeser.

Un gruppo quindi abbastanza unico nel panorama internazionale, altro che “solo un’altra hard rock band”.

E veniamo al box, che come detto presenta tutti gli album incisi dai BOC per la Columbia (compresi i tre live), quindi da Blue Oyster Cult (la mia tastiera non ha la umlaut) ad Imaginos, il tutto con nuovi remasters fatti nel 2012 e riproponendo i primi cinque dischi di studio più il live Some Enchanted Evening nelle versioni expanded uscite tra il 2001 ed il 2006 (quindi il live ha accluso anche il DVD).

Come ulteriore ciliegina, che costringerà anche i fans che hanno tutto ad accaparrarsi questo box, abbiamo due CD aggiuntivi ed esclusivi: il primo, Rarities, è un’antologia di brani rari o inediti, in versioni principalmente dal vivo (tra cui quattro pezzi usciti su un EP nel 1972, ormai introvabile, oltre a tre demo mai sentiti del 1984 di brani che avrebbero dovuto uscire su una colonna sonora, più una rarissima live version di I Want You (She’s So Heavy) dei Beatles, una canzone che sembra quasi scritta per loro), mentre il secondo, Radios Appear: The Best Of The Broadcasts, prende appunto in esame varie performance radiofoniche avvenute nel corso degli anni, tutte chiaramente mai messe in commercio prima d’ora, tra cui una cover di It’s Not Easy dei Rolling Stones ed altre chicche.

Ma non è finita qui: tramite un codice presente in ogni box, si possono scaricare ben quattro concerti completamente inediti, rispettivamente del 1980, 1981, 1983 e 1986…una goduria!

Ed infine, chiaramente, ci sono gli album della loro discografia, un excursus all’interno di alcune tra le musiche migliori degli anni settanta e ottanta.

Non mi metto ovviamente a fare una disamina disco per disco, ma ci tengo a dire che reputo imperdibile la trilogia iniziale (Blue Oyster Cult, Tyranny And Mutation e Secret Treaties), la famosa “Black & White Trilogy”, dove la fusione delle musiche dei BOC e dei testi di Pearlman raggiunge forse il suo apice massimo, specie nel terzo disco, che contiene tra le altre la trascinante Career Of Evil, scritta insieme ad una ancora sconosciuta Patti Smith (all’epoca fidanzata con Lanier e collaboratrice abituale del gruppo) e la meravigliosa Astronomy, una ballata da urlo, che alcuni hanno addirittura giudicato superiore a Stairway To Heaven dei Led Zeppelin (non sono d’accordo, ma comunque un grandissimo pezzo, forse il loro capolavoro assoluto).

Poi c’è il famoso Agents Of Fortune, che contiene (Don’t Fear) The Reaper ma anche la bellissima This Ain’t The Summer Of Love, il discreto Spectres (con la hit Godzilla), l’ottimo Fire Of Unknown Origin del 1980, prodotto da Martin Birch e per alcuni il miglior disco dei BOC (anche qui non concordo), l’inquietante e bellissimo colpo di coda Imaginos, ultimo album per la Columbia (1988) che inizialmente doveva uscire come progetto di Albert Bouchard e Pearlman, ma poi giustamente diventò un album del gruppo.

Un capolavoro fuori tempo massimo (ed il preferito dal sottoscritto), nel quale vengono riprese le tematiche dei primi tre dischi in una sorta di concept con i brani però messi alla rinfusa, con le canzoni migliori dai tempi di Agents Of Fortune.

E come dimenticare i tre live? Imperdibili i primi due, solo “buono” il terzo (Extraterrestrial).

Ma anche nei dischi minori (il commerciale Cultusaurus Erectus, il misconosciuto The Revolution By Night) c’erano sempre almeno una o due zampate che giustificavano l’acquisto.

Dopo il periodo Columbia i BOC incideranno poco, solo tre dischi di studio (di cui uno, Cult Classics, si occupa di rifacimenti di loro brani celebri) ed un live, ma hanno da poco annunciato un nuovo tour americano ed il primo australiano di sempre: speriamo che, stando insieme, si ricordino anche di essere capaci di scrivere ottime canzoni.

Per ora accontentiamoci (ed è un bel accontentarsi) di questo box, che tra l’altro, riprendendo il titolo del post, si trova più o meno intorno ai settanta euro.

Un affare!

Marco Verdi