“Grandi” Nomi Ma Piccoli Risultati. Chris Spedding – Joyland

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Chris Spedding – Joyland – Cleopatra Records

Chris Spedding è stato uno dei protagonisti del rock inglese negli anni ’70, anzi era già in pista sul finire dei Sessanta, prima nei Battered Ornaments di Pete Brown e poi nella sua prima opera discografica nel Frank Ricotti Quartet con Our Point Of View. Però la sua fama gli deriva soprattutto dal fatto di avere suonato in due dei dischi più belli del Jack Bruce solista, Songs For A Taylor e Harmony Row, immancabili in ogni discoteca che si rispetti, e di essere stato presente nella realizzazione del primo disco dei Nucleus, Elastic Rock, uno dei primi esempi del jazz rock britannico, influenzato dalla svolta elettrica di Miles Davis. Sempre nel 1970 registra il suo primo album strumentale Songs Without Words, uscito solo in Giappone ed Europa, e dimostrando la sua profonda ecletticità partecipa ad un paio dei migliori album di Nilsson, al disco solista di Chris Youlden dei Savoy Brown e fonda gli Sharks, con l’ex bassista dei Free Andy Fraser. Tutti dischi che fanno curriculum ma non sono rimasti nella storia del rock.

chris spedding pearls Chris Spedding

Anche gli altri dischi usciti in quel periodo, tra cui uno, Only Lick I Know con Alan Parsons,  allora ingegnere del suono nei famosi Abbey Road Studio. Nel 1975 esce un album omonimo che contiene la prima versione di quella che diventerà la sua canzone simbolo, Guitar Jamboree https://www.youtube.com/watch?v=QqpJj2H5Tq0  (forse non avevamo detto che suona la chitarra), una sorta di excursus negli stili dei grandi solisti del rock, un po’ come faceva Alvin Lee nei medley contenuti nei suoi brani più celebri, dove venivano citati i licks di questi grandi chitarristi. Collaborazioni con Brian Eno, Roxy Music, Sex Pistols (!?), John Cale, Roy Harper, ma anche i Wombles di Mike Batt, dove suonava vestito da animale di pelouche e altre amenità, prima di approdare sul finire della decade ad un lungo sodalizio con Robert Gordon in sostituzione di Link Wray. Senza approfondire ulteriormente (ma ha suonato anche in Raindogs di Tom Waits e in due dischi anni ’90 di Willy DeVille, Big Easy Fantasy e Loup Garou) Chris Spedding “è stato” soprattutto un gregario (per quanto grande) ed i suoi dischi solisti non sono mai stati particolarmente memorabili. Quindi una “preda” ideale per la Cleopatra, specializzata nel ripescaggio di personaggi non dico bolliti ma spesso dimenticati dal grande pubblico. E cosa ti hanno pensato per questo album Joyland? Perché non lo affianchiamo con alcuni nomi celebri del (suo) passato? Idea anche non peregrina, il problema è che il risultato, come spesso succede con i dischi dell’etichetta californiana, vedi i loro tributi, è molto altalenante a dir poco. Questo è il motivo per cui mi sono incentrato soprattutto sul passato: comunque il disco, spesso bruttino, nonostante gli eccellenti musicisti utilizzati, basta ricordare Andy Newmark e Martin Chambers dei Pretenders, che si alternano alla batteria, Johnny Marr degli Smiths e Andy Mackay dei Roxy Music, al sax.

BrianFerry Chris Speddingchris spedding guitar jamboree

Proprio il brano con il buon Andy, una cover di Pied Piper (la “nostra” Bandiera Gialla) è quanto di più pacchiano mi sia capitato di ascoltare da lungo tempo, ma anche lo pseudo country-rockabilly di Cafe Racer con Glenn Matlock dei Sex Pistols, non è memorabile, per quanto tra le meno peggio. Quasi sempre nei brani ci sono sprazzi di classe chitarristica di Spedding, ma il recitato dell’attore Ian McShane nell’iniziale Joyland non si può sentire https://www.youtube.com/watch?v=X-TEjxbisls . Fa eccezione una poderosa Now You See It con un gagliardo Arthur Brown alla voce https://www.youtube.com/watch?v=B0XlLrZuqns , ma in Gun Shaft City una sorta di desertic blues di stampo americano Bryan Ferry non sembra molto a suo agio e anche il duetto strumentale con Marr in una Heisenberg che oscilla tra musica gitana e atmosfere country-morriconiane mi ispira un bel bah! Brividi non di piacere, anche in I Still Love You dove la bella voce di Robert Gordon viene ingabbiata e sommersa in una costruzione di batterie elettroniche e coretti irritanti https://www.youtube.com/watch?v=k35WMorFXZA . Anche la collaborazione con Steve Parsons (il vecchio Snips degli Sharks), Shock Treatment  vorrebbe essere “moderna” ma è una palla. E pure l’altro vecchio pard, Andy Fraser, al di là di qualche giro di basso, non fa un gran figura, meglio nel rock ribaldo di Message For Stella https://www.youtube.com/watch?v=Fcuu-nH_I2U   Non so chi sia Lane, una piacevole vocalist femminile, ma il suo duetto con Spedding in I’m Your Sin è uno dei rari momenti positivi del disco https://www.youtube.com/watch?v=YHr6SWAoIk8 . Stendendo un velo pietoso sulla conclusiva Boom Shakka Boom vi lascerei con un bel mah ?!?.

Bruno Conti