Difficilmente Ne Sbaglia Uno! Dar Williams – In The Time Of Gods

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Dar Williams – In The Time Of Gods – Razor & Tie/Floating World

Dorothy Snowden Williams, in arte Dar Williams, è una delle migliori (e più avvenenti) cantautrici americane, con una lunga carriera alle spalle, questo è il nono album in studio in una ventina di anni, più un paio di live, l’ottima doppia antologia del 2010 Many Great Companions (in parte le versioni classiche, in parte rivisitate con una serie di ospiti in versione acustica), senza dimenticare la collaborazione con Richard Shindell e Lucy Kaplansky in Cry Cry Cry.

E difficilmente ne ha sbagliato uno! Partita dal folk acustico ad inizio anni ’90, nella sua New York, patria del genere, si è man mano costruita un repertorio più raffinato e composito dove la sua bella voce, calda e suadente si libra su un tappeto sonoro molto variegato che potrebbe ricordare la Suzanne Vega del periodo migliore, quello dei primi album, dove la struttura acustica, si arricchiva di volta in volta del lavoro di produttori come Steve Addabbo e Lenny Kaye, Anton Sanko e Mitchell Froom.

Dar Williams si è affidata per questo In The Time Of Gods a Kevin Killen, che ha lavorato con altri cantautrici affini a lei come Paula Cole, Tori Amos o la più celtic folk Loreena McKennit, ma anche con U2, Costello, Peter Gabriel, Kate Bush, quindi un curriculum di tutto rispetto: anche in questo album la produzione di Killen regala quel suono classico da major alle procedure (anche se come quasi tutta la produzione della Williams è pubblicata dalla etichetta “indie” Razor and Tie, lei è una fedele!) e con la presenza di alcuni musicisti di gran pregio come Larry Campbell alle chitarre, Charlie Drayton che si disimpegna sia al basso che alla batteria, Rob Hyman degli Hooters a tastiere e chitarre, Gerry Leonard anche lui alle chitarre (e in precedenza con Suzanne Vega, casualmente!). Tutti musicisti che nella loro carriera sono stati anche produttori, ma nonostante tanti galli nel pollaio, la “gallinella” (mi è scappato, non ho resistito) Dar ha saputo imporre il suo songwriting arguto e acculturato a queste dieci canzoni che, come da titolo, prendono lo spunto dalla mitologia greca e romana. E di volta in volta Hermes (Mercurio) è un biker spericolato in You Will Ride With Me Tonight, Vesta è la dea della terra in Have Been Around The World, Artemide è la dea della caccia in Crystal Creek e così via.

Ma c’è spazio anche per le rigogliose armonie di I Am The One Who Will remember Everything alla pari con le migliori canzoni della tradizione cantautorale classica femminile o per il pop solare e radiofonico della deliziosa Summer Child, magari andassero in onda brani come questo sulle radio e allo stesso tempo se molti cantanti e autori non si dovessero “vergognare” di scrivere canzoni che hanno dei ritornelli orecchiabili, chissenefrega se poi alcuni tromboni diranno che è diventata commerciale. Bellissima anche The Light And Sea con le armonie vocali di Shawn Colvin che si intrecciano con il cantato evocativo della Williams. O il suono caldo ed avvolgente della dolcissima Crystal Creek sempre benedetto da sgargianti armonie vocali e la “classica” e pianistica I Will Free Myself quasi mitchelliana.

Ma sono tutte belle le dieci canzoni, poco più di 32 minuti di musica, e alla fine, magari senza scossoni o colpi di genio particolari, ma con una qualità costante, ti rendi conto di avere ascoltato un album che ti ha regalato una pausa di gioia e serenità dai crucci della vita. E non è poco.

Bruno Conti