Questa Volta Non Si Scherza, Bentornati A Bordo. The Nighthawks – All You Gotta Do

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The Nighthawks – All You Gotta Do – EllerSoul

Imperterriti, più o meno una volta all’anno (anche se lo scorso anno avevano “bigiato”), tornano i Nighthawks, dalla loro base di Richmond, Virginia, tramite la piccola etichetta EllerSoul, continuano a sfornare piacevoli album di blues (con innesti, rock, soul e R&B) e anche se non hanno più il vigore delle loro prove migliori degli anni ’70, quando sotto la doppia guida di Jimmy Thackery e Mark Wenner, erano una delle più eccitanti formazioni di blues-rock del panorama americano, comunque non deludono gli appassionati. Thackery non suona con loro ormai da diverso tempo (facciamo 31 anni) e quei livelli ormai sono forse solo un bel ricordo, ma la band, come si dice negli States, è “still alive and well”, anche se, se mi passate un ardito gioco di parole, quella sorta di esperimento unplugged del 2015, Back Porch Party, non era poi troppo viv(ace), specie considerando che ne avevano già fatto un altro pure nel 2009. Questa volta la spina è riattaccata e il suono è più brillante, gagliardo a tratti: come dimostra subito That’s All You Gotta Do, un poderoso blues-rock dal repertorio di Jerry Reed, con Wenner, pimpante ad armonica e voce, Paul Bell  a tutto riff e Johnny Castle e Mark Stutso, che pompano di gusto su basso e batteria, e tutta la band che mette a frutto, quel lavoro vocale corale che hanno messo a punto negli ultimi anni e dà alle canzoni una patina rock gioiosa e frizzante.

Se c’è da suonare il blues comunque non si tirano mai indietro, come in una piacevole When I Go Away, scritta da Larry Campbell per i Dixie Hummingbirds, quindi anche con un deciso retrogusto gospel, o più “rigorosi” in una brillante e scandita Baby, I Want To Be Loved dal songbook di Willie Dixon, con Mark Wenner che soffia a fondo nella sua armonica. Let’s Burn Down The Cornfield di Randy Newman diventa un minaccioso blues a tutta slide, con Paul Bell che lavora di fino con il bottleneck con risultati eccellenti. Anche quando fanno da sé, come in Another Day, scritta e cantata da Johnny Castle, o in VooDoo Doll, dalla penna di Stutso, un’aura tra rock e R&B bianco alla Blood, Sweat And Tears, si respira nei rispettivi brani, con risultati che sembravano perduti da tempo. Ninety Nine di Sonny Boy Williamson permette a Mark Wenner di dimostrare nuovamente perché è tuttora considerato uno dei migliori armonicisti bianchi.

Pure Three Times A Fool, una bella ballata soul dell’accoppiata Nardini e Stutso, certifica della ritrovata vena dei Nighthawks, poi ribadita nell’eccellente cover di Isn’t That So di Jesse Winchester, un altro ottimo brano che aggiunge anche uno spirito swamp, quasi alla Tony Joe White o alla Creedence, grazie alla chitarra “riverberata” di Paul Bell. E la cover di Snake Drive di R.L. Burnside, con un micidiale call and response tra l’armonica di Wenner e la slide di Bell, è ancora meglio, veramente fantastica. Blues For Brother John, uno strumentale scritto da Mark Wenner, ha forti agganci con Spoonful e altri classici delle 12 battute, ma nel blues è sana usanza “prendere in prestito”, di solito non si offende nessuno. E come ciliegina sulla torta di un album che è il loro migliore da “illo tempore”, per concludere una versione sparatissima di Dirty Waters degli Standells, che sembra uscire da qualche vecchio vinile degli Stones o degli Yardbirds, pure citati a colpi di riff classici nella parte strumentale. Peccato si fatichi a trovare il CD, ma questa volta ne varrebbe la pena: bentornati “Falchi della Notte”!

Bruno Conti

Ristampe Recenti 1: Un Trittico Per Gli Standells – Dirty Water, Why Pick On Me & Try It

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Visto che mi sono accorto che non sempre riesco ad aggiornare la rubrica delle uscite e delle anticipazioni discografiche in breve, presenti e future, provo ad instaurare un nuovo tipo di approccio, ovvero singoli Post caricati a mano a mano che vengono preparati: in alcuni giorni potreste trovarne sul Blog anche più di uno, altre volte solo di tanto in tanto.

Partiamo con le tre ristampe degli album degli Standells a cura della Sundazed: di loro mi ero già occupato nel 2015 con la recensione di un album inedito dal vivo, sempre pubblicato dall’etichetta di New York specializzata in ristampe http://discoclub.myblog.it/2015/03/06/chitarre-acide-vecchi-organetti-the-standells-live-on-tour-1966/. Ora vengono ristampati anche i tre album più famosi della band, editi ai tempi, tra il 1966 e il 1967 dalla Tower Records (nulla a che vedere con la catena di negozi che sarebbe venuta anni dopo, e purtroppo “defunta” da tempo). Al solito qualche precisazione: i tre dischi erano già usciti in CD nel 1994, nella classica versione mono, arricchiti da varie bonus tracks per ogni LP, sempre a cura della Sundazed, e, magari a fatica, ma si trovavano ancora in circolazione.

Comunque nella loro immensa bontà vengono resi disponibili di nuovo, anche in versione vinile, però seguendo un metodo ondivago che non riuscirò mai a comprendere: Dirty Water, che nella prima versione in CD aveva 15 tracce, improvvisamente nella nuova ne ha 14, spariscono due delle bonus ma riappare Sometimes Good Guys Don’t Wear White, presente nel disco originale. Stesso discorso per Why Pick On Me, che nella edizione 1994 aveva 15 brani, nella ristampa 2017 ne riporta 14, cambia l’ordine delle canzoni e “sparisce” la bonus Our Candidate. Perché? Mistero. E anche Try It, l’album del 1967, dai 15 pezzi della edizione 1994, passa a 14, e non c’è più la bonus conclusiva Can You Dig It. La logica di questi cambiamenti mi sfugge, ammesso che ce ne sia una. I tre CD sono usciti ieri 17 febbraio.

Bruno Conti

Chitarre Acide E Vecchi Organetti! The Standells – Live On Tour 1966!

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The Standells – Live On Tour -1966! – Sundazed Music

Nello scorcio di poco più di un anno sono stati pubblicati ben tre “nuovi” CD degli Standells: prima, a dicembre 2013, usciva, molto a sorpresa, un nuovo album, Bomp (45 anni circa dopo il loro periodo d’oro), poi, qualche mese fa, la Rockbeat Records ha edito una versione doppia, potenziata e rivisitata, del classico Riot On Sunset Strip (Revisited appunto, dal vivo, nel 1999), disco attribuito sia agli Standells come alla Chocolate Watchband, e ora la Sundazed pubblica questo concerto “inedito”, registrato nell’ottobre del 1966 all’Hill Auditorium dell’Università del Michigan, ad Ann Arbor, nel corso del tour per promuovere quello che all’epoca era il loro terzo album, Why Pick On Me Sometimes Good Guys Don’t Wear White (che non possiamo dimenticare includeva quella “straordinaria” canzone in italiano Mi hai fatto innamorare, un connubio fra mandolini napoletani e beat, giuro, verificate https://www.youtube.com/watch?v=d13xW6-GG8E!).

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Una frequenza di uscite che rivaleggia con l’output discografico di quel fertile periodo, ricco di successi per la band californiana, vessillifera di un garage proto punk e beat con ampie connotazioni psichedeliche che spopolava all’epoca https://www.youtube.com/watch?v=qdaavm_fVEA , e tra l’altro aveva proprio esordito nel 1964 con un album dal vivo, The Standells In Person at P.J.’s https://www.youtube.com/watch?v=Pu4gTvWvuYA , ma questo Live On Tour-1966 che esce solo oggi per la prima volta nella sua interezza, è nettamente superiore sia a livello qualitativo (ci sono tutti i successi), come a livello sonoro, dove gli specialisti della Sundazed hanno effettuato un ottimo lavoro di restauro dei nastri originali. In questo concerto del 1966, come ci ricorda lo speaker della serata nella presentazione, gli Standells aprono per i Beach Boys, e, come era usanza nell’epoca pre-rock, il tutto dura poco meno di 35 minuti, ricchi di intensità, come evidenzia subito l’intenso interplay tra l’organo di Larry Tamblyn (anche alla chitarra) e l’acida chitarra di Tony Valentino, in una Mr. Nobody https://www.youtube.com/watch?v=ENOjxMvy1Cw  che unisce mirabilmente il suono della british invasion con il primo rock californiano di band di Doors, Jefferson, pre-Grace Slick e le sonorità di band come i citati Chocolate Watchband, Thirteen Floor Elevators, Seeds e molti altri che costituiranno il “cuore” del celebre Nuggets di Lenny Kaye.

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Ma il gruppo, già in pista nei clubs di tutti gli States dal lontano 1962, aveva, come altri, anche una forte componente R&B, più “sbiancata” forse, come dimostra una vivace cover del classico degli Young Rascals, Good Lovin’, uscito proprio in quei mesi, con gli immancabili yeah-yeah vocali del periodo e le mani di Tamblyn che volano sulla rudimentale tastiera dell’organo. Why Did You Hurt Me, una composizione del chitarrista Valentino con il batterista Dick Dodd, è intrisa del grintoso beat sound che imperversava all’epoca, mentre la cover di Lazy Summer Afternoon (così presentata, manco i titoli sapevano!), sarebbe la bellissima Sunny Afternoon dei Kinks di Ray Davies, tuttavia in una versione che non perde la pigra e sorniona aria dell’originale, con l’organo di Tamblyn che aggiunge un tocco alla Lovin’ Spoonful; sempre dalla british invasion viene una Gloria che in America era più nota nella versione dei soci Shadows Of Knight che nell’originale dei Them di Van Morrison, il brano è l’occasione per il gruppo per dimostrare una grinta notevole https://www.youtube.com/watch?v=uJErk-wwEOo , e anche una capacità di improvvisazione, che si divide tra sketches rumoristici ed umoristici che divertono molto il pubblico presente, tanto che la canzone si protrae, forse troppo, oltre i 5 minuti, ingenua, pure se sono i primi esempi di quello che diventerà il rock da lì a poco, spettacolo ma anche impeto dirompente.

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Why Pick On Me, title-track del nuovo album, firmata da Ed Cobb, eminenza grigia, sia come autore che come musicista e produttore della scena garage psichedelica, è un’altra piccola pepita tipica del periodo, mentre il lato soul/R&B viene illustrato da una Please, Please, Please dove il batterista Dobb ci offre la sua versione di James Brown, più bianco e molto meno esplosivo dell’originale, comunque segno di un sentito amore per la musica black, come ribadito nella successiva Midnight Hour, preceduta dal solito siparietto comico, il sound non è travolgente come nell’originale di Wilson Pickett e Steve Cropper, ma ricorda un beat-pop-rock à la Sir Douglas Quintet, con ampio uso d’organo. La conclusione è affidata ai loro cavalli di battaglia più psych-rock, prima Sometimes Good Guys Don’t Wear White (dedicata ironicamente a Lindon B. Johnson, non particolarmente popolare all’epoca) e poi l’inno generazionale Dirty Water (sempre di Cobb), tra i più bei singoli di quell’epoca irripetibile e uno dei riff indimenticabili del rock all-time https://www.youtube.com/watch?v=5apEctKwiD8 , che conclude degnamente questo piacevole reperto discografico, riemerso dalle nebbie del tempo per il nostro piacere.

Bruno Conti   

Novità Di Gennaio, Parte IIB. John Martyn, Standells, Shadows Of Knight, Winter/Cotton/Waters, Lone Bellow, Scott Kempner, Bettye Lavette, Howlin’ Rain

john martyn piece by piece john martyn sapphire

Continuiamo a oltranza con le uscite discografiche di questa ultima settimana di Gennaio 2015. Ancora alcune ristampe e pubblicazioni di materiale inedito pescato da polverosi archivi. Partiamo da John Martyn: la Universal, dopo il box integrale degli Island Years e il cofanetto quadruplo, The Best Of Island Years, con una selezione del materiale inedito contenuto in quello da 18 dischetti, ora continua a pubblicare i singoli album nelle versioni doppie Deluxe:

Sapphire è il disco del 1984, potenziato da un secondo CD di Alternate Takes, un brano non presente nell’album originale e tre brani dal vivo a Amburgo nel 1986 https://www.youtube.com/watch?v=wsFO-FVjpEc .

CD1
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d

CD2
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d
11. Love In Your Life
12. Fisherman’s Dream
13. Mad Dog Days
14. Fisherman’s Dream

Piece By Piece è il disco del 1986 e contiene nel secondo CD sette versioni alternate, una traccia non presente nell’originale e altri sette brani dal vivo del concerto ad Amburgo del 1986 https://www.youtube.com/watch?v=rvqTUhovRaU .

CD1
1. Nightline
2. Lonely Love
3. Angeline
4. One Step Too Far
5. Piece By Piece
6. Serendipity
7. Who Believes In Angels
8. Love Of Mine
9. John Wayne

CD2
1. Lonely Love
2. Angeline
3. Piece By Piece
4. Serendipity
5. Who Believes In Angels
6. Love Of Mine
7. John Wayne
8. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)
9. Piece By Piece
10. Love Of Mine
11. Nightline
12. Serendipity
13. Angeline
14. John Wayne
15. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)

Il suono è quello terribile anni ’80, ma la classe di John Martyn a tratti si percepisce comunque.

standells live on tour shadows of knight live 1966

Sempre per i completisti, la Sundazed pubblica due CD di materiale dal vivo, mai pubblicato prima, registrato nei lontani anni ’60. The Standells Live On Tour ’66 viene da un concerto registrato alla Università del Michigan, con attrezzature professionali (per l’epoca) https://www.youtube.com/watch?v=ENOjxMvy1Cw  e ha il seguente contenuto:

1. Introduction
2. Mr. Nobody
3. Good Lovin’
4. Why Did You Hurt Me
5. Sunny Afternoon
6. Gloria
7. Why Pick On Me
8. Please, Please, Please
9. Midnight Hour
10. Sometimes Good Guys Don’t Wear White
11. Dirty Water

Il materiale degli Shadows Of Knight viene da un concerto registrato al Cellar di Chicago, rimasterizzato da due bobine d’epoca miracolosamente riapparse a quasi 50 anni dalla data dell’esibizione (qualcosa era già apparso nel 1992 sempre la Sundazed, ma qui è stato aggiunto altro materiale. Questo il contenuto:

1. Everybody Needs Somebody to Love

https://www.youtube.com/watch?v=7DaHSnTFa8w
2. Don’t Fight It
3. Got My Mojo Working
4. Any Way That You Want Me
5. Gospel Zone
6. Got To Get You Off My Mind
7. It Takes A Long Time Comin’
8. Hey Joe

https://www.youtube.com/watch?v=AShfPk2w3Xg
9. Tomorrow’s Gonna Be Another Day
10. Peepin’ and Hidin’
11. Let It Rock
12. Willie Jean
13. Spoonful
14. Oh Yeah

https://www.youtube.com/watch?v=zVSCD57U2UY
15. Dark Side
16. Gloria

Le due band americane erano tra le migliori nel garage psichedelico di quell’epoca (come testimoniato nel celebre Nuggets) per cui i collezionisti avranno di che gioire.

winter cotton-waters

Questo doppio, infine, viene da quei concerti semiufficiali, tratti da broadcast radiofonici, in particolare questo concerto tenuto alla Boston Music Hall nel 1977, tratto dal tour di Muddy Waters per promuovere l’album Hard Again, il primo pubblicato dalla Blue Sky, lo vede affiancato dal suo “produttore” Johnny Winter e da James Cotton all’armonica, senza dimenticare Pinetop Perkins Bob Margolin https://www.youtube.com/watch?v=zcG4rNrbKQM . Con qualche intervista aggiunta questo è il resoconto della serata radiofonica:

Tracklist
CD1:
1. The Blues Had A Baby And TheyNamed It Rock ‘N’ Roll
2. Deep Down In Florida
3. Hideaway
4. You’ve Got To Love Her With A Feeling
5. Sweet Home Chicago
6. Rocket 88
7. Help Me
8. How Long?

CD2:
1. Instrumental
2. Mama Talk To Your Daughter
3. Mannish Boy
[Encore]
4. WBCN DJ Talks and Interviews Pinetop Perkins
5. You Don’t Have To Go
6. Got My Mojo Working
7. WBCN DJ Interview w/ Waters, Cotton and Winter

https://www.youtube.com/watch?v=zFEWn602qwE

lone bellow then came the morning

Veniamo ad un po’ di altre novità discografiche (non ristampe), in uscita sempre da domani martedì 27. I Lone Bellow avevano pubblicato un ottimo album omonimo d’esordio un paio di anni, ora tornano con questo secondo disco Then Came The Morning, sempre per la Descendant Records, che conferma quanto di buono si era detto per il precedente https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk . La formazione è sempre la solita: Zach Williams (guitar, lead vocals), Kanene Donehey Pipkin (mandolin, vocals), Brian Elmquist (guitar, vocals), con molti musicisti aggiunti ed il disco è prodotto da Aaron Dessner dei National, qui lo potete ascoltare http://www.npr.org/2015/01/18/377502471/first-listen-the-lone-bellow-then-came-the-morning (fino a che non lo tolgono) . Poi https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk. Mi sembra molto bello: in Europa esce il 3 febbraio.

scott kempner live on blueberry hill

La discografia solista di Scott Kempner (ex Dictators e Del-Lordsè veramente scarna: un disco nel 1992, Tenement Angels, ristampato nel 2011, e uno, Saving Grace, nel 2008, da allora c’è stata la reunion dei Del-Lords che ha fruttato un album Elvis Club, uscito nel 2013. Quindi i fans di Scott leggeranno con piacere dell’uscita di questo Live On Blueberry Hill (dalla zona di St. Louis in cui è stato registrato il concerto, il locale in effetti si chiama Cicero’s): l’altra notizia è che però la serata a cui risale la registrazione è del 1993, anche se vede la luce solo oggi per la prima volta, su etichetta MRI Music. Quindi non di facile reperibilità.

bettye lavette worthy

Nuovo album anche per Bettye LaVette, esce in Inghilterra per la Cherry Red Records, e vede ricostituirsi il sodalizio con Joe Henry (che aveva già prodotto nel 2005 il bellissimo I’ve Got My Own Hell To Raise): tra gli autori dei brani Dylan che firma Unbelievable, in origine su Under The Red Sky, Jagger-Richards Complicated, i Beatles Wait, oltre allo stesso Joe Henry, Mickey Newbury e la coppia Beth Nielsen Chapman/Mary Gauthier che firma la title-track. Questa è la lista completa dei brani:

DISC ONE: CD
1. UNBELIEVABLE
2. WHEN I WAS A YOUNG GIRL 
3. BLESS US ALL 
4. STOP 
5. UNDAMNED 
6. COMPLICATED 
7. WHERE A LIFE GOES 
8. JUST BETWEEN YOU AND ME AND THE WALL YOU’RE A FOOL 
9. WAIT
10. STEP AWAY 
11. WORTHY
Per la gioia di grandi e piccini (ma non dei nostri portafogli, visto che si parla di un prezzo intorno ai 30 euro) ne esiste anche una versione Deluxe doppia, con un DVD allegato, che riporta un concerto registrato al Jazz Café di Londra nel luglio 2014, e si tratta di un set completo, come potete leggere qui sotto:
DISC TWO: DVD
1. THE WORD 
2. EVERYTHING IS BROKEN
3. YOUR TIME TO CRY
4. THEY CALL IT LOVE 
5. JOY
6. HEART OF GOLD
7. DON’T LET ME BE MISUNDERSTOOD 
8. EITHER WAY WE LOSE 
9. BLACKBIRD 
10. MY MAN – HE’S A LOVING MAN 
11. LIKE A ROCK 
12. HEAVEN (THE CLOSEST I’LL GET) 
13. SLEEP TO DREAM 
14. I DO NOT WANT WHAT I HAVEN’T GOT
Sembra che, nonostante il prezzo, valga la pena di cercare questa edizione, considerando che in DVD della grande cantante soul non esiste nulla.
howlin rain mansion songs
Loro, gli Howlin Rain, un disco dal vivo, Live Rain, l’hanno appena pubblicato nel 2014, ma a sorpresa esce subito un nuovo disco di studio, Mansion Songs, etichetta Easy Sounds (anche questo quindi non sarà facilissimo da trovare) e nelle parole del leader della band Ethan Miller (nonché l’unico che appare in tutti i dischi della formazione) dovrebbe essere il primo di una trilogia. Attualmente gli Howlin Rain, visto che i Black Crowes sono in pausa indefinita, sono una delle migliori band americane di rock classico, magari insieme ai Drive-by-Truckers, e da quello che ho ascoltato il disco mi sembra ottimo. Verificate… https://www.youtube.com/watch?v=zrMb-4KhsIE e  https://www.youtube.com/watch?v=sX_JK1CtK3c

Per oggi è tutto, ma domani si continua.

Bruno Conti