Per rispetto verso il lavoro altrui, non amo mai definire “brutto” un disco, a meno che non siamo di fronte a qualcosa di quasi inascoltabile: ancora meno mi piace farlo nel caso dei Jethro Tull, che nel periodo dal 1968 al 1979 seppur con alti a bassi non avevano mai sbagliato un album. Non posso esimermi però di far notare che A, lavoro del gruppo inglese uscito nel 1980, non fosse esattamente un capolavoro, cosa che la critica dell’epoca non mancò di far notare stroncando sia il songwriting ma soprattutto gli arrangiamenti moderni che anticipavano il sound della nuova decade, con un uso massiccio di sintetizzatori. Ma A non doveva essere nemmeno un disco dei Tull, bensì il primo lavoro solista del leader Ian Anderson (il titolo dell’album era preso dalla scritta che compariva sulle scatole dei nastri delle sedute, A come Anderson), che si tramutò nel tredicesimo LP del gruppo su pressioni della Chrysalis, la loro etichetta all’epoca.
I musicisti coinvolti nelle sessions si ritrovarono quindi all’improvviso ad essere i nuovi membri della band, e se per il chitarrista Martin Barre non era una novità, per il bassista ex Fairport Convention Dave Pegg e per il batterista Mark Craney sì (ma mentre Pegg rimarrà con Anderson fino al 1995 dividendosi con i riformati Fairport, Craney si rivelerà una meteora), mentre il tastierista e violinista Eddie Jobson, vero responsabile del sound modernista del disco, venne accreditato solo come ospite esterno. Ora A esce in versione deluxe proseguendo la serie di ristampe a cofanetto dei Tull, nella consueta bella confezione a libro e con ben tre CD ed altrettanti DVD (che però contengono come vedremo a breve le solite ripetizioni), con il titolo “aggiornato” A (La Mode): come sempre la parte sonora è nelle mani di Steven Wilson, che oltre a rimasterizzare il tutto si occupa anche del remix, con il risultato che un po’ di patina di antico è venuta via, anche se non si poteva certo fare il miracolo di trasformare un disco traballante in un lavoro imperdibile; in compenso il box offre la solita generosa dose di bonus tracks, cioè una manciata di outtakes nel primo dischetto ed un concerto completo negli altri due.
L’album originale risentito oggi non è neanche così orrendo (secondo me il fondo i nostri lo toccheranno nel 1984 con Under Wraps): Crossfire ha una melodia tipica di Anderson, con una base strumentale leggermente funky-disco ma non spregevole, l’incalzante Flyingdale Flyer è un pop-rock gradevole ed abbastanza coinvolgente specie nel refrain, Working John, Working Joe, unico singolo estratto (senza alcun successo), è una rock song energica e dal ritmo sostenuto ma con un occhio al sound radiofonico. Un brutto intro di synth cede per fortuna il passo ad un arrangiamento più rock nella non disprezzabile Black Sunday, Protect And Survive non è niente di speciale, mentre la frenetica Batteries Not Included, già non un capolavoro, è rovinata da un florilegio di tastiere elettroniche. Il violino elettrico dona a Uniform un discreto sapore folk-rock, 4.W.D. (Low Ratio) è un midtempo piuttosto nella media e leggermente caotico, ma il folkeggiante strumentale The Pine Marten’s Jig è il pezzo più comparabile al classico suono Tull, e la rock ballad And Futher On, che chiude il disco del 1980, di sicuro non è il miglior brano dei nostri ma almeno non fa danni.
Come bonus sul primo CD abbiamo cinque outtakes inedite: a parte una versione estesa di Crossfire, una alternata di Working John, Working Joe ed il breve frammento di 39 secondi Cheerio, il meglio si ha con Coruisk, evocativa canzone strumentale tra rock e folk che era meglio di molto del materiale finito su A (ci sarebbe anche Slipstream Introduction, un breve brano in stile ambient usato all’epoca per aprire i concerti, ma non è il massimo). Gli altri due CD documentano uno show del gruppo, con la stessa lineup del disco, tenuto il 12 novembre del 1980 alla Sports Arena di Los Angeles: un buon concerto, che presenta ben sette pezzi tratti da A, con gli stessi pregi e difetti anche se on stage la componente rock è decisamente più accentuata grazie al maggior spazio riservato a Barre. Purtroppo però ci sono anche lunghe improvvisazioni strumentali che rompono un po’ il ritmo del concerto, specie i lunghi ed autoindulgenti assoli di tastiera e batteria.
La parte migliore è quindi riservata ai brani dei dischi precedenti ad A, con belle riletture delle allora recenti Songs From The Wood, Hunting Girl e Heavy Horses, un paio di classici minori tratti da War Child (Skating Away On The Thin Ice Of The New Day e Bungle In The Jungle), ed il consueto bis che non fa prigionieri, forse prevedibile ma se uno va ad un concerto dei Tull si incazza se non le suonano: una splendida Aqualung di quasi dieci minuti e la sempre trascinante Locomotive Breath, che neanche il synth riesce a rovinare. I tre DVD contengono le stesse cose dei CD, in vari formati audio compreso “l’indispensabile” (per qualcuno) 5.1 surround, e nella parte video il film Slipstream uscito all’epoca in VHS, uno strano lungometraggio che alterna videoclip, sezioni animate, brani presi da concerti e parti recitate dai membri del gruppo (con Anderson nel doppio ruolo di Aqualung e…Dracula!). L’anno prossimo le ristampe dei Tull si prenderanno una vacanza (ma A sarebbe dovuto uscire nel 2020, poi la pandemia si è messa di mezzo) fino al 2022 quando toccherà al discreto The Broadsword And The Beast, anche se alcune voci parlano per fine 2021 di un “recupero” di Benefit del 1970, l’unico a non aver ancora beneficiato (nonostante il titolo…) dell’edizione “a libro”.
Black Sabbath – Vol. 4 Super Deluxe – BMG 4CD – 5LP Box Set
Dopo che lo scorso anno i Black Sabbath hanno ristampato il cofanetto quadruplo dedicato al loro secondo album Paranoid per celebrarne i 50 anni, box originariamente uscito nel 2016 (aggiungendo stavolta anche la versione in cinque LP), nel 2021 sarebbe stato lecito aspettarsi un identico trattamento per Master Of Reality, terzo lavoro del quartetto di Birmingham: invece, siccome le case discografiche sono delle simpatiche burlone, l’onore è toccato a Vol. 4 del 1972, lasciando quasi pensare che il gruppo formato da Ozzy Osbourne, Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward abbia un problema con i suoi dischi dispari, dal momento che anche il loro debutto omonimo del 1970 non ha beneficiato di un’edizione Super Deluxe. Vol. 4 è uno degli album della band hard rock (qualcuno dice heavy metal) più amati dai fans e di maggior successo della loro discografia, ed è chiamato in gergo “il disco della cocaina” dato che durante la sua incisione (ai Record Plant Studios di Los Angeles, primo lavoro dei quattro ad essere registrato fuori dall’Inghilterra ed anche il primo ad essere autoprodotto) venivano recapitati in studio con cadenza quasi giornaliera scatoloni pieni della droga più popolare negli anni settanta, al punto che il titolo dell’album inizialmente doveva essere Snowblind, dove la neve che acceca non era esattamente quella che cade dal cielo.
Eppure, nonostante Ozzy e soci fossero perennemente fatti come cavalli, riuscirono miracolosamente a tirare fuori un lavoro di livello più che buono, lucido, potente e coinvolgente come nella loro migliore tradizione, un disco che oggi rinasce a nuova vita grazie ad una rimasterizzazione adeguata in questo bel box che contiene quattro CD ed un libro ricco di foto e dettagli, anche se purtroppo il prezzo oscilla tra gli 80 ed i 90 euro (ed ancora di più per la versione in vinile), un costo già alto di suo ma che è ancora più sbilanciato se rapportato ai contenuti musicali, che se nel secondo e terzo CD si traducono in outtakes di studio inedite come da prassi (che però non aggiungono granché al disco originale), e che come vedremo a breve deludono abbastanza nel quarto dischetto, quello dal vivo https://www.youtube.com/watch?v=LU99kUnWW3E . Il Vol. 4 originale si apriva giustamente con il pezzo migliore, la potente e riffata Wheels Of Confusion dai tipici e repentini cambi di ritmo e melodia dei Sabbath, fraseggi chitarristici tutti da godere, la sezione ritmica che non perde un colpo ed un finale travolgente. Le sonorità pesanti la fanno ovviamente da padrone, con la vibrante Tomorrow’s Dream, unico singolo estratto all’epoca, la solida e riffatissima Supernauthttps://www.youtube.com/watch?v=LU99kUnWW3E, il midtempo elettrico Snowblindhttps://www.youtube.com/watch?v=y_MAyLcNz3c, la plumbea e decisamente hard Cornucopia, la cadenzata e coinvolgente St. Vitus Dance e la nota Under The Sun.
Ma il disco non è solo heavy rock, in quanto il pezzo più famoso è la ballatona Changes (incisa in anni più recenti anche dal solo Ozzy in duetto con la figlia Kelly), uno slow romantico in cui la voce del frontman è accompagnata solo da piano e mellotron https://www.youtube.com/watch?v=RGOKgfIOGaA , ed inoltre troviamo anche il delizioso e folkeggiante strumentale acustico Laguna Sunrise, cercando di dimenticare una stranezza come FX, che per fortuna dura poco. Il secondo e terzo CD offrono nel complesso 17 tracce aggiuntive riferite a sei degli undici brani di Vol. 4 tra takes complete e non, false partenze e versioni alternate, il tutto remixato dall’onnipresente Steven Wilson. Abbiamo quindi sei diverse Wheels Of Confusion, tre Supernaut, altrettante Under The Sun (tra cui una eccellente take strumentale), due Snowblind ed una versione alternata ciascuna di The Straightener, Changes e Laguna Sunrise, tutte quante meno rifinite di quelle pubblicate sul disco del 1972 e più che altro destinate a fans e completisti della band britannica.
Il quarto dischetto è, come ho già accennato, quello più deludente: registrato dal vivo in varie date del tour inglese del 1973, si propone di ricreare per la prima volta la setlist completa dei concerti di quel periodo, ma già questo non è vero perché ciò era già avvenuto nel postumo Live At Last del 1980. Ma la cosa più grave è che l’80% del CD è proprio la riproposizione di Live At Last (certo, con un suono migliore), e solo Tomorrow’s Dream, Sweet Leaf e Snowblind sono versioni inedite, cosa abbastanza inaudita dal momento che a quel prezzo uno vorrebbe perlomeno un intero show mai sentito. Polemiche a parte, le performance sono tutte solide e di buon livello, con i brani di Vol. 4 perfettamente inseriti in scaletta a fianco dei classici del gruppo (anche se mancano stranamente sia Black Sabbath che Iron Man, ma in quel periodo non venivano proprio suonate): tra gli highlights segnalo la nota War Pigs, un medley di 20 minuti che include Wicked World, Orchid, Into The Void, Sometimes I’m Happy e Supernaut (con una prestazione stratosferica di Iommi), ed il gran finale di Children Of The Grave e Paranoid.
Un cofanetto che ha quindi il difetto di rivolgersi principalmente ai fans più accaniti (e danarosi) dei Black Sabbath, con l’aggravante della mezza fregatura del quarto CD: per i neofiti sarà sufficiente accaparrarsi la versione singola di Vol. 4 e, se proprio vorranno, Live At Last.
King Crimson “The Complete 1969 Recordings” 20CD/2DVD/4Blu-Ray Box Set – DGM Panegyric – 23-10-2020
Con “soli” 26 dischetti questo Box non costituisce il record nell’infinita serie di ristampe del materiale dei King Crimson, che rimane a Starless il cofanetto del 2014 che ne aveva 27. Certo che per i fans della band di Robert Fripp (e per i loro portafogli) rimane difficile tenere dietro a tutta questa massa di uscite, se consideriamo anche le nuove uscite della serie Elements Tour Box, di cui è uscito da poco il doppio del 2020, non dimenticando che del disco del 2019 In The Court Of The Crimson King erano già state pubblicate le edizioni per il 40° e 50° Anniversario, entrambe curate da Steven Wilson, che ha comunque messo lo zampino anche in questa nuova opera presentando un nuovo Dolby Atmos mix (che pare la nuova frontiera del suono per audiofili, e che è stato utlizzato anche per una ennesima nuova inutile antologia di John Lennon Gimme Some Truth The Best Of, in uscita a ottobre di cui vi parlerò a breve in un altro Post).
Tornando a questo nuovo box dovrebbe contenere ulteriori 6/7 CD e Blu-ray Audio di materiale inedito, per la prima volta disponibile. Comunque se volete verificare anche voi, ecco la lista completa dei contenuti del manufatto in uscita al 23 ottobre, per una cifra indicativa che dovrebbe essere, tutto compreso, intorno ai 200 euro circa, prenotabile solo qui https://burningshed.com/store/kingcrimson/king-crimson_complete-1969-recordings_boxset.
*NDB Nel frattempo è apparso anche su altri siti di vendita, inclusi Amazon vari, a prezzi decisamente più bassi.
Discs 1 – 18, 25, 26 CD Disc 19 DVD, Disc 20 DVD-A, Discs 21 – 24 Blu-Ray
Disc 1 Live at Hyde Park
1 21st Century Schizoid Man 2 The Court of the Crimson King 3 Get Thy Bearings 4 Announcement (Incomplete) 5 Epitaph 6 Mantra 7 Travel Weary Capricorn 8 Mars 9 Band Reunion Meeting
Disc 2 Live at the Marquee
1 21st Century Schizoid Man 2 Drop In 3 Announcement (Incomplete) 4 I Talk To The Wind 5 Epitaph (Incomplete) 6 Travel Weary Capricorn 7 Improv (inc Nola and Etude No. 7) 8 Mars
Disc 3 Live at Plumpton Festival
1 21st Century Schizoid Man 2 Get Thy Bearings 3 Announcement 4 The Court Of The Crimson King 5 Mantra 6 Travel Weary Capricorn 7 Improv 8 Mars
Disc 4 Live at Chesterfield Jazz Club
1 21st Century Schizoid Man 2 Drop In 3 Announcement 4 Epitaph 5 Get Thy Bearings 6 Announcement 7 I Talk To The Wind
Disc 5 Live at Chesterfield Jazz Club
1 Announcement 2 The Court Of The Crimson King 3 Mantra 4 Travel Weary Capricorn 5 Improv 6 Mars
Disc 6 Live at the Fillmore East
1 The Court Of The Crimson King (Incomplete) 2 Announcement 3 A Man, A City 4 Announcement 5 Epitaph 6 Announcement 7 21st Century Schizoid Man 8 The Court Of The Crimson King (Incomplete) 9 Announcement 10 A Man, A City 11 Announcement 12 Epitaph 13 Announcement 14 21st Century Schizoid Man
Disc 7 Live at the Fillmore West
1 Mantra 2 Travel Weary Capricorn 3 Improv Travel Bleary Capricorn 4 Mars 5 The Court of the Crimson King 6 Announcement 7 Drop In 8 A Man, A City 9 Announcement 10 Epitaph 11 Announcement 12 21st Century Schizoid Man 13 Announcement 14 Mars
Disc 8 Album – Original Master Edtion – expanded
1 21st Century Schizoid Man 2 I Talk to the Wind 3 Epitaph 4 Moonchild 5 The Court of the Crimson King 6 21st Century Schizoid Man 7 I Talk to the Wind 8 Epitaph 9 The Court of the Crimson King (Single A Side) 10 The Court of the Crimson King (Single B Side)
Disc 9 Alternate album – expanded
1 Wind Session 2 21st Century Schizoid Man (Morgan Studio Version with Overdubs) 3 I Talk To The Wind (Alt 2019 Mix) 4 I Talk To The Wind (Duo Version 2019 Mix) 5 Epitaph (Isolated Vocal 2019 Mix) 6 Epitaph (Alt Take 2019 Mix) 7 Moonchild (Take One 2019 Mix) 8 The Court of the Crimson King (Take 3 2019 Mix) 9 21st Century Schizoid Man (Trio Version 2019 Mix)
Disc 10 2009 Album Mixes – expanded
1 21st Century Schizoid Man 2 I Talk to the Wind 3 Epitaph 4 Moonchild 5 The Court of the Crimson King 6 Moonchild [Full Version] 7 I Talk to the Wind [Duo Version] 8 I Talk to the Wind [Alternate Mix] 9 Epitaph [Backing Track] 10 Wind Session [21st Century Schizoid Man Intro]
Disc 11 2019 Album Mixes & Instrumental Mixes
1 21st Century Schizoid Man 2 I Talk to the Wind 3 Epitaph 4 Moonchild 5 The Court of the Crimson King 6 21st Century Schizoid Man 7 I Talk to the Wind 8 Epitaph 9 Moonchild (Edit) 10 The Court of the Crimson King
Disc 12 Let’s Make a Hit Waxing
1 Let’s Make a Hit Waxing
Disc 13 Sessions Disc 1
1 21st Century Schizoid Man (Morgan Studio Instrumental) 2 Epitaph Takes 1 to 3 3 Epitaph Takes 4 to 8 4 I Talk to the Wind Takes 1 to 4
Disc 14 Sessions Disc 2
1 I Talk to the Wind Takes 5 to 8 2 I Talk to the Wind Takes 9 to 12 3 The Court of the Crimson King Stereo Takes
Disc 15 Sessions Disc 3
1 The Court of the Crimson King Take 6 2 The Court of the Crimson King Take 1 and 2 3 The Court of the Crimson King Takes 3 to 7 4 The Court of the Crimson King Takes 8 to 10 5 The Court of the Crimson King Trailer Take 1
Disc 16 Sessions Disc 4
1 The Court of the Crimson King (Stormy Mix) 2 I Talk to the Wind Takes 3 to 6 3 I Talk to the Wind Takes 7 to 9 4 I Talk to the Wind Early Take 5 Drum Check 6 21st Century Schizoid Man Sax Sound Check 7 Ahh (Stormy Mix) 8 I Talk to the Wind (Stormy Mix)
Disc 17 Sessions Disc 5
1 Epitaph Takes 1 to 3 2 Epitaph Takes 5 – 11 3 Epitaph Take 2 (Stormy Mix)
Disc 18 Sessions Disc 6
1 Moonchild Takes 1 to 8 2 Moonchild Take 9 (complete) 3 Trailer Take and Take Overdubbed 4 Pipe Organ Takes 5 Wind Noise Takes 6 The Court of the Crimson King Takes
Disc 19 DVD 24/48 Complete Studio Sessions 24/48 Let’s Make a Hit Waxing 16/48 Stormy Selections
Disc 20 DVD-A 24/48 Original Master Edition 24/48 2019 album mixes in hi-res stereo and 5.1 Surround
Hyde Park Film Snippet
Disc 21 Blu-Ray 24/192 Giles, Giles and Fripp – as per CD 25 24/96 Complete Studio Sessions 24/192 Live at Chesterfield Jazz Club
Disc 22 Blu-Ray 24/96 2009 Hi-Res Stereo and 5.1 Surround Mixes 24/96 Additional audio and Alternate album from the 2009 mixes 24/48 Original 1969 vinyl needledrops of UK stereo & US Mono Promo LPs 24/48 Original 1969 Mono UK Single A and B Sides and US Promo Single A Side
Disc 23 Blu-Ray 24/96 2019 Mixes in Stereo, 5.1 Surround and Instrumental Mixes 24/96 Original Master Edition 24/96 2019 Alternate Album and Additional Material Mixes
Hyde Park Film Snippet (audio mono)
Disc 24 Blu-Ray 2020 Dolby Atmos Mix 24/96 I Talk to the Wind (duo version) 5.1 Surround * * audio through four channels only 24/96 Let’s Make a Hit Waxing
Disc 25 Selected Recordings 1968
Giles, Giles and Fripp
1 Tremelo Study in A Major (Spanish Suite) 2 Suite No. 1 3 Scrivens 4 Why Don’t You Just Drop In (i) 5 I Talk to the Wind (i) 6 Plastic Pennies 7 Passages of Time 8 Under the Sky (ii) 9 I Talk to the Wind (ii) 10 Erudite Eyes 11 Make it Today (ii) 12 Wonderland 13 Why Don’t You Just Drop In (ii) 14 She is Loaded
Disc 26 BBC Sessions and Trees
1 21st Century Schizoid Man 2 Epitaph 3 The Court of the Crimson King 4 I Talk to the Wind 5 Get Thy Bearings
In questo periodo di quarantena il mercato discografico è completamente stravolto, con uscite programmate per una certa data che vengono rinviate di diversi mesi (o anche al gennaio 2021, come nel caso del nuovo album di Steven Wilson), ed altre che vengono invece anticipate seppur, per ora, soltanto in formato digitale. L’ultima sorpresa in ordine di tempo è venuta dai Rolling Stones, che hanno pubblicato come un fulmine a ciel sereno (anche se erano presenti al “concerto”One World Together At Home) una nuova canzone intitolata Living In A Ghost Town. Si sapeva da tempo che Mick Jagger e soci stavano lavorando al loro primo album di inediti dai tempi di A Bigger Bang del 2005, ma un brano nuovo così di punto in bianco non se lo aspettava nessuno (è il loro primo pezzo originale dal 2012): Living In A Ghost Town è la classica canzone giusta al momento giusto, dato che parla espressamente del periodo sconvolgente che stiamo vivendo, con un video che alterna immagini della band al lavoro con altre che mostrano una Londra completamente deserta. Il brano è stato registrato tra la stessa Londra e Los Angeles, e le Pietre avevano cominciato a lavorarci sin dallo scorso anno, ma lo hanno completato solo in queste settimane (e voglio pensare che il testo sia recente, se no i nostri avrebbero aggiunto alle loro molteplici doti anche quella di saper predire il futuro con una precisione inquietante).
Dal punto di vista musicale a me la canzone piace molto (anche se so che Bruno non condivide al 100% il mio entusiasmo *NDB Ma non mi dispiace), in quanto fonde in maniera coinvolgente un mood sonoro tipico dei nostri ad un beat ritmato e moderatamente funky, sullo stile di album del passato dei nostri come Black And Blue, con Jagger in forma vocale splendida se pensiamo che a luglio saranno 77 primavere. Il singolo è disponibile su tutte le piattaforme digitali, ed è anche in pre-ordine come supporto fisico in vinile giallo e, in esclusiva sul sito della band, in vinile viola ed in CD (per spedizione a fine maggio per quanto riguarda il CD e fine giugno per i vinili).
Se l’album fosse tutto a questo livello ci metterei comunque la firma.
Consueto appuntamento annuale con le ristampe celebrative degli album dei Jethro Tull a cura di Steven Wilson e con la fattiva collaborazione di Ian Anderson, una delle migliori serie in circolazione in termini di rapporto qualità/prezzo, con box sempre esaurienti e completi sia dal punto di vista musicale che a livello di informazioni scritte. Quest’anno è la volta di Stormwatch, disco del 1979 della band britannica ed ultimo di una ideale trilogia folk-rock iniziata nel 1977 con Songs From The Wood e proseguita nel 1978 con Heavy Horses. Stormwatch era un altro album ispirato e di ottimo livello da parte del gruppo di Blackpool, con tematiche che sarebbero attuali ancora oggi come l’inquinamento e la salvaguardia dell’ambiente, mentre musicalmente le canzoni erano quasi tutte di qualità superiore, in giusto equilibrio tra atmosfere folk e momenti più rockeggianti, ma sempre con melodie dirette e fruibili.
Il disco, oltre a chiudere più che degnamente la decade più importante della carriera dei Tull, era anche l’ultimo a presentare la line-up “classica” del gruppo in quanto, a parte Anderson e l’inseparabile chitarrista Martin Barre, sia i tastieristi David Palmer e John Evan che il batterista Barriemore Barlow lasceranno la band dopo il tour successivo alla pubblicazione dell’album, mentre il bassista John Glascock dovrà abbandonare le sessions (con Anderson stesso che si occuperà di suonare le parti di basso restanti) per un problema di insufficienza cardiaca che gli sarà purtroppo fatale nel Novembre dello stesso anno. Questa nuova ristampa, sotto intitolata Force 10 Edition, è una delle più ricche della serie, con ben quattro CD ed due DVD audio (che però ripetono gran parte del materiale incluso nei CD in differenti configurazioni sonore), con una buona quantità di brani inediti ed anche diverse rarità: ma vediamo i contenuti nel dettaglio.
CD1. L’album originale remixato da Wilson, che inizia con North Sea Oil, uno dei pezzi più immediati nonché primo singolo estratto, un folk-rock ritmato e vibrante tipico dei nostri, con i consueti ficcanti interventi di flauto ed un bell’intreccio tra chitarra acustica ed elettrica. Orion è una bellissima canzone che alterna parti mosse e rockeggianti a splendidi intermezzi acustici, con evidenti rimandi al capolavoro Aqualung, ed anche Home fa vedere che Anderson era in una fase ispirata, in quanto stiamo parlando di una toccante rock ballad con un apprezzabile e non invasivo arrangiamento orchestrale. Dark Ages è un altro notevole pezzo che alterna momenti bucolici a taglienti svisate chitarristiche per nove minuti decisamente creativi, nei quali Barre svolge un ruolo di primo piano; Warm Sporran è uno strumentale funkeggiante che ricorda più il Mike Oldfield di quel periodo che i Tull stessi, Something’s On The Move è puro rock, trascinante e con elementi quasi hard, mentre Old Ghosts è ancora folk-rock nel tipico stile della band, orecchiabile ma ricco di idee non banali. La breve e folkie Dun Ringill precede la lunga (quasi otto minuti) Flying Dutchman, che inizia come una ballata pianistica per tramutarsi prima in una deliziosa folk song e poi in un pezzo rock chitarristico e coinvolgente; chiude Elegy, bellissimo brano strumentale scritto da Palmer, puro folk pastorale orchestrato nuovamente con molto gusto.
CD2. Un dischetto di outtakes provenienti dalle stesse sessions, quindici brani di cui sette inediti assoluti ed altre rarità assortite (alcune delle quali pubblicate in antologie del passato come 20 Years Of Jethro Tull e la collezione di inediti Nightcap), come l’accattivante brano uscito solo su singolo A Stitch In Time ed il suo lato B, una potente versione dal vivo di Sweet Dream (un brano del 1969), o l’intrigante strumentale tra rock e musica medievale King Henry’s Madrigal, all’epoca uscito solo su un EP. Le outtakes dei Tull spesso non erano inferiori ai brani poi pubblicati ufficialmente, e tra gli episodi salienti segnalerei senz’altro una strepitosa prima versione di Dark Ages di dodici minuti, la take completa di Orion, altri nove minuti, l’ottima rock song Crossword che poteva benissimo finire su Stormwatch, la saltellante Kelpie, una sorta di giga rock molto piacevole, qualche strumentale di ottimo livello (A Single Man, Sweet Dream Fanfare e l’eccellente The Lyricon Blues) e l’evocativa e folkie Broadford Bazaar.
CD 3-4. Un concerto intero, ovviamente inedito, registrato a Den Haag in Olanda il 16 Marzo 1980, con l’ex Fairport Convention (che all’epoca si erano sciolti) Dave Pegg come nuovo bassista. Uno show molto potente ed inciso benissimo, con Anderson e compagni in grande forma: si inizia con ben sette brani di Stormwatch suonati uno di fila all’altro (ma manca stranamente North Sea Oil), con ottime rese di Dark Ages, Orion e Home. Una splendida Aqualung di dieci minuti introduce la parte della serata in cui i nostri pescano dal repertorio precedente al 1979, e non mancano canzoni prese dagli altri due dischi della “trilogia folk”, cioè Jack-In-The-Green, Heavy Horses, una bellissima Hunting Girl e Songs From The Wood. Finale strepitoso con una raffica di classici sparati uno dopo l’altro: Thick As A Brick, Too Old To Rock’n’Roll, Too Young To Die, Cross-Eyed Mary, Minstrel In The Gallery e la consueta chiusura con la trascinante Locomotive Breath. Gli anni ottanta saranno problematici per i Jethro Tull così come per tanti altri gruppi e solisti della prima (o seconda) ora, a partire dal travagliato A del 1980, ma per ora godiamoci questa riedizione di Stormwatch, che come ho scritto prima è una delle più interessanti della serie.
Gentle Giant – Unburied Treasure – Box 29 CD + 1 Blu-ray Audio Alucard – 6-12-2019
Come lascia intuire l’etichetta che lo pubblica, che è quella personale del gruppo, il cofanetto pantagruelico (per rimanere all’interno della iconografia dei Gentle Giant) non sarà indubbiamente facile da reperire, considerando pure che si tratterà di una edizione “limitata” a 2.000 copie per tutto il mondo (che non sono poi così poche considerando che il manufatto dovrebbe avere, a seconda dei paesi, un prezzo molto indicativo tra i 300 e i 400 euro). In ogni caso per gli appassionati della band si tratta, per chi se la può permettere, di un’opera imperdibile: contiene i 12 album originali pubblicati tra il 1970 e il 1980 (compreso il live Playing The Fool), 15 CD di materiale dal vivo, di cui 7 mai pubblicati prima, 7 che hanno circolato solo a livello non ufficiale, e uno mai prima disponibile in CD, inoltre due album postumi, uno dal vivo del 1971 Winchester e uno di outtakes del 1977 intitolato Pinewood Rehearsal. Oltre al Blu-ray audio del primo disco omonimo, remixato da Steven Wilson in 96/24 Stereo LPCM, 96/24 5.1 surround LPCM e DTS-HD 5.1 surround, per ciò che riguarda i contenuti musicali. Poi, come vedete dall’immagine sopra, ci sono anche due libri, uno rilegato da 136 pagine che racconta la storia dei Gentle Giant, e ancora foto rare,un puzzle, pass di concerti e memorabilia varia, tra cui una foto autografata da Derek Shulman, Ray Shulman, Gary Green, Kerry Minnear e John Weathers, ovvero alcuni dei componenti originari del gruppo, escluso il batterista Weathers subentrato nel 1972. Dimenticavo il secondo libretto di 96 pagine che traccia la storia concertistica della band.
La grafica della copertina del cofanetto rielabora il disegno quella del primo album del 1970: i 15 concerti inediti sono questi riportati qui sotto.
• Essen 1972 * • New Orleans 1972 (feat. three previously unreleased BBC recordings) • Hollywood Bowl 1972 * • Vicenza 1973 * • Torino 1973 • Munster 1974 * • St Gallen 1974 * • Cleveland Agora 1975 • Basel 1975 * • Dusseldorf 1976 Part 1 † • Dusseldorf & Brussels 1976 Part 2 † • Munich 1976 † • Paris 1976 † • Chester 1977 • Roxy 1980
* Audience recording remastered for the highest possible quality, che tradotto vuol dire che quelli con l’asterisco sono vecchi bootleg registrati tra il pubblico.
In ogni caso, per chi ha la pazienza di leggersi tutto, ecco la lista completa e dettagliata dei contenuti dei dischetti inclusi nel box.
CD 1 – Gentle Giant
1. Giant [06:22] 2. Funny Ways [04:27] 3. Alucard [06:01] 4. Isn’t It Quiet And Cold? [03:46] 5. Nothing At All [09:07] 6. Why Not? [05:31] 7. The Queen [01:40]
CD 2 – Acquiring The Taste
1. Pantagruel’s Nativity [06:49] 2. Edge Of Twilight [03:48] 3. The House, The Street, The Room [06:04] 4. Acquiring The Taste [01:36] 5. Wreck [04:37] 6. The Moon Is Down [04:45] 7. Black Cat [03:53] 8. Plain Truth [07:42]
CD 3 – Three Friends
1. Prologue [06:11] 2. Schooldays [07:33] 3. Working All Day [05:08] 4. Peel The Paint [07:27] 5. Mister Class And Quality? [05:51] 6. Three Friends [03:02]
CD 4 – Octopus
1. The Advent Of Panurge [04:40] 2. Raconteur, Troubadour [04:01] 3. A Cry For Everyone [04:01] 4. Knots [04:08] 5. The Boys In The Band [04:32] 6. Dog’s Life [03:10] 7. Think Of Me With Kindness [03:32] 8. River [05:52]
CD 5 – In A Glass House
1. The Runaway [07:24] 2. An Inmate’s Lullaby [04:30] 3. Way Of Life [07:53] 4. Experience [07:50] 5. A Reunion [02:11] 6. In A Glass House [08:08]
CD 6 – The Power And The Glory
1. Proclamation [06:47] 2. So Sincere[03:48] 3. Aspirations [04:38] 4. Playing The Game [06:43] 5. Cogs In Cogs [03:07] 6. No God’s A Man [04:28] 7. The Face [04:11] 8. Valedictory [03:17]
Bonus Track
9. The Power And The Glory – single [02:52]
CD 7 – Free Hand
1. Just The Same [05:34] 2. On Reflection [05:43] 3. Free Hand [06:15] 4. Time To Kill [06:06] 5. His Last Voyage [06:27] 6. Talybont [02:40] 7. Mobile [05:03]
CD 8 – Interview
1. Interview [06:51] 2. Give It Back [05:09] 3. Design [05:02] 4. Another Show[03:31] 5. Empty City (Interview) [04:39] 6. Timing [04:34] 7. I Lost My Head [06:59]
CD 9 – Playing The Fool – live
1. Just The Same/Proclamation [11:13] 2. On Reflection [06:21] 3. Excerpts From Octopus [15:36] 4. Funny Ways [08:28] 5. The Runaway/Experience [09:29] 6. So Sincere [10:19] 7. Free Hand [07:37] 8. Sweet Georgia Brown [01:18] 9. Peel The Paint/I Lost My Head [07:32]
CD 10 – The Missing Piece
1. Two Weeks In Spain [03:06] 2. I’m Turning Around [03:59] 3. Betcha Thought We Couldn’t Do It [02:21] 4. Who Do You Think You Are? [03:32] 5. Mountain Time [03:23] 6. As Old As You’re Young [04:21] 7. Memories Of Old Days [07:19] 8. Winning [04:14] 9. For Nobody [04:04]
CD 11 – Giant For A Day
1. Words From The Wise [04:12]
2. Thank You [04:47]
3. Giant For A Day [03:47]
4. Spookie Boogie [02:52]
5. Take Me [03:34]
6. Little Brown Bag [03:24]
7. Friends [01:58]
8. No Stranger [02:28]
9. It’s Only Goodbye [04:15]
10. Rock Climber [03:51]
CD 12 – Civilian
1. Convenience (Clean And Easy)[03:13] 2. All Through The Night [04:23] 3. Shadows On The Street [03:16] 4. Number One [04:44] 5. Underground [03:49] 6. I Am Camera [03:32] 7. Inside Out [05:52] 8. It’s Not Imagination [03:58]
Bonus Track
9. Heroes [04:47]
CD 13
1. Giant (Winchester 1971) [05:31] 2. Hometown Special (Winchester 1971) [05:24] 3. City Hermit (Winchester 1971) [05:56] 4. Funny Ways (Winchester 1971) [08:42] 5. Plain Truth (Winchester 1971) [10:46] 6. Alucard (Winchester 1971) [08:47] 7. Isn’t It Quiet And Cold? (Winchester 1971) [02:30] 8. Why Not? (Winchester 1971) [04:59] 9. The Queen (Winchester 1971) [02:58] 10. Peel Off The Paint (Winchester 1971) [08:51]
CD 14
1. Alucard (Essen 1972) [07:44] 2. Funny Ways (Essen 1972) [10:32] 3. Nothing At All (with Malcolm Mortimore drum solo) (Essen 1972) [12:55] 4. Plain Truth (Essen 1972) [09:21] 5. The Queen (Essen 1972) [02:10]
CD 15
1. Prologue (New Orleans 1972) [06:04] 2. Alucard (New Orleans 1972) [06:23] 3. Funny Ways (New Orleans 1972) [07:32] 4. Nothing At All (New Orleans 1972) [02:23] 5. Funny Ways (BBC Session 1972) [07:15] 6. Plain Truth (BBC Session 1972) [06:42] 7. The Advent Of Panurge (BBC Session 1972) [04:47]
1. Prologue (Vicenza 1973) [06:12] 2. Alucard (Vicenza 1973) [08:05] 3. Funny Ways (Vicenza 1973) [09:42] 4. The Advent Of Panurge (Vicenza 1973) [07:08] 5. Nothing At All (Vicenza 1973) [13:49] 6. Plain Truth (Vicenza 1973) [14:21]
CD 18
1. The Runaway (Torino 1973) [05:42] 2. Way Of Life (Torino 1973) [07:10] 3. Funny Ways (Torino 1973) [08:50] 4. Excerpts From Octopus (Torino 1973) [12:46] 5. Nothing At All (Torino 1973) [15:27] 6. Plain Truth (Torino 1973) [07:16]
CD 19
1. The Runaway (Munster 1974) [10:04] 2. Prologue (Munster 1974) [06:13] 3. Funny Ways (Munster 1974) [09:22] 4. Excerpts From Octopus (Munster 1974) [13:14] 5. Nothing At All (Munster 1974) [15:53] 6. Plain Truth (Munster 1974) [13:53] 7. In A Glass House (Munster 1974) [09:26]
CD 20
1. Cogs In Cogs (St Gallen 1974) [04:20] 2. Proclamation (St Gallen 1974) [05:14] 3. Funny Ways (St Gallen 1974) [09:26] 4. The Runaway (St Gallen 1974) [03:41] 5. Experience (St Gallen 1974) [07:08] 6. Excerpts From Octopus (St Gallen 1974) [14:35] 7. Nothing At All (St Gallen 1974) [16:42] 8. Plain Truth (St Gallen 1974) [13:19]
CD 21
1. Cogs In Cogs (Cleveland 1975) [03:12] 2. Proclamation (Cleveland 1975) [05:02] 3. Funny Ways (Cleveland 1975) [08:48] 4. The Runaway (Cleveland 1975) [03:54] 5. Experience (Cleveland 1975) [05:59] 6. Excerpts From Octopus (Cleveland 1975) [13:27] 7. So Sincere (Cleveland 1975) [09:21] 8. Mister Class And Quality? (Cleveland 1975) [05:08]
CD 22
1. Cogs In Cogs (Basel 1975) [05:51] 2. Proclamation (Basel 1975) [05:03] 3. Funny Ways (Basel 1975) [08:29] 4. The Runaway (Basel 1975) [03:56] 5. Experience (Basel 1975) [03:52] 6. Excerpts From Octopus (Basel 1975) [15:36] 7. So Sincere (Basel 1975) [10:44] 8. Plain Truth (Basel 1975) [09:04] 9. Free Hand (Basel 1975) [08:38] 10. Just The Same (Basel 1975) [06:10]
CD 23
1. Just The Same/Proclamation (Dusseldorf 1976) [13:04] 2. On Reflection (Dusseldorf 1976) [06:10] 3. Interview (Dusseldorf 1976) [06:58] 4. The Runaway/Experience (Dusseldorf 1976) [10:41] 5. So Sincere (Dusseldorf 1976) [10:03] 6. Excerpts From Octopus (Dusseldorf 1976) [17:16] 7. Funny Ways – snippet (Dusseldorf 1976) [00:43]
CD 24
1. Timing/Violin Solo (Dusseldorf 1976) [10:45] 2. Free Hand (Dusseldorf 1976) [08:47] 3. Peel The Paint/I Lost My Head (Dusseldorf 1976) [07:24] 4. Timing/Violin Solo (Brussels 1976) [11:22] 5. Free Hand (Brussels 1976) [09:42] 6. Peel The Paint/I Lost My Head (Brussels 1976) [07:21]
CD 25
1. Just The Same/Proclamation (Munich 1976) [12:19] 2. On Reflection (Munich 1976) [06:18] 3. Interview (Munich 1976) [07:26] 4. Excerpts From Octopus (Munich 1976) [17:22] 5. Funny Ways (Munich 1976) [08:45]
CD 26
1. The Runaway/Experience (Paris 1976) [10:13] 2. So Sincere (Paris 1976) [10:49] 3. Excerpts From Octopus (Paris 1976) [18:02] 4. Funny Ways (Paris 1976) [08:34] 5. Timing/Violin Solo (Paris 1976) [11:21] 6. Free Hand (Paris 1976) [08:59] 7. Peel The Paint/I Lost My Head (Paris 1976) [07:23]
CD 27
1. The Runaway/Experience (Pinewood Rehearsal 1977) [09:52] 2. As Old As You’re Young (Pinewood Rehearsal 1977) [05:18] 3. On Reflection (Pinewood Rehearsal 1977) [06:35] 4. Just The Same/Playing The Game (Pinewood Rehearsal 1977) [10:00] 5. Memories Of Old Days (Pinewood Rehearsal 1977) [06:58] 6. Winning (Pinewood Rehearsal 1977) [07:47] 7. For Nobody – part (Pinewood Rehearsal 1977) [02:52] 8. Funny Ways (Pinewood Rehearsal 1977) [07:47] 9. The Face/Plain Truth (Pinewood Rehearsal 1977) [04:17] 10. So Sincere (Pinewood Rehearsal 1977) [09:17] 11. Free Hand (Pinewood Rehearsal 1977) [02:34]
CD 28
1. Two Weeks In Spain (Chester 1977) [03:00] 2. Free Hand (Chester 1977) [08:10] 3. On Reflection (Chester 1977) [05:59] 4. I’m Turning Around (Chester 1977) [04:07] 5. Just The Same/Playing The Game (Chester 1977) [09:51] 6. Memories Of Old Days (Chester 1977) [07:45] 7. Betcha Thought We Couldn’t Do It (Chester 1977) [04:20] 8. The Face (Chester 1977) [14:25] 9. For Nobody (Chester 1977) [04:28] 10. Excerpts From Octopus – part 1 (Chester 1977) [06:05] 11. Excerpts From Octopus – part 2 (Chester 1977) [09:56]
CD 29
1. Convenience (Clean And Easy) (The Roxy 1980) [03:21] 2. All Through The Night (The Roxy 1980) [04:12] 3. Free Hand (The Roxy 1980) [08:28] 4. Knots (The Roxy 1980) [02:41] 5. Playing The Game (The Roxy 1980) [06:05] 6. Memories Of Old Days (The Roxy 1980) [08:13] 7. Giant For A Day (The Roxy 1980) [05:19] 8. Inside Out (The Roxy 1980) [06:03] 9. It`s Not Imagination (The Roxy 1980) [03:52] 10. Underground (The Roxy 1980) [03:40] 11. 5 Man Drum Solo (The Roxy 1980) [06:47] 12. Band Member Introductions (The Roxy 1980) [02:09] 13. For Nobody (The Roxy 1980) [04:51] 14. The Advent Of Panurge (The Roxy 1980) [07:14] 15. Number One (The Roxy 1980) [06:29]
Blu-Ray
1. Giant (Gentle Giant) [06:22] 2. Funny Ways (Gentle Giant) [04:27] 3. Alucard (Gentle Giant) [06:01] 4. Isn’t It Quiet And Cold? (Gentle Giant) [03:46] 5. Nothing At All (Gentle Giant) [09:07] 6. Why Not? (Gentle Giant) [05:31] 7. The Queen (Gentle Giant) [01:40]
Per il sottoscritto i primi quattro album dei Gentle Giant sono dei capolavori assoluti del prog rock britannico, i dischi dal quinto all’ottavo più il Live sono dei dischi comunque ottimi e gli ultimi tre non sono comunque disprezzabili e ci permettono di ascoltare una delle formazioni più formidabili a livello tecnico, sia strumentale che vocale, della storia del rock tout court, in grado di intrecci sonori veramente superbi. Li ho visti dal vivo e vi posso assicurare che erano fenomenali, e negli anni ’70 erano molto popolari in Italia, se la battevano come fama con Genesis e Van Der Graaf Generator, come testimonia uno dei CD dal vivo, registrato a Torino. All’interno del post trovate alcuni video per confermare questa affermazione: veramente un tesoro dissepolto!
Jethro Tull – This Was – 3 DVD/1CD Box Set Rhino – 09-11-2018
Proseguendo nella ondivaga ristampa del vecchio catalogo dei Jethro Tull, che ultimamente si stava occupando del catalogo anni ’70 della band di Ian Anderson, con Heavy Horses l’ultimo a ricevere il trattamento Deluxe (e Stormwatch che era indicato come il prossimo) improvvisamente subisce una improvvisa sferzata verso il passato e il nuovo cofanetto indicato per l’uscita è This Was, il primo disco della band inglese, pubblicato in origine nel 1968, e che quindi si inserisce nel florilegio di ripubblicazioni di album che arrivano al 50° Anniversario (e altri ne sono annunciati). Si tratta dell’unico album dove alla chitarra appare Mick Abrahams (poi con i Blodwyn Pig),forse il disco più blues del gruppo, che all’epoca vedeva in formazione anche Glenn Cornick al basso e Clive Bunker alla batteria.
Già nel 2008 per i 40 anni del disco era uscita una versione ampliata del disco, con un disco di materiale extra aggiunto, ma, come per gli altri dischi curati da Steven Wilson, oltre al suono curatissimo per la gioia degli audiofili la confezione viene ulteriormente arricchita, diventando un box da 4 dischi, anche se poi, a guardare attentamente, non è che i pezzi inediti siano moltissimi: versioni mono, versioni stereo, comprese quelle del 2008, qualche singolo dell’epoca e nove BBC Sessions. Comunque ecco la lista esatta dei contenuti, replicati anche in parte nel DVD audio in Dolby Surround e stereo mix 96/24.
CD1] 1. My Sunday Feeling (Steven Wilson Stereo Remix) 2. Some Day The Sun Won’t Shine For You (Steven Wilson Stereo Remix) 3. Beggar’s Farm (Steven Wilson Stereo Remix) 4. Move On Alone (Steven Wilson Stereo Remix) 5. Serenade To A Cuckoo (Steven Wilson Stereo Remix) 6. Dharma For One (Steven Wilson Stereo Remix) 7. It’s Breaking Me Up (Steven Wilson Stereo Remix) 8. Cat’s Squirrel (Steven Wilson Stereo Remix) 9. A Song For Jeffrey (Steven Wilson Stereo Remix) 10. Round (Steven Wilson Stereo Remix) 11. Love Story (Steven Wilson Stereo Remix) 12. A Christmas Song (Steven Wilson Stereo Remix) 13. Serenade To A Cuckoo (Take 1) [Steven Wilson Stereo Remix] 14. Some Day The Sun Won’t Shine For You (Faster Version) [Steven Wilson Stereo Remix] 15. Move On Alone (Flute Version) [Steven Wilson Stereo Remix] 16. Ultimate Confusion (Steven Wilson Stereo Remix)
[CD2] 1. So Much Trouble (BBC Sessions) 2. My Sunday Feeling (BBC Sessions) 3. Serenade To A Cuckoo (BBC Sessions) 4. Cat’s Squirrel (BBC Sessions) 5. A Song For Jeffrey (BBC Sessions) 6. Love Story (BBC Sessions) 7. Stormy Monday (BBC Sessions) 8. Beggar’s Farm (BBC Sessions) 9. Dharma For One (BBC Sessions) 10. A Song For Jeffrey (Original Mono Mix) 11. One For John Gee (Original Mono Mix) 12. Someday The Sun Won’t Shine For You (Faster Version) [Original Mono Mix] 13. Love Story (Original Mono Mix) 14. A Christmas Song (Original Mono Mix) 15. Sunshine Day 16. Aeroplane 17. Blues For The 18th 18. Love Story (1969 US Promo Single Stereo Mix for FM Radio Airplay) 19. US FM Radio Spot #1 20. US FM Radio Spot #2
[CD3] 1. My Sunday Feeling (Original Stereo Mix) 2. Some Day The Sun Won’t Shine For You (Original Stereo Mix) 3. Beggar’s Farm (Original Stereo Mix) 4. Move On Alone (Original Stereo Mix) 5. Serenade To A Cuckoo (Original Stereo Mix) 6. Dharma For One (Original Stereo Mix) 7. It’s Breaking Me Up (Original Stereo Mix) 8. Cat’s Squirrel (Original Stereo Mix) 9. A Song For Jeffrey (Original Mono Mix) 10. Round (Original Stereo Mix) 11. My Sunday Feeling (2008 Remastered Version – Mono) 12. Some Day The Sun Won’t Shine For You (2008 Remastered Version – Mono) 13. Beggar’s Farm (2008 Remastered Version – Mono) 14. Move On Alone (2008 Remastered Version – Mono) 15. Serenade To A Cuckoo (2008 Remastered Version – Mono) 16. Dharma For One (2008 Remastered Version – Mono) 17. It’s Breaking Me Up (2008 Remastered Version – Mono) 18. Cat’s Squirrel (2008 Remastered Version – Mono) 19. A Song For Jeffrey (2008 Remastered Version – Mono) 20. Round (2008 Remastered Version – Mono)
[DVD] 1. My Sunday Feeling (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 2. Some Day The Sun Won’t Shine For You (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 3. Beggar’s Farm (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 4. Move On Alone (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 5. Serenade To A Cuckoo (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 6. Dharma For One (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 7. It’s Breaking Me Up (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 8. Cat’s Squirrel (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 9. A Song For Jeffrey (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 10. Round (Steven Wilson 4.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 11. Love Story (Steven Wilson 5.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 12. A Christmas Song (Steven Wilson 5.1 Surround Sound Mix in DTS and Dolby Digital) 13. My Sunday Feeling (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 14. Some Day The Sun Won’t Shine For You (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 15. Beggar’s Farm (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 16. Move On Alone (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 17. Serenade To A Cuckoo (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 18. Dharma For One (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 19. It’s Breaking Me Up (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 20. Cat’s Squirrel (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 21. A Song For Jeffrey (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 22. Round (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 23. Love Story (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 24. A Christmas Song (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 25. Serenade To A Cuckoo (Take 1) [Steven Wilson Stereo Remix 96/24] 26. Some Day The Sun Won’t Shine For You (Faster Version) [Steven Wilson Stereo Remix 96/24] 27. Move On Alone (Flute Version) [Steven Wilson Stereo Remix 96/24] 28. Ultimate Confusion (Steven Wilson Stereo Remix 96/24) 29. My Sunday Feeling (Original 1969 US stereo mix 96/24) 30. Some Day The Sun Won’t Shine For You (Original 1969 US stereo mix 96/24) 31. Beggar’s Farm (Original 1969 US stereo mix 96/24) 32. Move On Alone (Original 1969 US stereo mix 96/24) 33. Serenade To A Cuckoo (Original 1969 US stereo mix 96/24) 34. Dharma For One (Original 1969 US stereo mix 96/24) 35. It’s Breaking Me Up (Original 1969 US stereo mix 96/24) 36. Cat’s Squirrel (Original 1969 US stereo mix 96/24) 37. A Song For Jeffrey (Original 1969 US stereo mix 96/24)
Chicago – Chicago II Collector’s Edition – Rhino/Warner 2CD/2LP/DVD Box Set
A pochi mesi dal bellissimo cofanetto VI Decades Livehttps://discoclub.myblog.it/2018/05/31/almeno-per-i-primi-dieci-anni-una-grandissima-band-chicago-vi-decades-live-this-is-what-we-do/, ecco un nuovo box dedicato ai Chicago, storica band dalla lunghissima discografia ed ancora in piena attività. L’occasione è di quella di celebrare il loro disco più famoso ed anche più bello, Chicago II (in realtà il titolo corretto sarebbe semplicemente Chicago, dato che il primo si chiamava Chicago Transit Authority, ma lo sanno in pochi), anche se non si capisce bene quale sia la ricorrenza dato che al cinquantesimo anniversario mancano due anni. Ma la vera “magagna” di questo box sta nel fatto che si tratta di un assemblaggio di materiale già disponibile separatamente: infatti al suo interno è contenuto il disco originale su singolo CD (senza bonus tracks) nella versione remixata e rimasterizzata da Steven Wilson ed uscita nel 2016, la versione dal vivo al programma Soundstage registrata lo scorso anno dalla formazione attuale e pubblicata su CD e DVD (messa in commercio appena pochi mesi fa), ed il doppio vinile sempre della versione del 1970, qui per la prima volta con il trattamento di Wilson (ah beh, allora…).
Quindi niente inediti, neppure si sono premurati di includere da qualche parte il mix originale, ed in più non ci sono libri o libretti, solo un poster peraltro non indispensabile: come se non bastasse, i CD sono stati messi dentro usando la stessa confezione della pubblicazione originale, con il risultato che ci troviamo con uno in stile “vinyl replica” (l’album originale) ed uno con un comune “jewel box” (il live). Ma la cosa imperdonabile è che il tutto costa sui 70 euro (anche di più), mentre se vi comprate i due dischetti separatamente (lasciamo stare il doppio LP) spendete meno della metà! Quindi un prodotto da consigliare per i collezionisti di manufatti che ancora non possiedono nessuno degli album all’interno del box, ma perfettamente inutile per chi avesse anche solo il disco in studio o il live (con una modica spesa ci si accaparra il pezzo mancante). Meno male che la musica presente in questo cofanetto è davvero bella: Chicago II è infatti il punto più alto della discografia di un gruppo che da troppi anni va avanti per inerzia, ma che fino alla metà degli anni settanta proponeva qualcosa di veramente originale.
Loro stessi si erano autodefiniti una “rock’n’roll band con fiati”, ma il termine è perfino riduttivo, in quanto nei loro album di inizio carriera (ed i primi tre erano tutti doppi, un record per un gruppo rock) potevamo trovare una miscela stimolante e creativa di rock, funky, pop, blues, errebi, jazz ed anche progressive, un genere molto diverso da quello soft rock intrapreso in seguito. La formazione storica, presente anche in Chicago II, era composta da Robert Lamm, voce e tastiere, Terry Kath, voce e chitarra, Peter Cetera, voce e basso, Daniel Seraphine, batteria, più la sezione fiati formata da James Pankow (autore principale nei primi anni insieme a Lamm e Kath), Lee Loughnane e Walter Parazaider.Chicago II inizia in maniera splendida con la calda soul ballad Movin’ In (che a metà si tramuta in un delizioso pezzo jazz, per poi riprendere il tema principale) e prosegue con il pop di classe di The Road e con la creativa Poem For The People, piena di cambi ritmici e melodici, con fiati ed organo sugli scudi. La lunga In The Country è una scintillante rock ballad dai sapori sudisti, piena di idee e con un motivo centrale di grande impatto, mentre la breve Wake Up Sunshine è puro pop, delizioso e solare, che ancora non presenta le derive zuccherose degli anni a venire.
Ma i pezzi centrali del disco sono senza dubbio le due suite Ballet For A Girl In Buchannon e It Better End Soon (sette e quattro movimenti rispettivamente), due pretesti per lasciarsi andare a splendide evoluzioni strumentali, davvero grandissima musica, con i fiati che gareggiano in bravura con la chitarra di Kath e l’organo di Lamm, ed una serie di melodie e canzoni una meglio dell’altra, anche se talvolta appena abbozzate (Make Me Smile e Colour My World nella prima suite o lo strepitoso 1st Movement nella seconda). L’altro classico dell’album è 25 Or 6 To 4, il brano più rock tra quelli presenti, uno straordinario tour de force (Kath qui è formidabile) che dal vivo assumerà minutaggi “importanti”. Da segnalare anche Fancy Colours, altra squisita pop song contraddistinta da magistrali armonie vocali, e la conclusiva Where Do We Go From Here, deliziosa ballata pianistica che è anche l’unica scritta da Cetera.
Il CD (e DVD) Chicago II Live On Soundstage, ripropone come abbiamo detto l’album originale brano per brano con la formazione attuale (nella quale gli unici membri storici rimasti sono Lamm, Pankow e Loughnane) con l’unica assenza dei brani Prelude, A.M. Mourning e P.M. Mourning, che avrebbero necessitato di un’orchestra. L’ordine dei pezzi è stato leggermente cambiato per poter suonare 25 Or 6 To 4 come bis (ottima versione tra l’altro, molto potente), ed il risultato finale è decisamente godibile: non azzeccheranno un disco decente da una vita, ma quando si tratta di suonare il loro repertorio migliore sanno ancora dire la loro (lo si capisce già dal primo pezzo, Movin’ In, rifatto in maniera splendida). Che Chicago II fosse un grandissimo album non lo scopriamo certo oggi, ma l’operazione discografica (tra l’altro da parte della Rhino, di solito esente da questo genere di iniziative) rimane abbastanza inqualificabile.
Jonathan Wilson – Rare Birds – Bella Union Records
La prima volta che vidi sul palco Jonathan Wilson non sapevo neppure chi fosse. Mi trovavo con alcuni amici a San Sebastian per assistere ad un concerto di Jackson Browne , che, per l’occasione, doveva suonare insieme alla giovane band californiana dei Dawes, talentuosi esordienti il cui secondo disco, Nothing Is Wrong, era stato prodotto proprio da Jonathan Wilson. Il calendario datava 24 luglio ma sembrava ottobre inoltrato, la magnifica spiaggia su cui torreggiava il grande palco del festival Jazzaldia era zuppa per la pioggia che era caduta quasi incessantemente tutto il giorno, accompagnata dal vento freddo proveniente dall’oceano. A riscaldarci furono prima gli stessi Dawes, con un’esibizione sanguigna e coinvolgente, poi, a mezzanotte e mezza passata (ma per gli spagnoli è ancora presto…), il buon Jackson con i suoi classici immortali, supportato egregiamente dal gruppo dei fratelli Goldsmith e dal loro produttore. Alto e magro, capello lungo e barba incolta, Wilson sembrava una di quelle tipiche icone californiane degli anni settanta. Mostrò subito la stoffa del leader, come ottimo chitarrista e corista, e Browne gli cedette la scena per fargli eseguire Gentle Spirit, la lunga e affascinante ballad che dà il titolo all’ album che sarebbe stato pubblicato di lì a poco https://discoclub.myblog.it/2011/08/08/un-jonathan-tira-l-altro-da-laurel-canyon-e-dintorni-jonatha/ .
Esattamente due anni dopo la scena si è ripetuta al Carroponte, spazio concertistico alle porte di Milano, con la sostanziale differenza che stavolta Jonathan era l’unico protagonista della serata con la sua band. Io, gli amici e ciascuno dei presenti ci siamo goduti un’esibizione esaltante di rock imbevuto di psichedelia e divagazioni folk di chiara matrice californiana. I brani, spesso dilatati da pregevoli parti strumentali in cui giganteggiava la chitarra del leader, ben coadiuvato dai suoi compagni, davano l’idea di un musicista maturo, abile riesumatore di suoni del passato assemblati con gusto ed intelligenza. Questa impressione fu pienamente confermata dall’uscita del successivo album Fanfare, nell’ottobre del 2013, che fece incetta di critiche positive un po’ ovunque, generando al contempo un equivoco che perdura ancora oggi, ovvero il considerare Jonathan Wilson come una sorta di erede del suono californiano degli anni d’oro di quella comunità di musicisti che si era formata nei dintorni di Los Angeles nell’area di Laurel Canyon (dove tuttora Jonathan possiede uno studio di registrazione, rinomato per le sue preziose apparecchiature analogiche). La varietà delle fonti d’ispirazione da cui Wilson attinge è molto più ampia e complessa, riguarda tanto il contesto americano quanto quello britannico, come testimonia la sua produzione e collaborazione con una colonna del folk rock inglese come Roy Harper, oppure la recente partecipazione all’ultimo album di Roger Waters e al successivo tour che è appena andato in scena nei palasport italiani, dove Jonathan si esibisce come seconda chitarra, cantando le parti che erano di David Gilmour.
RareBirds , il nuovo album pubblicato all’inizio di marzo, lo evidenzia ancora di più, nelle tredici lunghe tracce che il suo autore ha definito cosmiche, originate da uno stato d’animo spesso non positivo, il tentativo di superare una situazione di abbandono e di solitudine. Wilson mescola sapientemente sonorità vintage usando l’elettronica accanto a strumenti tradizionali, creando un connubio quasi sempre riuscito e piacevole. L’iniziale Trafalgar Square si apre come una citazione della pinkfloydiana Breathe, con le voci registrate e la languida steel guitar sullo sfondo, poi una sventagliata di mandola apre la strada ad un’elettrica dal suono sporco e la canzone prende corpo in modo efficace. Ancora meglio Me, che parte sonnacchiosa e si sviluppa in modo avvolgente fino all’esplosione finale che vede protagonista una chitarra distorta e urticante. Over The Midnight, coi suoi furbi campionamenti stile anni ottanta, ha una struttura melodica che inevitabilmente conquista e invita a premere sull’acceleratore durante le guide notturne. There’s A Light ci rituffa in California, con una bella lap steel a condurre le danze e una melodia ancora accattivante, con le belle armonie vocali delle Lucius. Il pianoforte domina la nostalgica Sunset Blvd, fino alla conclusiva stratificazione di suoni che rimanda a certe composizioni del suo quasi omonimo, l’inglese Steven Wilson. La title track offre acide sventagliate di chitarra che è facile accostare al maestro Neil Young, nulla di nuovo, ma certamente gradevole. 49 Hairflips scava ancora nel melodramma di un amore finito, il piano si fonde in un magma di tastiere dall’effetto evocativo e malinconico.
In Miriam Montague convivono i Kinks e l’Electric LightOrchestra in una specie di mini suite non particolarmente esaltante. Meglio il mantra ipnotico Loving You che, grazie ai vocalizzi del guru della new age Laraaji ci conduce in territori insoliti ed evocativi. Ancora atmosfere notturne dominano la successiva Living With Myself che gioca sul contrasto tra le strofe crepuscolari ed un ritornello solare. Il synth sullo sfondo sembra rubato a quello che Roy Bittan suonava in Downbound Train o in I’m On FireBoss, e che dire allora della rullata di batteria campionata su cui si basa tutta la ritmica della successiva Hard To Get Over? Andate a riascoltare l’intro di Don’t Come Around HereNo More di Tom Petty (e Dave Stewart) e non potrete ignorarne la somiglianza. Dall’episodio meno riuscito del disco ad uno dei più positivi, il country scanzonato e un po’ ruffiano di Hi Ho To Righteous, in cui convivono lap steel e disturbi rumoristici quasi a voler parodiare inni del passato come Teach Your Children. Notevole anche qui il finale in crescendo che ci conduce alla rarefatta e conclusiva Mulholland Queen, una intensa e disperata confessione che si sviluppa sulle note del piano e dell’orchestra in sottofondo. Fra echi e rimandi non si può dire che Rare Birds sia un disco innovativo e neppure un capolavoro (e certo non merita le critiche negative che qualcuno, pochi, a torto gli hanno appioppato), eppure ascoltarlo fa lo stesso effetto che guidare su una strada panoramica: ad ogni curva ti puoi imbattere in uno scorcio bello ed emozionante.