Troppo Presto? Susan Cattaneo – Heaven To Heartache

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Susan Cattaneo – Heaven To Heartache – Jersey Girl Music Records

Forse sono un po’ in anticipo sulla data di uscita (in effetti non c’è ancora la copertina del nuovo disco, quella che vedete è del disco precedente)(ma ora c’è, per chi legge da dicembre) la foto che ritrae Susan Cattaneo con Ellis Paul è però tratta dalle sessions per il nuovo disco che vado ad illustrarvi…

Spesso la passione di chi fa musica si percepisce già dalle piccole cose, dai particolari. Quando ho ricevuto questo CD per la recensione era accompagnato da una cartellina con tutte le note informative, la lista dei brani, i musicisti che hanno partecipato alle sessioni, una piccola biografia, tutti i testi completi!! Fantascienza per le major sempre più impegnate a rimarcare la superficialità e l’effimero, le mode (non sempre, per essere corretti) rispetto ai contenuti. E quindi, brevemente, utilizziamo questo materiale: Susan Cattaneo è nata e cresciuta in campagna nel New Jersey (come Quello là!), e dopo gli studi è passata anche dall’Italia, da Roma, dove ha vissuto sei mesi, poi si è trasferita a New York dove ha iniziato una carriera nell’ambito televisivo ma la passione per la musica si estrinsecava in una presenza costante sui palchi del Village di NY. A questo punto, dopo avere vinto una borsa di studio, si è trasferita a Boston per frequentare il Berklee College Of Music alla fine del quale è stata assunta dal dipartimento di songwriting (non sto parlando di fantascienza, negli States è normale). Quindi si è trasformata in una insegnante, una mamma ma anche una autrice di brani a Nashville.

Ma la passione per la musica suonata non l’ha mai abbandonata e lo scorso anno ha esordito con Brave and Wild un disco dal suono roots che aveva sapori country, ma anche folk e rock e qualche colore “nero” tra blues e soul, ben recensito dal Buscadero. Non per nulla sul suo MySpace (perché va bene la passione e l’artigianato ma la tecnologia non manca e quindi Susan ha anche il suo bravo sito e il suo profilo su Facebook), dove alla voce influenze si cita Bonnie Raitt, Bonnie Raitt e ancora Bonnie Raitt oltre a Emmylou Harris, Patty Griffin, Susan Tedeschi, Springsteen e tanti altri. In effetti la voce della Susan Cattaneo potrebbe ricordare quella della Raitt ma anche della Susan Tedeschi, però pre-raucedine, da giovani o meglio ancora, ascoltando questo disco, mi ha ricordato moltissimo Mary Chapin Carpenter, magari imprigionata nel corpo di Bonnie, Scherzi a parte, questo CD ha un suono decisamente più country rispetto al precedente, ma un country di quello buono, di qualità, non per nulla è stato registrato in quel di Nashville, ma nel lato “buono” della città. La produzione è stata curata da Lorne Entress che ha lavorato con Ronnie Earl, Lori Mckenna e Catie Curtis, quindi uno che sa dove sta di casa la buona musica e il risultato finale si guadagna abbondantemente le sue tre stellette ( e in alcuni brani anche una mezza stelletta in più). I musicisti non sono celeberrimi, forse Pat Buchanan alla chitarra elettrica, ma di sani principi, con l’eccezione del grande Dave Mattacks, batterista dei Fairport Convention dell’epoca d’oro, che vive vicino a Boston e fa parte del gruppo che accompagna Susan Cattaneo dal vivo e suona in un brano di questo album, Little Big Sky un bel brano bluesy e sognante con una bella slide e un’atmosfera che ricorda molto sia la Carpenter che Bonnie Raitt, grinta e dolcezza unite in un tutt’uno inscindibile.

Seguendo un ordine un po’ ondivago e casuale, la successiva On Again Off Again è un “roccato” (con moderazione, ma con gusto) duetto con Ellis Paul, con pedal steel guitar e violino che interagiscono con le chitarre elettriche e le tastiere e creano un clima sonoro che mi ha ricordato i duetti tra Linda Ronstadt e Andrew Gold nella dorata California di metà anni ’70. Put That Bottle Down è una sontuosa ballata dove la voce di Susan Cattaneo, una voce piena e corposa, è in grande evidenza e non ha nulla da invidiare ai momenti più ispirati di Mary Chapin Carpenter, Patty Griffin o a qualsiasi voce femminile di qualità vi venga in mente (a me Katy Moffatt, qualcuno la ricorda?), eccellente anche il sound d’insieme, è uno di quei brani da mezza stelletta in più.

Watching the sparks fly, prodotta da Bobby Lee Rodgers (altro cantautore per “carbonari” della musica) che si occupa anche delle chitarre, ha un suono elettro-acustico molto suggestivo con la voce della Cattaneo moltiplicata più volte a creare delle armonie molto coinvolgenti. Just Like It Was Texas, con il suo testo dedicato alle pene d’amore è un brano di puro texas country che potrebbe venire dal songbook di Nanci Griffith o del primo Lyle Lovett, dolce e malinconica,  con weeping pedal steels e la voce veramente compartecipe della nostra amica che qualche brividino lungo la schiena lo scatena.

Giusto per citare qualche brano ma il tutto è di ottima qualità, caldamente consigliato! Tanto per capire di chi stiamo parlando http://jerseygirlmusic.com/

Bruno Conti