Americani A Berlino! Walkabouts – Berlin

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 *NDB. Dopo la recensione del DVD la-vita-in-un-film-the-walkabouts.html, il buon Tino torna sulla scena del crimine con il nuovo album dal vivo, evidentemente è un gruppo che gli piace, a lui la parola!

The Walkabouts – Berlin – Glitterhouse 2012

Diversamente da quello che hanno “strombazzato” diversi siti musicali in questi giorni (per chi scrive), questo non è il primo album ufficiale live dei Walkabouts, in quanto sempre per la Glitterhouse, sono usciti in precedenza Live In Europe (1994) e Prague (2007), senza tralasciare i vari “bootleg”, Live in Ljubljana (2002) uno dei più belli. Fatta questa doverosa precisazione, il concerto è stato registrato il 14 Luglio di quest’anno al C-Club di Berlino, durante il recente tour Europeo. La selezione dei 13 brani è notevole, circa metà della scaletta (giustamente) pesca dall’ottimo ultimo disco Travels in The Dustland (2011), ma sono ben rappresentati New West Motel (93), Setting The Woods On Fire (94), Devil’s Road (96), Ended Up A Stranger (2001) e il trascurato Acetylene (2005). Sono saliti sul palco, oltre ai due ex-coniugi fondatori del gruppo Chris Eckman e Carla Torgerson entrambi chitarra e voce, i componenti di lunga data Michael Wells al basso, Glen Slater alle tastiere, Terry Moeller alla batteria e il nuovo componente Paul Austin alla chitarra.

Si parte con Rainmaker Blues tratta dall’ultimo album, con le chitarre e la batteria che dettano un ritmo incalzante, cui fa seguito una Rebecca Wild dolce e malinconica, mentre The Dustlands  viene, se possibile, migliorata, con sonorità alla Giant Sand. L’intro di The Light Will Stay On (una delle loro più belle canzoni), ancora oggi, a distanza di anni, mi regala emozioni profonde, come quelle che dispensa Bordertown, una ballata pianistica, con la meravigliosa voce della Torgeson e la chitarra di Eckman, a ricamare una melodia “celestiale”. Con Long Drive in a Slow Machine, sembra che sul palco siano saliti Neil Young e i suoi Crazy Horse, brano con il suono di chitarre abrasive e ritmo indiavolato, mentre la seguente Lazarus Heart, dall’incipit incalzante e improvvise aperture di archi e tastiere, è molto “cinematografica”. Si riparte con un altro classico del gruppo, una Jack Candy caratterizzata da un’orgia di chitarre elettriche e cantata quasi rabbiosamente da Carla e a seguire Every River Will Burn, brano che inizia con la batteria a dettare il ritmo, poi entra un approccio vocale più energico e crudo, che mi ricorda i mai dimenticati Thin White Rope. Acetylene è di nuovo concentrata su batteria e basso, che scandiscono il tempo, sulle voci di Carla & Chris e accordi di chitarra secchi e rabbiosi, mentre la seguente The Stopping Off Place, è una delle canzoni più dure, degna di un Steve Wynn d’annata.

 

Si ritorna alla ballata d’atmosfera con una Horizon Fade, cantata in duetto in modo commovente, per poi chiudere in modo trionfale, un concerto memorabile, con gli oltre dodici minuti di Grand Theft Auto, che a tratti ricorda certe evoluzioni “psichedeliche” dei Dream Syndicate.

I Walkabouts con questo Live, festeggiano degnamente il loro trentennale di carriera, dimostrando di essere una band in grandissima forma, una formazione che spazia dal rock, al folk-country e persino a certe forme di garage-psichedelico, e nel tempo il loro suono è cresciuto in maniera esponenziale, e questo magico show berlinese, certifica la loro grandezza anche sulla scena musicale europea.

Tino Montanari