Un Caldo Abbraccio Di Dolce Malinconia! Damien Rice – My Favourite Faded Fantasy

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Damien Rice – My Favourite Faded Fantasy – Atlantic Records

Diciamo subito che Damien Rice non è un cantautore molto prolifico: questo nuovo lavoro, My Favourite Faded Fantasy, è il terzo disco in 12 anni, e contiene solo 8 brani, anche se ad un primo ascolto pare un piccolo gioiello, e conferma quindi il suo talento. L’attesa per questo album del cantautore irlandese era tanta, dopo il folgorante esordio di 0 del lontano 2002 (un disco che vendette due milioni di copie nel mondo), e da subito il nome del “dublinese”, abbastanza discreto come personaggio, si trovò catapultato nell’universo del “music business”, e la cosa, anche se appagava il suo commercialista, non lo riempiva, pare, di gioia. Deciso così a prendersi un periodo sabbatico e di staccare la spina, per comprendere se poteva stare lontano dalle luci del palcoscenico. Damien Rice si accorse presto che in fondo poteva fare a meno di quel mondo, e quando in molti erano già pronti a darlo per finito (nel cimitero degli artisti scomparsi), il “nostro” ritorna sulla scena del delitto incidendo il secondo album 9 nel 2006, un piccolo capolavoro (dove si sprecarono i paragoni con Leonard Cohen e Nick Cave), e dopo un altro ancora più lungo periodo di latitanza (l’esilio volontario in Islanda e la rottura personale e musicale con la brava Lisa Hannigan) vola a Los Angeles dal “santone” Rick Rubin (l’uomo che ha allungato la carriera del grande Johnny Cash) e gli affida la produzione del nuovo disco, e tornato in sala d’incisione con l’apporto della attuale band, composta da Shane Fitzsimons al basso, Brendan Buckley alla batteria, Joe Shearer alla chitarra e la brava musicista irlandese Vyvienne Long al violoncello e pianoforte, ha dato vita a questo notevole My Favourite Faded Fantasy https://www.youtube.com/watch?v=wJinIIFExT4 .

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La title-track My Favourite Faded Fantasy inizia con il tipico cantato in falsetto di Damien https://www.youtube.com/watch?v=Rh1C8qpODZs , poi entrano a poco a poco chitarre, tamburi, violino, un violoncello e un pianoforte con un crescendo importante, a seguire troviamo It Takes A Lot To Know A Man, quasi dieci minuti di musica che partono con vibrafono e tromboni, e terminano in una danza morbosa con pianoforte e archi https://www.youtube.com/watch?v=CkdjaxYSMZ4 . Pochi accordi di chitarra sono sufficienti a Rice per sussurrare una sorta di  romanza,The Greatest Bastard https://www.youtube.com/watch?v=hoIFYXOC9tU , per poi passare alla struggente e meravigliosa I Don’t Want To Change You  https://www.youtube.com/watch?v=FnzHOsiaJns (una canzone perfetta da ascoltare davanti ad un bel caminetto, in quello che sarà forse un freddo inverno), e alle note in crescendo di una malinconica Colour Me In, nonché al canto quasi declamato di una The Box, che nel finale orchestrale divampa in tutta la sua bellezza. Si chiude con gli otto minuti di una ballata commovente come Trusty And True, e con i vocalizzi ancora in falsetto di una straziante Long Long Way, una maestosa melodia dal finale sinfonico https://www.youtube.com/watch?v=K5yRKJ-gU48 .

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Damien Rice è un personaggio abbastanza atipico nel panorama musicale internazionale, la sua è una musica di un altro tempo, i suoi riferimenti sono facilmente individuabili nei Buckley (soprattutto il padre), e per certi aspetti nelle sonorità di David Gray, ma anche nella malinconia “classica” di Nick Drake, tutti elementi che puntualmente si ripropongono in questo My Favourite Faded Fantasy, distribuiti in otto brani per circa cinquanta minuti di musica e di parole (dove si sente dannatamente la mano di Rick Rubin), che chiudono in un certo senso il cerchio con i lavori precedenti, in attesa del prossimo, probabile, ennesimo piccolo capolavoro. Poco importa se Rice pubblica album a distanza di otto anni uno dall’altro, se sono così belli e intensi come questo lavoro, per i veri appassionati della buona musica e (per chi scrive), si può prendere tutto il tempo che gli compete. Consigliato!

Tino Montanari

Un Musicista Dallo Sri Lanka, Questo Mancava! Bhi Bhiman – Bhiman

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Bhi Bhiman – Bhiman – Boocoo Music 2012

Devo ammettere che un musicista dello Sri Lanka mancava dai miei ascolti, e se Steven Georgiu e Farrokh Bulsara hanno preferito trasformarsi in Cat Stevens e Freddie Mercury, lui è rimasto orgogliosamente Bhi Bhiman, senza assumere nomi d’arte più facili da ricordare. Ma la musica è quella che ti potresti aspettare da un cantautore che viene dalla Bay Area, anche se l’aspetto esteriore è tipicamente asiatico: ricca di spunti, complessa, con arrangiamenti spesso elaborati ma nell’ambito di uno stile decisamente acustico, basato sul picking spesso intricato di Bhiman che è un eccellente chitarrista.

La produzione è affidata a Sam Kassirer che ha lavorato anche con Josh Ritter e ha svolto il suo impegno andando alla ricerca di strumenti  percussivi inconsueti come il cajon e il vibrafono per una musica decisamente folk, ma ha lasciato molto spazio alla chitarra del protagonista che si arricchisce di piano, organo, contrabbasso, anche suonato con l’archetto, come nella criptica The Cookbook, titolo del suo primo album del 2007, dove però per quel perverso gioco degli autori non appariva un brano con quel titolo. San Francisco Chronicle, Washington Post e New York Times, nonché il decano Robert Christgau (uno dei pochi critici musicali americani che scrive ancora cose sagge) gli hanno dedicato spazi entusiastici e meritati, ormai il disco è uscito da parecchi mesi. Cosa altro si potrebbe dire? La voce, per esempio, è uno strumento anche questo, dal timbro acuto, molto evocativa, si spinge a volte fino ad un falsetto quasi alla Tim Buckley o una Nina Simone virata al maschile. Lui stilisticamente dice di ispirarsi anche a Richie Havens, con quello stile chitarristico dalla pennata veemente e quasi percussiva ma è stato inevitabilmente avvicinato a Dylan, Springsteen e Woody Guthrie (per il tema del viaggio, guardate il video), d’altronde parliamo di un uomo con una chitarra acustica, capace di scrivere testi profondi, immersi sia nel sociale come nel raccontare la quotidianità, sulla falsariga dei grandi folksingers.

Ogni tanto affiorano anche elementi etnici, o così mi pare, ad esempio nell’urgenza di un brano come Time Heals dove un vibrafono, così accreditato nelle note del libretto, ma che sembra più una marimba, regala sfumature orientali alla canzone, con la musica che accelera di continuo per poi rallentare in un intenso finale dove la voce di Bhiman incanta l’ascoltatore con le sue evoluzioni e poi accelera di nuovo con delle sonorità che possono ricordare il Cat Stevens che inseriva elementi greci nella sua musica. Nello spazio di un attimo si vira alla perfetta folk song, con tanto di accompagnamento di 12 corde, nella visionaria Crime Of Passion, dove il testo va per la tangente. Non ho ancora citato il brano di apertura, la bellissima Guttersnipe, che è un po’ il suo biglietto da visita, quasi sette minuti di “stream of consciousness”, che musicalmente ricordano il Van Morrison di Astral Weeks (c’è anche un brano che si chiama Ballerina, non quella) o se preferite termini di paragone più recenti, il primo David Gray o il Ray Lamontagne più complesso, ma sempre da Van vengono, se mi passate il calambour, con una base acustica segnata da contrabbasso e percussioni varie che tengono il tempo, mentre piano, organo, vibrafono e chitarre acustiche avvolgono la voce di Bhiman che raggiunge vette interpretative notevoli.

Non tutto brilla sempre di luce propria, ad esempio Take What I’m Given che peraltro è una dolcissima ballata ricorda molto nella costruzione, almeno a me, I Shall Be Released di sapete chi, ma la musica è lì, nell’aria, basta sapere coglierla. Mexican Wine è un breve brano strumentale che illustra la sua destrezza alla chitarra mentre Kimchee Line è una di quelle filastrocche acustiche che lo avvicinano al citato Guthrie e anche questa mi ricorda qualcosa che non sono ancora riuscito ad afferrare, per il gioco delle citazioni, ce l’ho lì sulla punta della lingua, come pure Atlatl, con una voce volutamente mascherata per dargli una patina di “antichità” come un vecchio 78 giri. Eye On You è l’altro tour de force vocale e strumentale di questo album, più di 6 minuti che ci consentono di godere ancora una volta la bella voce di Bhiman che si libra sicura su un tappeto musicale dove il vibrafono (questa volta sì) gli fa da contrappunto. Che dire, questo signore è veramente bravo, potrà sicuramente migliorare (forse), ma già ora merita un ascolto attento.

La ricerca continua.

Bruno Conti 

Novità Di Novembre Parte IV. Rolling Stones, Kate Bush, Jeff Healey, Tim Buckley, Willie Nelson, Can, Howlin’ Wolf, Hugh Laurie, Cross Canadian Ragweed

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Riprendiamo con le uscite discografiche. Questa volta sono quelle del 22 novembre, con qualche recupero di quelli precedenti e qualche titolo sparso qua e là che era sfuggito o era stato dimenticato, anche per il non perfetto funzionamento del Blog domenica scorsa 20 novembre.

Partiamo con le uscite dei Rolling Stones: la Universal pubblica la versione Deluxe di Some Girls, l’ultimo grande disco degli Stones in varie versioni. Vediamo i vari contenuti:

CD 1 – ALBUM ORIGINALE RIMASTERIZZATO
MISS YOU – WHEN THE WHIP COMES DOWN- JUST MY
IMAGINATION (RUNNING AWAY WITH ME) – SOME
GIRLS – LIES – FAR AWAY EYES – RESPECTABLE –
BEFORE THEY MAKE ME RUN – BEAST OF BURDEN –
SHATTERED
CD 2 –12 BRANI INEDITI
CLAUDINE – SO YOUNG – DO YOU THINK I REALLY
CARE – WHEN YOU’RE GONE – NO SPARE PARTS –
DON’T BE A STRANGER – WE HAD IT ALL –
TALLAHASSEE LASSIE – I LOVE YOU TOO MUCH – KEEP
UP BLUES – YOU WIN AGAIN – PETROL BLUES

DVD
LIVE FROM FORT WORTH, TEXAS ’78:
BEAST OF BURDEN – SHATTERED – TUMBLING DICE
SOME GIRLS PROMO VIDEO
RESPECTABLE – FAR AWAY EYES – MISS YOU

SUPER DELUXE BOXSET INCLUDE:
7” SINGLE DI “BEAST OF BURDEN/WHEN THE WHIP COMES
DOWN” (CONFEZIONE IN BUSTA ORIGINALE)
LIBRO DI 100 PAGINE CON COPERTINA RIGIDA
COMPRENSIVO DI SERVIZIO SUL CONTROVERSO ARTWORK
SERVIZIO FOTOGRAFICO INEDITO DI HELMUT NEWTON
ANNOTAZIONI DEL GIORNALISTA ANTHONY DE CURTIS
5 STAMPE DI HELMUT NEWTON
5 CARTOLINE
POSTER

Se non vi basta esce anche il vinile 180 grammi con il contenuto del primo CD.

E se non siete ancora soddisfatti il 6 dicembre uscirà anche il 45 giri a tiratura limitata con No Spare Parts/Before They Make Me Run(lo so che il Record Store Day Black Friday delle uscite in vinile in teoria dovrebbe essere il 25 novembre ma in Italia escono con date a capocchia).

Sempre il 22 novembre la Eagle Rock/Edel pubblica Some Girls Live In Texas 1978 che esce in DVD, Blu-Ray, DVD+CD, Blu-Ray + CD. Si tratta di un concerto inedito dell’epoca a Forth Worth, Texas il 18 luglio del 1978. Ovviamente i brani che appaiono nel DVD contenuto nell’edizione Super Deluxe di Some Girls sono gli stessi, solo che non trovate il concerto completo, quindi come al solito “occhio al portafoglio”.

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Evidentemente registrando il Director’s Cut con le nuove versioni dei vecchi brani Kate Bush ha ripreso contatto con la musa ispiratrice e quindi ha registrato anche 7 nuovi brani che andranno a far parte del nuovo album 50 Words For Snow che nella prima tiratura esce con quella confezione a libretto. Sono solo 7 brani ma il CD dura quasi 65 minuti ed esce per la sua etichetta Fish People distribuzione Capitol/EMI. Sentiremo, pare che sia molto bello a giudicare dalle 4 stellette sia di Mojo che di Uncut, ma io preferisco sempre verificare di persona. Per esempio il nuovo Thea Gilmore che canta Sandy Denny Don’t Stop Singing al quale Mojo ha dato solo due stellette come vi avevo riferito lo sto sentendo in questi giorni e mi pare decisamente un bel disco. Appena ho tempo scrivo il Post apposito.

Uno che problemi di prolificità non ne è ha mai avuti, anzi al contrario, bisogna abbatterlo per fermare le sue uscite, è Willie Nelson del quale il 22 novembre per una nuova etichetta la R&J Records uscirà questo Remember Me Vol. 1. Sono tutti celebri brani country che sono stati Top Ten Hits di Billboard negli ultimi 70 anni. Per questo primo volume abbiamo:

1. Remember Me
2. Sixteen Tons
3. Why Baby Why
4. Today I Started Loving You Again
5. I m Movin On
6. That Just About Does It
7. This Old House
8. Sunday Morning Coming Down
9. Smoke! Smoke! Smoke!
10. Slowly
11. Satisfied Mind
12. Roly Poly
13. Release Me
14. Ramblin Fever

Brani tratti dal repertorio di Johnny Cash, George Jones, Merle Haggard, Ray Price, Porter Wagoner e molti altri, ma alcune le cantavano anche Elvis o Engelbert Humperdinck. Un po’ come ha fatto un paio di anni fa Rosanne Cash. Produce James Stroud. Secono capitolo già previsto per il 2011.

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Un po’ di cofanetti. Prosegue la ristampa del materiale d’archivio dal vivo di Jeff Healey, questa volta la Eagle Records pubblica un cofanetto quadruplo. 3 CD + 1 DVD: si tratta dei concerti al St. Gallen Open Air Festival del 1991 che c’è sia in audio che in video, Montreal Jazz Festival del 1989 e Toronto’s Hard Rock del 1995 questi solo in compact. Si chiama Full Circle: The Live Anthology e dovrebbe esistere sia in long box che con una confezione più piccola ad un prezzo indicativo tra i 25 e i 30 euro.

La Universal prosegue con le sue ristampe in Box del catalogo Chess sempre su etichetta Hip-o-Select quindi a tiratura limitata e a prezzi più “frizzanti”. Questo quadruplo dedicato a Howlin’ Wolf si chiama Smokestack Lightning The Complete Chess Masters 1951-1960 e comprende tutti i 97 brani pubblicati per l’etichetta di Chicago in quella decade. Ovviamente c’è molto più materiale rispetto al Chess Box che era uscito nel 1991 ed era una antologia di tutta la carriera con 75 brani. Ci si poteva anche accontentare ma per chi vuole essere più completista questo è un cofanetto molto curato come al solito, libretto di 45 pagine e molte versioni alternative.

Quel doppio che vedete di Tim Buckley è la ristampa del primo omonimo album a cura della Rhino Handmade e in America è disponibile già da un mesetto. Ora arriva anche in Europa, sempre import ma ad un prezzo decisamente più accessibile dei circa 50 euro a cui circola attualmente. Probabilmente rimarrà in circolazione per poco per cui se vi interessa affrettatevi. Contiene ben 34 bonus tracks rispetto alla versione singola tra demo, versioni acustiche, alternate takes. Fondamentale da avere per chi ama uno dei più grandi cantautori che la musica americana abbia mai avuto. Questa è la lista dei brani, se volete verificare, dal 13° in avanti partono gli “inediti”:

1. I Can’T See You
2. Wings
3. Song Of The Magician
4. Strange Street Affair Under Blue
5. Valentine Melody
6. Aren’T You That Girl
7. Song Slowly Song
8. It Happens Every Time
9. Song For Janie
10. Grief In My Soul
11. She Is
12. Understand Your Man
13. I Can’T See You (Mono)
14. Wings (Mono)
15. Song Of The Magician (Mono)
16. Strange Street Affair Under Blue (Mono)
17. Valentine Melody (Mono)
18. Aren’T You That Girl (Mono)
19. Song Slowly Song (Mono)
20. It Happens Every Time (Mono)
21. Song For Janie (Mono)
22. Grief In My Soul (Mono)
23. She Is (Mono)
24. Understand Your Man (Mono)
25. Put You Down (Demo)
26. It Happens Every Time (Demo)
27. Let Me Love You (Demo)
28. I’Ve Played That Game Before (Demo)
29. She Is (Demo)
30. Here I Am (Demo)
31. Don’T Look Back (Demo)
32. Call Me If You Do (Demo)
33. You Today (Demo)
34. No More (Demo)
35. Won’T You Please Be My Woman (Demo)
36. Come On Over (Demo)
37. She Is (Acoustic Demo)
38. Aren’T You The Girl (Acoustic Demo)
39. Found At The Scene Of A Rendezvous That Failed (With Larry Beckett) (Acoustic Demo)
40. Wings (Acoustic Demo)
41. My Love Is For You (Acoustic Demo)
42. Song Slowly Song (Acoustic Demo)
43. Song Introductions By Larry (Demo)
44. I Can’T See You (Acoustic Demo)

45. Birth Day (With Larry Beckett) (Acoustic Demo)

46. Long Tide (Acoustic Demo)

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Altre tre “ristampe”. Tago Mago è uno dei classici del rock tedesco dei primi anni ’70, 1971 per la precisione, un disco dove psichedelia, rock sperimentale e mprovvisazione vanno di pari passo. Era già stato ripubblicato dalla Mute nel 2004 e ora per questa nuova versione è stata riutilizzata quella rimasterizzazione. E’ stato aggiunto anche come bonus un CD di materiale registrato dal vivo nel 1972, sono 3 brani ma…Mushroom dura 8:42, Halleluwah 9:12 e poi c’è una versione breve di Spoon, solo 29:55 neanche mezz’ora. Facezie a parte, molto interessante anche se i commenti sulla qualità sonora dei pezzi dal vivo sono molto discordanti e non tutti entusiasmanti, insomma non è inciso proprio benissimo per dirla chiara ma a livello di un buon/ottimo bootleg. E’ uscito la settimana scorsa, vedete voi.

Passiamo a due uscite che fanno girare le pale degli elicotteri: prima il CD di Hugh Laurie Let Them Talk, che viene ripubblicato dalla Warner in versone CD+DVD con quattro brani in più nel CD e un DVD con un concerto inedito, 15 brani, quindi non una cosa striminzita. E allora ditelo che dovete rompere gli ex ministri Maroni, il tutto costa come un singolo CD, quindi considerando le aggiunte ci si può anche fare un pensierino e addirittura se non lo avete già preso, caldamente consigliato, si tratta di un ottimo album prodotto da Joe Henry e il Dr.House è anche un bravo cantante e pianista.

Anche il Box dei Cross Canadian Ragweed sarebbe interessante, infatti contiene i 5 album pubblicati dalla Show Dog Universal ad un prezzo molto interessante. Si tratta di Cross Canadian Ragweed, Soul Gravy, Garage, Mission California and Happiness più un DVD dal vivo inedito filmato al Cain’s Ballroom in Tulsa, OK. Peccato che se uno ha già gli altri dischi è alquanto costoso. Si spera in una uscita separata. E a questo proposito, per farvi inc…are vi annuncio fin d’ora che a metà Dicembre la Universal pubblicherà, fuori dal Box, l’unico DVD inedito che era contenuto nel Super e Uber Deluxe degli U2 di Achtung Baby, ovvero From The Sky Down,sia in DVD che Blu-Ray e anche con del materiale in più non contenuto nei cofanettoni, contenti? Prima dell’uscita del 13 dicembre vi dirò anche cosa contiene esattamente.

Può bastare, riprendo i miei ascolti di Thea Gilmore e del bellissimo Live in CD+DVD di Thug Of Love di Dirk Hamilton, immancabile, con una versione da antologia di I Will Acquiesce di oltre 17 minuti.

Bruno Conti

A Volte Si Sbaglia! Ray LaMontagne & The Pariah Dogs – God Willin’ And The Creek Don’t Rise

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Ray LaMontagne & The Pariah Dogs – God Willin’ And The Creek Don’t Rise – Rca

Che cosa volete che vi dica? Ritiro tutto quello che ho detto, mi ero sbagliato? Questo è un gran disco, le mie perplessità iniziali dovute ai primi ascolti sono state spazzate via e quasi mi sbilancio a dire che questo potrebbe addirittura essere il miglior disco in assoluto di LaMontagne (ma questo si vedrà, gli altri hanno avuto anni per sedimentare e rafforzarsi, questo è nuovo ma cresce ascolto dopo ascolto e questo è un bene).

Una ulteriore serie di ascolti con volume alto a finestre spalancate (quindi Play Loud!) hanno rivelato una serie di particolari e nuances nelle prestazioni stellari dei vari musicisti coinvolti e nelle composizioni del nostro amico per questo God Willin’.

La prima cosa che balza all’occhio anzi all’orecchio è quella sensazione di gruppo compatto, ben rodato, con un suono che ricorda molto quello dei concerti dal vivo (guarda che circonvoluzione devi usare per dire quello che gli americani direbbero con un semplice Live Feel!): sicuramente ha giovato all’ottenimento di questo risultato il fatto che il disco sia stato registrato in un breve arco temporale di un paio di settimane nella fattoria ristrutturata nell’ovest Massachussetts che il buon Ray ha trasformato in uno studio di registrazione, forse ha contribuito il fatto che la produzione non sia più nelle mani di Ethan Johns (poteva essere un disastro ma evidentemente la lezione era stata ben imparata) ma curata dallo stesso LaMontagne, qualunque sia la ragione il risultato finale è notevole.

L’iniziale Repo Man è strepitosa (anche se non indicativa del suono del resto del disco): sei minuti di rock and roll carnale, misto a soul, con la sezione ritmica di Jay Bellerose, indiavolato alla batteria e Jennifer Condos con il suo basso pulsante che attizzano le due chitarre di Eric Heywood e Greg Leisz che si rispondono dai canali dello stereo con un riff eccellente che ricorda l’attacco di Who Do You Love dei Quicksilver anche se l’assolo di Cipollina e Duncan non parte mai, ma quella è un’altra storia, comunque quel suono tintinnante e ribaldo ricorda anche quello del Tim Buckley più ruspante di Greetings from LA o della Grease Band di Joe Cocker dei tempi d’oro. Proprio al Joe Cocker degli inizi si avvicina moltissimo la voce maschia, rauca e profonda che Ray LaMontagne sfodera per questo brano, istigato dal groove irresistibile che la sua band gli ha costruito intorno, la voce è lasciata libera di dare sfogo alla sua potenza con echi anche del primo Gerg Allman o del Van Morrison (sua grande influenza) più dedito al soul e al R&B. Comunque la si giri, grande inizio che varrebbe da solo il prezzo di ammissione ma che, come detto, non è indicativo delle atmosfere del resto dell’album. watch?v=F59JVJ2k00A (sound primitivo, ma rende l’idea!)

Già dal secondo brano dell’album. la peraltro bellissima New York City’s Kiiling me, prende piede un’attitudine roots, quasi country, quel famoso Americana Sound tanto citato a sproposito ma che in questo caso ben inquadra il sentimento del disco, le chitarre “sofferenti” di Leisz (una pedal steel strepitosa che ricorda i grandi dello strumento degli anni ’70, Sneaky Pete Kleinow, Buddy Cage e Al Perkins tanto per citarne alcuni) e Heywood evocano appunto quel suono “country” vintage ma con i crismi di una grande composizione perché la qualità dei brani contenuti in questo album è sempre elevata.

God Willin’ and The Creek Don’t Rise oltre ad essere il titolo dell’album è anche quello di una bellissima canzone, avvolgente, con la batteria di Bellerose che scandisce i tempi con una serie di rullate urgenti che ricordano lo Steve Gadd più ispirato e la voce di Ray LaMontagne ancora una volta sicura e potente a guidare il suo fido manipolo di musicisti in un altro brano decisamente sopra la media di gran parte della produzione attuale.

Beg Steal or borrow, il potenziale singolo dell’album, è un’altra piccola perla con un ritmo più incalzante dei brani che l’hanno preceduta ma anche più rilassata al tempo stesso, filante, scivola che è un piacere, gioia per le orecchie dell’ascoltatore con la solita steel di Leisz in grande evidenza mentre le tastiere di Patrick Warren l’unico musicista non ancora citato sono quasi sempre molto discrete ai limiti dell’impercettibile, rafforzando l’idea di un disco “chitarristico”.

La seconda parte del disco ci porta verso il lato Youngiano di Lamontagne, ma non prima del quasi folk-soul acustico della dolcissima Are We Really Through, prima di una serie di brani sulla fine di una relazione che sfocia in This Love Is Over, quasi una bossanova country, la solita steel di Leisz domina le operazioni.

Si diceva del lato Youngiano (nel senso di Neil) della musica di LaMontagne, Old Before Your Time è una bellissima canzone, serena e pacifica, con un banjo (o è un mandolino) che crea il tema musicale ricorrente del brano. Più urgente anche se sempre dai tempi rilassati Fot The Summer è un altro brano più simile al canone abituale delle canzoni del nostro amico anche se una slide mordente e un’armonica aggiungono spessore al brano, sempre caratterizzato da quella vivacità del sound di un gruppo ben amalgamato e che sa sempre dove andare a parare musicalmente.

Like Rock And Roll Radio sembra proprio una di quelle lunghe cavalcate acustiche del nostro amico canadese, cantata però dalla caratteristica voce di Lamontagne, ormai “uno strumento” riconoscibile al primo ascolto a dimostrazione della popolarità e della considerazione raggiunte dal musicista del Maine, l’armonica a bocca aggiunge quel tocco in più allo scarno accompagnamento delle sole chitarre acustiche.

Gran finale con l’altro pezzo rock (e blues) del disco, The Devil’s In The Jukebox, già suggestiva dal titolo, movimentata e brillante con una slide acustica insinuante ad aggiungere pepe all’arrangiamento tipicamente roots del brano e se non fosse per il titolo verrebbe voglia di dire che tutti i salmi finiscono in gloria.

Ray LaMontagne sarà in tour negli States, in concomitanza con l’uscita del disco il 17 agosto, dalla settimana prossima, con lui David Gray che presenta l’altrettanto nuovo Foundling che esce lo stesso giorno (sentito, bello, recensione nei prossimi giorni).

In tre parole, gran bel disco!

Bruno Conti

Qualche Consiglio (Musicale) Per Le Vacanze – Kevin Welch, Eric Andersen, Tim Buckley, Carolyne Mas

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Kevin Welch – A Patch Of Blue Sky – Music Road Records 2010

Kevin Welch non si può definire un musicista prolifico, cinque album in venti anni, più i tre registrati con Kieran Kane e Fats Kaplin come Dead Reckoners, e ora questo A Patch Of Blue Sky, ma ragazzi se è bravo! Grande autore ma anche interprete raffinato e misurato, con una voce che ti accarezza senza volerti mai prevaricare, discreta ma efficace, una base musicale di gran classe, che sembra scarna ed essenziale ma è complessa e molto varia. Viene definito country ma è un termine riduttivo: Lyle Lovett, il primo termine di paragone che mi viene in mente è country? Qualche spruzzatina non manca, ma qui siamo nell’ambito del Cantautore con la C Maiuscola, quella che ti racconta storie e canzoni sempre diverse ed interessanti dove i testi sono fondamentali (a questo proposito potete andare nel sito di Welch http://www.kevinwelch.com/, scaricarvi i testi ed i credits del CD, sono lì a disposizione di tutti, poi ve li stampate, magari a carattere 20, così riuscite a leggerli bene, vi accomodate nella poltrona e…manca qualcosa…ah sì, comprate il disco e vi godete una quarantina di minuti di grande musica). Se non vi ho convinto potrei dirvi che questo album mi ha ricordato per contenuti musicali e approccio vocale il miglior Eric Andersen, quello di Blue River, capolavoro della musica dei cantautori dei primi anni ’70. Non sapete chi diavolo sia. Ho un ultimo tentativo per Kevin Welch: vi ricordate la musica dello spot della birra Tuborg a metà anni ’90? Era There’s something ‘bout you di Kevin Welch tratta dal suo secondo album Western Beat del 1991. Vedete quando la cultura aiuta! Questa qui per intenderci.

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Eric Andersen – Blue River – Columbia 1972

Per associazione di idee, questo è Blue River, capolavoro assoluto di Eric Andersen, per molti, con Blue di Joni Mitchell e Blood on the tracks di Bob Dylan, vetta assoluta del fare musica dei sentimenti dei cantanti-autori (singer-songwriters) di quegli anni. Eric Andersen, uno dei migliori rappresentanti della scuola NewYorkese dei primi anni ’60, lui nativo di Pittsburgh, poi “rivale” di Dylan al glorioso Greenwhich Village di quegli anni, Thirsty Boots e Violets of Dawn rimangono episodi epocali della sua prima produzione. Poi la svolta di Blue River, registrato a Nashville nel 1971, ma per il tipo di suono, morbido e raffinato considerato tra i precursori della scuola californiana. Uno stuolo di grandi musicisti, David Bromberg, Norbert Putnam che ne fu anche il produttore, Eddie Hinton, David Briggs in prestito da Neil Young, le straordinarie armonie vocali di Joni Mitchell. Un grandissimo successo di critica stroncato miseramente dalla Columbia che perse i nastri dell’album successivo, Stages, pubblicato postumo una ventina di anni dopo. Per farsi perdonare (ma è dura), la Sony/Bmg ha pubblicato nel 2009 una ri-edizione ampliata da due brani inediti di questo disco fantastico. Naturalmente si trova solo import, ma visto che siete in vacanza potete investigare con calma, ne vale assolutamente la pena.

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Tim Buckley – Lorca – Elektra/Warner 1970

E visto che parliamo di album ingiustamente affidati alle nebbie del tempo, quest’anno cade il 40° anniversario della pubblicazione di Lorca di Tim Buckley. Naturalmente, per il momento. la cosa è passata sotto silenzio assoluto ed è un vero peccato perchè si tratta di un altro capolavoro assoluto.

Album considerato “difficile” (e qui, qualcosa di vero c’è, ricordo che la prima volta che ho ascoltato la prima facciata del disco, quella con Lorca, nove minuti e cinquantatre secondi di vocalità free-form straordinaria per i tempi e Anonymous proposition, altri otto minuti di quelli tosti, oltre a tutto in cuffia e in una calda serata estiva, al termine avevo un forte impulso di buttarmi dalla finestra, per fortuna ero al primo piano e ho desistito) ma sicuramente una delle più fulgide esemplificazioni delle straordinarie capacità vocali di Tim Buckley, babbo “ripudiato” di quel Jeff Buckley, amatissimo, giustamente, da pubblico e critica, ma che ha non ha raggiunto, forse anche per la prematura scomparsa, neanche un terzo dell’arte del genitore.

Reduce dai successi dei primi album, tra gli altri Happy/sad e Goodbye  and Hello di fine anni ’60 dove proponeva una musica “folk” da cantautore che era già anni luce avanti agli altri per le sue incredili capacità vocali e interpretative, con il successivo Blue Afternoon del 1969 e con Starsailor sempre del 1970 avrebbe raggiunto vette qualititative difficilmente riscontrate nella cosiddetta musica rock. Oltre a tutto era in grado di coniugare la ricerca più ostica a momenti di incredibile dolcezza come in I Had A Talk With My Woman che nella seconda facciata di Lorca regala momenti più accessibili e indica che i geni di Jeff Buckley da qualche parte saranno pure venuti.

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Carolyne Mas – Still Sane A Retrospective 1979-1990 – Zolatone Nusic 2010

Un’altra che entra di diritto nel folto gruppone dei “Beautiful Losers” è sicuramente Carolyne Mas, cantautrice e rocker di classe pura anche lei orìginaria di New York, a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 ha registrato una serie di album di grande energia e pieni fino all’orlo di belle canzoni. La sua carriera tra alti e bassi (più i secondi per sfortuna) prosegue tuttora, è venuta anche in Italia un po’ in sordina pochi anni orsono, e per passione mi sono iscritto alla sua mailing list per vedere se c’era qualche novità significativa. Proprio qualche giorno fa ho ricevuto una mail dove informava sulla uscita di questa compilation. Se volete sentire alcune di quelle “belle canzoni” che l’avevano fatta definire, a torto o a ragione, propendo per la seconda ipotesi, una sorta di Springsteen in versione femminile questo CD, visto la scarsità di materiale in circolazione, potrebbe essere l’occasione giusta, ecco il contenuto:

1)Still Sane

2)Sadie Says

3)Snow

4)He’s So Cool

5)Go Ahead And Cry Now

6)Love Like Stone

7)Remember The Night

8) Sittin’ In The Dark

9)I Waited All Night

10) Crying

11)Under One Banner

12) When Love Is Right

13)Amsterdam

14)Somebody Like Me

15)Signal For Help

16) Easy Love

17)Do You Believe I Love You

18)Laurielle

Reperibiltà, boh? Al limite si può acquistare qui sales.asp?PID=PX00ZR7OPW&pp=1

Nei prossimi giorni, visto che l’estate è arrivata e purtoppo ce ne siamo accorti e le ferie si avvicinano, pure quelle, per molti e per fortuna, qualche altro Post sull’argomento non mancherà!

Buoni ascolti.

Bruno Conti