Il Ritorno Dei Vecchi Sudisti 2: I Fratelloni Rocca(va)no Di Brutto! Van Zant – Red, White & Blue (Live)

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Van Zant – Red, White & Blue (Live) – Loud And Proud CD

Era inevitabile che prima o poi le strade di Johnny e Donnie Van Zant (rispettivamente frontmen dei riformati Lynyrd Skynyrd dopo la morte del terzo fratello Ronnie e di mezza band nel famoso incidente aereo, e dei .38 Special) si sarebbero incrociate. Infatti i due, quando gli impegni delle rispettive band glielo hanno permesso, ne hanno sempre approfittato per trovarsi e registrare album in duo: la prima volta nel 1985 (quindi prima che gli Skynyrd si riformassero), poi con due altri lavori nel 1998 e 2001 ed infine, in maniera più convinta, nel 2005 e 2007 con Get Right With The Man e My Kind Of Country, due dischi nei quali i due recuperavano la musica country delle loro radici, ma, dato che non sono certo dei mollaccioni, le canzoni proposte dal duo erano toste, vigorose e strettamente imparentate con quel southern rock che li ha sempre visti protagonisti: i due album erano anche un omaggio diretto a Ronnie, che avrebbe sempre voluto fare un disco country. Questo Red, White & Blue (Live) documenta un concerto registrato a supporto del primo dei due dischi, nel gennaio del 2006 a Valdosta, Georgia, e non è uno dei soliti broadcast radiofonici semi-ufficiali, ma un vero e proprio live album proveniente dagli archivi privati dei due fratelli.

Ed il CD, quattordici canzoni, risulta una piacevolissima parentesi della loro storia: Johnny e Donnie sono sempre stati due animali da palcoscenico, e qui danno il meglio grazie ad una buona serie di canzoni, qualche classico delle rispettive band principali, ed un suono tosto e decisamente sudista, merito di una band che comprende ben tre chitarre (Eric Lundgren, Steve Cirkvencic e Matt Hauer), una sezione ritmica poderosa (Gary Hensley, basso, e Noah Hungerford, batteria), oltre a Bobby Capps alle tastiere e Mark Muller alla steel e violino. E Red, White & Blue è anche l’occasione per risentire la voce di Donnie, che ha dovuto in anni recenti abbandonare i .38 Special ed il mondo della musica in generale per problemi irreversibili ai nervi dell’orecchio. L’album Get Right With The Man fa la parte del leone, con ben nove brani presenti, tra cui Takin’ Up Space, che apre la serata in perfetto mood sudista, un brano roccato e potente ma nello stesso tempo immediatamente fruibile, con ottimi spunti chitarristici ed i due fratelli che si scambiano il microfono con disinvoltura; Ain’t Nobody Tell Me What To Do è una tipica ballatona sudista da cantare col pubblico, alla quale la steel e l’organo donano colore, mentre la robusta Sweet Mama è un rock’n’roll molto trascinante (e molto poco country in questa veste live), il classico brano che rifatto on stage fa saltare tutti.

La fluida Things I Miss The Most calma un po’ gli animi, ma si riparte subito con la vigorosa I Know My History, un southern rock puro con la steel che cerca di stemperare la tensione elettrica, e con la coinvolgente Help Somebody, una rock ballad corale che è anche il maggior successo del duo come singolo. In mezzo ai brani tratti dal disco del 2005 (tra le quali meritano un cenno anche le trascinanti Plain Jane e I’m Doin’ Alright, pura foga rocknrollistica in salsa southern) c’è lo spazio anche per Wild Eyed Southern Boys, un vecchio pezzo dei .38 Special qui eseguito per la prima volta con la collaborazione di Johnny. Dopo la patriottica, e un po’ annacquata, Red, White & Blue (tratta da un disco minore degli Skynyrd di Johnny, Vicious Cycle), gran finale scoppiettante con l’energica My Kinda Country, anteprima dal nuovo album dei due che sarebbe uscito un anno e mezzo dopo, e due classici degli Skynyrd periodo Ronnie, cioè Call Me The Breeze (di J.J. Cale ma da sempre un highlight degli show del gruppo, e qui è suonata in maniera davvero irresistibile) e l’immancabile Sweet Home Alabama, una grande canzone comunque la si faccia (e qui è fatta bene). Se amate i Lynyrd Skynyrd ed il southern rock in generale, e anche se non avete mai vibrato troppo per i .38 Special, questo live dei Van Zant può tranquillamente trovare posto nella vostra discoteca.

Marco Verdi